CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 ottobre 2009
239.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 28 ottobre 2009.

L'Ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.10 alle 14.20.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 28 ottobre 2009 - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il Ministro per le pari opportunità, Maria Rosaria Carfagna.

La seduta comincia alle 14.30.

Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva 2006/54/CE riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego.
Atto n. 112.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in titolo, rinviato da ultimo nella seduta di ieri.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella giornata di ieri il relatore ha presentato una proposta di parere favorevole con osservazioni e che sono state altresì depositate, rispettivamente da parte del gruppo dell'Italia dei Valori e del gruppo del Partito Democratico, due proposte alternative di parere (vedi Bollettino delle

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Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 238, del 27 ottobre 2009, pagg. 82-93), con l'intesa che nella seduta odierna la Commissione avrebbe proceduto alla deliberazione di competenza su tali proposte di parere.
Informa, peraltro, che in data odierna è pervenuta la notizia della convocazione, per giovedì 29 ottobre 2009, di una riunione della Conferenza Stato-regioni, al cui ordine del giorno risulta inserito anche lo schema di decreto legislativo in esame. Per tale ragione, ritiene opportuno chiedere al rappresentante del Governo se sia in grado di fornire eventuali informazioni in merito a tale questione, atteso anche che - alla luce di questa novità - sembrerebbe preferibile differire alla prossima settimana la definitiva deliberazione della Commissione sullo schema di decreto in titolo, in attesa di verificare l'esito della citata Conferenza. Auspica, pertanto, che - ove la Commissione convenisse di giungere a tale determinazione - il Governo possa attendere, secondo una prassi costantemente seguita in casi analoghi, l'espressione del parere parlamentare anche oltre il termine previsto dalla legge di delegazione, impegnandosi a non procedere alla definitiva adozione dell'atto in assenza del pronunciamento della Commissione medesima.

Il Ministro Maria Rosaria CARFAGNA, nello scusarsi anzitutto per il ritardo con cui è giunta in Commissione, causato da un mero fraintendimento in ordine all'orario di inizio della seduta, conferma che domani avrà luogo una riunione della Conferenza Stato-regioni, al cui ordine del giorno è stato inserito anche lo schema di decreto legislativo in esame. Si dichiara, pertanto, favorevole a un breve rinvio dell'esame del provvedimento da parte della Commissione, in attesa degli esiti della citata riunione della Conferenza, impegnandosi ad attendere l'espressione del parere parlamentare anche oltre il termine, ormai scaduto, fissato dalla legge comunitaria per il 2008.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto dell'orientamento espresso dal Ministro, avverte che la Commissione sarà nuovamente convocata sul provvedimento in titolo nella giornata di mercoledì 4 novembre 2009, con l'intesa che in quella data - una volta acquisiti gli elementi informativi in ordine all'esito della Conferenza unificata - si procederà alla deliberazione di competenza.

Teresio DELFINO (UdC), pur evidenziando la necessità di operare una razionalizzazione della normativa in materia di pari opportunità, ritiene che il provvedimento in esame sia suscettibile di rilievi critici, soprattutto per quanto concerne la composizione del Comitato nazionale per l'attuazione dei principi di parità di trattamento ed uguaglianza di opportunità tra lavoratori e lavoratrici, organismo - a suo avviso - poco indipendente ed autonomo.
Osservato che tale schema di decreto legislativo non promuove una efficace armonizzazione tra l'ordinamento italiano e quello comunitario, si sofferma sulla proposta di parere del relatore, facendo notare che essa contiene osservazioni che fanno riferimento in modo generico ai temi dei congedi parentali e della tutela della maternità, non fornendo più specifiche indicazioni al Governo in materia di politica fiscale a favore delle famiglie. Nel far presente che su tale argomento il Governo non ha ancora intrapreso politiche adeguate, osserva, al contrario, che il suo gruppo è da tempo impegnato su questo fronte, attraverso la richiesta di misure volte a riconoscere sgravi fiscali alle famiglie - come il «quoziente familiare» - e ad operare una revisione del regime dei congedi parentali a vantaggio dei lavoratori. Auspica, pertanto, che il relatore possa acquisire tali elementi ai fini dell'eventuale riformulazione della sua proposta di parere.
Si riserva, infine, di esprimere un giudizio definitivo sul provvedimento nel corso della prossima seduta, anche alla luce dell'eventuale espressione del parere da parte della Conferenza Stato-regioni.

Marialuisa GNECCHI (PD), nel giudicare positivamente che la Commissione

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abbia convenuto di attendere il parere della Conferenza Stato-regioni e nell'osservare, altresì, che la questione femminile nel Paese è lungi dall'essere risolta, atteso che i livelli di occupazione delle donne, la loro presenza nelle posizioni apicali e le gravi difficoltà riscontrate nel conciliare i tempi di lavoro con quelli familiari testimoniano l' arretratezza dell'Italia nel quadro dei Paesi comunitari (documentata da dati statistici pubblicati recentemente dai principali organi di informazione), ritiene che la Commissione debba riflettere seriamente sul ruolo della consigliera di parità, così come viene delineato dal provvedimento in esame. Al riguardo, paventa il rischio che tale figura possa subire condizionamenti da parte dell'apparato ministeriale, come avvenuto recentemente, quando una consigliera di parità è stata revocata dall'incarico in quanto non gradita al Governo: invita, pertanto, il relatore a valutare l'opportunità di rivedere il rapporto tra il titolare di questo incarico e il supplente, che, così come definito, rischia di impedire uno svolgimento più collegiale delle funzioni attribuite complessivamente a tale organo.
Si riserva, comunque, di esprimere un giudizio più compiuto sulla proposta di parere del relatore nel prosieguo dell'esame, anche in attesa di conoscere gli esiti della prevista riunione della Conferenza Stato-regioni.

Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.45.

SEDE LEGISLATIVA

Mercoledì 28 ottobre 2009 - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il Ministro per le pari opportunità, Maria Rosaria Carfagna.

La seduta comincia alle 14.45.

Modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli affari esteri.
C. 717 Fedi.

(Discussione e approvazione).

La Commissione inizia la discussione della proposta di legge in titolo.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 65, comma 2, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per la discussione in sede legislativa è assicurata, oltre che dal resoconto stenografico, anche tramite la trasmissione attraverso impianti audiovisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.
Avverte, quindi, che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione di oggi, ha definito l'organizzazione della discussione del provvedimento. Al riguardo, ricorda che la Commissione ha già esaminato in sede referente il progetto di legge n. 717 e ha elaborato un nuovo testo, sul quale sono stati espressi i pareri da parte delle competenti commissioni; essendo stato, nel frattempo, richiesto il trasferimento di tale testo alla sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento, ed essendosi verificati i necessari presupposti per dare seguito a questa richiesta, l'Assemblea ha deliberato, nella seduta di martedì 27 ottobre 2009, il predetto trasferimento di sede del provvedimento, che risulta ora assegnato in sede legislativa alla XI Commissione.
Dichiara, pertanto, aperta la discussione sulle linee generali.

Aldo DI BIAGIO (PdL), relatore, rinvia alla relazione svolta nel corso dell'esame in sede referente, esprimendo soddisfazione per il fatto che la Commissione è giunta all'approdo finale di un provvedimento, che costituisce il frutto di un lavoro condiviso, volto a far fronte a una situazione che interessa circa 1.200 lavoratori del Ministero degli affari esteri.

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Il Ministro Maria Rosaria CARFAGNA dichiara di condividere la relazione svolta dal relatore.

Lucia CODURELLI (PD) ricorda che il provvedimento registra la posizione favorevole del suo gruppo, a nome del quale esprime soddisfazione per la conclusione dell'iter parlamentare.

Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la discussione sulle linee generali. Prende atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunciano ad intervenire in sede di replica.
Avverte, quindi, che, non essendovi obiezioni, il seguito della discussione in Commissione verterà sul nuovo testo della proposta di legge n. 717, come risultante al termine dell'esame degli emendamenti in sede referente (vedi allegato 1). Propone, pertanto, di adottare tale nuovo testo come testo base per il seguito della discussione.

Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito.

Silvano MOFFA, presidente, propone che - sulla base di quanto convenuto nell'ambito dell'odierna riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi - il termine per la presentazione di emendamenti al testo adottato come testo base sia fissato alle ore 14.55 di oggi.

La Commissione concorda.

Silvano MOFFA, presidente, sospende brevemente la seduta, per consentire il decorso del termine per la presentazione di eventuali emendamenti.

La seduta, sospesa alle 14.50, è ripresa alle 14.55.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti al nuovo testo della proposta di legge in titolo, adottato come testo base.
La Commissione approva, con distinte votazioni, gli articoli 1 e 2, ai quali non sono riferiti emendamenti.

Teresio DELFINO (UdC), intervenendo per una breve dichiarazione di voto finale, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in discussione, esprimendo apprezzamento per il positivo lavoro svolto dalla Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo.
La Commissione approva, con votazione nominale finale, il nuovo testo della proposta di legge n. 717, adottato come testo base.

La seduta termina alle 15.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 28 ottobre 2009 - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 15.

Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato.
C. 2766 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, facendo seguito a quanto preannunciato nella seduta di ieri, presenta una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame (vedi allegato 2).
Ritiene, peraltro, necessario tornare a soffermarsi su alcune questioni emerse

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nella seduta di ieri, anche in risposta ad alcune considerazioni svolte da taluni rappresentanti dei gruppi di opposizione. In ordine ad una presunta messa in discussione della integrazione socio-sanitaria da parte provvedimento in esame, dopo aver fatto notare che già nella passata legislatura le politiche sociali erano state affidate ad un dicastero con portafoglio, dichiara di non ritenere sbagliato unificare le politiche di welfare, dal momento che l'integrazione, a suo avviso, si può compiere attraverso il lavoro collegiale e non necessariamente con la mera unificazione delle funzioni in capo ad un solo ministro (come dimostra l'esperienza delle realtà locali, dove nella grande maggioranza dei casi le politiche sociali sono separate dalla sanità).
Sul tema della razionalizzazione degli enti previdenziali, inoltre, dichiara di essersi permesso, nella sua relazione, di sottolineare il principio del «polo della sicurezza», riprendendo la parte del parere sullo schema di decreto correttivo del decreto legislativo n. 81 del 2008, approvato dalle Commissioni riunite XI e XII, che conteneva un riferimento in tal senso. In ogni caso, fa presente di essere stato disponibile ad andare incontro ad alcuni dei rilievi critici sollevati sull'argomento da taluni deputati, formulando una proposta di parere che si è limitata a trattare tale questione nelle premesse e non con l'inserimento di specifiche osservazioni.
Infine, ritiene doveroso tornare a soffermarsi sul comma 9 dell'articolo 1 del provvedimento in esame, precisando che tale disposizione prevede una particolare qualificazione dei risparmi, muovendosi nell'ambito di quanto previsto dalla legge n. 247 del 2007, quindi nel quadro più complessivo dei risparmi nel complesso ivi indicati. Pertanto, ritiene che non si preveda alcun risparmio aggiuntivo, trattandosi in ogni caso di economie effettive e non attese.

Giulio SANTAGATA (PD) giudica non pienamente convincenti i chiarimenti resi dal relatore sul tema delle sinergie e dei risparmi da realizzare nel settore degli enti previdenziali, dal momento che rimangono forti dubbi in ordine alla collocazione di tali economie nell'ambito di quanto previsto dalla legge n. 247 del 2007. Ritiene, inoltre, doveroso che il Governo fornisca alla Commissione i necessari chiarimenti in ordine al processo di razionalizzazione degli enti previdenziali, atteso che - da notizie acquisite per le vie brevi - sembrerebbe essere in atto un processo che mira alla destrutturazione e all'esternalizzazione di servizi indispensabili alla collettività, come, ad esempio, quelli connessi al sistema informatico dell'INPS.
Pur comprendendo l'esigenza di realizzare forme di razionalizzazione che consentano, come nel caso in esame, di conseguire economie anche favorevoli ad un abbassamento del costo del lavoro, ritiene sbagliato il modo con cui tali politiche vengono portate in avanti, dal momento che si tende a generare una certa confusione normativa, sovrapponendo diversi provvedimenti tra di loro e rinviando ad ulteriori atti amministrativi la loro concreta applicazione.

Donella MATTESINI (PD), pur dichiarando di non essere aprioristicamente contraria all'istituzione di un Ministero della salute, che coordini a livello nazionale le politiche sanitarie, ritiene di non poter esprimere un giudizio positivo sul provvedimento in esame, dal momento che esso appare orientato solamente ad aumentare il numero di sottosegretari e ad implementare gli ambiti di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze. Fa notare, in proposito, che il nascente Ministero della salute verrebbe ad essere configurato in maniera tale da rientrare nell'orbita del controllo del Ministero dell'economia, al quale verrebbero riconosciute attribuzioni troppo estese, suscettibili di ledere le competenze e le discrezionalità tecniche degli stessi enti locali in materia di allocazione delle risorse e di riconoscimento dei livelli essenziali dei servizi sanitari, in contrasto con gli stessi orientamenti emersi in seno alla maggioranza in materia di federalismo fiscale.

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Nel far presente che la stessa Conferenza Stato-regioni si è espressa criticamente sul contenuto del provvedimento, ritiene di doversi soffermare sul comma 8 dell'articolo 1 della proposta normativa in questione, recante disposizioni in materia di copertura dei posti di funzione di livello dirigenziale, che giudica in controtendenza rispetto agli annunci fatti dal Ministro Brunetta in tema di razionalizzazione del settore della pubblica amministrazione. Nel dichiarare di non potersi ritenere soddisfatta dai chiarimenti resi dal relatore sulla messa in discussione del modello di integrazione socio-sanitaria - scelta che, peraltro, rischia di produrre ulteriori spechi di risorse - ritiene in tale campo auspicabile tornare a percorrere la strada già intrapresa dal Governo di centrosinistra in materia di riconoscimento dei livelli essenziali delle prestazioni erogate, facendo leva su un coordinamento tra politiche sociali di diversa natura (casa, lavoro, istruzione), che appare sempre più necessario per assicurare una continuità nell'assistenza ai soggetti più deboli della società.

Teresio DELFINO (UdC) ritiene che il suo gruppo, a differenza di altri schieramenti politici che hanno assunto nel corso del tempo posizioni contraddittorie in materia di riorganizzazione dell'apparato ministeriale, si sia sempre battuto per una piena integrazione dei servizi socio-sanitari, al fine di garantire servizi essenziali alle persone e alle famiglie.
Pur non essendo, nel caso di specie, pregiudizialmente contrario all'istituzione di un nuovo Ministero della salute, osserva che il provvedimento in esame mira semplicemente ad incrementare i costi della politica a livello di amministrazione centrale, facendo notare che nella proposta di parere del relatore non vengono affrontate tematiche fondamentali, quali la realizzazione di un quadro di programmazione in materia di servizi socio-sanitari (da attuarsi nel rispetto delle competenze regionali), la garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni, la tutela delle famiglie e dei soggetti più bisognosi.
Giudica, inoltre, pleonastico istituire un nuovo organismo centrale, se poi esso viene di fatto collocato sotto l'influenza di un altro Ministero, osservando che una più compiuta forma di coordinamento tra diversi settori della pubblica amministrazione potrebbe essere conseguita per altre vie o nell'ambito dello stesso Consiglio dei ministri.
Chiede, pertanto, che nella sua proposta di parere il relatore inviti la Commissione competente a superare tali aspetti di criticità, che si pongono in contrasto con gli stessi principi di decentramento e devoluzione affermati con forza da una delle componenti della maggioranza di Governo, rappresentata dal gruppo Lega Nord Padania.
Nell'avvertire che il suo gruppo si riserva di esprimere un giudizio più complessivo sul provvedimento nel prosieguo dell'esame nella Commissione di merito e in Assemblea, preannuncia - per il momento - l'astensione sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Silvano MOFFA, presidente, alla luce degli interventi sinora svolti, giudica opportuno prevedere un'audizione del Ministro Sacconi sul processo di razionalizzazione degli enti previdenziali, riservandosi di investire di tale proposta l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

Amalia SCHIRRU (PD) esprime contrarietà sul provvedimento in esame, che prevede un ingiustificato aumento del numero dei ministeri e dei componenti del Governo. Nel rilevare che lo sdoppiamento dell'attuale dicastero del lavoro, della salute e delle politiche sociali si muove lungo una tendenza contraria ai bisogni sociali provenienti dalle comunità territoriali, invita la maggioranza a riflettere, al contrario, sull'esigenza di mettere in campo politiche di integrazione che rifuggano dalla logica della separazione delle strutture amministrative esistenti.
Giudica l'intervento proposto dal Governo non utile al «sistema salute» nel suo complesso, atteso anche che ormai le

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competenze principali in materia di servizi sanitari sono in capo alle regioni; a tal fine, auspica un ripensamento di questo intervento, che consenta semmai di liberare l'attuale struttura organizzativa dalle competenze di gestione, che rischiano di produrre un sovraccarico di compiti, che potrebbero essere più opportunamente svolti dalle autonomie territoriali.
Nel rilevare, infine, una sorta di «oscurità» in ordine alla parte del provvedimento che riguarda la riorganizzazione degli enti previdenziali e assistenziali, che sembrerebbe in realtà nascondere finalità diverse da quelle sinora prospettate dal Governo, esprime perplessità anche sui profili di ordine finanziario, lamentando che le risorse impiegate dal disegno di legge in esame per fini meramente organizzativi avrebbero potuto essere utilizzate per la realizzazione di misure più necessarie e urgenti.

Luigi BOBBA (PD), soffermandosi sul principio dell'integrazione, ritiene che cambiare idea - così come sembra avere fatto il Governo in carica - non rappresenta necessariamente un fattore di criticità, ma quando gli interventi vengono realizzati in un modo totalmente sbagliato, occorre ragionevolmente prenderne atto e tentare di invertire la rotta. Riferendosi, in particolare, alle riflessioni svolte dal relatore sul ruolo degli enti locali come esempio di sdoppiamento delle funzioni sociali da quelle sanitarie, fa notare che spesso le competenze delle autonomie territoriali sono diversificate, comportando una difficoltà di equiparare tali competenze in modo omogeneo.
Osserva, poi, che ciò che non convince nel disegno di legge in esame, non è tanto la creazione di un nuovo dicastero, quanto l'avere previsto che esso mantenga solo una parte delle competenze in materia sociale, laddove le funzioni in tema di tossicodipendenza e politiche familiari vengono lasciate ad un sottosegretariato, completamente staccato da una logica di integrazione amministrativa socio-sanitaria. Per tali ragioni, ritiene che il provvedimento in esame costituisca un'occasione mancata per una riforma più coraggiosa del sistema sociale nel suo complesso.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Legge di contabilità e finanza pubblica.
C. 2555, approvato dal Senato.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore ha proposto di esprimere parere favorevole sul provvedimento in esame.

Giulio SANTAGATA (PD) fa anzitutto presente che il disegno di legge in titolo presenta una estrema complessità, che renderebbe opportuno che il Parlamento non si limitasse a «ratificare» scelte non pienamente meditate. Inoltre, pur precisando di condividere la parte del provvedimento in esame che sottopone gli enti previdenziali a procedure di trasparenza relative agli incassi e ai pagamenti effettuati, dichiara di non comprendere appieno il progetto di riforma che la maggioranza vuole portare avanti in materia di contabilità pubblica, soprattutto laddove nella proposta di legge in questione si fa riferimento ad una progressiva trasformazione del bilancio di competenza in bilancio di cassa.
Si dichiara, pertanto, preoccupato che tale riforma del bilancio nasconda in realtà la volontà di porre l'Esecutivo, in materia finanziaria, al riparo da eventuali forme di controllo del Parlamento, che risulterebbe sempre più emarginato nel processo di decisione di finanza pubblica - affidato ormai, tendenzialmente, alla discrezionalità del Governo - svolgendo un ruolo limitato all'approvazione del

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DFP, ossia del nuovo atto che sostituirà il documento di programmazione economico-finanziaria.

Teresio DELFINO (UdC), nel dichiarare di non poter giudicare negativamente provvedimenti che tendono ad operare una razionalizzazione ed una semplificazione delle discipline in materia di contabilità nazionale, preannuncia il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore, riservandosi di esprimere una posizione più definita sul provvedimento nel prosieguo dell'esame, dopo averne approfondito gli aspetti più tecnici e complessi.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, ritiene doveroso ringraziare tutti i deputati intervenuti nel dibattito per le importanti questioni poste, sulle quali ritiene che sia possibile continuare a discutere nel prosieguo dell'iter presso la Commissione di merito e in Assemblea, nell'auspicio che una proficua collaborazione tra maggioranza ed opposizione - soprattutto in ordine alle rilevanti problematiche sollevate dal deputato Santagata - possa condurre alla predisposizione di un testo il più possibile condiviso.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 15.45.