CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 giugno 2010
338.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 23 GIUGNO 2010

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ESAME DI DOMANDE DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITÀ

Mercoledì 16 giugno 2010. - Presidenza del presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

La seduta comincia alle 9.15.

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità avanzata dai deputati Boccuzzi, Esposito e Vico, nell'ambito di un procedimento amministrativo sanzionatorio pendente presso l'autorità di pubblica sicurezza di Roma.
(Rinvio del seguito dell'esame).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente e relatore, fa presente che in data 10 giugno 2010 ha inviato la seguente lettera al Prefetto di Roma: «Signor Prefetto, faccio riferimento al procedimento amministrativo sanzionatorio che risulta in corso a carico dei deputati Antonio Boccuzzi, Stefano Esposito e Ludovico Vico. I predetti hanno riferito di aver ricevuto la notifica di un verbale e domandato una delibera parlamentare di applicazione dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 3 della legge n. 140 del 2003. La relativa questione - assegnata alla Giunta che mi onoro di presiedere dal Presidente della Camera - è

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in corso di trattazione. Al riguardo, ai fini del prosieguo dell'esame, Le domando cortesemente di conoscere quale risulti essere lo stato del procedimento e quali ulteriori atti istruttori siano eventualmente stati compiuti. Nel segnalarLe che la Giunta è convocata per il prossimo 16 giugno 2010, La prego di gradire i miei più cordiali saluti». A tale sua richiesta non è ancora pervenuta risposta. Ricorda che la questione dei lavoratori dell'Eutelia è ancora purtroppo di strettissima attualità, tanto che ieri essi stavano attuando lo sciopero della fame nei pressi del palazzo Montecitorio e che taluni parlamentari si sono recati a scambiare vedute con loro. Propone quindi di rinviare il seguito dell'esame.

La Giunta concorda.

Comunicazioni del Presidente.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, comunica che in data 11 giugno 2010 era pervenuta alla Camera dalla procura della Repubblica di Milano una domanda di autorizzazione all'accompagnamento coattivo nei confronti del deputato Niccolò Ghedini. Come di consueto, la domanda è stata stampata negli Atti parlamentari (doc. IV, n. 9) eassegnata alla Giunta, il 14 giugno 2010. Stante la delicatezza della questione, era stata inserita immediatamente all'ordine del giorno della seduta già convocata per oggi ed era stato indicato il relatore nel collega Antonio Leone. Di tanto era stata data tempestivamente notizia a tutti i componenti mediante l'invio della convocazione con l'ordine del giorno modificato. Nella mattinata di ieri, il Presidente della Camera ha trasmesso una seconda nota pervenuta dalla procura della Repubblica di Milano con la quale è stata revocata la domanda di autorizzazione all'accompagnamento coattivo. Ha ritenuto pertanto, conformemente ai precedenti, che fosse venuto meno l'oggetto dell'esame da parte della Giunta e ha quindi conseguentemente provveduto alla nuova modifica dell'ordine del giorno. Di tali passaggi l'interessato è stato informato.

Dopo la richiesta di Nino LO PRESTI (PdL) di ottenere copia della revoca della domanda autorizzativa, la Giunta prende atto delle comunicazioni rese dal Presidente e approva la sua proposta di invertire l'ordine del giorno per consentire l'audizione di Alfonso Pecoraro Scanio.

ESAME DI UNA DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE ALL'UTILIZZO DI INTERCETTAZIONI DI CONVERSAZIONI

Domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni di Alfonso Pecoraro Scanio, deputato all'epoca delle intercettazioni (doc. IV, n. 8).
(Seguito dell'esame e rinvio).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, avverte che si svolgerà soltanto l'audizione dell'ex collega Pecoraro Scanio e l'eventuale deliberazione verrà rimandata a una successiva seduta.
(Viene introdotto Alfonso Pecoraro Scanio, deputato all'epoca delle intercettazioni).

Alfonso PECORARO SCANIO, pur riconoscendo che la Giunta non può occuparsi del merito della vicenda penalistica, rammenta che in piena campagna elettorale per le elezioni politiche del 2008 ebbe notizia dell'inchiesta di Potenza a suo carico. Fu solo nel novembre successivo che ebbe modo di interloquire col tribunale dei Ministri presso cui il fascicolo era stato trasferito. In quella sede non oppose obiezioni al pieno utilizzo di tutto il materiale investigativo. Sottolineato che non conosce Francesco Rocco Ferrara e che, pur conoscendolo, non ha mai chiesto favori a Mattia Fella, espone che l'episodio del suo soggiorno in un albergo a sette stelle a Milano fu l'esito brevissimo di una proposta gratuita per l'erario e senza contropartite, essendosi trattato di una sola notte, successiva alla sua partecipazione alla trasmissione televisiva Crozza Italia in

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qualità di Ministro. Peraltro, la gratuità del soggiorno risulta anche da una delle intercettazioni di conversazioni tra il Fella e il direttore dell'albergo.
Per dare poi riscontro all'esigenza, manifestata dalla Giunta, di conoscere la sua linea difensiva, fa presente che la Corte costituzionale, con la sentenza n. 113 del 2010, ha dato una lucida interpretazione delle clamorose irregolarità del procedimento che lo riguarda quando ha scritto testualmente: «di conseguenza, sulla base di quanto si riferisce nell'ordinanza di rimessione, non è neppure certo che vi sia anche una sola intercettazione dei parlamentari qualificabile realmente come «casuale»». Sono state quindi violate sia le disposizioni inerenti alle intercettazioni dei parlamentari sia quelle relative al procedimento per reati ministeriali. Dettosi mortificato per la circostanza di aver impegnato la Giunta su fatti che non si attagliano al suo stile, sempre attento alle questioni della legalità, è sicuro che la Giunta medesima si atterrà al principio di legalità.

Matteo BRIGANDÌ (LNP) gli domanda quale sia il suo auspicio circa l'esito della deliberazione della Giunta.

Alfonso PECORARO SCANIO ripete che chiede alla Giunta di valutare gli atti per quelli che sono, unitamente ai vizi procedurali che essi appalesano.

Maurizio PANIZ (PdL) deve insistere: domanda all'interessato se voglia che la Giunta proponga la concessione o il diniego dell'autorizzazione.

Alfonso PECORARO SCANIO afferma che se fosse un componente della Giunta voterebbe per il diniego.

Donatella FERRANTI (PD), relatrice, non crede che l'ex collega Pecoraro Scanio possa porre la questione in questi termini: egli non è membro della Giunta e può manifestare un auspicio solo in qualità di interessato alla deliberazione. Precisato poi che la Corte costituzionale non è affatto entrata nel merito del procedimento in titolo, essendosi limitata a una pronuncia di inammissibilità dell'incidente di costituzionalità proposto dal tribunale dei Ministri, gli domanda in quali periodi gli risulti di essere stato intercettato.

Alfonso PECORARO SCANIO replica che la sentenza della Corte costituzionale contiene anche un apprezzamento degli atti di causa. Evidenzia che le intercettazioni sono precedenti alla sua iscrizione nel registro degli indagati e che si sono protratte dal novembre 2007 al marzo 2008, periodo in cui sono state altresì raccolte a suo carico informazioni testimoniali. Precisa che, essendo le prerogative parlamentari non disponibili al singolo componente, non può che rimettersi alle determinazioni che la Giunta assumerà.
(Alfonso Pecoraro Scanio si allontana dall'aula).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

ESAME CONGIUNTO DI DOMANDE DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITÀ

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità nel procedimento civile nei confronti del deputato Silvio Berlusconi pendente presso il tribunale di Roma (atto di citazione dell'on. Antonio Di Pietro) (doc. IV-ter, n. 8).
Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità nel procedimento penale a carico del deputato Silvio Berlusconi pendente presso il tribunale di Bergamo (proc. n. 9412/08 RGNR - n. 82/09 RG GIP) (doc. IV-ter, n. 13)
Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità nel procedimento penale a carico del deputato Silvio Berlusconi pendente presso il Giudice di pace di Viterbo (proc. n. 123/09 RGNR - n. 74/10 GDP) (doc. IV-ter, n. 17).
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, comunica che in data 10 giugno 2010 il

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collega Palomba gli ha indirizzato una lettera di sollecito dell'esame delle richieste in titolo, lettera che peraltro è stata spedita anche al Presidente della Camera, il quale a sua volta gli ha chiesto elementi informativi. Al riguardo, ricorda che si era giunti a ipotizzare un tentativo di conciliazione stragiudiziale tra le parti, motivo per cui era stato disposto un rinvio.

Maurizio PANIZ (PdL) si è consultato con il difensore dell'on. Berlusconi e questi ha condizionato la sua disponibilità a una soluzione stragiudiziale alla definizione complessiva delle pendenze tra i due esponenti parlamentari, mediante la reciproca remissione delle querele, sia quelle dell'on. Di Pietro nei confronti del Presidente del Consiglio sia quelle di quest'ultimo nei confronti del primo. Tali reciproche rinunzie ai contenziosi non sembrano a portata di mano, sicché si impone l'esame delle domande in titolo.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, precisa che non sono assegnate alla Giunta domande di deliberazione in materia di insindacabilità da parte dell'on. Di Pietro per iniziative giudiziarie dell'on. Berlusconi.

Federico PALOMBA (IdV) fa presente che l'on. Di Pietro era disponibile a una conciliazione che portasse a devolvere gli importi risarcitori da lui richiesti a enti benefici, ma questa proposta è caduta nel vuoto.

Luca Rodolfo PAOLINI (LNP), relatore, si diffonde sui fatti oggetto delle cause in titolo: si tratta delle affermazioni dell'on. Berlusconi nella trasmissione Porta a porta del 10 aprile 2008, e altre, simili seppure non identiche, asseritamente pronunciate dal medesimo durante un comizio a Viterbo il 28 marzo 2008. Entrambi gli episodi sono accaduti in piena campagna elettorale 2008, che vedeva il deputato Berlusconi candidato alla Camera e indicato per la carica di Presidente del Consiglio. A suo avviso, l'episodio può collocarsi nella contrapposizione tutta politica tra i due protagonisti che risale alla metà degli anni '90. Ritenuto che la scintilla della tenzone possa essere individuata nella famosa frase dell'allora pubblico ministero Antonio Di Pietro «vado io in dibattimento, quello lo sfascio», ricorda le numerose prese di distanza dal dott. Di Pietro da parte di autorevoli personaggi quali Leo Valiani e Tiziana Parenti.
Espone che l'effettivo e completo tenore delle dichiarazioni dell'on. Berlusconi a Porta a porta fu - come risulta dalla trascrizione: «il signor Di Pietro non è solo un uomo che mi fa orrore, perché non rispetta gli altri e perché ha scaraventato in galera, rovinando delle vite degli altri cittadini, è un assoluto bugiardo...» (...) «scusate, per piacere due precisazioni. La prima, presidente siccome Di Pietro la porterà in giudizio lei si assumerà ...ovviamente tutta la responsabilità. La seconda cosa, come lei sa, i pubblici ministeri erano molto influenti durante mani pulite, ma gli ordini di cattura li firmavano i Gip...». (...) «.. beh, erano tutti della stessa....scusi.... e qua.... scusi viene fuori una (...) ...io non abbandonerò la politica fino a quando un cittadino italiano, accusato giustamente o ingiustamente di un reato non abbia la certezza entrando in un'aula di un tribunale di non dover guardare col batticuore il giudice per vedere se ha la faccia del giudice coraggioso perché oggi soltanto un giudice coraggioso può resistere al teorema accusatorio di un pubblico ministero, da cui quel giudice dipende, per la prevalenza che i pubblici ministeri hanno assunto in certe procure, perché la carriera del giudice, gli spostamenti di sede i suoi avanzamenti di carriera dipendono da queste commissioni. E allora bisogna arrivare a una riforma dell'ordinamento giudiziario in cui gli accusatori siano reclutati con diversi concorsi, abbiano una diversa carriera, lavorino in immobili diversi e lontani da quelli dove lavorano i giudici, per fissare un appuntamento con un giudice debbano telefonargli, chiedergli l'appuntamento, andare bussare la porta entrare col cappello in mano esattamente come fanno oggi gli avvocati della difesa. Solamente quando

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avremo la parità tra avvocati della difesa e pubblici accusatori potremo dire di avere in Italia un processo giusto e potremo dire di aver assicurato ai cittadini italiani una giustizia di cui non avere paura...».
Crede che tali affermazioni rientrino saldamente nell'alveo del dibattito parlamentare di questi anni - specialmente per quel che concerne la riforma della giustizia - e che quindi debba essere riconosciuta l'insindacabilità. Ciò non è a suo avviso inficiato dal riferimento alla laurea del deputato Di Pietro, dato che la frase esatta al proposito era «pensi che non ha nemmeno una laurea valida». Non si tratta quindi della contestazione dell'esistenza materiale del titolo di studio ma di un giudizio sulla sua sostanziale consistenza scientifica. Viene messo in dubbio il percorso formativo, giudicato troppo rapido, nel quale l'on. Di Pietro avrebbe sostenuto gli esami di profitto. Né questa vicenda è passata inosservata sulla stampa. Non vi sono soltanto due edizioni del libro di Filippo Facci - che Di Pietro non ha querelato - nelle cui pagine sono riportate ipotesi circa l'aiuto che nel conseguire il diploma lo stesso Di Pietro avrebbe ricevuto dai servizi di informazione: v'è di recente l'articolo di Marco Imarisio sul Corriere della Sera. Citata poi una sentenza del tribunale di Milano del novembre 2007, che riconosce all'insindacabilità parlamentare un ampio ambito applicativo, conferma la sua proposta di accoglimento della domanda dell'on. Berlusconi.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, poiché stanno per avere inizio votazioni nominali in Assemblea, crede opportuno un rinvio del seguito dell'esame.

Federico PALOMBA (IdV) si rammarica dell'intervenuta inversione dell'ordine del giorno: avrebbe gradito che esso fosse rispettato e che - verificata la lunghezza dell'audizione dell'ex collega Pecoraro Scanio - si fosse proceduto a rimandarne quanto meno l'ultima parte, non solo per consentire ulteriori domande ma anche per passare più celermente alla relazione del collega Paolini.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, fa presente che ben difficilmente il tempo impiegato nell'audizione dell'ex collega Pecoraro Scanio avrebbe consentito, se dedicato alle domande in titolo, di concluderne l'esame nella seduta odierna.

La seduta termina alle 10.15.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

ESAME DI DOMANDE DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI INSINDACABILITÀ

Domanda di deliberazione in materia d'insindacabilità avanzata dal deputato Gianluca Pini, nell'ambito di un procedimento civile pendente presso l'autorità giudiziaria di Forlì (atto di citazione del signor Ellero Morgagni) (rel.: SANTELLI).