CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 ottobre 2009
232.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per le questioni regionali
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 14 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Davide CAPARINI.

La seduta comincia alle 14.05.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2010).
S. 1790 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012.
S. 1791 Governo.

(Parere alla 5a Commissione del Senato).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione avvia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

Il deputato Remigio CERONI (PdL), relatore, riferisce sul disegno di legge finanziaria 2010 (S. 1790) e sul disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio triennale per il triennio 2010-2012 (S. 1791).
Osserva che il disegno di legge finanziaria per il 2010 che, come lo scorso anno, presenta una struttura snella, limitata a pochi articoli, si inserisce nell'ambito degli indirizzi indicati con le risoluzioni parlamentari di approvazione del Documento di programmazione economico-finanziaria 2010-2013 e tiene conto degli elementi recati dalla nota di aggiornamento allo stesso documento.

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Rileva che l'azione del Governo è indirizzata a stimolare la crescita, mantenendo la stabilità dei conti pubblici e contestualmente a riprendere il percorso di risanamento della finanza pubblica. Tali obiettivi sono stati inizialmente perseguiti con il decreto legge n. 78 del 2009, collegato al disegno di legge finanziaria, che ha introdotto misure volte a sostenere il reddito delle famiglie, con interventi sul mercato del lavoro e con il potenziamento degli ammortizzatori sociali, nonché a favorire le imprese, soprattutto attraverso la detassazione del valore degli investimenti in macchinari ed attrezzature. Al fine di aumentare l'equità del sistema tributario, nel citato decreto-legge sono state disposte misure di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale e le maggiori risorse derivanti da tali misure, appositamente accantonate, sono state destinate al finanziamento della manovra 2010-2012.
Fa notare come, in continuità con l'azione intrapresa dal Governo, il disegno di legge finanziaria in esame utilizza tali risorse per la proroga di agevolazioni fiscali e altri interventi di parte corrente e di investimento iscritti nelle tabelle A, B e D.
Per quanto riguarda il contenuto specifico del disegno di legge finanziaria, precisa che esso fissa, all'articolo 1, in 63.000 milioni di euro il livello massimo del saldo netto da finanziare, mentre l'articolo 3 riguarda i fondi e le tabelle. L'articolo 2, composto di 18 commi, reca disposizioni diverse: i commi da 1 a 5 riguardano i trasferimenti all'INPS dal bilancio dello Stato, il finanziamento dei maggiori oneri della Gestione per l'erogazione delle pensioni, assegni e indennità agli invalidi civili, ciechi e sordomuti, l'interpretazione autentica delle disposizioni in materia di retribuzione pensionabile dei lavoratori agricoli a tempo determinato; il comma 6 proroga la normativa vigente in materia di determinazione del fabbisogno finanziario annuale di università statali e enti pubblici di ricerca, i commi 6 e 7 intervengono in materia di detrazioni IRPEF e di aliquota IVA concernenti spese per il recupero del patrimonio edilizio; il comma 9 specifica gli oneri a carico del bilancio dello stato per il rinnovo del triennio contrattuale 2010-2012 per il personale dipendente delle amministrazioni statali soggetto alla contrattazione collettiva gestita dall'ARAN; il comma 10 individua gli oneri per il personale del settore statale in regime di diritto pubblico e specifica le somme destinate al personale delle forze armate e dei corpi di polizia; i commi 12 e 13 intervengono in tema di rinnovi contrattuali per il settore pubblico non statale e per gli enti del servizio sanitario nazionale; il comma 14 prevede che le amministrazioni utilizzino gli eventuali maggiori risparmi derivanti dalle misure di riorganizzazione e razionalizzazione delle spese di personale, accertati in sede di specifiche verifiche sui dati di consuntivo da effettuarsi entro il primo semestre del 2010; il comma 15 dispone l'istituzione di un fondo nello stato di previsione del ministero dell'economia e delle finanze nel quale confluiscono le risorse aggiuntive accertate con le verifiche di cui al comma 14.
Relativamente, invece, al disegno di legge di approvazione del bilancio dello Stato per il triennio 2010-2012, rileva che esso prevede entrate finali per 436.759 milioni e spese finali per 497.878 milioni. Fa notare che, come precisato nella relazione illustrativa, nel disegno di legge di bilancio sono contemplate, in particolare, le misure e gli interventi urgenti diretti a fronteggiare gli eventi sismici verificatesi nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009, nonché i provvedimenti anticrisi di cui al decreto legge n. 78 del 2009. Anche nella fase di formazione del bilancio 2010 è stata concessa ai Ministeri la facoltà di riallocare le risorse verso forme di impiego ritenute prioritarie o più produttive, attraverso la loro rimodulazione tra programmi che realizzano la stessa missione di spesa, secondo quanto già sperimentato nel 2009.
Ciò premesso, e considerato che i provvedimenti in esame attengono, in via generale, alla materia «sistema contabile dello Stato», di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera e) della Costituzione, propone di esprimere su di essi parere favorevole.

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Il deputato Mario PEPE (PD) sottolinea come negli ultimi due anni, a seguito della modifica della struttura della legge finanziaria, si siano ridotte le scelte di politica finanziaria adottate con tale strumento, fatto salvo il saldo di entrata e il saldo di uscita. A seguito di tale impostazione ritiene che si sia determinata una moltiplicazione degli interventi finanziari, inseriti in diversi provvedimenti privi di qualsiasi connessione con un disegno generale. Conclude rilevando la necessità di prevedere un maggiore coinvolgimento delle autonomie territoriali nelle scelte finanziarie, visto che per il raggiungimento di un bilancio in equilibrio il contributo di tali enti risulta fondamentale trattandosi di soggetti di spesa e soggetti percettori di entrate.

Il senatore Gianvittore VACCARI (LNP) fa presente che il disegno di legge finanziaria in esame ha dovuto tener conto di una significativa crisi economico-finanziaria, la quale ha prodotto una diminuzione delle entrate. Evidenzia come il provvedimento preveda misure di incentivo le quali sono comunque limitate visto che non vengono prese in considerazione le entrate che deriveranno dallo «scudo fiscale». Conclude richiamando l'attenzione sul fatto che il disegno di legge finanziaria incide in maniera significativa sul tema della evasione e della elusione fiscale.

Il deputato Remigio CERONI (PdL), relatore, rileva che il disegno di legge finanziaria in esame incide sulla crescita economica e al contempo sul risanamento dei conti pubblici. Ritiene che nel perseguimento di tali obiettivi sia opportuno il coinvolgimento delle regioni con le quali, a suo avviso, il Governo mantiene un contatto diretto. Ritiene infine apprezzabile lo sforzo compiuto dal Governo per non intervenire sulla leva fiscale.

Il deputato Oriano GIOVANELLI (PD) osserva come, in virtù di una legge finanziaria dalla struttura più snella, si sia assistito negli ultimi due anni ad una moltiplicazione di provvedimenti finanziari. Invita quindi ad una attenta riflessione sulla nuova struttura delle legge finanziaria, la quale non sembrerebbe aver prodotto i risultati auspicati.
Con riferimento allo specifico disegno di legge finanziaria in esame, rileva che si tratta di un provvedimento meramente burocratico in linea con l'atteggiamento che il Governo ha adottato dinanzi ad una crisi economico-finanziaria che, a suo avviso, andava più coraggiosamente affrontata. Tale atteggiamento ha avuto ripercussioni significative sui soggetti più deboli e sulle imprese con minore potere contrattuale, determinando così un aumento della domanda di aiuto sociale ed un peggioramento delle condizioni del sistema economico proprio nel momento della ripresa.
Per quanto riguarda il merito, sottolinea come il provvedimento porti ad una frattura tra il Governo e le autonomie territoriali che si trovano dinanzi a manovre o insostenibili o insufficienti. Richiama quindi l'attenzione sulla irrisolta questione del patto della salute, sul taglio del fondo sociale che si avvia ormai verso l'azzeramento, sul mancato rispetto da parte del Governo dei patti stipulati con le autonomie territoriali. A tale proposito fa notare come, a fronte dello sforzo compiuto dai comuni per migliorare i propri saldi di bilancio, non siano stati mantenuti da parte del Governo gli impegni presi, per esempio relativamente alla restituzione dell'ICI. Nonostante ciò il Governo chiede alle autonomie territoriali un ulteriore sforzo, pur a fronte di un aumento della domanda sociale nei singoli territori. Richiama quindi l'attenzione sulle conseguenze di tale situazione che porterà inevitabilmente i comuni a tagliare l'unica spesa discrezionale, quale quella per gli investimenti, proprio in un momento in cui bisognerebbe incentivare gli stessi al fine di rilanciare il Paese. Propone quindi una moratoria del patto di stabilità per incrementare le spese in conto capitale, nonché un aumento della dotazione del fondo sociale a fronte dell'aumento della domanda di aiuto sociale. Conclude sottolineando l'opportunità di non ridurre a

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scelte ragionieristiche decisioni finanziarie che dovrebbero essere proprie della politica.

Davide CAPARINI, presidente, comunica che il prosieguo del dibattito sui provvedimenti in esame, nonché la votazione del parere sugli stessi, si svolgeranno nella seduta di martedì 20 ottobre. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

DL 134/09: Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010.
C. 2724 Governo.

(Parere alla XI Commissione della Camera).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Il senatore Maurizio SAIA (PdL), relatore, riferisce sul sul testo del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, come modificato in sede referente dalla Commissione di merito, il quale reca norme relative al trattamento dei docenti e del personale ATA (ausiliario, tecnico e amministrativo) della scuola con contratto a tempo determinato.
Osserva che l'articolo 1 si compone di 10 commi: il comma 1 modifica l'articolo 4 della legge n. 124 del 1999, stabilendo che i contratti a tempo determinato non possono in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato e consentire la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo;il comma 1-bis, introdotto dalla Commissione di merito in sede referente, prevede l'invio degli atti di convocazione dei supplenti, ai fini del conferimento delle supplenze, anche attraverso la casella di posta elettronica; il comma 2, come misura di contemperamento rispetto al comma 1, dispone che le supplenze per l'anno scolastico 2009-2010 siano assegnate con precedenza assoluta e a prescindere dall'inserimento nelle graduatorie d'istituto, al personale docente e ATA già destinatario, nell'anno scolastico 2008-2009, di supplenze annuali o fino al termine delle attività didattiche, nonché - a seguito della modifica introdotta dalla Commissione di merito - ai docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento che, nell'anno scolastico 2008-2009, hanno conseguito attraverso graduatorie di istituto una supplenza temporanea di almeno 180 giorni, sempre che si tratti di personale che non abbia potuto stipulare per l'anno scolastico 2009-2010 la stessa tipologia di contratto per carenza di posti disponibili, non sia destinatario di un contratto a tempo indeterminato e non risulti collocato a riposo; il comma 3 prevede la facoltà, per l'amministrazione scolastica, di promuovere, in collaborazione con le regioni e a valere su risorse finanziarie messe a disposizione dalle regioni medesime, specifici progetti inerenti ad attività di carattere straordinario, anche ai fini dell'adempimento dell'obbligo dell'istruzione, della durata di tre mesi, prorogabili a otto, da realizzare prioritariamente mediante l'utilizzo dei lavoratori precari della scuola individuati al comma 2, a condizione che gli stessi siano percettori dell'indennità di disoccupazione; il comma 4 dispone che al personale interessato dalle disposizioni di cui ai commi 2 e 3 venga riconosciuta la valutazione dell'intero anno di servizio - indipendentemente, quindi, dalla durata dell'impiego - ai fini dell'attribuzione del punteggio nelle graduatorie ad esaurimento relative ai concorsi del personale docente e nelle graduatorie permanenti relative ai concorsi del personale ATA. I commi 4-bis, 4-ter e 4-quater, inseriti nel corso dell'esame in sede referente, recano norme relative alla questione dell'inserimento a «pettine» dei precari su cui è recentemente intervenuta la sentenza del TAR del Lazio, prevedendosi in particolare che nelle operazioni di integrazione e di aggiornamento delle graduatorie permanenti sia consentito ai docenti che ne facciano esplicita richiesta, oltre che la permanenza nella provincia

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prescelta in occasione dell'aggiornamento delle graduatorie per il biennio 2007-2008 e 2008-2009, di essere inseriti anche nelle graduatorie di altre province dopo l'ultima posizione di III fascia nelle graduatorie medesime. I successivi commi 4-quinquies e 4-sexies, introdotti nel corso dell'esame in sede referente, recano disposizioni sulla validità delle graduatorie relative a specifiche categorie di insegnanti. L'articolo 2 dispone l'immediata entrata in vigore del decreto.
Osserva che, secondo quanto riportato nella relazione illustrativa del provvedimento, le modifiche alla legge n. 124/1999 di cui al comma 1 si rendono necessarie a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea del 13 settembre 2007, la quale ha confermato il principio del divieto di discriminazione dei lavoratori a tempo determinato rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, contenuto nella direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 relativa all'Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, attuata nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368.
Rileva che, a fronte delle argomentazioni della Corte, la relazione illustrativa del provvedimento precisa «che il rapporto di lavoro che s'instaura tra il docente supplente e l'amministrazione scolastica ha caratteristiche del tutto peculiari, tali da giustificare e da rendere necessaria una diversità di trattamento, poiché il regime specifico delle supplenze nel settore della scuola si caratterizza quale disciplina separata e speciale, nell'ambito dei rapporti di lavoro a tempo determinato, in ragione della necessità di garantire, attraverso la continuità didattica, il diritto costituzionale all'educazione, all'istruzione e allo studio (articoli 33 e 34 della Costituzione) e quindi la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo.
Con riferimento ai profili di competenza della Commissione, fa notare che le norme introdotte dal provvedimento in esame, in quanto intervengono sulla disciplina del personale scolastico, possono essere ricondotte alle materie di legislazione esclusiva statale «ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali», di cui all'articolo 117, comma 2, lettera g), Cost. e « norme generali dell'istruzione», di cui all'articolo 117, comma 2, lettera g), della Costituzione.
Formula pertanto una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

Il deputato Mario PEPE (PD) richiama l'attenzione sul disordine creatosi nel mondo della scuola, soprattutto con riferimento alla figura dei precari, con il decreto-legge n. 112 del 2008. Ritiene necessario un coinvolgimento delle regioni in tale questione, trattandosi di enti comunque coinvolti nella gestione del Fondo sociale europeo utilizzato per dare sostegno ai precari. Conclude rilevando come sia più opportuno portare ad esaurimento le graduatorie più che procedere ad un inserimento «a pettine».

Il deputato Luciano PIZZETTI (PD) esprime un orientamento negativo sull'impianto del provvedimento in esame e invita il relatore a valutare l'opportunità di inserire nel parere una condizione relativa alla necessità della previsione - al comma 3 dell'articolo 1 - di un accordo quadro tra Stato e regioni, al fine di regolare le procedure e le modalità di intervento ivi previsto e di garantire l'omogeneità degli accordi regionali.

Il senatore Gianvittore VACCARI (LNP) esprime un orientamento favorevole sull'impianto del provvedimento. Relativamente poi alla questione delle graduatorie «a pettine» auspica che si possa arrivare ad un superamento del sistema introdotto.

Il senatore Maurizio SAIA (PdL), relatore, alla luce del dibattito svolto e condividendo la proposta avanzata dall'onorevole Pizzetti, riformula la proposta di parere favorevole, inserendovi una condizione relativa all'accordo quadro tra Stato e regioni (vedi allegato 2).

Nessuno altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere, come riformulata dal relatore.

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DL 135/09: Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee.
S. 1784 Governo.

(Parere alla 1a Commissione del Senato).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Il deputato Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, riferisce sul decreto-legge in esame, che risponde alla necessità di adempiere ad obblighi comunitari già giunti in scadenza. Precisa che, a causa del ritardo o del non corretto recepimento di normativa comunitaria nell'ordinamento nazionale, la Commissione europea ha dato avvio a numerose procedure d'infrazione nei confronti dello Stato italiano.A quella parte di contenzioso per la quale si è riconosciuta l'esattezza delle censure della Commissione europea s'intende porre rimedio con il presente decreto, con il duplice effetto positivo di garantire il rispetto degli obblighi assunti dallo Stato italiano in sede comunitaria e di evitare aggravi di oneri a carico dello Stato, derivanti da possibili sentenze di condanna a pena pecuniaria da parte della Corte comunitaria o da contenzioso interno. Aggiunge che il decreto-legge in esame intende, inoltre, rendere effettivo l'adempimento, pur formalmente già avvenuto, di taluni obblighi comunitari giunti in scadenza. Si tratta di casi nei quali l'assenza delle necessarie norme di coordinamento ha reso di fatto inoperanti gli strumenti predisposti per l'adeguamento dell'ordinamento al diritto comunitario. Anche in tali ipotesi si è ritenuto necessario un intervento normativo volto a garantire il corretto e completo adeguamento dell'ordinamento interno a quello comunitario.
Riferisce quindi che, per far fronte alle situazioni esposte in precedenza, eterogenee nei contenuti, ma accomunate dalla identica necessità di garantire l'assolvimento degli impegni che l'Italia ha assunto in Europa, il Governo ha optato per lo strumento della decretazione d'urgenza, restando i presupposti della straordinaria necessità ed urgenza, prescritti dall'articolo 77 della Costituzione, soddisfatti sia dal vincolo di adempimento degli obblighi comunitari, sia dalle motivazioni specifiche sottese alle singole norme del provvedimento.
Dopo aver sinteticamente illustrato il contenuto delle singole disposizioni recate dal provvedimento in esame, fa presente, con riferimento ai profili di competenza della Commissione, che il provvedimento s'inquadra nell'ambito delle misure necessarie a garantire il rispetto di quanto previsto dall'articolo 117, primo comma, della Costituzione. In via generale, il provvedimento afferisce all'ambito materiale «rapporti dello stato con l'Unione europea» rimesso alla competenza legislativa esclusiva dello Stato ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera a), della Costituzione. Più in dettaglio, le disposizioni del provvedimento rientrano nelle materie «tutela dell'ambiente» (articoli 4 e 5), «pesi» (articolo 7), «tutela della concorrenza» (articoli 15 e 16), rimesse alla competenza legislativa esclusiva dello Stato ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettere e), r) ed s) della Costituzione. Rileva, invece, per le disposizioni di cui all'articolo 6 la materia «alimentazione», affidata alla competenza legislativa concorrente ai sensi dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione.
Formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato 3).

Il deputato Luciano PIZZETTI (PD) preannuncia voto favorevole sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 14.45.