CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 settembre 2009
218.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 16 settembre 2009. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Daniele Molgora.

La seduta comincia alle 14.20.

Gianfranco CONTE, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-01752 Fluvi e Vico: Irregolarità nello svolgimento dell'attività di riscossione di entrate comunali da parte della Società Tributi Italia.

Ludovico VICO (PD) rinuncia ad illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario.

Il Sottosegretario Daniele MOLGORA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Ludovico VICO (PD), considera importanti le informazioni contenute nella risposta

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fornita dal Sottosegretario rispetto alle iniziative assunte finora in merito alla problematica affrontata dall'interrogazione, rilevando tuttavia come la mancanza di un'indicazione precisa circa il termine entro il quale saranno assunte determinazioni definitive per risolvere la questione sollevi talune perplessità. Auspica quindi che la tematica segnalata possa trovare soluzione quanto prima e che non sia necessario presentare un ulteriore atto di sindacato ispettivo in materia.
Ritiene inoltre che la risposta risulti incompleta, in quanto il Governo non ha fornito dati circa le somme già versate ad alcuni comuni creditori della Società Tributi Italia, che chiede possano essere resi disponibili.
Nel sottolineare come molti comuni versino in una condizione di grave difficoltà finanziaria a causa degli inadempimenti della Società Tributi Italia, ritiene che la Commissione responsabile della tenuta dell'albo per l'accertamento e riscossione delle entrate degli enti locali, di cui all'articolo 53, comma 2, del decreto legislativo n. 446 del 1997, richiamata nella risposta, non abbia competenza a concludere atti transattivi con la Società relativamente alle somme dovute ai Comuni, considerando invece fondamentale assicurare il pieno rispetto della normativa, disponendo provvedimenti incisivi ed esemplari per garantire la corresponsione delle somme dovute agli enti locali, qualora entro un paio di mesi la predetta Società non provvedesse spontaneamente ai relativi versamenti.

Gianfranco CONTE, presidente, evidenzia la notevole rilevanza della questione affrontata dall'interrogazione, che investe un numero piuttosto alto di comuni italiani; ritiene, quindi, che, qualora non si giungesse in tempi brevi alla soluzione di tale problematica, sarebbe opportuno ritornare sulla tematica attraverso la presentazione di un ulteriore atto di sindacato ispettivo, anche per conoscere in dettaglio lo stato dei versamenti effettuati dai singoli comuni e delle somme ancora dovute dalla Società Tributi Italia.

5-01753 Conte: Esclusione delle società cooperative dall'ambito di applicazione della normativa di attuazione della direttiva 2007/36/CE, in materia di diritti degli azionisti di società quotate.

Gianfranco CONTE (PdL) rinuncia ad illustrare la propria interrogazione.

Il Sottosegretario Daniele MOLGORA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Gianfranco CONTE (PdL), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta, rilevando come l'esclusione delle società cooperative dall'ambito di applicazione della disciplina di recepimento della direttiva 2007/36/CE sia esplicitamente prevista dall'articolo 31 della legge n. 88 del 2009, che ha conferito delega al Governo per il recepimento della direttiva stessa. Considera pertanto singolare che, nella bozza di schema di decreto legislativo posta in consultazione dal Ministero dell'economia, non sia prevista un'esplicita esclusione delle società cooperative dalle norme contenute nel provvedimento, e si chieda invece ai soggetti interpellati se concordino o meno con la decisione assunta dal Parlamento relativamente alla predetta esclusione delle società cooperative. Rileva infatti come, in forza del dettato dell'articolo 76 della Costituzione, il Governo sia tenuto, nell'esercizio del potere legislativo delegato, ad attenersi pienamente alle indicazioni della norma di delega. Ogni diversa soluzione sarebbe evidentemente inaccettabile per il Parlamento, anche in quanto determinerebbe un evidente vizio di legittimità costituzionale.
Auspica quindi che, in sede di predisposizione dello schema di decreto legislativo che sarà trasmesso alle Camere per l'acquisizione dei prescritti pareri parlamentari, il Governo intenda rimediare a tale mancanza.

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5-01754 Milo e Zeller: Traduzione in lingua tedesca di modulistica fiscale relativa agli enti associativi di natura privatistica.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) rinuncia ad illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario.

Il Sottosegretario Daniele MOLGORA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta, auspicando che la versione in lingua tedesca della modulistica fiscale richiamata nell'interrogazione sia disponibile in tempi brevi, al fine di assicurare il pieno e corretto adempimento degli obblighi tributari da parte dei contribuenti interessati.

Gianfranco CONTE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.40.

AUDIZIONI

Mercoledì 16 settembre 2009. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE, indi del vicepresidente Cosimo VENTUCCI.

La seduta comincia alle 14.40.

Audizione del Presidente della Consob, Lamberto Cardia, nell'ambito dell'esame della Comunicazione della Commissione europea sulla vigilanza finanziaria europea.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione).

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta, è assicurata, oltre che mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso l'attivazione della trasmissione televisiva tramite il canale satellitare della Camera dei deputati.
Introduce quindi l'audizione.

Lamberto CARDIA, Presidente della Consob, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Maurizio BERNARDO (PdL), Manlio CONTENTO (PdL), Alberto FLUVI (PD), Francesco BARBATO (IdV), Ivano STRIZZOLO (PD), Alessandro PAGANO (PdL), Cosimo VENTUCCI (PdL), Ignazio MESSINA (IdV) e Gianfranco CONTE, presidente, ai quali risponde Lamberto CARDIA Presidente della Consob.

Cosimo VENTUCCI, presidente, ringrazia il Presidente Cardia per il suo intervento e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16.35.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Mercoledì 16 settembre 2009. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE.

La seduta comincia alle 16.35.

Su una lettera del Vicepresidente della Commissione europea Margot Wallström relativa al documento finale approvato dalla Commissione Finanze concernente la proposta di direttiva in materia di aliquote ridotte dell'IVA.

Gianfranco CONTE, presidente, informa che il Presidente della Camera ha trasmesso una lettera del Vicepresidente della Commissione europea Margot Wallström, contenente i commenti della Commissione europea relativi al documento finale approvato dalla Commissione Finanze il 6

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maggio 2009 (Doc. XVIII, n. 11), concernente la proposta di direttiva recante modifica della direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda le aliquote ridotte dell'imposta sul valore aggiunto (COM(2008)428 definitivo).
La risposta della Commissione europea si inserisce nell'ambito del cosiddetto «dialogo politico» diretto tra la stessa Commissione e i parlamenti nazionali, avviato dal settembre 2006, in base al quale la Commissione trasmette i propri progetti di atti normativi, nonché i documenti di consultazione e strategia direttamente ai Parlamenti nazionali, impegnandosi a tenere in considerazione le osservazioni che questi ultimi le trasmettono, replicando in un termine ragionevole.
A tale riguardo sottolinea innanzitutto l'importanza di tale dialogo, il quale consente una più stretta interlocuzione tra gli organismi parlamentari e quelli comunitari in relazione alla cosiddetta «fase ascendente» del processo di produzione degli atti legislativi dell'Unione europea, al fine di incidere più efficacemente sulla definizione della disciplina comunitaria. Come è noto, infatti, gli ambiti materiali attribuiti alla competenza normativa degli organismi europei risultano sempre più ampi ed incisivi, richiedendo ai legislatori nazionali di sviluppare la capacità di partecipare attivamente a tali processi, al fine di evitare una progressiva marginalizzazione sotto questo profilo dei parlamenti nazionali.
Per altro verso, questo dialogo è di estrema utilità per le stesse istituzioni europee, che possono acquisire importanti elementi di valutazione sugli orientamenti politici nei vari Stati membri, evitando - come spesso avvenuto in passato - di assumere decisioni inadeguate rispetto alla complessità della realtà economiche, giuridiche e sociali nazionali su cui impattano.
In tale contesto ritiene dunque particolarmente importante che la Commissione Finanze sia stata in grado di esprimere la propria posizione su una tematica tecnicamente e politicamente assai delicata: quella relativa alla disciplina delle aliquote IVA ridotte, aprendo in tal modo per la prima volta un dialogo con la Commissione europea.
Nonostante tale aspetto positivo, reputa che il ruolo delle Commissioni parlamentari rispetto alla formazione della legislazione comunitaria non sia stato ancora sviluppato adeguatamente, e che risulti conseguentemente ancora molto limitata la capacità del Parlamento italiano di contribuire ad orientare concretamente le scelte normative.
In questa prospettiva considera dunque importante proseguire ed intensificare l'utilizzo di tutti gli strumenti che il Regolamento e la prassi pongono a disposizione delle Commissioni parlamentari in questo campo, nonché individuarne di nuovi, più efficaci, in armonia con i contenuti del Trattato di Lisbona, che attribuisce poteri di intervento diretto dei Parlamenti nazionali nei processi decisionali dell'Unione europea. In tale ambito occorre inoltre, a suo giudizio, chiarire meglio quale sia l'interlocutore dei Parlamenti nazionali in questo campo: i rispettivi Governi nazionali, la Commissione europea, o il Parlamento europeo.
Tali sforzi devono essere orientati al fine di incrementare la consapevolezza della classe politica e dell'opinione pubblica circa l'importanza della funzione legislativa dell'Unione europea, nell'ottica di un miglior funzionamento delle istituzioni della stessa Unione, di un più elevato livello di legittimazione politica democratica delle scelte comunitarie, di una più pronta risposta alle aspettative dei cittadini, nonché di una più attenta tutela degli interessi del Paese.
Passando al merito della risposta della Commissione europea, occorre rilevare in primo luogo come essa - al di là della formulazione prudente - concordi con la valutazione formulata dalla Commissione Finanze: le difficoltà nel giungere ad un accordo tra gli Stati membri sulla questione delle aliquote IVA ridotte, hanno prodotto un compromesso al ribasso tra i divergenti interessi degli Stati stessi, il quale impedisce un complessivo riordino della disciplina in materia.

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Sussiste pertanto il rischio che tale compromesso, proprio perché frutto di complesse mediazioni, risulti alla lunga insoddisfacente e paradossale, in quanto non elimina, per un verso, gli aspetti illogici o discriminatori della normativa in materia e non consente, per altro verso, di estendere il regime IVA più favorevole a settori particolarmente bisognosi di sostegno nell'attuale fase di recessione economica.
Un secondo punto rilevante del documento trasmesso concerne le ragioni che hanno indotto alcuni Stati membri ad opporsi alla proposta originaria della Commissione europea e ad accettare soltanto un accordo che pone a regime le aliquote per i servizi ad alta intensità di manodopera che già ne beneficiavano in via sperimentale.
Al riguardo la Commissione europea ricorda che diversi Stati membri non ritengono le aliquote ridotte uno strumento adeguato per promuovere crescita e occupazione e si oppongono quindi ad un qualsiasi incremento delle categorie di beni e servizi che ne beneficiano. Si tratta in particolare di 8 Stati membri, tra cui la Germania, l'Austria, la Repubblica ceca, e alcuni Paesi scandinavi e baltici.
Naturalmente, sull'esito del negoziato e su ogni trattativa futura ha pesato soprattutto la posizione tedesca, fondata su due argomentazioni:
la difficoltà per il Governo tedesco - che ha parzialmente ripianato i conti pubblici aumentando l'aliquota IVA dal 16 per cento al 19 per cento - ad accettare ulteriori casi di riduzione dell'aliquota;
l'assenza di elementi che comprovino economicamente il beneficio delle aliquote ridotte per le piccole e medie imprese e il sistema produttivo in generale.

Un terzo aspetto messo in rilievo dalla Commissione europea attiene all'intenzione della Commissione stessa di non presentare a breve nuove proposte legislative in materia di aliquote ridotte, alla luce dell'atteggiamento sopra richiamato di quegli Stati membri contrari al ricorso alle riduzioni di aliquota come leva economica. A questo riguardo la Commissione precisa di essere essa stessa poco favorevole ad incrementare i beni e servizi che possono beneficare di aliquote ridotte.
Un ultimo elemento, di carattere più generale, sotteso alla risposta della Commissione europea, concerne la difficoltà di legiferare a livello europeo nel settore della politica fiscale, difficoltà evidentemente legata alla regola dell'unanimità per tutte le decisioni dell'UE in materia fiscale, che purtroppo anche il Trattato di Lisbona manterrà inalterata.
La difficoltà a raggiungere un consenso ampio tra gli Stati membri non si riscontra del resto solo con riferimento alla specifica tematica in oggetto, ma si estende a molte questioni tributarie, come ampiamente testimoniato dalle radicali divergenze di opinione rispetto ai problemi dell'armonizzazione dei sistemi tributari o a quello della fiscalità ambientale.
L'unanimità in materia fiscale costituisce dunque uno degli ostacoli principali al completamento del mercato unico europeo, nonché, soprattutto, alla definizione di una linea di politica economica più omogenea all'interno dell'Unione europea, che permetta di rispondere in termini più coordinati ed efficaci alle sfide poste dalla crisi economica globale.
Ritiene quindi che le considerazioni svolte dalla Commissione europea rendano evidente l'esigenza di spiegare meglio la posizione della Camera e del Governo italiano alle Istituzioni europee e agli Stati membri contrari all'estensione delle aliquote ridotte, primo tra tutti la Germania.
Occorre infatti ribadire come l'Italia non chieda una moltiplicazione delle aliquote ridotte, ma una razionalizzazione complessiva della disciplina attuale che, eliminando deroghe ed esenzioni a favore di specifici Stati membri, conduca alla definizione di un elenco ristretto di beni e servizi assoggettabili ad aliquota ridotta, valido per tutti.

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Nell'esperienza italiana - ma anche di altri Paesi come la Spagna o la Grecia - il ricorso ad aliquote ridotte si è infatti rivelato benefico non soltanto in termini di crescita economica, ma anche di emersione di economia sommersa.
Si tratta di aspetti che non possono essere ignorati a livello europeo.
Pone quindi a disposizione della Commissione il testo trasmesso, ai fini di ogni eventuale ed ulteriore valutazione in merito, riservandosi altresì, appunto al fine di approfondire ulteriormente tali questioni e di favorire una migliore conoscenza delle posizioni reciproche, di proporre l'avvio di contatti con gli organismi competenti delle Istituzioni europee e con la competente Commissione del Bundestag, ai fini di possibili incontri in merito.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle 16.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 16 settembre 2009.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.45 alle 16.55.