CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 maggio 2010
326.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 19 maggio 2010. - Presidenza del presidente Enrico LA LOGGIA. - Intervengono il Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, il Ministro per le riforme per il federalismo, Umberto Bossi e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Aldo Brancher.

La seduta comincia alle 13.45.

Schema di decreto legislativo recante attribuzione a comuni, province, città metropolitane e regioni di un proprio patrimonio.
Atto n. 196.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato, da ultimo, nella seduta del 18 maggio 2010.

Il deputato Roberto SIMONETTI (LNP) rileva che con l'approvazione del decreto legislativo sul federalismo demaniale si concretizza finalmente il procedimento delineato dalla legge n. 42 sul federalismo fiscale. Con esso i beni dimenticati dello Stato, una sorta di «immobilismo immobiliare», potranno finalmente essere utilizzati e valorizzati dagli enti locali, provvedendo anche a rivitalizzare l'economia. Ricorda alcuni aspetti centrali del provvedimento, quali il trasferimento del demanio marittimo e del demanio idrico alle regioni, con la relativa gestione e i proventi da canoni e concessioni, l'esclusione delle spese relative agli immobili trasferiti dal computo ai fini del patto di stabilità, l'esclusione da tali benefici per gli enti in dissesto. Sottolinea che la destinazione dei proventi da eventuali alienazioni non avrà incidenza sulla valutazione di affidabilità dello Stato, auspicando altresì per il futuro l'inclusione nelle procedure di trasferimento anche di beni del demanio storico artistico già occupati dagli enti locali. Ritiene che con il provvedimento si attivi pertanto un ciclo virtuoso, di rilancio dell'economia e di risanamento dei conti

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pubblici. Dichiara, pertanto, il voto favorevole del Gruppo della Lega Nord.

Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) esprime apprezzamento per il lavoro svolto dai relatori e dal Governo in ordine al miglioramento del testo del provvedimento che, nella sua formulazione originaria, non affrontava alcune importanti questioni come ad esempio il rapporto tra debito pubblico e patrimonio. Annuncia tuttavia il voto contrario del proprio gruppo ritenendo che l'impostazione di fondo del provvedimento sia contraria ai principi costituzionali contenuti nell'articolo 119 e nel titolo V della Costituzione, con particolare riguardo alla correlazione tra risorse trasferite e funzioni attribuite. Un altro principio, non rispettato è la perequazione, che trovando fondamento nell'articolo 3 della Costituzione determina la lesione dello stesso principio di uguaglianza, dal momento che non viene corretta nel decreto la disparità che origina dalla variabilità nella distribuzione territoriale dei beni. Il decreto inoltre viola le stesse norme della legge di delega, che non tendeva alla dismissione del patrimonio pubblico ma al trasferimento funzionale dei beni.
Rilevando che sotto gli aspetti evidenziati il decreto non ha subito modifiche sostanziali, esprime il proprio dissenso in ordine alla proposta ii) del parere dei relatori, inerente alla disciplina dei fondi immobiliari di investimento, ritenendo che l'utilizzo di tale strumento si presti a fini speculativi e si concretizzi di fatto in un trasferimento di beni pubblici a soggetti privati, determinando inoltre un impoverimento della collettività a vantaggio di pochi.
Sottolinea, inoltre che nel decreto si prevede la ridefinizione dei rapporti finanziari tra regioni, enti locali e Stato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, spogliando in tal modo il Parlamento del potere di legiferare in materia di principi fondamentali di armonizzazione dei bilanci e di coordinamento della finanza pubblica, a vantaggio della Conferenza unificata, che si configura di fatto come la terza Camera. Con riferimento poi alla questione dell'incremento dei costi, segnala che il decreto, non prevedendo un contestuale trasferimento delle risorse strumentali e umane per la gestione del patrimonio agli enti destinatari dei beni, rischia di incrementare la spesa pubblica, a causa della moltiplicazione delle strutture burocratiche. Un'ultima questione, che è stata accolta nel parere dei relatori solo sotto forma di osservazione, riguarda la mancata riserva allo Stato delle concessioni idroelettriche e le altre concessioni che incidono su settori di mercato in regime di concorrenza.
Considerando le questioni sopra esposte e ritenendo che il vero federalismo, ancora in attesa dei dati sugli assetti fiscali e sui costi standard, non sia stato ancora avviato con il provvedimento in esame, ribadisce il voto contrario del proprio gruppo.

Il senatore Felice BELISARIO (IdV) ricorda che l'attribuzione agli enti territoriali di un proprio patrimonio trova il fondamento nell'articolo 119, sesto comma, della Costituzione, e che sull'articolo 19 della legge n. 42 il gruppo dell'Italia dei Valori espresse un voto favorevole. Dopo aver ringraziato il Presidente, i relatori e il ministro Calderoli, rileva come il Parlamento, senza contrapposizioni ideologiche, riesca a produrre ciò che solo un consesso democratico può riuscire a fare, cioè svolgere la propria attività senza sbarramenti ideologici. Ricorda che il proprio gruppo avrebbe auspicato un maggior coinvolgimento fin dalle prime fasi di lavoro anche dei gruppi minori. Sottolinea come nel parere che la Commissione sta approvando sono state accolte alcune questioni rilevanti: nelle premesse sono stati inseriti i richiami agli articoli 5, 114 e 119 della Costituzione, relative all'unità e all'indivisibilità della Repubblica; l'inserimento di una clausola di salvaguardia, per assicurare l'unità giuridica ed economica del Paese; il riferimento alla stabilità economico-finanziaria del Paese connessa all'affidabilità del debito pubblico; la previsione di procedure di trasferimento

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delle strutture amministrative e delle dotazioni finanziarie delle amministrazioni centrali a seguito del trasferimento di beni agli enti locali. Ricorda come il suo gruppo abbia avuto sempre una posizione costruttiva e di dialogo, al fine di migliorare il testo, senza rinunciare a vigilare sulla garanzia dei valori costituzionali di autonomia, solidarietà, efficienza, responsabilità e trasparenza. Ritiene che il Governo, attraverso il fondamentale lavoro della Commissione bicamerale, stia portando avanti un buon lavoro. Valuta tuttavia che il testo avrebbe potuto essere ulteriormente migliorato, e che le vere difficoltà si avranno quando si affronteranno i problemi legati ai livelli essenziali delle prestazioni e all'autonomia impositiva degli enti locali. Esprime il voto favorevole del proprio gruppo.

Il senatore Gianpiero D'ALIA (UDC-SVP-AUT) riconoscendo l'impegno dei relatori e del Governo nella predisposizione del parere, che recepisce alcune delle proposte avanzate dal proprio gruppo, rileva che il lavoro svolto non appare sufficiente come risulta da alcune questioni contenute nel parere alternativo presentato (vedi seduta del 17 maggio 2010). Rammenta, quindi, alcuni punti che avrebbero richiesto ulteriori approfondimenti, ad iniziare dalla mancata intesa con la Conferenza unificata, che non rappresenta una questione meramente formale ma anche sostanziale, in quanto la legge n. 42 costruisce il federalismo attorno alle regioni, delle quali non si è avuto modo di conoscere l'opinione. In merito ai profili strettamente finanziari, sottolinea la scarsità di informazioni contenute nella relazione tecnica allegata al provvedimento in ordine all'impatto complessivo del decreto sui saldi di finanza pubblica. Ritiene inoltre poco chiari e non ben definiti i criteri che regolano l'individuazione puntuale dei beni da parte di un successivo decreto, che appare connotato da una discrezionalità eccessiva.
Con riferimento infine al criterio funzionale che dovrebbe tra gli altri guidare il procedimento di assegnazione dei beni, rileva che la mancata definizione delle funzioni degli enti locali non consente di rispettare il principio contenuto nella legge n. 42, in base al quale il trasferimento dei beni deve essere correlato alle funzioni effettivamente attribuite.
Per le ragioni esposte e per quelle contenute nel parere presentato dal proprio gruppo annuncia il voto contrario.

Il senatore Walter VITALI (PD) ricordando le valutazioni negative espresse in alcune audizioni sulla gestione del patrimonio - pienamente condivise dal proprio gruppo - ricorda l'impegno profuso per una corretta attuazione di quanto previsto dall'articolo 19 della legge n. 42 del 2009 in materia di attribuzione a regioni ed enti locali di un proprio patrimonio. Sottolinea come lo schema di decreto legislativo inizialmente presentato dal Governo fosse carente e superficiale, tale da comportare più oneri che benefici per regioni ed enti locali, senza peraltro affrontare in alcun modo il rapporto tra patrimonio e debito. È pertanto iniziato un intenso lavoro di vera e propria riscrittura del decreto condotto dai relatori insieme al ministro Calderoli, con un risultato che tuttavia non è ancora soddisfacente, anche per la ristrettezza dei tempi di discussione: alcune questioni essenziali come i canoni delle concessioni idroelettriche ed il tema dei giacimenti petroliferi e di gas non sono state esaminate, come pure il problema degli oneri attualmente in carico allo Stato per i beni demaniali da trasferire. Ritiene necessario un cambiamento del modus operandi, altrimenti il proprio gruppo potrebbe in futuro assumere un atteggiamento diverso.
Rispetto al testo originario, incentrato sulla valorizzazione ai fini della vendita, il parere ora mette al centro il tema del miglior utilizzo del patrimonio, con domande motivate da parte degli enti locali e con il trasferimento che non avverrà una tantum ma attraverso decreti biennali che lo renderanno continuo nel tempo. Sottolinea le altre modifiche significative, che riguardano la destinazione delle eventuali alienazioni del patrimonio trasferito, che

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prima era del tutto assente, l'esclusione dai vincoli relativi al Patto di stabilità interno delle spese relative ai beni trasferiti, la facoltà di trasferire ai comuni aree di pertinenza dei porti nazionali e infine l'esclusione dal trasferimento dei parchi naturali e delle riserve naturali statali.
Vanno tuttavia considerati gli effetti di squilibrio causati dalla difforme collocazione territoriale dei beni trasferiti, in modo da tenerne conto nella distribuzione delle risorse a fini perequativi. Specifica che i motivi principali di insoddisfazione riguardano, oltre la questione del debito, il demanio idrico e marittimo e il tipo di beni patrimoniali oggetto di trasferimento. Analogamente non sono state definite le problematiche relative ai costi di gestione dei beni trasferiti ed il conseguente trasferimento di risorse, questioni che appaiono fondamentali, ad esempio, nel caso della difesa idrogeologica del suolo. Ricorda come, grazie al lavoro dei relatori, il parere ora reca un impulso ad accelerare le procedure per la stipula degli accordi di valorizzazione secondo quanto previsto dal codice dei beni culturali e del paesaggio, e riapre le questione degli immobili della Difesa. Sulla base di queste considerazioni dichiara l'astensione del proprio gruppo sulla proposta di parere.

Il deputato Antonio LEONE (PdL) esprime il proprio apprezzamento per l'intenso lavoro svolto in queste settimane dai relatori e dal ministro Calderoli, sottolineando che si è inaugurato un metodo innovativo di dialogo e di collaborazione tra Governo, relatori e forze politiche che auspica possa costituire la regola per il prosieguo dei lavori della Commissione, tale lavoro è stato utile ad elaborare un parere condiviso nella massima parte e idoneo a tacitare le numerose polemiche in ordine al venir meno delle garanzie del debito pubblico e al pericolo di una svendita del patrimonio pubblico. Segnalando a tale proposito il prezioso ruolo di sintesi svolto dal Parlamento, richiama alcune delle numerose innovazioni contenute nel parere dei relatori che verranno recepite nel testo del decreto. Con riferimento al regime giuridico dei beni, ricorda la subordinazione ad una apposita dichiarazione da parte dello Stato del passaggio al patrimonio dei beni demaniali trasferiti agli enti territoriali, con l'ulteriore vincolo che sui predetti beni non possano essere costituiti diritti di superficie. In merito alla individuazione dei beni, ne è stato delimitato con maggior esattezza il perimetro di quelli suscettibili di trasferimento, prevedendo, inoltre, la non frammentazione del demanio idrico, limitandone la trasferibilità in caso di mancata intesa tra le regioni interessate. Condivide, evidenziandone la virtuosità in termini di governance della finanza pubblica, l'introduzione del vincolo di destinazione delle risorse derivanti dai proventi delle alienazioni alla riduzione del debito pubblico e la subordinazione dell'alienazione del bene alla valorizzazione dello stesso attraverso le procedure di adozione delle varianti allo strumento urbanistico, al fine di prevenire ogni possibile speculazione ai danni dell'erario. Valuta inoltre positivamente, in quanto finalizzato a esaltare il principio della valorizzazione funzionale dei beni, l'obbligo di motivazione nelle richieste di attribuzione del bene, che dovranno essere corredate da una relazione in ordine alle finalità e modalità di utilizzazione del bene stesso.
Ritiene, per le ragioni sopra esposte, che chi si oppone al federalismo demaniale si oppone ad una migliore e più proficua utilizzazione dei beni pubblici, alla riqualificazione del territorio, alla creazione di nuove strutture per i minori e gli anziani. Sulla base di queste considerazioni dichiara, a nome del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere.

Il senatore Helga THALER AUSSERHOFER (UDC-SVP-AUT), annuncia il voto favorevole del suo gruppo, ricordando l'esperienza federalista già in atto nella propria regione.

Massimo Enrico CORSARO (PdL), relatore, prima di procedere alle votazioni delle proposte emendative non assorbite

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nella formulazione del parere depositato nella seduta di ieri, avverte che d'intesa con l'altro relatore sono state predisposte alcune osservazioni, che se inserite nel parere medesimo apparirebbero a suo avviso idonee a ricomprendere alcune delle proposte emendative in questione.
In particolare, con una osservazione relativa all'opportunità di individuare i beni e le risorse da trasferire e ripartire tra le regioni e gli enti territoriali, nonché con una ulteriore osservazione in ordine alla attribuzione di risorse in tema di prevenzione ambientale, ritiene che possa considerarsi assorbito l'emendamento n. 11 a firma Vitali. Analogamente, reputa che possa ritenersi ricompreso nel parere l'emendamento Vitali n. 32 in base all'inserimento di due osservazioni concernenti, rispettivamente, l'esigenza di tener conto delle necessità di perequazione connesse alla disomogenea distribuzione del patrimonio sul territorio nazionale, nonché della opportunità di procedere da parte del Governo a forme di coordinamento delle attività di dismissione di beni immobiliari. Infine un'ulteriore osservazione, che indica come prioritaria l'esigenza di favorire i trasferimenti di beni strumentali all'esercizio delle attività degli enti territoriali, ritenuta idonea ad assorbire l'emendamento Misiani n. 23.
Infine, oltre a dar conto di un'integrazione formale alla lettera ee) del parere, dà lettura della nuova formulazione avanzata nel corso della seduta di ieri sull'emendamento Paolo Franco n. 25, accettata dal presentatore. Tale formulazione, come ulteriormente precisata sotto il profilo lessicale, risulta essere la seguente: alla lettera v) sostituire le parole da «ad esclusione dei beni di ambito sovraregionale» con le seguenti «ad esclusione dei fiumi di ambito sovraregionale; sono altresì esclusi i laghi di ambito sovraregionale per i quali non intervenga un'intesa tra le regioni interessate, ferma restando comunque la eventuale disciplina di livello internazionale.»

Il senatore Walter VITALI (PD) segnala che a seguito delle osservazioni ora illustrate dal relatore Corsaro, ritira i propri emendamenti n. 11 e n. 32.

Il senatore Marco STRADIOTTO (PD) ritira il proprio emendamento n. 22, in quanto ritiene che l'obiettivo perequativo perseguito dell'emendamento medesimo sia sufficientemente recepito nelle osservazioni ora proposte.

Il deputato Antonio MISIANI (PD) per le medesime motivazioni esposte dal collega Vitali, ritira l'emendamento n. 23 a propria firma.

Il deputato Linda LANZILLOTTA (Misto-ApI) segnala che il parere presenta una struttura molto densa di condizioni e osservazioni che potrebbe dar luogo a una non agevole valutazione circa la conformità del testo definitivo del provvedimento rispetto al parere medesimo, atteso che l'articolo 2, comma 4, della legge 42, sembra individuare il criterio di coerenza con riferimento al parere unitariamente considerato. Ritiene opportuno segnalare tale questione anche ai fini di una maggiore attenzione alle modalità di costruzione normativa dei pareri da parte della Commissione.

Enrico LA LOGGIA, presidente, osserva che sulla base delle posizioni espresse da alcuni dei presentatori delle proposte emendative siano da votare, qualora non vengano espresse ulteriori disponibilità al ritiro, le proposte emendative Lanzillotta n. 29, Nannicini n. 17, Vitali n. 5, Lanzillotta n. 31 e Lanzillotta n. 30 (v. seduta del 17 maggio 2010), nonché Paolo Franco n. 25, come riformulata nel corso della seduta, che vengono pertanto poste in votazione.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, le proposte emendative Lanzillotta n. 29, Nannicini n. 17, Vitali n. 5, Lanzillotta n. 31 e Lanzillotta n. 30.

La Commissione approva la proposta emendativa Paolo Franco n. 25, come riformulata.

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Enrico LA LOGGIA, presidente, pone in votazione la proposta di parere dei relatori, come modificata sulla base delle riformulazioni e delle nuove osservazioni accolte nel corso della seduta odierna (vedi allegato).

La Commissione approva.

Enrico LA LOGGIA, presidente, avverte che, essendo stata approvata la proposta di parere dei relatori, risultano precluse le altre due proposte di parere presentate, rispettivamente, dal deputato Lanzillotta, nonché dal deputato Galletti e dal senatore D'Alia (v. seduta del 17 maggio 2010).

Enrico LA LOGGIA, presidente, nell'esprimere infine un ringraziamento ai commissari e al Governo per il lavoro svolto e agli uffici per il loro contributo, auspica che il clima di collaborazione instauratosi caratterizzi anche per il futuro l'attività della Commissione.

La seduta termina alle 14.50.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI