CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 27 ottobre 2009
238.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 27 ottobre 2009.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.45 alle 10.50.

INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 27 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Aldo Brancher.

La seduta comincia alle 10.50.

Variazioni nella composizione della Commissione.

Donato BRUNO, presidente, comunica che, per il gruppo del Partito democratico, è entrato a far parte della Commissione il deputato Roberto Giachetti, in sostituzione del deputato Salvatore Piccolo. Rivolge quindi un saluto di benvenuto al deputato Giachetti e un augurio di buon lavoro al deputato Piccolo.

La Commissione prende atto.

Variazione nella composizione del Comitato permanente per i pareri.

Donato BRUNO, presidente, comunica che, per il gruppo del Popolo della libertà, è entrato a far parte del Comitato permanente per i pareri la deputata Beatrice Lorenzin, in sostituzione del deputato Antonio Di Staso.

La Commissione prende atto.

Deliberazione di un'indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 2422 Sbai recante «Modifica all'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto di indossare gli indumenti denominati burqa e niqab» e C. 2769 Cota e altri recante «Modifica dell'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, in materia di tutela dell'ordine pubblico e di identificabilità delle persone.
(Deliberazione).

Donato BRUNO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Quindi, richiamato quanto convenuto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ed essendo stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento, propone lo svolgimento di un'indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 2422 d'iniziativa del deputato Sbai recante «Modifica all'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto di indossare gli indumenti denominati burqa e niqab» e C. 2769 d'iniziativa del deputato Cota e altri recante

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«Modifica dell'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, in materia di tutela dell'ordine pubblico e di identificabilità delle persone»C. 2422, Sbai, e C. 2769, che si concluderà entro la fine del mese di dicembre 2009.
Fa presente che nell'ambito dell'indagine conoscitiva la Commissione procederà all'audizione di docenti universitari, di rappresentanti di associazioni, esponenti del mondo islamico, intellettuali e giornalisti che hanno approfondito le tematiche connesse ai provvedimenti in esame.

La Commissione approva la proposta di deliberazione dell'indagine formulata dal presidente.

La seduta termina alle 10.55.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Martedì 27 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Aldo Brancher.

La seduta comincia alle 10.55.

In ordine alla proposta di legge C. 2850 Fallica ed altri, recante Istituzione del Giorno della memoria dei Caduti italiani in missioni di pace.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che la Commissione, nella seduta dell'8 luglio 2009, ha concluso l'esame in sede referente, conferendo mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea, del testo unificato delle proposte di legge C. 139 Ascierto e C. 549 Bertolini, recante l'istituzione del «Giorno della memoria delle vittime di Nassiriya e di tutti i militari e civili italiani caduti in missioni internazionali».
Il 21 ottobre la Commissione ha deliberato di considerare ricompreso nella relazione da svolgere all'Assemblea il disegno di legge C. 2799 del Governo, recante l'istituzione della «Giornata del ricordo dei Caduti nelle missioni internazionali per la pace».
Nella giornata di lunedì 26 ottobre si è svolta in Assemblea la discussione sulle linee generali.
Il 26 ottobre, dopo lo svolgimento della relazione in Assemblea, è stata assegnata alla Commissione la proposta di legge C. 2850 Fallica ed altri, recante «Istituzione del «Giorno della memoria dei Caduti italiani in missioni di pace»».
Propone, pertanto, che la proposta di legge C. 2850 sia considerata ricompresa nella relazione già svolta in Assemblea.

La Commissione concorda.

La seduta termina alle 11.

SEDE REFERENTE

Martedì 27 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Intervengono il viceministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali Ferruccio Fazio e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Aldo Brancher.

La seduta comincia alle 11.

Istituzione del Ministero della salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato.
C. 2766 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 ottobre.

Maurizio TURCO (PD) rileva come la materia oggetto del provvedimento in esame sia alquanto complessa, considerato che esistono buone ragioni tanto a favore quanto contro l'istituzione di un autonomo Ministero della salute. A favore ci sono sia il fatto che un Ministero della salute esiste nella gran parte dei Paesi industrializzati, sia il fatto che la sanità è un settore della

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massima importanza dal punto di vista degli interessi coinvolti, vale a dire l'interesse dei cittadini alla salute, innanzitutto, e gli interessi degli operatori: basti pensare che la sanità pesa per il 10 per cento del prodotto interno lordo del Paese e impiega oltre un milione di persone. Contro l'istituzione del ministero ci sono invece il fatto che l'evoluzione del sistema sanitario negli ultimi trent'anni in Italia è andata verso un modello decentrato e federalista, il che ha per conseguenza naturale la soppressione del Ministero della salute e il conferimento delle funzioni statali residue ad un Dipartimento di altro Ministero, nonché il fatto che il Ministero della salute si è tradizionalmente costituito come interlocutore privilegiato dei numerosi portatori di interessi operanti nel comparto della sanità ma non come garante dei diritti dei cittadini in materia di salute, e innanzitutto del diritto dei cittadini ad una informazione corretta e completa sui servizi sanitari.
In definitiva, dichiara che la sua parte politica, vagliate le ragioni pro e contro l'istituzione del Ministero della salute, ritiene prevalenti le ragioni contrarie. Tale giudizio avrebbe potuto forse essere diverso se tra le funzioni del nuovo Ministero fosse stata prevista quella, essenziale, della valutazione indipendente della qualità dei servizi erogati dal sistema sanitario regionale e della informazione ai cittadini in merito agli esiti di tale valutazione, in modo da mettere i cittadini in condizione di decidere consapevolmente le strutture cui rivolgersi e i percorsi terapeutici da seguire.
Preannuncia pertanto la presentazione di emendamenti finalizzati a ricondurre l'istituzione del Ministero all'interesse dei cittadini.

Maria Antonietta FARINA COSCIONI (PD) si associa alle considerazioni svolte dal deputato Maurizio Turco e stigmatizza inoltre il fatto che si approfitta dell'istituzione del nuovo ministero per aumentare il numero complessivo dei membri del Governo, quando ciò non era strettamente necessario dal momento che il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali ha già un viceministro e un sottosegretario con delega in materia di salute.
Sottolinea che, tra le funzioni del Ministero, non è prevista quella, che è invece essenziale, della valutazione dei servizi sanitari e dell'informazione ai cittadini in merito ai risultati di tale valutazione.
Rileva, ancora, che si prevede che ai fini della funzionalità delle strutture, per i Ministeri indicati nel disegno di legge, si possa provvedere alla copertura dei posti di funzione di livello dirigenziale, e procedere all'assunzione di personale non dirigenziale. Al riguardo osserva che non si capisce per quale ragione il Ministero della salute abbia bisogno di nuovo personale, considerato che il trasferimento degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico dalla competenza gestionale del Ministero a quella delle regioni ha disimpegnato un gran numero di dirigenti e dipendenti, che possono quindi essere impiegati nelle attività del nuovo ministero.
Infine, ritiene che il concerto del Ministero dell'economia e delle finanze sui profili finanziari dell'attività del Ministero della salute sia superfluo, e in questo caso non dovrebbe essere previsto espressamente in quanto è sottinteso, oppure serva a stabilire una sostanziale dipendenza del Ministero della salute da quello dell'economia e delle finanze.
In conclusione, esprime l'auspicio che gli emendamenti che la sua parte politica presenterà siano presi in considerazione dalla maggioranza in vista del miglioramento del testo.

Mario TASSONE (UdC) ritiene indispensabile che il Governo chiarisca le ragioni per le quali reputa oggi necessaria l'istituzione del Ministero della salute. Ricorda infatti che, all'inizio della legislatura, quando il Governo appena insediato decise, nell'ambito dell'organizzazione dei ministeri disposta con il decreto-legge n. 85 del 2008 (C. 1250), l'accorpamento del dicastero della salute con quelli del lavoro e delle politiche sociali, personalmente espresse perplessità circa la mancata previsione del Ministero della salute.

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Il rappresentante del Governo, nella persona del ministro Vito, rispose che il Governo aveva ritenuto di ottemperare a quanto previsto dal decreto legislativo n. 300 del 1999 ed ai commi 376 e 377 della legge finanziaria per il 2008. Era infatti prevalente la convinzione che il Ministero della salute fosse in via di superamento in ragione delle crescenti competenze in materia delle regioni. Chiede a questo punto al sottosegretario Brancher, in quanto rappresentante della Presidenza del Consiglio dei ministri, quali ragioni abbiano oggi indotto il Governo a rivedere le proprie posizioni iniziali. Di fatto, il Governo non ha fornito alcuna motivazione convincente ed è inaccettabile, a suo parere, che il Parlamento sia trattato come mero ratificatore di decisioni del Governo.
Quanto infine alla condizione di dipendenza di fatto del Ministero della salute dal Ministero dell'economia e delle finanze, rileva che si tratta di un tema della massima importanza, sul quale già le regioni, nel documento trasmesso dal presidente della Conferenza delle regioni, si erano espresse criticamente, lamentando una violazione della propria autonomia.

Pierluigi MANTINI (UdC), nell'associarsi alle considerazioni del deputato Tassone, osserva che sarebbe inqualificabile se il Governo non fornisse a questo punto i richiesti chiarimenti in ordine alle motivazioni che l'hanno indotto a proporre l'istituzione del Ministero della salute, in contrasto con la linea affermata e difesa all'inizio della legislatura.
Aggiunge che, se l'istituzione del Ministero della salute servisse ad assicurare l'emanazione di precise linee-guida nazionali in materia di sanità, la sua parte sarebbe disponibile a rivedere il proprio giudizio. Non è invece chiaro il ruolo che il Ministero andrà a svolgere nel nuovo sistema di sanità federale, tanto più che, come è stato sottolineato da più parti, si tratta di un dicastero la cui azione rischia di essere fortemente condizionata dal Ministero dell'economia e delle finanze, al punto che si potrebbe sostenere che quella in atto non è tanto l'istituzione di un Ministero nuovo quanto il trasferimento del Dipartimento della salute dal Ministero del welfare al Ministero dell'economia e delle finanze.
Osserva, tra l'altro, che, in materia di attribuzioni e organizzazione del Governo, si può a buon diritto sostenere che sussista una riserva di legge del Parlamento e che il Governo non possa pertanto intervenirvi a proprio piacimento.
Auspica quindi che il Governo vorrà fornire ampi e convincenti argomenti a chiarimento della scelta di tornare a istituire il Ministero della salute.

Livia TURCO (PD) ricorda come la sua parte politica abbia fin dall'inizio della legislatura sostenuto la necessità di un apposito dicastero della salute, anche in considerazione dell'evoluzione in senso federale del sistema sanitario italiano. Si tratta di un punto sul quale il Partito democratico e lei stessa hanno nel tempo mutato avviso. A suo tempo, infatti, quando lei era ministro, la sua parte politica aveva ritenuto necessario costituire un unico grande ministero del welfare che potesse controbilanciare adeguatamente il peso del Ministero dell'economia e delle finanze in modo da permettere un giusto contemperamento tra le esigenze di contenimento della spesa pubblica e quelle di inclusione sociale e di tutela dei cittadini in tutte le fasi della vita; oggi la sua parte politica, e lei stessa, ha cambiato idea e ritiene che quel ragionamento fosse bensì corretto, ma astratto: astratto in quanto l'evoluzione in senso federale del sistema sanitario, da una parte, e l'aggravarsi delle diseguaglianze sociali, dall'altra, rendono necessario un programma politico intersettoriale per la tutela della salute - come del resto richiesto dall'Unione europea - e quindi un centro di riferimento nazionale in questo campo. Occorre evitare che, a seguito della regionalizzazione del sistema sanitario, non siano assicurati a tutti i cittadini, in tutto il territorio, i servizi compresi nei livelli essenziali delle prestazioni sanitarie. A questo scopo, è indispensabile un Ministero che accompagni la crescita dei servizi

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sanitari regionali. Soprattutto, è indispensabile un Ministero che curi il monitoraggio a livello nazionale dell'erogazione dei servizi e la valutazione dei risultati: una funzione nella quale l'amministrazione statale è sempre stata carente.
Ancora, ritiene necessaria l'esistenza di un Ministero della salute al fine di perseguire, da una parte, il potenziamento della ricerca e la razionalizzazione degli istituti di ricerca in Italia e, dall'altra, l'integrazione socio-sanitaria, ossia l'integrazione tra i servizi sanitari e quelli socio-assistenziali.
Rispetto a queste esigenze, il Ministero della salute delineato dal provvedimento in esame appare del tutto inadeguato e il disegno di legge che ne prevede l'istituzione non può che giudicarsi deludente. Non c'è infatti traccia nel testo né dell'integrazione socio-sanitaria né della programmazione politica intersettoriale per la promozione della salute, che pure costituisce un indirizzo europeo. Si rinvengono inoltre, nel testo, gravi omissioni quanto alla definizione delle funzioni del ministero: omissioni che saranno forse sanate dai decreti attuativi, ma che sarebbe meglio fossero colmate già nella legge. In definitiva, l'unica funzione essenziale attribuita al Ministero della salute è quella per la prevenzione. Quanto invece alla programmazione sanitaria, e quindi alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, il ministero non ha alcuna autonomia. Di fatto, si tratta di un ministero commissariato dal Ministero dell'economia e delle finanze. È ovvio, quindi, che le regioni insorgano, denunciando la lesione della propria autonomia in materia di organizzazione sanitaria. Dovrebbe essere infatti il sistema stesso della sanità, e quindi il Ministero della salute insieme alle regioni, a garantire la sostenibilità finanziaria delle politiche sanitarie, senza l'ingerenza del Ministero dell'economia e delle finanze. Diversamente, l'equilibrio di bilanciamento tra le esigenze di sostenibilità finanziaria e quelle di tutela della salute viene pregiudicato a favore delle prime. Un Ministero della salute che abdichi alla supremazia nel proprio settore di competenza difficilmente potrà conseguire gli obiettivi istituzionali che si prefigge.

Sesa AMICI (PD), nel richiamare quanto evidenziato dalla collega Livia Turco, ricorda come all'inizio della legislatura, quando il Governo ha presentato il provvedimento sull'organizzazione dei ministeri - prevedendo un numero inderogabile di rappresentanti - il suo gruppo aveva chiesto di evitare modifiche in corso d'opera, circostanza che si è invece verificata poco dopo con la nomina di un nuovo sottosegretario per l'emergenza rifiuti in Campania.
Il disegno di legge in esame interviene quindi sulle previsioni della legge finanziaria incrementando il numero dei rappresentanti del Governo.
Concorda, quindi, pienamente con quanto evidenziato dalla collega Turco sul fatto che sarebbe stato opportuno prevedere l'istituzione di un autonomo ministero della salute già dall'avvio della legislatura.
Richiama quanto evidenziato dal vice ministro Fazio riguardo alla lettera scritta dal Presidente della Conferenza dei presidenti delle regioni, Errani, in cui si sottolinea il forte rischio di un'invasione delle competenze regionali.
Al riguardo, ricorda come la situazione italiana sia particolare e vada tenuta in considerazione. Nel testo del disegno di legge non compare più il riferimento alla «programmazione sanitaria» che attiene al fabbisogno di salute e serve per l'individuazione di livelli essenziali delle prestazioni omogenei sul territorio mentre si prevede il concerto con il ministero dell'economia e delle finanze. Come evidenziato dal presidente Errani, dunque, si interviene sull'organizzazione sanitaria, di competenza delle regioni.
Evidenzia come la conseguenza del provvedimento in esame è quella di fare, di fatto, dell'istituendo Ministero della salute una struttura tecnica del ministero dell'economia e delle finanze, prevedendo altresì l'assunzione di personale dirigenziale

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e non, intervenendo con una logica che pone la spesa e la sostenibilità finanziaria come un prius.
Rileva che tale profilo è tanto più grave se si pensa ai dati drammatici provenienti dalle regioni che sono chiamate ad assumersi la responsabilità sostanziale del finanziamento della spesa sanitaria. Il provvedimento in esame inserisce un elemento di deresponsabilizzazione delle regioni con il rischio di fare passi indietro senza possibilità di ritorno. Ritiene che, sopratutto su un tema prioritario quel'è quello della salute, tale manovra non possa essere consentita.
Ricorda, quindi, per coerenza rispetto a quanto evidenziato in precedenza, che il suo gruppo aveva più volte auspicato l'istituzione di un autonomo ministero della salute cui fossero però attribuite determinate funzioni. Tali profili non sono in alcun modo recepiti nel testo del disegno di legge governativo che, se non cambia, porterà il suo gruppo ad esprimere un voto di netta contrarietà. Ritiene che nel corso dell'iter si potrà verificare se vi è disponibilità da parte dell'Esecutivo a tenere conto delle proposte emendative formulate dai vari gruppi. Altrimenti, si faranno solo passi indietro nel settore della salute, nonostante i risultati positivi che sono stati conseguiti con la firma del patto siglato con le regioni.

Luciano DUSSIN (LNP) rileva come il disegno di legge in esame derivi in sostanza dalla legge sul federalismo fiscale, recentemente approvata. È noto, infatti, che la spesa sanitaria regionale assorbe più dell'80 per cento del relativo bilancio. Parallelamente, è da tutti auspicata l'opportunità di passare da una spesa storica ad una standard che deve continuare a garantire un livello elevato ed omogeneo di prestazioni socio-sanitarie nel paese.
Rileva come nel disegno di legge in esame si definisca un'articolazione che prevede che l'istituendo ministero della salute agisca di concerto con il ministero dell'economia e delle finanze. Ritiene che, in tale quadro, sarà consequenziale un impegno del ministero della salute per il miglioramento sul territorio dei livelli delle prestazioni sanitarie cui si accompagnerà un impegno del ministero dell'economia e delle finanze per il rispetto della spesa pubblica, in una dinamica di riequilibrio.
Ricorda come sia ben noto il differente livello di spesa regionale registrato sul territorio nazionale, a cui non sempre corrisponde una migliore qualità del servizio. Ritiene quindi che la nuova organizzazione governativa consegua alla legge sul federalismo fiscale e trova rassicurante la previsione di un concerto del ministero dell'economia e delle finanze.
Fa, quindi, presente che il suo gruppo non presenterà emendamenti in Commissione e si riserva di tenere conto di eventuali suggerimenti utili che emergeranno dal dibattito.

Donato BRUNO, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la discussione di carattere generale e ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti è fissato alle ore 13 di oggi. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche alla disciplina in materia di elezioni dei consigli regionali e dei presidenti delle giunte regionali, nonché in materia di elezione dei consigli comunali e provinciali.
C. 2669 Calderisi.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 ottobre.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifica all'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto di indossare gli indumenti denominati burqa e niqab.
C. 2422 Sbai e C. 2769 Cota.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 ottobre.

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Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 11.50.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Martedì 27 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio Aldo Brancher.

La seduta comincia alle 11.50

Schema di decreto legislativo recante riorganizzazione del Centro di formazione studi (FORMEZ).
Atto n. 117.

(Rilievi alla Commissione parlamentare per la semplificazione).
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 20 ottobre.

Sesa AMICI (PD) sottolinea come sarebbe opportuno procedere all'unificazione piuttosto che al mantenimento dei diversi soggetti operanti nel settore, come emerso anche nell'ambito delle audizioni svolte in proposito. Nonostante, infatti, la norma di delega recata dall'articolo 24 della legge n. 69 del 2009, il Formez, così come configurato nel provvedimento in esame, continua a svolgere la funzione della formazione, peraltro ad un livello basso ed operando su un binario parallelo rispetto alla Scuola superiore della pubblica amministrazione sulla cui riforma la Commissione ha già avuto modo di esprimersi.
Ritiene inoltre singolare che all'originaria funzione di formazione sia stata attribuita al Formez anche una funzione di consulenza verso le pubbliche amministrazioni.
Ribadisce, quindi, l'esigenza di una maggiore unitarietà ed ordine di fronte alla pluralità di strutture che operano nel settore.

Enrico LA LOGGIA (PdL), relatore, alla luce di quanto evidenziato nella precedente seduta, presenta una proposta di rilievi (vedi allegato 1).

Sesa AMICI (PD), preso atto delle proposta di rilievi del relatore, chiede di sostituire, nel rilievo, le parole «si esprime l'auspicio» con le seguenti «si esprime l'opportunità». In tale caso, il suo gruppo si asterrà sulla proposta formulata.

Pierluigi MANTINI (UdC) prospetta l'opportunità di inserire, nella proposta di rilievi del relatore, dopo il termine «in futuro» le parole: «nei tempi più congrui».

Enrico LA LOGGIA (PdL), relatore, tenuto conto di quanto emerso nel dibattito riformula la propria proposta di rilievi (vedi allegato 2).

La Commissione approva la proposta di rilievi come riformulata dal relatore.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni legislative statali anteriori al 1o gennaio 1970 di cui si ritiene indispensabile la permanenza in vigore.
Atto n. 118.

(Rilievi alla Commissione parlamentare per la semplificazione).
(Rinvio del seguito dell'esame).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 20 ottobre.

Anna Maria BERNINI BOVICELLI (PdL), relatore, si riserva di presentare una proposta di rilievi nella seduta già prevista per domani.

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Donato BRUNO, presidente, nessuno altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.

COMITATO DEI NOVE

Martedì 27 ottobre 2009.

DL 131/09: Ulteriore rinvio delle consultazioni elettorali amministrative nella provincia di L'Aquila.
C. 2775-A, approvato dal Senato.

Il Comitato si è riunito dalle 12 alle 12.05.

Istituzione del «Giorno della memoria delle vittime di Nassiriya e di tutti i militari e civili italiani caduti in missioni internazionali».
C. 139-549-2799-2850-A.

Il Comitato si è riunito dalle 12.05 alle 12.10 e dalle 16.35 alle 16.45.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Martedì 27 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Isabella BERTOLINI.

La seduta comincia alle 14.50.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato, e la Confederazione svizzera, dall'altro, per lottare contro la frode ed ogni altra attività illecita che leda i loro interessi finanziari, con atto finale, processo verbale e dichiarazioni, fatto a Lussemburgo il 26 ottobre 2004.
C. 2723 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.

Maria Piera PASTORE (LNP) relatore, illustra il disegno di legge in esame, che ratifica e dà esecuzione all'Accordo di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato, e la Confederazione svizzera, dall'altro, per lottare contro la frode ed ogni altra attività illecita che leda i loro interessi finanziari, con atto finale, processo verbale e dichiarazioni, fatto a Lussemburgo il 26 ottobre 2004.
Nel rilevare che il provvedimento interviene in una materia, quella della «politica estera e rapporti internazionali dello Stato», che l'articolo 117, secondo comma, lettera a), della Costituzione, riserva alla competenza legislativa esclusiva dello Stato e che, in generale, non sussistono motivi di rilievo sugli aspetti di legittimità costituzionale, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 3).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Adesione della Repubblica italiana al Protocollo di modifica della Convenzione del 1976 sulla limitazione della responsabilità in materia di crediti marittimi, adottato a Londra il 2 maggio 1996, nonché delega al Governo per la sua attuazione.
C. 2720 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite II e III).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.

Maria Piera PASTORE (LNP) relatore, illustra il disegno di legge in esame, che ratifica e da esecuzione all'Accordo di cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato, e la Confederazione svizzera, dall'altro, per lottare contro la frode ed ogni altra attività illecita che leda i loro interessi finanziari, con

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atto finale, processo verbale e dichiarazioni, fatto a Lussemburgo il 26 ottobre 2004.
Nel rilevare che il provvedimento interviene in una materia, quella della «politica estera e rapporti internazionali dello Stato», che l'articolo 117, secondo comma, lettera a), della Costituzione, riserva alla competenza legislativa esclusiva dello Stato e che, in generale, non sussistono motivi di rilievo sugli aspetti di legittimità costituzionale, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 4).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 15.