CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 novembre 2009
250.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 24 novembre 2009. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 12.05.

Variazione nella composizione della Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, comunica che il deputato Enrico Letta ha cessato di far parte della XI Commissione.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2010) (C. 2936 Governo, approvato dal Senato).
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (C. 2937 Governo, approvato dal Senato) e relativa nota di variazione (C. 2937-bis).
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta di giovedì 19 novembre 2009.

Giulio SANTAGATA (PD) fa notare che l'impronta decisionale che si è cercato di

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imporre - con talune innovazioni legislative - alla struttura della manovra finanziaria sembra sia stata contraddetta dal concreto contenuto dei documenti di bilancio in esame, che presentano, a suo avviso, una sostanziale coincidenza tra il quadro tendenziale e quello programmatico, testimoniando, pertanto, una evidente incapacità del Governo di assumere scelte chiare e coraggiose in materia economica, a fronte di una situazione produttiva ed occupazionale ancora incerta e preoccupante.
Ritiene che, nella sostanza, con la manovra approvata dal Senato e trasmessa alla Camera la maggioranza abbia «deciso di non decidere», come risulta anche dalla totale assenza di misure di effettivo impatto sotto il profilo economico e occupazionale.
Rileva, infatti, che i dati relativi ai bilanci previsionali, di cui fornisce diffusamente gli elementi principali, confermano una riduzione delle entrate, solo in parte mitigata dall'utilizzo delle risorse provenienti dal rientro dei capitali dall'estero, ed un netto aumento - rispetto ai dati contenuti nel bilancio revisionale - delle spese correnti, previste, per lo più, per la gestione del debito pubblico e per alimentare i servizi generali dell'amministrazione pubblica centrale, a discapito degli enti locali. Osserva che tali maggiori entrate, invece di essere impiegate per nutrire la macchina pubblica della burocrazia, avrebbero potuto essere più utilmente utilizzate per sostenere spese in conto capitale in favore di servizi fondamentali per la collettività e per il conseguimento di obiettivi di elevata rilevanza sociale, nell'ambito di una politica economica a sostegno delle famiglie e del lavoro.
Al contempo, fa notare che i rilevanti tagli operati nei confronti degli enti locali impediscono un corretto sviluppo di politiche territoriali, contribuendo a ridurre i margini di operatività del sistema delle autonomie, che viene di fatto bloccato dalla rigidità dei limiti di bilancio ad esso imposti.
Ritiene, dunque, che l'attuale manovra di finanza pubblica riveli l'incapacità del Governo nel tenere sotto controllo la spesa pubblica e qualificarla in direzione del conseguimento di obiettivi di politica economica maggiorente sostenibili dal punto di vista finanziario e sociale.

Teresio DELFINO (UdC) giudica negativamente la manovra di finanza pubblica, considerata la totale mancanza di misure a sostegno delle famiglie, dei redditi da lavoro e delle pensioni, che testimonia un preoccupante immobilismo del Governo, sempre più alle prese con problemi legati alla composizione di rapporti di forza interni alla stessa maggioranza. Pur manifestando un certo apprezzamento per le disposizioni del disegno di legge finanziaria relative al rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, ritiene grave rinviare l'individuazione di ulteriori risorse alla conclusione della fase transitoria che condurrà al nuovo regime di contrattazione collettiva nazionale, atteso che appare iniquo chiedere al comparto pubblico maggior efficienza in assenza di valide contropartite di carattere economico. Nel prendere atto delle disposizioni che recano un'interpretazione autentica sui criteri di calcolo della retribuzione convenzionale degli operai agricoli a tempo determinato, nonché interventi in favore dei consorzi dei confidi delle province con il più alto tasso di utilizzazione della cassa integrazione, ritiene che tali misure avrebbero potuto essere ben più ampie ed estese, dal momento che, soprattutto per quanto concerne il trattamento pensionistico degli operai agricoli, si tratta di porre rimedio a gravi situazioni di disparità che coinvolgono lavoratori residenti in diverse parti del territorio italiano. Dopo aver registrato con rammarico la riduzione di risorse stanziate in favore delle Forze dell'ordine, esprime perplessità sul comma 44 dell'articolo 2, che dispone un'ulteriore proroga, solo fino al 31 luglio 2010, della rideterminazione di talune agevolazioni contributive per i datori di lavoro agricoli di zone svantaggiate o particolarmente svantaggiate, osservando che, nelle more di una messa a regime di tali agevolazioni contributive, l'intervento in questione avrebbe

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dovuto essere più esteso, attraverso la copertura dell'intero anno. Dopo aver espresso forti dubbi sul comma 45 dell'articolo 2, che modifica il funzionamento del Fondo di sostegno per l'occupazione e l'imprenditoria giovanile di cui all'articolo 1, comma 72, della legge n. 247 del 2007, escludendo che il sostegno debba avvenire mediante finanziamenti agevolati, fa notare che sia la tabella A che la tabella C allegate al disegno di legge finanziaria evidenziano un brusco calo degli stanziamenti in settori fondamentali delle politiche sociali, ovvero nel campo delle pari opportunità, della formazione professionale, dell'occupazione.
Nel dichiarare che il Governo non sembra intenzionato a finanziare interventi a favore dei soggetti più in difficoltà, come famiglie, lavoratori ultraquarantenni, disabili, osserva che a favore di questi ultimi la stessa XI Commissione ha elaborato - in un clima di condivisione - efficaci misure di sostegno, contenute nel testo unificato delle proposte di legge n. 82 e abbinate, che attendono, tuttavia, una verifica puntuale del Governo per quanto concerne i profili di sostenibilità finanziaria, auspicando un serio impegno in tal senso da parte del competente dicastero.
In conclusione, esprime un giudizio di netta contrarietà sulla manovra di finanza pubblica, che sembra ignorare le grandi difficoltà in cui si dibattono i soggetti più deboli del mercato del lavoro e della società.

Ivano MIGLIOLI (PD), nell'interrogarsi sull'effettiva utilità di una discussione in Commissione su documenti di bilancio destinati ad essere significativamente modificati, in altre sedi, nel prosieguo del dibattito, molto presumibilmente anche attraverso la presentazione di proposte di modifica di provenienza governativa da sottoporre al voto di fiducia, richiama taluni recenti dati che sembrerebbero dimostrare una ripresa del PIL italiano, che tuttavia sembrano accompagnati anche da una allarmante situazione occupazionale e da un forte rialzo del debito pubblico.
Giudica, quindi, insufficiente l'attuale formulazione dei provvedimenti in esame, che non rispondono alla grave crisi economica ancora in atto - nonostante alcuni timidi segnali di ripresa - tradendo le forti attese della società civile in relazione a questioni fondamentali, quali la salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie, la tutela del posto di lavoro (soprattutto in relazione ai lavoratori atipici), l'accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese, la lotta all'evasione fiscale e alla corruzione.
Il Governo, a suo avviso, dopo aver sottostimato gli effetti della crisi economica, ha tentato di porvi rimedio mettendo in campo interventi inadeguati e inefficaci - quali l'eliminazione dell'ICI, la detassazione degli straordinari, la cosiddetta «social card», la defiscalizzazione degli utili delle aziende (misure che si sono rivelate dispendiose ed incapaci di garantire una ripresa economica) - mentre ora sembra essere entrato in una fase di grave stallo, da cui non accenna ad uscire.
Ritiene necessario, pertanto, che l'Esecutivo dia una svolta alla propria politica economica, facendo in primo luogo leva sulla domanda, attraverso misure di sostegno ai salari e alle pensioni, in un'ottica di rilancio dei consumi delle famiglie, nonché mediante interventi più incisivi nel campo degli ammortizzatori sociali, la cui efficacia temporale, a suo giudizio, andrebbe al più presto estesa. Nell'evidenziare, poi, l'esigenza di pervenire ad un'applicazione più flessibile del patto di stabilità interno, in vista della realizzazione di opere strutturali in ambito locale, preannuncia la presentazione da parte del suo gruppo di diversi emendamenti sui provvedimenti in esame, auspicando che sulle tematiche in discussione possano esservi concrete possibilità di confronto tra maggioranza ed opposizione, al fine di migliorare significativamente una manovra finanziaria che appare, allo stato, inadeguata a fare fronte alle difficoltà in cui si trova l'economia reale del Paese.

Giuliano CAZZOLA (PdL) ritiene doveroso precisare preliminarmente che il disegno

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di legge finanziaria in esame non può essere criticato per la mancanza di disposizioni che esso non può contenere, atteso che la sua «leggerezza» non è frutto dell'insipienza o della cattiva volontà del Governo, bensì dell'applicazione - sia pure sperimentale - di leggi dello Stato. Fa notare, infatti, che sia il decreto legge n. 112 del 2008 sia il decreto-legge n. 78 del 2009 hanno imposto limiti di contenuto alla legge finanziaria, prevedendo, inoltre, una certa flessibilità di bilancio, anticipando il contenuto della proposta di legge in materia di contabilità e finanza pubblica, approvata in seconda lettura - in un clima che definisce «osannante» - dalla Camera nelle scorse settimane. Fa notare, peraltro, che anche le ulteriori disposizioni annunciate dal Governo - ad implementazione della manovra - dovranno trovare necessariamente un'altra sede.
Svolgendo talune considerazioni di carattere generale, osserva che in Italia si registra finalmente un incremento del PIL e che gli stessi dati sulla disoccupazione risultano i migliori tra quelli registrati in ambito comunitario, pur sottolineando che il debito pubblico si mantiene alto e desta alcune preoccupazioni. Si chiede, tuttavia, quali altre politiche avrebbero potuto sortire un effetto più benefico, dal momento che gli altri Paesi europei ed extra-europei, che hanno previsto interventi di rilancio della spesa pubblica e che sono stati in passato indicati dai gruppi di opposizione come esempio da seguire, non si trovano oggi in una posizione migliore rispetto a quella dell'Italia. Osserva pertanto che ciascuno Stato, nel quadro della crisi attuale, non può pensare di uscire dalle difficoltà intraprendendo politiche autonome, ma deve valutare l'opportunità di compiere interventi di rilancio nel contesto di un mercato globalizzato.
Entrando nel merito dei provvedimenti in esame, fa notare che le disposizioni in essi contenute consentono di rimodulare circa il 4 per cento della spesa finale del bilancio dello Stato, il 33 per cento della spesa in conto capitale e solo il 2 per cento della spesa corrente, smentendo così coloro che, per lungo tempo, hanno criticato il Governo per una presunta politica di «tagli orizzontali» alla spesa. Passando alle norme di più diretta competenza della Commissione, fa presente che nel bilancio si prevede un incremento degli stanziamenti a favore delle politiche previdenziali e delle politiche del lavoro, in particolare nel campo dei programmi di regolamentazione e vigilanza del lavoro, nonché una redistribuzione dei trasferimenti dello Stato. Giudica inoltre esagerate le critiche sulla norma relativa al DURC contenuta nel comma 9 dell'articolo 2 del disegno di legge finanziaria, disposizione che - seppur migliorabile, anche attraverso proposte di modifica di cui egli stesso preannuncia la presentazione - ritiene abbia riscosso al Senato più condivisione di quanto si creda anche presso esponenti dei gruppi di opposizione. In conclusione, si augura che in sede di valutazione di ammissibilità degli emendamenti che saranno presentati, la presidenza possa tenere conto della loro rilevanza ai fini di un concreto miglioramento dei provvedimenti in esame, pur nel rispetto dei limiti di contenuto imposti dalla legislazione vigente.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), intervenendo per svolgere talune considerazioni integrative rispetto alle riflessioni già sviluppate nella precedente seduta, giudica paradossale che i gruppi di opposizione valutino oggi negativamente un incremento della spesa corrente nell'ambito della pubblica amministrazione, dopo aver per lungo tempo invocato interventi tesi ad una generalizzata ed irresponsabile stabilizzazione di personale precario in ogni comparto dello Stato.
Nel merito dei testi in esame, esprime poi perplessità sul comma 9 dell'articolo 2, che esclude l'applicazione della disciplina del DURC agli esercenti attività di commercio al dettaglio ambulante, osservando che su tale norma, che rischia di sanare illegittimamente situazioni di lavoro irregolare,

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la XI Commissione dovrebbe pronunciarsi in senso negativo, attraverso una specifica osservazione, da includere nella proposta di relazione alla V Commissione.
Infine, esprime un giudizio di forte contrarietà sull'articolo 2, comma 39, e sull'articolo 3, comma 3, disposizioni che recano interventi in favore di specifici territori, in violazione dei limiti di contenuto imposti dalla normativa vigente: osserva che, se proprio si intende ammettere nel contenuto della legge finanziaria norme di carattere localistico e microsettoriale, queste dovrebbero riguardare anche altre parti del territorio, che invece sono rimaste escluse da qualsivoglia intervento di sostegno.

Maria Anna MADIA (PD), dopo essersi interrogata sull'utilità di una discussione avente ad oggetto testi di legge destinati a subire rilevanti modifiche di contenuto, osserva che l'attuale Esecutivo - come è già stato rilevato in occasione dell'esame presso il Senato - appare in uno stato di confusione generalizzata e in balia delle contraddizioni della sua stessa maggioranza. Tale sorta di «frenetico immobilismo» ha prodotto, a suo avviso, una manovra di finanza pubblica priva di contenuto, incapace di fornire adeguate risposte ai lavoratori (soprattutto quelli precari) e alle imprese. Una maggioranza di Governo giunta ad un tale livello di indebolimento politico, a suo avviso, avrebbe dovuto accettare un confronto serio e meditato con l'opposizione, al fine di individuare soluzioni condivise per uscire dalla grave crisi economica ed occupazionale in atto, anche alla luce di un andamento dei conti pubblici che evidenzia un calo del gettito ed un aumento del fenomeno dell'evasione fiscale.
Dopo aver evidenziato che sussistono al momento seri dubbi circa le modalità dell'impiego delle risorse derivanti dal rientro dei capitali illegittimamente posseduti all'estero, esprime perplessità sul comma 9 dell'articolo 2, che esclude l'applicazione della disciplina del DURC agli esercenti attività di commercio al dettaglio ambulante, norma che giudica pericolosa e suscettibile di generare un clima di illegalità. Manifesta poi forti dubbi sulle modalità di copertura finanziaria dell'articolo 2, comma 44, in materia di agevolazioni contributive per i datori di lavoro agricolo di zone svantaggiate, che sembrano incidere su fondi destinati a favorire la diffusione di fonti energetiche a minor impatto ambientale, contraddicendo gli indirizzi assunti al riguardo dalla stessa XI Commissione, in occasione dell'espressione di un parere su un precedente provvedimento in materia di agricoltura. Dopo aver manifestato preoccupazione sul comma 45 dell'articolo 2, che modifica il funzionamento del Fondo di sostegno per l'occupazione e l'imprenditoria giovanile di cui all'articolo 1, comma 72, della legge n. 247 del 2007, facendo venir meno alcuni elementi di trasparenza in ordine all'utilizzo di tali risorse, valuta insufficienti le somme stanziate dal disegno di legge finanziaria per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti, secondo quanto disposto dai commi da 10 a 17 dell'articolo 2. Infine, evidenzia che il disegno di legge finanziaria nulla dispone in materia di ammortizzatori sociali, soprattutto in relazione alla necessità di estendere l'efficacia temporale del trattamento di integrazione salariale e di tutelare i lavoratori atipici, nonostante sia fortemente avvertita dal mondo del lavoro l'esigenza di riconoscere una assicurazione generalizzata contro il rischio, sempre più elevato, della disoccupazione.
In conclusione, preannuncia la presentazione da parte del suo gruppo di emendamenti volti ad apportare significativi miglioramenti ai testi in esame, che appaiono, allo stato, incapaci di garantire un serio rilancio dell'economia italiana.

Silvano MOFFA, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare. Preso atto, peraltro, degli interventi svolti nel corso del dibattito di carattere generale, si

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riserva di svolgere eventuali riflessioni integrative in occasione della seduta di domani, nella quale è previsto l'esame degli emendamenti e delle proposte di relazione alla V Commissione.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI rinuncia a intervenire in sede di replica, riservandosi di svolgere specifiche considerazioni in occasione dell'esame degli emendamenti ai documenti di bilancio.

Silvano MOFFA, presidente, nel ricordare che il termine per la presentazione di emendamenti ai disegni di legge in titolo scade alle ore 15 di oggi, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.45.