CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 gennaio 2010
275.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi
COMUNICATO
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Mercoledì 27 gennaio 2010. - Presidenza del presidente Sergio ZAVOLI. - Intervengono per la RAI il dottor Stefano Luppi ed il dottor Daniele Mattaccini.

La seduta comincia alle ore 14.10.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Il PRESIDENTE avverte che, ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità della seduta sarà assicurata per mezzo della trasmissione con il sistema audiovisivo a circuito chiuso.

ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E DI VIGILANZA

Esame delle disposizioni in materia di comunicazione politica, messaggi autogestiti, informazione e tribune della concessionaria del servizio radiotelevisivo pubblico relative alle campagne per le elezioni regionali, provinciali e comunali previste per i giorni 28 e 29 marzo 2010.
(Esame e rinvio).

Il deputato BELTRANDI (PD), relatore, illustra il testo proposto, ponendo in rilievo l'importanza della prossima tornata elettorale regionale per il gran numero di regioni coinvolte e per l'attuale contesto politico, peraltro notevolmente mutato dalle elezioni del 2005. Il testo in esame, molto innovativo rispetto ad altri regolamenti elettorali, ha l'obiettivo di garantire il rispetto della legge n. 28 del 2000 e di assicurare alla Commissione un ruolo più attivo nel monitoraggio del palinsesto della RAI, anche in considerazione dei numerosi interventi che l'Agcom ha dovuto effettuare negli ultimi anni a seguito di violazioni della par condicio. Le principali novità del testo riguardano: l'obiettivo di includere, nella comunicazione politica durante la fase antecedente alla presentazione

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delle candidature, soggetti politici comunque significativi, ma che rimarrebbero esclusi con l'applicazione di criteri eccessivamente restrittivi; un maggior rigore nella regolamentazione delle trasmissioni informative, di cui non si può più trascurare la portata in termini di contenuto politico; la richiesta di dati settimanali alla RAI, anche per quanto riguarda le trasmissioni regionali, in materia di comunicazione politica.

Il senatore BUTTI (PdL), sottolineando la sovrapposizione fra Radio Radicale, che continua a ricevere fondi pubblici, e GR Parlamento, considera inaccettabili le posizioni rigide dei radicali in altri contesti. Considera, inoltre, grave la proposta di «ammutolire» i programmi di approfondimento con l'inserimento in essi, negli ultimi trenta giorni della campagna elettorale, di Tribune politiche che riducono pesantemente lo share e per le quali esistono invece spazi specifici. La legge sulla par condicio andrebbe comunque completamente rivisitata. Si dichiara comunque contrario ai criteri di accesso alla comunicazione politica proposti dal relatore.

Valutando l'entità delle novità di cui si propone l'introduzione, che richiederebbero un serio approfondimento, il PRESIDENTE propone un confronto serrato e ristretto, in un apposito gruppo di lavoro, fra i Commissari interessati alla predisposizione di un testo che possa accogliere le esigenze prospettate.

Il senatore BUTTI (PdL) assicura che il Gruppo che egli rappresenta è in grado di elaborare in breve gli emendamenti da proporre.

Il vice presidente MERLO (PD) concorda sulla proposta avanzata dal Presidente, affinché un confronto sulle varie disposizioni, soprattutto quelle più divergenti, si svolga prima della presentazione di emendamenti formali.

La Commissione concorda.

Il PRESIDENTE rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

Esame di una proposta di risoluzione in materia di disciplina dei compensi dei conduttori e degli ospiti delle trasmissioni RAI.
(Esame e rinvio).

Il relatore, senatore PALMIZIO (PdL), illustra brevemente l'atto di indirizzo in titolo, che si prefigge di individuare una possibile disciplina dei compensi dei conduttori, anche al fine di stabilire un principio di trasparenza. Il provvedimento prevede che il costo complessivo di una trasmissione, con il dettaglio dei singoli compensi, sia indicato esplicitamente, congiuntamente allo share ottenuto dalla stessa trasmissione. Esso prevede altresì che, al fine di regolamentare i compensi dei conduttori, sia possibile agganciarli direttamente allo share di ascolto che la trasmissione assicura.

Il senatore VIMERCATI (PD) ritiene che una possibile pubblicazione dei dati possa avvenire piuttosto sul sito Internet. Non ritiene invece possibile entrare nel merito dell'autonomia della RAI nella determinazione di retribuzioni e compensi. Ritiene altresì che lo scopo debba essere quello della valorizzazione del servizio pubblico, ai fini di un innalzamento della qualità, piuttosto che quello del conseguimento dello share.

Nel concordare sull'esigenza di trasparenza che l'atto in esame si prefigge, il deputato BELTRANDI (PD) evidenzia però la necessità di tenere in considerazione la duplice posizione della RAI, tra servizio pubblico e concorrenza sul mercato. Nel condividere le perplessità del senatore Vimercati, ritiene che sarebbe necessario tener presente la parcellizzazione che gli ascolti registrano nel corso del tempo, anche in relazione ad un confronto con quelli registrati dai concorrenti.

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Secondo il vice presidente MERLO (PD) vi sono molte incognite sulle possibili ricadute del provvedimento. L'oggettiva esigenza di moralizzazione deve essere coniugata con quella di non colpire la credibilità e la competitività della RAI.

Pur condividendo lo spirito del provvedimento, in particolare per la parte riferita alla trasparenza, il deputato RAO (UdC) esprime perplessità sul rischio di minare l'autonomia del consiglio di amministrazione della RAI. Peraltro, si rischia di scatenare una guerra sugli orari di collocamento dei programmi per assicurarsi lo share, laddove questo va a incidere sulla determinazione del cachet. Infine, la conoscenza del limite massimo dei compensi potrebbe avvantaggiare la concorrenza.

Premettendo che il testo è da considerare aperto a qualunque contributo e confronto, il senatore BUTTI (PdL) è convinto che i compensi dei conduttori siano ben noti alla concorrenza, mentre invece una pubblicazione dei dati limitata al sito Internet non sarebbe sufficiente, data l'eterogeneità del pubblico televisivo. D'altronde, non è immaginabile combattere l'evasione del canone senza affrontare la questione della trasparenza dei costi. La proposta di legare i compensi allo share rappresenta solo un indirizzo fornito all'azienda.

Intervenendo in replica, il senatore PALMIZIO (PdL) sottolinea come non venga imposto alla RAI il sistema di comunicazione dei dati. Peraltro, per quanto riguarda le trasmissioni di servizio pubblico, la RAI potrebbe decidere di adottare criteri diversi.

Secondo il PRESIDENTE nel servizio pubblico è inaccettabile l'applicazione del parametro dello Share. Occorre una riflessione accurata sulla determinazione della qualità del servizio pubblico stesso, anche attraverso un serio confronto con l'azienda. Si potrebbe indire un incontro della Commissione con i vertici della Rai e i responsabili dell'intrattenimento per affrontare il problema della gestione del «servizio pubblico» riferito al suo dovere di garantire la qualità, oltre che con l'informazione, anche con i programmi di intrattenimento. Ciò consentirebbe di regolamentare, di comune intesa, criteri e costi su cui fondare un nuovo rapporto fiduciario con l'opinione pubblica: d'altronde, non si può non tener conto del fatto che ad un numero sempre maggiore di persone, di estrazioni e culture diverse, non piace l'attuale televisione. La TV pubblica non può esulare dall'obiettivo di far crescere la società, mentre la competizione deve esplicitarsi attraverso la capacità di distinguersi.

Secondo il deputato BELTRANDI (PD) si potrebbe riprendere il discorso della esplicita classificazione dei programmi di servizio pubblico, ad esempio attraverso l'esposizione del cosiddetto «bollino». Condividendo comunque le preoccupazioni del Presidente, ritiene necessario confrontarsi con l'azienda, evitando però ulteriori rinvii.

Il PRESIDENTE rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.35.