CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 marzo 2010
298.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
COMUNICATO
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Martedì 16 marzo 2010. - Presidenza del presidente Sergio ZAVOLI.

La seduta comincia alle 14.20.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Intervengono per la RAI il direttore generale, professor Mauro Masi, accompagnato dal direttore delle Relazioni Istituzionali, dottor Marco Simeon, dal vice direttore delle Relazioni Istituzionali, dottor Stefano Luppi, dal dottor Fabrizio Casinelli, dal dottor Andrea Sassano e dal dottor Daniele Mattaccini.

PROCEDURE INFORMATIVE

Audizione del direttore generale della RAI.
(Audizione svolta).

Il PRESIDENTE ricorda che il Direttore generale ha chiesto di essere ascoltato dalla Commissione e che la richiesta è stata accolta nell'ottica di costante confronto e collaborazione che caratterizza i rapporti con la società concessionaria.

Il professor MASI informa i commissari di aver ricevuto dal consiglio di amministrazione il mandato di acquisire al più presto dalla Commissione parlamentare le valutazioni di competenza, dopo la sentenza del TAR dell'11 marzo in tema di regolamentazione della comunicazione politica in periodo elettorale.

Il PRESIDENTE, dopo aver sottolineato l'impegno personale profuso nella mediazione per risolvere positivamente la vicenda, fa presente di avere un'opinione tutt'altro che positiva sulla delibera votata a maggioranza dalla Commissione, che però non comportava la soppressione dei talk show. La Vigilanza ha già preso un'iniziativa, chiedendo ai vertici RAI di allestire con urgenza una simulazione di palinsesto che salvasse i programmi di approfondimento.

Il professor MASI ribadisce che la RAI non è venuta meno ad alcun impegno, ma ha soltanto applicato il regolamento secondo l'unica interpretazione ritenuta possibile.

Secondo il senatore MORRI (PD) la posizione assunta ieri dal consiglio di amministrazione della RAI è grave e lascia il dubbio che la decisione di sopprimere i

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talk show fosse stata presa fin dall'inizio. La RAI avrebbe potuto decidere diversamente, anziché nascondersi dietro il regolamento approvato dalla Commissione.

L'onorevole BELTRANDI (PD) ribadisce che l'intento del regolamento approvato era quello di valorizzare gli spazi assegnati alle tribune politiche e al dibattito politico, limitandosi a regolare sulla base della par condicio lo svolgimento delle trasmissioni di informazione politica.

Il senatore PARDI (IdV) segnala l'anomalia di una campagna elettorale assente dalle sedi pubbliche di divulgazione e di confronto. La decisione del consiglio di amministrazione comporta danni politici per il Paese ed economici per l'azienda, con vantaggi invece per le reti concorrenti. Preannuncia poi iniziative di protesta nei riguardi delle «epurazioni» che il direttore del TG1 sta operando in questi giorni in redazione. [Commenti degli onorevoli Sardelli (Misto-NoiSud) e Lainati (PdL)].

Il deputato LANDOLFI (PdL) critica il senatore Pardi, che lancia gravi accuse in assenza dell'interessato, impossibilitato a replicare.

Secondo il vice presidente MERLO (PD) l'interpretazione restrittiva del regolamento effettuata dalla RAI non era obbligata, esistendo gli strumenti per procedere diversamente e per evitare lo scarico di responsabilità cui si assiste.

Il senatore VITA (PD) ritiene molte dubbie le interpretazioni operate dalla RAI perché violano il contratto di servizio e favoriscono la concorrenza.

L'onorevole RAO (UdC) sottolinea come cancellando i talk show la RAI stia rischiando in questo periodo di porsi in posizione subalterna rispetto alle reti concorrenti.

Il senatore PROCACCI (PD) ritiene che l'atteggiamento assunto dalla RAI sia autolesionista, mentre è effettivamente intollerabile il clima creato nell'azienda rispetto al soddisfacimento delle volontà della maggioranza di Governo.

Secondo il deputato GENTILONI SILVERI (PD), la Commissione potrebbe limitarsi ad affermare che il regolamento approvato non comporta alcun obbligo da parte della RAI di sopprimere i programmi di informazione.

Anche il deputato CARRA (UdC) contesta l'atteggiamento troppo acquiescente agli interessi governativi da parte del consiglio di amministrazione della RAI.

Il senatore BUTTI (PdL) ritiene che non è scandalosa una non identità fra il regolamento approvato dalla Commissione e quello predisposto dall'Agcom per le televisioni private. La Commissione dovrebbe occuparsi piuttosto del protagonismo esagerato di alcuni conduttori della Rai e di riesaminare la par condicio.

Ritenendo particolarmente gravi le dichiarazioni fatte dal senatore Pardi, il deputato SARDELLI (Misto-NoiSud) pone l'interrogativo su chi debba esercitare il controllo e comminare sanzioni nei riguardi dei conduttori.

Deplorando lo sconfinamento da parte dell'Agcom nei confronti della RAI, il deputato CAPARINI (LNP) ritiene che l'azienda si sia limitata a una applicazione rigorosa del regolamento approvato.

Secondo i deputati FORMISANO (IdV) e PELUFFO (PD) la Commissione potrebbe approvare un documento sulla base di quanto proposto dall'onorevole Gentiloni Silveri.

Valutando inaccettabile qualunque sollecitazione nei confronti della Commissione, nonché esorbitante il ruolo esercitato dall'Agcom, il deputato LANDOLFI (PdL) non considera necessario formulare ulteriori interpretazioni del regolamento.

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Il professor MASI, evidenziando come le decisioni del consiglio di amministrazione siano state un chiarimento di responsabilità e come in realtà siano stati sospesi soltanto i programmi che rendevano difficile un'applicazione elastica del regolamento, chiarisce che la RAI non ha patito danni in termini né di risorse pubblicitarie né di ascolti.

Il PRESIDENTE dichiara conclusa l'audizione.

La seduta, sospesa alle 15.30, è ripresa alle 15.35.

Il PRESIDENTE, ascoltate le dichiarazioni del Direttore generale della RAI e considerando come siano in gioco gli interessi della comunità, i bisogni della gente e la tutela della democrazia, propone di chiedere comunque alla RAI di valutare una revisione delle posizioni assunte, anche alla luce degli interessi dell'azienda. Rappresenta infine il proprio desiderio di esercitare un ruolo non di parte, nell'auspicio che la Commissione possa procedere con decisioni condivise.

Il senatore PARDI (IdV), illustrando una proposta di risoluzione volta a disporre che la RAI ripristini i programmi in questione, preannuncia anche la presentazione di un'interrogazione sul tema e avanza una richiesta di audizione del direttore Minzolini.

Il senatore PROCACCI (PD) condivide la proposta del Presidente.

Il deputato LANDOLFI (PdL), ricordando come sia già avvenuto in passato che la Commissione si sia divisa su alcune questioni, non ritiene necessario che oggi venga compiuto alcun gesto ulteriore sull'argomento in discussione.

Il PRESIDENTE ribadisce la possibilità di esercitare, attraverso una specifica dichiarazione, la funzione di indirizzo, la cui unica alternativa è quella di una dichiarazione di impotenza.

A nome del proprio Gruppo politico, il deputato CAPARINI (LNP) non ravvisa alcuna necessità di esprimere ulteriori posizioni rispetto al regolamento approvato.

Il deputato GENTILONI SILVERI (PD) propone di affidare al Presidente un mandato ad esercitare la funzione di indirizzo.

Il senatore BUTTI (PdL) ritiene che, accettando l'ipotesi di una divisione all'interno della Commissione, l'argomento in discussione sia da considerare un capitolo chiuso.

Il senatore PARDI (IdV) dichiara di rinunciare a presentare la proposta di risoluzione preannunciata.

Condivisione della proposta avanzata dal Presidente viene manifestata dal deputato RAO (UdC) e dal senatore VITA (PD), il quale esprime peraltro disagio per le risposte fornite oggi dal direttore generale della RAI.

Il senatore MORRI (PD) propone di mettere ai voti il seguente documento:
«La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, sentito il direttore generale della RAI, professor Mauro Masi, chiarisce che il Regolamento recante le disposizioni di attuazione in materia di comunicazione politica, messaggi autogestiti e informazione della concessionaria pubblica nonché tribune elettorali per le elezioni regionali, comunali e provinciali fissate per i giorni 28-29 marzo 2010, approvato dalla Commissione il 9 febbraio 2010, non obbliga né autorizza alla soppressione dei programmi di informazione politica della RAI.

Invita pertanto la società concessionaria a rivedere la decisione di sopprimere tali programmi nel periodo elettorale».

Il senatore PROCACCI (PD) evidenzia come una lettura puntuale del comma 4

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dell'articolo 6 del regolamento approvato in realtà non consente la soppressione delle trasmissioni in oggetto.

Il deputato GENTILONI SILVERI (PD) chiede che si proceda al voto sul documento proposto dal senatore Morri.

Il senatore BUTTI (PdL) chiede la verifica del numero legale.

Il PRESIDENTE, constata la mancanza del numero legale, chiude la seduta.

La seduta termina alle 16.05.