CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 luglio 2010
348.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 6 luglio 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.10 alle 14.10.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Martedì 6 luglio 2010. - Presidenza del vicepresidente Salvatore MARGIOTTA.

La seduta comincia alle 14.10.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di attuazione in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica.
Atto n. 226.

(Rilievi alla I Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto in oggetto.

Manuela LANZARIN (LNP), relatore, ricorda che lo schema di regolamento in questione, sul quale la Commissione è stata autorizzata ad esprimere rilievi alla I Commissione Affari costituzionali, è emanato, ai sensi dell'articolo 23-bis, del decreto legge n. 112 del 2008, che, al comma 10, reca l'autorizzazione all'emanazione di regolamenti di delegificazione del settore dei servizi pubblici locali.
L'articolo 23-bis, come, peraltro, modificato successivamente in più parti dall'articolo 15 del decreto-legge n. 135 del 2009, disciplina il settore dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, disciplinandone l'affidamento e la gestione, in applicazione della normativa comunitaria e al fine di favorire la diffusione dei principi di concorrenza, libertà di stabilimento e libera prestazione dei servizi. Ricorda, come, originariamente le disposizioni dell'articolo 23-bis si applicavano a tutti i servizi pubblici locali; mentre successivamente sono stati esclusi diversi settori, quali quello del gas naturale, della distribuzione

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di energia elettrica, del trasporto ferroviario regionale e della gestione delle farmacie locali, per i quali sono state espressamente fatte salve le norme vigenti in tali ambiti. Pertanto, l'articolo 23-bis si applica allo stato prevalentemente ai servizi pubblici locali dei rifiuti e dell'acqua, sui quali quindi incidono in modo sostanziale le misure recate dallo schema di decreto in questione.
Ricorda, più in particolare, che l'articolo 1 specifica l'ambito di applicazione, escludendo dall'applicazione del regolamento in esame, oltre i settori prima richiamati, i servizi strumentali all'attività o al funzionamento delle amministrazioni pubbliche regionali e locali svolti da società a capitale interamente pubblico o anche misto, costituite o partecipate da tali amministrazioni, come disciplinati dall'articolo 13, comma 1, del decreto-legge n. 223 del 2006, in ordine al divieto di operare a favore di altri enti pubblici o privati. Si tratta della norma applicata, ad esempio, ai servizi informatici degli enti locali e delle regioni. Poiché tali servizi non sono menzionati dall'articolo 23-bis che specificamente elenca i settori esclusi dalla normativa in esame, non risulta chiara la ragione di tale aggiunta, presumibilmente collegata all'opportunità di ribadire la diversa portata delle due tipologie di servizi. Si riserva, pertanto, di svolgere sul punto gli approfondimenti necessari.
L'articolo 2, recante misure in materia di liberalizzazione, prevede che gli enti locali circoscrivono l'attribuzione di diritti di esclusiva ai soli casi in cui la libera iniziativa economica privata non risulti idonea a garantire un servizio rispondente ai bisogni della comunità e definiscono, ove necessario, gli obblighi di servizio pubblico, prevedendo le eventuali compensazioni economiche. In relazione a tale ultima disposizione, ritiene che andrebbe chiarito che gli obblighi di servizio pubblico devono essere previamente definiti al momento dell'emanazione del bando di gara, al pari di quanto previsto dall'articolo 3, comma 5, dove si stabilisce che i livelli dei servizi da garantire sono specificati in apposito contratto di servizio da allegare ai capitolati di gara.
L'articolo 3 prevede i parametri che le procedure competitive ad evidenza pubblica devono rispettare, chiarendo che le società a capitale interamente pubblico possono partecipare alle procedure competitive ad evidenza pubblica sempre che non vi siano specifici divieti previsti dalla legge. Si fa riferimento alle società pubbliche non in house, conformemente a quanto previsto dall'ordine del giorno Zeller 9/2897/2 approvato dall'Assemblea della Camera. L'articolo 3 reca, altresì, alcune prescrizioni con riguardo all'indizione delle suddette procedure e in tema di contenuto del bando di gara o della lettera di invito, finalizzate a garantire il rispetto dell'assetto concorrenziale dei mercati interessati.
L'articolo 4 definisce le soglie oltre le quali gli affidamenti di servizi pubblici locali assumono rilevanza ai fini dell'espressione del parere dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ex articolo 23-bis, comma 4. Già in sede di conferenza unificata Stato-regioni è emersa la necessità di rialzare il valore minimo di soglia di 200.000 euro, previsto dal comma 1, ovvero di specificare che si tratta di un valore annuo. L'articolo 4 precisa, altresì, in attuazione di quanto specificamente richiesto nell'ordine del giorno Cota 9/2897/7, che nella richiesta del citato parere, esclusivamente per i servizi relativi al settore idrico, l'ente affidante può rappresentare specifiche condizioni di efficienza che rendono la gestione «in house» non distorsiva della concorrenza. Tali condizioni fanno riferimento: alla chiusura dei bilanci in utile; al reinvestimento nel servizio dell'80 per cento degli utili per l'intera durata dell'affidamento; all'applicazione di una tariffa media inferiore alla media del settore; nonché al raggiungimento di costi operativi medi annui con un'incidenza sulla tariffa che si mantenga al di sotto della media di settore. Con riferimento a tale ultima condizione, andrebbe precisato che i costi operativi comprendono i costi

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effettivi della produzione, al netto di eventuali ammortamenti, accantonamenti, rimborsi di mutui, contributi a comunità montane, a progetti di cooperazione internazionale o ad autorità di controllo, al fine di assicurare pari condizioni tra tutti i gestori ai fini della verifica dell'incidenza dei costi di gestione sulla tariffa. Altrimenti, ritiene che occorrerebbe valutare la possibilità di sopprimere la lettera d). Infine viene previsto che l'effettivo rispetto delle citate condizioni sia verificato annualmente dall'ente affidante, che invia gli esiti di tale verifica all'Authority e che, in caso negativo, anche su segnalazione della medesima, l'ente procede alla revoca dell'affidamento e al conferimento della gestione del servizio mediante procedura ad evidenza pubblica. Si tratta di una norma che non va contro la privatizzazione, ma intende stabilire alcune condizioni di efficienza che rendono la gestione pubblica non distorsiva della concorrenza e dunque comparativamente non svantaggiosa per i cittadini rispetto ad un'altra forma di gestione dei servizi pubblici locali.
L'articolo 5 assoggetta al patto di stabilità interno gli affidatari cosiddetti «in house» di servizi pubblici locali, prevedendo, tra l'altro, che gli enti locali siano responsabili dell'osservanza, da parte dei predetti soggetti al cui capitale partecipano, dei vincoli derivanti dal patto di stabilità interno. Si prevede, poi, che le modalità e la modulistica per l'assoggettamento al patto di stabilita interno siano definite con il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, già previsto dall'articolo 18, comma 2-bis, del decreto-legge n.112 del 2008. Ritiene, al riguardo, importante, valutare la possibilità di sopprimere tale obbligo per le società in house, anche attraverso successivi provvedimenti legislativi, e comunque, nell'ambito del predetto decreto ministeriale, provvedere di definire le modalità di conciliazione tra la competenza mista degli enti locali ed i bilanci economico-patrimoniali dei gestori del servizio idrico integrato, il periodo rispetto al quale considerare consolidati gli obiettivi di saldo finanziario nonché le percentuali di riduzione del saldo finanziario ed i parametri rispetto ai quali classificare i gestori del servizio idrico integrato.
L'articolo 6 prevede che le società cosiddette «in house» e le società a partecipazione mista pubblica e privata, affidatarie di servizi pubblici locali, applichino, per l'acquisto di beni e servizi, le disposizioni del codice dei contratti pubblici.
L'articolo 7 reca disposizioni inerenti l'assunzione di personale nelle società cd. «in house» e in società miste a partecipazione pubblica di controllo, affidatarie di servizi pubblici locali.
L'articolo 8 contiene alcune disposizioni tese a distinguere le funzioni di regolazione da quelle di gestione, introducendo ipotesi di incompatibilità e di divieti di nomina, con riferimento, fra l'altro, agli amministratori locali. Si riserva di svolgere sul punto gli approfondimenti necessari.
L'articolo 9 prevede il principio di reciprocità per le imprese estere non appartenenti a Stati membri dell'Unione europea con riguardo alla possibilità di ammissione alle procedure competitive ad evidenza pubblica per l'affidamento di servizi pubblici locali.
L'articolo 10 disciplina, per il caso di subentro, la cessione dei beni, di proprietà del precedente gestore, necessari per la prosecuzione del servizio.
L'articolo 11 introduce una forma di tutela non giurisdizionale per gli utenti dei servizi pubblici locali.
L'articolo 12 interviene nella materia delle abrogazioni conseguenti all'entrata in vigore delle disposizioni recate dal regolamento, materia sulla quale era già intervenuto il comma 11 del citato articolo 23-bis del decreto-legge n. 112 del 2008.
Restano quindi in vigore, tra le disposizioni contenute in tale articolo quelle che riguardano l'incedibilità della proprietà degli impianti, delle reti e delle altre dotazioni destinati all'esercizio dei servizi pubblici, la possibilità che le discipline di settore stabiliscano i casi nei quali l'attività di gestione delle reti e degli impianti destinati alla produzione dei servizi pubblici locali di cui al comma 1 possa essere

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separata da quella di erogazione degli stessi, nonché il diritto di accesso garantito a tutti i soggetti legittimati all'erogazione dei relativi servizi e le modalità di gestione delle reti da parte degli enti locali, qualora la stessa sia separata dall'attività di erogazione dei servizi, prevedendo la possibilità di ricorrere liberamente all'affidamento in house, in alternativa alla gara.
Le lettere b) e c) del comma 1 prevedono l'abrogazione degli articoli 150, comma 1, e 202, comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 2006, ad eccezione della parte in cui individuano la competenza dell'Autorità d'ambito per l'affidamento e l'aggiudicazione. Fa presente, al riguardo, che l'articolo 1, comma 1-quinquies, del decreto-legge n. 2 del 2010 ha previsto - con una novella all'articolo 2 della legge 23 dicembre 2009, n. 191, - la soppressione, entro il 1o gennaio 2011, delle Autorità d'ambito territoriale (AATO) in materia di acqua e rifiuti. La norma ha, inoltre, demandato alle regioni il compito di attribuire con legge le funzioni già esercitate dalle Autorità, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. Sembrerebbe pertanto opportuno un coordinamento con queste ultime disposizioni.
I commi 3 e 4 dell'articolo 12 dettano disposizioni specifiche per il trasporto pubblico locale, ad eccezione di quello ferroviario, il quale è espressamente escluso dall'ambito di applicazione del presente schema, da una parte, disponendo la possibilità dell'affidamento in house e in partenariato pubblico privato anche dopo il periodo transitorio stabilito dalle norme del settore e, dall'altra dichiarando la prevalenza delle disposizioni del regolamento CE n. 1370 del 2007 (che disciplina i servizi pubblici di trasporto nazionali e internazionali di passeggeri, su strada e per ferrovia.) su quelle del presente regolamento dei servizi pubblici locali. Ritiene importante segnalare che, successivamente all'entrata in vigore dell'articolo 23-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, sono state emanate due disposizioni relative alle modalità di affidamento del servizio di trasporto pubblico locale e regionale, che sarebbe opportuno coordinare con il suddetto articolo 23-bis.
In conclusione, nella consapevolezza che si tratta di una tematica estremamente delicata sulla quale sono in atto numerose iniziative anche di carattere popolare, si augura che la Commissione possa apportare, nell'esame del provvedimento, un contributo connesso alle proprie competenze del settore, evitando strumentalizzazioni di tipo propagandistico.

Sergio Michele PIFFARI (IdV), nel ringraziare la relatrice per il suo contributo, osserva che chi come l'Italia dei valori sta raccogliendo le firme per il referendum abrogativo dell'articolo 23-bis del decreto-legge n. 1122 del 2008, che prevede anche la possibilità per gli enti locali di affidare ai privati la gestione degli acquedotti e delle altre infrastrutture collegate alla distribuzione dell'acqua, ha solide ragioni per farlo e per dirsi contrario ad un provvedimento che porterà, inevitabilmente, ad una completa privatizzazione delle risorse idriche e dei relativi servizi locali. A suo avviso, infatti, è del tutto illusorio pensare che la privatizzazione possa essere limitata, come sostiene la relatrice, alle sole situazioni di gestione non virtuosa di tali risorse e servizi.
Invita, pertanto, la relatrice e i rappresentanti di tutti i gruppi a prestare la massima attenzione su un provvedimento che rischia di compromettere il diritto fondamentale di tutti i cittadini di accedere al bene essenziale rappresentato dall'acqua.

Raffaella MARIANI (PD), nel riservarsi di approfondire le questioni svolte dalla relatrice, sottolinea positivamente l'accoglimento della richiesta del gruppo del partito democratico di consentire alla Commissione di esprimersi su un provvedimento importante come quello in esame.
In questo modo si è data alla VIII Commissione la possibilità di approfondire tutte le problematiche sollevate da un testo che, come il suo gruppo aveva più volte denunciato, non tiene in alcun modo fede agli impegni a suo tempo presi da autorevoli

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esponenti dei partiti di maggioranza e dello stesso Governo in ordine alla salvaguardia del ruolo dei comuni nella gestione dei servizi idrici e della conferma della pubblica proprietà delle risorse idriche.
Conclude, quindi, sottolineando la necessità che il Governo e la maggioranza di assumano per intero le proprie responsabilità e diano risposta alle giuste ragioni che sono alla base di un movimento di opinione vasto e radicato sul territorio, come quello contro la privatizzazione dell'acqua, che non può essere ridotto ad una vicenda di protesta di alcuni comitati.

Salvatore MARGIOTTA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia la discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.15.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Martedì 6 luglio 2010. - Presidenza del vicepresidente Salvatore MARGIOTTA.

La seduta comincia alle 14.15.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2010 e programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze spagnola, belga e ungherese.
COM(2010)135 def. - 17696/09.

(Relazione alla XIV Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 126-bis del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame degli atti in titolo.

Salvatore MARGIOTTA, presidente, fa presente che la Commissione inizia oggi l'esame, per le parti di competenza, del Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per l'anno 2010 e del programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle presidenze spagnola, belga e ungherese. Ricorda altresì che l'esame dovrà concludersi con l'approvazione di una relazione da trasmettere alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e con la nomina di un relatore, che potrà partecipare, per riferirvi, alle sedute di quella Commissione, la quale concluderà l'esame con l'approvazione di una relazione per l'Assemblea. È ammessa la presentazione di proposte di relazioni di minoranza, che saranno trasmesse anch'esse alla XIV Commissione; ciascuna di esse potrà essere illustrata da uno dei proponenti. Ciascuna Commissione di settore è chiamata a concentrare il dibattito, nell'ambito dei profili di propria competenza, sulle principali questioni di carattere generale relative alla selezione degli argomenti su cui verte il programma legislativo e al loro ordine di priorità; non invece sugli aspetti attinenti al merito delle scelte legislative, atteso che il regolamento prevede specifiche procedure per l'esame delle singole proposte di atti normativi dell'Unione europea.
L'Assemblea, a conclusione dell'esame della relazione della XIV Commissione, potrà pronunziarsi mediante atti di indirizzo volti ad orientare le scelte del Governo rispetto all'attività legislativa del Consiglio dell'Unione europea.

Sergio PIZZOLANTE (PdL), relatore, ricorda che la Commissione avvia oggi l'esame, ai fini dell'approvazione della prescritta relazione, per le parti di propria competenza, sul programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2010 (COM(2010)135), che alla Camera viene esaminato, in base al parere della Giunta per il regolamento del 9 febbraio 2000, congiuntamente al programma di lavoro di 18 mesi (gennaio 2010/giugno 2011) del Consiglio dell'Unione europea, elaborato dalle presidenze spagnola, belga e ungherese.
Passa quindi ad illustrare il contenuto del programma legislativo della Commissione europea, non senza aver segnalato che esso rappresenta il primo strumento di programmazione politica e legislativa presentato dalla nuova Commissione dopo il suo insediamento nel febbraio 2010.

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Il programma indica quattro temi prioritari estremamente generali per l'azione della Commissione nel 2010, alla cui attuazione sono rivolte le iniziative strategiche: affrontare la crisi e sostenere l'economia sociale di mercato europea; definire un'agenda dei cittadini che metta la persona al centro delle priorità; definire un programma di azione esterna ambizioso e coerente, che abbia portata mondiale; modernizzare gli strumenti e i metodi di lavoro dell'UE.
Il programma per il 2010 riserva, infine, una specifica attenzione alla riforma del bilancio dell'unione europea: la Commissione presenterà nel corso dell'anno un riesame del bilancio onde riflettere su come modificare l'equilibrio, le priorità e le procedure di bilancio, avviando il processo di definizione del quadro finanziario pluriennale post 2013.
Nel Programma legislativo della Commissione europea per il 2010 e nel Programma di 18 mesi del Consiglio UE si rinvengono diversi temi e questioni riconducibili all'ambito di competenze e all'attività legislativa della VIII Commissione.
Tra tali temi e questioni segnala in particolare quelli relativi all'azione europea per il clima e l'energia, alla tutela della biodiversità, alla salvaguardia delle risorse idriche, al miglioramento dell'applicazione della disciplina in materia di appalti pubblici, alla prevenzione e alla gestione delle catastrofi ambientali.
Ricorda, quindi, che, per quanto riguarda l'Azione europea per il clima e l'energia, nel programma di lavoro 2010, la Commissione considera prioritario attuare l'iniziativa faro «Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse» il cui obiettivo è favorire la prosperità dell'Unione europea in un mondo a basse emissioni di carbonio e con risorse vincolate, affrontando nel contempo i problemi del degrado ambientale e della perdita di biodiversità, migliorando la mobilità sostenibile.
La Commissione si impegna, inoltre, ad elaborare un piano, ad oggi non ancora presentato, per definire le principali azioni necessarie per conseguire un risparmio di energia del 20 per cento nell'edilizia e nei trasporti, con l'impegno a definire un approccio per la decarbonizzazione dei trasporti e dell'energia, in modo da predisporre un quadro a lungo termine per le strategie e gli investimenti;
Secondo quanto illustrato nel programma legislativo per il 2010, la Commissione, nell'ambito delle altre iniziative strategiche e prioritarie, intende presentare: una comunicazione riguardante l'integrazione dell'adattamento al cambiamento climatico nelle politiche UE e l'adeguatezza degli strumenti finanziari, con particolare riferimento a settori come l'agricoltura e lo sviluppo rurale, l'industria e i servizi, l'energia, i trasporti, la ricerca e l'innovazione, la salute, l'acqua, il settore marittimo e la pesca, gli ecosistemi e la biodiversità; una comunicazione sull'analisi di politiche pratiche per realizzare una riduzione delle emissioni dell'UE del 30 per cento e una valutazione della situazione delle industrie a consumo intensivo di energia, entro la fine di maggio. A proposito di questo specifico impegno programmatico, segnala che il 26 maggio 2010 la Commissione ha presentato una comunicazione (COM(2010)265/3) con la quale si rinuncia, in considerazione della crisi economica in atto, a modificare l'obiettivo del 20 per cento di riduzione delle emissioni di gas serra per portarlo al 30 per cento. Nella comunicazione si afferma, inoltre, che rispetto al 2008 i costi assoluti per l'obiettivo del 20 per cento sarebbero diminuiti da 70 a 48 miliardi di euro l'anno (pari allo 0,32 per cento del PIL) fino al 2020, mentre quelli connessi all'obiettivo del 30 per cento vengono stimati a 81 miliardi di euro l'anno; una comunicazione sul tracciato per un'economia a basso tenore di carbonio entro il 2050, anche per stabilire gli scenari necessari per il 2030; una proposta di revisione della normativa esistente per integrare l'attenuazione degli effetti e l'adattamento al cambiamento climatico nelle diverse politiche e nei diversi programmi.
Crede opportuno segnalare in questo ambito che il 9 aprile 2010 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento (COM(2010)132) inteso a definire

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un quadro comune per la rilevazione, la compilazione, la trasmissione e la valutazione di conti economici ambientali europei, vale a dire quelli che utilizzano dati relativi a risorse naturali selezionate, emissioni atmosferiche e dell'energia, flussi di materiali, spese ambientali, attività e tasse; una relazione e una possibile proposta di revisione del regolamento sui gas a effetto serra fluorati; una revisione della decisione dell'Unione europea sul controllo dei gas a effetto serra; una modifica degli orientamenti ambientali riguardo al sistema dell'UE per lo scambio di quote di emissioni dopo il 2013; una comunicazione sui veicoli verdi. Al riguardo, segnala che il 27 aprile 2010 la Commissione europea ha presentato una strategia (COM(2010)186) intesa ad incoraggiare lo sviluppo e la diffusione di veicoli puliti ed efficienti sul piano energetico. L'iniziativa si prefigge l'obiettivo di valorizzare appieno le potenzialità dei veicoli verdi nella lotta contro il cambiamento climatico, ridurre la dipendenza dell'UE dal petrolio e fare in modo che l'industria automobilistica europea rivesta un ruolo di primo piano a livello mondiale nello sviluppo di tecnologie a propulsione alternativa. Le azioni adottate a livello europeo completeranno le misure a livello nazionale e regionale e saranno focalizzate nei settori nei quali esiste un evidente valore aggiunto europeo, conformemente al principio di sussidiarietà.
L'azione per il clima e l'energia figura, inoltre, tra le azioni specifiche da intraprendere all'interno dell'attuazione delle politiche di vicinato, allargamento e sviluppo dell'UE. In tale contesto la Commissione intende presentare una comunicazione sul cambiamento climatico e lo sviluppo, nonché una comunicazione sul potenziamento del contributo della politica di coesione allo sviluppo sostenibile delle regioni dell'UE e realizzazione di Europa 2020.
Su tali tematiche, va detto, altresì, che il programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea, presentato dalle presidenze spagnola, belga ed ungherese, individua, all'interno del quadro strategico, gli obiettivi trasversali dello sviluppo sostenibile e dell'ecologizzazione delle politiche e ritiene prioritaria l'attuazione e l'eventuale revisione del pacchetto «clima-energia».
In tale ambito, le tre presidenze si impegnano anche a intensificare le iniziative per promuovere le energie rinnovabili e l'edilizia ecoefficiente, a migliorare l'intermodalità del sistema dei trasporti e a promuovere i mezzi di trasporto rispettosi dell'ambiente.
In proposito, ricorda che il Consiglio europeo del marzo 2010, nelle sue conclusioni: ha confermato gli obiettivi del pacchetto «clima-energia» (riduzione del 20 per cento - rispetto ai livelli del 1990 - delle emissioni di gas serra; elevare al 20 per cento la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili; miglioramento del 20 per cento dell'efficienza energetica); ha riaffermato l'impegno dell'Unione europea a prendere la decisione di passare entro il 2020 a una riduzione del 30 per cento delle emissioni, a condizione che, nel quadro di un accordo globale, gli altri paesi sviluppati si impegnino in modo analogo e i paesi in via di sviluppo contribuiscano adeguatamente alla riduzione delle emissioni.
Il Consiglio europeo, inoltre, ha rinviato all'inizio del 2011 le discussioni di politica energetica nonché di come essa può sostenere al meglio il passaggio verso un' efficiente economia a bassa emissione di CO2 e una maggiore sicurezza dell'approvvigionamento.
Sul piano operativo, vale a dire per quel che concerne le questioni che il Consiglio prevede di trattare durante il periodo di 18 mesi, da gennaio 2010 a giugno 2011, le tre presidenze intendono operare, su un piano generale, per il rafforzamento della dimensione sostenibile delle politiche settoriali - nei principali settori dell'energia, dei trasporti, della ricerca, sviluppo e innovazione, della coesione sociale, dell'agricoltura e della pesca -, dedicando la massima attenzione al seguito della Conferenza di Copenaghen. A proposito del dopo Copenaghen, ritiene importante sottolineare a tale proposito,

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che il Consiglio europeo di giugno 2010 ha preso atto della citata comunicazione con cui la Commissione rinuncia, nell'attuale fase di crisi economica, ad elevare dal 20 al 30 per cento l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra. Il Consiglio europeo ritornerà sulla questione dei cambiamenti climatici in autunno, prima della conferenza di Cancun.
Le tre presidenze si impegnano, inoltre, ad assicurare la sinergia e l'integrazione fra la strategia di Lisbona per il periodo successivo al 2010 e la strategia dell'UE per lo sviluppo sostenibile.
Nei singoli settori d'intervento operativo, vale a dire nei settori della coesione territoriale e sviluppo urbano, dei trasporti, dell'energia e dell'ambiente propriamente detto, ritiene importante segnalare, fra le priorità indicate dalle tre presidenze: l'approfondimento delle tematiche relative alla rivitalizzazione urbana integrata e alla dimensione urbana dei cambiamenti climatici, con particolare attenzione agli obiettivi della qualità degli alloggi e sull'efficienza energetica degli edifici; la revisione degli orientamenti sulle reti transeuropee dei trasporti (RTE-T), all'interno della quale sarà prestata particolare attenzione ai nuovi approcci in tema di ambiente, trasferimento modale, multimodalità e miglioramento della gestione delle infrastrutture, finanziamenti; l'adozione definitiva del pacchetto legislativo sull'efficienza energetica presentato in occasione del secondo riesame strategico della politica energetica dell'UE nel novembre 2008. In tale contesto, segnala che sono state recentemente approvate: la direttiva 2010/30/CE (maggio 2010), che reca modifiche e integrazioni alla direttiva sull'etichettatura energetica 92/75/CEE, per renderla applicabile non solo agli elettrodomestici, ma anche ad altri prodotti che consumano energia o connessi all'energia come, ad esempio, le finestre ed i motori utilizzati negli edifici (tale normativa, assieme alla direttiva 2009/125/CE sulla progettazione ecocompatibile approvata nell'ottobre 2009, consentirebbe tra l'altro di individuare le classi di etichettatura al di sotto delle quali i prodotti non potrebbero essere oggetto di appalti né beneficiare di incentivi pubblici); la direttiva 2010/31/CE (maggio 2010), che contiene una revisione della direttiva sul rendimento energetico degli edifici 2002/91/CE volta a semplificare la normativa vigente, a stabilire prescrizioni più rigorose in materia applicabili ad un numero maggiore di edifici e a rafforzare il ruolo dei certificati di rendimento energetico; il Regolamento (CE) n. 1222/2009 (novembre 2009) sull'etichettatura dei pneumatici in relazione al consumo di carburante e ad altri parametri intesa a promuovere la penetrazione nel mercato di pneumatici a bassa resistenza al rotolamento che riducono il consumo di carburante; il raggiungimento di un accordo per favorire gli investimenti nello sviluppo e nell'impiego di tecnologie a basse emissioni di anidride carbonica compatibili con la competitività e la ripresa economica dell'UE; la messa a punto di strumenti che permettano una gestione sicura e sostenibile delle scorie radioattive, anche attraverso il riesame della direttiva sulle norme fondamentali di sicurezza.
Nel settore ambientale propriamente detto, le tre presidenze indicano, infine, diversi obiettivi programmatici sia per quanto riguarda le politiche sui cambiamenti climatici, che per quanto concerne le politiche attinenti al rapporto ambiente-salute e quelle relative all'uso sostenibile delle risorse naturali. In particolare, si impegnano a perseguire i seguenti obiettivi: rivedere i limiti nazionali di emissioni dei principali inquinanti atmosferici; lavorare alla predisposizione del nuovo piano d'azione per l'ambiente e la salute e ad una nuova comunicazione sulle nanotecnologie, dedicata, in particolare, al loro impatto e beneficio per l'ambiente; operare per la revisione del protocollo sull'inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza; contribuire all'adozione di misure in materia di appalti pubblici verdi e di lotta all'importazione di legname illegale; predisporre il Libro Verde sui rifiuti organici e operare per la piena attuazione della strategia UE per la protezione del suolo.

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Le tre presidenze, infine si impegnano mettere in campo strumenti normativi migliori a beneficio delle politiche ambientali, a partire da una semplificazione dell'acquis comunitario in materia di rifiuti, dalla armonizzazione della normativa in materia di ispezioni ambientali e dalla elaborazione di misure dirette a «ecologicizzare» gli strumenti di bilancio.
Relativamente alla tutela della biodiversità, tra le iniziative strategiche del programma di lavoro della Commissione figura una comunicazione volta a definire una nuova strategia e politica dell'UE sulla biodiversità dopo il 2010.
Al riguardo, ricorda che il 19 gennaio 2010 la Commissione europea ha presentato la comunicazione «Opzioni possibili dopo il 2010 per quanto riguarda la prospettiva e gli obiettivi dell'Unione europea in materia di biodiversità» (COM(2010)4), nella quale preannuncia per la fine dell'anno la presentazione di una nuova strategia della Commissione. In particolare, la comunicazione della Commissione propone una visione strategica per la biodiversità a lungo termine (2050), con quattro alternative per raggiungere l'obiettivo intermedio (2020) differenziate in base al livello di ambizione che può variare da un rallentamento in misura significativa fino all'arresto totale della perdita di biodiversità e al ripristino dei servizi ecosistemici nell'UE.
Ricorda, altresì, che il 1o marzo 2010 la Commissione europea ha adottato un «Libro verde: la protezione e l'informazione sulle foreste nell'UE: preparare le foreste ai cambiamenti climatici» (COM(2010)66) che delinea le opzioni possibili per definire un approccio dell'Unione europea in materia di protezione delle foreste e di informazione riguardanti le risorse forestali e le loro condizioni. Il documento, che fa parte del seguito al Libro bianco sull'adattamento ai cambiamenti climatici (COM(2009)147) adottato dalla Commissione nell'aprile del 2009, sarà oggetto di una consultazione online fino al 31 luglio 2010.
Il programma di 18 mesi del Consiglio UE, per parte sua, indica, su questo tema, la volontà delle tre presidenze di operare per un miglioramento generale dello stato della biodiversità nell'Unione europea, dedicando, fra l'altro, particolare attenzione: alla difesa delle foreste dagli incendi, dalle intemperie e dalla siccità; alla protezione della biodiversità marina nelle aree protette; all'implementazione dei profili attuativi del protocollo sulla biosicurezza.
Relativamente alla salvaguardia delle risorse idriche, secondo quanto illustrato nel programma legislativo per il 2010, nell'ambito delle altre iniziative strategiche e prioritarie, la Commissione intende presentare: una valutazione finale del sesto programma di azione ambientale; una revisione dell'elenco di sostanze prioritarie ai sensi della direttiva quadro sull'acqua; una direttiva concernente l'efficienza idrica degli edifici; una proposta di regolamento riguardante l'istituzione di un programma per sostenere l'ulteriore evoluzione verso una politica marittima integrata; una comunicazione per attuare la politica marittima integrata nel Mare del Nord e nel bacino atlantico; una comunicazione in materia di crescita sostenibile nelle regioni costiere e nei settori marittimi; una comunicazione sulle conseguenze finanziarie per l'integrazione della sorveglianza marittima mediante la creazione di un sistema comune per la condivisione delle informazioni.
Su queste questioni, nell'ambito del programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea, le tre presidenze spagnola, belga e ungherese, si impegnano, fra l'altro: all'elaborazione del quadro decennale per i programmi inerenti al consumo e alla produzione sostenibili; a delineare un approccio integrato ad una politica sostenibile per le risorse idriche, alla revisione della direttiva sull'acqua potabile e alla valutazione delle esperienze maturate con la prima serie di piani di gestione dei bacini idrografici.
Per quanto riguarda gli appalti pubblici, sia pure inserite fra le altre iniziative strategiche e prioritarie per il rilancio del mercato unico, nel programma di lavoro della Commissione figurano: una comunicazione sugli appalti pubblici intesa a

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fornire una guida sulla corretta applicazione degli strumenti esistenti, con particolare riferimento agli aspetti ambientali, sociali ed innovativi, al fine di sostenere le priorità in materia definite dalla strategia UE 2020 (maggiore uso degli appalti pubblici verdi, ricorso agli appalti per adeguare i metodi di produzione e sostenere gli incentivi all'innovazione); un Libro Verde sulla promozione degli appalti elettronici (e-Procurement); un'iniziativa volta a fornire chiarezza e certezza giuridica sulle regole relative ai contratti di concessione; una comunicazione sull'attuazione della direttiva servizi che darà indicazioni sulla futura politica UE in materia.
Relativamente alle catastrofi ambientali e aiuti umanitari, secondo quanto illustrato nel programma legislativo per il 2010, nell'ambito delle iniziative strategiche, la Commissione intende presentare, entro la fine del 2010, una comunicazione sul potenziamento della capacità di reazione dell'Unione europea in caso di catastrofi.
Fra le altre iniziative strategiche e prioritarie della Commissione, figurano, altresì: una comunicazione sull'istituzione di un corpo volontario europeo di aiuto umanitario; proposte legislative sul rinnovo del meccanismo della protezione civile e dello strumento finanziario per la protezione civile; una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce uno strumento finanziario per gli aiuti umanitari.
In materia di protezione civile, il programma operativo di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea contiene precisi impegni, fra i quali quelli diretti: a proseguire i lavori volti a migliorare le capacità di risposta dell'UE in caso di catastrofi e di crisi, dando seguito alle due comunicazioni della Commissione europea sul rafforzamento della capacità di reazione dell'UE alle catastrofi e su un approccio dell'UE alla prevenzione delle stesse; a prestare particolare attenzione all'attuazione e allo sviluppo dei moduli di protezione civile e al rafforzamento del Centro di formazione e di monitoraggio della protezione civile (MIC); a proseguire la cooperazione con le Nazioni Unite; a seguire i progressi del programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche, prestando particolare attenzione alla prevenzione degli incendi forestali.
In conclusione, nel ritenere che l'esame del programma di lavoro della Commissione europea per il 2010 e del programma dei 18 mesi delle presidenze spagnola, belga e ungherese del Consiglio dell'Unione europea rappresenti un'occasione utile per la conoscenza della programmazione dell'UE e molto importante in quanto consente al Parlamento di esprimersi in modo organico sulle priorità politiche generali e sulle proposte di azione specifiche nei vari settori di attività dell'Unione europea, nella fase di formazione delle politiche e delle decisioni, si riserva di presentare nella prossima seduta una proposta di relazione da sottoporre alla votazione, che sottolinei i punti di maggiore interesse e, questo è il suo vivo auspicio, di larga condivisione per la Commissione.

Salvatore MARGIOTTA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia alla seduta di domani il seguito dell'esame degli atti comunitari in oggetto.

La seduta termina alle 14.20.