CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 maggio 2010
326.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

Mercoledì 19 maggio 2010. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e per la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 14.05.

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5-02666 Bratti: Misure urgenti per la tutela ambientale e la valorizzazione del bacino del Po.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Alessandro BRATTI (PD), replicando, nel ringraziare il sottosegretario Menia per la consueta disponibilità, si dichiara, tuttavia, insoddisfatto della risposta fornita che elude tutte le più importanti questioni sollevate dall'atto di sindacato ispettivo in titolo. In particolare, giudica negativamente le affermazioni del rappresentante del Governo nella parte in cui confermano, purtroppo, che sono state sottratte alla realizzazione del progetto «Valle del fiume PO» le risorse stanziate nella passata legislatura. Ritiene, inoltre, gravissimo che i provvedimenti fin qui adottati dal Governo, a fronte di precisi impegni assunti pubblicamente dal sottosegretario Bertolaso durante l'emergenza Lambro/Po, non siano sufficienti, non tanto a realizzare gli interventi di risanamento ambientale delle aree colpite dallo sversamento di petrolio nel fiume Lambro, poi riversatosi nel Po, ma neppure a restituire alle regioni le somme anticipate nei giorni di più acuta emergenza. Su tale punto chiede, anzi, formalmente, che il Governo chiarisca fino in fondo alla Commissione quali sono i termini esatti della questione relativa al reperimento delle risorse necessarie per tenere indenni le regioni dalle spese sostenute e per realizzare gli indispensabili interventi di risanamento ambientale, mantenendo fede, comunque, agli impegni pubblicamente assunti da suoi autorevoli rappresentanti. Quanto alla questione relativa all'autorevolezza e all'adeguatezza degli strumenti di governance dell'Autorità di bacino del Po, denuncia come inaccettabile l'inerzia del Governo, che, a distanza di diverse settimane dall'approvazione unanime della risoluzione 7-00288-, non ha adottato alcuna seria iniziativa, come dimostra clamorosamente il fatto che ad oggi non si è neanche provveduto alla nomina del segretario dell'Autorità di bacino del Po. Infine, per quanto riguarda le politiche di controllo degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, giudica del tutto insufficiente il riferimento contenuto nella risposta del Governo all'avvio di una collaborazione con la regione Lombardia per lo svolgimento di attività sperimentali di monitoraggio del rischio, richiamando il Governo alla necessità di intervenire con urgenza sul versante della piena applicazione della «legge Seveso», a partire dalla emanazione dei provvedimenti tariffari - a carico delle aziende - indispensabili per consentire agli organi preposti di effettuare con continuità e efficacia i controlli prescritti dalla legge.

5-02760 Gibiino: Gestione integrata delle risorse idriche nei comuni e territori costieri dell'area marina protetta Isole dei Ciclopi.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Vincenzo GIBIINO (PdL) prende atto dell'atteggiamento collaborativo degli organi ministeriali conseguente al deposito dell'interrogazione, che ha portato ad un mutamento di atteggiamento da parte della struttura commissariale. Precisa però che ad oggi non si registra alcun cambiamento in ordine all'attuazione dell'opera in questione. Ritiene quindi che, oltre all'organismo commissariale, occorrerebbe una maggiore solerzia dei sindaci interessati posto che la flora e la fauna presenti nella costa ionica, in assenza di un collettore fognario, subirebbero danni rilevanti.

Angelo ALESSANDRI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni in esame.

La seduta termina alle 14.30.

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INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 19 maggio 2010. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI.

La seduta comincia alle 14.30.

Indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della normativa in materia di incidenti rilevanti connessi a determinate attività industriali.
Audizione di rappresentanti di Confindustria.
(Svolgimento e conclusione).

Angelo ALESSANDRI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Introduce, quindi, l'audizione.

Aldo FUMAGALLI MACARIO, presidente della Commissione Sviluppo sostenibile di Confindustria, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono, per formulare quesiti ed osservazioni, il deputato Ermete REALACCI (PD) e il presidente Angelo ALESSANDRI (LNP).

Aldo FUMAGALLI MACARIO, presidente della Commissione Sviluppo sostenibile di Confindustria, Franco DEL MANSO, responsabile area tecnica e sicurezza dell'Unione petrolifera, e Rosaria DI SOMMA, direttore generale di Assocostieri, forniscono ulteriori precisazioni.

Angelo ALESSANDRI, presidente, ringrazia gli intervenuti per il contributo fornito e dichiara quindi conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.05.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 19 maggio 2010. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e per la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 15.05.

Sui lavori della Commissione.

Raffaella MARIANI (PD) fa presente la necessità di una attenta riflessione sui tempi di esercizio della delega per la revisione del codice ambientale, di cui all'articolo 12 della legge n. 69 del 2009. Nel ricordare in particolare che il termine per tale revisione è fissato al 30 giugno 2010 e che, a norma del citato articolo 12, le Commissioni competenti per materia dovranno esprimere il parere sullo schema di decreto legislativo entro trenta giorni dall'assegnazione dello stesso, invita il Governo a tenere nella dovuta considerazione il ruolo del Parlamento trasmettendo il testo dello schema di decreto legislativo in tempo utile per consentire alle Camere di usufruire effettivamente dei trenta giorni indicati dalla legge.
Nel dichiarare di essere a conoscenza che lo schema di decreto legislativo in questione risulta trasmesso alla Conferenza Unificata ai fini del prescritto parere, fa notare come tale organismo non si sia ancora costituito dopo le elezioni regionali e che un indugio per tale motivo nella trasmissione alle Camere rischierebbe di rendere difficile un approfondito lavoro istruttorio sulla modifica al codice ambientale nel rispetto delle esigenze dei cittadini, delle imprese e degli enti locali. Ribadisce quindi la richiesta al Governo di un rigoroso rispetto della normativa che assegna alle Commissioni parlamentari trenta giorni per il parere sullo schema di decreto legislativo di modifica del codice ambientale.
Nel sottolineare che le considerazioni di cui sopra devono estendersi anche allo schema di decreto legislativo in attuazione

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della delega per il recepimento della nuova direttiva sui rifiuti, precisa che non si tratta di richieste strumentali, ma di richieste di attenta osservanza delle norme di legge, anche al fine di scongiurare rischi ed errori come quelli relativi alla proroga del termine di presentazione del modello unico di dichiarazione ambientale, che dovrebbe essere contenuta in un decreto legge deliberato dal Consiglio dei Ministri, ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Disposizioni concernenti la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta alla diretta gestione statale.
Testo unificato C. 3261 Bitonci, C. 3263 Ceroni e C. 3299 Vannucci.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 18 maggio 2010.

Manuela LANZARIN (LNP), relatore, nel richiamare il contenuto della relazione illustrativa svolta nella seduta di ieri, ribadisce il suo giudizio positivo su un provvedimento che, a suo avviso, rende, da un lato, più trasparenti e più rigorosi i criteri di ripartizione dei fondi in questione, dall'altro, rafforza il ruolo del Parlamento nel procedimento per la loro destinazione finale. Conclude, quindi, proponendo che la Commissione esprima un parere favorevole sulla proposta di legge in titolo.

Raffaella MARIANI (PD), nell'esprimere un giudizio complessivamente positivo sul provvedimento in esame, chiede tuttavia al relatore di inserire nel parere favorevole una condizione che dia modo anche alle Commissioni competenti in materia di ambiente di partecipare all'iter finalizzato alla ripartizione della quota dell'otto per mille devoluta alla gestione statale, in considerazione del fatto che tale quota è utilizzata dallo Stato anche per interventi per calamità naturali.

Sergio Michele PIFFARI (IdV) dichiara di condividere le osservazioni formulate dall'onorevole Mariani.

Manuela LANZARIN (LNP), relatore, ritiene che il testo garantisca già il pieno coinvolgimento del Parlamento nel procedimento diretto a ripartire la quota dell'otto per mille tra gli interventi indicati dall'articolo 48 della legge n. 222 del 1985, palesando, peraltro, il rischio che il coinvolgimento di altre Commissioni finirebbe per appesantire e rendere oltremodo farraginoso l'iter parlamentare.

Tino IANNUZZI (PD), nel ritenere che la proposta dell'onorevole Mariani sia senz'altro da accogliere, rassicura il relatore sul fatto che il coinvolgimento delle Commissioni competenti per materia non produrrebbe alcun appesantimento o allungamento dell'iter parlamentare di ripartizione della quota dell'otto per mille tra gli interventi finanziabili con tale risorsa.

Agostino GHIGLIA (PdL) dichiara di condividere i rilievi avanzati dagli onorevoli Mariani e Iannuzzi, in ragione del fatto che il decreto di ripartizione della quota dell'otto per mille devoluta allo Stato è destinato ad incidere anche su materie di competenza della Commissione.

Manuela LANZARIN (LNP), relatore, prendendo atto delle considerazioni emerse nel corso della discussione, riformula la proposta di parere inserendovi una condizione in ordine al coinvolgimento della VIII Commissione in sede di esame del decreto del Presidente della Repubblica sulla ripartizione della quota dell'otto per mille devoluta alla gestione statale (vedi allegato 3).

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la proposta di parere, come riformulata dal relatore.

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Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia.
C. 3290 Governo e C. 529 Vitali.

(Parere alla II Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Angelo ALESSANDRI, presidente, fa presente che la Commissione è chiamata ad esprimere il prescritto parere sul disegno di legge C. 3290 recante «Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia». Si tratta di un provvedimento di fondamentale importanza per sviluppare con pienezza, su tutto il territorio nazionale, l'azione di contrasto delle mafie che l'attuale Governo sta portando e intende portare avanti con grande determinazione. Esso si inserisce, infatti, nel quadro di una più generale politica antimafia che ha già prodotto alcune modifiche alla legislazione vigente, con l'approvazione della legge n. 94 del 2009, in materia di sicurezza pubblica, e, più di recente, con l'istituzione dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (decreto-legge n. 4 del 2010), che rappresenta uno strumento particolarmente efficace di lotta alle mafie perché consente di aggredire i patrimoni dei clan mafiosi e di metterne in tal modo in crisi la struttura organizzativa.
Ricorda, inoltre, che norme importanti, anche sotto i profili che interessano la VIII Commissione, sono contenute nel progetto di legge n. 2156 (cosiddetto «anticorruzione»), attualmente all'esame del Senato della Repubblica, che reca almeno due interventi normativi di particolare rilievo: il primo relativo all'istituzione della Banca dati nazionale dei contratti pubblici, contenente, fra l'altro, i dati riguardanti i bandi di gara, le aggiudicazioni, le imprese partecipanti, l'impiego della mano d'opera, i costi e gli scostamenti rispetto a quelli preventivati, i tempi di esecuzione e le modalità di attuazione degli interventi; il secondo, al fine di estendere alle imprese subappaltatrici i controlli antimafia espletati in via principale nei confronti dell'impresa aggiudicataria, riconosce agli esecutori dei lavori la facoltà di attingere da un elenco istituito presso le prefetture (cosiddetta «white list di imprese pulite»), i fornitori e prestatori di servizi non soggetti a rischio di tentativi di infiltrazione mafiosa.
Per completezza, aggiunge che il Governo (nella seduta del Consiglio dei ministri tenuta a Reggio Calabria il 28 gennaio 2010) ha varato un Piano straordinario di vigilanza nei territori del Meridione più sensibili ai problemi del lavoro irregolare in agricoltura e in edilizia, che prevede l'esecuzione di controlli in 20 mila aziende - 10 mila agricole e 10 mila edili -, con l'impiego di una task force di 550 ispettori, 500 presso le regioni interessate dal Piano e 50 provenienti da altre regioni.
Prima di soffermarsi analiticamente sulle norme di interesse della VIII Commissione, osserva, in termini generali, che il disegno di legge in esame contiene due deleghe legislative importanti. La prima delega legislativa, contenuta nell'articolo 1, affida al Governo il compito di emanare, entro un anno, un codice della legislazione antimafia e delle misure di prevenzione. Il codice è diretto a realizzare un'esaustiva ricognizione delle norme antimafia di natura penale, processuale e amministrativa, la loro armonizzazione, nonché il coordinamento anche con la nuova disciplina dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati. La seconda delega legislativa, anch'essa da esercitare da parte del Governo nel termine di un anno, ma più strettamente incidente nelle materie di competenza della Commissione, è invece contenuta nell'articolo 2 ed ha lo scopo di rendere più stringenti le regole in materia di documentazione antimafia.
Con particolare riferimento a questa seconda delega legislativa per la modifica e l'integrazione della disciplina delle certificazioni antimafia, sottolinea che essa è volta a conseguire i seguenti obiettivi: 1) aggiornamento e semplificazione delle procedure di rilascio della documentazione

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antimafia, anche mediante la revisione dei casi di esclusione e dei limiti di valore degli appalti oltre i quali le pubbliche amministrazioni non sono autorizzate alla stipula di contratti, subcontratti, né al rilascio di concessioni ed erogazioni senza avere acquisito informazioni dal prefetto che certifichi l'inesistenza di cause ostative (ovvero l'insussistenza di cause di decadenza o divieto ai sensi dell'articolo 10 della legge n. 575 del 1965 ovvero di tentativi di infiltrazione mafiosa, di cui all'articolo 4 del d.lgs. n. 490 del 1994); 2) aggiornamento degli effetti interdittivi derivanti dall'accertamento delle cause di decadenza o del tentativo d'infiltrazione mafiosa dopo la stipula del contratto o l'adozione dei provvedimenti autorizzatori, ai fini di una possibile, ulteriore estensione degli effetti interdettivi derivanti dalle cause di decadenza e di una loro applicazione anche al caso dell'accertamento del tentativo di infiltrazione mafiosa; 3) istituzione di una banca-dati nazionale della documentazione antimafia, ai fini dell'accelerazione delle procedure di rilascio della medesima documentazione e del potenziamento dell'attività di prevenzione dei tentativi di infiltrazione mafiosa nell'attività d'impresa; 4) individuazione delle diverse tipologie di attività d'impresa a maggior rischio d'infiltrazione mafiosa per le quali è sempre obbligatoria la certificazione antimafia, indipendentemente dal valore-soglia dell'atto concessorio o del contratto (attualmente tale valore-soglia è fissato, salvo casi specifici, in circa 155 mila euro); 5) obbligo per i comuni, nei 5 anni successivi allo scioglimento per infiltrazione mafiosa, di acquisire l'informazione antimafia dal prefetto prima di stipulare contratti o rilasciare concessioni, erogazioni, indipendentemente dal valore degli stessi; 6) innalzamento ad un anno della validità dell'informazione antimafia quando non vi siano mutamenti nell'assetto societario-gestionale dell'impresa (attualmente, la documentazione antimafia conserva validità per sei mesi); 7) obbligo per i legali dell'impresa di comunicare alla prefettura i citati mutamenti e la previsione di sanzioni per la violazione di tali obblighi informativi. Fa quindi presente che la norma di delega in discorso prevede, infine, la trasmissione alle Camere dello schema di decreto legislativo per l'espressione, entro trenta giorni, del parere da parte delle Commissioni competenti.
Il successivo articolo 3 che interviene anch'esso sulla materia relativa ai contratti pubblici per lavori, servizi e forniture, introduce novità rilevanti sul versante delle procedure di esecuzione di tali contratti. In particolare, le norme contenute in tale articolo sono volte a garantire la tracciabilità dei flussi finanziari, attraverso molteplici strumenti, il primo dei quali impone ai contraenti di utilizzare - salvo eccezioni specificamente indicate - conti correnti dedicati alle pubbliche commesse, ove appoggiare i relativi movimenti finanziari, e di effettuare i pagamenti mediante bonifico bancario o postale. La tracciabilità dei flussi finanziari è altresì tutelata mediante l'obbligo di indicare, al momento del pagamento relativo a ciascuna transazione effettuata in seno ai relativi interventi, il Codice unico di progetto (CUP), assegnato, ai sensi della legge n. 3 del 2003, a ogni nuovo investimento pubblico sottostante alle commesse pubbliche.
Rileva, inoltre, che ogni stazione appaltante è tenuta a richiedere il CUP all'apposita Struttura di supporto CUP, operativa presso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per parte loro, gli appaltatori, i subappaltatori e i subcontraenti della filiera delle imprese interessate alle opere devono comunicare alla stazione appaltante gli estremi dei conti correnti dedicati entro sette giorni dall'accensione; nel medesimo termine sono inviate le generalità e il codice fiscale delle persone delegate a operare su tali conti.
Osserva che si tratta, con tutta evidenza, di una normativa importante che, come sottolineato nella relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge in esame, estende «le previsioni già introdotte per la ricostruzione in Abruzzo e per

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l'Expo 2015 di Milano», che hanno dato nuova forza ai controlli antimafia negli appalti pubblici, disciplinando a regime il sistema dei flussi finanziari relativi ai contratti pubblici.
Quanto al profilo sanzionatorio, osserva altresì che è previsto, a pena di nullità assoluta del contratto stipulato, l'obbligo per la stazione appaltante di inserire nei contratti sottoscritti con gli appaltatori relativi a lavori, servizi e forniture pubbliche, un'apposita clausola con la quale essi assumono gli obblighi di tracciabilità finanziaria prevista dalle disposizioni in commento. Inoltre, la stazione appaltante è tenuta a verificare che nei contratti sottoscritti con i subappaltatori e i subcontraenti della filiera delle imprese interessate a lavori, servizi e forniture pubbliche sia inserita - ancora una volta, a pena di nullità assoluta del contratto - un'apposita clausola con la quale ciascuno di essi assume gli obblighi di tracciabilità finanziaria disposti dalle norme in esame.
A completamento della nuova disciplina sanzionatoria, l'articolo 4 del disegno di legge prevede sanzioni amministrative pecuniarie per la violazione dei citati obblighi in materia di tracciabilità dei flussi finanziari nei contratti pubblici per lavori, servizi e forniture, che, nei casi più gravi (effettuazione di transazioni con modalità diverse dal bonifico bancario o postale, ovvero senza avvalersi degli intermediari abilitati - banche e Poste italiane SPA -), possono arrivare fino al 10 o anche al 20 per cento del valore della transazione effettuata.
Rileva inoltre, con riferimento all'articolo 7 del provvedimento in esame, che, attraverso una novella all'articolo 353, primo comma, del codice penale, viene inasprita la pena per il reato di turbativa d'asta, con l'introduzione del minimo edittale di sei mesi di reclusione e con l'innalzamento della pena massima da due a quattro anni.
Ritiene, invece, opportuno soffermarsi sul successivo articolo 10 del provvedimento, che prevede l'istituzione, in ambito regionale, della Stazione unica appaltante (SUA), al fine di garantire trasparenza, regolarità ed economicità nella gestione degli appalti pubblici di lavori e servizi e di prevenire, in tal modo, le infiltrazioni di natura malavitosa. In particolare, si prevede che le modalità per l'istituzione dell'autorità regionale dovranno essere stabilite con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro sei mesi dall'entrata in vigore del disegno di legge in esame, su proposta dei ministri dell'interno, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e trasporti, delle politiche sociali, dei rapporti con le regioni e della pubblica amministrazione e l'innovazione, e previa intesa con la Conferenza unificata. Tale DPCM dovrà indicare, fra l'altro: gli enti che possono aderire alla SUA; le attività e i servizi svolti dalla SUA; gli elementi essenziali delle convenzioni tra i soggetti che aderiscono alla SUA; le modalità di monitoraggio e di controllo degli appalti.
In tema di stazione unica appaltante, ricorda, peraltro, che la SUA è stata già istituita nella regione Calabria (a Caserta, invece, è stata istituita una Stazione unica appaltante provinciale) e che la disciplina in esame richiama, nella parte in cui concentra in un'unica autorità la gestione degli appalti, quella relativa alle centrali di committenza già previste dall'articolo 33 del Codice dei contratti pubblici.
Concludendo, nel ribadire il suo pieno e convinto apprezzamento per un provvedimento importante come quello in esame, che contribuisce in modo determinante a rafforzare l'azione fin qui condotta con determinazione dal Governo contro tutte le mafie, preannuncia fin d'ora la predisposizione di una proposta di parere favorevole sul testo del disegno di legge.

Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.25.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 19 maggio 2010. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il viceministro per le infrastrutture e i trasporti, Roberto Castelli.

La seduta comincia alle 15.25.

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Schema di convenzione unica tra Concessioni autostradali lombarde Spa e Tangenziale esterna di Milano Spa.
Atto n. 206.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 4 maggio 2010.

Il viceministro Roberto CASTELLI, preliminarmente, esprime apprezzamento per la relazione illustrativa svolta nella seduta del 4 maggio 2010. Sottolinea, quindi, l'importanza fondamentale dell'opera oggetto dello schema di convenzione in esame sotto il profilo tecnico e, ancor più, sotto il profilo della sua strettissima connessione funzionale con la BRE-BE-MI. Rimarca, altresì, come dato molto positivo, il fatto che l'opera è totalmente finanziata con la finanza di progetto, senza alcun onere per il bilancio dello Stato, ribadendo la assoluta necessità che la stessa sia completata prima della BRE-BE-MI per evitare conseguenze disastrose per il traffico di tutta l'area milanese. Conclude, facendo presente che l'opera in questione è l'ultima da realizzare fra le infrastrutture connesse all'Expo 2015 e rivolgendo un forte appello alla Commissione affinché esprima il prescritto parere nel più breve tempo possibile, onde consentire il proseguimento dell'iter necessario al concreto avvio dei lavori per la realizzazione di questa importante infrastruttura.

Daniele MARANTELLI (PD) dà atto della completezza della relazione illustrativa svolta nella precedente seduta in ordine ad un'opera pubblica per la quale è stato profuso un significativo impegno da parte del precedente Governo mediante l'attuazione del cosiddetto «federalismo infrastrutturale». Esprime condivisione sull'esigenza richiamata dal viceministro Castelli di dare rapidamente avvio ai lavori per la realizzazione della tangenziale esterna di Milano (TEM), ritenendo al tempo stesso opportuno - in ragione dei comportamenti fin qui avuti da soggetti concessionari che hanno ampiamente dimostrato di non tenere nella dovuta considerazione gli interessi delle collettività, a partire da quelli dei cittadini pendolari - esercitare in modo appropriato la funzione di controllo e di approfondimento delle questioni connesse alla realizzazione dell'opera in questione. In particolare, ricorda che tutte le comunità coinvolte nella realizzazione di un'opera, certo necessaria, ma anche di grande impatto sul territorio, come quella in questione, hanno da lungo tempo chiesto, a compensazione, la realizzazione del prolungamento della linea 3 della metropolitana milanese. Sotto questo profilo, tuttavia, le recenti voci sui tagli dei fondi per le infrastrutture destano legittime e profonde preoccupazioni alle quali il Governo è tenuto a dare risposte chiare. Nel precisare, quindi, che il gruppo del partito democratico è favorevole alla realizzazione della TEM, chiede al viceministro Castelli di voler fornire alla Commissione i necessari chiarimenti su questa questione e sulle altre connesse ai tempi di realizzazione dell'opera in questione e di quelle ad essa connesse.

Sergio Michele PIFFARI (IdV) dichiara che l'opera in questione è un'opera certamente attesa da lungo tempo, ma che ha anche un forte impatto su un territorio già ampiamente antropizzato e urbanizzato. Concorda sull'esigenza di non frapporre ostacoli strumentali alla sua realizzazione, considerando, tuttavia, necessario il massimo di garanzie sulla volontà del Governo di risolvere le problematiche ad essa collegate e di dare risposta alle esigenze delle collettività che vivono sul territorio interessato dalla realizzazione dell'opera. Sotto questo profilo, rivolge al viceministro Castelli la richiesta di impegnarsi formalmente a mantenere in vita il cosiddetto «Tavolo per Milano», a suo tempo

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istituito per dare conto - con trasparenza e completezza - dello stato di avanzamento degli interventi infrastrutturali nell'area milanese e per risolvere per tempo le eventuali problematiche e questioni connesse alla realizzazione di tali opere.

Il viceministro Roberto CASTELLI assicura che il Governo agirà con il massimo di trasparenza e di disponibilità per fornire tutti i chiarimenti e le informazioni ritenute necessarie. Nel fare presente che la prossima settimana sarà all'estero per impegni istituzionali, manifesta la volontà di rispondere, eventualmente per iscritto, a tutte le richieste di chiarimenti formulate dai deputati intervenuti. Quanto alle specifiche questioni sollevate dal deputato Marantelli in ordine alla realizzazione del prolungamento della linea 3 della metropolitana milanese, dà conto di tutti gli adempimenti fin qui compiuti dal Governo al fine di consentire al CIPE, nel più breve tempo possibile, di stanziare i fondi necessari per la sua realizzazione. Al tempo stesso, riconosce che, alla luce della delicata congiuntura economica in atto a livello internazionale e della necessità che il Governo vari nei prossimi giorni una manovra economico-finanziaria adeguata alla serietà della situazione, non sarebbe corretto dare garanzie sul reperimento di tutte le risorse occorrenti o, conseguentemente, sui tempi di completamento dell'opera.

Angelo ALESSANDRI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.30 alle 15.40.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 19 maggio 2010. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e per la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 15.40.

Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della pubblica amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione.
C. 3209-bis-A Governo.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

Manuela LANZARIN (LNP), relatore, dopo aver ricordato che la Commissione si era pronunciata sul nuovo testo del disegno di legge C. 3209-bis nella seduta del 12 maggio scorso, fa notare come il testo in esame, su cui la I Commissione ha riferito in Assemblea, e in ordine al quale è stato successivamente convenuto il rinvio in Commissione, non recepisce le osservazioni recate dal parere reso nella citata seduta del 12 maggio scorso. Propone quindi di tornare ad evidenziare le questioni che sono alla base delle osservazioni contenute in quel parere, dando a queste ultime maggiore incisività con la trasformazioni delle stesse in condizioni (vedi allegato 4).

Raffaella MARIANI (PD) dichiara di condividere l'orientamento espresso dal relatore. Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere testé formulata.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la proposta di parere favorevole con condizioni formulata dal relatore.

La seduta termina alle 15.55.