CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 luglio 2010
350.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 13 LUGLIO 2010

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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Giovedì 8 luglio 2010. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 13.25.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2010 e programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze spagnola, belga e ungherese.
COM(2010)135 def. - 17696/09.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e conclusione - Approvazione di una relazione per l'Assemblea).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 7 luglio 2010.

Mario PESCANTE (PdL), presidente e relatore, formula una proposta di relazione finale da presentare all'Assemblea (vedi allegato 1) cui saranno allegate le relazioni delle Commissioni e del Comitato per la legislazione.
Svolge quindi alcune considerazioni, che non ha inserito nella relazione, ma che - ove condivise dai colleghi - potrebbero trovare spazio nel testo della Risoluzione che dovrà essere presentato in Assemblea.
Evidenzia in primo luogo come gli strumenti di programmazione politica e legislativa delle Istituzioni europee siano oramai dei «libri dei sogni», meri auspici privi di una visione strategica di lungo e medio periodo. I due programmi in esame contengono infatti misure per il rilancio della crescita e la costruzione di una governance economica, ma toccano solo in parte i nodi alla base della crisi e non rispondono ad una logica coerente. Manca, in particolare, un approccio chiaro ed organico al problema di fondo: come trovare un equilibrio avanzato tra stabilità delle finanze pubbliche e dei prezzi e promozione degli investimenti per la creazione di nuovi posti di lavoro e la competitività del sistema produttivo europea.
Più in generale, occorre invece ribadire che il fondamento della costruzione europea è e resta l'integrazione economica; solo l'integrazione economica, creando una solidarietà di fatto tra popoli e Stati, mostrando concretamente i vantaggi della costruzione europea può portare gradualmente verso un unione sempre più stretta, anche politica.

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Richiama quindi l'attenzione dei colleghi su un secondo aspetto, che valuta molto importante, ossia il ruolo del Parlamento. Sotto tale profilo occorre un netto salto di qualità nella cultura politica del nostro Paese che attribuisca al processo di integrazione europea un rilievo primario rispetto alle vicende di politica interna. Ciò vale anzitutto per gli organi parlamentari: tutte le Commissioni di merito devono riconoscere il giusto spazio alla trattazione degli affari europei, in tempi non compatibili con il sempre più rapido sviluppo dei processi decisionali europei.
Anche sotto il profilo delle procedure occorre garantire l'adeguatezza della partecipazione italiana all'UE attraverso l'attuazione della normativa europea, in particolare mediante la legge comunitaria. I tempi e le modalità di esame del disegno di legge comunitaria, come ha più volte ed in varie sedi denunciato, non sono compatibili con il rispetto degli obblighi europei. È dunque urgente procedere, senza esitazioni, alle necessarie riforme legislative e regolamentari.

Antonio RAZZI (IdV) condivide, anche a nome del suo gruppo, la rilevanza che tutti i gruppi e la relazione attribuiscono al programma di lavoro della Commissione e del Consiglio dell'Unione europea. Come è stato sottolineato, l'intervento tempestivo dei Parlamenti nazionali nella fase di programmazione legislativa, così come nella formazione delle politiche e delle strategie dell'Unione, rappresenta l'opportunità più importante per aumentare il grado di democraticità delle istituzioni comunitarie e del loro avvicinamento ai cittadini. In questo senso sono importanti le novità contenute nel Trattato di Lisbona.
L'aver sottolineato nella relazione il ritardo con il quale la Commissione ha inoltrato alla Camera gli allegati al Programma di lavoro in esame, nella loro traduzione italiana, deve servire da richiamo alle istituzioni europee. Tuttavia, allo stesso tempo non può che essere un'assunzione di responsabilità da parte della Camera dei deputati, la quale - nonostante gli sforzi e i progressi - attribuisce nei suoi lavori ancora troppa poca importanza ai provvedimenti dell'Unione al suo esame. Non può essere sfuggito a nessuno, per esempio, il ritardo con il quale è stata esaminata la Strategia UE 2020. Le istituzioni europee in poco o nessun conto hanno potuto tenere il documento finale approvato, che conteneva importanti osservazioni, essendo intervenuta l'approvazione del documento finale oltre il termine di scadenza fissato a livello di Unione. È di assoluta importanza aver rilevato che la crisi in corso deve essere un'occasione irripetibile per un salto di qualità nel processo di integrazione. Va bene che la strategia dell'Unione riparta dall'economia, ma il rilancio dell'economia per essere vero deve puntare su lavoro, istruzione, ricerca e inclusione sociale. E ciò partendo dal rispetto degli obiettivi che l'Unione si è già data. Osserva infatti che il Governo italiano, per esempio, pur nell'attuale situazione di crisi, deve rispettare l'obiettivo di portare al 3 per cento del PIL i livelli d'investimento pubblico e privato nel settore della ricerca e sviluppo e ciò deve essere una priorità. Nell'Unione al momento questi livelli sono all'1,9 per cento, mentre l'Italia invece è ferma all'1,2 per cento del PIL.
Fatte queste premesse, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo alla proposta di relazione formulata dal relatore.

Sandro GOZI (PD) esprime apprezzamento per la relazione predisposta dal Presidente Pescante, e ritiene che la XIV Commissione stia svolgendo un buon lavoro. Giudica tuttavia necessario intensificare la battaglia culturale, in Parlamento, per una dimensione europea delle politiche, che ciascun deputato deve sostenere nelle Commissioni di settore e nei rispettivi gruppi di appartenenza, sottolineando con forza le prerogative e i doveri che l'istituzione parlamentare ha, anche a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Si tratta di una battaglia da condurre, a suo avviso, anche nei confronti delle amministrazioni governative,

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che spesso hanno difficoltà ad entrare nell'ottica del nuovo ruolo attribuito al Parlamento nelle politiche europee, e che si deve svolgere tutti insieme, senza polemiche ma con determinazione, per il bene del Paese. Questa riflessione si riferisce, in particolare, alle questioni affrontate nella prima parte della proposta di relazione presentata, che affronta i temi delle procedure di esame dei documenti, dei rapporti tra Parlamento e Governo, dell'esame degli atti dell'Unione europea sotto il profilo della conformità al principio di sussidiarietà, del dialogo politico con la Commissione europea, del rapporto tra XIV Commissione e Commissioni di settore.
Richiama quindi l'attenzione dei colleghi sul fatto che l'utilità dei documenti che la Commissione presenta e approva deriva direttamente dalla forza delle posizioni assunte, anche laddove occorra prendere posizioni eterodosse rispetto ai documenti in esame; si rischia altrimenti di produrre uno dei 39 documenti che le Camere dei Paesi membri dell'Unione produrranno e che si confonde con gli altri, senza particolare significato.
Proprio a fronte alla mera elencazione di buoni propositi la XIV Commissione può prendere posizione, enfatizzando, in particolare, alcuni aspetti specifici. Si tratta, in primo luogo, del tema della crescita. Si parla infatti di crescita e stabilità, ma le misure proposte riguardano solo la stabilità; è invece opportuno mettere l'accento su misure di crescita, sia in termini di PIL e occupazione che in termini di economia verde. Un secondo tema da porre in rilievo è quello dei diritti, sia con riferimento all'attuazione della Carta di Nizza e alle politiche dell'immigrazione - questione di grande valenza europea - che con riguardo all'opportunità, nei prossimi mesi, di accelerare l'attuazione del titolo del Trattato dedicato ai principi democratici dell'Unione.
Si tratta di temi ai quali annette particolare rilievo ed auspica che possano essere oggetto di una valutazione condivisa in sede di elaborazione delle risoluzioni da presentare nel corso dell'esame in Assemblea.
Preannuncia quindi il voto favorevole del PD sulla proposta di relazione predisposta dal relatore.

Mario PESCANTE, presidente e relatore, osserva come molte delle questioni sollevate dal collega Gozi coincidono o sono comunque coerenti con quelle già da lui evidenziate; in ogni caso valuterà le modalità di un loro inserimento nella bozza di risoluzione per l'Assemblea che si appresta a predisporre.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la relazione per l'Assemblea formulata dal relatore.

La seduta termina alle 13.50.