CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 gennaio 2010
268.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Mercoledì 13 gennaio 2010. - Presidenza del presidente della IV Commissione, Edmondo CIRIELLI. - Intervengono il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga, e il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 14.35.

DL 1/2010: Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa.
C. 3097 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 12 gennaio 2010.

Augusto DI STANISLAO (IdV), ritiene che non si possa intervenire compiutamente nella discussione sul decreto-legge in oggetto senza che il Governo fornisca alle Commissioni un quadro esaustivo dell'attuale stato delle missioni internazionali. In mancanza di tale quadro, infatti, il dibattito rischierebbe di trasformarsi in un rito privo di contenuti sostanziali in cui vengono esaminate periodicamente le stesse disposizioni, impedendo al Parlamento, e soprattutto alle opposizioni, di dare il proprio contributo ai fini della realizzazione di una posizione unitaria sulle missioni da parte di tutte le forze politiche.

Federica MOGHERINI REBESANI (PD) formula alcune osservazioni in merito al provvedimento in oggetto, evidenziandone i principali profili problematici. Innanzitutto, ricorda che la copertura finanziaria del provvedimento in esame è realizzata per 750 milioni di euro a valere sulle risorse destinate alle missioni internazionali e per circa 54 milioni di euro mediante corrispondente riduzione lineare delle dotazioni di parte corrente delle missioni di spesa di ciascun ministero per gli importi indicati nell'allegato 1 del decreto-legge in esame. In proposito, sottolinea come il suo gruppo, nel corso delle comunicazioni rese dai ministri degli esteri e della difesa davanti alle Commissioni

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riunite III e IV di Camera e Senato, avesse segnalato che 750 milioni di euro non sarebbero risultati sufficienti alla copertura del primo semestre dell'anno 2010 e che, più in generale, si sarebbe dovuto provvedere a finanziare l'intero anno. Poiché peraltro era stato presentato un ordine del giorno che invitava il Governo a costituire un apposito Fondo missioni internazionali per la copertura degli oneri relativi anche al secondo semestre, auspica che al più presto l'Esecutivo dia seguito al predetto atto d'indirizzo.
In secondo luogo svolge alcune considerazioni in merito alle variazioni della presenza militare nei principali teatri operativi rispetto all'anno 2009. Per quanto riguarda il Libano, rileva con soddisfazione che, come auspicato dal proprio gruppo, la riduzione della presenza militare italiana risulta alquanto contenuta ed è ascrivibile al cambio del comando del contingente internazionale che dall'Italia passerà alla Spagna. Nel sottolineare, invece, come la riduzione della presenza italiana in Kosovo sia particolarmente consistente, si chiede in quale misura ciò corrisponda agli interessi nazionali. Nel rammentare, infatti, come nella relazione presentata lo scorso giugno dal Governo in ordine allo stato delle missioni internazionali, fosse stata segnalata la necessità di mantenere una robusta presenza in Kosovo del contingente internazionale, chiede al Governo che cosa sia cambiato nel frattempo in quel teatro operativo da giustificare una riduzione di circa 500 unità. Inoltre, per quanto concerne l'Afghanistan, nel rilevare come la presenza di militari italiani registri un aumento di circa 170 unità rispetto al 2009 - che rappresenta un'anticipazione delle ulteriori 1000 unità previste su base annua - chiede al Governo di far conoscere le ragioni per le quali si sia deciso di concentrare la massima parte del citato aumento nel secondo semestre del 2010. Nel rilevare altresì con soddisfazione che non sono state ridotte le risorse destinate alla cooperazione nei vari teatri operativi, auspica che possa essere compiuto uno sforzo per aumentare quelle destinate all'Afghanistan, considerato che i prossimi due anni saranno decisivi per la stabilizzazione di quel Paese. Da ultimo chiede al Governo di confermare l'impegno assunto dal Ministro Frattini durante le citate comunicazioni del 10 dicembre scorso di riferire alle Commissioni riunite Esteri e Difesa in merito agli orientamenti che l'Esecutivo intende assumere in vista della Conferenza internazionale sul futuro dell'Afghanistan, che si terrà a Londra il prossimo 28 gennaio, affinché maggioranza e opposizione possano svolgere in proposito un lavoro comune.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA, in merito ai chiarimenti richiesti dal relatore per la IV Commissione nella precedente seduta, conferma che in relazione alle missioni Active Endeavour e Atalanta l'aumento di personale rispetto all'ultimo provvedimento di proroga delle missioni è legato alla turnazione delle unità navali dei diversi Stati partecipanti alle missioni. In particolare, con riguardo alla missione Active Endeavour, le unità di personale indicate nella relazione tecnica corrispondono alla consistenza complessiva del personale in relazione all'impiego di quattro unità navali per il periodo previsto per ciascuna, a fronte dell'impiego di una sola unità navale nel bimestre novembre-dicembre 2009.
Conferma, altresì, che in relazione alla missione UNAMID, l'aumento di personale rispetto all'ultimo provvedimento di proroga delle missioni è legato alla necessità di effettuare il trasporto aereo di personale ed equipaggiamenti per lo schieramento dei contingenti militari stranieri che non ha potuto aver luogo nel 2009 per motivi tecnici legati al rilascio dei visti d'ingresso necessari per l'invio dei militari nella zona delle operazioni.
Con riferimento alle riserve di posti di cui all'articolo 9, comma 1, evidenzia che la disposizione di cui al primo periodo del citato comma è intesa a prevedere tali riserve nei concorsi per il reclutamento degli ufficiali e dei marescialli delle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, a favore del coniuge e dei figli superstiti,

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ovvero dei parenti in linea collaterale di secondo grado, qualora unici superstiti, del personale delle Forze armate deceduto in servizio e per causa di servizio. L'individuazione dei soggetti beneficiari della riserva è in linea con le disposizioni vigenti che prevedono misure a favore delle vittime del terrorismo e delle vittime del dovere. Per i congiunti (coniuge, figli superstiti, genitori o fratelli conviventi e a carico, qualora unici superstiti) degli appartenenti alle Forze di polizia, in quanto vittime del dovere ai sensi dell'articolo 1, comma 563, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, è prevista l'assunzione per chiamata diretta per i profili professionali del personale contrattualizzato del comparto ministeri fino all'ottavo livello retributivo (ora, area terza) di cui all'articolo 1, comma 2, della legge 23 novembre 1998 n. 407. Concordando con quanto rilevato dal relatore ritiene che, al fine di non ingenerare dubbi nell'applicazione, la disposizione potrebbe essere integrata inserendo, dopo le parole «del personale delle Forze armate», le seguenti: «, compresa l'Arma dei carabinieri,». Per quanto concerne il secondo periodo del citato comma 1 dell'articolo 9 la disposizione è intesa a estendere a favore del coniuge e dei figli superstiti, ovvero dei parenti in linea collaterale di secondo grado, qualora unici superstiti, del personale delle Forze di polizia deceduto in servizio e per causa di servizio, la riserva dei posti di cui al primo periodo limitatamente ai concorsi per il reclutamento degli ufficiali dei ruoli normale e speciale dell'Arma dei carabinieri. La disposizione è in linea con la previsione di cui all'articolo 1, quinto comma, della legge 20 dicembre 1966, n. 1116, che limita la riserva a favore degli orfani del personale dell'Arma dei carabinieri ai soli concorsi per l'assunzione del personale della Polizia di Stato con qualifiche corrispondenti agli ufficiali dell'Arma dei carabinieri. Le disposizioni vigenti in materia di reclutamento del personale delle Forze di polizia di qualifica corrispondente ai marescialli dell'Arma dei carabinieri non prevedono riserve di posti a favore dei congiunti superstiti dei carabinieri, né di altre Forze di polizia diverse da quella che bandisce il concorso. Nel precisare che la quota di riserva di cui al comma 1 è unica per tutte le categorie di beneficiari previste dalle disposizioni in parola, segnala la possibilità di introdurre eventuali modifiche al comma in esame.
Con riferimento all'articolo 9, comma 2, conferma che la disposizione relativa al Circolo ufficiali delle Forze armate d'Italia, così come tutte le disposizioni di legge e di regolamento approvate prima della deliberazione definitiva del codice e del testo unico da parte del Consiglio dei Ministri, sarà inserita nel codice dell'ordinamento militare.
Riguardo all'articolo 9, comma 4, fa presente che la disposizione è volta ad introdurre nei riguardi del personale militare investito di responsabilità di comando tutele sul piano dell'applicazione della legge penale nei casi in cui, nel corso di missioni internazionali, sia potuto incorrere in violazioni colpose di norme in materia di tutela dell'ambiente e di sicurezza del lavoro. La soluzione normativa in questione, elaborata sulla scorta di contributi tecnici forniti dall'Avvocatura generale dello Stato, è necessaria al fine di consentire ai comandanti militari di poter armonizzare l'applicazione della vigente normativa in materia di tutela dell'ambiente e della salute e sicurezza del lavoro con l'assolvimento delle preminenti esigenze poste dall'espletamento delle attività operative o addestrative svolte in condizioni del tutto eccezionali. Le attività del personale militare si caratterizzano per la loro peculiarità che non trova riscontro rispetto ai normali modelli di riferimento; si avverte quindi l'esigenza che il giudice possa tener conto di tale specificità in occasione della valutazione della condotta del citato personale. La previsione introduce peculiari parametri di valutazione della condotta dei comandanti, quali le competenze, i mezzi e le risorse delle quali lo stesso personale poteva effettivamente disporre, da rapportare ai compiti e ai doveri specifici ad esso affidati in ragione della specificità del suo ufficio e del suo

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status. Ciò stante, il giudizio di responsabilità dovrà tener conto delle limitazioni oggettive e contingenti che possono impedire il puntuale adempimento di alcuni obblighi giuridicamente rilevanti. In tale prospettiva, la disposizione, al tempo stesso necessaria e ragionevole, pare armonizzarsi pienamente nell'ordinamento e costituisce una particolare espressione del principio di inesigibilità della condotta.
Passa quindi all'esame delle ulteriori richieste di chiarimento formulate nel corso della seduta odierna dai deputati Mogherini Rebesani e Di Stanislao.
In merito alle osservazione della deputata Mogherini Rebesani, con riferimento alle variazioni della presenza militare nei principali teatri operativi, nel ricordare come in Afghanistan, nella prima fase del processo elettorale, la medesima presenza si fosse attestata in circa 1.795 unità, fa presente, che entro giugno 2010, si dovrebbe realizzare una presenza media di 3.300 uomini e che l'incremento di tale presenza sarà più marcato nella seconda parte dell'anno a partire dai mesi in cui si verificherà un miglioramento delle condizioni climatiche.
Passando al teatro balcanico, ricorda che al vertice di Bruxelles dell'11 giugno scorso si sono gettate le basi per il passaggio della missione KFOR in Kosovo alla fase della cosiddetta deterrence presence, con un progressivo e graduale aggiustamento dell'impegno militare a seguito di scadenze prepianificate, definite Gate. Il contributo nazionale, che si attestava a fine 2009 su circa 1.700 militari, a seguito del Gate 1, sarà riconfigurato, già con il presente decreto, a circa 1.400 unità. Dopo un periodo che va da 4 a 8 mesi, verrà attuato il Gate 2 che prevede, per il contingente nazionale, una riduzione sino a circa 650 unità. Infine, dopo un ulteriore periodo che va da 4 a 8 mesi verrà attuato il Gate 3 che prevede una riduzione del contingente nazionale a circa 540 militari. I Gate 2 e 3 potranno essere messi in atto al completamento degli obiettivi prefissati per il Gate precedente e, comunque, sulla base di una valutazione della situazione in atto. Inoltre, precisa che la progressiva riduzione delle forze in Kosovo è il risultato di un'analisi elaborata e concordata congiuntamente in ambito alleato, i cui passi verranno comunque attuati previa verifica delle condizioni sul campo.
Sempre nel teatro balcanico, per quanto riguarda la Bosnia, l'operazione Althea, guidata dall'Unione europea, ha ormai praticamente esaurito i propri compiti e il Consiglio dell'Unione europea ha deciso di rimodulare la missione, attribuendole finalità meramente addestrative a favore delle Forze armate bosniache. In seguito alla cessione del Comando della missione, avvenuta nel dicembre scorso, il contingente italiano è stato riconfigurato su circa 250 unità.
Per quanto riguarda il Libano, nel ricordare come l'Italia abbia dato fino ad oggi un contributo rilevante alla missione UNIFIL, fa presente che tale contributo ad oggi consta di 2.100 unità circa. Alla fine di gennaio l'Italia cederà il comando della missione alla Spagna e, in tale ottica, avvierà da febbraio un processo di razionalizzazione del proprio impegno. Si tratta di un fisiologico ridimensionamento delle forze presenti in quel teatro, dell'ordine di qualche centinaio di militari, dovuto al cambio di comando e che quindi non costituirà un indebolimento del contingente italiano dispiegato sul terreno, che manterrà pertanto inalterate le proprie capacità operative. Per il futuro un'ulteriore diminuzione della presenza non sarà possibile se non quando saranno individuati altri Paesi in grado di assicurare il proprio contributo alla missione al posto di quello italiano. Sul fronte marittimo della missione, va ricordato che, come da accordi intercorsi, il nostro Paese assicura il comando della Maritime Task Force dal dicembre 2009 e lo assicurerà fino al 31 maggio 2010, impiegando un'unità navale classe Maestrale. Infine, ribadisce l'impegno del Governo al finanziamento delle missioni internazionali anche per il secondo semestre dell'anno 2010.
Replicando, inoltre, alle osservazioni del deputato Di Stanislao sottolinea come il Governo non si tiri indietro rispetto all'esigenza di approfondire le numerose

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implicazioni derivanti dalle missioni internazionali, anche se purtroppo, spesse volte, nel corso dei lavori parlamentari si è costretti a concentrarsi soprattutto sulle emergenze. Ricorda, comunque, che il Governo, in una prospettiva di più lungo periodo, si è espresso favorevolmente in ordine ad una riforma delle missioni internazionali che vada nel senso di una semplificazione della normativa vigente e che prescinda dal concetto di «autorizzazioni alla missione». In conclusione, sottolinea come la necessità della periodica presentazione di decreti-legge in materia di missioni internazionali, sia da ricondurre all'evoluzione della situazione nei teatri operativi.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA, anche in riferimento a quanto osservato dall'onorevole Di Stanislao, ritiene che, nella riflessione sui singoli scenari di impegno all'estero, si dovrebbero tenere disgiunti gli aspetti amministrativi e finanziari da quelli meramente politici.
Passando ad una valutazione sulla situazione in Kosovo, ritiene altresì che sarebbe stato opportuno procedere ad un approfondimento politico in occasione delle elezioni amministrative che si sono svolte di recente in tale Paese, al fine di analizzare lo stato di isolamento della minoranza serba non soltanto nelle regioni settentrionali del Kosovo ma in tutto il Paese. Tali consultazioni hanno peraltro fatto registrare un'ampia partecipazione al voto anche da parte della stessa minoranza serba, che ha ottenuto anche alcuni seggi nelle istituzioni locali. Più delicata è la situazione nella parte settentrionale, dove di fatto le elezioni non si sono svolte. Occorre, a suo avviso, tenere sotto stretto monitoraggio il processo di progressivo radicamento sul terreno della missione EULEX, chiamata a subentrare alla missione UNMIK, malgrado quest'ultima goda di maggior favore da parte della popolazione kosovara. Osserva che la Serbia ha in questo frangente dato prova di grande pragmatismo politico avendo temporaneamente spostato la questione dello status del Kosovo da un piano politico ad un livello giuridico.
A suo avviso, rispetto al Kosovo, desta maggiori preoccupazioni la situazione in Bosnia Erzegovina, dove il contingente internazionale non è in grado di esprimere un'autentica capacità operativa, ma è funzionale a testimoniare la volontà della comunità internazionale a non rinunciare al proprio ruolo. La Bosnia Erzegovina versa in una situazione critica connessa ai mancati progressi sul piano costituzionale e alla radicalizzazione del confronto tra le forze politiche che esprimono le tre comunità presenti sul territorio bosniaco, laddove paradossalmente l'esercito costituisce l'unica «istituzione» unitaria dello Stato.
Quanto all'Afghanistan, richiama i contenuti dell'intervento del Ministro Frattini in occasione delle comunicazioni rese dai Ministri degli esteri e della difesa lo scorso 10 dicembre sulle strategie e sugli sviluppi della partecipazione italiana alla missione ISAF. Rappresenta, quindi, la disponibilità del Ministro Frattini a riferire alle Commissioni sulle iniziative che il Governo italiano intende presentare nell'ambito della Conferenza internazionale sull'Afghanistan, che si terrà a Londra il prossimo 28 gennaio, anche con riguardo a taluni progetti in tema di cooperazione e di sostegno al settore agricolo.

Augusto DI STANISLAO (IdV), pur ringraziando il Governo per i chiarimenti forniti, ritenendo tuttavia che i temi emersi necessitino di ulteriori approfondimenti, si riserva di intervenire nuovamente nel corso del prosieguo dell'esame. Ciò premesso, invita comunque il Governo a non trasformare la discussione sulle missioni internazionali in un dibattito accademico che prescinda dalla gravità delle situazioni nei teatri operativi. Tali situazioni, infatti, sono state portate all'attenzione della Commissione Difesa in varie circostanze dai rappresentanti delle comunità locali, come è accaduto, ad esempio, in occasione degli incontri con una delegazione bosniaca e con delegazioni di

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alcune province afgane. Preannuncia, pertanto, la presentazione di specifici atti di sindacato ispettivo al riguardo.

Edmondo CIRIELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, nel dichiarare concluso l'esame preliminare, ricorda che il termine di presentazione degli emendamenti sul decreto-legge in esame - come stabilito dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti gruppi, delle Commissioni riunite III e IV - è fissato per lunedì 18 gennaio 2010, alle ore 16. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.20.