CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 aprile 2010
311.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 27

SEDE CONSULTIVA

Martedì 20 aprile 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 13.45.

Concessione della medaglia d'oro al valore alle Associazioni «Libero Comune di Fiume in esilio», «Libero Comune di Zara in esilio» e «Libero Comune di Pola in esilio».
Testo unificato C. 684 Menia e abb.

(Parere alla IV Commissione).
(Esame e rinvio).

Pag. 28

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Gianluca PINI (LNP), relatore, osserva che il testo unificato delle proposte di legge all'esame è il frutto dell'elaborazione da parte della Commissione Difesa - in sede di comitato ristretto - di un testo unificato delle proposte di legge n. 684 e n. 685 Menia e n. 1903 Raisi.
Segnala che l'articolo 1 del testo unificato istituisce le medaglie d'oro al merito delle popolazioni di Fiume, Pola e Zara per il contributo reso nella storia a beneficio dell'Italia e ne prevede la consegna, unitamente ad un diploma firmato dal Presidente della Repubblica, alle rispettive associazioni dei «Liberi Comuni in esilio». Come dichiarato dal relatore, il collega De Angelis, presso la Commissione di merito, il provvedimento ha l'obiettivo di «rendere onore» al sacrificio delle popolazioni delle città di Fiume, Zara e Pola che nel corso della storia hanno sempre dimostrato il proprio attaccamento all'Italia.
Sottolinea come tale riconoscimento si ricolleghi alla rinnovata attenzione politico-culturale al destino delle comunità italiane nell'ex-Jugoslavia che ha avuto il suo riscontro più significativo nell'istituzione del Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe con la legge n. 92 del 2004. Al riguardo, segnala che nella proposta in esame si prevede anche una modifica a tale legge, consentendo alle realtà associative di presentare la domanda per l'onorificenza tributata alle vittime, ove non sussistano eredi.
Evidenzia poi come il tema degli esuli italiani dall'Istria e dalla Dalmazia continui peraltro ad essere oggetto di costante interesse parlamentare, come dimostrano le proposte di legge presentate in entrambe le Camere in materia risarcitoria.
Richiama pertanto l'attenzione sul fatto che, benché inizialmente non previsto, la Commissione di merito ha ritenuto di chiedere l'integrazione dell'assegnazione con la previsione del parere della Commissione esteri, su proposta dell'onorevole Chiappori. Tale richiesta muove evidentemente dalla consapevolezza della necessità di tenere conto dei riflessi sui rapporti bilaterali con la Croazia. Sono, infatti, ben noti i precedenti episodi in cui la Croazia ha evidenziato una particolare sensibilità ad ogni ricordo della presenza italiana sul suo territorio, con particolare riferimento all'eredità del regime fascista. Le relazioni italo-croate sono peraltro eccellenti anche per quanto riguarda il nostro pieno sostegno all'adesione di Zagabria all'Unione europea. Le singole questioni ancora pendenti hanno comunque registrato ulteriori punti di convergenza ed il rappresentante parlamentare della comunità italiana continua ad appoggiare il governo in carica.
Ricorda al riguardo l'importante opera svolta dall'Unione italiana, la realtà associativa che oggi rappresenta la comunità italiana in Croazia e Slovenia. Osserva altresì che è sempre opportuno che la politica non invada il campo della storiografia e non aspiri a dettare giudizi sul passato che non le competono e che sarebbero inevitabilmente strumentalizzati dalle frange estremistiche. Non a caso, negli ultimi anni molte pubblicazioni scientifiche, sia italiane sia croate, hanno accresciuto la conoscenza storica del periodo della seconda guerra mondiale in quella travagliata regione.
A differenza di precedenti iniziative, precisa che la presente proposta non fa del resto riferimento a tale periodo storico, ma si ricollega a tutta la vicenda plurisecolare della presenza italiana sulla costa adriatica. È quindi assolutamente evidente come il provvedimento in esame sia scevro da ogni richiamo nazionalistico ed abbia un carattere eminentemente morale. Tuttavia, proprio per le già sperimentate reazioni, ritiene opportuno giungere alla formulazione di un dispositivo legislativo che non dia adito al minimo equivoco.
Invita, pertanto, i colleghi di tutti i gruppi a fare le loro valutazioni e si riserva, se autorizzato dalla presidenza, di presentare la proposta di parere alla luce della discussione, in una prossima seduta.

Pag. 29

Il sottosegretario Enzo SCOTTI si riserva di intervenire in una fase successiva dell'esame del provvedimento.

Gianluca PINI (LNP), relatore, essendo in procinto di iniziare una seduta della XIV Commissione, di cui è vicepresidente, chiede che il seguito dell'esame sia rinviato.

Paolo CORSINI (PD) condivide la proposta del relatore, preannunciando di voler chiedere al Governo ulteriori chiarimenti in merito alle osservazioni formulate dal sottosegretario Cossiga nell'esame in sede referente presso la IV Commissione.

Roberto ANTONIONE (PdL) si associa al collega Corsini.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni concernenti la definizione della funzione pubblica internazionale e la tutela dei funzionari italiani dipendenti da organizzazioni internazionali.
C. 3241 Pianetta.

(Parere alla XI Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Fiamma NIRENSTEIN, relatore, osserva che il testo della proposta di legge, presentata dai colleghi Pianetta e Picchi, è meritoriamente intesa a promuovere l'accesso alla funzione pubblica internazionale, riconoscendo il ruolo svolto dai funzionari italiani che prestano servizio presso le organizzazioni internazionali. Ricorda che l'iniziativa legislativa trae spunto dalle riflessioni maturate nel corso delle missioni, svolte negli ultimi anni a New York presso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Segnala che attualmente il contingente di funzionari internazionali italiani è stimato in circa 3.000-3.500 unità: ad esso si aggiunge un numero variabile di funzionari e di consulenti con contratti a breve termine, molti dei quali operanti nel settore della cooperazione allo sviluppo. Essi rappresentano una risorsa preziosa per il Paese, non solo in termini di prestigio, ma anche di potenziale irradiazione dell'immagine dell'Italia e delle sue priorità politiche sulla scena internazionale.
Fermo restando che il loro trattamento economico e pensionistico è variabile a seconda dello status giuridico e dei regolamenti interni delle varie organizzazioni, rileva criticamente il fatto che ad essi non spetti alcun riconoscimento interno per lo svolgimento della loro opera. Esiste quindi un vuoto legislativo al quale ha solo parzialmente posto rimedio la legge 15 luglio 2002, n. 145, recante «Disposizioni per il riordino della dirigenza statale e per favorire lo scambio di esperienze e l'interazione tra pubblico e privato», che ha previsto soltanto la possibilità che essi possano partecipare, secondo determinate condizioni, a concorsi per accedere alla dirigenza nell'amministrazione pubblica italiana e che sia loro estesa la possibilità di vedersi conferire incarichi dirigenziali.
La meritoria iniziativa legislativa in esame intende invece introdurre una disciplina organica per quei cittadini italiani che prestano o che hanno prestato servizio in qualità di dipendenti delle organizzazioni internazionali. Venendo sinteticamente ai contenuti del provvedimento, l'articolo 1 definisce «funzionari internazionali» i cittadini italiani che svolgono funzioni professionali o direttive con rapporto di lavoro dipendente presso una organizzazione internazionale, mentre l'articolo 2 ne istituisce l'elenco presso il Ministero degli affari esteri. L'elenco è posto sotto la supervisione di una commissione composta da un rappresentante designato dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, da un rappresentante designato dal Ministero degli

Pag. 30

affari esteri e da un rappresentante designato dal Ministero dell'economia e delle finanze, ed integrata da un rappresentante designato a maggioranza delle associazioni dei funzionari internazionali di cittadinanza italiana costituite nelle città estere sedi di organizzazioni internazionali. Il Ministero degli Affari esteri, inoltre, provvede a pubblicizzare e a dare il più ampio risalto possibile all'elenco, sia presso le amministrazioni pubbliche sia presso le imprese private, allo scopo di facilitare la mobilità da e verso le organizzazioni internazionali. Con successivo regolamento, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, verranno disciplinate le modalità di iscrizione e di cancellazione dall'elenco e le modalità di costituzione e di funzionamento della commissione interministeriale di controllo in precedenza richiamata, cui spetta inoltre definire i criteri per il riconoscimento degli anni di servizio nelle organizzazioni internazionali come titolo di merito a fini concorsuali. L'articolo 3 prevede che lo Stato favorisca la formazione mirata all'ottenimento delle professionalità necessarie per l'accesso alle organizzazioni internazionali. L'articolo 4 dispone il riconoscimento della qualifica di funzionario internazionale quale titolo valutabile per i concorsi pubblici per la copertura di posti vacanti, commisurato agli anni di servizio effettivo prestato nelle organizzazioni internazionali, in base a criteri da stabilire con lo stesso regolamento disciplinante le modalità di iscrizione e di cancellazione dall'elenco e le modalità di costituzione e di funzionamento della commissione interministeriale di controllo. L'articolo 5 introduce l'istituto dell'aspettativa per i coniugi lavoratori, pubblici e privati, che prestano servizio all'estero in qualità di funzionario internazionale ai sensi del provvedimento in esame.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI ringrazia i deputati Pianetta e Picchi per l'iniziativa quanto mai utile, importante ed urgente. Ribadisce il parere favorevole del Governo, già esposto nella Commissione di merito, apprezzando il fatto che il testo si presenta semplificato rispetto ad altre precedenti proposte che includevano aspetti che, come quelli previdenziali, avrebbero ritardato l'iter. Conclude osservando come il provvedimento corrisponda ad un'aspettativa largamente diffusa tra i funzionari italiani delle organizzazioni internazionali che è condivisa dal Governo.

Enrico PIANETTA (PdL) ringrazia la collega relatrice ed il rappresentante del Governo per i loro interventi. Ribadisce la finalità del provvedimento di elevare la qualità e la quantità dei funzionari italiani nelle organizzazioni internazionali, per rafforzare l'immagine e la presenza dell'Italia all'estero.

Mario BARBI (PD), riconoscendo l'utilità del provvedimento relativamente alla creazione di uno strumento informativo e conoscitivo, anche con riferimento al rilievo ai fini concorsuali, chiede se siano state consultate le associazioni di categoria e se siano da considerarsi inclusi anche i funzionari italiani presso le istituzioni europee.

Stefano STEFANI, presidente, ricorda al collega Barbi che le associazioni di categoria si sono più volte incontrate negli ultimi anni a New York con le delegazioni parlamentari recatesi all'apertura delle sessioni dell'Assemblea generale dell'ONU.

Enrico PIANETTA (PdL) ed il sottosegretario Enzo SCOTTI ritengono che i funzionari italiani presso le istituzioni europee non siano esclusi dall'ambito di applicazione del provvedimento.

Fiamma NIRENSTEIN, relatore, illustra la sua proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1).

La Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni come formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.15.

Pag. 31

ATTI COMUNITARI

Martedì 20 aprile 2010. - Presidenza del presidente, Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 14.15.

Progetto di decisione del Consiglio che fissa l'organizzazione e il funzionamento del Servizio europeo per l'azione esterna.
8029/10 POLGEN 43.

(Esame e rinvio).

Roberto ANTONIONE (PdL), relatore, osserva che il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) - una delle principali novità introdotte dal Trattato di Lisbona - ha il compito di assistere l'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Il profilo istituzionale dell'Alto Rappresentante delineato nel Trattato dovrebbe risolvere la storica carenza di una «voce unica» dell'UE - di un «unico numero telefonico» come notava ironicamente Henry Kissinger - attraverso il cosiddetto «doppio cappello» istituzionale, ma, a suo avviso, finché non ci sarà un seggio unico europeo presso il Consiglio di sicurezza dell'ONU tale obiettivo non potrà essere raggiunto.
Precisa che l'Alto Rappresentante è chiamato a dirigere la politica estera e di sicurezza comune ma è altresì Vicepresidente della Commissione, con la responsabilità per il coordinamento delle relazioni esterne, compreso l'allargamento, l'aiuto allo sviluppo e il commercio. Compete inoltre all'Alto Rappresentante la presidenza del Consiglio «Affari esteri», che si riunisce almeno una volta al mese e la direzione dell'Agenzia europea di Difesa, dove si riuniscono i ministri della Difesa. Si tratta di una vera e propria «missione impossibile» che l'Alto Rappresentante potrà attuare soltanto con un'efficace apparato di supporto ed un coerente ed articolata sistema di deleghe.
Rileva quindi come da ciò derivi l'importanza del Servizio, la cui creazione è da mesi oggetto di un serrato dibattito tra le istituzioni europee ed è stata al centro del Consiglio informale Affari esteri svoltosi a Cordova il 6 marzo scorso, alla presenza dell'Alto Rappresentante. In quella sede il ministro Frattini ha sottolineato la necessità di lavorare per una voce unica europea in politica estera: «È necessario assicurare che l'Alto Rappresentante, sostenuta dal servizio diplomatico, possa condurre una coerente azione di politica estera, evitando duplicazioni e sovrapposizioni con le iniziative di altre istituzioni UE». Contestualmente, il Governo italiano ha espresso apprezzamento per la scelta dell'Alto Rappresentante di evitare nel reclutamento del nuovo servizio «quote di alcun tipo, per privilegiare il solo criterio dell'eccellenza».
Ricorda che. in vista dell'istituzione del SEAE, con un'efficace scelta dei tempi, il Parlamento ha convertito il decreto-legge n. 1 del 2010, che all'articolo 4 prevede che il Ministero degli affari esteri possa a mettere a disposizione delle istituzioni dell'Unione europea fino a 50 funzionari della carriera diplomatica.
Illustra perciò il progetto di decisione, presentato il 25 marzo scorso dall'Alto Rappresentante Ashton - che ha avuto modo di accennarne anche alla Conferenza di Madrid dei presidenti delle Commissioni esteri a fine febbraio - osservando che definisce il ruolo del Servizio «organo funzionalmente autonomo, distinto dalla Commissione e dal segretariato del Consiglio», posto sotto l'autorità dell'Alto Rappresentante e costituito da un'amministrazione centrale e dalle delegazioni dell'Unione nei paesi terzi e presso le organizzazioni internazionali. Parallelamente al progetto di decisione, sono stati presentati due ulteriori progetti, uno inteso a modificare il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee, per tenere conto del SEAE, ed un altro sul futuro statuto

Pag. 32

giuridico del Personale del Servizio. Mentre la prima, come stabilito dal Trattato, sarà approvata dal Consiglio, le altre due, che seguono la procedura di co-decisione, dovranno essere approvate anche dal Parlamento europeo.
Il SEAE non assisterà soltanto l'Alto Rappresentante nello svolgimento delle sue funzioni, ma anche i Presidenti della Commissione e del Consiglio europeo nonché la Commissione e collaborerà con il Segretariato generale del Consiglio, i servizi della Commissione e i servizi diplomatici degli Stati membri per assicurare la coerenza tra le diverse area dell'azione esterna dell'Unione e tra quest'ultima e le altre politiche. Il SEAE sarà gestito da un Segretario generale (coadiuvato da due vice) che agirà sotto l'autorità dell'Alto Rappresentante. Il suo organigramma prevede direzioni generali a competenza geopolitica, «unità tematiche» e unità incaricate di problemi multilaterali, una direzione generale responsabile per gli affari amministrativi e di bilancio, per la comunicazione e la sicurezza, una direzione gestione delle crisi e pianificazione (CMPD), la capacità civile di pianificazione e condotta, lo staff militare dell'Unione europea (EUMS) ed il Centro situazioni dell'Unione europea. L'amministrazione centrale comprenderà anche un dipartimento legale, sotto la diretta autorità del Segretario generale, e dipartimenti per le relazioni interistituzionali. Per quanto riguarda la gestione delle risorse finanziarie il progetto di decisione precisa che la Commissione rimarrà responsabile della gestione degli strumenti finanziari, come il Fondo europeo di sviluppo (FES) e lo Strumento per il vicinato dell'UE e il partenariato. Tali risorse -in continua crescita negli ultimi anni - ricomprendono lo stanziamento di 1,74 miliardi di euro fissato nelle prospettive finanziarie per il budget PESC cui va aggiunto quello allocato alle relazioni esterne della Commissione nello stesso periodo: 49 miliardi, pari al 5,68 per cento del budget totale previsto dalle stesse prospettive finanziarie.
Le delegazioni dell'Unione europea nel mondo - in altri termini le «ambasciate» comunitarie, attualmente circa 130, per un totale di 5000 dipendenti - saranno gestite da «capi delegazione» che riceveranno le direttive dall'Alto Rappresentante e saranno responsabili della loro attuazione. Anche la Commissione potrà impartire direttive alle delegazioni nei settori nei quali essa esercita i poteri conferitigli dal Trattato. Il Capo delegazione avrà il potere di rappresentare l'UE nel paese in cui ha sede la delegazione in particolare per la conclusione di contratti e come parte di procedimenti legali. Le delegazioni lavoreranno in «stretta cooperazione» con i servizi diplomatici degli Stati membri. Su richiesta degli Stati membri, potranno anche supportarli nelle relazioni diplomatiche e in materia di protezione consolare.
Rileva però come la proposta non dica nulla circa il numero di diplomatici (che proverranno dagli Stati membri, dalla Commissione e dal segretariato del Consiglio) che lavoreranno all'interno del SEAE. L'Alto Rappresentante stabilirà le procedure di selezione dello staff del SEAE, che saranno basate sul merito e sul criterio geografico più ampio possibile, tenendo inoltre nel dovuto conto la questione di genere. Per garantire la piena trasparenza, rappresentanti degli Stati membri, Commissione e segretariato generale del Consiglio saranno coinvolti nelle procedure di reclutamento attraverso l'istituzione di un comitato consultivo sulle nomine. Lo staff comprenderà una presenza significativa di funzionari provenienti dagli Stati membri. Una volta che il servizio avrà raggiunto la sua piena efficienza, «almeno un terzo» dei diplomatici di livello superiore dovrà provenire dagli Stati membri. Al personale del SEAE verrà applicato lo statuto dei funzionari e le condizioni di impiego previste per gli altri impiegati dell'Unione europea; tutti i membri del SEAE avranno gli stessi diritti e obblighi.
Segnala peraltro che, subito dopo la presentazione del progetto di decisione, i capigruppo dei principali partiti presenti al Parlamento europeo hanno rilasciato un

Pag. 33

comunicato stampa congiunto in cui affermano di ritenere la proposta Ashton inadeguata, poiché non prevede una piena ed esplicita responsabilità del SEAE davanti al Parlamento europeo. In particolare, si ritiene che il Parlamento europeo debba essere coinvolto nella nomina dei funzionari senior, inclusi i capi delegazioni.
Evidenzia come, al momento la nostra diplomazia sia impegnata per far affermare il valore dell'apporto italiano nei nuovi organismi del Servizio, contenendo l'eccessivo protagonismo di certi Stati. Ricordando che l'Ufficio di presidenza ha già richiesto di svolgere un'audizione del nostro Rappresentante permanente presso l'UE, Ambasciatore Nelli Feroci, riterrebbe importante per la Commissione acquisire la posizione del Ministero degli Esteri per conoscere meglio: la dimensione globale delle risorse di personale assegnato; lo stato di definizione delle procedure di reclutamento dello staff del Servizio; le forme di raccordo tra la nostra diplomazia ed il SEAE, anche sotto il profilo della formazione.
Al riguardo, esprime pieno sostegno all'idea, avanzata con successo dal ministro Frattini, di creare una Scuola della diplomazia europea presso l'Istituto europeo di Firenze. Un'istituzione di questo genere potrà contribuire a creare una nuova cultura professionale ed a formare una nuova generazione di diplomatici che sappiano vivere la dimensione nazionale e comunitaria dell'azione diplomatica non più in termini antinomici ma di sinergia e di reciproco arricchimento.
Stante il rilievo della proposta di decisione in esame, auspica che la Commissione voglia discuterne ampiamente e quindi valutare l'opportunità di procedere all'adozione di un documento di indirizzo, come previsto dal Regolamento. Conclusivamente, a fronte del primario interesse politico della materia che richiede da parte del nostro Paese una forte capacità di inserimento, lamenta come i meccanismi previsti risentano di quel particolare appesantimento burocratico che da un po' di tempo sta purtroppo caratterizzando l'edificio comunitario. Ritiene opportuno che a questo riguardo si colga l'occasione per manifestare un segnale politico contrario alla tendenza alla farraginosità amministrativa.

Stefano STEFANI, presidente, nel ringraziare il collega Antonione per l'ampia ed acuta relazione, concorda pienamente con le sue osservazioni conclusive.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI sottolinea come l'approvazione della proposta di decisione in esame costituisca un passaggio politico importante per l'Unione europea. Riprendendo l'osservazione del relatore circa il seggio europeo presso il Consiglio di sicurezza dell'ONU, ricorda l'impegno italiano in tal senso nel processo di riforma sulla base della posizione United for Consensus.

Mario BARBI (PD), sottolineando la necessità di procedere al più approfondito esame istruttorio del provvedimento e riservandosi di intervenire nel merito successivamente, chiede al rappresentante del Governo di chiarire i tempi procedurali. Rifacendosi all'indicazione del relatore sul rapporto tra ONU ed UE, fa presente come la grande novità della sanzione dell'aspirazione europea all'univocità nella politica estera dovrà trovare nella pratica diplomatica la misura del grado di avvicinamento al traguardo.
Si sofferma poi sull'intreccio delle competenze intergovernative e comunitarie che sono attribuite all'Alto Rappresentante, che a suo avviso si configura come un'operazione di ingegneria istituzionale ed amministrativa, oltre che di equilibrismo politico, non adeguatamente chiarita nella proposta di decisione e tale perciò da rivelare una debolezza strutturale. Al riguardo, paventa il rischio che ambiti ormai comunitarizzati possano tornare nella sfera intergovernativa, anche con riferimento alla gestione dei fondi.
Ritiene quindi che ci sia ampia materia da approfondire in materia parlamentare al fine di dettare un indirizzo al Governo, affermando l'esigenza che il Parlamento, nello

Pag. 34

spirito europeista che ha sempre caratterizzato l'Italia, dia comunque il suo contributo specifico alla procedura in corso.

Enrico PIANETTA (PdL) ricorda come sia tradizionale l'oscillazione nel processo di integrazione europea tra l'approccio comunitario e quello intergovernativo, sottolineando come spesso ne sia risultato un compromesso al ribasso. La mancata istituzione del Ministro degli esteri europeo ne costituisce, a suo avviso, una riprova che non lascia certo la possibilità di nutrire troppe speranze sulla prospettiva del seggio europeo all'ONU.
Nel ringraziare poi il collega Antonione per la puntuale relazione, condivide l'esigenza di un approfondimento specifico della materia. Considera comunque prioritario che nell'istituzione del SEAE si tenga conto del criterio della meritocrazia e dell'eccellenza ed auspica che l'Italia sappia farsene carico proponendo le candidature più adeguate. Sostiene quindi convintamente la creazione a Fiesole, presso l'Istituto universitario europeo, di un'accademia diplomatica.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI fa presente che la proposta di decisione è all'ordine del giorno del Consiglio il prossimo 26 aprile, ma che ancora non risulta raggiunto un consenso adeguato. Ove però fosse rispettata tale scadenza, i termini per il richiesto approfondimento risulterebbero estremamente ridotti.

Roberto ANTONIONE (PdL), relatore, escludendo l'eventualità di bloccare l'adozione di un importante atto normativo strategico per l'Unione, sottolinea come la portata straordinaria dell'innovazione ne faccia comunque un work in progress che imporrà un profondo cambiamento di visione anche per le diplomazie e le classi politiche nazionali.

Francesco TEMPESTINI (PD), nel concordare con il collega Antonione, ritiene che si debba avviare una riflessione che non si esaurisce nell'esame del provvedimento in titolo, poiché si va delineando un nuovo scenario politico ed istituzionale destinato ad incidere nel tempo anche sul lavoro delle Commissioni parlamentari. L'attuazione del Trattato di Lisbona implica infatti in termini più generali un ripensamento del ruolo dei Parlamenti nazionali

Il sottosegretario Enzo SCOTTI chiarisce di aver fatto riferimento all'aspetto formale e non a quello sostanziale della questione.

Stefano STEFANI, presidente, prospetta l'eventualità di una riunione congiunta con i componenti italiani della Commissione affari esteri del Parlamento europeo

Roberto ANTONIONE (PdL), relatore, oltre alla già calendarizzata audizione del Rappresentante permanente presso l'Unione europea, riterrebbe opportuno audire anche il Segretario generale del Ministero degli affari esteri ed il Direttore generale della Farnesina per il personale.

Francesco TEMPESTINI (PD) osserva che il tema del rapporto con il Parlamento europeo potrebbe essere focalizzato con l'audizione di un esperto.

Mario BARBI (PD), nel condividere gli approfondimenti relativi al punto di vista nazionale, invita a non tralasciare le conseguenze sulla redistribuzione di poteri e funzioni in seno alle istituzioni europee.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

INTERROGAZIONI

Martedì 20 aprile 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 15.

Pag. 35

5-02236 Reguzzoni: Sulla rinegoziazione di accordi in materia di liberalizzazione del trasporto aereo.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Claudio D'AMICO (LNP), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, replicando, si dichiara soddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo che conferma al volontà del Governo italiano a proseguire nel percorso di liberalizzazioni con il necessario coinvolgimento di tutte le diverse Amministrazioni coinvolte. Ritiene che la road map, segnalata dal sottosegretario Scotti, debba essere pienamente implementata, in considerazione della penalizzazione subita, di fatto, dall'aeroporto di Malpensa a fronte di una domanda molto forte da parte di tutto il Nord del Paese relativamente alla presenza di un hub adeguato alle esigenze dell'area. Richiamando la necessità di affidare ad altri operatori le rotte dimesse da Alitalia, auspica il superamento di ogni questione di ordine tecnico che sia d'ostacolo alla apertura di una nuova fase di negoziati.

5-02237 Reguzzoni: Sulla riduzione delle spese di competenza del Ministero degli affari esteri.
5-02238 Reguzzoni: Sul risparmio derivante alle rappresentanze negli USA dal rapporto euro-dollaro.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo su materia affine, saranno svolte congiuntamente.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Claudio D'AMICO (LNP), cofirmatario delle interrogazioni in titolo, si dichiara soddisfatto per la risposta puntuale e completa illustrata dal sottosegretario Scotti. Osserva che le interrogazioni si fondano sul convincimento, rivelatosi poi infondato, che il vantaggioso rapporto di cambio euro-dollaro potesse avere prodotto economie positive sul bilancio del Ministero degli affari esteri. Auspica che il Governo possa in futuro portare elementi di valutazione relativamente agli effetti sui bilanci delle sedi diplomatiche italiane negli Stati Uniti.

5-02522 Zampa: Sul ruolo del Ministero degli affari esteri nella gestione dell'emergenza di Haiti.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Sandra ZAMPA (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta in quanto la risposta fornita dal Governa evade, a suo avviso, i quesiti posti, pur avendo dato conto dei meritevoli sforzi profusi dal Ministero degli affari esteri nella collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile. Ritiene che resti irrisolto il quesito sulle ragioni alla base dei drastici tagli alle risorse della Farnesina in tema di cooperazione allo sviluppo, a fronte dell'autonomia conferita alla Protezione civile nella gestione delle risorse finanziarie nello stesso ambito. Senza mettere in alcun modo in discussione la professionalità e capacità di intervento del Dipartimento della Protezione civile, ritiene che il problema di fondo, in tali casi, sia la mancata applicazione della legge n. 49 del 1987, nonché la confusione dei ruoli, da cui nel caso del sisma di Haiti è derivata la situazione di imbarazzo diplomatico ai più alti livelli istituzionali statunitensi a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal Capo del Dipartimento della Protezione civile.

5-02565 Mecacci: Sulla libertà di stampa in Russia.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei

Pag. 36

termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Matteo MECACCI (PD), pur apprezzando la sensibilità personale del sottosegretario Scotti in tema di diritti umani, ritiene insoddisfacente la risposta illustrata, che si limita a dare conto di quanto posto in essere a livello europeo in reazione ai più recenti episodi di violazione di diritti fondamentali in Russia e in risposta alla significativa e coraggiosa iniziativa del gruppo di intellettuali russi, senza in alcun modo segnalare iniziative del Governo nell'ambito dei rapporti bilaterali. A tal proposito ritiene anomalo che ogni Paese europeo affronti nel dialogo bilaterale con la Russia le maggiori questioni politiche, come la sicurezza energetica o la politica economica e di difesa, impedendo il formarsi di una politica europea in materia, chiamando in causa le competenze dell'Unione europea in occasione di episodi di violazioni dei diritti umani da parte delle autorità russe. A fronte di questa tendenza alla burocratizzazione del diritto umanitario, occorrerebbe riconoscere che l'inveramento in Russia della rule of law è questione politica in quanto capace di produrre un impatto sul sereno andamento delle relazioni internazionali ed economiche con la Russia. Nel richiamare la vicenda relativa al caso Khodorkovsky, fa presente che i buoni rapporti tra il Presidente del Consiglio e l'attuale primo ministro russo Vladimir Putin, lungi dal garantire gli interessi italiani dai rischi derivanti da un'involuzione autocratica in Russia, dovrebbero essere spesi per promuovere l'avvicinamento della Russia agli standard europei in materia umanitaria.

5-02731 Nirenstein: Sulla candidatura dell'Iran al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

Fiamma NIRENSTEIN (PdL), replicando, si dichiara soddisfatta dalla risposta coerente e ben circostanziata, illustrata dal sottosegretario Scotti. Esprime soddisfazione per l'iniziativa italiana relativa alla lettera trasmessa alla leadership delle Nazioni Unite, che conferma la condivisibile linea perseguita dall'Italia presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Richiama la situazione di elevato allarme presso la comunità internazionale, anche a seguito delle pressioni esercitate dall'attuale amministrazione statunitense, quanto alla posizione dell'Iran. Ritiene, tuttavia, che si debba mantenere la situazione di tale Paese sotto stretto monitoraggio in ragione dei noti automatismi e delle dinamiche di formazione delle maggioranze presso il Consiglio, condizionate dalla pressione dei Paesi islamici fondamentalisti. A suo avviso, sussiste il concreto rischio che l'Iran possa ottenere il seggio presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite malgrado le parole cariche di aggressività nei confronti di Israele e della pace mondiale pronunciate da Ahmadinejad nella più prestigiosa sede multilaterale, l'Assemblea Generale dell'Onu.

Stefano STEFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.45.