CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 maggio 2010
329.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 26 maggio 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte.

La seduta comincia alle 9.

Schema di decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca recante regolamento concernente la definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Atto n. 205.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dell'atto del Governo all'ordine del giorno, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 maggio 2010.

Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdC), ricordando che le audizioni svolte hanno evidenziato diversi rilievi critici, sottolinea innanzitutto che dal punto di vista generale era assolutamente necessario pervenire a un provvedimento sulla formazione iniziale dei docenti che rappresenta peraltro un primo tassello di una riforma più complessiva. Precisando che le sue critiche non sono di tipo ideologico e che si sforzerà di dare indicazioni costruttive, segnala che sul reclutamento la relazione illustrativa del Governo sottolinea che l'urgenza riguarda la formazione iniziale e che, in ogni caso, nonostante la complementarietà, i due aspetti possono essere disciplinati in tempi diversi. Ritiene invece che i due aspetti debbano essere disciplinati contestualmente e che non è immaginabile affrontare il tema della formazione senza disciplinare il reclutamento. Vi è senz'altro un ritardo del livello qualitativo della scuola italiana rispetto ai paesi OCSE: tali difficoltà sono da ricondurre anche a deficit di formazione degli insegnanti, ma non solo ad esso.
Osserva quindi che nel provvedimento è stata concepita in maniera molto autoreferenziale la formazione iniziale dei docenti, con una grande attenzione alle conoscenze disciplinari ma pochissima alle attività di laboratorio; rispetto ad una svolta come quella offerta dal provvedimento, si sarebbe attesa invece una soluzione diversa dalla riproposizione di vecchi schemi. Vi è quindi un eccessivo rafforzamento di discipline, ma anche la previsione di un ruolo dell'università nella formazione dei docenti che dovrà essere valutato attentamente. La scuola è infatti messa da parte rispetto all'università, con un centralismo universitario e amministrativo che pervade tutto l'impianto del provvedimento. Segnala, per esempio, che nei consigli dei tirocini la presenza di dirigenti scolastici non appare congrua, mancando una rappresentanza equilibrata tra i docenti scolastici, che conferma una scarsa attenzione per il settore scolastico. Analoghe considerazioni valgono per la composizione della Commissione di esame prevista per la fine del tirocinio. Rileva infine che manca nel provvedimento un richiamo esplicito alla scuola paritaria: l'articolo 11 riguarda gli insegnanti di ruolo e in distacco, con un previsione non applicabile alle scuole paritarie.

Elena CENTEMERO (PdL) ricorda che già quando era in vigore il sistema delle SSIS le scuole paritarie erano ricomprese

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sia per la figura dei docenti tutor che nella formazione nel suo complesso.

Paola GOISIS (LNP) chiede di togliere dalla premessa l'esplicito riferimento al fatto che si attribuisca alla responsabilità degli insegnanti, considerati non sufficientemente non preparati, i non buoni risultati della scuola italiana. Sottolinea, anzi, come recentemente è stato affermato, che gli insegnanti italiani svolgono un'attività meritoria che diventa per molti aspetti eroica. Nel merito, ritiene che occorre tenere bene distinta la specificità della scuola di infanzia rispetto alla scuola primaria, trattandosi di attività docenti molto diverse tra di loro. Sottolinea che vi sono insegnanti con anche dieci anni di servizio i quali, per varie ragioni tra le quali la cancellazione delle SSIS, non hanno potuto abilitarsi. A tal proposito, osserva che occorre prestare particolare attenzione a tale fascia di insegnanti che ha consentito, con sacrificio, la continuità didattica della scuola italiana, avendo ricevuto in cambio il più delle volte un trattamento retributivo sperequato. Rammenta inoltre che tale tipologia di insegnanti è stata chiamata in servizio dal ministero e non a discrezione: la legge n. 244 del 2007 ha creato le problematiche inerenti alle graduatorie a «pettine» e a «coda», permettendo ad alcune tipologie di insegnanti di essere inseriti in oltre tre province, con una forte migrazione di insegnanti dal Sud al Nord. Ciò ha comportato che molti insegnanti del Nord Italia siano rimasti senza collocazione a vantaggio di quelli del Sud, con una situazione che si è aggravata successivamente in conseguenza dell'approvazione del cosiddetto decreto «salva precari». Ribadisce quindi che la fascia di insegnanti non abilitati che hanno prestato docenza per anni, non possono in alcun modo essere accumunati ai neolaureati, rischiando di essere escluse del tutto dall'insegnamento.
Ritiene opportuno inoltre fare riferimento alla situazione, che ben conosce personalmente, relativa alla provincia di Padova dove gli insegnanti precari risultano tutti residenti nella provincia ma non hanno avuto la possibilità d entrare ai corsi abilitanti; rappresentano la terza fascia dei docenti non abilitati, posizionati in coda a tutti gli altri che invece sono stati più volte facilitati da vari provvedimenti legislativi. Sostiene che occorre prendere atto di tale realtà, ricordando che sulla questione ha già espresso perplessità il Consiglio di Stato che ha avuto modo di dire che di questi insegnanti deve tenersi assolutamente conto nelle decisioni che il legislatore intenderà adottare in futuro. Ritiene, in conclusione, che gli interventi che ha sollecitato siano imprescindibili perché la parte politica alla quale appartiene approvi la proposta di parere che il relatore predisporrà. Si tratta di una questione di rispetto e di onore a rendere al lavoro svolto da tali docenti, che sono colleghi suoi e di molti componenti della Commissione che svolgono il lavoro di docenti.

Maria COSCIA (PD) fa presente che farà un intervento sia sull'impianto complessivo sullo schema di regolamento in esame sia su questioni di merito. Ricorda un primo nodo di fondo, più volte sottolineato nelle varie audizioni che si riferisce al rapporto tra formazione iniziale e reclutamento ed in particolare all'esaurimento delle graduatorie esistenti. A tal proposito, ricorda i provvedimenti in materia, varati dal Governo Prodi, che aveva dato vita ad un iter complesso, pur mantenendo l'unitarietà tra formazione e reclutamento, prevedendo un piano di assunzione triennale di oltre 150 mila precari; ciò avrebbe permesso di esaurire l'annosa questione delle graduatorie permanenti, che si sarebbero trasformate in graduatorie ad esaurimento ed avrebbe messo un punto ad una situazione problematica, dando certezza di futuro a un gran numero di precari. In questo quadro, ricorda che attualmente sono stati operati all'interno della scuola numerosi tagli agli organici, in tal maniera non si potranno offrire quelle prospettive che sono necessarie alle giovani generazioni. Anche l'eccessiva anzianità del corpo docente, rilevata

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anche in ambito europeo non deve indurre a giudizi critici, ma va apprezzata proprio in quanto eroica, come testé ricordato dalla collega Goisis.
Lo schema di regolamento, oggetto di esame rischia quindi di essere un provvedimento foriero di illusioni in quanto prospetta la formazione del personale che non potrà accedere realmente ai ruoli. Al riguardo, ricorda che, massimamente, stanno insegnando docenti non abilitati; ciò ha comportato anni di istruzione pubblica portata avanti da docenti mancanti del titolo fondamentale. Occorre dunque ipotizzare soluzioni capaci di delineare percorsi certi. Aggiunge che la situazione dei precari è frammentata e complessa e annovera decine di migliaia di docenti appartenenti alla prima fascia, un numero rilevantissimo di neolaureati che hanno frequentato le scuole di specializzazione all'insegnamento secondario (SSIS), che si vanno ad aggiungere a quelli già citati. Ribadisce quindi che se non si affronta alla radice il problema: lo schema di regolamento rischia quindi di ridursi ad un mero spot propagandistico. Evidenzia inoltre l'ulteriore questione relativa al rapporto fra conoscenze e competenze, oggetto di indicazioni della nota direttiva europea del 2007 che, non appare recepita nello schema di regolamento in esame. Al riguardo, ritiene che il provvedimento in oggetto sia sbilanciato nel dare maggiore rilievo alle competenze specifiche disciplinari e non alle competenze pedagogiche e didattiche, più legate alla tecnica dell'insegnamento e alla capacità di trasmettere la conoscenza. Ritiene altrettanto essenziale inoltre che, in ambito formativo, si faccia riferimento alla dimensione organizzativa della governance della scuola che è, come noto, un sistema di relazioni complesse, di cui va acquisita adeguata conoscenza. Lo schema di formazione quinquennale proposto nel provvedimento in esame d'altra parte, relativo a scuola di infanzia e scuola primaria, mostra alcune contraddizioni e soprattutto uno stacco netto con la scuola secondaria di primo e secondo grado, venendo così a mancare l'unitarietà che deve essere propria della funzione docente. A tal proposito, ritiene preferibile prefigurare una formazione iniziale comune per tutti i gradi di insegnamento per poi diversificare le specificità, facendo particolare attenzione agli aspetti tecnico-pratici, pedagogico-didattici che devono essere legati alla parte teorica e disciplinare.
Considera peraltro corretto l'inserimento del tirocinio già dal secondo anno per la scuola primaria e la scuola d'infanzia, mentre stigmatizza il fatto che per la scuola secondaria il tirocinio attivo venga posto alla fine, non dando la possibilità agli aspiranti docenti di conoscere approfonditamente e di frequentare realmente l'ambito scolastico; in questo senso, condivide quanto già espresso sul punto dalle colleghe Goisis e Santolini. Osserva altresì, che lo stesso rappresentante di Confindustria, il dottor Gentili, nella sua audizione ha rilevato che l'impianto generale dello schema di regolamento proposto delinea una relazione tra scuola e università troppo universitario-centrico. Al riguardo, ritiene fondamentale creare un rapporto paritario tra università e scuola e di scambio proficuo tra le due realtà; storicamente l'università, in materia di formazione, ha a volte privilegiato il versante teorico. Concorda quindi anche con quanto detto dalla collega Goisis circa le responsabilità di una situazione delicata e complessa quale è quella dei precari, che non possono essere addossate unicamente agli insegnanti i quali, in mancanza di una riforma organica, hanno garantito con una sorta di volontariato eroico la continuità dignitosa dell'istituzione scolastica italiana. Se non si tiene conto di tale situazione si rischia la deriva e la frana definitiva del patrimonio scolastico italiano. In merito poi alle tabelle allegate, osserva che è opportuno pensare ad un percorso specifico per la scuola dell'infanzia, da collegarsi agli insegnanti di asilo nido, in modo da garantire unitarietà per la fondamentale fascia di età che va da 0 a 6 anni. Rileva che implementando qualitativamente la formazione per quella fascia di età, giungeranno alle successive fasi scolastiche sicuramente gli alunni migliori;

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affinché questo si realizzi, però, va salvaguardata la specificità dei docenti di quei percorsi scolastici, come ha già correttamente rilevato nella sua audizione la professoressa Pontecorvo. Esprime altresì preoccupazioni sul fatto che scelte non oculate e ponderate possano avere una ricaduta negativa sulla scuola primaria, fiore all'occhiello universalmente riconosciuto della scuola italiana.
Auspica che le proposte precise che ha indicato, anche a nome del gruppo al quale appartiene, siano recepite per migliorare l'impianto complessivo del provvedimento in esame, rafforzando la parte più legata alla funzione docente di cui va salvaguardata l'unitarietà e la formazione all'approccio pedagogico-didattico. Conclude, infine, ribadendo ancora una volta che è necessario ritrovare il filo che lega la formazione iniziale con il reclutamento, in quanto, al di là di discorsi demagogici, occorre dare prospettive serie ai precari, dei diversi percorsi scolastici, e alle giovani generazioni.

Eugenio MAZZARELLA (PD) condivide le espressioni dei colleghi ma, considerato il ruolo di docente universitario che ha svolto, vuole sottolineare particolarmente il richiamato centralismo dell'università che considera un sintomo del male e non una causa. Al riguardo, aggiunge che il provvedimento in esame non affronta e non taglia il nodo di Gordio relativo al reclutamento. Rammenta di aver già chiesto, una ventina d'anni fa, l'abolizione delle facoltà di scienze della formazione e che il proseguire di una situazione come quella evidenziata ha sbilanciato tutta la formazione in chiave «iperuniversitaria». Osserva, inoltre, che la forte presenza dell'università nel settore della formazione iniziale, serve a colmare un deficit formativo inerente alla preparazione di base degli studenti. Ricorda come il percorso che contemplava le SSIS, inizialmente di sette anni, oggi viene proposto in un percorso quinquennale al quale si aggiunge un anno di tirocinio. Si tratta di una formazione onerosa e complessa, con uno stipendio che rappresenta poco più del doppio dell'emolumento a sostegno del clero: in tal modo l'insegnamento diviene una sorta di volontariato sociale. Rileva quindi che non è possibile tagliare oltre 100 mila situazione lavorative docenti, mentre si immagina il nuovo scenario della formazione iniziale degli insegnanti; al riguardo ritiene essenziale recuperare preliminarmente i serbatoi del precariato, attivando anche possibili percorsi paralleli; altrimenti si incorrerà in un blocco totale degli ingressi sia oggi che per il futuro. In conclusione, come sosteneva Hegel, il quale, parlando di logica e metodo, evidenziava che l'insegnamento si apprende nello stesso modo del nuoto e cioè tuffandosi, occorre chiedersi in questo caso specifico dove sia la vasca o, meglio, chi gestisca la vasca del futuro della docenza in Italia.

Valentina APREA, presidente e relatore, intervenendo in sede di replica, ricorda che si è giunti alla fine dell'esame dello schema di regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti, che ha suscitato perplessità ma anche forte attenzione da parte di tutte le componenti politiche che si sono sentite investite di una forte responsabilità nel discutere il provvedimento, giungendo alla conclusione del suo esame. Come evidenziato nel corso della discussione, rammenta che la Commissione è formata da commissari competenti che conoscono approfonditamente le materie di cui si sta discutendo. Si tratta di un provvedimento che definisce la disciplina della formazione iniziale della docenza almeno per i prossimi venti anni, avendo ben chiaro che i cicli di formazione sono lunghi, e che provvederà quindi alla formazione di almeno due generazioni di docenti.
Osserva che nella premessa della proposta di parere che predisporrà intende sottolineare la discontinuità, voluta dal Governo, rispetto al metodo delle scuole di specializzazione all'insegnamento secondario (SSIS). Al riguardo, il Governo giustifica le nuove scelte, non addossando la responsabilità agli insegnanti ma sottolineando che la preparazione data fino ad

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ora non sembrerebbe più adeguata alle sfide richieste dal mondo della scuola di oggi. A tal proposito, aggiunge che per lo stesso motivo l'Esecutivo ha inteso insistere di più sulla parte disciplinare: nel provvedimento in esame vi è un totale rovesciamento del metodo di formazione proposto poiché alle scuole di specializzazione ad hoc per gli insegnanti si sostituisce, integralmente, la formazione nelle facoltà universitarie. Si dichiara disponibile comunque al confronto su questo aspetto specifico, se ciò dovesse essere richiesto dai colleghi. Aggiunge che l'identicità del percorso quinquennale per la scuola dell'infanzia e per la scuola primaria era stata votata favorevolmente e all'unanimità nel febbraio del 2009 dalla Conferenza dei presidi delle facoltà di scienze della formazione, dando un forte appoggio al Governo per proporre l'unicità del percorso.

Maria COSCIA (PD) osserva che, in quella sede, si era sì discusso di un percorso unitario, ma che a ciò è seguita la previsione di aree specifiche.

Valentina APREA, presidente e relatore, ribadisce che il Governo si è sentito rafforzato dal ricordato parere dei presidi nel prendere la decisione assunta. Ricorda quindi che le principali richieste di modifiche al provvedimento che intende proporre concernono la specificazione dell'anno accademico di partenza dei tirocini formativi e delle lauree magistrali, differenziando anche le varie situazioni; il recupero della possibilità, attualmente non contemplata, dei passaggi di ruolo e di cattedra; la distinzione del percorso scuola primaria e scuola dell'infanzia, con collegamento per quest'ultima all'insegnamento degli asili nido e la possibilità di ottenere la doppia abilitazione; la ripresa delle aree di specificità per gli insegnanti della scuola primaria in base alle loro attitudini; una previsione certa e non solo possibile, all'articolo 3, comma 5, per i periodi di tirocinio nelle istituzioni scolastiche; l'acquisizione dei crediti per gli apprendimenti in sedi informali e non formali e l'alternanza scuola lavoro; la possibilità per tutti i laureati di accedere al tirocinio formativo attivo; la garanzia di una rappresentanza equilibrata nel consiglio di tirocinio tra docenti di scuola e docenti di università. Rappresenta in particolare, in riferimento a questo ultimo punto, che già una quindicina di anni fa si decise la formazione degli insegnanti nelle università, mantenendo però vivi una pluralità di metodi di formazione che ha creato la situazione problematica e complessa di fronte alla quale ci si è trovati successivamente. Aggiunge, altresì, che l'università non ha preso troppo sul serio la funzione di formazione, relegando la formazione a facoltà e dipartimenti che non avevano grande prestigio scientifico; stigmatizza il fatto che il grande matematico non ha mai formato docenti e che, a maggior ragione, la didattica delle discipline non è stata mai affrontata da grandi ed eccellenti accademici.
Ricorda quindi che nella proposta di parere che sottoporrà all'attenzione dei colleghi saranno inoltre recepiti tutta un'altra serie di spunti, come quello offerto dall'onorevole De Torre, circa la possibilità di crediti speciali da distribuire in tutti gli anni di formazione. Infine, sul reclutamento, osserva che è responsabilità del Governo recuperare la fiducia di quei laureati che non hanno potuto accedere alle scuole di specializzazione all'insegnamento secondario, in quanto abolite senza aver prima prefigurato altre modalità di formazione. Per tale motivo il Governo ha predisposto il tirocinio formativo attivo per quei soggetti laureati che non hanno potuto accedere alle SSIS. A tal riguardo evidenzia che si tratta di una forma transitoria di abilitazione all'insegnamento, una corsia preferenziale, prima dell'avvio delle lauree magistrali ad hoc. Aggiunge altresì che si è trattato di una scelta obbligatoria tendente a riparare il vulnus creato dalla chiusura delle SSIS. Concorda poi con quanto detto dalla collega Goisis: è necessario trovare una soluzione comune per tutti quegli insegnanti che hanno espletato la docenza senza essere in possesso del titolo abilitante. A tal proposito

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vuole ricordare però alcuni dati che ha richiesto espressamente al Ministero per un approfondimento e che mette a disposizione dei colleghi. Si evidenzia che complessivamente sono 208.447 i precari, considerando gli aspiranti una sola volta e prendendo a riferimento la graduatoria in cui risultano inclusi col punteggio più alto, nell'ipotesi che questo sia riferito al servizio di insegnamento. Ricorda, ancora, che con la legge n. 143 del 2004, si è fatto un salto di qualità, essendo state bandite le ultime sessioni riservate di abilitazione, organizzate dalle università e destinate solo ai supplenti in possesso di specializzazione per il sostegno e con 360 giorni di servizio. Aggiunge inoltre che nel 2007-2008 le graduatorie provinciali permanenti sono state trasformate in graduatorie ad esaurimento, non essendo più consentiti nuovi inserimenti. In merito alle sessioni riservate di abilitazione, osserva, ancora, che è rilevabile il numero degli aspiranti che in tal modo hanno ottenuto l'inclusione in graduatoria permanente; il numero complessivo di tali docenti risulterebbe pari a 62.500 circa su un totale di 280 mila iscritti.
Tornando quindi allo schema di regolamento in esame, ricorda le richieste avanzate sia da parte della collega Goisis che da parte dei rappresentanti dei gruppi dell'UdC e del PD. A tal proposito ritiene che occorra prevedere il tirocinio formativo attivo come formula transitoria, slegato dalla laurea magistrale, per dare risposta a chi è stato privato dall'accesso alle SSIS. Altra questione fondamentale è legata poi al problema dei costi e delle reali possibilità delle università di svolgere l'attività richiesta, visto che non possono, allo stato, prevedere tirocini né per 200 mila né per 50 mila aspiranti docenti. Come il collega Mazzarella potrà confermare, le università italiane non sono pronte né da un punto di vista organizzativo né finanziario ad assumere tale funzione. Segnalare quindi il problema al rappresentante del Governo perché ne faccia carico. Al riguardo, sottolinea che la sua posizione è favorevole ad una linea di maggiore rigore: i precari senza abilitazione sono saliti in cattedra in assenza di valutazione, avendo dato la disponibilità da laureati a svolgere un lavoro precario.

Paola GOISIS (LNP) ritiene che vi saranno molte cause in materia al ministero.

Valentina APREA, presidente e relatore, in qualità di relatrice, ritiene eccessivo considerare il servizio prestato come requisito privilegiato per la formazione iniziale e per accedere stabilmente all'insegnamento; si continuerebbe infatti a perpetuare un errore già commesso a partire dagli anni Ottanta. A tal proposito, ribadisce che il servizio non può essere considerato, come sostituzione della selezione; si dichiara comunque disponibile a valutare la possibilità di giungere ad un punto di convergenza, che non comprometta in ogni caso l'azione del Governo. Si potrebbe per esempio rivedere alcuni tirocini formativi con la previsione di valorizzazione di quegli insegnanti che abbiano prestato servizio per almeno 360 giorni. Condivide inoltre la proposta di prevedere stage all'estero come suggerito dalla collega Centemero.

Elena CENTEMERO (PdL) ricorda che una disposizione analoga era contemplata nella legge Moratti.

Paola GOISIS (LNP) ritiene tale punto non rilevante per la Commissione.

Valentina APREA, presidente e relatore, ricorda il richiamo alla indicata legge è dovuto al fatto che è stata ampiamente discussa e varata da una maggioranza simile all'attuale.

Paola GOISIS (LNP) sottolinea come lei e la sua parte politica non siano interessate ad alcun tipo di «sanatoria», ma ritiene che, come si dà la possibilità di fare il tirocinio ai neolaureati, si deve dare la stessa possibilità a chi ha insegnato per molti anni.

Valentina APREA, presidente e relatore, sottolinea come il punto nodale della questione,

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come riferito anche in Commissione nel corso delle audizioni, sia quello di non voler affrontare una prova di ammissione, in virtù dell'insegnamento prestato.

Paola GOISIS (LNP) dichiara che se si trovasse personalmente nella condizione di aver insegnato per dieci anni, non condividerebbe l'esigenza di dover svolgere una verifica ulteriore per accedere ad un tirocinio formativo. I soggetti interessati potrebbero essere disposti al massimo ad affrontare un esame orale.

Maria COSCIA (PD) osserva che se il Ministero non fornisce numeri chiari, in materia di programmazione per il reclutamento e per la formazione iniziale non si può raggiungere nessun tipo di certezza sull'argomento. Ribadisce che occorre sapere quanti corsi abilitanti le università italiane sono in grado effettivamente di attivare, per poter organizzare nel tempo corsi che portino al conseguimento dell'abilitazione. Aggiunge, inoltre, facendo riferimento alla recente manovra economica varata dal Governo, che non è possibile continuare a credere che l'università possa dare a costo zero risposte positive sulla formazione. La realtà è che le università non possono attivare i corsi previsti perché non hanno fondi neanche per il funzionamento ordinario. Ribadisce che solo se si chiarisce quali siano i corsi e a quali costi si possono avviare, sarà possibile svolgere un reale progetto pluriennale di formazione iniziale della docenza italiana.

Valentina APREA, presidente e relatore, condivide innanzitutto la proposta della collega Goisis di prevedere un esame orale, come da lei richiesto. Ritiene d'altra parte che il compito della Commissione sia quello di proporre al Governo condizioni e osservazioni capaci di aprire prospettive di confronto. Sottolinea che ci si trova di fronte ad un percorso stretto sia per i precari che per i neolaureati, ai quali occorre però indicare i criteri certi per il futuro.

La seduta termina alle 10.50.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 26 maggio 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte.

La seduta comincia alle 14.

Schema di decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca recante regolamento concernente la definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Atto n. 205.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

Valentina APREA, presidente e relatore, illustra una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni di cui raccomanda l'approvazione (vedi allegato 1). Ricorda che si tratta di un parere largamente atteso, come è stato dimostrato dalle molteplici e importanti audizioni che sono state svolte, su un tema delicato e complesso, con la definizione di un percorso che inciderà per i prossimi anni sulla formazione iniziale degli insegnanti di ogni scuole di ordine e grado.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) si chiede se il rappresentante del Governo non provi imbarazzo per il parere presentato dal relatore contenente una serie infinita di condizioni e osservazioni che più che dalla maggioranza ci si dovrebbe aspettare dall'opposizione. Sottolinea che condivide quanto espresso dalle condizioni poste nel parere, ma deve constatare che il Governo sulla questione è intervenuto male sia nel metodo che nel merito. Rammenta come

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con lo schema di regolamento oggetto di discussione, si andrà a selezionare la prossima classe docente e che dalla qualità della selezione stessa dipenderà la formazione dei giovani. Al sistema messo in atto dal Governo manca peraltro un appoggio fondamentale: infatti non si può preparare gli insegnanti se non si sa come verranno poi assunti. Sottolinea quindi che si è di fronte a un provvedimento che nasce in un alveo errato che trova la sua fonte nell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, in cui si predispongono i tagli per la scuola, operati prima di costruire peraltro il nuovo modello scolastico nazionale.
Nel metodo, ritiene che il provvedimento sottragga al Parlamento la possibilità di un reale confronto che avrebbe potuto portare ad una condivisione da parte di tutte le forze politiche, dando voce ai sentimenti e alle istanze degli insegnanti che attendono tale riforma e che hanno espresso nelle audizioni forti critiche e perplessità nei confronti del regolamento stesso. Sottolinea che manca una programmazione delle assunzioni del personale inserito nelle graduatorie di cui il Governo dovrà farsi carico, in quanto si tratta di fasce di precari che rischiano di rimanere tali a vita, pur avendo insegnato per molti anni, ma non avendo avuto la fortuna di inserirsi in corsi abilitanti. Evidenzia quindi che si tratta di una situazione grave su cui si è appuntata anche l'attenzione del Consiglio di Stato. Preannuncia quindi, anche a nome del proprio gruppo, il voto contrario sulla proposta di parere del relatore.

Rosa DE PASQUALE (PD) ringrazia la presidente per l'esemplare lavoro svolto, ricordando come il provvedimento sia giunto in Commissione presentando diverse lacune e nodi irrisolti, che peraltro la relatrice, con un lavoro tenace e competente, ha contribuito a sciogliere. Sottolinea come il gruppo da lei rappresentato concordi con tutte le condizioni e le osservazioni proposte; con rincrescimento, non è possibile però esprimere un parere favorevole poiché nello schema di regolamento vi sono degli aspetti problematici non superabili. Osserva che, a parte le diverse imperfezioni che sono state messe in evidenza con le condizioni e le osservazioni proposte, lo schema di regolamento in discussione non può essere assolutamente accettato in quanto disgiunge l'aspetto della formazione da quello del reclutamento, non mostrando, nei fatti, alcun rispetto, sia nei confronti dei precari che delle future generazioni che pretende di voler formare. Ricorda che il Governo Prodi fece scelte diverse prevedendo un piano triennale di assunzioni per circa 150 mila persone, definendo un percorso normativo congiunto per la formazione iniziale e il reclutamento. L'Esecutivo attuale, invece, ha fatto scelte diverse, sovrapponendosi al lavoro parlamentare relativo a proposte di legge in materia, da più parti presentate. Ricorda, altresì, come vi sia poca aderenza agli orientamenti comunitari in fatto di formazione del personale docente e che, in presenza dei reiterati tagli, la platea dei giovani aspiranti docenti rimarrà tale per molti anni. Osserva infatti che questo «Governo dei tagli», prima promette ai giovani la formazione per un futuro lavorativo e poi li illude, immettendoli in un percorso che non porterà a nulla. Al riguardo, sottolinea, come non siano previste risorse aggiuntive di alcun tipo per le università ai fini dell'istituzione dei corsi previsti dal regolamento in esame, ricordando altresì che se la politica dei tagli continuerà per il futuro molte università saranno costrette a chiudere. Ritiene quindi che lo schema di regolamento non supporti adeguatamente l'unitarietà della funzione docente e privilegi la formazione teorica-disciplinare a scapito della formazione pedagogico-didattica, sottolineando al contempo come non vi sia un reale equilibrio nell'interazione tra scuola e università. Non si può ridisegnare a costo zero l'istituzione scolastica italiana.
Illustra quindi una proposta di parere alternativo, di cui raccomanda l'approvazione anche a nome del proprio gruppo (vedi allegato 2).

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Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdC) rileva che, al di là delle legittime posizioni politiche, la presidente della Commissione riscuote un successo personale: tutti le hanno, infatti, riconosciuto uno straordinario impegno e una capacità di trovare, al di là delle appartenenze, soluzioni migliorative, a testimonianza del lavoro serio svolto dalla Commissione cultura, al di là delle differenze politiche. Condivide le condizioni e le osservazioni formulate nella proposta di parere presentata dal relatore, ma non è possibile esprimere un voto favorevole in quanto ciò significherebbe automaticamente approvare lo schema di regolamento in discussione. Non crede d'altra parte che il Governo potrà accettare tutti i rilievi espressi dalla Commissione. Richiama anch'essa quindi la proposta di legge parlamentare in materia di formazione e reclutamento, sottolineando che seguire quella strada avrebbe portato a risultati più efficaci. Non si può parlare di formazione iniziale, se non si affrontano le problematiche relative al reclutamento e allo stato giuridico dei docenti.
Preannuncia quindi il voto contrario sulla proposta di parere del relatore.

Valentina APREA, presidente e relatore, pur essendo consapevole della motivazione che sta alla base del voto contrario della collega Capitanio, la ringrazia per le espressioni di apprezzamento che ha voluto rivolgerle.

Paola GOISIS (LNP) propone due modifiche alla proposta di parere presentata dal relatore: alla condizione 2 aggiungere in fine le parole: «e di cattedra per i docenti già possessori di altro ruolo»; alla condizione 17, dopo le parole: «valorizzazione del servizio» inserire le seguenti: «svolto anche nella scuola di istruzione secondaria». Qualora siano accolte, preannuncia voto favorevole del proprio gruppo alla proposta di parere del relatore come modificata.

Elena CENTEMERO (PdL) ricorda il ruolo centrale svolto dagli insegnanti nella formazione degli alunni, ritenendo che, per tale ragione, si sia messo mano ad un regolamento, con una storia normativa alle spalle, che non parte dall'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, ma che risiede sia nel decreto n. 137 del 2008 che negli schemi di regolamento sul riordino delle scuole secondarie di secondo grado. Sottolinea quindi che il provvedimento in oggetto rappresenta il giusto completamento di una riforma organica e complessiva. Ringrazia la presidente Aprea per il lavoro approfondito svolto, che si è articolato anche nello svolgimento di audizioni di rappresentanti di tutte quelle realtà che ruotano intorno al mondo della scuola, permettendo di stilare una proposta di parere articolata. Rammenta come nell'impianto generale del regolamento si sottolinei che l'accesso ai percorsi formativi avviene in base a un fabbisogno concreto, espresso dalle varie realtà scolastiche regionali e dalle diverse scuole, tenendo anche conto del fenomeno dell'insegnamento precario.
Preannuncia quindi, anche a nome del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata dal relatore.

Fabio GARAGNANI (PdL), a titolo personale, preannuncia voto favorevole, pur invitando il Governo ad una maggiore considerazione dell'intero sistema scolastico italiano che si compone di strutture pubbliche e paritarie. Ritiene che alcuni passaggi dello schema di regolamento in esame avrebbero dovuto dare maggiore spazio proprio al settore delle scuole paritarie.

Il sottosegretario Guido VICECONTE ringrazia la Commissione per il lavoro svolto sul provvedimento in esame che, ricorda, lo vede impegnato per la prima volta in qualità di sottosegretario. Tiene peraltro a rassicurare l'onorevole Zazzera: non prova nessun imbarazzo, ma condivide il lavoro svolto dalla Commissione che pone al centro delle decisioni il ruolo centrale del Parlamento. Si rimette quindi alla Commissione sulla proposta di parere del relatore.

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Maria Letizia DE TORRE (PD) riterrebbe opportuno aggiungere alla condizione n. 9, in fine, le seguenti parole: «e all'articolo 13 è necessario prevedere, durante la specializzazione post abilitazione per il sostegno all'integrazione degli alunni con disabilità, percorsi differenziati volti ad acquisire specifiche competenze per i diversi ambiti di disabilità».

Valentina APREA, presidente e relatore, accoglie le proposte di modifica formulate dalle colleghe Goisis e De Torre, riformulando conseguentemente la proposta di parere già presentata (vedi allegato 3).
Ricorda che è stata presentata, da parte dei deputati De Pasquale ed altri, una proposta di parere alternativo. Avverte che, se risulterà approvata la proposta di parere del relatore come da ultimo riformulata, sarà preclusa la proposta alternativa; che sarà messa in votazione nel caso in cui la prima risultasse respinta.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni del relatore, come riformulata.

Sull'ordine dei lavori.

Valentina APREA, presidente, propone di passare dapprima all'esame della proposta di nomina n. 66.

La Commissione concorda.

Valentina APREA, presidente, sospende quindi brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 14.55, riprende alle 15.40.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante semplificazione dei procedimenti di iscrizione nell'elenco di cui all'articolo 2 della legge 30 ottobre 1986, n. 738, di istituzioni scolastiche associate al sistema International Baccalaureate Organization (IBO).
Atto n. 209.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento e approvazione - Parere favorevole con osservazioni).

Gabriella CARLUCCI (PdL), relatore, illustra una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 4).

Giovanni Battista BACHELET (PD) chiede alla relatrice se il provvedimento in oggetto riguardi anche il Liceo europeo e l'internazionale, che rappresentano le uniche sperimentazioni che si sono «salvate» dalla riforma della scuola secondaria del Ministro Gelmini.

Gabriella CARLUCCI (PdL), relatore, evidenzia che il provvedimento in oggetto riguarda unicamente le scuole straniere in Italia, tendendo a uniformare alle indicazioni europee, per questa tipologia di scuole, l'insegnamento della propria lingua come materia secondaria.

Manuela GHIZZONI (PD) preannuncia, anche a nome del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

La Commissione approva quindi la proposta di parere.

La seduta termina alle 15.50.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 26 maggio 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte.

La seduta comincia alle 15.

Proposta di nomina dell'ambasciatore Ludovico Ortona a Presidente della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo (ARCUS Spa).
Nomina n. 66.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole).

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La Commissione prosegue l'esame della proposta di nomina all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 25 maggio 2010.

Antonio PALMIERI (PdL), relatore, propone di esprimere parere favorevole sulla proposta di nomina in esame.

Emilia Grazia DE BIASI (PD) lamenta il fatto che non sia presente un rappresentante del Governo, non tanto per la nomina ma per il motivo che quando vi fu la ricapitalizzazione di ARCUS la Commissione ebbe modo di prendere visione solo di un parte della documentazione. Al riguardo, sottolinea che il sottosegretario Giro in quella sede aveva assunto l'impegno di far giungere nei tempi più brevi la relazione su ARCUS, prevista per legge. Stigmatizza il fatto quindi che pur essendo la richiesta della relazione avanzata da tutta la Commissione, all'unanimità, e addirittura dal relatore del provvedimento, non solo il documento non è mai pervenuto ma nessun rappresentante del Governo si è mai sentito in dovere di dare delle spiegazioni. Ritiene quindi che vi sia un problema non solo di mancanza di rispetto per le prerogative della Commissione, ma anche uno inerente alla trasparenza della gestione di ARCUS.
Aggiunge che si è di fronte alla proposta di nomina di una persona autorevole e preparata a ricoprire l'incarico in questione, quale è l'ambasciatore Ludovico Ortona, ma del quale non sono stati chiariti quali saranno i compiti e con quali «retroscena» è stata proposta la sua persona per la presidenza di ARCUS. Si espone quindi un l'ambasciatore Ortona a ricoprire un ruolo dai confini non chiari. Sottolinea altresì, che ancora una volta il Ministero per i beni e le attività culturali ha leso la dignità della Commissione, proseguendo in un atteggiamento latitante già manifestato nelle risposte fornite alle interrogazioni sul tema dei beni culturali sia da parte del sottosegretario Giro che del Ministro Bondi. Ritiene che si sia di fronte ad un nuovo vulnus per il Parlamento e per la Commissione, che deve indurre ad una riflessione. Non si può votare la nomina in esame nella totale incertezza della situazione relativa ad ARCUS. Propone quindi di rinviare ad altra seduta il seguito dell'esame.
Aggiunge che la stessa proposta di legge sullo spettacolo dal vivo, in discussione in Commissione, condivisa da maggioranza e opposizione, rimette in discussione la modalità di spesa e la loro ripartizione per settori su cui ha anche competenza ARCUS. Si tratta di temi sui quali il Governo non può sottrarsi al confronto parlamentare. Preannuncia quindi che il proprio gruppo non parteciperà al seguito dei lavori, ove non si accogliesse la proposta di rinvio già formulata.

Emerenzio BARBIERI (PdL) considera molto serio l'intervento della collega De Biasi, dichiarandosi rammaricato dal fatto che gli impegni assunti da parte del Governo e più volte sollecitati da tutta la Commissione non siano stati onorati. Ritiene che la presidente, come già in passato ha fatto, dovrebbe farsi portatrice di questa posizione al Governo, a nome di tutta la Commissione. Ricorda che stando all'opposizione ha fatto la medesima battaglia nei confronti del ministro Rutelli; la questione della mancata trasmissione da parte del Governo per la relazione su ARCUS prevista dalla legge va dunque assolutamente chiarita. Sottolinea che il valore dell'ambasciatore Ludovico Ortona è stato unanimemente riconosciuto, trattandosi di persona di altissimo livello; sarebbe pertanto opportuno procedere all'esame della proposta di nomina nella seduta odierna, assumendo l'immediato impegno a svolgere in tempi brevissimi un'audizione del Ministro Bondi e del futuro presidente di Arcus sull'annosa questione di questa società.

Giuseppe GIULIETTI (Misto), associandosi a quanto detto dai colleghi che l'hanno preceduto, ricorda che non si tratta di valutazioni sulla persona proposta, ma che occorre interrompere un metodo che il Governo ha instaurato da diverso tempo. A tal proposito, ricorda l'analoga vicenda della nomina del presidente

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della SIAE: anche in quel frangente, come in altre occasioni, fu detto che l'audizione, richiesta da più parti della Commissione, sarebbe stata svolta subito dopo la nomina dell'avvocato Assumma, senza peraltro che ciò sia poi effettivamente accaduto. Ritiene quindi che non votare la proposto di nomina nella seduta odierna, significa evitare di mettere una personalità come l'ambasciatore Ortona in difficoltà. Condivide quindi la posizione della collega De Biasi di non partecipare al seguito dei lavori, ove non si accogliesse la proposta di rinvio già formulata, per sottolineare il rispetto dovuto alla Commissione, al Parlamento e al candidato stesso.

Ricardo Franco LEVI (PD) aggiunge il proprio apprezzamento, profondo, per la personalità dell'ambasciatore Ortona, che lascia assolutamente tranquilli per lo svolgimento del mandato al quale è chiamato. Ritiene peraltro che proprio l'unanime apprezzamento manifestato nei suoi confronti imponga di rinviare la nomina dopo aver acquisito la documentazione richiesta e aver discusso nel merito sulle strategie di ARCUS.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) raccoglie gran parte degli interventi testé fatti dai colleghi, chiedendosi però, rispetto al curriculum presentato, cosa possa fare un ambasciatore di carriera con una società come ARCUS. Ricorda che per arrivare ad una decisione unanime occorrerebbe prima chiarire quali siano le strategie di ARCUS, trattandosi di un organo che gestisce risorse pubbliche sotto l'urgenza delle emergenze e in mancanza di controlli adeguati. Ritiene quindi preliminare, prima di votare la nomina, sapere cosa intenda fare ARCUS ad esempio in merito allo spettacolo. A tal proposito, ricorda che la proposta di legge Carlucci porta elementi di trasparenza in questo settore, sottolineando ancora una volta che al di là della persona si deve tenere conto delle reali esigenze di ARCUS. Si associa quindi alla richiesta già espressa dai colleghi di rinviare la votazione in discussione; nel caso contrario, preannuncia che non parteciperà al seguito dei lavori.

Paola GOISIS (LNP) sottolinea che si trova in imbarazzo per dover ripetere cose più volte espresse, stigmatizzando fortemente il modo di agire del Governo che propone nomine senza dare nessun chiarimento. Al di là dell'indubbio valore della persona, lamenta il metodo usato ancora una volta dall'Esecutivo. Ritiene che si sia perpetrata infatti una mancanza di rispetto nei confronti delle Commissione; pur appartenendo ad un partito della maggioranza vorrebbe che venisse dal Governo riconosciuta la dignità di questo organo parlamentare e dei gruppi che lo compongono. Preannuncia in ogni caso, anche a nome del proprio gruppo, il voto sulla proposta di parere favorevole del relatore sulla proposta di nomina in esame.

Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdC) si associa a quanto detto dalla collega Goisis e sottolinea che il metodo usato dal Governo non è accettabile. A tal proposito, ritiene che la presidente debba far sentire la propria voce nelle sedi opportune. In merito alla personalità di Ortona, sottolinea che si tratta di figura di altissimo livello, ricordando però che sarebbe stato preferibile che venisse chiamata a tale incarico una persona più giovane. A nome del proprio gruppo, preannuncia quindi parteciperà alla votazione ma che stigmatizza il metodo del Governo.

Antonio PALMIERI (PdL) relatore, innanzitutto si associa alle considerazioni espresse dai colleghi che l'hanno preceduto. Prende atto altresì che il Governo non ha mantenuto l'impegno di inviare la relazione dovuta. A tal proposito però fa notare ai colleghi che non intendono partecipare al seguito dei lavori, che non è non votando la nomina dell'ambasciatore Ortona che si risolvono i problemi di ARCUS. Sottolinea invece che è vero il contrario, poiché ponendo alla presidenza di ARCUS una persona di valore come l'ambasciatore Ortona, la stessa società non potrebbe che giovarsene. Condivide quindi la proposta di procedere ad un'audizione del futuro presidente di Arcus,

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come pure di quella del professor Ferrari, presidente del Centro per la lettura e per il libro.

Valentina APREA, presidente, avendo raccolto unanimemente giudizi positivi sulla persona dell'ambasciatore Ortona, chiede se non sia possibile riconsiderare la decisione di non partecipare al voto, nel caso che nell'ufficio di presidenza si stabilisca una data certa per lo svolgimento delle audizioni del presidente di ARCUS e dello stesso Ministro Bondi.

Emilia Grazia DE BIASI (PD), pur apprezzando la disponibilità della presidente Aprea, di cui comprende le ragioni, ricorda che nel caso del presidente della SIAE, avvocato Assumma, l'audizione era stata prospettata per il 14 gennaio, senza che sia stata ancora svolta. A nome del gruppo che rappresenta, ribadisce quindi che i deputati del suo gruppo non parteciperanno al voto.

La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole del relatore.

Valentina APREA, presidente, comunica il risultato della votazione:
Presenti 24
Votanti 24
Maggioranza 13
Hanno votato 24

La Commissione approva.

Valentina APREA, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.
Hanno preso parte alla votazione i deputati: Antonione in sostituzione di Murgia, Aprea, Barba in sostituzione di Di Centa, Barbaro, Barbieri, Capitanio Santolini, Carlucci, Cavallotto, Centemero, Contento in sostituzione di Rampelli, Frassinetti, Garagnani, Giammanco, Goisis, Granata, Grimoldi, Mazzoni in sostituzione di Lainati, Mazzuca, Palmieri, Parisi, Perina, Pianetta in sostituzione di Ceccacci Rubino, Rivolta e Scelli in sostituzione di Caldoro.

Sui lavori della Commissione.

Antonino RUSSO (PD), richiamandosi al tema della centralità del Parlamento e dei suoi organi già citata in merito alla vicenda ARCUS, ricorda che la recente manovra correttiva avrà ampi riflessi sul mondo della scuola e su molte delle materie su cui la Commissione ha competenza. Anche in considerazione delle affermazioni del Ministro Brunetta riportate dalla stampa, secondo le quali molti insegnanti subiranno la riduzione di un terzo della retribuzione aggiuntiva, riterrebbe quanto mai opportuno che il Ministro Gelmini riferisse in Commissione al riguardo.

Valentina APREA, presidente, avverte che la richiesta del collega Russo sarà esaminata nella prossima riunione dell'ufficio di presidenza della Commissione.

La seduta termina alle 15.40.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 26 maggio 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 15.50.

Modifica all'articolo 48 della legge 20 maggio 1985, n. 222, concernente la ripartizione della quota dell'otto per mille del gettito dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a diretta gestione statale.
Testo unificato C. 3261 Bitonci e abbinate.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 19 maggio 2010.

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Massimo PARISI (PdL), relatore, propone di esprimere parere favorevole con condizione (vedi allegato 5).

La Commissione approva.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno.
C. 3402 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite II e III).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 25 maggio 2010.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, propone di esprimere parere favorevole.

La Commissione approva.

La seduta termine alle 15.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.55 alle 16.