CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 novembre 2009
250.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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INCONTRI INFORMALI

Martedì 24 novembre 2009.

Incontro con il Vice Primo Ministro e Ministro degli affari esteri della Moldova, Iurie Leanca.

L'incontro informale si è svolto dalle 13.15 alle 14.05.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 24 novembre 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 14.05.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2010).
C. 2936 Governo, approvato dal Senato.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012.
C. 2937 Governo, approvato dal Senato.

Nota di variazione.
C. 2937-bis.

Stato di previsione del Ministero degli affari esteri per l'anno finanziario 2010 (Tabella n. 6).
(Esame congiunto e rinvio - Parere alla V Commissione).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

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Stefano STEFANI, presidente, avverte che, secondo quanto convenuto in seno alla Conferenza dei presidenti di gruppo, le Commissioni permanenti dovranno esprimere il parere di competenza entro la giornata di domani, mercoledì 25 novembre. Pertanto, se non vi sono obiezioni, il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno si intende fissato a domani alle ore 10. Ricorda che l'ammissibilità delle proposte emendative riferite ai disegni di legge in titolo sarà valutata conformemente alle disposizioni del Regolamento e alla vigente disciplina contabile.

Roberto ANTONIONE (PdL), relatore, in via preliminare, osserva che, analogamente a quanto avvenuto lo scorso anno, la manovra finanziaria per il triennio 2010-2012, nella sua articolazione complessiva, è stata anticipata dal Governo nel mese di luglio con il decreto-legge n. 78 del 2009, che ha introdotto una serie di misure volte a contrastare gli effetti avversi della crisi finanziaria globale, salvaguardando nel contempo l'equilibrio dei conti pubblici.
Il Governo ha quindi presentato in prima lettura al Senato una finanziaria «snella», articolata in soli tre articoli, che si limitano a fissare gli obiettivi dei saldi di bilancio (livello massimo del saldo netto da finanziare, in termini di competenza, e di ricorso al mercato finanziario), a introdurre un numero limitato di misure, tra le quali la quantificazione delle risorse da destinare ai rinnovi contrattuali del pubblico impiego e la proroga di norme di carattere tributario recanti regimi agevolati, nonché a stabilire l'importo da iscrivere nelle tabelle allegate.
A tale ridimensionamento del contenuto proprio della legge finanziaria corrisponde peraltro una valorizzazione del contenuto decisionale del bilancio dello Stato, stante la possibilità - prevista anch'essa in via sperimentale per il solo esercizio 2009 dall'articolo 60, comma 3, del decreto legge n. 112 del 2008 e riproposta per il 2010 dall'articolo 23, comma 21-quater, del decreto legge n. 78 del 2009 - di rimodulare nella legge di bilancio tra i programmi le dotazioni finanziarie di ciascuna missione, ivi incluse le risorse derivanti da autorizzazioni legislative di spesa.
La conferma, da parte del Governo, di predisporre per il 2010 - analogamente a quanto accaduto per l'esercizio finanziario 2009 - un disegno di legge finanziaria snello, risulta in linea, peraltro, con quello che potrebbe essere in futuro il contenuto della «legge di stabilità», strumento destinato a sostituire l'attuale legge finanziaria secondo quanto previsto dal progetto di riforma della legge di contabilità nazionale, recentemente approvato dalla Camera dei Deputati in seconda lettura (A.C. 2555) ed attualmente all'esame del Senato.
La manovra finanziaria per il 2010 si inserisce coerentemente nell'ambito degli indirizzi indicati con le risoluzioni parlamentari di approvazione del DPEF 2010-2013 dello scorso luglio, tenendo conto della revisione del quadro macroeconomico e di finanza pubblica effettuata con la Nota di aggiornamento al medesimo Documento, presentata contestualmente ai disegni di legge finanziaria e di bilancio. La Nota ha rivisto le stime di crescita per l'anno in corso e per il 2010, in considerazione dei primi segnali di ripresa che si sono manifestati a livello internazionale, nei mesi estivi, dopo la grave crisi economica e finanziaria che si è manifestata a partire dal 2008.
Il miglioramento della congiuntura economica internazionale ha consentito di delineare uno scenario più favorevole per il nostro Paese rispetto a quello delineato nel DPEF di luglio per il biennio 2009-2010, prevedendo una crescita più sostenuta dell'economia italiana, pari allo 0,7 per cento, di circa 0,2 punti percentuali superiore rispetto alle indicazioni fornite a luglio.
A fronte di questo quadro macroeconomico gravato da numerose criticità ma segnato anche da linee di tendenza incoraggianti, lo stato di previsione del Ministero

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degli Affari esteri reca per il 2010 stanziamenti di competenza pari a 2.074,3 milioni di euro (con un'incidenza pari allo 0,4 per cento delle spese finali del bilancio dello Stato), contro i 2.163,9 milioni previsti dallo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri per il 2009 (previsioni assestate, pari allo 0,4 per cento delle spese finali del bilancio dello Stato), con una riduzione assoluta di 89,5 milioni di euro ed una percentuale del 4,2 per cento rispetto all'anno precedente. L'ammontare dello stanziamento di competenza è quasi interamente destinato alle spese di parte corrente (2.067,8 milioni di euro), che assorbono il 99,7 per cento dello stanziamento. Tale ammontare si suddivide in 992,1 milioni per le spese di funzionamento (più mirate alla riproduzione della struttura) e in 1.055,6 milioni di spese per gli interventi (che propriamente consentono l'attuazione delle missioni istituzionali): completano il quadro 20 milioni per oneri comuni. Le spese in conto capitale ammontano a 6,4 milioni di euro, appostati quasi tutti nel capitolo 7330 (spese per lo sviluppo del sistema informativo - 4,5 milioni di euro).
Rispetto al volume della massa spendibile (data dalla somma dei residui più gli stanziamenti iscritti nel bilancio di competenza), pari a 2.568,7 milioni di euro, il coefficiente di realizzazione (rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile, che indica la capacità di spesa del Ministero) risulta dell'80,7 per cento, mentre risultava, nella legge di bilancio 2009, pari al 84,8 per cento per cento. Stigmatizza in proposito, replicando osservazioni già svolte in occasione dell'esame parlamentare della manovra di bilancio per il 2009, l'insufficienza delle risorse riservate al Ministero degli Affari esteri rispetto ai gravosi impegni comunitari ed internazionali assunti dal nostro Paese, puntualmente evidenziati nella nota illustrativa dello stato di previsione.
Ricorda che lo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri è articolato in tre missioni: la n. 4 «L'Italia in Europa e nel mondo», con uno stanziamento di competenza per il 2010 di 1.966 milioni, la n. 32 «Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche», con 91,2 milioni e la n. 33 «Fondi da ripartire», con 17 milioni.
Tutte le attività del Ministero degli Affari esteri fanno capo a 10 Programmi (di cui 7 afferenti alla Missione 4, «L'Italia in Europa e nel mondo»; altri due Programmi, «Indirizzo politico» e «Servizi e affari generali per le Amministrazioni di competenza», sono invece riferiti alla Missione 32, «Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche» mentre il Programma 33.1, «Fondi da assegnare», fa parte della Missione 33, «Fondi da ripartire»).
La Missione n. 4 - L'Italia in Europa e nel mondo, prevede uno stanziamento di competenza per il 2010 di 1.966 milioni di euro; la Missione n. 32 - Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche, uno stanziamento di 91,2 milioni, mentre per la Missione n. 33 - Fondi da ripartire, è previsto un ammontare di 17 milioni.
Se si considerano le unità di effettiva gestione amministrativa del Ministero, i cd. «centri di responsabilità», quelli che incidono maggiormente sono la «Direzione generale per gli affari amministrativi, di bilancio ed il patrimonio», che pesa per il 34,6 per cento, la «Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo» che pesa per il 19 per cento e la «Direzione generale per la cooperazione politica multilaterale ed i diritti umani» che conta per il 20,7 per cento delle risorse complessive del Ministero.
Segnala che nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2) sono collocati alcuni stanziamenti relativi a materie di interesse della III Commissione. In particolare, sottolinea che risulta azzerato il Fondo per la proroga delle missioni internazionale di pace (capitolo 3004/Centro di responsabilità n. 4/RGS). Sul punto ricorda che il Direttore del Servizio studi della Ragioneria centrale dello Stato intervenuto in data 13 ottobre 2009 innanzi alle Commissioni riunite III e IV della Camera, nell'ambito dell'indagine conoscitiva relativa all'esame,

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in sede referente, delle proposte di legge A.C. 1213, A.C. 1820 ed A.C. 2605, recanti «Disposizioni per la partecipazione italiana a missioni internazionali», ha osservato che «per il momento il fondo delle missioni di pace presenta stanziamenti fino a tutto l'anno in corso, mentre per il prossimo anno al momento non è previsto alcun importo».
Sempre nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, riveste interesse per la Commissione Affari esteri il capitolo 7256, esposto nella legge finanziaria - tabella C, riguardante l'erogazione di indennizzi a cittadini e imprese italiane che hanno perduto beni o diritti in territori prima soggetti alla sovranità italiana, che è dotato per il 2010 di 19,2 milioni di euro.
Inoltre, a carico dello stato di previsione del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (capitoli 7800 e 7801) risultano stanziamenti in applicazione della legge n. 7 del 2009, di ratifica dell'Accordo di amicizia e di cooperazione con la Libia: in particolare sono previsti 180 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012 e 2.880 milioni per il 2013 e successivi (capitolo 7800), e sono previsti stanziamenti pari a 3,7 milioni per la costruzione di unità abitative in Libia per ciascuno degli anni 2010 e 2011 (capitolo 7801).
Rispetto alle previsioni assestate per il 2009, gli stanziamenti di competenza iscritti nello stato di previsione del Ministero degli Affari esteri a legislazione vigente per il 2010 fanno registrare una diminuzione complessiva di 89,5 milioni di euro (nell'annus terribilis 2008 si era trattato di una riduzione di 677,4 milioni di euro), tutti di parte corrente. La consistenza dei residui stimati al 1o gennaio 2010 ammonta a 494,3 milioni di euro, di cui 472,4 di parte corrente e 21,9 in conto capitale. Rispetto ai residui accertati in sede di rendiconto 2008 ed iscritti in bilancio di assestamento 2009, pari a 542,5 milioni di euro, si prevede un decremento di 48,2 milioni di euro. Occorre peraltro ricordare che l'effettiva consistenza dei residui dipende dall'andamento della gestione e che le stime vengono adeguate a tale andamento in sede di rendiconto. La maggior parte dei residui riguarda il Programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo e gestione delle sfide globali), la cui sezione dello stato di previsione ne assorbe da sola 387 milioni.
Quanto ai contenuti del disegno di legge finanziaria, mentre l'articolato non ha impatto sulle materie di competenza della Commissione, acquistano invece rilievo gli interventi configurati dalle tabelle allegate. In particolare, nella Tabella A compaiono, in relazione al Ministero degli Affari esteri, accantonamenti di soli 9.000 euro per il 2010, nonché di 22.000 euro per il 2011 e di 50 milioni di euro per il 2012.
Nella Tabella B non compare alcun accantonamento a favore del Ministero degli Affari esteri per il 2010-2012, mentre nella Tabella C non vengono disposte variazioni per il 2010 - rispetto al disegno di legge di bilancio - relative a capitoli di interesse del Ministero degli Affari esteri. Sono quindi meramente recepiti nella Tabella menzionata gli stanziamenti già disposti nel disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2010. Nel complesso, lo stanziamento in tabella C per il 2010 riguardante gli Affari esteri ammonta a 345,7 milioni di euro. Nella proiezione triennale, il totale della tabella C riguardante gli affari esteri prevede inoltre 228,8 milioni per ciascuna delle annualità 2011 e 2012.
Ritiene opportuno soffermarsi brevemente sulle risorse poste a disposizione della cooperazione allo sviluppo e per gli italiani all'estero. Gli stanziamenti destinati all'aiuto pubblico allo sviluppo sono suddivisi tra numerosi capitoli degli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero degli Affari esteri. Per quanto riguarda la cosiddetta «cooperazione a dono», gli stanziamenti sono attualmente ripartiti tra 18 capitoli, tutti afferenti al Centro di responsabilità n. 9 (Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo). Lo stanziamento ora previsto dal disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per

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il 2010 per l'intero Centro di responsabilità n. 9 è pari a 393,3 milioni di euro (di cui 326,9 milioni di euro riguardano i 18 capitoli della ex rubrica 8), con un modestissimo incremento rispetto al 2009, pari a 4,1 milioni di euro.
Il disegno di legge di bilancio a legislazione vigente per il 2010 sopprime il capitolo 7415 per insussistenza dei residui per i cd. «crediti d'aiuto». Pur precisando che le reali disponibilità del Fondo sono costituite, oltre che dagli stanziamenti di bilancio, anche dai rientri pervenuti al Mediocredito, derivanti dai crediti concessi negli anni precedenti, nonché dalle somme non spese negli anni precedenti, sottolinea che anche nel settore dei crediti di aiuto risulti evidente il trend di forte riduzione degli stanziamenti per la cooperazione allo sviluppo.
Gli stanziamenti relativi alle comunità italiane all'estero fanno capo, nella nuova struttura dello stato di previsione degli esteri, al Centro di responsabilità n. 11, Direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie, il cui stanziamento coincide integralmente con quello a favore del Programma 4.8, Italiani nel mondo e politiche migratorie che reca stanziamenti complessivi pari a 71,2 milioni di euro per l'anno 2010, con un lieve incremento di 1,1 milioni di euro.
Segnala che nel corso dell'esame al Senato è stato apportato un emendamento al disegno di legge di bilancio che ha incrementato di 1 milione di euro il Fondo per lo sminamento umanitario (capitolo 2110 - unità previsionale di base 1.2.2) ed ha conseguentemente ridotto di 1 milione l'unità previsionale di base 1.4.1., riguardante le spese di funzionamento del programma «Cooperazione politica, promozione della pace e sicurezza internazionale»: tale decremento opera, per 500.000 euro a valere sulle risorse finalizzate alla retribuzione al personale a contratto nelle rappresentanze diplomatiche, uffici consolari e istituti di cultura (capitolo 1501), e per 500.000 euro sulle competenze accessorie al personale (capitolo 1503).
Richiama altresì l'attenzione della Commissione sulle decurtazioni subite anche quest'anno da alcuni specifici capitoli inerenti lo stato di previsione del Ministero degli Esteri, segnatamente quelli per le spese di funzionamento della Direzione generale per la cooperazione economica e finanziaria multilaterale, della Direzione generale per i paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, della Direzione generale per i paesi dell'Africa sub-sahariana e l'azzeramento del capitolo riguardante le spese per interventi a tutela del patrimonio storico e culturale delle Comunità degli esuli italiani dell'Istria e della Dalmazia.
Conclusivamente, non può non richiamare le considerazioni svolte già nel corso dell'esame della manovra finanziaria per il 2008 segnalando come, gli interventi riguardanti il Ministero degli Affari esteri proseguano lungo il difficile percorso di contemperare le esigenze di normalizzazione dei meccanismi di spesa e quelle, incomprimibili, connesse a garantire l'operatività dell'Amministrazione chiamata ad un ruolo ancora più incisivo con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona e l'avvio di una nuova fase nella politica estera europea.
Sottolinea il grande senso di responsabilità e l'intenso sforzo di razionalizzazione con cui la dirigenza del Ministero degli Affari esteri sta facendo fronte a questa impegnativa severa fase di contenimento delle risorse disponibili.
Termina ricordando che la riduzione delle risorse del Ministero degli Affari esteri costituisce ormai un problema annoso, aggravato dall'aumentata complessità dello scenario internazionale conseguente al venire meno della divisione del mondo in due blocchi contrapposti. Rileva in proposito che occorre una riflessione sul tema da parte dell'intero Governo, coadiuvato in questo dal Parlamento che appare sensibile a prescindere dagli schieramenti politici di appartenenza.
Si chiede infine, a titolo personale, se l'Italia debba rinunciare ad una vocazione di carattere generale per quanto riguarda la politica estera, rischiando altrimenti, in

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mancanza dei necessari mezzi finanziari, di svolgere un'azione su scenari troppo ampi senza ottenere risultati tangibili.

Paolo CORSINI (PD), intervenendo a nome del suo gruppo, ringrazia il collega Antonione per la relazione svolta che conferma la sua onestà politica ed intellettuale. Si rivolge piuttosto al Governo per contestare nel metodo e nel merito la manovra finanziaria, resa snella dall'anticipazione a luglio dei cosiddetti provvedimenti anti-crisi, ma in realtà subordinata a quello che sarà l'esito del cosiddetto «scudo fiscale». Quanto ai profili di competenza della Commissione, osserva in linea generale come l'opposizione sia pronta a dare un contributo leale e trasparente alle priorità politiche individuate dal Ministro degli esteri, ma si trovi nella difficoltà materiale di poterlo fare, stante la perdurante sottovalutazione che esse ricevono in sede governativa. Si riferisce all'aiuto allo sviluppo nell'ottica degli Obiettivi del Millennio, ai temi globali del G8 e del G20, alla proiezione del sistema-paese, al sostegno ai processi multilaterali di pace, alla promozione dei diritti umani e dello Stato di diritto, alle relazioni transatlantiche, alla stabilizzazione delle aree di crisi, al rafforzamento della presenza italiana in America Latina, al rilancio del nostro ruolo nel Mediterraneo anche in relaziona al conflitto arabo-israeliano, alla situazione dell'Africa sub-sahariana, alla ricerca scientifica e tecnologica, al rafforzamento della rete commerciale e culturale.
Constata quindi il fallimento dell'impostazione che il Governo si è dato con il DPEF scontando scelte insufficienti e sfasate derivanti dalla dissimulazione della crisi, prima negata, poi ammessa con riserva e infine dichiarata superata, nonché rivelando l'inadeguatezza della propria capacità previsionale. Lo confermano le stime dell'ISTAT che quantificano al 4,6 per cento del PIL l'indebitamento netto e al 115,3 per cento il rapporto tra debito pubblico e PIL, con un incremento in un anno di quasi il dieci per cento, ed una previsione ancora in crescita per il 2010. Le preoccupazioni riguardano anche l'andamento negativo dell'avanzo primario su cui grava l'esercizio del debito e la riduzione per la prima volta in mezzo secolo delle entrate dovuta senz'altro alla forte contrazione del gettito IVA ma attribuibile anche all'evasione fiscale che potrebbe essere del resto ulteriormente incentivata dai recenti provvedimenti di condono. L'aumento della spesa corrente si rivela poi in netto contrasto con le dichiarazioni del Governo.
Passando ai dati dell'economia reale, denuncia la crisi occupazionale con la perdita di un milione e centomila posti di lavoro, oltre al milione di cassintegrati, per cui il tasso di disoccupazione è passato dal 6,7 per cento al 10,5 per cento. Rivendicando all'opposizione il dovere del «sale della critica» e contestando la «doppia morale» che caratterizza l'impostazione della maggioranza, abbarbicata allo scudo fiscale, evidenzia la drammaticità della situazione del Mezzogiorno, che ormai non sfugge neanche a settori del PdL, e della pressione sulle famiglie.
Tornando allo stato di previsione del Ministero degli esteri, osserva come non sia possibile che un grande paese democratico come l'Italia vi destini soltanto lo 0,4 per cento del PIL, uno stanziamento del tutto inadeguato ai compiti ed ai servizi da erogare, che rende ardua la stessa attività ordinaria e del tutto impossibili da adempiere gli obblighi internazionali sottoscritti. Nel denunciare l'ulteriore riduzione delle risorse per la cooperazione allo sviluppo, pari allo 0,15 del PIL rispetto al noto obiettivo dello 0,7 per cento, critica in particolare le decurtazioni dei contributi volontari per banche e fondi internazionali.
Ricorda poi che soltanto un emendamento del suo partito in Senato ha consentito di ridotare il Fondo per lo sminamento umanitario, che era stato azzerato nonostante la previsione della legge n. 108 del 2009. Nel menzionare altri tagli gravi ed inopportuni, fa riferimento alla cooperazione scientifica e tecnologica, ai fondi

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fiduciari NATO, alla PESD, alle comunità italiane nel mondo, alla sicurezza degli italiani all'estero.
Considera altresì molto grave che la Tabella A assegni al Ministero degli esteri la cifra simbolica di novemila euro, mentre occorrerebbero almeno 47 milioni per concludere la ratifica dei sessanta accordi internazionali di più rilevante priorità. Altrettanto grave è a suo avviso l'azzeramento del Fondo per le missioni internazionali, che da ormai molti anni assicurava una programmazione stabile degli interventi militari e civili all'estero. Non si può infatti in un così delicato settore subordinare l'opzione politica alla contingenza contabile. A fronte del realistico quadro descritto, non può non esprimere, quindi, una valutazione d'insieme di amarezza, ma anche di delusione.

Stefano STEFANI, presidente, sospende brevemente la seduta per consentire la riunione del Comitato dei nove delle Commissioni riunite II e III per il disegno di legge di ratifica della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia.

La seduta, sospesa alle 15, riprende alle 15.05.

Franco NARDUCCI (PD), nel ringraziare il collega relatore per l'esposizione svolta, denuncia le contraddizioni insite nello stato di previsione del Ministero degli esteri che continuano a penalizzare la realtà degli italiani all'estero, trattati alla stregua dell'»ultima ruota del carro». Lamenta poi il pesante taglio subito dal contributo ministeriale alla Società Dante Alighieri, che svolge un'opera inestimabile per la lingua e la cultura italiana all'estero con la sua rete capillare diffusa in tutto il mondo. Rivendica al riguardo l'esigenza di ascoltare le istanze dei parlamentari eletti all'estero. Osserva che tali importi avrebbero potuto essere recuperati con maggiore giudizio in altre voci di bilancio. Nel ricordare come soltanto durante la gestione del ministro D'Alema la dotazione della Farnesina abbia subito un'inversione di tendenza in senso positivo in termini percentuali sul PIL, ritiene che esista un problema di strategia politica generale per cui i fini non sono suffragati dai mezzi necessari

Il sottosegretario Enzo SCOTTI ritiene che occorra distinguere tra la riduzione delle risorse complessive a disposizione del Ministero degli Affari esteri e i conseguenti tagli di bilancio relativi alle singole voci di spesa che appaiono inevitabilmente opinabili. Segnala, in relazione a quanto evidenziato dall'onorevole Narducci per la Società Dante Alighieri, che altre importanti istituzioni, quali l'Istituto Italo-Latino Americano, hanno subito riduzioni di contributi ancora più consistenti. Evidenzia in proposito che il Ministero non ha ricevuto alcun finanziamento per la III Conferenza Nazionale Italia-America Latina e Caraibi, in programma nei prossimi giorni a Milano, che si potrà svolgere grazie al contributo della Regione Lombardia, degli enti locali e dell'imprenditoria privata.
Sottolinea che il ministro Frattini ha svolto un intenso lavoro per contenere le riduzioni di bilancio subite dal Ministero, con la speranza di ottenere risorse aggiuntive nel corso del prossimo esercizio finanziario.
Ringrazia il relatore Antonione e l'intera Commissione, anche a nome del ministro Frattini, per avere sollevato il tema della scarsità delle dotazioni finanziarie necessarie per adempiere agli impegni internazionali assunti e svolgere un ruolo rilevante in questioni cruciali quali l'aiuto pubblico allo sviluppo, concordando sull'accresciuta complessità dello scenario multilaterale. Conclude auspicando una forte presa di posizione in proposito da parte della Commissione.

Mario BARBI (PD), nell'associarsi alle considerazioni svolte a nome del suo gruppo dal collega Corsini, osserva come il Parlamento, ed in fondo la stessa maggioranza, si trovino in una condizione di

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mortificazione a fronte delle gravi inadempienze degli obblighi internazionali sottoscritti che sono causate dalla modestia delle risorse disponibili. Invita ogni soggetto istituzionale all'assunzione delle proprie responsabilità, ricordando che il Governo dovrebbe avere una sola voce e non presentarsi in ordine sparso e contraddittorio nelle posizioni dei singoli dicasteri. Invita pertanto i gruppi di maggioranza a fare un passo avanti, anticipando la disponibilità dell'opposizione a collaborare come nel caso della mozione recentemente approvata dall'Assemblea sulla cooperazione allo sviluppo. Senza entrare nel dettaglio delle molte questioni problematiche, evidenzia la gravità della mancata copertura del fondo per le missioni internazionali, che dovrebbero rappresentare il principale impegno nazionale. Nel rammentare poi come nello stato di previsione del Ministero degli esteri vi sia soltanto una parte della più ampia dotazione finanziaria relativa alla missione «Italia in Europa e nel mondo», pone il tema del governo complessivo dei fondi destinati all'azione internazionale, rivendicandone il preminente interesse parlamentare. Invitando infine a non perdere un'ulteriore occasione, ribadisce ai gruppi di maggioranza la disponibilità dell'opposizione a partecipare alla definizione di un raccordo tra impegni e risorse, concordando sulle priorità politiche.

Stefano STEFANI, presidente, ricordando il termine fissato per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.25.

SEDE REFERENTE

Martedì 24 novembre 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 15.25.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Sede tra il Governo della Repubblica italiana e il Network internazionale di Centri per l'Astrofisica Relativistica in Pescara - ICRANET, fatto a Roma il 14 gennaio 2008.
C. 2815 Governo.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Franco NARDUCCI (PD), relatore, ricorda che l'Italia ha aderito, il 18 marzo 2003, all'Accordo istitutivo del Network internazionale di centri di ricerca nel campo dell'astrofisica relativistica (ICRANET), sorto originariamente nel 1985 per iniziativa dei premi Nobel per la fisica Riccardo Giacconi ed Abdus Salam, finalizzato alla promozione della cooperazione scientifica internazionale e all'effettuazione di ricerche nel campo dell'astrofisica relativistica. All'intesa, cui è annesso lo statuto organizzativo, aderiscono, oltre al nostro Paese, l'Armenia, il Brasile e lo Stato della Città del Vaticano, tutti Stati caratterizzati da centri di osservazione astrofisica riconosciuti a livello mondiale. L'ICRANET è retto da un Comitato di direzione composto da due rappresentati del Ministero degli affari esteri, da un rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze, da un rappresentate per ogni università o centro di ricerca associato, da un rappresentante per la Specola Vaticana e da uno del Centro internazionale per l'astrofisica relativistica, operante presso l'Università «La Sapienza» di Roma.
L'Accordo istitutivo, ratificato con la legge 10 febbraio 2005, n. 31, oltre a qualificare l'ICRANET, «organizzazione internazionale indipendente», dispone, all'articolo 2, che la sede del network sia a Pescara. Attualmente il Network è finanziato da un contributo obbligatorio annuo di 1.550.330 euro, posto inizialmente dalla legge n. 31 del 2005, erogato dal Ministero degli affari esteri.
L'Accordo al nostro esame è finalizzato ad integrare tale cornice normativa, assicurando

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una serie di agevolazioni - già concesse dall'Italia, quale Host Country, ad altri organismi delle Nazioni Unite che hanno sede nel nostro Paese - ad un'istituzione scientifica internazionalmente riconosciuta come struttura di eccellenza.
Venendo sinteticamente ai contenuti dell'articolato, mette in rilievo l'articolo 2 in base al quale il Governo italiano riconosce la personalità giuridica all'ICRANET ed in particolare la capacità giuridica di stipulare contratti, di acquistare e alienare beni, mobili e immobili, e di stare in giudizio.
Considera altrettanto rilevante l'articolo 3 in base al quale il Governo italiano prende atto che il Comune di Pescara porrà a disposizione di ICRANET, in via gratuita, il complesso sito in Piazza della Repubblica n. 10, individuato da una Convenzione intervenuta il 29 novembre 2005, allegata all'Accordo di sede. In base a questa Convenzione, che attua l'articolo 2 dell'Accordo istitutivo, la città adriatica ha reso disponibile, a titolo di comodato gratuito, una sede di circa 1.200 metri quadrati, interamente ristrutturata e munita delle più avanzate tecnologie multimediali. Le spese di manutenzione straordinaria della sede sono a carico del Comune, mentre quelle per la manutenzione ordinaria sono sostenute dal Network unitamente a quelli dei servizi di comunicazione e di pubblica utilità.
L'articolo 4 prevede l'inviolabilità dei locali, degli edifici, dei terreni e degli archivi utilizzati dall'organismo. Il Direttore dell'ICRANET si impegna a evitare che i locali possano essere utilizzati come rifugio per persone intenzionate a sottrarsi all'arresto o ricercate ai fini dell'estradizione in un altro Paese. L'articolo 5 prevede che i beni e gli averi dell'organismo destinati al perseguimento dei fini istituzionali siano immuni dal procedimento legale e dalle misure esecutive, amministrative o giudiziarie; l'immunità dalla giurisdizione e dalla relativa esecuzione non viene riconosciuta in relazione a danni causati da veicoli, imbarcazioni o aeroplani di proprietà, ovvero utilizzati dall'ICRANET, nonché in relazione a violazioni del codice stradale, nautico o aeronautico come pure per la stipula dei contratti di diritto privato, diversi da quelli conclusi secondo le disposizioni del regolamento del personale.
L'articolo 6 esclude la responsabilità giuridica internazionale del Governo italiano per le attività svolte dall'ICRANET e dal suo personale sul territorio nazionale; è previsto altresì il diritto di rivalsa nei confronti dell'ICRANET qualora venga fatto ricorso alla responsabilità del Governo italiano. Con l'articolo 7 viene precisata la responsabilità esclusiva dell'ICRANET per tutti i danni o pregiudizi provocati dalle proprie attività in Italia; si esclude qualsiasi richiesta di risarcimento al Governo italiano per i danni prodotti a terzi e l'organismo si impegna a stipulare un'assicurazione per la copertura del danno relativo alla responsabilità civile verso i terzi causato nell'esercizio delle proprie attività.
È prevista altresì, all'articolo 9, l'esenzione dalle tasse e dalle imposte dovute allo Stato, alle regioni, alle province e ai comuni, relative agli averi, beni e redditi, ovunque situati e da chiunque tenuti e destinati alla realizzazione delle attività istituzionali dell'organismo; è stabilita la non imponibilità agli effetti dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) per gli acquisti di beni e di servizi di importo «rilevante», cioè superiore al limite stabilito dalla legislazione nazionale (oggi pari a circa 258 euro) per le organizzazioni internazionali che hanno sede in Italia. È altresì prevista l'esenzione dai dazi doganali e dalle imposte sull'importazione e sull'esportazione dei beni destinati allo svolgimento delle attività istituzionali dell'ICRANET.
Ai sensi dell'articolo 11 sono concessi privilegi e immunità, unicamente per garantire lo svolgimento delle attività ufficiali dell'ICRANET, al personale assunto dal Direttore ai sensi dell'articolo 9, paragrafo secondo, lettera a) dello Statuto.
Le disposizioni dell'articolo 12 riconoscono il diritto per l'ICRANET di convocare riunioni nella propria sede e, in cooperazione con le autorità italiane, in

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qualsiasi altra località in Italia. L'articolo successivo disciplina i privilegi e le immunità concesse al personale che partecipa a tali riunioni, ovvero che viene convocato dall'ICRANET, in analogia alle agevolazioni previste per i rappresentanti dei Governi stranieri in missione ufficiale temporanea.
Con l'articolo 14 viene riconosciuta al personale dell'ICRANET la facoltà di scelta, per la sicurezza sociale e l'assicurazione di malattia, tra l'adesione a un Fondo di assistenza e previdenza interno all'ICRANET, a un Fondo privato nazionale o estero individuato dall'organismo, ovvero al Sistema nazionale di sicurezza sociale vigente in Italia.
Illustra, quindi, il disegno di legge di ratifica, che consta di tre articoli; il primo reca l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo e il secondo l'ordine di esecuzione, a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'Accordo, stabilita dall'articolo 16 dell'Accordo medesimo. L'articolo 3 autorizza, per l'attuazione della legge, la spesa di 440.000 euro all'anno a decorrere dal 2010, disponendo che l'onere sia coperto mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 1 della legge 4 giugno 1997, n. 170, riguardante la ratifica e l'esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione nei Paesi gravemente colpiti dalla siccità e/o dalla desertificazione, in particolare in Africa, fatta a Parigi il 14 ottobre 1994.
Come precisato nella relazione tecnica che correda il disegno di legge, osserva che le disposizioni dell'articolo 3 dell'Accordo di sede, relative alle condizioni convenute tra l'ICRANET ed il Comune di Pescara circa la messa a disposizione a titolo di comodato gratuito dell'immobile sede dell'organismo, non comportano oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato.
Ritiene, invece, che la presenza di un centro di eccellenza come quello in parola possa essere catalizzatore di sviluppo per l'intera area centro adriatica del nostro Paese, contribuendo a far conoscere le potenzialità dei nostri territori anche dal punto di vista culturale e paesaggistico; quindi non solo, e aggiungo finalmente, contribuiamo allo sviluppo di un settore strategico quale quello della ricerca ma sicuramente avremo delle ricadute in termini di sviluppo tecnologico e turistico.
Studiare la fisica del big bang sicuramente traccia la strada per arrivare a comprendere il funzionamento sistemico della natura; ad esempio, studiare i primi istanti della vita dell'universo significa cercare di arrivare a definire una teoria che unifichi le quattro forze fondamentali dell'universo. Certo non è immediato pensare come la speculazione scientifica sulle forze gravitazionali possa avere ricadute nelle applicazioni tecnologiche ma se consideriamo che tutto nell'universo è influenzato dalla forza gravitazionale, avente un raggio d'azione infinito, la gravità costituisce, in un certo senso, il «palcoscenico» in cui avvengono tutti i fenomeni e pertanto è sicuramente lungimirante promuovere ed investire nei settori di frontiera della fisica, soprattutto in un momento in cui al CERN di Ginevra ci si sforza di indagare l'origine dell'universo attraverso l'esperimento del super acceleratore LHC (Large Hadron Collider).
Poiché, come insegna la storia della ricerca scientifica solo posteriormente si riesce a capire le applicazioni delle nuove teorie scientifiche, auspica che un effettivo e migliore coordinamento, quale vuol offrire l'ICRANET, della ricerca in tutto il mondo possa migliorare l'efficienza e l'efficacia delle azioni con conseguenti risultati.
Ricordando che gli oneri connessi all'attuazione del provvedimento sono correlati esclusivamente alle disposizioni dell'articolo 11 dell'Accordo per un impatto, in termini di minore gettito per l'erario, di 440.000 euro annui, sottolinea che bisognerebbe fare molto di più per assicurare continuità di vita alle linee di ricerca e mettere in rete anche quella grande risorsa sparsa per il mondo che sono i ricercatori italiani all'estero.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI concorda con l'esposizione del relatore.

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Stefano STEFANI, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti.

La seduta termina alle 15.35.