CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 ottobre 2009
229.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 7 ottobre 2009. - Presidenza del vicepresidente Enrico FARINONE.

La seduta comincia alle 14.40.

Disciplina delle attività subacquee e iperbariche.
Testo unificato C. 344 Bellotti e abb.

(Parere alla XI Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 29 settembre 2009.

Luca BELLOTTI (PdL), relatore, ricorda - come già sottolineato in sede di illustrazione del provvedimento - che il testo unificato in esame si muove nel solco di alcune proposte di legge discusse nelle passate legislature, anche se mai approvate definitivamente, e che è stato adottato dalla XI Commissione con il parere favorevole sia della maggioranza che dell'opposizione. Formula quindi una proposta di parere favorevole.

Sandro GOZI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Nicola FORMICHELLA (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata.

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Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

Disposizioni per la preparazione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma.
Testo unificato C. 975 Brandolini e C. 2513 Rainieri.

(Parere alla XIII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 29 settembre 2009.

Luca BELLOTTI (PdL), relatore, evidenzia come, anche in questo caso, sui contenuti del provvedimento si sia registrata una convergenza dei gruppi presso la XIII Commissione. Formula quindi una proposta di parere favorevole.

Sandro GOZI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Nicola FORMICHELLA (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 14.50.

ATTI COMUNITARI

Mercoledì 7 ottobre 2009. - Presidenza del vicepresidente Enrico FARINONE.

La seduta comincia alle 14.50.

Libro bianco: L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo.
(COM(2009)147 def.).

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo: Riesame della politica ambientale 2008.
(COM(2009)304 def.).

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: Integrare lo sviluppo sostenibile nelle politiche dell'UE: riesame 2009 della strategia dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile.
(COM(2009)400 def.).

(Parere alla VIII Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

Nunziante CONSIGLIO (LNP), relatore, illustra il contenuto degli atti in esame, che vertono sul tema strategico della lotta ai cambiamenti climatici.
Sottolinea innanzitutto che i documenti non si limitano a dar conto delle iniziative già avviate e dei risultati conseguiti ma si sforzano anche di prospettare le linee di indirizzo cui le istituzioni comunitarie e gli Stati membri dovrebbero ispirare le loro politiche nei prossimi anni. In questo modo si cerca di inquadrare in una prospettiva organica e coerente le diverse questioni da affrontare evitando il rischio di disperdere risorse ed energie attraverso interventi frammentari e incoerenti come troppo spesso avviene. È purtroppo frequente, infatti, il caso di misure, anche legislative, che si propongono di sostenere la conversione del sistema produttivo in chiave ambientale che tuttavia vengono contraddette o pregiudicate nella loro efficacia da interventi contemporaneamente adottati in altri comparti.
La Commissione europea opportunamente evidenzia l'esigenza di assumere l'impatto dei cambiamenti climatici come un dato imprescindibile nella definizione delle politiche europee nei diversi settori. Le ricadute dell'aumento delle emissioni inquinanti, e in particolare di CO2 investono, in effetti, tutte le sfere della vita

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sociale. L'incremento delle temperature può provocare gravi ripercussioni, oltre che sulla salvaguardia delle biodiversità e sulla tutela di foreste ed aree verdi, anche sulle condizioni e sul livello delle acque, non soltanto marine, con conseguente rischio di inondazioni e altre catastrofi naturali. Né può trascurarsi il rischio della diffusione di nuove patologie, anche in relazione alla pressione che il deterioramento delle condizioni climatiche in alcune aree particolarmente disagiate del pianeta può innescare sui flussi migratori. Le analisi condotte per conto dell'UE evidenziano che, in assenza di mutamenti negli scenari internazionali, entro il 2050 l'11 per cento delle aree naturali potrebbe andare perduto.
Evidenzia pertanto come si sia in presenza di dati assai allarmanti che impongono la massima responsabilità da parte delle autorità competenti a tutti i livelli. Da questo punto di vista lo sforzo compiuto dalle istituzioni europee merita pieno apprezzamento in quanto è evidente che le dimensioni dei problemi da affrontare e l'entità delle risorse finanziarie da reperire superano largamente le capacità dei singoli Stati membri. Corrisponde, quindi, ad una coerente applicazione del criterio di sussidiarietà la previsione di iniziative che dovranno essere assunte ai diversi livelli di governo, e che in ogni caso implicano necessariamente l'adozione di iniziative proprie dell'UE.
L'UE ha già stanziato consistenti risorse, nell'ambito del quadro finanziario pluriennale, riferito al periodo 2007-2013, a favore di programmi in materia ambientale. Anche i fondi strutturali e di coesione prevedono di assegnare una parte delle risorse disponibili per la tutela dell'ambiente. È tuttavia evidente che, comunque, le risorse non sono sufficienti; d'altra parte, nei prossimi anni sarà possibile capire, sulla base degli esiti prodotti dall'avanzamento dei programmi che saranno realizzati, quali spazi di manovra si renderanno disponibili anche in relazione ai maggiori redditi prodotti dallo sviluppo di nuove iniziative produttive a minor impatto ambientale.
Ritiene poi che debba essere ascritto alla stessa UE il merito di aver sollecitato l'attenzione dell'opinione pubblica sulla necessità di intraprendere coerenti politiche di salvaguardia dell'ambiente in modo che questioni della massima importanza come la lotta ai cambiamenti climatici e la promozione dello sviluppo sostenibile non fossero relegate al confronto tra gli specialisti o tra le associazioni ambientaliste ma collocate al centro del dibattito politico. Quello dello sviluppo sostenibile è un concetto di ampia portata che investe diversi aspetti della società e della vita economica. Su alcuni fronti, come la tutela delle foreste, il contrasto al disboscamento illegale e la salvaguardia delle acque, l'UE ha già da tempo avviato politiche puntuali. In ogni caso, l'UE ha saputo dimostrare, a livello internazionale, una attenzione e un impegno che sino ad ora non hanno trovato pieno riscontro da parte dei maggiori attori internazionali. L'approvazione del pacchetto clima-energia, che si prefigge di ridurre, entro il 2020, del 20 per cento le emissioni inquinanti (e addirittura del 30 per cento qualora altri Paesi manifestassero un analogo impegno), di produrre il 20 per cento dell'energia da fonti rinnovabili e di migliorare del 20 per cento l'efficienza energetica assume, in proposito, carattere esemplare. Il risultato raggiunto è stato il frutto di un compromesso sulla base di un lavoro attento e scrupoloso in cui, opportunamente, non sono state ignorate le giuste preoccupazioni espresse dal mondo produttivo sulla sostenibilità finanziaria di una così ambiziosa conversione in chiave ecocompatibile dei nostri sistemi produttivi. In questo modo l'Europa si è collocata in una posizione di avanguardia di un processo che ha successivamente registrato le iniziative di altri fondamentali partner, a cominciare dagli Stati Uniti, in precedenza particolarmente riottosi ad affrontare il tema nei termini prospettati dall'accordo di Kyoto. Anche la Cina comincia a dimostrare una maggiore consapevolezza della necessità di impegnarsi direttamente nella transizione verso la cosiddetta «green economy». È evidente che la parziale correzione

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di rotta della Cina non dipende soltanto dallo stato allarmante delle condizioni ambientali di quel paese, a causa dell'impetuoso ritmo di crescita che è stato impresso al processo di industrializzazione che ha trasformato quel paese nella «officina del mondo».
Non meno incisiva si è rivelata la consapevolezza delle potenzialità di sviluppo che possono essere assicurate dalla conversione dei sistemi produttivi in modo da ridurne l'impatto ambientale. Proprio l'attenzione recentemente manifestata dalla Cina per il business della green economy deve indurre a ragionare con la massima attenzione su questi temi assumendo un approccio realista e concreto. Occorre evitare di definire obiettivi irrealizzabili o muoversi secondo logiche totalmente sganciate dalla realtà e dalle effettive possibilità di evoluzione. Si deve quindi partire dalla constatazione che la conversione dei nostri sistemi produttivi e delle nostre abitudini di vita (dalle tecniche costruttive nell'edilizia alle modalità di trasporto) in chiave ecocompatibile non è soltanto il prodotto della esigenza di salvaguardare lo stato dell'ambiente. Essa è, in realtà, in larga parte il prodotto della stessa evoluzione dei sistemi produttivi. Già in passato l'evoluzione dei sistemi economici ha registrato alcune fasi di passaggio contrassegnate dall'adozione di nuove tecniche e di nuove modalità di organizzazione dei processi produttivi. Questi passaggi hanno segnato vere e proprie fasi di trasformazione aprendo larghissime prospettive di crescita e di sviluppo. Oggi le forze più dinamiche e innovative del sistema produttivo si stanno attrezzando per adottare nuove tecniche di produzione a minore impatto ambientale. Alle istituzioni politiche è richiesta la capacità di cogliere questa domanda di innovazione e di promuoverne lo sviluppo.
Non si può inoltre trascurare il fatto che le economie occidentali non possono continuare a subordinare le loro prospettive di crescita alle decisioni dei paesi fornitori di combustibili. Troppo spesso i paesi fornitori si sono dimostrati poco affidabili imponendo veri e propri ricatti quanto al volume dell'energia offerta ovvero ai prezzi praticati. Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili è quindi necessario per garantire un quadro di maggiore sicurezza negli approvvigionamenti energetici e, conseguentemente, alle prospettive di crescita delle nostre economie. In questo quadro un contributo importante può essere garantito dai progressi, che l'Unione europea ha fissato nella misura del 20 per cento, ottenibili sul fronte dell'efficienza energetica, vale a dire del risparmio di energia da conseguire sia attraverso il contrasto agli sprechi sia attraverso l'adozione di nuove tecnologie a più basso consumo di energia.
Lo stesso spirito realista - osserva in conclusione - deve indurre a comparare attentamente le diverse opzioni costituite dalle fonti alternative che la tecnologia offre in termini di costi ma anche di potenziali vantaggi che ciascuna di esse può assicurare. Questo approccio è ampiamente riscontrabile nelle considerazioni del Libro bianco sull'adattamento ai cambiamenti climatici ove si afferma la necessità di un atteggiamento pragmatico, che misuri costi e benefici dell'adattamento e monitori costantemente l'impatto delle misure poste in essere e i progressi registrati.

Enrico FARINONE, presidente, segnala che sui documenti in esame la Commissione Ambiente ha avviato un ciclo di audizioni informali, cui possono naturalmente partecipare tutti i deputati interessati.
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE CONSULTIVA

Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare.
C. 2260 Governo e C. 2743, approvato dal Senato.