CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 febbraio 2010
278.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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Mercoledì 3 febbraio 2010. - Presidenza del presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

La seduta comincia alle 9.20.

Seguito dell'esame della domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni del deputato Nicola Cosentino (Doc. IV, n. 6).
(Esame e rinvio).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, nel dare la parola al relatore fa presente che come di norma il deputato interessato all'odierna deliberazione è stato invitato ad intervenire.

Antonino LO PRESTI (PdL), relatore, stante l'identità dei fatti esaminati in occasione della domanda di autorizzazione all'arresto dell'onorevole Cosentino crede che gli sarà consentito di ritenerli noti e di non doverli ripetere. Le intercettazioni il cui utilizzo viene richiesto afferiscono a conversazioni avutesi tra il deputato Cosentino e altre persone fra il 2002 e il 2004. Già questo elemento fa ritenere scarsamente plausibile la richiesta che, all'evidenza, prende in considerazione elementi ormai molto risalenti nel tempo e la cui idoneità probatoria deve ritenersi in gran parte scemata. Si tratta di conversazioni il cui contenuto non conferisce profili di novità alle risultanze dell'esame che abbiamo già svolto a proposito della richiesta di arresto. Il Cosentino parla con il Valente, con il Facchi e con i fratelli Orsi. Questi rapporti erano già noti alla Giunta e il collega Cosentino non li ha mai negati. Si sa però che il solo fatto che questi contatti fossero in essere in quegli anni non può ritenersi decisivo ai fini della colpevolezza dell'onorevole Cosentino per i reati a lui ascritti. Sottolinea in particolare che, a pagina 39 del fascicolo delle intercettazioni, Valente e Cosentino parlano dell'intervento del ministro Matteoli nella vicenda dell'individuazione del sito Lo Uttaro come discarica. Valente informa Cosentino dell'orientamento contrario del ministro ma Cosentino ritiene che la cosa non sia rilevante. Poi si fa passare il sub-commissario Facchi e anche Facchi insiste sull'opposizione del ministro sulla vicenda di Lo Uttaro ma Cosentino non appare colpito. Né risulta particolarmente impressionato quando, ripresa la conversazione con Valente, questi gli dice che dietro l'opposizione alla discarica Lo Uttaro sarebbe Paolo Togni, capo di gabinetto di Matteoli, asseritamente legato ai fratelli Colucci, titolari della Waste management. A pagina 43, addirittura, Cosentino dubita della verità di quello che gli viene prospettato. Ciò evidentemente è in contrasto con l'ipotesi accusatoria secondo la quale invece Cosentino avrebbe avuto

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un aperto fastidio dagli interventi ostativi di Altero Matteoli.
In sostanza e in conclusione, la sussistenza di elementi che - ripete - risalgono al più tardi al 2004, la mancanza di novità e anzi queste indicazioni contrarie portano a ritenere che la fragilità dell'impianto accusatorio - già constatata nella relazione che ebbe a svolgere per l'Assemblea sulla richiesta di arresto - venga confermata in questa circostanza.
Inoltre, gli risulta francamente curioso che elementi che allora non furono ritenuti idonei a consolidare sospetti a carico di Cosentino e a farlo iscrivere al registro degli indagati divengano oggi addirittura fattori necessari per un rinvio a giudizio. Propone quindi il diniego dell'autorizzazione.

Federico PALOMBA (IdV) rileva che nei giorni scorsi la Corte di cassazione ha emanato una sentenza sull'impugnazione che l'onorevole Cosentino ha proposto sul provvedimento del Gip di Napoli che disponeva la sua misura cautelare. Tale sentenza è totalmente negativa per l'interessato e questo fa capire come la Giunta e la Camera non si dovrebbero mai sostituire all'autorità giudiziaria nella valutazione dei fatti. Quando ciò accade con disinvoltura e disprezzo per l'equilibrio dei poteri, si cade in macroscopici errori. Evidentemente la pronuncia della Camera è stata affrettata e politicamente orientata. Tali considerazioni non solo dovrebbero indurre alla concessione dell'autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni ma anche a tornare sulla decisione in ordine all'autorizzazione all'esecuzione all'arresto assunta qualche settimana fa. Quella decisione infatti fu presa rebus sic stantibus e quindi essa deve essere nuovamente assunta alla luce dei nuovi elementi. Chiede quindi un rinvio in attesa di acquisire la sentenza della Corte di cassazione.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, ricorda che in materia d'immunità parlamentare la Giunta e la Camera si pronunciano una e una sola volta. Il provvedimento della Corte di cassazione, sull'impugnazione da parte dell'onorevole Cosentino della misura cautelare che lo ha interessato costituisce un giudizio e una valutazione degli stessi fatti su cui la Giunta e la Camera si sono già pronunciate. Esso invece non costituisce di per se un fatto nuovo. Fa comunque presente di aver già domandato al presidente della I sezione della Corte di cassazione copia della sentenza, che sarà trasmessa alla Giunta non appena depositata.

Pierluigi MANTINI (UDC), ricordato che la Giunta in questi casi ha mostrato in passato disponibilità alla concessione dell'autorizzazione all'uso delle intercettazioni, come nel caso del collega Fassino (Doc. IV n. 9-A, XV legislatura), non crede ben impostata la relazione: la Giunta non deve entrare nel merito dei contenuti delle intercettazioni bensì verificare la correttezza dei presupposti procedurali del loro svolgimento e della loro introduzione agli atti del processo, eventualmente così constatando la sussistenza o la mancanza di un fumus persecutionis.

Maurizio PANIZ (PdL), osservato incidentalmente che si sarebbe astenuto dal consigliare al collega Cosentino il ricorso per cassazione, sottolinea che il relativo giudizio ha bensì la stessa base fattuale ma non le medesime finalità della deliberazione parlamentare ai sensi dell'articolo 68, secondo comma, della Costituzione. Sicché l'esito del giudizio di cassazione non influenza in alcun modo il lavoro della Giunta e della Camera, la cui pronunzia in punto di fumus persecutionis è sovrana e definitiva. Concorda pertanto con i rilievi del Presidente Castagnetti. Ricordato peraltro che l'Assemblea della Camera respinse la domanda di autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni a carico di Vincenzo De Luca (Doc. IV, n. 15-A, XIV legislatura), aderisce alla tesi del relatore per cui l'autorità giudiziaria ha dato delle intercettazioni una lettura distorta e molto posticipata a fini penalistici. In tal senso è importante addentrarsi anche nel merito delle questioni sottoposte

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alla Giunta e, da questo punto di vista, gli sembra evidente la forzatura politica dell'operazione e preannunzia fin d'ora il suo voto negativo sulla domanda in titolo.

Marilena SAMPERI (PD) sottolinea che le intercettazioni appaiono regolarmente acquisite al procedimento, sia alla luce della correttezza dei provvedimenti dispositivi e acquisitivi del materiale, sia alla luce della tempistica. Sebbene in effetti le intercettazioni non abbiano in sé quella caratteristica valenza indiziante, esse l'acquistano alla luce degli elementi successivi della trama dell'indagine, quali le risultanze raccolte dai fratelli Orsi, da Vassallo e dallo stesso Valente. Se peraltro il relatore fosse convinto davvero che le intercettazioni non hanno valore accusatorio ma anzi ne abbiano uno a discarico dell'indagato, il diniego del loro utilizzo sarebbe davvero incomprensibile. Auspicato quindi che la Giunta e la Camera non vogliano dare un cattivo segnale al territorio casertano, nel quale si conduce una disperata battaglia contro le cosche, aderisce alla richiesta di rinvio in attesa di acquisire la sentenza della Corte di cassazione.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, atteso che stanno per iniziare votazioni nominali in Assemblea, avverte che dovrà sospendere l'esame, anche per consentire lo svolgimento di ulteriori interventi. La Giunta, se non vi sono obiezioni, sarà riconvocata quando il provvedimento della Corte di cassazione di cui oggi si è discusso, sarà stato trasmesso.
(Così rimane stabilito).

La seduta termina alle 10.