CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 ottobre 2009
231.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 13 ottobre 2009.

Audizioni di rappresentanti dell'Associazione Centoautori, di rappresentanti della LARA (Libera associazione rappresentanti di artisti) e di rappresentanti di Assoartisti, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino, recanti disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell'intrattenimento e dello svago.

Le audizioni informali sono state svolte dalle 10.30 alle 11 e dalle 11.30 alle 12.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 13 ottobre 2009.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.10 alle 13.35.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 13 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 13.45.

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Sui lavori della Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, propone di procedere ad un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di svolgere immediatamente la prevista seduta in sede di atti del Governo, per poi procedere con il seguito dell'esame in sede referente del disegno di legge n. 2724.

La Commissione conviene.

Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva 2006/54/CE riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego.
Atto n. 112.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in titolo, rinviato nella seduta del 6 ottobre 2009.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che nell'ambito della riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, appena conclusasi, si è convenuto - facendo seguito a quanto già prospettato dal relatore ed alle specifiche richieste formulate dai gruppi - sull'opportunità di prevedere un rapido ciclo di audizioni informali nell'ambito dell'esame del provvedimento in titolo.
Per tali ragioni, fa presente che è stata conseguentemente prospettata l'esigenza di un breve differimento, sino all'ultima settimana di ottobre, dell'espressione del parere di competenza da parte della Commissione (che, al momento, verrebbe in scadenza il prossimo 24 ottobre), invitando il Governo ad attendere il parere parlamentare prima di procedere alla definitiva emanazione dell'atto in esame.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA prende atto delle esigenze rappresentate dal Presidente a nome dell'intera Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, ribadisce che, alla luce di quanto testé convenuto, la conclusione dell'esame del provvedimento in Commissione sarà prevista per l'ultima settimana di ottobre, anche oltre il termine fissato per l'espressione del parere parlamentare.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.50.

SEDE REFERENTE

Martedì 13 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 13.50.

DL 134/09: Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010.
C. 2724 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta dell'8 ottobre 2009.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti e articoli aggiuntivi riferiti al testo del decreto-legge n. 134 del 2009 (vedi allegato). In proposito, ricorda che tale provvedimento reca disposizioni che - per garantire la continuità del servizio scolastico per l'anno 2009-2010 - dettano misure in ordine ad una specifica categoria del pubblico impiego: esse concernono, infatti, taluni aspetti dell'assetto e del trattamento economico e giuridico del personale della scuola. Per tale ragione, nel prendere atto che la quasi totalità delle proposte emendative presentate - intervenendo su vari aspetti del rapporto di lavoro pubblico di tale personale - sembra comunque investire

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materie che possono considerarsi riconducibili a quelle recate dal provvedimento in esame, segnala che appaiono, invece, di dubbia ammissibilità, in quanto non strettamente attinenti alla materia del medesimo decreto-legge, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, i seguenti emendamenti ed articoli aggiuntivi: La Loggia 1.192, che reca disposizioni per la permanenza in servizio, prima della data di pensionamento, dei professori di prima fascia che prestano servizio nelle libere università private riconosciute dallo Stato; Vincenzo Antonio Fontana 1.193, che prevede una modifica alle disposizioni in materia di trattamento economico in aspettativa per i titolari di borse di studio o dottorati di ricerca nelle università; Centemero 1.02, che reca una disciplina ordinamentale delle graduatorie delle istituzioni dell'alta formazione artistica e musicale (AFAM).
Segnala, inoltre, che anche gli emendamenti Maurizio Turco 1.38 e 1.39 non appaiono strettamente attinenti alla materia del decreto-legge in esame, in quanto - pur interessando, in linea generale, il trattamento giuridico di una specifica categoria di personale della scuola - propongono, tuttavia, l'abrogazione integrale di disposizioni normative in materia di stato giuridico degli insegnanti di religione, con ciò ampliando in misura significativa l'ambito applicativo del provvedimento medesimo.

Maurizio TURCO (PD) insiste per poter esaminare il suo emendamento 1.38, il quale - a differenza dell'emendamento 1.39 - modifica solo una specifica disposizione relativa al trattamento retributivo degli insegnanti di religione.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto della richiesta testé formulata, ritiene di poter considerare ammissibile l'emendamento Maurizio Turco 1.38.

Paola PELINO (PdL), relatore, raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 1.194 e 1.301, avvertendo che quest'ultimo risulta più propriamente formulato come collegato agli interventi di cui ai commi da 1 a 4 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame. Fa presente, inoltre, che il parere è favorevole anche sugli emendamenti Goisis 1.201 e Fedriga 1.202, se riformulati (vedi allegato). Raccomanda, altresì, l'approvazione del suo emendamento 1.300 (vedi allegato), appena presentato, che assorbe l'emendamento Fedriga 1.47.
Invita, infine, al ritiro di tutti gli altri emendamenti e articoli aggiuntivi presentati.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA esprime un parere conforme a quello del relatore.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) dichiara di accogliere la nuova formulazione del suo emendamento 1.202 e dell'emendamento Goisis 1.201 prospettata dal relatore. In tal senso, dichiara altresì di ritirare i suoi emendamenti 1.47 e 1.48.

La Commissione respinge, quindi, l'emendamento Maurizio Turco 1.1.

Maria Anna MADIA (PD), nell'illustrare l'emendamento Ghizzoni 1.4, di cui è cofirmataria, sottolinea la palese incongruità del comma 1 dell'articolo 1 del provvedimento in esame, che pone rilevanti questioni in ordine alla possibile discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato, anche sotto il profilo della maturazione dell'anzianità utile ai fini retributivi.

Ivano MIGLIOLI (PD) fa notare che il comma 1 dell'articolo 1 del provvedimento in esame presenta un carattere palesemente disomogeneo rispetto al contenuto dei restanti commi del medesimo articolo 1, trattando materie di natura comunitaria, che sarebbe opportuno affrontare in altre sedi.

Giovanni PALADINI (IdV) chiede chiarimenti al Governo in ordine alla disposizione del provvedimento che vieta la trasformazione dei contratti a tempo del

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personale precario della scuola in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

La Commissione respinge gli identici emendamenti Delfino 1.2, Paladini 1.3, Ghizzoni 1.4, Maurizio Turco 1.5.

Maurizio TURCO (PD) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.6, che pone l'esigenza di rimediare ad una palese forzatura prodotta con il comma 1 dell'articolo 1 del provvedimento in esame.

Giulio SANTAGATA (PD) chiede al Governo di chiarire se l'attuale formulazione del comma 1 nasconda o meno una tacita abrogazione dell'articolo 53 della legge n. 312 del 1980.

Manuela GHIZZONI (PD) sottolinea che dall'attuale formulazione del testo in esame non appare che il relatore e il Governo abbiano tenuto conto dei rilievi formulati dal Comitato per la legislazione.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA si riserva di fornire eventuali chiarimenti al termine dell'esame degli emendamenti.

Silvano MOFFA, presidente, auspica che il rappresentante del Governo possa da subito intervenire per i richiesti chiarimenti in ordine agli specifici emendamenti presentati.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA fa presente che il Governo ha già chiarito gli aspetti problematici testé sollevati, in occasione della conclusione del dibattito di carattere generale.

Maurizio TURCO (PD) chiede, in attesa degli auspicati chiarimenti da parte del Governo, di accantonare i suoi emendamenti 1.6, 1.34, 1.7 e 1.8.

Silvano MOFFA, presidente, propone di accantonare gli emendamenti Maurizio Turco 1.6, 1.34, 1.7 e 1.8.

La Commissione delibera di accantonare gli emendamenti Maurizio Turco 1.6, 1.34, 1.7 e 1.8.

Maurizio TURCO (PD) ritira il suo emendamento 1.9.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Maurizio Turco 1.10 e 1.11.

Manuela GHIZZONI (PD), nell'illustrare il suo emendamento 1.12, sottolinea l'esigenza di evitare una disparità di trattamento tra lavoratori a tempo determinato e i lavoratori a tempo indeterminato, che si porrebbe con l'applicazione del comma 1 dell'articolo 1 del provvedimento in questione. Inoltre, ritiene che tale disposizione verrebbe quasi a configurare una tacita abrogazione dell'articolo 53 della legge n. 312 del 1980, determinando una iniqua discriminazione dei docenti ordinari rispetto a quelli di religione.

Ivano MIGLIOLI (PD) cita un passaggio della relazione introduttiva del deputato Pelino, osservando che lo stesso relatore ha messo in evidenza taluni rilievi critici sollevati dal Comitato per la legislazione in ordine al citato comma 1 dell'articolo 1, sui quali ha prospettato la necessità di svolgere un approfondimento.

Giulio SANTAGATA (PD) ritiene necessario affrontare la problematica in oggetto da un punto di vista che contempli la possibilità di una parificazione tra docenti non in ruolo, piuttosto che dibattere sull'opportunità di eliminare un diritto già acquisito da una particolare tipologia di insegnanti.

Giuliano CAZZOLA (PdL) ritiene che non esista una contraddizione tra il contenuto della relazione introduttiva del relatore e l'espressione di un parere contrario sull'emendamento in discussione, dal momento che è stata posta in evidenza in modo puntuale e chiaro la natura controversa della normativa richiamata negli interventi precedenti, sulla quale in ogni

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caso il provvedimento in esame non viene ad incidere.

Maurizio TURCO (PD) ritiene che il comportamento del Governo non sia affatto chiaro e trasparente dal momento che, a fronte di numerose sentenze che hanno riconosciuto ai docenti non in ruolo il diritto alla maturazione dell'anzianità a fini retributivi, esso ha preferito ottemperare a tali pronunce giurisdizionali piuttosto che ricorrere in appello. Osserva inoltre che con tale atteggiamento il Governo sembrerebbe voler scaricare a livello comunitario la risoluzione di problematiche che non è riuscito a risolvere in sede nazionale.

Teresio DELFINO (UdC) preannuncia il suo voto favorevole sull'emendamento Ghizzoni 1.12.

Giovanni PALADINI (IdV) nel preannunciare il suo voto favorevole all'emendamento Ghizzoni 1.12, stigmatizza l'atteggiamento dell'Esecutivo, che giudica reticente a fronte di rilevanti sentenze giurisdizionali.

Silvano MOFFA, presidente, considerato che nel seguito dei lavori della Commissione il rappresentante del Governo potrà fornire gli opportuni chiarimenti sulle questioni sollevate, propone di accantonare gli emendamenti da Ghizzoni 1.12 a Maurizio Turco 1.38.

La Commissione delibera di accantonare gli emendamenti da Ghizzoni 1.12 a Maurizio Turco 1.38. Respinge inoltre, con distinte votazioni, gli emendamenti Maurizio Turco 1.40 e 1.41.

Silvano MOFFA, presidente, considerata la connessione con le proposte emendative già accantonate, propone di accantonare anche l'emendamento Maurizio Turco 1.42.

La Commissione delibera di accantonare l'emendamento Maurizio Turco 1.42. Respinge inoltre, con distinte votazioni gli emendamenti Delfino 1.43 e Maurizio Turco 1.44, 1.45 e 1.46.

Rosa DE PASQUALE (PD) giudica non corretta la formulazione dell'emendamento 1.300 del relatore, auspicando che si possa accogliere la proposta, formulata dal suo gruppo, che fa riferimento ad almeno 180 giorni di servizio prestato.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) giudica sufficiente il riferimento alla supplenza annuale contenuto nell'emendamento 1.300 del relatore.

Silvano MOFFA, presidente, propone di accantonare l'emendamento 1.300 del relatore e l'emendamento Maurizio Turco 1.49, che risulta strettamente connesso.

La Commissione delibera di accantonare l'emendamento 1.300 del relatore e l'emendamento Maurizio Turco 1.49. Respinge inoltre, con distinte votazioni, gli emendamenti Maurizio Turco 1.50 e 1.51.

Manuela GHIZZONI (PD) illustra il suo emendamento 1.52, che risulta indirettamente collegato al contenuto dell'emendamento 1.300 del relatore.

Silvano MOFFA, presidente, propone di accantonare l'emendamento Ghizzoni 1.52.

La Commissione delibera di accantonare l'emendamento Ghizzoni 1.52.

Rosa DE PASQUALE (PD), nell'illustrare l'emendamento Ghizzoni 1.53, di cui è cofirmataria, fa notare che il fenomeno del precariato si è determinato a seguito di politiche di ridimensionamento dei costi portate avanti dai governi che si sono succeduti negli anni, in base alle quali si è ritenuto di coprire i posti vacanti mediante contratti a tempo determinato.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ghizzoni 1.53 e Maurizio Turco 1.54.

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Giovanni PALADINI (IdV), nell'illustrare il suo emendamento 1.55, richiama l'esigenza di porre definitivamente rimedio al problema del precariato nel settore della scuola.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Paladini 1.55 e Maurizio Turco 1.56.

Silvano MOFFA, presidente, propone di accantonare l'emendamento Delfino 1.57, sul quale risulta necessario un ulteriore approfondimento istruttorio.

La Commissione delibera di accantonare l'emendamento Delfino 1.57. Respinge inoltre, con distinte votazioni, gli emendamenti Maurizio Turco 1.58, 1.59 e 1.60.

Elena CENTEMERO (PdL) dichiara l'intenzione di ritirare il suo emendamento 1.61.

Ivano MIGLIOLI (PD) avverte che il suo gruppo intende fare proprio l'emendamento Centemero 1.61, invitando la presidenza a porlo in votazione.

La Commissione respinge, quindi, l'emendamento Centemero 1.61.

Teresio DELFINO (UdC), nell'illustrare il suo emendamento 1.62, dichiara di non comprendere le ragioni di una parere contrario su una proposta che va incontro alle esigenze di studenti diversamente abili.

Paola PELINO (PdL), relatore, invita il presentatore a trasformare il suo emendamento in un ordine del giorno per l'Assemblea, che potrebbe essere sottoscritto da tutti i gruppi.

Teresio DELFINO (UdC), preso atto positivamente dell'invito del relatore, che prevede tuttavia che il problema sia rimesso al successivo esame in Assemblea, insiste comunque per la votazione del suo emendamento 1.62.

La Commissione respinge l'emendamento Delfino 1.62.

Maria COSCIA (PD), nell'illustrare l'emendamento Ghizzoni 1.63, di cui è cofirmataria, osserva che tale proposta di modifica tende a recuperare risorse da destinare al settore scolastico, ponendo rimedio agli ingenti tagli operati dall'attuale Esecutivo.

Giulio SANTAGATA (PD) ritiene necessario approvare l'emendamento in esame, dal momento che la politica di riduzione dei costi, intrapresa dall'attuale Governo in luogo di una più auspicabile attività di razionalizzazione, penalizza eccessivamente i soggetti più deboli del mercato del lavoro.

Manuela GHIZZONI (PD) osserva che i tagli decisi dal Governo appaiono di natura lineare e comportano, di fatto, un licenziamento del personale precario. Fa notare inoltre che i numerosi posti che risulteranno vacanti anche a seguito delle procedure di pensionamento non saranno così coperti, determinando significativi disagi alla collettività.

Giuliano CAZZOLA (PdL), nell'osservare che nessun rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione può considerarsi di per sé trasformabile in un contratto a tempo determinato, fa notare che nel caso di specie non si è di fronte ad alcun tipo di licenziamento, dal momento che il personale precario della scuola in oggetto viene chiamato a svolgere una supplenza temporanea, in sostituzione del titolare della cattedra.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, l'emendamento Ghizzoni 1.63 e gli identici emendamenti Lo Monte 1.64, Ghizzoni 1.65 e Maurizio Turco 1.66.

Manuela GHIZZONI (PD), nell'illustrare il suo emendamento 1.67, osserva che esso tende a destinare risorse per il settore della scuola, a fronte di un totale disimpegno del Governo in tal senso, promuovendo

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inoltre un più agevole coordinamento a livello locale tra Stato e regioni, in vista di una migliore applicazione della normativa in questione.

Ivano MIGLIOLI (PD) osserva che la politica dei tagli posta in essere dal Governo ha determinato, di fatto, il licenziamento di migliaia di precari.

Giuliano CAZZOLA (PdL), nel ribadire che il personale precario in oggetto è stato assunto a tempo determinato proprio per far fronte ad esigenze di carattere temporaneo, rileva che, secondo i dati a sua disposizione, il numero dei docenti che si apprestano ad andare in pensione ammonterebbe a cifre più contenute rispetto a quelle prospettate dai gruppi di opposizione.

Giulio SANTAGATA (PD) osserva che il provvedimento in esame non sembra dare alcuna speranza al personale precario della scuola, dal momento che per i prossimi quattro anni non è prevista alcuna forma di reinserimento di tali lavoratori.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), nel prendere atto che tra maggioranza e opposizione esistono diverse concezioni della pubblica amministrazione - che non può, a suo avviso, essere ridotta ad una sorta di ammortizzatore sociale - fa notare che non si può in alcun modo parlare, nel caso di specie, di licenziamento del personale precario, atteso che non vi è alcun obbligo della pubblica amministrazione di assumere a titolo definitivo personale impiegato a termine.

Maria Grazia GATTI (PD) intende precisare che le richieste dell'opposizione non sono rivolte ad una generalizzata stabilizzazione di tali lavoratori, ma tendono a fornire una risposta - anche sotto il profilo dello stanziamento delle risorse - al personale precario della scuola, che risulta precario ormai da diversi anni. Osserva inoltre che il fenomeno del precariato - sul quale il Governo attuale non appare deciso ad assumere alcun intervento di sostegno significativo - si è determinato anche a causa di una relazione tra pubblica amministrazione e politica non sempre del tutto trasparente, che, alla luce dei recenti provvedimenti assunti dal Governo, sembrerebbe essere non del tutto superata.

Alessandra SIRAGUSA (PD) osserva che il personale docente in questione ha svolto per numerosi anni servizi essenziali per la collettività, garantendo il corretto funzionamento del settore scolastico: per tali ragioni, lo Stato dovrebbe garantirgli un giusto riconoscimento.

Teresio DELFINO (UdC), nel preannunciare il suo voto favorevole sull'emendamento Ghizzoni 1.67, osserva che alla questione del precariato, che si protrae ormai da troppo tempo, va posto definitivamente rimedio.

La Commissione respinge, quindi, l'emendamento Ghizzoni 1.67.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che, essendo previste imminenti votazioni in Assemblea, la seduta sarà ora sospesa e riprenderà al termine dei lavori dell'Aula.
Sospende, quindi, la seduta.

La seduta, sospesa alle 15.15, è ripresa alle 18.10.

Silvano MOFFA, presidente, comunica anzitutto che, in relazione ai rilievi formulati dal Comitato per la legislazione, sono state appena trasmesse la relazione sull'analisi tecnico-normativa (ATN) e la relazione sull'analisi di impatto della regolamentazione (AIR), predisposte dal Ministero competente in ordine al provvedimento in titolo.
Avverte, inoltre, che il relatore ha presentato una nuova formulazione del suo emendamento 1.300 (vedi allegato), diretta a individuare una soluzione rispetto alle questioni sorte prima della sospensione della seduta.
Ricorda, infine, che la Commissione ha in precedenza accantonato, in attesa dei

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chiarimenti richiesti al Governo, una serie di emendamenti, che potrebbero essere ora ripresi in esame, per assicurare un ordinato e coerente andamento dei lavori.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA, rispondendo alle questioni poste nel corso del dibattito fin qui svolto, ricorda che il riconoscimento al personale docente non di ruolo della maturazione dell'anzianità sulla base di scatti biennali era prevista dall'articolo 53 della legge n. 312 del 1980. I commi 1 e 3 di tale legge prevedono che, fatto salvo quanto disposto dall'articolo 51, quarto comma, della legge stessa, per l'attribuzione del trattamento economico, secondo le disposizioni vigenti, al personale docente, educativo e non docente, non di ruolo, si ha riguardo allo stipendio iniziale del personale di ruolo di corrispondente qualifica. Al personale di cui a tale articolo 53, con nomina da parte del provveditore agli studi od altro organo in base a disposizioni speciali, escluse in ogni caso le supplenze, sono attribuiti aumenti periodici per ogni biennio di servizio prestato a partire dal 1o giugno 1977 in ragione del 2,50 per cento, calcolati sulla base dello stipendio iniziale.
Fa presente che la materia è stata successivamente disciplinata dall'articolo 526 del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado di cui al decreto legislativo n. 297 del 1994. L'articolo riconosce al personale docente non di ruolo esclusivamente il trattamento economico iniziale previsto per il corrispondente personale docente di ruolo; è da ritenere invece abrogato l'articolo 53 della legge n. 312 del 1980, in quanto, avendo l'articolo 526 disciplinato la materia, il medesimo articolo 53 si intende compreso nella disposizione dell'articolo 676 del testo unico, che dispone l'abrogazione delle disposizioni contrarie o incompatibili con il testo unico.
In particolare, segnala che per i docenti di religione le nomine contenute nel comma 6 dell'articolo 53 della legge n. 312 del 1980 disciplinano il trattamento economico del personale non di ruolo di religione; tale norma è tuttora in vigore, in quanto richiamata dall'articolo 146 del C.C.N.L. relativo al comparto scuola del 29 novembre 2007. Sottolinea, quindi, che tale norma stabilisce che «in applicazione dell'articolo 69, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 2001, tutte le norme generali e speciali del pubblico impiego vigenti alla data del 13 gennaio 1994 e non abrogate divengono non applicabili con la firma definitiva del presente C.C.N.L., con l'eccezione delle seguenti norme e di quelle richiamate nel testo del presente C.C.N.L. che, invece, continuano a trovare applicazione nel comparto scuola». Tra le norme che fanno eccezione viene richiamato l'articolo 53 citato, in collegamento con l'articolo 3, commi 6 e 7, del decreto del Presidente della Repubblica n. 399 del 1988.
Rileva, quindi, che il Governo, preso atto delle questioni rappresentate, ritiene che l'attuale formulazione dell'articolo 1 del decreto-legge in esame sia assolutamente adeguata a fronteggiare le situazioni disciplinate.
Per quanto riguarda, poi, le altre questioni sollevate nel corso del dibattito in relazione al personale chiamato dallo Stato per garantire la continuità didattica, si richiama all'intervento da lui svolto nella seduta conclusiva del dibattito di carattere generale, svoltasi lo scorso 8 ottobre.

Maurizio TURCO (PD) ritiene che l'intervento testé svolto dal rappresentante del Governo non rechi alcuna risposta rispetto alla questione sollevata dalla sua parte politica in relazione agli insegnanti di religione. Il sottosegretario ha, infatti, prima affermato che l'articolo 53 della legge n. 312 del 1980 è abrogato, ma poi ha aggiunto che il comma 6 di quell'articolo, che disciplina il trattamento economico del personale non di ruolo di religione, è tuttora in vigore, in quanto richiamato nella contrattazione collettiva nazionale. La verità, a suo avviso, è che è stato commesso un errore e che il Ministero dell'istruzione, anziché ammetterlo, preferisce perseverarvi. La sentenza del

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tribunale di Roma da lui richiamata nella seduta antimeridiana, la quale ha accertato che l'articolo 53 è in vigore, è infatti passata in giudicato e il Ministero non l'ha impugnata, preferendo pagare quanto previsto dalla pronuncia giudiziale. Ritiene tuttavia che il Governo, avendo deciso di aggirare sia la sentenza del tribunale sia quella della Corte di giustizia delle Comunità europee, cerchi di far figurare, nel testo in esame, i precari come qualcosa di diverso, in modo che essi non possano far ricorso richiamandosi a questa giurisprudenza.

Giulio SANTAGATA (PD), dopo aver ricordato che la sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee ha stabilito che i lavoratori a tempo determinato godono degli stessi diritti dei lavoratori a tempo indeterminato, salvo che una legislazione speciale definisca per loro un percorso separato «a vita», esprime l'avviso che il Governo intenda, con l'articolo 1, comma 1, del decreto in esame, creare per l'appunto una tale legislazione speciale. Se è così, però, ritiene che non si capisca in che modo dovrebbe avvenire in futuro l'assunzione del personale di ruolo della scuola, posto che fino ad oggi si è fatto ricorso alle graduatorie dei precari, mentre in futuro - se il suo ragionamento è corretto - il percorso dei precari e quello degli insegnanti di ruolo saranno separati.

Maria Anna MADIA (PD), nell'associarsi alle considerazioni del deputato Santagata, aggiunge che, stando alle parole del sottosegretario Pizza, deve parlarsi non di precari, ma di «personale chiamato dallo Stato per garantire la continuità didattica». Se è così, non comprende come mai il ministro Gelmini presenti il provvedimento all'opinione pubblica come provvedimento «salva-precari»; deve trattarsi, tra l'altro, di precari votati al martirio, dal momento che dovrebbero essere disposti a rimanere in stato di precariato per tutta la vita.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) ritiene che il fenomeno aberrante del precariato a vita debba essere risolto con un intervento che miri alla radice del problema: il precariato nasce perché esistono cattedre assegnate a docenti di ruolo, ma di fatto non ricoperte, ad esempio perché i titolari beneficiano, magari per anni, di un distacco sindacale o di altra natura, con la conseguenza che occorre ricorrere a personale non di ruolo per assicurare il servizio scolastico. La maggioranza ed il Governo intendono risolvere i problemi sanando il sistema delle assunzioni in ruolo. Per questo, occorre però realismo: occorre riconoscere che lo Stato non può addossarsi l'onere della ricostruzione della carriera per gli insegnanti precari immessi in ruolo.
Quanto alle proposte emendative dell'opposizione, ritiene che alcune di esse siano condivisibili ed auspica pertanto che quelle che non potranno essere accolte possano essere trasformate in ordini del giorno, in attesa di una riforma complessiva del sistema delle graduatorie e delle assunzioni in ruolo.

Elena CENTEMERO (PdL) fa presente che i contratti a tempo determinato sono spesso stipulati per coprire posizioni di organico che non potrebbero essere ricoperte con assunzioni a tempo indeterminato: fa l'esempio del suo caso di insegnante in aspettativa per mandato parlamentare, che non può essere sostituita mediante un'assunzione a tempo indeterminato, perché altrimenti per il suo posto, che è uno solo, vi sarebbero in organico due dipendenti di ruolo. È vero però che il sistema delle immissioni in ruolo a valere sulle graduatorie dei supplenti non può essere ulteriormente mantenuto, in quanto crea aspettative che non possono essere soddisfatte né a breve né, spesso, dopo lunghi anni e mortifica in particolare la gioventù.

Alessandra SIRAGUSA (PD) sottolinea che la gran massa dei precari nasce dalla circostanza che lo Stato preferisce non assegnare a personale di ruolo le cattedre scoperte e ricorrere di anno in anno ai supplenti. Il precariato non deriva quindi

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dai distacchi sindacali, come ha sostenuto il deputato Fedriga, ma da un vizio di fondo nel sistema di assegnazione delle cattedre. A parte questo, la sua parte politica resta convinta che la disposizione del comma 1, ai sensi della quale i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze non possono «in alcun caso» trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato, può intendersi solo nel senso che i precari non saranno più, in futuro, immessi in ruolo, per cui resta non chiarito in che modo il Governo intenda procedere per il reclutamento degli insegnanti di ruolo.

Valentina APREA (PdL) fa presente che il comma 1 dell'articolo 1 del provvedimento in esame prevede soltanto che, d'ora in avanti, i precari immessi in ruolo non abbiano più diritto, al fine della determinazione della retribuzione spettante, alla ricostruzione di carriera. La disposizione non incide quindi in alcun modo sul reclutamento degli insegnanti, che resta disciplinato da altre norme. Resta valido il sistema dell'acquisizione dei punteggi ai fini dell'immissione in ruolo, quando il Governo decide di procedervi a valere sulle graduatorie dei precari. Rileva che il punto è che la ricostruzione della carriera determina per la finanza pubblica un costo aggiuntivo non più sostenibile, atteso che vi sono docenti che vengono immessi in ruolo dopo anni di precariato e quindi con stipendi, a carriera ricostruita, prossimi o uguali al massimo stipendio di un docente di ruolo. Segnala, dunque, che questa disposizione, per quanto certamente determini una perdita per gli insegnanti che saranno immessi in ruolo, permetterà al Governo di procedere ad immissioni in ruolo più frequenti o più numerose, considerato che senza ricostruzione di carriera il passaggio al ruolo avviene senza costi aggiuntivi per lo Stato.

Manuela GHIZZONI (PD) prende atto che la stessa maggioranza ammette che la misura determina un danno per i precari. Quanto al preteso vantaggio, dubita che ci sarà, essendo convinta che si procederà alle immissioni in ruolo con la consueta parsimonia. Ricorda, in proposito, che, secondo le stime dello stesso Governo, agli inizi della legislatura risultavano scoperti oltre 50 mila posti in organico. A fronte di questo, il ministro Gelmini ha promosso il passaggio in ruolo in un primo momento di appena la metà circa dei docenti occorrenti e quest'anno di sole ulteriori 8 mila unità. A suo avviso, quel che manca al Governo è un progetto complessivo di intervento sulla scuola, laddove il precedente Governo, oltre ad aver disposto con la legge finanziaria 2006 il passaggio in ruolo di un numero considerevole di insegnanti, aveva elaborato una riflessione di ampio respiro, consegnata al Libro bianco sulla scuola, la quale prevedeva il superamento del sistema delle graduatorie e del precariato e la riforma del reclutamento. A parte questo, chiede al Governo un ulteriore chiarimento in merito all'articolo 53 della legge n. 312 del 1980, visto che, a questo punto, non è chiaro perché il comma 6 sarebbe ancora in vigore.

Ivano MIGLIOLI (PD), con riferimento alla questione dell'articolo 53 e degli insegnanti di religione, esprime perplessità in merito a quanto riferito dal rappresentante del Governo: si sostiene che la contrattazione collettiva fa riferimento a disposizioni che dovrebbero invece essere abrogate in quanto determinano ingiustificate differenze di trattamento a vantaggio di alcuni. In ogni caso, la disposizione di cui al comma 1 in esame è, a suo avviso, iniqua nei confronti di taluni e non risolve il problema dei contenziosi davanti al giudice.

Giulio SANTAGATA (PD), intervenendo per una precisazione, osserva che, certo, la ricostruzione di carriera avrebbe un costo, ma è anche vero che è dal 1994 che non vi si procede più, se è vero quanto sostenuto dal sottosegretario Pizza, ossia che l'articolo 53 è stato di fatto abrogato dal testo unico del 1994. Osserva, quindi, che l'unica spiegazione possibile per la disposizione di cui al comma 1 in esame

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sarebbe che essa serva per evitare i ricorsi dei precari alla Corte di giustizia delle Comunità europee.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto che i problemi sollevati dal comma 1 dell'articolo 1 del decreto-legge rimangono aperti ancora dopo il chiarimento reso dal Governo, propone di proseguire nell'esame degli emendamenti, partendo da quelli accantonati in precedenza, fermo restando che la Commissione si aspetta che il Governo risponda alle questioni poste e trovi soluzioni definitive nella fase della discussione in Assemblea. Assicura, pertanto, che sarà suo compito verificare che il Governo tenga fermo un preciso impegno in tal senso.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA si impegna ad affrontare con serietà la questione del comma 1 dell'articolo 1 in vista della discussione del provvedimento in Assemblea.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Maurizio Turco 1.6, 1.34, 1.7 e 1.8.

Ivano MIGLIOLI (PD), illustrando l'emendamento Ghizzoni 1.12, di cui è cofirmatario, si associa agli auspici precedentemente formulati dal presidente Moffa sulla medesima materia, dichiarando che il suo gruppo si attende risposte plausibili dal Governo sul comma 1 dell'articolo 1, in occasione della discussione del provvedimento in Assemblea.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ghizzoni 1.12, Maurizio Turco 1.13, Lo Monte 1.14, Paladini 1.15, Ghizzoni 1.16, gli identici emendamenti Paladini 1.17 e Ghizzoni 1.18, nonché gli emendamenti Maurizio Turco 1.19, Paladini 1.20 e 1.21 e gli identici emendamenti Paladini 1.22, Ghizzoni 1.23 e Maurizio Turco 1.24. Respinge, quindi, con distinte votazioni, gli emendamenti Paladini 1.25, Maurizio Turco 1.26, 1.27, 1.28, 1.29 e 1.30 e Ghizzoni 1.31.

Giovanni PALADINI (IdV) illustra il suo emendamento 1.32, volto a garantire che la convocazione dei supplenti sia adeguatamente inviata mediante posta elettronica certificata.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) fa presente che, secondo quanto chiarito dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, già oggi la convocazione dei supplenti può avvenire mediante posta elettronica, ma la generalizzazione di questo metodo rischia di rendere la procedura più complessa e, dunque, penalizzante per gli stessi lavoratori.

Michele SCANDROGLIO (PdL) esprime perplessità sull'opportunità di prevedere la certificazione delle convocazioni dei supplenti.

Maria Grazia GATTI (PD), comprendendo le considerazioni svolte dal deputato Fedriga, suggerisce ai presentatori l'opportunità di riformulare l'emendamento in discussione, prevedendo che la convocazione avvenga anche, e non esclusivamente, attraverso la casella di posta elettronica certificata.

Paola PELINO (PdL), relatore, alla luce delle considerazioni sinora svolte, propone ai presentatori di riformulare l'emendamento Paladini 1.32, nel senso di aggiungere, dopo la parola «avvengono», la parola «anche».

Giovanni PALADINI (IdV) accoglie la riformulazione del suo emendamento 1.32 nel senso proposto dal relatore.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA esprime parere favorevole sull'emendamento Paladini 1.32, come riformulato.

La Commissione approva l'emendamento Paladini 1.32 (Nuova formulazione) (vedi allegato). Respinge quindi, con distinte votazioni, gli emendamenti Maurizio Turco 1.33, 1.35, 1.36, 1.37, 1.38 e 1.42.

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Paola PELINO (PdL), relatore, illustra il suo emendamento 1.300 (Nuova formulazione).

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA esprime parere favorevole sull'emendamento 1.300 del relatore (Nuova formulazione).

La Commissione approva l'emendamento 1.300 del relatore (Nuova formulazione) (vedi allegato).

Silvano MOFFA, presidente, fa presente che, in seguito all'approvazione dell'emendamento 1.300 del relatore (Nuova formulazione), gli emendamenti Maurizio Turco 1.49, Ghizzoni 1.52 e Delfino 1.57 possono conseguentemente considerarsi assorbiti. Avverte, pertanto, che è così concluso l'esame degli emendamenti accantonati e che, dunque, la Commissione potrà ora riprendere l'esame dei restanti emendamenti ed articoli aggiuntivi presentati.

Manuela GHIZZONI (PD) illustra il suo emendamento 1.68, invitando, in particolare, i colleghi del gruppo della Lega Nord Padania a valutare attentamente le disposizioni in esso contenute, che, senza necessariamente comportare costi aggiuntivi rilevanti, valorizzano il ruolo delle autonomie scolastiche e delle autonomie locali.

La Commissione respinge l'emendamento Ghizzoni 1.68.

Rosa DE PASQUALE (PD) illustra l'emendamento Ghizzoni 1.69, di cui è cofirmataria, sottolineando la necessità di assicurare un quadro unitario mediante l'accordo in sede di Conferenza unificata. Tale emendamento prevede, inoltre, l'eliminazione di vincoli temporali rigidi per i progetti promossi dall'amministrazione scolastica e stabilisce che il personale impiegato in questi progetti sia retribuito secondo il vigente contratto collettivo nazionale di lavoro.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ghizzoni 1.69 e Maurizio Turco 1.70 e 1.71.

Alessandra SIRAGUSA (PD), illustrando l'emendamento Ghizzoni 1.72, di cui è cofirmataria, rileva che le differenze esistenti tra le diverse realtà regionali rendono necessaria l'adozione di un quadro unitario, al fine di garantire che l'impiego degli insegnanti avvenga secondo criteri omogenei e rispettosi della loro effettiva professionalità.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ghizzoni 1.72, Paladini 1.73 e Maurizio Turco 1.74.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che la Commissione passa ora ad affrontare un rilevante numero di emendamenti, riconducibili a determinati principi unitari, che potrebbero essere posti in votazione mediante quattro distinte votazioni riassuntive. Propone, quindi, per ragioni di economia procedurale, di porre in votazione i principi desumibili dai diversi gruppi di emendamenti, con l'intesa che, se il principio sarà respinto, si intenderanno respinti gli emendamenti afferenti al principio medesimo.

La Commissione concorda.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che gli emendamenti da Maurizio Turco 1.75 a Maurizio Turco 1.95 intendono introdurre il principio di una specifica definizione dei progetti richiamati nel comma 3 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame, che sarà ora posto in votazione.

La Commissione respinge il principio posto in votazione, intendendosi così respinti gli emendamenti da Maurizio Turco 1.75 a Maurizio Turco 1.95.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che gli emendamenti da Maurizio Turco 1.96 a Maurizio Turco 1.127 intendono introdurre il principio di una modifica del termine di tre mesi previsto dal comma 3 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame, che sarà ora posto in votazione.

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La Commissione respinge il principio posto in votazione, intendendosi così respinti gli emendamenti da Maurizio Turco 1.96 a Maurizio Turco 1.127.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che gli emendamenti da Maurizio Turco 1.128 a Maurizio Turco 1.163 intendono introdurre il principio di una modifica del termine di otto mesi previsto dal comma 3 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame, che sarà ora posto in votazione.

La Commissione respinge il principio posto in votazione, intendendosi così respinti gli emendamenti da Maurizio Turco 1.128 a Maurizio Turco 1.163. Respinge, quindi, l'emendamento Maurizio Turco 1.164.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che gli emendamenti da Maurizio Turco 1.165 a Maurizio Turco 1.169 intendono introdurre il principio di una specifica definizione delle attività previste dal comma 3 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame, che sarà ora posto in votazione.

La Commissione respinge il principio posto in votazione, intendendosi così respinti gli emendamenti da Maurizio Turco 1.165 a Maurizio Turco 1.169.

Maria COSCIA (PD) illustra l'emendamento Ghizzoni 1.170, di cui è cofirmataria, volto a garantire che l'obbligo dell'istruzione sia effettivamente garantito dalla scuola pubblica.

Caterina PES (PD) auspica l'approvazione dell'emendamento Ghizzoni 1.170, di cui è cofirmataria, ritenendo che l'obbligo dell'istruzione debba essere garantito dallo Stato e non essere rimesso alla collaborazione tra questo e le regioni.

La Commissione respinge gli identici emendamenti Ghizzoni 1.170 e Maurizio Turco 1.171 e gli identici emendamenti Lo Monte 1.172, Ghizzoni 1.173 e Maurizio Turco 1.174.

Giovanni PALADINI (IdV) illustra il suo emendamento 1.175.

Rosa DE PASQUALE (PD), nell'evidenziare l'importanza dell'emendamento in questione, segnala la necessità che al personale docente venga riconosciuto un trattamento economico adeguato sulla base del contratto collettivo nazionale di lavoro. Richiama, inoltre, l'anomali di una procedura che impropriamente prevede l'utilizzo di determinati docenti da parte delle regioni.

Valentina APREA (PdL), nel dichiararsi stupita per le osservazioni degli esponenti dell'opposizione, osserva che talune regioni, in primis la Campania, hanno già svolto un ruolo di «apripista» in ordine all'impiego di docenti statali - retribuiti dalle regioni - per lo svolgimento di attività didattiche. Tuttavia, auspica che la norma del provvedimento a cui si fa riferimento venga circoscritta entro i limiti di un'applicazione eccezionale al cospetto di una situazione altrettanto eccezionale.

Alessandra SIRAGUSA (PD), con riferimento alle considerazioni testé svolte dal deputato Aprea, osserva che le circostanze a cui essa si riferisce coinvolgono l'applicazione di procedure completamente diverse, che non possono essere ricondotte all'oggetto dell'odierna discussione.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Paladini 1.175, 1.176, 1.177, 1.178.

Maria Grazia GATTI (PD), nell'illustrare l'emendamento Ghizzoni 1.179 di cui è cofirmataria, osserva che vi è l'esigenza di apportare significative modifiche ad un provvedimento inadeguato, che non prevede alcuna possibilità di recuperare professionalità e competenze maturate a seguito di numerosi anni al servizio della pubblica amministrazione. Fa inoltre notare che il decreto-legge in esame introduce disposizioni - sulle quali le autonomie locali non sono state previamente consultate - suscettibili di determinare

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palesi disparità di trattamento a livello locale.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ghizzoni 1.179, Maurizio Turco 1.180, 1.181,1.182 e 1.183.

Alessandra SIRAGUSA (PD), nell'illustrare l'emendamento Ghizzoni 1.184, di cui è cofirmataria, osserva che con esso si mira ad assicurare al personale interessato uno stanziamento di risorse maggiore per gli anni futuri, dal momento che con la prevista riforma della scuola superiore vi è il concreto rischio che l'impatto sull'occupazione sia ancora maggiore.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ghizzoni 1.184, Lo Monte 1.185, Maurizio Turco 1.186, 1.187, 1.188, Paladini 1.189, Maurizio Turco 1.190 e 1.191.

Rosa DE PASQUALE (PD), soffermandosi sull'emendamento 1.194 del relatore, ritiene di non condividere le disposizioni in esso contenute, atteso che la proroga sino all'agosto 2010 del termine di cui all'articolo 4, commi 1 e 2, del decreto-legge n. 255 del 2001, provocherebbe ingenti disagi alla scuola, in coincidenza con l'inizio dei lavori scolastici.

Paola GOISIS (LNP) chiede chiarimenti al Governo e al relatore in ordine al contenuto dell'emendamento 1.194 del relatore.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA, nel giudicare condivisibili le perplessità testé espresse dal deputato De Pasquale, ritiene opportuno svolgere una ulteriore attività di approfondimento sull'argomento, riservandosi eventualmente di presentare un emendamento in Assemblea.

Paola GOISIS (LNP) osserva che sarebbe preferibile assumere una decisione già in Commissione, senza attendere l'esito dell'esame in Assemblea.

Paola PELINO (PdL), relatore, preso atto della necessità di svolgere un supplemento di istruttoria su tale questione, ritira il suo emendamento 1.194, riservandosi, eventualmente, di ripresentarlo in Assemblea con una nuova formulazione.

La Commissione respinge, quindi, l'emendamento Zeller 1.195.

Elena CENTEMERO (PdL) chiede al relatore e al Governo se siano disponibili a mutare il proprio parere sul suo emendamento 1.196, nel caso in cui esso fosse riformulato.

Alessandra SIRAGUSA (PD), con riferimento agli emendamenti Centemero 1.196, Ghizzoni 1.197 e Centemero 1.198, fa notare la necessità di porre rimedio ad una situazione di discriminazione che riguarda l'abilitazione all'insegnamento di alcune categorie di docenti di sostegno, penalizzate rispetto ad altri insegnanti, per i quali invece è stata di recente individuata una soluzione normativa.

Rosa DE PASQUALE (PD) fa notare che l'intervento recato dagli emendamenti in questione potrebbe recare notevoli benefici dal punto di vista del risparmio dei costi.

Silvano MOFFA, presidente, in ragione delle questioni sinora emerse, propone di procedere all'accantonamento degli emendamenti Centemero 1.196, Ghizzoni 1.197 e Centemero 1.198.

La Commissione delibera di accantonare gli emendamenti Centemero 1.196, Ghizzoni 1.197 e Centemero 1.198.

Giulio SANTAGATA (PD), nell'illustrare l'emendamento Ghizzoni 1.199, osserva che le disposizioni da esso recate prevedono un incremento delle risorse finanziarie e umane necessarie per assicurare il corretto svolgimento dei corsi scolastici.

La Commissione respinge l'emendamento Ghizzoni 1.199.

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Gabriella GIAMMANCO (PdL), preso atto del parere del relatore e del Governo, ritira il suo emendamento 1.200, riservandosi di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno da presentare in Assemblea.

Alessandra SIRAGUSA (PD) prospetta l'opportunità che il suo gruppo faccia proprio l'emendamento Giammanco 1.200, affinché esso sia posto in votazione nella corrente seduta.

Silvano MOFFA, presidente, auspica che l'eventuale reiezione di tale proposta emendativa non precluda la possibilità di presentare eventuali atti di indirizzo in Assemblea.

Alessandra SIRAGUSA (PD), preso atto dell'auspicio testé espresso dal presidente, dichiara che il suo gruppo non insiste per la votazione dell'emendamento Giammanco 1.200, preannunciando tuttavia l'intenzione di presentare un emendamento di analogo contenuto in Assemblea, che consenta di affrontare le serie questioni esistenti per i lavoratori oggetto della proposta emendativa medesima.

Silvano MOFFA, presidente, considerata l'impegnativa discussione sinora svolta e attesa l'esigenza di affrontare con serenità la problematica delle cosiddette «graduatorie a pettine», propone di accantonare l'emendamento 1.301 del relatore.

La Commissione delibera di accantonare l'emendamento 1.301 del relatore.

Paola PELINO (PdL), relatore, conferma il proprio parere favorevole sulla nuova formulazione dell'emendamento Goisis 1.201.

Maria Grazia GATTI (PD) esprime profonde perplessità sull'emendamento Goisis 1.201, anche nella sua nuova formulazione, atteso che esso prevede di sottoporre a controlli particolarmente incisivi soggetti portatori di handicap grave; esprime, inoltre, forti dubbi sulle effettive modalità di attuazione di una misura di tale portata.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), nel rimarcare la rilevanza dell'emendamento in questione, che giudica indispensabile al fine di evitare abusi in tale campo, fa notare che la volontà dei presentatori della proposta di modifica non è quella di introdurre norme di dettaglio, ma di prevedere disposizioni di indirizzo più generali, che andrebbero poi specificate in fase di attuazione concreta.

Caterina PES (PD) esprime perplessità sull'emendamento in discussione, ritenendo non corretto operare un collegamento tra le disposizioni in esso previste e le questioni connesse all'accertamento dei requisiti della legge n. 104 del 1992.

Teresio DELFINO (UdC), nel ritenere necessario svolgere un'attività di contrasto nei confronti delle situazioni di abuso che si registrano in tale materia, auspica che sia possibile svolgere ulteriori riflessioni sull'emendamento Goisis 1.201, anche nella sua nuova formulazione.

Amalia SCHIRRU (PD) ritiene che l'emendamento in discussione sia in più punti in contrasto con la normativa vigente, che intende tutelare con serietà i soggetti portatori di handicap. In particolare, si sofferma sulle possibili implicazioni di un'applicazione estesa a tutto il territorio nazionale delle disposizioni sulla certificazione.

Giuliano CAZZOLA (PdL) auspica che sull'argomento in questione possa svolgersi una seria riflessione, al fine di evitare che dall'applicazione della normativa possano derivare effetti negativi su talune categorie di soggetti contemplati dalla legge n. 104 del 1992, oltre che inutili richiami alle autorità sanitarie competenti. Al riguardo, ritiene opportuno valutare la possibilità di un intervento di modifica in ordine all'autorità deputata allo svolgimento dei controlli previsti dal presente emendamento,

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anche sulla base di apposite modifiche apportate recentemente alla normativa vigente.

Paola GOISIS (LNP) osserva che la questione dei falsi invalidi non può essere derubricata come demagogica e priva di fondamento, dal momento che rientra in una realtà concretamente esistente, nella quale risultano penalizzati i docenti che risiedono in alcune regioni del Nord.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) ribadisce l'assoluta necessità di predisporre idonee forme di controllo per contrastare efficacemente il fenomeno dei falsi invalidi, che usufruiscono illegittimamente di taluni benefici a discapito dei lavoratori onesti, che si vedono così spesso ingiustamente scavalcati in graduatoria da coloro che non ne hanno alcun titolo.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto che sul punto permangono forti perplessità, che richiedono un approfondimento, propone alla Commissione di accantonare l'emendamento Goisis 1.201 (Nuova formulazione), auspicando che nel frattempo si possano valutare possibili ipotesi di una sua ulteriore riformulazione.

La Commissione delibera di accantonare l'emendamento Goisis 1.201 (Nuova formulazione).

Manuela GHIZZONI (PD) esprime forti perplessità sull'emendamento Fedriga 1.202, che giudica esageratamente punitivo nei confronti dei docenti precari, oltre che già previsto da altre disposizioni regolamentari.

Paola GOISIS (LNP) fa presente che l'emendamento in questione mira a promuovere la diffusione di un maggior senso di responsabilità dei docenti precari, posti di fronte alla scelta di accettare un impiego di supplenza.

Elena CENTEMERO (PdL) fa notare che la materia in discussione è già regolamentata dal decreto ministeriale n. 82 del 2009.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) osserva che l'emendamento in questione contempla anche l'ipotesi che il rifiuto del docente precario abbia ad oggetto i progetti di cui al comma 3 dell'articolo 1 del provvedimento in esame, materia che non sembrerebbe essere regolamentata dal decreto ministeriale testé citato.

Elena CENTEMERO (PdL), nel dare lettura del decreto ministeriale n. 82 del 2009, fa notare che esso sembra avere un ambito di applicazione sostanzialmente identico a quello prefigurato dal deputato Fedriga.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), preso atto delle osservazioni testé svolte, ritira il suo emendamento 1.202 (Nuova formulazione).

La Commissione respinge, quindi, l'articolo aggiuntivo Ghizzoni 1.01

Silvano MOFFA, presidente, avverte che gli emendamenti accantonati nella seduta odierna saranno esaminati nella seduta già convocata per la mattina di domani, in modo da inviare sollecitamente alle Commissioni competenti il testo risultante dagli emendamenti approvati. Preannuncia sin d'ora, inoltre, che la deliberazione sul mandato al relatore potrebbe anche essere anticipata alla giornata di domani, qualora i prescritti pareri giungessero in tempo utile.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 20.15.