CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 10 giugno 2010
335.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO

Giovedì 10 giugno 2010. - Presidenza del presidente Enrico PIANETTA.

La seduta comincia alle 13.15.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni. Un piano d'azione in dodici punti a sostegno degli obiettivi di sviluppo del millennio.
(COM(2010)159 def.).

(Seguito dell'esame istruttorio e conclusione).

Il Comitato prosegue l'esame istruttorio del provvedimento, rinviato nella seduta del 3 giugno scorso.

Enrico PIANETTA, presidente, ricorda che nella seduta del 3 giugno scorso il Comitato aveva deciso di procedere alla definizione di un documento da sottoporre alla valutazione della Commissione, e osserva che le questioni oggetto di esame da parte del Comitato potranno essere sollevate in occasione delle prossime comunicazioni del Governo in merito all'imminente Consiglio europeo.

Mario BARBI (PD), relatore, sottolinea che l'esame istruttorio del documento in titolo appare tempestivo rispetto al fitto calendario di impegni istituzionali a livello europeo, che chiama in causa le questioni degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. In particolare, fa presente che il Parlamento europeo si accinge ad esaminare una proposta di risoluzione «Sui progressi nel raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio: bilancio intermedio in vista della riunione di alto livello delle Nazioni Unite di settembre 2010», che presenta

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taluni passaggi rilevanti ai fini del lavoro di indagine conoscitiva. Nel richiamarne alcuni punti salienti, fa presente che la risoluzione è finalizzata ad invitare gli Stati membri ad uniformarsi all'impegno europeo relativo all'innalzamento del contributo all'aiuto pubblico allo sviluppo allo 0,7 per cento del reddito nazionale lordo entro il 2015. La risoluzione prospetta la necessità di predisporre dei programmi pluriennali e pone la questione relativa all'introduzione di meccanismi di tassazione delle transazioni finanziarie internazionali per i finanziamenti allo sviluppo.
Ritiene pertanto che il Comitato assicuri un contributo rilevante ai lavori della Commissione ponendo le questioni che potranno essere oggetto di un documento adottato ai sensi dell'articolo 127, comma 2, del regolamento.
Al riguardo rileva che la Comunicazione della Commissione europea in esame rappresenta un punto di riferimento politico di grande valore sia nella riflessione in corso presso le istituzioni europee, sia per il Parlamento e il Governo italiani in vista della Riunione ad alto livello sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, che si terrà presso la Nazioni Unite dal 20 al 22 settembre 2010 a New York. La Comunicazione della Commissione europea ha infatti orientato la Commissione Sviluppo del Parlamento europeo nell'elaborazione della citata proposta di risoluzione, che sarà oggetto di deliberazione prevedibilmente il prossimo 15 giugno da parte dell'assemblea plenaria. L'insieme degli indirizzi che saranno così stabiliti sarà determinante per la definizione della posizione dell'Unione europea che il prossimo Consiglio europeo dovrà assumere sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, in vista della citata Riunione ad alto livello.
A suo avviso, il Parlamento italiano deve assicurare il proprio contributo a questo processo alla luce del lavoro svolto dal Comitato permanente sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, istituito fin dall'inizio della presente legislatura presso la Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati. Peraltro, ritiene opportuno sottolineare che con la costituzione di un organo ad hoc e la deliberazione di un'indagine conoscitiva sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, che ha già prodotto come risultato l'approvazione nel 2009 di un documento intermedio, il Parlamento italiano si è distinto in sede internazionale per l'attenzione dedicata ai temi del Millennio. La conferma sul riconoscimento di questo impegno specifico come buona prassi internazionale è giunta dall'Unione Interparlamentare che ha selezionato il caso italiano quale modello di studio da portare all'attenzione del Summit di New York per l'elaborazione di linee guida indirizzate ai Parlamenti ai fini del raggiungimento degli Obiettivi entro il 2015.
Considera pienamente condivisibile l'approccio della Commissione europea volto a fondare le politiche di cooperazione allo sviluppo sui diritti umani, quale cifra del contributo europeo nel quadro dell'azione della comunità internazionale. Al centro di ogni riflessione sugli Obiettivi del Millennio sta indubbiamente la constatazione che a livello globale sono stati mancati gli obiettivi intermedi nella lotta contro la povertà estrema e la fame, nonché per la riduzione della mortalità materna e infantile e le prospettive di accesso alle strutture igienico-sanitarie. Si sono registrati progressi rispetto ad obiettivi quali l'istruzione elementare universale, la promozione dell'uguaglianza tra i sessi e l'accesso all'acqua. Tuttavia, alla luce delle severe misure adottate dall'Unione europea e dagli Stati nazionali per fare fronte alla drammatica crisi economico-finanziaria che ha colpito il Vecchio continente e che mette a dura prova la tenuta della moneta unica, diventa essenziale riflettere sui temi della quantità e dell'efficacia degli aiuti, nella consapevolezza che le politiche per l'aiuto allo sviluppo rappresentano uno leva di politica estera e anche uno stimolo alla ripresa delle economie, sia nei Paesi cosiddetti «riceventi» che nei Paesi donatori.
Occorre a suo giudizio che l'Italia si associ al messaggio lanciato dalla Commissione europea e finalizzato a ribadire

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l'impegno rafforzato dell'Unione europea per portare allo 0,7 per cento il contributo del reddito nazionale lordo agli aiuti pubblici allo sviluppo entro il 2015, impegno reso credibile dalla definizione di un percorso operativo basato sui dodici punti elencati nella Comunicazione.
Alla luce delle dodici proposte, contenute nella Comunicazione della Commissione europea, e che appaiono condivisibili, segnala la priorità di incrementare la coerenza delle politiche per lo sviluppo e l'efficacia degli aiuti, anche in vista del Forum mondiale sull'efficacia degli aiuti, che avrà luogo a Seul nel 2011, considerati i significativi incrementi di efficienza che ne possono derivare, scongiurando duplicazioni e coordinando la programmazione nazionale con quella europea. Quanti ai settori chiave, data la priorità alla questione della sicurezza alimentare, occorre assicurare maggiore partecipazione politica e finanziaria al Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria e all'Alleanza globale per i vaccini e l'immunizzazione.
Appaiono inoltre di centrale importanza le strategie elaborate per il rafforzamento della «titolarità» degli Obiettivi del Millennio da parte dei singoli Paesi attraverso interventi mirati a consolidare la capacità di governance.
Tra le leve operative di sicura efficacia figura il sostegno alla creazione di sistemi fiscali e doganali sostenibili attraverso un approccio globale all'amministrazione e alle riforme fiscali e doganali. Occorre pertanto favorire la conclusione e l'attuazione di accordi sullo scambio di informazioni in materia fiscale e, ove opportuno, delle convenzioni sulla doppia imposizione, l'adozione e l'attuazione degli orientamenti dell'OCSE in materia di prezzi di trasferimento nei paesi in via di sviluppo. Appare invece opportuno definire meglio le proposte per meccanismi di finanziamento innovativi, cui la Commissione fa riferimento.
Considera significativo il riferimento all'impegno internazionale, al quale l'Italia contribuisce in modo significativo con la partecipazione alle missioni internazionali di pace, per l'incremento della sicurezza di lungo periodo come presupposto dello sviluppo.
Quanto alle proposte di lavoro già segnalate in precedenza, auspica che dalla successiva elaborazione da parte dell'Unione europea si delinei un quadro coeso e trasparente in ordine alle competenze e responsabilità dei soggetti istituzionali preposti a dare attuazione agli indirizzi formulati, sulla base delle nuove regole introdotte con il Trattato di Lisbona.
È infine necessario che l'Italia, pur nella difficile fase congiunturale, assicuri pieno sostegno all'attuazione del Piano in dodici punti tenendo fede agli impegni finanziari assunti nelle sedi internazionali e proseguendo nell'impegno a favore dello sviluppo con particolare riferimento al continente africano.

Leoluca ORLANDO (IdV) concorda con le riflessioni del collega Barbi.

Enrico PIANETTA, presidente, sottolinea l'importanza che ogni contributo ai lavori della Commissione sui temi dell'aiuto allo sviluppo dia forte risalto alla questione dell'efficacia degli aiuti, che appare centrale per il miglioramento del quadro complessivo, contestualmente ad ogni riforma finalizzata a semplificare le procedure ed assicurare maggiore trasparenza. Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara quindi concluso l'esame istruttorio del provvedimento in titolo.

La seduta termina alle 13.35.

COMITATO PERMANENTE SULLA POLITICA ESTERA DELL'UNIONE EUROPEA

Giovedì 10 giugno 2010. - Presidenza del presidente Giorgio LA MALFA.

La seduta comincia alle 13.40.

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Esame istruttorio della proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo di facilitazione del rilascio dei visti tra l'Unione europea e la Georgia.
(COM(2010)198 def.).

(Esame istruttorio e rinvio).

Il Comitato inizia l'esame istruttorio del provvedimento in titolo.

Leoluca ORLANDO (IdV), relatore, illustra la proposta di decisione in titolo, relativa alla conclusione di un accordo di facilitazione del rilascio dei visti tra l'Unione europea e la Georgia, presentata il 5 maggio 2010. Una volta concluso, l'accordo consentirà il rilascio entro 10 giorni lavorativi di visti di soggiorno nel territorio dell'UE per un massimo di tre mesi per semestre per i cittadini della Georgia.
Ricorda che ai sensi dell'articolo 218 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea la decisione che autorizza la firma dell'accordo è assunta, su proposta del negoziatore, dal Consiglio che delibera a maggioranza qualificata. Lo stesso articolo stabilisce inoltre che, in merito alla conclusione di un accordo internazionale, la decisione sia assunta dal Consiglio previa approvazione del Parlamento europeo. Nel caso della Georgia, le proposte sulla conclusione dell'accordo sono state trasmesse al Parlamento europeo e assegnate alla Commissione libertà civili, giustizia e affari interni, che al momento non ha ancora proceduto alla designazione del relatore.
Segnala che nella stessa occasione la Commissione ha presentato - oltre alla proposta di decisione con cui il Consiglio autorizza la Commissione a firmare, a nome dell'Unione europea, l'accordo - le proposte relative alla firma e alla conclusione dell'accordo di riammissione tra UE e Georgia che fissa gli obblighi reciproci di riammissione dei cittadini illegalmente residenti e stabilisce la procedura di riammissione. Infatti, secondo l'approccio comune concordato a dicembre 2005 ai fini dello sviluppo della politica UE sulla facilitazione del rilascio dei visti, la conclusione di un accordo di facilitazione è, in linea di principio, subordinata all'esistenza di un accordo di riammissione. Su tale base la Commissione invita Consiglio e Parlamento europeo a concludere i due accordi contestualmente.
L'iniziativa assunta dalla Commissione in materia di agevolazione del rilascio dei visti nei confronti della Georgia trae origine dall'invito in tal senso del Consiglio europeo straordinario del 1o settembre 2008, che ha posto il tema come prioritario - insieme all'eventuale instaurazione di una zona di libero scambio completa e approfondita - nell'ambito del rafforzamento delle relazioni reciproche, dopo il conflitto tra Georgia e Russia dell'agosto 2008.
Più in generale, la proposta si inserisce nel solco delle novità apportate dal Partenariato orientale, sul cui atto istitutivo il Comitato lo scorso anno ha svolto un approfondito esame istruttorio concluso con un documento finale approvato dalla Commissione affari esteri. Le misure in materia di mobilità e sicurezza rappresentano infatti uno dei quattro ambiti prioritari del Partenariato sul versante delle relazioni bilaterali.
Esprimendo un giudizio positivo sulla proposta di decisione che rappresenta un indubbio rafforzamento dei legami tra Georgia ed Unione europea, nel cui ambito si inquadrano le eccellenti relazioni bilaterali dell'Italia, anche a livello parlamentare, come testimoniato dal recente incontro della Commissione affari esteri con il Presidente del Parlamento georgiano, David Bakradze, rileva che se le Europa fosse stata più attiva e presente negli anni precedenti si sarebbe forse potuta evitate la crisi dell'agosto 2008.

Giorgio LA MALFA, presidente, ricorda che a conclusione dell'esame del documento in titolo il Comitato potrà sottoporre alla Commissione l'eventualità di adottare un documento finale, a norma del comma 2 dell'articolo 127 del Regolamento. A suo avviso, considerata la rilevanza delle questioni sollevate, sarebbe

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opportuno procedere ad approfondimenti con eventuali audizioni di rappresentanti del Governo italiano e di rappresentanti diplomatici georgiani, anche al fine di acquisire elementi conoscitivi sullo stato delle relazioni bilaterali.

Leoluca ORLANDO (IdV), relatore, condivide la proposta del presidente La Malfa, segnalando l'opportunità che il Governi porti a conoscenza del Comitato lo stato aggiornato dei rapporti tra Georgia e Unione europea.

Enrico PIANETTA (PdL) e Mario BARBI (PD) manifestano l'assenso dei rispettivi gruppi.

Giorgio LA MALFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame istruttorio ad altra seduta.

Esame istruttorio della proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altro.
(COM(2010)159 def.).

(Esame istruttorio e rinvio).

Il Comitato inizia l'esame istruttorio del provvedimento in titolo.

Giorgio LA MALFA, presidente e relatore, illustra la proposta di decisione in titolo, che attiene ad un accordo di notevole portata tra l'Unione europea e la Repubblica di Corea, quale uno dei maggiori interlocutori commerciali dell'Unione europea, presentata dalla Commissione europea il 9 aprile 2010 e ricorda che, a conclusione dell'esame, il Comitato potrà sottoporre alla Commissione l'eventualità di adottare un documento finale, a norma del comma 2 dell'articolo 127 del Regolamento.
Segnala inoltre che, sulla base della procedura prevista dagli articoli 207 e 218 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, sulla conclusione dell'accordo deciderà il Consiglio, previa approvazione da parte del Parlamento europeo. L'accordo dovrà essere successivamente ratificato dai singoli Stati membri dell'UE, sulla base della legislazione nazionale, e dalla Repubblica di Corea. La proposta è stata assegnata alla commissione Commercio internazionale del Parlamento europeo, che prevede di concludere l'esame nell'ottobre 2010. L'esame da parte della sessione plenaria è previsto per il mese successivo.
La Repubblica di Corea è stata identificata come un partner prioritario dell'UE nell'ambito della strategia Europa globale, adottata nel 2006, ritenendosi che un accordo di libero scambio finalizzato al più alto livello di liberalizzazione degli scambi, compresi i settori dei servizi e degli investimenti, fosse nell'interesse di entrambe le parti. I negoziati avviati nel maggio 2007, dopo l'adozione da parte del Consiglio delle direttive negoziali, si sono conclusi il 15 ottobre 2009, con la sigla dell'accordo.
L'accordo commerciale in esame appare uno dei più ambiziosi ed esaustivi che l'UE abbia mai negoziato. Esso prevede il libero accesso al mercato coreano per i beni e i servizi europei e introduce importanti clausole sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, su aspetti normativi e su questioni sociali e ambientali. In particolare l'accordo, tra l'altro, prevede: l'eliminazione graduale di 1,6 miliardi di euro (di cui 850 milioni a partire dall'entrata in vigore) di imposte coreane sulle importazioni dall'UE di prodotti industriali e agricoli e di circa 1,1 miliardi di tariffe UE; l'eliminazione delle barriere non tariffarie in diversi settori industriali quali l'automobilistico, il farmaceutico e l'elettronico; la riduzione delle barriere tecniche al commercio tra i due Paesi; la liberalizzazione degli scambi di servizi; un rafforzamento della tutela dei diritti di proprietà intellettuale; un alto livello di protezione alle indicazioni geografiche dell'UE.
L'accordo contiene inoltre una clausola bilaterale di salvaguardia che dispone la possibilità di riapplicare l'aliquota NPF

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(nazione più favorita) se per effetto della liberalizzazione degli scambi le importazioni subiscono un rilevante aumento, in termini assoluti o in relazione alla produzione interna, e si svolgono in condizioni tali da arrecare o rischiare di arrecare grave pregiudizio all'industria dell'Unione produttrice di prodotti simili o direttamente concorrenti. Affinché le misure siano operative, tale clausola di salvaguardia deve essere integrata nella normativa dell'Unione europea. A tal fine nel febbraio 2010 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento, che costituirà lo strumento giuridico per l'attuazione di tale clausola di salvaguardia. Tale proposta che segue la procedura di codecisione è assegnata alla commissione commercio internazionale del PE, che dovrebbe concludere l'esame entro il mese di giugno. L'esame in plenaria è fissato per il 7 luglio.
Alla luce di quanto esposto fa presente che il Governo italiano ha espresso talune preoccupazioni sulle possibili conseguenze dell'entrata in vigore dell'accordo in titolo, ad esempio per l'industria automobilistica. Ritiene pertanto opportuno che il Comitato proceda ad un approfondimento sull'atto comunitario in titolo anche tramite audizioni di rappresentanti del Governo e dei settori produttivi interessati.

Enrico PIANETTA (PdL) condivide la particolare complessità della materia toccata dal provvedimento in esame, che chiama in causa le competenze della Commissione affari esteri ai fini dello svolgimento delle audizioni proposte dal presidente.

Giorgio LA MALFA, presidente, rileva che le proposte per lo svolgimento di audizioni potranno essere sottoposte alla valutazione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, che valuterà la sede più opportuna.

Mario BARBI (PD) ritiene che ogni valutazione sulla sede di lavoro deve tenere conto delle esigenze di funzionalità e di garantire il rapido evolversi dell'iter di esame del provvedimento.

Giorgio LA MALFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame istruttorio ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.