CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 11 maggio 2010
321.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e VIII)
COMUNICATO
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ATTI COMUNITARI

Martedì 11 maggio 2010. - Presidenza del presidente dell'VIII Commissione Angelo ALESSANDRI indi del vicepresidente Salvatore Margiotta. - Interviene il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 15.

La politica internazionale sul clima dopo Copenaghen: Intervenire subito per dare nuovo impulso all'azione globale sui cambiamenti climatici.
COM(2010) 86 definitivo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame, rinviato il 21 aprile 2010.

Il sottosegretario Roberto MENIA svolge alcune considerazioni generali in ordine alla grave situazione economica e finanziaria in atto che ha determinato un rallentamento del processo di definizione di Accordi vincolanti in merito alle azioni necessarie per far fronte ai cambiamenti climatici.
Ricorda, in proposito, che dal 7 al 18 dicembre 2009 si è svolta a Copenaghen la Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e del Protocollo di Kyoto, il cui principale obiettivo era di raggiungere un accordo politico vincolante che ponesse le basi per un Trattato internazionale per la regolamentazione delle emissioni di gas serra per il periodo post 2012 da elaborare nel corso del 2010.
Purtroppo la Conferenza non ha dato gli esiti sperati e si è conclusa con l'adozione di decisioni che estendono per un ulteriore anno il mandato del Gruppo di lavoro sugli ulteriori impegni per i Paesi Allegato I che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto e del Gruppo di lavoro sulle Azioni di Cooperazione di lungo periodo.
Sottolinea, al riguardo, come, proprio nell'attuale momento di crisi economica e finanziaria, risultava difficile chiedere ai Paesi europei uno sforzo maggiore rispetto a quello sottoscritto nel protocollo di Kyoto senza un accordo vincolante globale che coinvolgesse Paesi estremamente importanti come gli Stati Uniti e la Cina.
In aggiunta numerosi Paesi hanno sottoscritto un documento di intesa («Copenaghen Accord») che individua alcune

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linee di azioni per la lotta ai cambiamenti climatici da attuare subito e fornisce alcuni elementi per indirizzare il lavoro dei gruppi di lavoro nel corso del 2010. Tale documento ha valore politico, ma non legale poiché non è stato adottato dalla Conferenza delle Parti. Segnala che Tuvalu, Colombia, Bolivia, Venezuela e pochi altri si sono esplicitamente opposti al documento, mentre non è chiaro se Cina e India aderiranno, se aderiranno parzialmente o a certe condizioni. L'Unione europea, gli USA, l'Australia, il Canada, la Norvegia, la Russia, il Costa Rica ed altri Paesi hanno confermato la loro «adesione» nel corso della plenaria, mentre il Segretariato darà indicazioni sulle modalità in cui le restanti Parti potranno manifestare al propria «adesione».
Quanto al contenuto dell'Accordo di Copenaghen, rileva che lo stesso può dirsi di carattere limitato rispetto agli obiettivi che l'Unione europea si era prefissata di raggiungere.
In termini di impegni di mitigazione globale, il documento si limita a ribadire la necessità di contenere l'aumento della temperatura media del pianeta entro i 2oC rispetto ai livelli pre-industriali, ma senza vincolare le parti al suo raggiungimento e senza tradurre tale obiettivo in un impegno globale di riduzione delle emissioni. L'obiettivo dei 2o C potrà comunque essere rivisto al ribasso alla luce delle evidenze scientifiche.
I Paesi industrializzati si sono impegnati ad attuare individualmente o congiuntamente obiettivi di riduzione delle emissioni nel medio periodo (anno 2020) e a comunicare tali obiettivi al Segretariato della Convenzione entro il 31 gennaio 2010. Per le parti del Protocollo di Kyoto tali obiettivi dovranno essere più ambiziosi di quelli previsti dal Protocollo stesso e dovrà essere assicurato che le riduzioni siano monitorate, rendicontate e verificate in modo rigoroso e trasparente.
I Paesi in via di sviluppo si sono impegnati ad attuare azioni di mitigazione nel contesto dello sviluppo sostenibile. I Paesi meno sviluppati potranno intraprendere azioni di mitigazione su base volontaria ed in relazione al supporto ricevuto.
Tutte le azioni di mitigazione saranno monitorate e verificate a livello nazionale e rendicontate attraverso le comunicazioni nazionali, che conterranno anche l'inventario delle emissioni, da elaborare con frequenza biennale. Le azioni di mitigazioni incluse nelle comunicazioni nazionali e non comunicate al Segretariato entro il 31 gennaio 2010 saranno aggiunte a quelle già comunicate. I Paesi in via di sviluppo dovranno comunicare informazioni sull'implementazione delle azioni attraverso le comunicazioni nazionali, che potranno essere soggette ad analisi e consultazione internazionale in conformità con linee guida ben definite, che assicurino che la sovranità nazionale sia rispettata.
Le azioni la cui attuazione necessita di supporto finanziario (Nationally Appropriate Mitigation Actions - NAMAs), saranno incluse in un Registro unitamente con il supporto finanziario, tecnologico e il supporto in termini di capacity building; esse sono monitorate, rendicontate e verificate sulla base standard internazionali (linee guida adottate dalla Conferenza delle Parti).
È stato, inoltre, istituito un meccanismo per la mobilitazione delle risorse dei Paesi industrializzati finalizzato a ridurre le emissioni derivanti da attività di deforestazione nei Paesi in via di sviluppo (REDD+)
È stato genericamente riconosciuto il ruolo dei meccanismi di mercato per minimizzare i costi di mitigazione.
In termini di impegni finanziari, ricorda che i Paesi industrializzati dovranno assicurare che i contributi siano monitorati, rendicontati e verificati in modo rigoroso e trasparente. Nel breve periodo, i Paesi industrializzati si impegnano a rendere disponibili risorse nuove e addizionali per il periodo 2010-2012 per un ammontare di circa 30 miliardi di dollari finalizzate a supportare attività di mitigazione (incluso il REDD+) e di adattamento. I finanziamenti a supporto dell'adattamento saranno indirizzati in primo luogo verso in Paesi più vulnerabili. Nel lungo periodo, i

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Paesi industrializzati si impegnano a mobilitare, nel contesto di significative azioni di mitigazione, circa 100 miliardi di dollari attraverso un pluralità di fonti di finanziamento (pubbliche, private, multilaterali). Nuovi finanziamenti multilaterali per l'adattamento saranno resi disponibili attraverso un sistema di governance che assicuri una rappresentanza paritetica di Paesi in via di sviluppo e Paesi industrializzati. Viene, inoltre, istituito un High Level Panel sotto la guida della COP per valutare il contributo delle potenziali fonti di finanziamento. Una parte significativa di tali finanziamenti dovrà essere canalizzata attraverso il Copenaghen Green Climate Fund che opererà quale entità operativa del meccanismo finanziario della Convenzione.
È stato, altresì, istituito un Technology Mechanism per accelerare lo sviluppo e il trasferimento di tecnologie mentre è stato individuato il 2015 quale anno entro cui valutare lo stato di attuazione dell'accordo.
Si sofferma quindi sugli esiti del primo incontro UNFCCC dopo Copenaghen, ricordando che dal 9 all'11 aprile si è svolta a Bonn la 11o sessione dell'AWG-KP e la 9o sessione dell'AWG-LCA. Principale obiettivo degli incontri era decidere l'organizzazione dei lavori per l'anno 2010.
Le maggiori difficoltà hanno riguardato la definizione del programma di lavoro dell'AWG-LCA, non essendo al momento disponibile un testo negoziale unico su cui proseguire i lavori, ed essendo immediatamente emerse profonde divergenze tra i Paesi in via di sviluppo e i Paesi industrializzati (in particolare l'Umbrella Group), sullo status da attribuire all'Accordo di Copenaghen.
In particolare i Paesi industrializzati hanno sostenuto che l'Accordo di Copenaghen in quanto sottoscritto al più alto livello da numerosi Paesi delle Nazioni Unite, andava considerato dal Presidente dell'AWG-LCA al fine di predisporre il testo negoziale su cui proseguire i lavori.
I Paesi in via di sviluppo al contrario ritenevano che poiché l'Accordo non è stato adottato dalla Conferenza delle Parti della Convenzione non doveva essere preso in considerazione e che le Parti avrebbero potuto ricondurre nel negoziato le indicazioni politiche in esso contenute.
La decisione adottata prevede che il Presidente predisponga il testo negoziale sulla base di quanto prodotto dall'AWG-LCA a Copenaghen, nonché del lavoro svolto dalla COP 15 sulla base di tale risultato. Tale formulazione a rigore esclude l'Accordo di Copenaghen, ma in fase di adozione della decisione la Presidente ha affermato che, in via interpretativa, la formulazione proposta include anche l'Accordo di Copenaghen.
Ricorda, quindi, che la decisione ha previsto inoltre che il Presidente renda disponibile il nuovo testo due settimane prima dell'avvio della prossima sessione dell'AWG-LCA che si terrà a Bonn il prossimo giugno.
Rileva, inoltre, che la decisione richiede al Segretariato di predisporre un documento focalizzato su come trasformare le «offerte» di riduzione delle emissioni avanzate fino ad ora dai Paesi industrializzati in impegni di riduzione delle emissioni legalmente vincolanti e un documento che riassuma le «offerte» avanzate fino ad ora dai paesi industrializzati.
La decisione richiede inoltre al Presidente dell'AWG-KP (Antigua e Barbuda) di predisporre la documentazione per agevolare il negoziato sulla base dei testi prodotti nel corso della Conferenza di Copenaghen e di aggiornare tale documentazione in occasione di ciascuna sessione. Il Chair nel programmare l'organizzazione di ciascuna sessione di lavoro, dovrà anche individuare i temi su cui di volta in volta focalizzare il negoziato.
Infine riguardo il numero di incontri da svolgersi nell'anno 2010, è stato deciso di convocare due sessioni addizionali tra giugno e dicembre della durata di almeno una settimana ciascuna. L'Italia ospiterà a fine giugno il Main Economic Forum.
La prossima sessione dell'AWG-LCA e AWG-KP si svolgerà contestualmente alla riunione degli Organi sussidiari (SBI e SBSTA) a Bonn il prossimo giugno. È inoltre prevista la possibilità che l'AWG-LCA

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si riunisca anche a dicembre in contemporanea con la riunione degli Organi Sussidiari.

Ermete REALACCI (PD) svolge alcune considerazione sull'importanza della tematica in esame non sempre attentamente valutata dal Governo, soprattutto in riferimento agli aspetti trasversali che essa assume nel contesto economico attuale; ritiene, infatti, che le azioni volte alla mitigazione dei cambiamenti climatici non devono essere intese come un onere tout court di difficile sopportazione in una fase di recessione come quella attuale ma devono essere considerati come volano per l'economia reale e per la creazione di nuova occupazione. Ricorda, al riguardo, come la misura del credito di imposta del 55 per cento per le spese connesse al risparmio energetico abbia dato risultati positivi in termini non solo di riduzione delle emissioni inquinanti, ma anche di implementazione di studi e ricerche nel settore nonché di aumento della domanda di beni e servizi relativi alle ristrutturazioni edilizie. L'Italia vanta numerose eccellenze nel campo dell'innovazione di prodotti tant'è che la California, prima di introdurre il divieto di piombo nei rubinetti, ha avuto necessità di rivolgersi all'unica impresa che fabbrica tali rubinetti e che ha sede in Italia. Ricorda, al riguardo, che al momento è in fase di avvio il progetto Desertec, la cui tecnologia è stata brevettata in Germania, che permette di sfruttare l'energia solare, attraverso concentratori solari (CSP) anche al fine di dissalare l'acqua del mare. Si tratta di un operazione importantissima che dimostra come l'innovazione tecnologica nel settore ambientale può avere ricadute importantissime a livello sociale ed economico. Anche in Inghilterra, è stata approvata una legge che vieta di costruire nuove case se le stesse non siano capaci di riprodurre almeno una parte dell'energia che consumano. Conclude affermando che l'Italia deve avviarsi nella stessa direzione che stanno seguendo gli altri Paesi europei, utilizzando, cioè le politiche ambientali ai fini del rilancio dell'economia e dello sviluppo della società.

Salvatore MARGIOTTA, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame dell'atto.

La seduta termina alle 15.30.