CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 2 ottobre 2009
227.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e XI)
COMUNICATO
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I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) e XI (Lavoro pubblico e privato)

ATTI DEL GOVERNO

Venerdì 2 ottobre 2009. - Presidenza del presidente della XI Commissione Silvano MOFFA. - Interviene il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta.

La seduta comincia alle 8.10.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni.
Atto n. 82.

(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

Le Commissioni proseguono l'esame dello schema di decreto legislativo in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 29 settembre 2009.

Silvano MOFFA, presidente, comunica preliminarmente che i relatori hanno predisposto una nuova versione della propria proposta di parere (vedi allegato 1), che reca talune limitate modifiche e integrazioni rispetto a quella presentata nella precedente seduta.
Avverte altresì che, in aggiunta alle due proposte alternative di parere presentate rispettivamente da parte del gruppo dell'Italia dei Valori e del gruppo dell'Unione di Centro (vedi Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 224, del 29 settembre 2009, pagg. 14-20), è stata depositata, nella giornata di mercoledì 30 settembre, anche una proposta alternativa di parere (vedi allegato 2) da parte del gruppo del Partito Democratico - sottoscritta dai deputati Amici, Damiano, Bordo, Bressa D'antona, Ferrari, Fontanelli, Giovanelli, Lanzillotta, Lo Moro, Minniti, Naccarato, Piccolo, Pollastrini, Maurizio Turco, Vassallo, Zaccaria, Bellanova, Berretta, Bobba, Boccuzzi, Codurelli, Gatti, Gnecchi, Letta, Madia, Mattesini, Miglioli, Mosca, Rampi, Santagata e Schirru - che è stata già portata a conoscenza dei componenti delle Commissioni riunite.

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Giorgio Clelio STRACQUADANIO (PdL), relatore per la I Commissione, illustra sinteticamente - anche a nome del relatore per la XI Commissione - le modifiche apportate alla proposta di parere inizialmente presentata: esse si riferiscono all'articolo 13, rispetto al quale si segnala l'opportunità di prevedere che il dirigente di vertice della struttura operativa della Commissione ivi prevista sia qualificato come «segretario generale», anziché «direttore generale»; e all'articolo 24, rispetto al quale si segnala la necessità di specificare che il nuovo sistema di progressione verticale di carriera ivi previsto si applica dalla data di entrata in vigore della riforma e non con i contratti collettivi successivi.
Nel ringraziare, quindi, i firmatari delle proposte di parere presentate dai gruppi di opposizione, fa presente che, considerato che queste ultime sono radicalmente alternative rispetto all'impianto generale dello stesso schema di decreto legislativo proposto dal Governo, non è stato possibile ricavarne spunti per migliorare la proposta di parere dei relatori, nel rispetto dei limiti che questi avevano preannunciato nella precedente seduta.

Mario TASSONE (UdC), pur ringraziando i relatori per l'impegno prestato nel corso dei lavori delle Commissioni riunite, dichiara di non potersi esimere dall'esprimere un profondo rammarico per la brevità delle parole dedicate dal relatore per la I Commissione alle proposte di parere alternative, rilevando che sarebbe stato bene - anche per evitare che la presentazione di proposte alternative divenga, di norma, un mero «esercizio di stile» - che fossero puntualmente chiarite le ragioni per le quali non si è ritenuto di poter accogliere nessuna osservazione dei gruppi di opposizione.
Illustra, quindi, la proposta di parere alternativa presentata dal suo gruppo, la quale nasce, non da una volontà pregiudizialmente contraria alla riforma delineata dal Ministro Brunetta, ma da forti e fondate perplessità in merito a taluni punti chiave del provvedimento: in particolare, al sistema di valutazione, che giudica oltremodo farraginoso e complesso, e alla dirigenza, che non viene valorizzata adeguatamente, quando essa, invece, rappresenta il fulcro centrale della pubblica amministrazione italiana. Quanto alla stessa dirigenza, peraltro, osserva che sarebbe stata necessaria una delimitazione più chiara dei ruoli della politica rispetto a quelli dell'amministrazione, anche nel senso di porre un freno alla pratica del conferimento di incarichi dirigenziali a soggetti esterni alle amministrazioni pubbliche.
Rileva, inoltre, che un ulteriore difetto del provvedimento è il suo essere impostato su una prospettiva parziale, in quanto concepito pensando al modello dell'amministrazione centrale dello Stato e senza tenere conto delle specificità delle amministrazioni locali. Al riguardo, infatti, da più parti sono state sollevate perplessità di merito, che invocano una maggiore flessibilità del sistema e una sua migliore adattabilità alle diverse realtà amministrative esistenti nel Paese.
Per le ragioni esposte, dichiara che il suo gruppo non potrà che votare contro la nuova versione della proposta di parere dei relatori.

Sesa AMICI (PD), espresso un apprezzamento per il lavoro svolto dai relatori, che ha portato ad una proposta di parere molto approfondita e articolata, la quale tiene in parte conto anche di talune osservazioni formulate dalla sua parte politica, dichiara che permane, tuttavia, da parte del suo gruppo, una valutazione complessivamente contraria rispetto al provvedimento ed alla nuova versione della proposta di parere depositata dagli stessi relatori.
Evidenzia in particolare due punti deboli, che giudica fondamentali per la maturazione di un giudizio negativo: da una parte, vi sono forti perplessità in relazione alla disciplina delle pubbliche amministrazioni territoriali ed al ruolo delle regioni in generale; dall'altra, permangono dubbi sul piano del rapporto tra legge e contratto, che è stato clamorosamente sbilanciato

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a favore della legge, il che determinerà, a suo parere, ripercussioni in termini di minore efficienza della pubblica amministrazione.
Ritiene, inoltre, che non possa essere condivisa la parte dello schema di decreto relativa alla dirigenza, che è impostata sull'idea che il dirigente debba essere il controllore dei dipendenti e fa, quindi, leva su un modello di rapporto tra dirigenti e subordinati di tipo conflittuale, anziché collaborativo. Considera poi una grave lesione delle prerogative sindacali l'aver previsto, su questioni essenziali, una mera informativa ai sindacati in luogo della loro partecipazione alle decisioni. In molti punti, inoltre, il provvedimento eccede rispetto ai limiti fissati dalla legge di delegazione.
Fa notare, infine, che i relatori hanno deciso di accogliere, nella propria proposta di parere, pressoché tutti i rilievi formulati dal gruppo Lega Nord Padania, che - pur essendo in alcuni casi condivisibili (come, ad esempio, in ordine alla specificità delle autonomie territoriali) - altre volte appaiono, invece, di dubbia costituzionalità, come quello relativo alla possibilità di tenere conto, nei concorsi pubblici, del criterio della residenza dei candidati.
In conclusione, dichiara che, considerato che nel complesso le principali osservazioni svolte dalla sua parte politica non sono state accolte, il suo gruppo - pur avendo informalmente ipotizzato una teorica disponibilità al riguardo - non chiederà la votazione del testo per parti separate, preannunciando, quindi, il proprio voto contrario sull'intera nuova versione della proposta di parere dei relatori.

Giovanni PALADINI (IdV) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla nuova versione della proposta di parere dei relatori, osservando che - al termine di un dibattito lungo e complesso - si confermano tutti i rilievi critici sostanziali connessi ad una mancata corrispondenza del provvedimento in esame rispetto ai criteri e principi direttivi della legge n. 15 del 2009. Nel rilevare, pertanto, che la valutazione negativa rispetto allo schema di decreto in esame è legata principalmente all'evidente superamento - da parte di tale schema - dei limiti della delega legislativa conferita dal Parlamento, si rimette, per quanto concerne i profili di merito, alla richiamata proposta alternativa di parere presentata nella precedente seduta.

Giuliano CAZZOLA (PdL) manifesta profonda soddisfazione per il risultato raggiunto con il provvedimento in esame, dando atto al Governo e alla maggioranza di aver intrapreso un percorso di riforma importante e di aver centrato, in breve tempo, obiettivi sostanziali che non possono certo essere ricondotti esclusivamente alle capacità di comunicazione del Ministro, come alcuni esponenti dei gruppi di opposizione hanno cercato di far credere. Rivolgendosi alla rappresentante del gruppo del Partito Democratico, del quale, peraltro, dichiara di avere apprezzato la linea di condotta tenuta durante l'intero arco del dibattito, fa notare che il provvedimento in esame recherà indiscutibili benefici al Paese e agli stessi dipendenti pubblici onesti e diligenti, che chiedono da anni di essere messi nelle condizioni di svolgere con correttezza le loro attività, al servizio della collettività.
Osserva, inoltre, che il provvedimento segue un percorso già tracciato nella passata legislatura, dal momento che esso riprende gran parte delle linee direttrici fissate dall'allora Ministro Padoa Schioppa nel suo «Libro verde», che è rimasto in gran parte disatteso: spetterà, dunque, all'attuale maggioranza portare avanti tali propositi di riforma della pubblica amministrazione, «issando» nuovamente quella «bandiera riformatrice» che, a suo avviso, è stato troppo presto ammainata e «gettata nel fango» dai gruppi di opposizione.
Nel ringraziare i relatori e tutti i componenti delle Commissioni riunite per il lavoro svolto, osserva che dall'ampio e costruttivo dibattito parlamentare sul provvedimento - sviluppatosi anche attraverso lo svolgimento di varie audizioni informali - sono emerse numerose indicazioni da parte del Parlamento, di cui si

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dichiara certo che il Governo terrà conto in vista del miglioramento del testo in esame (così come è già avvenuto per le proposte di modifica presentate dalle autonomie locali in sede di Conferenza unificata, quasi tutte recepite nel testo): il pieno svolgimento del proprio ruolo da parte delle Commissioni ha così consentito di rendere lo schema di decreto legislativo più aderente ai principi e ai criteri direttivi della delega. Osserva, tuttavia, che rimane aperta la questione, da lui prospettata nel corso del dibattito, delle ricadute previdenziali che un aumento delle voci variabili delle retribuzioni potrebbe comportare per talune categorie di dipendenti pubblici e di dirigenti con una certa anzianità di servizio, in vista del calcolo del trattamento pensionistico e della cosiddetta «indennità di buonuscita», problematica per la quale auspica si possa trovare in tempi brevi una adeguata soluzione.
In conclusione, pur osservando che non tutti i problemi possono considerarsi risolti alla luce del provvedimento in esame, che rappresenta solo l'inizio di un lungo cammino di riforma, fa notare che un primo positivo passo in avanti in tale campo è stato compiuto; pertanto, a nome del suo gruppo, preannuncia il voto favorevole sulla nuova versione della proposta di parere formulata dai relatori.

Giulio SANTAGATA (PD), intervenendo per una precisazione, dichiara che riterrebbe non molto felice l'inizio del percorso di riforma dell'attuale maggioranza sul terreno della pubblica amministrazione, se rispondesse al vero quanto scritto ieri, su un importante organo di stampa, dal deputato Cazzola, secondo cui vi sarebbe uno stretto legame tra le disposizioni sullo «scudo fiscale» contenute nel provvedimento cosiddetto «anti-crisi» - in queste ore in corso di esame alla Camera dei deputati - e il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. Se questo fosse realmente il proposito riformatore del Governo e della sua maggioranza, a suo avviso, sarebbero quanto meno fuori luogo le polemiche considerazioni testé svolte dallo stesso deputato Cazzola, che ha voluto attribuire alla maggioranza il merito di aver ottenuto risultati in un campo - quello della riforma della pubblica amministrazione - in cui una presunta «opposizione rinunciataria» avrebbe, invece, fallito in passato.

Manuela DAL LAGO (LNP) esprime preliminarmente un sentito apprezzamento per l'operato del Ministro Brunetta, che ha deciso di intraprendere, sin dall'inizio della legislatura, una strada impervia: fa notare, infatti, che di riforma della pubblica amministrazione si parla da anni, ma poco di concreto è stato fatto e i nodi principali restano ancora da sciogliere. Si dichiara, pertanto, convinta che la riforma in esame sia l'inizio di un cammino che - se percorso fino in fondo - porterà ad una maggiore efficienza della pubblica amministrazione.
Ringrazia, quindi, i relatori per aver tenuto conto, nella proposta di parere, di molti dei rilievi formulati dalla sua parte politica, dimostrando così un'ampia disponibilità al confronto di merito; enumera, al riguardo, i diversi profili toccati dalla proposta medesima, con particolare riferimento alle problematiche relative al rafforzamento dell'autonomia e della funzionalità di regioni ed enti locali, nonché all'esigenza di introdurre criteri territoriali in determinate tipologie di concorsi pubblici.
Dichiara, per questi motivi, il voto favorevole del suo gruppo sulla nuova versione della proposta di parere predisposta dai relatori, esprimendo l'auspicio che il percorso di riforma possa proseguire lungo la proficua strada intrapresa.

Silvano MOFFA, presidente, nel rivolgere un sentito ringraziamento, anche a nome del presidente della I Commissione, a tutti i deputati dei gruppi di maggioranza e di opposizione che hanno contribuito, con il loro apporto, al miglioramento di un provvedimento di riforma molto atteso dall'opinione pubblica, fa notare che le osservazioni contenute nella nuova versione della proposta di parere

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formulata dai relatori sono il frutto di un meditata ed attenta analisi dei rilievi sollevati nel corso del dibattito, nonché delle importanti considerazioni svolte dai soggetti auditi. Ritiene, pertanto, che lo stesso Ministro Brunetta, che ha partecipato personalmente a gran parte della discussione parlamentare, possa così testimoniare il fondamentale ruolo svolto dal Parlamento e dalle Commissioni riunite, che, grazie anche ad una proficua dialettica con altri soggetti istituzionali, dimostrano di saper essere sempre decisivi nell'ambito delle scelte assunte all'interno del procedimento legislativo.
Preso atto, quindi, che non vi sono ulteriori richieste di intervento, avverte che sarà ora posta in votazione la nuova versione della proposta di parere dei relatori, ricordando che - in caso di eventuale approvazione della stessa - risulteranno conseguentemente precluse le proposte alternative di parere presentate dai gruppi dell'Italia dei Valori, dell'Unione di Centro e del Partito Democratico.

Le Commissioni approvano, quindi, la nuova versione della proposta di parere dei relatori, risultando conseguentemente precluse le proposte alternative di parere presentate.

Il Ministro Renato BRUNETTA, intervenendo per un ringraziamento conclusivo nei confronti delle Commissioni riunite, esprime la propria soddisfazione per l'avvenuta approvazione del parere ed intende riconoscere - in modo non formale - la validità del lavoro svolto dal Parlamento, secondo un metodo che ha coinvolto tutti i soggetti istituzionalmente interessati, incluso il sistema delle autonomie locali. Preannuncia, quindi, l'intenzione di assumere un preciso impegno politico nei confronti delle stesse Commissioni riunite, nel senso di garantire un costante aggiornamento del Parlamento, che potrebbe avere una cadenza semestrale, sul monitoraggio e sulla concreta implementazione del provvedimento in esame, anche in vista di possibili modifiche e integrazioni che l'attuazione delle nuove disposizioni dovesse richiedere, mediante l'adozione di successivi decreti correttivi.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto delle dichiarazioni rese dal Ministro, auspica che il Governo possa coerentemente rispettare gli impegni testé assunti nei confronti del Parlamento.

La seduta termina alle 8.45.