CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 21 luglio 2010
356.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Mercoledì 21 luglio 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 9.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Serbia, dall'altra, con Allegati, Protocolli e Atto finale e dichiarazioni, fatto a Lussemburgo il 29 aprile 2008.
C. 3620 Governo.

(Seguito esame conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 20 luglio scorso.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Difesa, Bilancio, Finanze, Cultura, Ambiente, Trasporti, Attività produttive, Lavoro pubblico e privato, Agricoltura, Affari sociali e Politiche dell'Unione europea.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Stefani, di riferire in senso favorevole all'Assemblea

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sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Stefano STEFANI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 9.05.

RISOLUZIONI

Mercoledì 21 luglio 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 14.40.

7-00338 Tempestini: Sulla situazione nel Sahara occidentale.
(Discussione e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00084).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Carmen MOTTA (PD), illustra la risoluzione in titolo, di cui è cofirmataria, raccomandandone l'adozione. Nel ricordare le iniziative del Parlamento europeo che ha richiamato l'attenzione in più occasioni sul rispetto dei diritti umani nel Sahara occidentale, ribadisce il diritto all'autodeterminazione del popolo Saharawi, che dovrebbe esplicitarsi attraverso il referendum previsto dalle risoluzioni dell'ONU. Nel richiamare altresì i rapporti critici dell'Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, di Amnesty International e dello Human Rights Watch, si sofferma sul caso di Aminatou Haidar e sui nuovi arresti degli attivisti Saharawi verificatosi nello scorso autunno nonché sulle tristi condizioni in cui versano i 40 mila detenuti nelle carceri marocchine. Denuncia poi come la situazione si faccia più preoccupante di giorno in giorno, come dimostrano le violenze di cui sarebbero stati vittima alcuni attivisti al ritorno dai campi profughi lunedì scorso. Lamenta inoltre il peggiorare delle condizioni di vita dei profughi stessi in Algeria anche a causa della crisi alimentare dovuta al calo degli aiuti internazionali. Ad esempio, anche l'Italia per il 2010 ha ridotto da 7 milioni a solo 300 mila euro la propria assistenza. Prende quindi atto con soddisfazione di alcune dichiarazioni rese in una recente intervista del Ministro degli Affari esteri Franco Frattini, a favore della ripresa del dialogo diretto tra il regno del Marocco e il Fronte Polisario, e a garanzia del diritto di autodeterminazione in conformità alle risoluzioni dell'ONU. Esprime apprezzamento in particolare per le preoccupazioni relative alla situazione dei diritti umani manifestate dal Ministro Frattini. Considera pertanto particolarmente positivo che il Governo italiano stia mantenendo, pur nell'alternanza delle maggioranze, lo stesso atteggiamento di equilibrio verso un'area di grande interesse strategico delle cui sorti la maggioranza dovrebbe occuparsi maggiormente.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI, fa presente che l'Italia segue con attenzione l'evolversi del contenzioso tra Marocco e Fronte Polisario sul Sahara Occidentale, in primo luogo per le evidenti implicazioni che tale problematica ha sulla stabilità della regione. A più riprese sono stati invitati Marocco e Fronte Polisario a mantenere un dialogo franco, aperto e senza precondizioni, che consenta di ottenere concreti progressi nell'ambito del processo negoziale condotto sotto l'egida delle Nazioni Unite. Sono sempre stati sostenuti senza riserve gli sforzi del Segretario Generale dell'ONU e del suo Inviato Personale in vista del raggiungimento di una soluzione politica equa e durevole e che possa essere accettata da tutte le Parti, in conformità alle risoluzioni delle Nazioni Unite.
Esprime quindi piena consapevolezza delle conseguenze che l'evolversi del contenzioso può comportare dal punto di vista

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umanitario. Il Governo ha seguito, fin dall'inizio, la vicenda dei sette attivisti Saharawi arrestati al rientro da una visita nei campi profughi in Algeria. È possibile registrare al riguardo qualche sviluppo positivo. In particolare, i rappresentanti dello stesso Fronte Polisario hanno confermato che gli attivisti detenuti, in attesa di essere giudicati da un Tribunale Militare marocchino, hanno potuto usufruire di assistenza legale e ricevuto visite dei propri familiari. Nel gennaio 2010 è stata disposta la scarcerazione, per motivi di salute, di una dei sette detenuti. Il 28 aprile 2010 gli attivisti saharawi hanno interrotto lo sciopero della fame avviato nel mese di marzo. Il 18 maggio 2010 le Autorità di Rabat hanno accolto la richiesta di libertà provvisoria in favore di altri tre detenuti (Saleh Lebaibi, Rachi Sghaer e Ihdih Tarouzi). Restano però in carcere i tre altri attivisti per i quali le indagini istruttorie non sarebbero ancora concluse. Dopo lo svolgimento, nel gennaio scorso, dell'udienza preliminare, non è ancora stata fissata la data di inizio del procedimento giudiziario vero e proprio nei confronti dei sette esponenti Saharawi. Secondo quanto segnalato dai Rappresentanti del Fronte Polisario, sono attualmente detenuti nelle carceri marocchine, per diverse tipologie di reato, complessivamente 46 rappresentanti saharawi, dei quali alcuni tuttora in attesa di giudizio.
Ritiene pertanto fondamentale che l'Italia continui a monitorare l'evoluzione della situazione del Sahara Occidentale e le vicende giudiziarie degli attivisti saharawi, in stretto raccordo con i partner dell'Unione Europea e con le Istituzioni comunitarie. Un'azione di sensibilizzazione congiunta rappresenta, infatti, lo strumento più adeguato per facilitare una soluzione positiva. Lo ha confermato, da ultimo, il caso Haidar, l'esponente Saharawi che respinta alla frontiera dalle autorità marocchine per essersi dichiarata cittadina del Sahara Occidentale e non del Marocco, è rimasta per oltre un mese in sciopero della fame all'aeroporto di Lanzarote. Grazie soprattutto alle pressioni congiunte della comunità internazionale su Rabat, ella ha potuto ricongiungersi con i propri familiari il 17 dicembre 2009.
Ricorda come l'attenzione dell'Italia alla questione Saharawi sia testimoniata anche dal consistente impegno in termini di assistenza umanitaria garantito in favore dei profughi dei campi di Tindouf, in Algeria, sia a livello governativo che attraverso enti locali ed associazioni. Al fine di dare continuità alle attività di assistenza alimentare ai profughi saharawi è ad esempio in programmazione un contributo al Programma Alimentare Mondiale di 300 mila euro, concordato sia con il Rappresentante del Fronte Polisario per l'Italia che con il PAM. Un altro contributo, pari a 30 mila euro, è stato concesso sempre nel 2010 all'UNHCR per favorire scambi di visite tra familiari Saharawi residenti nel Sahara Occidentale e nei campi profughi di Tindouf. Alcune Regioni, enti locali e ONG italiane organizzano donazioni di beni di prima necessità, il cui trasporto e consegna avviene in coordinamento con la nostra Ambasciata ad Algeri. Vi è inoltre un programma, sempre realizzato da Amministrazioni locali, che consente a circa 150 bambini di Tindouf di essere ospitati durante l'estate da famiglie italiane residenti in varie Regioni.
Dà atto che alcune organizzazioni umanitarie, tra cui Human Rights Watch hanno criticato la politica marocchina nel Sahara Occidentale e più in generale le condizioni del rispetto dei diritti umani nella regione, ma peraltro rileva che il Rapporto annuale del Segretario Generale sul Sahara Occidentale, pubblicato il 6 aprile scorso, pur prendendo atto delle segnalazioni pervenute in merito a possibili violazioni umanitarie, non ha menzionato la necessità di attribuire alla missione ONU MINURSO, o ad altri organismi internazionali, compiti di monitoraggio in materia di rispetto dei diritti dell'uomo nella regione. Di conseguenza, la Risoluzione 1920 del Consiglio di Sicurezza che rinnova la missione MINURSO per un altro anno, approvata il 30 aprile 2010, non ne ha ampliato il mandato.
Sul piano generale, evidenzia che il Marocco sta compiendo sforzi significativi

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per migliorare il rispetto dei diritti umani. Lo attesta anche la revisione periodica universale dal Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite cui il Paese è stato sottoposto nel 2008. La valutazione delle Nazioni Unite, a seguito della revisione, è stata sostanzialmente positiva, soprattutto alla luce dell'impegno del Regno per le riforme e la riconciliazione nazionale. Vengono rilevate varie questioni critiche irrisolte, su cui il Marocco è stato richiamato: discriminazioni di vario genere nei confronti del ruolo femminile nella famiglia e nella società e la mancanza di una legislazione sulla violenza domestica contro le donne; lo sfruttamento del lavoro minorile, soprattutto in ambito domestico; le limitazioni alla libertà di stampa e di espressione, tramite norme, censure, arresti arbitrari di giornalisti e uso della forza contro manifestanti; denunce di repressioni, detenzioni arbitrarie e tortura dei difensori dei diritti umani, soprattutto, appunto, nel Sahara Occidentale. Ma sono stati, in ogni caso, riconosciuti gli sforzi compiuti dal Marocco nella promozione di una cultura dei diritti umani e nello sviluppo di programmi educativi in quest'ambito. Sono state realizzati progetti per la riduzione della povertà, in collaborazione con l'UNDP e la società civile, misure per combattere lo sfruttamento sessuale dei bambini, iniziative per il rispetto dei diritti degli immigrati, in particolare attraverso la creazione di un osservatorio nazionale sull'immigrazione. Va poi ricordato che il Marocco ha ratificato la maggior parte degli strumenti internazionali in materia di diritti umani. Rabat ha recentemente ratificato la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, aderendo al suo protocollo opzionale. È in attesa di ratifica la Convenzione contro le sparizioni forzate.
Considera del resto significativo che anche l'ultimo Rapporto annuale dell'Unione Europea sui diritti umani, che copre il periodo luglio 2008 - dicembre 2009, registri alcuni progressi nell'ambito della tutela dei diritti umani e delle libertà individuali grazie alla realizzazione di importanti riforme. L'UE ha supportato il Marocco nella riforma e nella modernizzazione del sistema giudiziario (uno specifico sostegno ha riguardato il sistema delle prigioni). Durante le elezioni municipali tenutesi a giugno è stata inoltre introdotta una nuova legislazione elettorale che ha consentito la buona riuscita dell'intero processo e che ha permesso un aumento nel numero di donne elette. È stata inoltre realizzata una riforma del codice della famiglia per promuovere il ruolo della donna nella società. Molti sforzi sono stati, infine, realizzati per combattere la violenza contro le donne.
Ritiene infine che vi siano da parte di Rabat segnali confortanti, che il Governo italiano saluta con soddisfazione ed incoraggia, augurandosi che possano trovare conferma anche in una positiva evoluzione del contenzioso sul Sahara Occidentale e, in particolare, in una soluzione della vicenda degli attivisti Saharawi tuttora detenuti.
Dichiara pertanto il consenso del Governo sulla risoluzione in titolo purché il dispositivo sia riformulato nel senso di includere, nel primo, secondo, terzo e quarto paragrafo, l'inciso «in raccordo con i partner europei e con le istituzioni comunitarie, nonché di aggiungere al paragrafo quarto le parole «sulla base delle indicazioni che dovessero intervenire in tal senso da parte del Segretario Generale» e dal paragrafo quinto le parole «e nel campo profughi saharawi ospitati in territorio algerino».

Marco ZACCHERA (PdL) esprime soddisfazione per il parere reso dal governo a proposito di una risoluzione che a suo avviso è assolutamente da approvare anche perché c'è unanimità di interpretazione e valutazione della situazione da parte dei gruppi. Si sofferma poi sulla gravità della crisi, cristallizzata da 35 anni e purtroppo senza sbocco, a causa del disaccordo tra l'opzione indipendentista e quella autonomista che si ripropone sul piano del riconoscimento del diritto di partecipazione al voto referendario. Non vede purtroppo miglioramenti, nonostante gli indubbi progressi della politica interna marocchina. Condivide infine le preoccupazioni

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sulle condizioni umanitarie dei campi profughi a Tindouf, da lui visitati nel corso di una missione effettuata in una precedente legislatura.

Piero FASSINO (PD), nell'aggiungere la sua firma alla risoluzione sottolinea la complessità della situazione in quanto il Marocco non solo non ammette l'opzione indipendentista, ma pur aver accettato il principio referendario, non sembra facilitarne l'attuazione. Si tratta di un dissenso di sostanza particolarmente problematica, che mette in difficoltà la comunità internazionale. Nell'apprezzare comunque l'intervento del sottosegretario Scotti, anche a nome degli altri firmatari della risoluzione, ne accoglie le proposte di riformulazione del testo, ritenendo però superfluo aggiungere al quinto punto le parole «ospitati in territorio algerino».

Il sottosegretario Enzo SCOTTI condivide l'osservazione del deputato Fassino e ritira pertanto la richiesta relativa alle predette parole.

Renato FARINA (PdL) segnala di essere iniziatore di un progetto di risoluzione sui diritti del popolo Saharawi presso la Commissione diritti umani dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Appoggiato da tutti i gruppi politici, senza nessuna finalità punitiva per il Marocco che del resto ha lo statuto di osservatore presso tale Assemblea di cui aspira a diventare membro effettivo. La sua proposta infatti mira prevalentemente ad una maggiore comprensione delle ragioni di tutte le parti. Manifesta peraltro dubbi anche sull'atteggiamento tenuto al riguardo da Libia e Algeria ed auspica un'azione diplomatica a basso raggio da parte della comunità internazionale. Propone quindi ai presentatori di riformulare la parte emotiva della risoluzione inserendo un riferimento alle iniziative del Consiglio d'Europa.

Claudio D'AMICO (LNP) nel sottolineare l'importanza di assicurare al popolo Saharawi il rispetto del diritto all'autodeterminazione, invita a non occuparsi soltanto dei casi singoli, pur meritevoli di attenzione sul piano umanitario, ma del problema generale. A suo avviso, le gravi condizioni di vita nei campi profughi potrebbero essere superate dalla possibilità del rientro in patria dei profughi stessi anche prima della votazione referendaria. Ritiene che la comunità internazionale dovrebbe perciò considerare prioritario tale obiettivo, anche se purtroppo in alcuni paesi europei la questione del Sahara occidentale finisce per essere influenzata dai consistenti flussi migratori provenienti dal Marocco. Si associa infine alla proposta di riformulazione del collega Farina.

Piero FASSINO (PD), anche a nome degli altri firmatari della risoluzione, accetta la proposta dei colleghi Farina e D'Amico e riformula la parte motiva della risoluzione stessa nel senso di aggiungervi infine il seguente paragrafo: «anche il Consiglio d'Europa, con particolare riferimento alla Commissione diritti umani dell'Assemblea parlamentare, sta manifestando viva preoccupazione ed interesse sulla situazione del Sahara occidentale in vista dell'assunzione delle più opportune iniziative sul piano internazionale».

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la risoluzione n. 7-00338, come riformulata, che assume il n. 8-00084 (vedi allegato 1).

La seduta termina alle 15.15.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 21 luglio 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 15.15.

5-03062 Villecco Calipari: Sulle iniziative volte a migliorare l'efficacia degli aiuti italiani allo sviluppo.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

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Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), replicando, non si dichiara soddisfatta, in quanto la risposta del Governo non ha considerato i rilievi critici relativi a tutte le ventisei azioni proposte in sede di revisione OCSE. Lamenta infatti che il Governo si sia attivato soltanto su una parte dei necessari adempimenti, rinviandone al futuro molti altri. Denuncia quindi la grave carenza di risorse umane nel settore della cooperazione allo sviluppo, il cui personale è calato del 20 per cento. Contesta inoltre il fatto che le ONG non siano adeguatamente consultate circa la programmazione e l'attuazione degli interventi di cooperazione, mentre assolutamente tardiva ed insufficiente risulta essere la trasparenza amministrativa, tanto che l'ultimo bollettino elettronico è stato diramato il 18 dicembre 2009. Richiamando infine le considerazioni svolte anche stamane in Assemblea in occasione della conversione in legge del decreto-legge di proroga della partecipazione italiana alle missioni internazionali, ritiene che la situazione generale della cooperazione allo sviluppo sia molto pesante al punto da dover indurre lo stesso Ministro Frattini a riflettere sulla reale opportunità di conservare nel suo diretto portafoglio la relativa competenza.

5-03087 Zacchera: Sul procedimento giudiziario in corso in Perù a carico di un missionario italiano.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Marco ZACCHERA (PdL), replicando, si dichiara soddisfatto per la completa risposta del Governo richiamando da un lato l'esigenza di continuare ad assistere il missionario italiano, dall'altro di affrontare una volta per tutte sul piano internazionale la grande questione ambientale della regione amazzonica.

Stefano STEFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.35 alle 15.45.