CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 marzo 2010
296.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e XIV)
COMUNICATO
Pag. 18

ATTI COMUNITARI

Giovedì 11 marzo 2010. - Presidenza del presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.10.

Documento di lavoro della Commissione: Consultazione sulla futura strategia UE 2020.
COM(2009)647 def.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio)

Le Commissioni proseguono l'esame del documento, rinviato nella seduta del 9 marzo 2010.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore per la V Commissione, illustra la proposta di documento finale (vedi allegato 1) elaborato d'intesa con il relatore delle XIV Commissione, soffermandosi sugli aspetti che appaiono prevalentemente riconducibili alle materie di competenza della Commissione Bilancio. In questa ottica, sottolinea che il documento proposto evidenzia come la comunicazione della Commissione europea sulla strategia UE 2020 abbandoni l'enfasi e gli atteggiamenti trionfalistici, che, almeno in parte, caratterizzavano la strategia di Lisbona, ponendosi l'obiettivo di fissare traguardi comuni realistici, con ciò riconoscendo la complessità dei temi che l'Unione europea deve affrontare per garantire un duraturo rilancio dell'economia continentale. Evidenzia, altresì, che la proposta di documento finale pone in luce anche l'esigenza di una più puntuale selezione delle priorità di intervento, in

Pag. 19

quanto il fallimento della strategia di Lisbona appare, a suo avviso, da imputarsi anche all'indicazione a un numero eccessivo di obiettivi. Richiama, inoltre, le numerose osservazioni contenute nella proposta di documento conclusiva riferite al tema della governance della nuova strategia europea, sottolineando come la recente crisi economica internazionale abbia posto in luce tutti i limiti dell'azione di coordinamento delle politiche economiche dei Paesi membri dell'Unione europea. Sempre con riferimento alle osservazioni contenute nella proposta di documento finale, evidenzia come, recependo anche alcune sollecitazioni emerse nel corso del dibattito, sia stato inserito uno specifico riferimento alla necessità di valorizzare il ruolo svolto dalle regioni, che rappresentano un fattore essenziale per la crescita e lo sviluppo dei territori. Nel richiamare le osservazioni formulate con riferimento al ruolo che la politica di coesione dovrà svolgere nell'ambito della strategia UE 2020, si sofferma poi sulle osservazioni formulate con riferimento alle priorità della nuova strategia europea. In primo luogo, sottolinea come il successo della nuova strategia è strettamente legato alla sostenibilità dei bilanci pubblici che, a livello europeo, è assicurata in via primaria dalle regole del Patto di stabilità e crescita. Richiama inoltre l'osservazione contenuta nella proposta di documento riferita alla individuazione agli strumenti di conversione economica delle aree industriali colpite dalla crisi, nonché quella riferita all'esigenza di muoversi nella direzione dell'armonizzazione delle regole fiscali, che recepisce uno spunto di riflessione proposto nel corso del dibattito dal collega Cambursano.

Sandro GOZI (PD), relatore per la XIV Commissione, in aggiunta all'illustrazione svolta dal collega Toccafondi, che ha messo in luce i nodi essenziali del documento proposto, si sofferma su alcuni aspetti meritevoli di attenzione. Richiama, in primo luogo, l'enfasi posta sul coordinamento delle politiche economiche europee ai fini di una governance economica effettiva, e la necessità di un più esteso coinvolgimento dei Parlamenti nazionali nella definizione e nell'effettiva attuazione degli obiettivi della Strategia. Evidenzia inoltre come sia ormai tempo di passare ad un'unica strategia economica, includendo in un solo programma coerente la Strategia per la crescita e l'occupazione, quella per lo sviluppo sostenibile e il Patto di Stabilità e crescita, e come occorrerebbe attribuire un ruolo politico più attivo all'Eurogruppo nel coordinamento delle politiche economiche dei Paesi dell'area euro.
Quanto ai profili di più diretto interesse della XIV Commissione, sottolinea innanzitutto l'accento posto sulla necessità prevedere adeguati stanziamenti, sin dalla revisione intermedia del bilancio UE nel 2010, e di destinare risorse e investimenti comuni e pubblici nei settori ambientali ed energetici. A questo scopo appare prioritario, tra l'altro, favorire una visione ampia, non limitata ai 27 Stati dell'Unione, promuovendo progetti infrastrutturali di notevole importanza strategica per l'UE nelle regioni dei Balcani, del Mediterraneo e dell'Eurasia. Particolare rilievo occorre poi attribuire al rafforzamento dei fondi e delle sinergie nel settore della ricerca e dell'università, poiché la crescita dell'economia europea non potrà prescindere dallo sviluppo delle attività di ricerca di base e applicata, vero motore della crescita e fondamentale requisito di competitività.
Riterrebbe infine opportuno mettere in luce nella proposta di documento un ulteriore aspetto, riguardante la necessità di sviluppare maggiormente la dimensione esterna della Strategia 2020, anche attraverso le politiche commerciali, cui connettere adeguati standard sociali e ambientali.

Lino DUILIO (PD), nel ricordare come anche negli anni passati sia più volte intervenuto nella discussione di atti comunitari, sottolinea come il Parlamento italiano colpevolmente dedichi insufficiente attenzione e scarso impegno all'esame dei documenti elaborati nell'ambito dell'Unione

Pag. 20

europea. Con riferimento alla proposta di documento finale elaborata dai relatori, ritiene che sia opportuno rinviarne l'approvazione al fine di consentire ai componenti della Commissione di verificarne appieno i contenuti che, a una prima lettura, appaiono di portata assai più limitata rispetto a quelli delle risoluzioni presentate al Parlamento europeo dai diversi gruppi parlamentari, che hanno affrontato le questioni poste dalla comunicazione della Commissione europea in modo assai più coraggioso e propositivo. In particolare, ritiene che nell'affrontare le sfide poste dall'elaborazione di una strategia di crescita economica di lungo periodo, non possa trascurarsi, come ad una prima lettura sembra fare la proposta di documento elaborata dai relatori, il tema delle risorse proprie dell'Unione europea, dal momento che giudica impensabile chiedere un rafforzamento del ruolo economico dell'Unione senza corrispondentemente ipotizzare la destinazione di maggiori risorse al bilancio comunitario. Giudica, pertanto, opportuno rinviare l'approvazione del documento finale, segnalando la necessità di recepire alcuni temi essenziali, che sono già stati indicati in atti di indirizzo approvati dal Parlamento in questa legislatura e hanno trovato sostanziale recepimento nelle risoluzioni presentate a livello europeo dai gruppi liberaldemocratico, socialdemocratico e popolare.

Rocco BUTTIGLIONE (UdC) richiama l'attenzione dei colleghi sul rischio che il documento all'esame delle Commissioni richiami troppe questioni e non si concentri sui temi essenziali. Occorre innanzitutto evidenziare con forza il fatto che il fallimento della Strategia di Lisbona deve essere ricondotto all'adozione di un metodo, quello del coordinamento aperto, non adeguato agli obiettivi perseguiti, prevedendo - sul punto vi è un richiamo nella bozza di documento presentata, ma merita maggiore enfasi - l'introduzione di meccanismi premiali o sanzionatori volti ad assicurare il rispetto degli obiettivi. Bisogna dunque dedicare una riflessione approfondita - come si fece, ad esempio, quando si procedette all'introduzione della moneta unica - all'obiettivo di una effettiva coesione. Deve rilevare come, purtroppo, sovente non si dedichi sufficiente attenzione alle questioni più importanti, se queste non sono anche urgenti.
Ritiene inoltre che il patto di stabilità abbia ormai svolto la sua funzione, consentendo di diffondere una cultura della stabilità, e si debba piuttosto mettere in campo una politica economica comune, che consenta di ricorrere a strumenti di politica economica di tipo keynesiano, oggi non adottabili dai singoli Stati. Il Patto rimane infatti inteso in via pressoché esclusiva alla fissazione di vincoli esterni, svolge efficacemente una funzione di 'freno', ma manca invece un 'acceleratore', ossia una politica dell'UE per la crescita. Perciò occorre, per il successo della nuova strategia UE 2020, costruire una governance economica effettiva, che presupporrebbe l'inclusione in un unico programma della Strategia per la crescita e l'occupazione, di quella per lo sviluppo sostenibile e il Patto di Stabilità e crescita; eliminando l'asimmetria, non più sostenibile, tra politica monetaria, competenza esclusiva dell'UE, e politiche economiche e di bilancio prive di coordinamento.
Sottolinea infine, come non si debba chiedere al Governo un maggiore coinvolgimento del Parlamento, poiché le Camere possiedono diversi strumenti di intervento, che è nella loro responsabilità sfruttare pienamente.

Massimo VANNUCCI (PD) sottolinea come opportunamente le presidenze delle Commissioni riunite abbiano inteso assicurare che il dibattito sul documento di consultazione della Commissione europea sulla strategia UE 2020 fosse caratterizzato da uno spirito di collaborazione tra le diverse parti politiche, come testimoniato dalla circostanza che è stato nominato un relatore appartenente a un gruppo della maggioranza e un relatore appartenente al gruppo dell'opposizione. Nell'evidenziare come sia necessario assicurare un'ampia convergenza tra le diverse parti politiche in ordine alla definizione di obiettivi strategici

Pag. 21

di lungo periodo, ritiene opportuno verificare la possibilità di rafforzare i contenuti della proposta di documento finale formulata dai relatori. In particolare, rileva come nella definizione di una strategia volta ad assicurare la crescita economica nel prossimo decennio dovrebbero, a suo avviso, valutarsi con maggiore attenzione le caratteristiche della crisi economica in atto, che continuerà a far sentire i suoi effetti ancora per molto tempo. Ritiene, infatti che non si potrà dire di essere veramente usciti dalla crisi fino a quando non si tornerà a raggiungere i livelli occupazionali esistenti nel 2008e che, pertanto, l'Unione europea dovrà dotarsi di efficaci strumenti di politica economica anticiclica. In questa ottica, ricorda come i limiti delle politiche economiche europee fin qui seguite si siano mostrati in modo evidentissimo nella vicenda degli eurobond, nella quale le diffidenze di Francia e Germania hanno impedito di ricorrere ad uno strumento essenziale per fronteggiare gli effetti della difficile congiuntura economica. In questo quadro, giudica troppo debole il riferimento contenuto nella proposta di documento finale alla creazione di un Fondo monetario europeo, ritenendo invece necessario indicare la necessità di adottare specifiche politiche economiche anticicliche, eventualmente superando l'ottica restrittiva del Patto di stabilità e crescita, che in passato è stato più volte tacciato di «stupidità». Nel sottoporre queste valutazioni ai relatori, indica, infine, l'opportunità di integrare l'osservazione contenuta nella lettera h) nella proposta di documento finale facendo specifico riferimento all'esigenza di riequilibrio territoriale tra le diverse regioni.

Marcello DE ANGELIS (PdL) rileva la necessità di rafforzare il riferimento contenuto nel documento finale all'esigenza di sostenere le piccole e medie imprese, che sono tra i soggetti economici maggiormente danneggiati dalla crisi economica e finanziaria. In particolare, sottolinea come le regole imposte dall'Accordo Basilea 2 abbiano inciso in termini estremamente negativi sulla possibilità per le imprese di minori dimensioni accedere a finanziamenti da parte del sistema bancario, rilevando, pertanto, la necessità di indicare come priorità per la strategia UE 2020 un migliore accesso ai finanziamenti da parte delle piccole e medie imprese. Ritiene che sia opportuno inserire nel documento finale uno specifico riferimento all'esigenza di accelerare la revisione delle regole dettate dall'Accordo Basilea 2, al fine di facilitare la concessione del credito al sistema produttivo italiano.

Pier Paolo BARETTA (PD) rileva preliminarmente l'opportunità del metodo di lavoro scelto dalle presidenze della Commissione bilancio e della Commissione politiche dell'Unione europea, che intende assicurare un ampio coinvolgimento di tutti i gruppi politici nell'elaborazione del documento finale sull'atto comunitario in esame. Con riferimento al contenuto della proposta elaborata dai relatori, dichiara di condividerne l'impianto generale, ritenendo tuttavia opportuni ulteriori approfondimenti su alcuni specifici aspetti della nuova strategia. In particolare, sottolinea come il sistema di governance abbia evidenziato in questi anni limiti significativi, in quanto si è realizzato un coordinamento «chiuso» con riferimento alle politiche della concorrenza, alla politica di coesione e agli aiuti di Stato, mentre si è scelto di mantenere un metodo aperto di coordinamento per le politiche fiscali e sociali. Si tratta, a suo avviso, di una scelta che ha determinato la debolezza del coordinamento tra le diverse politiche economiche degli stati dell'Unione, a fronte della fortissima unificazione delle politiche monetarie derivante dall'adozione della moneta unica. In questo contesto giudica altresì necessaria una riflessione sulla attualità del Patto di stabilità e crescita, che, a suo giudizio, ha esaurito la propria ragione di essere e si è sempre più dimostrato inadeguato al nuovo contesto economico internazionale, caratterizzato dal sempre maggiore sviluppo della globalizzazione. Ritiene pertanto opportuno rinviare l'approvazione

Pag. 22

del documento finale al fine di poterne integrare i contenuti.

Nunziante CONSIGLIO (LNP) esprime apprezzamento per il recepimento nella proposta di documento formulata delle osservazioni da lui svolte nella precedente seduta delle Commissioni, con particolare riferimento al ruolo delle regioni; condivide, peraltro, sul punto quanto detto dal collega Vannucci relativamente all'esigenza di un riequilibrio territoriale. Ritiene opportuno, come da altri sottolineato, concentrare le risorse su limitate priorità. Tra queste va senz'altro incluso il tema delle piccole e medie imprese, con particolare riferimento alle microimprese, nonché quello della riconversione delle attività industriali nelle arre maggiormente colpite dalla crisi.

Amedeo CICCANTI (UdC), dichiarando di condividere le considerazioni di carattere generale del presidente Buttiglione, si associa alla richiesta di rinviare l'approvazione del documento finale sull'atto comunitario in esame al fine di valutare le possibili integrazioni e modifiche da apportare alla proposta elaborata dai relatori. In particolare, sottolinea la centralità del problema della governance della futura strategia UE 2020, rilevando le criticità derivanti dall'asimmetria tra il coordinamento delle politiche economiche, che appare ancora troppo debole e quello delle politiche monetarie che, invece, è particolarmente incisivo. Nel sottolineare la necessità che il documento finale non si limiti a indicare l'esigenza di valorizzare il ruolo svolto dalle regioni, ma individui anche specifici strumenti procedurali per sostanziare tale richiamo, auspica che i relatori possano predisporre un nuova proposta di documento finale che recepisca le indicazioni emerse nel corso dell'odierna seduta in modo da sottoporlo ai componenti delle Commissioni alla ripresa del seguito dell'esame.

Massimo POLLEDRI (LNP) ricorda che nell'audizione del sottosegretario Saglia, svoltasi il 25 febbraio 2010 nell'ambito dell'esame del presente documento di consultazione della Commissione europea, si era dibattuto in ordine alla necessità di riconsiderare gli obiettivi fissati a livello nazionale e comunitario in materia di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica. In particolare, osserva che l'applicazione del Protocollo di Kyoto in Italia comporterebbe oneri per circa 8 miliardi di euro, con evidenti effetti negativi per la competitività del nostro Paese, che si trova a contendere i mercati internazionali con un Paese come la Cina che ogni anno aumenta la propria produzione di anidride carbonica in quantità pari a quella prodotta in un anno dai Paesi dell'intera Europa. Ritiene, pertanto, che il documento finale non possa non contenere uno specifico riferimento a questi temi e, in particolare, alla necessità di rivedere le strategie attualmente previste per l'attuazione del Protocollo di Kyoto.

Giancarlo GIORGETTI, presidente della V Commissione, sottolinea l'esigenza che il documento finale sia approvato entro questa settimana, dal momento che lunedì 15 marzo 2010 è convocata una riunione dell'Eurogruppo su questi temi. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame del documento ad una seduta da convocarsi al termine delle votazioni dell'Assemblea.

La seduta termina alle 15.30.

ATTI COMUNITARI

Giovedì 11 marzo 2010. - Presidenza del presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI - Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Giuseppe Vegas.

La seduta comincia alle 18.15.

Pag. 23

Documento di lavoro della Commissione: Consultazione sulla futura strategia UE 2020.
COM(2009)647 def.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e conclusione - Approvazione di un documento finale).

Le Commissioni proseguono l'esame del documento.

Sandro GOZI (PD), relatore per la XIV Commissione, avverte di aver predisposto, d'intesa con il relatore per la V Commissione, un documento di lavoro, che raccoglie la maggior parte delle proposte correttive e integrative avanzate nel corso del dibattito svoltosi nella precedente seduta (vedi allegato 2) e che illustra nel dettaglio.
Pur ritenendo positiva l'intesa complessivamente raggiunta, esprime quindi alcune riserve su elementi introdotti nel testo dal collega Toccafondi. Si tratta, in particolare, dell'inserimento tra le osservazioni di un richiamo al Protocollo di Kyoto, richiesto dall'onorevole Polledri, poiché, al di là del merito, si tratta di materia che esula dall'oggetto della Strategia 2020. Valuta inoltre strategicamente inopportuno, con riguardo alle risorse finanziarie, fare riferimento, come suggerito dall'onorevole Alfano, alla salvaguardia delle tradizionali linee di spesa con particolare riferimento al settore dell'agricoltura. Anche in questo caso, indipendentemente dal merito dell'intervento, non giudica tatticamente utile richiamare, ponendosi in una posizione difensiva, un tema non direttamente richiamato dalla Strategia 2020. Riterrebbe invece opportuno inserire nella proposta di documento l'inciso proposto dal collega Duilio relativamente all'utilizzo, nel quadro finanziario dell'UE post 2013, anche del margine esistente tra il massimale delle prospettive finanziarie e quello delle risorse proprie. Si tratta di una posizione di carattere innovativo e ritiene utile che il Parlamento italiano si faccia promotore di questo auspicio.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore per la V Commissione, richiamando quanto già evidenziato dal relatore per la XIV Commissione, evidenzia come la formulazione di alcune parti del documento di lavoro elaborato potrebbe essere suscettibile di ulteriori miglioramenti. In particolare, giudica inappropriato il riferimento, nelle premesse del documento finale, all'assenza di politiche dell'Unione europea in materia di occupazione, sottolineando come lo stesso documento finale evidenzi invece come nell'ambito della strategia UE 2020 sia possibile dar vita ad un ampio programma di interventi in materia di tutela dei lavoratori. Osserva, inoltre, che, a suo avviso, l'osservazione contenuta nella lettera y) in ordine all'emissione di titoli europei per il finanziamento di progetti ad altissimo valore aggiunto si sovrapponga sostanzialmente a quella contenuta nella lettera l), che, in via generale, evidenzia la necessità di dotare l'Unione di specifici strumenti per finanziare la crescita, citando, in particolare, la possibilità di emettere titoli di debito pubblico europeo.

Amalia SCHIRRU (PD), con riferimento all'osservazione contenuta nella lettera i) del documento di lavoro elaborato dai relatori, rileva la necessità di precisare che le misure volte all'attuazione della nuova Strategia, nel prevedere interventi finanziari specifici per aree caratterizzate da situazioni di oggettivo svantaggio economico, sociale e territoriale, tenga conto, in particolare, della situazione di svantaggio delle aree insulari.

Il viceministro Giuseppe VEGAS, soffermandosi sui profili del documento riferiti prevalentemente a questioni di carattere economico, osserva, in via generale, che la previsione di un rilevante numero di obiettivi per la politiche sociali a livello europeo sembra necessariamente comportare un corrispondente incremento delle risorse destinate a tali politiche nell'ambito del bilancio dell'Unione. Al riguardo, nel ricordare come sul tema del bilancio dell'Unione si sia svolto un ampio dibattito nelle diverse sedi comunitarie, nel quale il Governo italiano si è impegnato al fine di

Pag. 24

assicurare un contenimento delle spese, evidenzia che sarebbe un errore pensare che la spesa dell'Unione europea possa sostituire quella sostenuta dai singoli Stati membri, in quanto il bilancio comunitario attinge necessariamente le proprie risorse dai bilanci nazionali. Alla luce di tali considerazioni, pertanto, il Governo italiano, unitamente ai Governi di Francia e Germania ha ritenuto che non fosse opportuno un aumento indiscriminato delle spese, anche perché l'attuazione di efficaci politiche anticicliche a livello europeo avrebbe richiesto la mobilitazione di una massa ingente di risorse finanziarie. Con riferimento a specifici aspetti del documento di lavoro elaborato dai relatori, ritiene in primo luogo non condivisibile la formulazione del punto delle premesse volto a richiedere l'eliminazione della insostenibile asimmetria tra politica monetaria, di competenza esclusiva dell'Unione e politiche economiche e di bilancio, che invece rientrano nella competenza degli Stati membri. Osserva, infatti, che nell'attuale situazione di crisi i singoli Stati non hanno potuto utilizzare la leva della politica monetaria e che, pertanto, potrebbe essere estremamente limitativo dell'autonomia dei singoli Stati ipotizzare una loro rinuncia all'adozione di politiche economiche e di bilancio differenziate a livello nazionale. Per quanto attiene poi alle osservazioni contenute nella parte dispositiva del documento di lavoro elaborato dai relatori, ritiene che andrebbe approfondita l'opportunità di richiedere un rafforzamento del principio di solidarietà tra gli Stati membri, chiedendosi, in particolare, se ciò non comporti un superamento dei limiti imposti dal Patto di stabilità e crescita e non rischi di pregiudicare la tenuta stessa della moneta unica europea. Dichiara, inoltre, di non condividere il richiamo contenuto nella lettera i) delle osservazioni a «un approccio non meramente contabile» in materia di revisione del bilancio dell'Unione europea, osservando, altresì, con riferimento all'ipotesi di creazione di un Fondo monetario europeo, che spesso nel dibattito pubblico tale creazione è stata posta in relazione ad ipotesi di superamento o, comunque, di sospensione della adesione di singoli Paesi alla moneta unica europea. Nel condividere le considerazioni del relatore per la V Commissione sull'opportunità di unificare le osservazioni contenute nelle lettere l) ed y) del documento di lavoro, ritiene, invece inopportuno ipotizzare l'utilizzo del margine esistente tra il massimale delle prospettive finanziarie e quello delle risorse proprie dell'Unione europea. Osserva infatti che una tale scelta comporterebbe un incremento dei contributi dovuti dallo Stato italiano al bilancio dell'Unione, che appare in controtendenza rispetto agli orientamenti manifestati dal Governo in sede europea.

Rocco BUTTIGLIONE (UdC), rispondendo al vice ministro Vegas, richiama la struttura del Trattato di Maastricht, che, accanto alla politica monetaria svolta dalla Banca centrale europea, prevede un coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri basato su alcuni parametri fissi di convergenza, tra i quali quello relativo al rapporto tra deficit pubblico e PIL, non superiore al 3 per cento. Evidenzia in proposito che i paesi più 'virtuosi' sono ormai ben oltre questo limite e l'Italia, che si colloca al secondo posto in questa classifica, ha un deficit che si colloca al 5,3 per cento, mentre quello della Francia, al terzo posto in classifica, è pari al 7 per cento. È dunque evidente che, ormai, ci si muove in assenza di coordinamento e senza confini definiti. Altri Paesi - cita la Gran Bretagna e gli Stati Uniti - possono invece mettere in atto politiche keynesiane, ovvero politiche di deficit volte a favorire l'occupazione, ciò che non è attuabile in Europa da parte di singoli Stati. È per questo motivo che una politica economica comune sarebbe utile, poiché a fronte del ruolo frenante svolto dalla BCE occorre avere strumenti di accelerazione dell'economia, quale è il coordinamento dei bilanci. Ritiene peraltro che questa sia una direzione verso la quale necessariamente tendono le politiche economiche europee, indispensabile per fronteggiare efficacemente la crisi economica.

Pag. 25

Si tratta, come è evidente a tutti, di un tema estremamente serio, che non può essere liquidato con una battuta.
Si sofferma quindi su quanto inserito nella proposta di documento - su proposta dell'onorevole Vannucci - circa l'opportunità di un approccio politico e non meramente contabile al bilancio dell'UE. Invita i colleghi a riflettere sulla situazione delle regioni meridionali del nostro Paese nel quadro finanziario 2013-2020, laddove si adottasse un criterio meramente contabile; è evidente che occorre un criterio più sofisticato e complesso, che tenga conto delle aree più deboli.

Pier Paolo BARETTA (PD) con riferimento a quanto affermato dal vice ministro Vegas, riconosce che l'obiettivo di una politica economica europea comporta per gli Stati membri l'accettazione di nuovi vincoli e ulteriori cessioni di sovranità. Osserva tuttavia come sussiste una contraddizione tra i vincoli già in essere, come quelli derivanti dalla disciplina degli aiuti di Stato, e la totale discrezionalità che contraddistingue altri ambiti e in particolare le politiche sociali. Ritiene che si ponga pertanto la scelta se tornare indietro o andare avanti verso una nuova prospettiva, aumentando il livello di integrazione.

Lino DUILIO (PD) nell'esprimere condivisione in merito alla decisione di approvare nella seduta odierna il documento finale, rileva tuttavia come per affrontare con profitto le tematiche europee, occorra un adeguato approfondimento e non ci si possa limitare ad una trattazione superficiale. A riguardo, osserva come nella giornata odierna l'esame del documento finale sia stato seguito da due diversi rappresentanti del governo ed il vice ministro Vegas si sia trovato nelle condizioni di dover elaborare frettolosamente un parere. Ritiene che, per ambire a svolgere un ruolo in Europa, sia necessario dedicare più tempo ed attenzione alle questioni in esame e che il Governo debba partecipare a tutta l'attività istruttoria e non limitarsi ad intervenire in sede di adozione del documento finale. Venendo ai rilievi espressi dal viceministro Vegas ad alcune sue proposte di modifica del documento finale, fa presente che, in una seduta del 22 aprile 2009, l'Assemblea della Camera dei deputati ha già adottato una risoluzione con contenuti analoghi alle predette proposte.
In particolare, il Governo era stato impegnato a sostenere in sede europea l'opportunità di utilizzare il margine esistente tra il massimale delle prospettive finanziarie e quelle delle risorse proprie nonché a proporre in sede UE l'adozione di specifici strumenti per finanziare la crescita ricorrendo, in particolare, all'emissione di titoli di debito pubblico europeo. Tale risoluzione, a prima firma del deputato Gottardo, analoga ad un'altra risoluzione, a prima firma del deputato Gozi, è stata approvata dall'Assemblea all'unanimità. Nella risoluzione si impegnava inoltre il Governo ad impegnarsi affinché l'Unione europea potesse disporre di risorse aggiuntive da destinare a progetti ad alto valore aggiunto nei settori della sanità, della ricerca e delle infrastrutture. Richiama quindi contenuti di una risoluzione sottoscritta da deputati dei gruppi liberaldemocratico, socialdemocratico e popolare del Parlamento europeo in cui si raccomanda lo sviluppo di grandi progetti europei, con particolare riferimento alle reti energetiche e al settore ambientale. Conclude rilevando come, qualora non venga svolto sulla base di una adeguata conoscenza dei temi trattati, il lavoro parlamentare diventi inutile.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, propone una breve sospensione dei lavori al fine di consentire ai relatori di apportare alla proposta di documento finale le modifiche conseguenti al dibattito svoltosi.

Le Commissioni concordano.

La seduta, sospesa alle 18.45, riprende alle 19.20.

Sandro GOZI (PD) illustra la nuova proposta di documento finale (vedi allegato 3),

Pag. 26

definita con il collega Toccafondi. Segnala, in particolare, che al settimo capoverso delle premesse, l'espressione riguardante l'assenza di politiche dell'UE per l'occupazione, cui aveva fatto riferimento critico il relatore Toccafondi, è stata modificata prevedendo che «occorre rafforzare le politiche dell'UE per l'occupazione». Il nono capoverso delle premesse è stato modificato prevedendo non più «l'eliminazione» delle asimmetrie tra politica monetaria, competenza esclusiva dell'UE, e politiche economiche e di bilancio, «prive di coordinamento», bensì «un intervento»sulle asimmetrie tra politica monetaria, competenza esclusiva dell'UE, e politiche economiche e di bilancio, rafforzandoneil coordinamento.
Nella parte relativa alla governance della Strategia, la lettera i) è stata modificata, sostituendo il terzo periodo con il seguente: «Occorre inoltre che il Governo si adoperi, in vista della revisione del bilancio dell'Unione europea, per evitare ogni tentativo di rinazionalizzazione della politica regionale,affermando un approccio adattato alle esigenze delle regioni più svantaggiate, non strettamente legato al PIL, ma che tenga conto, in particolare, del tasso di disoccupazione, nonché per mantenere, anche per le regioni italiane attualmente incluse nell'obiettivo convergenza, un livello di risorse non inferiore a quello previsto dal quadro finanziario 2007-2013».
Quanto alle osservazioni contenute nella sezione dedicata alle priorità della Strategia UE 2020, è stata modificata la lettera l), inserendo, in fine, un inciso che invita a valutare anche la possibilità di destinare risorse significative per progetti e prodotti europei ad altissimo valore aggiunto.
Infine, con riguardo alle risorse finanziarie per l'attuazione della Strategia 2020, alla lettera x), il richiamo alla salvaguardia delle tradizionali linee di spesa con particolare riferimento al settore dell'agricoltura è stato sostituito con un richiamo, più generico, alla salvaguardia del settore dell'agricoltura.

Amedeo CICCANTI (UdC) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di documento finale formulata dai relatori.

Massimo VANNUCCI (PD) preannuncia a sua volta il voto favorevole del PD sulla proposta di documento finale formulata dai relatori.

Nessun altro chiedendo di intervenire, le Commissioni approvano, all'unanimità, la proposta di documento finale formulata dai relatori.

La seduta termina alle 19.30.