CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 21 luglio 2010
356.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 21 luglio 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.05 alle 15.10.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 21 luglio 2010. - Presidenza del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 15.10.

DL 78/2010: Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica.
C. 3638 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 20 luglio 2010.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA, nel rispondere alle richieste di chiarimento formulate dal relatore nella precedente seduta, fa presente che, per quanto riguarda gli effetti della riduzione delle spese rimodulabili disposta dall'articolo 2, complessivamente pari a 255,8 milioni di euro per l'anno 2011, tali effetti risulteranno determinabili con precisione non appena saranno emanate le disposizioni attuative del citato articolo da parte della Ragioneria generale dello Stato. Al momento, tali effetti sono stimabili quindi soltanto approssimativamente e si può ritenere che incideranno prevalentemente sul settore investimento, per un ammontare valutabile in circa 150 milioni di euro, e, per la restante parte, sul settore dell'esercizio. Per quanto attiene, invece, al differimento dei piani di consegna correlati ai programmi militari d'investimento di cui all'articolo 6, comma 21-ter, fa presente che tale differimento sarà attuabile soltanto nel caso in cui non comporti il pagamento di penali, in quanto, per

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esplicita previsione normativa, da tale differimento da esso non devono derivare oneri a carico della finanza pubblica. Fa presente altresì che, ove si realizzassero tali condizioni, il differimento delle consegne darebbe luogo ad un miglioramento dei saldi di bilancio calcolati secondo i parametri prescritti dall'Unione europea. Quanto alla rideterminazione dei canoni di occupazione degli alloggi prevista dall'articolo 6, comma 21-quater, sottolinea come essa mantenga del tutto inalterato l'obbligo degli utenti di rilasciare gli immobili occupati sine titulo. Per quanto concerne, inoltre, il taglio delle risorse destinate agli enti vigilati dal Ministero della difesa, nel segnalare come tra i destinatari dei contributi non risultino enti di diritto privato assegnatari di commesse da parte della Difesa, fa presente che tale taglio sarà applicato non linearmente, in coerenza con gli atti di indirizzo adottati dalla questa Commissione che dettano i criteri a cui dovrà attenersi il Governo nel riparto dei fondi. Per quanto riguarda, infine, il rifinanziamento del fondo missioni internazionali, per gli anni successivi al 2010, previsto dall'articolo 55, comma 5, sottolinea come tali risorse saranno destinate alle citate missioni soltanto all'atto dell'emanazione dei futuri provvedimenti legislativi che ne autorizzeranno la proroga.

Antonio RUGGHIA (PD) ritiene che la manovra finanziaria all'esame della Commissione si ponga in linea di continuità con le precedenti manovre del Governo, confermando gli errori previsionali e la sottovalutazione della gravità della crisi da parte dell'Esecutivo, da cui sono derivati arretramenti e peggioramenti, sia sotto il profilo della finanza pubblica, sia dal punto di vista della tenuta sociale e della conservazione della struttura produttiva. A suo avviso, quindi, il Governo continua a non adottare una politica di bilancio anticiclica che risulti adeguata alla crisi economica del Paese, denunciando in tal modo la mancanza di una reale strategia volta alla diminuzione del debito pubblico e al recupero di capacità competitive del Paese.
Per quanto riguarda la Difesa, ritiene che l'introduzione del principio del definanziamento delle leggi di spesa integralmente inutilizzate negli ultimi 3 anni, costituisca un fattore particolarmente negativo, suscettibile di mettere a rischio la capacità di spesa del Ministero della difesa, soprattutto nel settore della manutenzione dei mezzi e dei sistemi d'arma non sempre programmabile con largo anticipo.
Inoltre, rileva come il taglio lineare del 10 per cento delle spese rimodulabili dei Ministeri, nel triennio 2011-2013, colpisca pesantemente la spesa per l'esercizio del Ministero della difesa, ossia l'addestramento delle Forze armate, la manutenzione e l'ammodernamento dei mezzi, nonché la messa in efficienza e la produttività dell'area industriale della difesa. Inoltre, per quanto riguarda la spesa per il personale, rileva altresì come le misure contenute nell'articolo 9, che si prefiggono un contenimento delle spese in materia di pubblico impiego, agiscano nei confronti del personale militare non solo operando il blocco dei rinnovi contrattuali, ma vanno oltre intervenendo su trattamenti economici che dovrebbero essere corrisposti in relazione a funzioni attribuite al personale per la promozione ad un grado più elevato o per l'avvicendamento negli incarichi. Tali trattamenti saranno infatti cancellati, in quanto la manovra prevede che, nel triennio 2011-2013, non si potrà corrispondere un trattamento superiore a quello conseguito nel 2010. Inoltre, nel ritenere che tale disposizione possa avere sensibili effetti negativi sulla funzionalità dello strumento militare, ne sottolinea la dubbia costituzionalità. Ritiene altresì paradossale quanto accadrà ai soldati volontari che dopo 4 o 6 anni di precariato durante i quali percepiscono 800 euro mensili, una volta vinto il concorso in servizio permanente, non potranno vedersi corrispondere il nuovo stipendio mensile di 1.100 euro. Per altro, giudica insufficienti le risorse stanziate nel fondo sulla specificità, di cui all'articolo 8, comma

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11-bis, per l'adozione di misure perequative, e inadeguate le relative modalità di riparto.
Sempre per quanto riguarda la spesa per il personale, ritiene che la riduzione del trenta per cento delle risorse stanziate nell'anno 2008, per «l'indennità d'impiego operativo per reparti di campagna» anche se avrà effetti dal 2014, determinerà - contrariamente a quanto sostenuto pubblicamente dal Governo - una decurtazione della busta paga di un cospicuo numero di militari di un importo variabile da 80 euro mensili fino ad un massimo di 130 euro mensili. Inoltre, sottolinea come l'emendamento del Governo approvato dal Senato - che consente di applicare ad alcuni utenti di alloggi di servizio il canone di libero mercato, con il fine apertamente dichiarato di renderlo insostenibile ai conduttori degli alloggi stessi - metta a rischio di sfratto per morosità numerose famiglie, ponendosi per altro in contrasto con le norme in vigore che disciplinano in maniera equilibrata il canone da applicare nelle diverse situazioni di conduzione dell'alloggio. Si tratta di una norma che suscita preoccupazioni e che in ogni modo non potrà essere applicata nei confronti dei conduttori di alloggi che dispongono di un reddito familiare annuo lordo non superiore a quello fissato annualmente dal Ministro della difesa in esecuzione della vigente disciplina in materia. Segnala, altresì, come le norme contenute nell'articolo 12, comma 10, in materia di trattamenti di fine rapporto, se applicate al personale militare, risultino ancor più penalizzanti, in quanto in contrasto con i limiti di età per la cessazione dal servizio previsti dalle norme sullo stato giuridico e l'avanzamento e con le norme che disciplinano i vari ordinamenti del personale militare e delle Forze di polizia, che tuttora non prevedono l'istituzione di un fondo di previdenza complementare. In proposito, sottolinea come il Governo, mentre da un lato tagli stipendi e pensioni dei militari invocando la necessità di risolvere i problemi di finanza pubblica, dall'altro, trovi le risorse per finanziare la «mini-naja» che, a suo avviso, non ha carattere di urgenza e, anzi, rappresenta per le Forze armate un impegno di risorse finanziarie e operative che avrebbero potuto trovare migliore e più utile destinazione. Infine, lamenta la mancata soppressione della «Difesa Servizi S.p.A.» che, a suo avviso, rappresenta un ulteriore centro di spesa che avrà effetti negativi sulle attività del Ministero, come segnalato dalla Corte dei conti in sede di controllo - sezioni riunite - nella «Relazione sul Rendiconto generale dello Stato 2009».
Per tutte queste ragioni, esprime, quindi, un giudizio negativo sul provvedimento in esame.

Augusto DI STANISLAO (IdV) stigmatizza la visione della manovra di tipo ragionieristico che emerge dalle risposte fornite dal rappresentante del Governo. Da tali risposte, a suo avviso, non emerge una precisa strategia politica, ma si evidenziano soltanto indicazioni tecniche preparate dagli uffici. Ciò non consente di poter aprire un dibattito politico serio e approfondito sulla manovra come per altro già accaduto in altre occasioni. In proposito, ricorda il recente intervento del sottosegretario Crosetto che, in merito ad una sua precisa richiesta sulla formazione dei residui passivi in sede di esame del Rendiconto generale dello Stato per l'anno 2009, senza fornire alcun elemento di chiarimento riguardo alle questioni poste, ha replicato lanciando gratuite offese nei suoi confronti. Non è stato inoltre possibile approfondire in seno alla Commissione neppure il tema dell'istituzione della «Difesa Servizi S.p.A.» che, a suo avviso, dovrà svolgere funzioni che già sono egregiamente assolte dal Ministero della difesa, senza che vi sia bisogno di istituire una nuova struttura. Ritiene, quindi, che si tratti di un'iniziativa inutile, di cui non si capisce il senso, analogamente a quella inserita nel provvedimento in esame che riguarda la cosiddetta «mini-naja». Rispetto a tutti questi temi lamenta pertanto una sostanziale inerzia da parte della maggioranza che sta trasformando la Commissione in un organo di mera ratifica che non è capace di opporsi neppure

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di fronte a iniziative del Governo che travolgono il lavoro fatto in Parlamento come, ad esempio, nel caso della rideterminazione dei canoni di locazione degli alloggi della Difesa. Tutto ciò considerato, quindi, esprime una valutazione negativa sul provvedimento in oggetto.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA, nel replicare alle osservazioni emerse nel corso del dibattito, innanzitutto rende merito al lavoro svolto dal sottosegretario Crosetto riguardo all'istituzione della «Difesa Servizi S.p.A.». Tale società, infatti, a differenza di altre società pubbliche, nasce con un limitato capitale sociale e, poiché non dovrà svolgere le funzioni di centrale di committenza, non si sovrapporrà in alcun modo al lavoro svolto da altre strutture pubbliche. In secondo luogo, per quanto riguarda le preoccupazioni espresse dall'opposizione in merito al trattamento dei volontari che transitano nel servizio permanente, sottolinea come a tali militari non potrà che essere attribuito l'intero trattamento economico, posto che ad essi non saranno applicabili le misure di contenimento della spesa previste per gli avanzamenti di grado, dal momento che tale transito presuppone la nascita di un nuovo vincolo contrattuale e non si configura, quindi, come avanzamento.

Franco GIDONI (LNP), relatore, sulla base degli elementi emersi nel corso dell'esame e dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA concorda sulla proposta di parere del relatore.

Antonio RUGGHIA (PD), nel preannunciare voto contrario sulla proposta di parere del relatore, presenta, a nome del proprio gruppo, una proposta alternativa di parere (vedi allegato 2).

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

Francesco Saverio GAROFANI, presidente, in conseguenza dell'approvazione della proposta di parere presentata dal relatore, dichiara preclusa la proposta alternativa di parere presentata dal deputato Rugghia.

La seduta termina alle 15.40.