CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 novembre 2009
250.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 24 novembre 2009.

Audizione del Commissario straordinario del Comune di Villa San Giovanni e di rappresentanti della Società di gestione per l'aeroporto dello Stretto (SO.G.A.S. SpA), nell'ambito della discussione della risoluzione n. 7-00143 Garofalo, concernente il servizio di trasporto marittimo veloce nello Stretto di Messina.

L'audizione informale è stata svolta dalle 12.35 alle 13.15.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 24 novembre 2009. - Presidenza del vicepresidente Silvia VELO. - Interviene il Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Mario Mantovani.

La seduta comincia alle 13.35.

Sull'ordine dei lavori.

Silvia VELO, presidente, propone di procedere prima allo svolgimento della

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sede consultiva e, successivamente, all'esame delle risoluzioni all'ordine del giorno.

La Commissione concorda.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2010).
C. 2936 Governo, approvato dal Senato.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012.
C. 2937 Governo, approvato dal Senato e relativa nota di variazioni C. 2937-bis.

Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2010 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2010 (limitatamente alle parti di competenza).
C. 2937 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

Silvia VELO, presidente, avverte che il Presidente della Commissione Bilancio, nella seduta del 19 novembre scorso, ha definito i criteri di ammissibilità degli emendamenti riferiti ai disegni di legge finanziaria e di bilancio. In relazione a tali criteri, fa presente che il contenuto proprio della legge finanziaria per il 2010 risulta dal combinato disposto dell'articolo 11 della legge n. 468 del 1978 e dell'articolo 1, comma 1-bis, del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, la cui applicazione, originariamente limitata alla legge finanziaria per il 2009, è stata estesa alla legge finanziaria per il 2010 dall'articolo 23, comma 21-ter, del decreto-legge n. 78 del 2009; il contenuto di tale disposto normativo è stato integralmente recepito dalla proposta di legge in materia di legge di contabilità e finanza pubblica approvata in seconda lettura, con modificazioni, dalla Camera l'11 novembre scorso. Rileva che, dalla richiamata disciplina normativa, deriva che la legge finanziaria per il 2010 può contenere esclusivamente disposizioni volte a: fissare gli obiettivi dei saldi di finanza pubblica; introdurre variazioni delle aliquote, delle detrazioni e degli scaglioni o, comunque, misure che incidano sul quantum delle prestazioni afferenti a imposte indirette, tasse, tariffe, canoni e contributi; stabilire le risorse da destinare ai rinnovi contrattuali e alle modifiche del trattamento economico del pubblico impiego; definire regolazioni meramente quantitative demandate alla legge finanziaria dalla legislazione vigente; prevedere aumenti di entrate o riduzioni di spesa che si caratterizzino per un rilevante contenuto di miglioramento dei saldi; introdurre misure correttive degli effetti finanziari di altre leggi; stabilire gli importi da iscrivere nelle tabelle allegate alla legge finanziaria volti a finanziare nuovi interventi legislativi ovvero a rifinanziare, definanziare o a rimodulare gli stanziamenti con riferimento a leggi vigenti. La legge finanziaria per il 2010 non può, invece, contenere disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia nonché di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico.
Quanto al provvedimento in esame, segnala che il disegno di legge finanziaria per il 2010 presentato al Senato recava originariamente un contenuto corrispondente a quello prescritto dalle disposizioni di legge in precedenza richiamate, mentre il testo approvato dal Senato e trasmesso alla Camera reca talune nuove disposizioni che non appaiono riconducibili al contenuto proprio della legge finanziaria come definito dalle disposizioni di legge in precedenza richiamate. Sottolinea che tali nuove disposizioni appaiono, in linea generale, finalizzate al sostegno e al rilancio dell'economia e alcune di esse risultano inoltre presentare un carattere microsettoriale ed altre profili ordinamentali e che le modifiche introdotte dal Senato presentano

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quindi un carattere eterogeneo e, nel loro complesso, hanno un modesto impatto finanziario.
Al riguardo, ribadisce che il contenuto proprio della legge finanziaria rileva anche ai fini delle valutazioni di ammissibilità delle modifiche che possono essere apportate al testo del disegno di legge nel corso dell'esame parlamentare. Pertanto, fa presente che saranno ritenuti ammissibili tutti gli emendamenti attinenti a materie già presenti nel testo trasmesso alla Camera; tuttavia, qualora le proposte emendative incidano su argomenti introdotti dal Senato, non riconducibili al contenuto proprio della finanziaria, le stesse, a pena di inammissibilità, dovranno attenersi strettamente alla materia oggetto della disposizione e non potranno perseguire finalità ulteriori.
Osserva che non saranno, in particolare, ritenute ammissibili proposte emendative di natura microsettoriale o localistica che contrastino con la configurazione assunta dalla legge finanziaria nel vigente quadro normativo. Saranno invece considerate ammissibili le proposte emendative di carattere macroeconomico che incidano sulla allocazione delle risorse al fine di assicurare gli equilibri finanziari, di salvaguardare il sistema di sicurezza sociale e di orientare lo sviluppo dell'economia nazionale.
Evidenzia, infatti, che le disposizioni di legge che definiscono il contenuto proprio della legge finanziaria, attribuiscono essenzialmente a tale legge il compito di assumere le decisioni fondamentali in materia economico-finanziaria e di effettuare le scelte di politica economica di maggiore impatto sulla vita del Paese.
Per quanto riguarda i criteri di valutazione degli emendamenti riferiti al disegno di legge di bilancio, ricorda in primo luogo che l'emendabilità delle previsioni di entrata è soggetta alle seguenti regole: gli emendamenti riferiti alle previsioni di entrata, sia quando ne comportino l'incremento sia quando ne dispongano la diminuzione, sono ammissibili soltanto se fondati su valutazioni tecnico-finanziarie adeguatamente documentate, tali da comprovare la necessità di modificare le previsioni di entrata di competenza o di cassa; gli stanziamenti esposti a titolo di residui attivi non possono essere modificati, in quanto essi, rappresentando la differenza tra entrate accertate ed entrate versate nell'esercizio precedente, derivano da meri accertamenti contabili.
Ricorda che gli emendamenti volti a modificare gli stanziamenti di spesa sono invece soggetti alle seguenti regole generali: ai fini del rispetto dei saldi-obiettivo indicati nella risoluzione di approvazione del Documento di programmazione economico-finanziaria, gli emendamenti che incrementano gli stanziamenti di unità previsionali di spesa devono essere compensati da corrispondenti diminuzioni di stanziamenti di altre unità previsionali di spesa; tanto per le modifiche di stanziamenti di competenza, quanto per quelle delle autorizzazioni di cassa, è esclusa la possibilità di compensare l'incremento degli stanziamenti di parte corrente mediante la riduzione di stanziamenti di conto capitale; nel caso di emendamenti volti ad aumentare esclusivamente le autorizzazioni di cassa, l'incremento non può superare la cosiddetta massa spendibile, costituita dalla somma dello stanziamento di competenza e dei residui passivi; gli stanziamenti esposti a titolo di residuo passivo non possono essere modificati, in quanto essi, rappresentando la differenza tra spese impegnate e spese pagate nell'esercizio precedente, derivano da meri accertamenti contabili.
Ai fini dell'individuazione dei limiti di emendabilità agli stanziamenti di spesa del disegno di legge di bilancio, fa presente che occorre, peraltro, tenere conto anche di quanto disposto dall'articolo 60, comma 3, del decreto-legge n. 112 del 2008, ai sensi del quale, in via sperimentale, limitatamente agli anni 2009 e 2010, nel rispetto dell'invarianza degli effetti sui saldi di finanza pubblica, è stata introdotta la possibilità, nell'ambito della legge di bilancio, di rimodulare le dotazioni finanziarie tra i programmi di ciascuna missione di spesa, fatta eccezione per le spese di natura obbligatoria per le spese in

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annualità e a pagamento differito. Rileva che gli stanziamenti rimodulabili ai sensi del citato articolo 60, comma 3, sono individuati nell'allegato tecnico per capitoli contenuto nelle tabelle relative a ciascun stato di previsione della spesa, mediante l'apposizione della lettera (R) sotto la denominazione dei capitoli interessati. Sottolinea che in ogni caso, le rimodulazioni che comportino la riduzione degli stanziamenti per interventi e il contestuale incremento degli stanziamenti per funzionamento sono consentite nel limite del 10 per cento delle risorse stanziate per gli interventi stessi. Osserva che devono pertanto ritenersi ammissibili gli emendamenti che rechino variazioni in aumento o in riduzione, a condizione che siano riferite ad unità previsionali di base all'interno delle quali sono presenti capitoli contrassegnati con la lettera (R). Fa presente che per gli emendamenti che rechino variazioni in riduzione, la diminuzione proposta non può eccedere l'importo corrispondente, per ciascuna unità previsionali di base oggetto di variazione, alla somma degli stanziamenti dei capitoli rimodulabili contrassegnati con la lettera (R). Ricorda, infine, che per le spese rimodulabili iscritte in bilancio come fattore legislativo, le unità previsionali di base possono essere modificate, in aumento ed in diminuzione, solo all'interno di programmi relativi alla medesima missione, indipendentemente dallo stato di previsione e che, per le spese rimodulabili non iscritte in bilancio come fattore legislativo, le unità previsionali di base possono essere modificate, in aumento ed in diminuzione, anche all'interno di diverse missioni.

Alessandro MONTAGNOLI (LNP) fa presente che nel disegno di legge di bilancio non sono previsti stanziamenti a favore dell'autotrasporto; al riguardo sottolinea che sono stati annunciati cinque giorni di sciopero anche in relazione al mancato rispetto, da parte del Governo, degli accordi stipulati lo scorso anno attraverso il protocollo d'intesa e chiede pertanto al Governo un impegno affinché siano garantite le risorse necessarie per la sopravvivenza di questo importante settore. Evidenzia che è stata operata un riduzione pari a 647 milioni di euro sugli stanziamenti riferiti alla Missione 13 «Diritto alla mobilità» e sottolinea pertanto l'opportunità di distribuire tale decremento, che incide sul settore del trasporto pubblico locale, tenendo conto del volume di passeggeri trasportati nelle varie regioni. In ordine alle dichiarazioni rese dal Commissario straordinario di Alitalia al margine della seduta tenutasi al Senato il 20 novembre scorso, secondo le quali la vecchia Alitalia riceverà dalla nuova Alitalia, per l'acquisto della compagnia, 252 milioni di euro in luogo dei 163 previsti nell'accordo iniziale, ritiene che questi maggiori introiti dovrebbero essere destinati agli azionisti e agli obbligazionisti della vecchia compagnia, dato che i primi non hanno potuto negoziare il titolo a causa della sua sospensione e i secondi hanno acquistato un titolo di debito dello Stato italiano che darà loro diritto ad un rimborso, senza interessi, soltanto nel 2012.

Il presidente Silvia VELO giudica il tema in discussione assai rilevante, anche in relazione alle modifiche che ci sono state negli ultimi mesi. Ritiene molto grave la situazione economica del Paese, i cui conti pubblici versano in uno stato preoccupante, anche in relazione a scelte non corrette operate dal Governo sulla base di previsioni che non si sono verificate. Ricorda a tale proposito che nel giugno del 2008 il documento di programmazione economico finanziaria prevedeva un incremento del PIL dello 0,9 per cento e che questa previsione è stata corretta dapprima in aprile 2009 prevedendo un decremento del 4,2 per cento e successivamente a giugno di quest'anno con un previsione di un decremento pari al 5,2 per cento. Sottolinea che la manovra di bilancio per il 2010 si colloca in un panorama fortemente negativo per l'economia italiana e ritiene che il Governo, in presenza di dati così allarmanti, non abbia attuato gli interventi necessari.

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Evidenzia che i conti pubblici sono peggiorati, che il rapporto tra debito pubblico e PIL è in continua crescita e che l'avanzo primario si è progressivamente ridotto e registra addirittura un segno negativo. Fa presente che la scelta operata in presenza della crisi già dal precedente esercizio finanziario, di ridurre la spesa per non dissestare i conti pubblici non ha dato gli esiti sperati, giacché i conti pubblici sono peggiorati. Osserva che quando l'economia è in fase recessiva sono necessari investimenti pubblici. Giudica negativamente anche la politica fiscale operata dal Governo, che ha determinato conseguenze anche sul piano sociale. Al riguardo ricorda che la disoccupazione ha superato la soglia del 10 per cento e che risulta più che quadruplicato il ricorso alla cassa integrazione, strumento finanziato per lo più con fondi regionali e fondi per il Mezzogiorno. Evidenzia che è stato ridotto il Fondo sanitario nazionale, che il Fondo per le politiche sociali registra un decremento di 300 milioni di euro e che è stato azzerato il Fondo per il sostegno della non autosufficienza. Fa presente che per gli enti locali vige il vincolo del patto di stabilità, in conseguenza del quale, ad esempio, è impedito loro di pagare le piccole e medie imprese per i lavori già svolti con il paradosso di chiudere i propri bilanci in attivo senza tuttavia fare investimenti che potrebbero costituire un volano per l'economia. Ritiene che la manovra economica sia stata già operata attraverso il decreto legge n. 78 del 2009, che ha destinato 18 miliardi al pagamento dei conti della pubblica amministrazione, senza dover rispettare il vincolo, obbligatorio per il disegno di legge finanziaria, di mantenere inalterati i saldi di finanza pubblica. Passando all'analisi della situazione dei settori di interesse della Commissione, rileva che sono stati operati tagli in moltissimi capitoli e che si continua a prevedere un decremento degli stanziamenti, già operato l'anno scorso senza raggiungere i risultati prefissati. Osserva che è stato operato un forte taglio alla mobilità locale e che è stato azzerato lo stanziamento finalizzato all'attuazione, valutazione di efficacia e aggiornamento del Piano nazionale della sicurezza stradale. A quest'ultimo riguardo ricorda che la Commissione si è impegnata sul tema della sicurezza stradale, approvando una proposta di legge in sede legislativa attualmente all'esame dell'altro ramo del Parlamento. Sottolinea che non sono previste risorse per l'autotrasporto, settore che giudica centrale per lo sviluppo economico del Paese che, come prima evidenziato dal collega Montagnoli, attende che vengano rispettati gli impegni sottoscritti con il Governo nel giugno del 2008. A tale ultimo proposito avverte di aver presentato un'interrogazione al Governo, in quanto l'attuazione del protocollo d'intesa del 2008 è stata largamente disattesa ed esprime preoccupazione per il fatto che la manovra di finanza pubblica non destini risorse a questo importante settore. Evidenzia che la missione 13 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze ha registrato un taglio di 1,2 milioni di euro. Ritiene inoltre che il Governo non stia prestando la giusta attenzione neanche alle infrastrutture immateriali, come ad esempio la banda larga, tema sul quale la Commissione è impegnata da tempo e da ultimo attraverso la discussione di due risoluzioni. Ricorda che il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulle telecomunicazioni ha evidenziato l'importanza della banda larga come strumento indispensabile di sviluppo del Paese e giudica, quindi, l'assenza di risorse destinate a questa infrastruttura un'occasione mancata per il Governo e per il Paese.

Daniele TOTO (PdL), relatore, fa presente che il taglio operato su alcune poste dal disegno di legge di bilancio trova origine nella grave crisi economica ancora in atto. In relazione al trasporto pubblico locale, settore di grande rilievo per le amministrazioni e gli enti decentrati, sottolinea che a fronte di un decremento sullo stanziamento per il 2010, il disegno di legge di bilancio prevede

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forti incrementi per il 2011. In ordine al finanziamento relativo al piano della sicurezza stradale, fa presente che lo stanziamento si è esaurito, essendo stato previsto dall'articolo 1, comma 1035, della legge n. 269 del 2006 per il solo triennio 2007-2009. Evidenzia che è stato mantenuto il contributo destinato allo sviluppo dell'alta velocità ferroviaria, ancorché ridotto. Riguardo al settore delle comunicazioni fa presente che sono stati incrementati gli stanziamenti relativi a ricerca e innovazione. Sottolinea in conclusione l'importanza del finanziamento all'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie. Ritiene fondamentale che la Commissione pervenga ad un indirizzo condiviso su un tema così rilevante, dato anche che la situazione congiunturale di crisi economica impone un'attenta definizione degli obiettivi di crescita del Paese.

Il sottosegretario Mario MANTOVANI ritiene che l'intervento del presidente affronti varie tematiche, anche di carattere generale, e si riserva quindi di intervenire in sede di replica nella seduta già prevista per domani.

Silvia VELO, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame dei disegni di legge alla seduta già prevista per domani, mercoledì 25 novembre, nella quale si procederà alla votazione degli emendamenti, degli ordini del giorno e della relazione su ciascuno stato di previsione di competenza della Commissione e sulle connesse parti del disegno di legge finanziaria.

La seduta termina alle 14.05.

RISOLUZIONI

Martedì 24 novembre 2009. - Presidenza del vicepresidente Luca Giorgio BARBARESCHI. - Interviene il viceministro per lo sviluppo economico Paolo Romani.

La seduta comincia alle 14.15.

7-00222 Gentiloni Silveri: Sviluppo della banda larga e superamento del digital divide.
7-00232 Crosio: Sviluppo della banda larga con particolare riferimento ai distretti industriali.
(Discussione congiunta e rinvio).

La Commissione inizia la discussione delle risoluzioni in titolo.

Paolo GENTILONI SILVERI (PD) illustra la risoluzione 7-00222, che ha per oggetto un tema sul quale vi è una grande attenzione da parte del Paese. Ritiene importante che nella prossima riunione il CIPE sblocchi il finanziamento di 800 milioni di euro, destinato a superare il digital divide tecnologico, come previsto dal piano illustrato nello scorso giugno dal viceministro Romani.
Rileva altresì che le notizie in base alle quali il finanziamento in questione sarebbe stato disponibile solo dopo la fine della crisi economica ha suscitato grande allarme: improvvisamente, quindi, la prospettiva di un mancato sblocco del finanziamento ha costretto ad occuparsi del tema le imprese, gli operatori del settore e l'opinione pubblica.
Auspica quindi che venga dato, anche attraverso le risoluzioni in esame, un contributo sia da parte della maggioranza che da parte dell'opposizione, affinché si possano assumere le decisioni in questione nella prossima riunione del CIPE.
Ritiene infatti che occorre mettere in atto tutte le iniziative volte a far si che si possa garantire un accesso alla rete a banda larga come servizio universale, al fine di permettere il collegamento alla rete Internet anche ai comuni e ai cittadini che ne sono privi, anche al fine di consentire la realizzazione della digitalizzazione dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione, annunciati dal ministro Brunetta.

Jonny CROSIO (LNP) illustra la risoluzione 7-00232, rilevando innanzitutto che l'importanza del tema della banda

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larga è riconosciuta da tutti gli schieramenti politici e che un'azione congiunta possa costituire uno stimolo al Governo per la realizzazione di questa importante infrastruttura.
Sottolinea infatti che lo sviluppo della banda larga è essenziale per lo sviluppo del Paese, segnalando altresì che in tale campo i principali paesi europei sono più avanti dell'Italia, che ancora registra un ritardo. Rileva quindi che occorre definire un modello di sviluppo preciso in tal senso e che a tal fine appare essenziale sbloccare gli 800 milioni di euro destinati al superamento del digital divide. Rileva a riguardo che i criteri per l'attribuzione delle risorse ai soggetti beneficiari sono al momento indeterminati e che occorre invece definirli sulla base di analisi coerenti. Aggiunge inoltre che occorre pervenire a un vero e proprio catasto delle infrastrutture esistenti, segnalando altresì che le infrastrutture informatiche rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo del Paese. Sottolinea altresì che le risorse devono essere indirizzate alle aree caratterizzate da importanti insediamenti demografici e industriali e a tale proposito ritiene utile che siano servite dalla banda larga le aree in cui sono presenti i distretti industriali.
Per quel che riguarda i distretti industriali, sottolinea che gli stessi sono dislocati su tutto il territorio nazionale.
Auspica quindi che vi sia un impegno del Governo al fine di pianificare le effettive disponibilità delle risorse da impiegare nella infrastruttura in questione, tenendo conto dei possibili futuri sviluppi tecnologici della rete. Pur ribadendo la propria fiducia nell'operato del Governo, sottolinea che sarebbe stato preferibile che venisse organizzato un «tavolo» tecnico con tutti i soggetti interessati al fine di esaminare tutte le tematiche implicate nella vicenda. Sottolinea altresì che è importante conoscere esattamente come le risorse vengono impiegate e preannuncia che adotterà tutte le iniziative utili di propria competenza al fine di pervenire ad una soluzione del problema.

Il viceministro Paolo ROMANI, esprime parere favorevole sulle risoluzioni in esame. Per quel che riguarda il catasto delle infrastrutture informatiche, ricorda che innanzitutto il digital divide è un tema che riguarda tutto il Paese. Infatti, ad esempio, in Piemonte vi è un problema di accesso precario alla rete: il problema riguarda il 13 per cento della popolazione italiana. Aggiunge che il «piano Romani» prevede il superamento del digital divide.
Ricorda peraltro che al fine di attuare il progetto, gli 800 milioni del FAS costituiscono solo una parte degli stanziamenti necessari, e quindi non bloccano di fatto il progetto. Al progetto contribuiscono infatti anche le regioni oltre che i privati.
Segnala peraltro che gli interventi di realizzazione della rete a banda larga sono immediatamente cantierabili e costituiscono quindi una misura anticiclica di contrasto alla crisi economica in atto.
Per quel che riguarda i distretti industriali, sottolinea che i lavori di infrastrutturazione tecnologica previsti sono già stati programmati e che vi è in tal senso un progetto molto preciso. Segnala in conclusione che è fondamentale che sia i cittadini che le imprese siano garantiti al massimo grado possibile nell'accesso alla rete.
Rileva peraltro che le questioni in esame saranno approfondite nel seguito dell'audizione sulla politica per lo sviluppo della banda larga in Italia, che svolgerà insieme al dottor Caio.

Luca Giorgio BARBARESCHI, presidente, ritiene che occorrerebbe chiarire se corrisponda al vero che imprenditori cinesi stiano investendo in Italia per quel che riguarda le tematiche in questione e che cosa ciò significhi in concreto. Ritiene inoltre fondamentale, esprimendo in tal senso preoccupazione, chiarire cosa stia accadendo per quel che riguarda il piano Telecom.

Fulvio BONAVITACOLA (PD) ringrazia il viceministro per l'intervento svolto, ricordando peraltro che vi sono problemi molto seri che interessano una società

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multinazionale che opera nel settore delle telecomunicazioni, che ha chiuso l'unico stabilimento nel Mezzogiorno.
Ritiene auspicabile che vi sia un impegno del Governo al fine di prevedere un piano di risorse che tuteli gli stabilimenti ubicati nelle aree depresse.
Ritiene inoltre che occorre attuare un intervento sulla banda larga molto importante al fine di avvicinare l'Italia agli altri Paesi e che la questione centrale sia quella di stabilire quale soggetto sarà proprietario della rete a banda larga. A tal proposito ricorda che nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulle telecomunicazioni sono stati ipotizzati tre modelli da parte della Commissione, uno che prevede la proprietà da parte di Telecom, un secondo che prevede che venga costituita all'interno di Telecom una società separata e una terza che prevede l'istituzione di una società apposita, a prevalente capitale pubblico, nell'ambito della Cassa depositi e prestiti che possa essere partecipata anche dai gestori. Giudica opportuno che il Governo dia indicazioni a riguardo.

Luca Giorgio BARBARESCHI (PdL), presidente, nessun altro, chiedendo di intervenire rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.45.