CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 febbraio 2010
286.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 23 febbraio 2010.

Sulla riforma della normativa in materia di tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini.
Audizione dei rappresentanti dell'Associazione enologi enotecnici italiani (Assoenologi).

L'audizione informale è stata svolta dalle 14.25 alle 14.45.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 23 febbraio 2010. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 14.45.

Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, con annessi, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991.
Nuovo testo C. 2451 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.

Sebastiano FOGLIATO (LNP), relatore, fa presente che il provvedimento in esame reca la ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, regione considerata una delle ultime aree naturali dell'Europa centrale. In esse sono presenti circa 30 mila specie animali e 13 mila specie vegetali, molte delle quali esclusive di tale area. Esse costituiscono inoltre la più grande riserva d'acqua d'Europa, e danno vita ai più grandi fiumi europei. Tali caratteristiche rendono le Alpi, non solo una regione dalle straordinarie risorse ambientali, ma anche un territorio sensibile e complesso e, quindi, particolarmente esposto alla pressione esercitata dall'uomo e dalle sue attività.
Le Alpi, infine, si estendono sui territori nazionali di più Stati europei ed i suoi

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confini sono definiti da elementi naturali e da caratteristiche socioeconomiche che quasi mai coincidono con le frontiere degli Stati nazionali interessati.
L'insieme delle suddette ragioni è alla base della consapevolezza che, da tempo, accomuna tutti gli Stati interessati, riguardo alla necessità di realizzare un vero ed efficace coordinamento internazionale degli interventi a tutela della regione alpina, minacciata dai cambiamenti climatici e dalle infrastrutture e dal turismo di massa.
Il 7 settembre 1991, dopo un negoziato di due anni, sei Paesi dell'arco alpino (Austria, Svizzera, Francia, Germania, Italia e Liechtenstein), e la Commissione europea, hanno sottoscritto, a Salisburgo, la Convenzione delle Alpi, che per la prima volta riconosce l'unità territoriale alpina e la necessità di garantire sviluppo e politiche di tutela comuni. A tali Paesi si sono successivamente aggiunti Slovenia e Principato di Monaco, che hanno portato agli attuali otto (più la commissione UE) il numero degli Stati aderenti alla Convenzione.
La Convenzione, la cui ratifica da parte dell'Italia è avvenuta con la legge 14 ottobre 1999, n. 403, si configura come un accordo-quadro, nel cui ambito sono definiti gli obiettivi per una corretta politica ambientale, per la salvaguardia delle popolazioni e delle culture locali e per l'armonizzazione tra gli interessi economici e la tutela del delicato ecosistema alpino, stabilendo i criteri cui dovrà ispirarsi la cooperazione fra i paesi interessati, in ottemperanza ai principi della prevenzione, della cooperazione e della responsabilità di chi causa danni ambientali.
Al fine di poter perseguire i suddetti obiettivi, le parti aderenti alla Convenzione si impegnano ad realizzare gli interventi necessari, anche attraverso la successiva adozione di specifici Protocolli, dei quali, appunto, si chiede l'autorizzazione alla ratifica con il provvedimento in esame.
I Protocolli sono nove e sono indicati all'articolo 1, comma 1, alle lettere da a) a i). In particolare, essi riguardano:
a) «Protocollo nell'ambito delle foreste montane», fatto a Brdo il 27 febbraio 1996;
b) «Protocollo nell'ambito della pianificazione territoriale e sviluppo sostenibile», fatto a Chambéry il 20 dicembre 1994;
c) «Protocollo nell'ambito della composizione delle controversie», fatto a Lucerna il 31 ottobre 2000;
d) «Protocollo nell'ambito della difesa del suolo», fatto a Bled il 16 ottobre 1998;
e) «Protocollo nell'ambito dell'energia», fatto a Bled il 16 ottobre 1998;
f) «Protocollo nell'ambito della protezione della natura e della tutela del paesaggio, con allegati», fatto a Chambéry il 20 dicembre 1994;
g) «Protocollo nell'ambito dell'agricoltura di montagna, con allegato», fatto a Chambéry il 20 dicembre 1994;
h) «Protocollo nell'ambito del turismo», fatto a Bled il 16 ottobre 1998;
i) «Protocollo nell'ambito dei trasporti», fatto a Lucerna il 31 ottobre 2000.

Oltre al protocollo specificatamente dedicato all'agricoltura di montagna, sono da considerare rilevanti ai fini del ruolo multifunzionale dell'agricoltura anche i protocolli relativi alle foreste, alla difesa del suolo, alla tutela del paesaggio, alla pianificazione territoriale ed allo sviluppo sostenibile.
In particolare, il Protocollo sull'agricoltura di montagna prevede principalmente di incentivare le attività agricole ecocompatibili (ad esempio: allevamento estensivo), nonché finalizzate alla tutela dell'ambiente e del paesaggio (rientrando quindi anche nei relativi Protocolli). In questo senso è anche prevista la conservazione delle fattorie e degli elementi

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architettonici rurali tradizionali. Particolare attenzione è, inoltre, riservata alla valorizzazione dei prodotti di montagna per i quali è anche prevista la creazione di specifici marchi di denominazione di origine o di garanzia della qualità.
Il Protocollo sulle foreste montane, poi, presta particolare attenzione alla pianificazione forestale finalizzata ad assicurare le funzioni protettive delle foreste e la loro rilevanza dal punto di vista economico ed ecologico.
Con riferimento ai contenuti che, nell'ambito dei Protocolli non dedicati espressamente al settore primario, che rivestono maggiore interesse agricolo vi è da rilevare che nei Protocolli sulla pianificazione territoriale e sullo sviluppo sostenibile è riservata particolare attenzione al ruolo che il settore primario, attraverso attività le agrosilvopastorali, è in grado di svolgere al fine di migliorare le caratteristiche del territorio in funzione della difesa dai rischi naturali. Contenuti analoghi si ritrovano anche nel Protocollo per la difesa del suolo, ove è riconosciuta particolare importanza alla necessità di applicare appropriate pratiche di coltivazione, pastorizia e silvicoltura.
Considerata l'importanza che l'attuazione degli interventi di cui ai Protocolli di cui si chiede la ratifica potrà rivestire ai fini di una concreta protezione della regione alpina e tenuto conto che, allo stato, gli unici Paesi a non avere ancora ratificato alcun Protocollo sono l'Italia e la Svizzera, ritiene che la Commissione possa esprimersi positivamente, al fine di procedere con la massima celerità possibile alla ratifica recata dal provvedimento in esame.

Paolo RUSSO, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.50.