CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 luglio 2009
211.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per le questioni regionali
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 28 luglio 2009. - Presidenza del presidente Davide CAPARINI.

La seduta comincia alle 14.10.

Aggregazione dei comuni di Lentate sul Seveso, Busnago, Caponago, Cornate d'Adda e Roncello alla provincia di Monza e della Brianza e disposizioni conseguenti.
Emendamento al testo C. 2258.

(Parere alla I Commissione della Camera).
(Esame e conclusione - Parere favorevole su emendamento).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Davide CAPARINI (LNP), presidente e relatore, illustra l'emendamento 1.1 del relatore approvato in linea di principio dalla I Commissione della Camera nel corso dell'esame in sede legislativa del progetto di legge C. 2258. Ricorda che la Commissione si è pronunciata con un parere favorevole sul testo del progetto di legge C. 2258 nel corso dell'esame in sede referente presso la I Commissione della Camera.
Evidenzia che tale proposta di legge dispone il distacco di cinque comuni della Lombardia dalla provincia di Milano e la loro aggregazione alla provincia di Monza e della Brianza: si tratta dei comuni di Busnago, Caponago, Cornate d'Adda, Lentate sul Seveso e Roncello. Tale effetto giuridico è perseguito dal progetto di legge attraverso una novella alla legge 11 giugno 2004, n. 146, che ha disposto e disciplinato l'istituzione della provincia di Monza e della Brianza. In particolare, il comma 1 dell'unico articolo della proposta C. 2258 inserisce i cinque comuni suindicati nell'articolo 1,

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comma 2, della legge n. 146 del 2004, dove sono elencati i comuni costituenti la circoscrizione territoriale della provincia di Monza e della Brianza. Fa presente poi che la proposta C. 2258 prevede un rinvio alla disciplina recata in via generale dalla legge n. 146 del 2004 per quanto riguarda i trasferimenti di risorse tra la provincia di Milano e quella di Monza e della Brianza, conseguenti al passaggio dei cinque comuni dall'una all'altra provincia. Ai sensi dell'articolo 2 di detta legge, «la provincia di Milano procede alla ricognizione della propria dotazione organica di personale e delibera lo stato di consistenza del proprio patrimonio ai fini delle conseguenti ripartizioni, da effettuare con apposite deliberazioni della giunta provinciale, in proporzione sia al territorio sia alla popolazione trasferiti alla nuova provincia». Tali adempimenti sono effettuati dalla giunta previo concerto con il commissario nominato dal ministro dell'interno al fine di curare ogni adempimento connesso all'istituzione della nuova provincia, sino all'insediamento degli organi elettivi. I sindaci dei comuni di cui all'articolo 1, comma 2, possono costituire un'assemblea, che può a sua volta delegare un coordinatore a partecipare, con funzioni consultive, alle attività del commissario.
Evidenzia poi che nel corso dell'esame in sede legislativa del testo della proposta di legge sopra riportato è stato approvato in linea di principio l'emendamento 1.1 del relatore che dispone il distacco dei comuni citati dalla provincia di Milano e la loro aggregazione alla provincia di Monza e della Brianza, con una disposizione autonoma e non più quindi con una novella alla legge n. 146 del 2004. In conseguenza l'emendamento introduce un ulteriore articolo relativo agli adempimenti amministrativi necessari per l'aggregazione (nomina commissario, rideterminazione delle tabelle delle circoscrizioni dei collegi elettorali delle province di Milano e di Monza e della Brianza).
Precisa che l'emendamento citato non presenta profili critici in relazione alle competenze della Commissione, considerato che - come evidenziato nel precedente parere - la materia afferisce alla competenza legislativa statale ai sensi dell'articolo 133 Cost. , secondo il quale il mutamento delle circoscrizioni provinciali, come pure l'istituzione di nuove province nell'ambito della stessa regione è stabilito con legge della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione.
Propone pertanto di formulare un parere favorevole (vedi allegato 1).

Il deputato Mario PEPE (PD), nel richiamare la dichiarazione di voto formulata dal suo gruppo nel corso dell'esame in sede consultiva del testo della proposta di legge C. 2258, preannuncia il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore in ordine all'emendamento 1.1 del relatore approvato in linea di principio dalla I Commissione della Camera nel corso dell'esame in sede legislativa.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008.
C. 2632 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009.
C. 2633 Governo, approvato dal Senato.

(Pareri alla V Commissione della Camera).
(Esame congiunto e conclusione - Pareri favorevoli).

La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti in oggetto.

Il senatore Gianvittore VACCARI (LNP), relatore, riferisce sui provvedimenti in titolo, per i quali è previsto un esame preliminare congiunto.
Con riferimento al disegno di legge recante il rendiconto, premette che esso è lo strumento con cui il Governo adempie all'obbligo costituzionale (articolo 81, 1o co., Cost.)

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di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria annuale relativa alle amministrazioni dello Stato e di alcune amministrazioni autonome.
Fa notare che una novità del disegno di legge di rendiconto per l'esercizio finanziario 2008 è rappresentata dalla presentazione delle voci di spesa secondo la nuova struttura funzionale di classificazione del bilancio, articolata in 34 Missioni e 167 Programmi, volta a garantire una maggiore leggibilità delle risorse di bilancio ed una più efficace allocazione delle stesse. I conti consuntivi riferiti alle spese di ciascun Ministero sono esposti secondo la nuova classificazione suddivisa per macroaggregati (le nuove UPB), a loro volta articolati, nell'ambito di ciascun centro di responsabilità amministrativa, in capitoli che riportano gli stanziamenti di competenza, di cassa, nonché i residui. Il conto consuntivo delle Amministrazioni dello Stato viene corredato dalla stesura di nuove note preliminari per l'illustrazione dei risultati conseguiti dai Ministeri in relazione agli indirizzi di governo, mediante specifici indicatori. Per ciascuna unità previsionale di base i risultati vengono quindi esposti secondo: la gestione di competenza, che evidenzia l'entità complessiva degli accertamenti di entrata e degli impegni di spesa; la gestione di cassa, che riporta, per la parte di entrata, le somme incassate e, per la parte di spesa, i pagamenti compiuti dalle amministrazioni statali;l a gestione dei residui, che registra le operazioni di incasso e di pagamento effettuate in relazione ai residui (rispettivamente, attivi e passivi) risultanti dagli esercizi precedenti.
Passando ad illustrare il contenuto del Rendiconto per l'anno 2009, rileva che l'articolo 1 dispone l'approvazione di tale documento contabile. li articoli 2, 3 e 4 stabiliscono, rispettivamente, i risultati delle entrate (con accertamenti per oltre 720.236 milioni di euro), delle spese (con impegni di oltre 720.544 milioni) e della gestione di competenza, come differenza tra i predetti risultati, che è pertanto pari ad un disavanzo di circa 308 milioni di euro.
Rispetto al 2007, l'entità degli accertamenti di entrata (entrate finali), non comprensivi delle entrate per accensione di prestiti, pari a 497.746 mln, fa registrare un'evoluzione lievemente negativa (-0,4 per cento, 1.925 milioni in meno), riconducibile principalmente alla diminuzione della voce delle entrate per alienazioni, ammortamenti e riscossione crediti (-3.939 milioni) per effetto del pressoché totale azzeramento degli accertamenti connessi alla vendita di beni ed affrancazione di canoni. Tale diminuzione non è compensata dall'incremento delle entrate tributarie (+0,4 per cento, pari a circa 1.997 milioni), che ha mostrato una dinamica più moderata rispetto agli incrementi delle riscossioni nel 2007. Le entrate extratributarie si presentano sostanzialmente stabili. L'entità delle entrate finali a consuntivo nel 2008 è comunque risultata superiore sia alle previsioni iniziali, sia a quelle definitive.
Le entrate complessive sono cresciute del 5,5 per cento rispetto al 2007, principalmente per effetto - come indicato nella relazione illustrativa al disegno di legge in esame - dell'aumento della voce relativa all'accensione prestiti (+39.742 milioni), cioè dell'indebitamento a medio e lungo termine.
Gli impegni di spesa non comprensivi del rimborso prestiti assunti nel 2008 (spese finali), ammontano a 535.737 mln di euro, con una espansione del 9,3 per cento rispetto all'anno precedente, dovuta all'aumento sia delle spese correnti (+8,1 per cento, pari a 35.496 milioni) sia di quelle in conto capitale (+18,6 per cento, pari a 9.895 milioni). Dall'analisi delle spese finali per competenza, suddivise per missioni, emerge che la missione 3 «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali» (in larga parte composta da trasferimenti agli enti territoriali) rappresenta oltre 1/4 del bilancio considerato, seguita dalla missione 25 «Politiche previdenziali» (14,8 per cento) e dalla 29 «Politiche economico-finanziarie e di bilancio»

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(13,7 per cento). Significativa è altresì la voce relativa alla missione 22 «Istruzione scolastica» (10,3 per cento).
L'articolo 5 del disegno di legge in esame espone la situazione finanziaria del conto del Tesoro ed il conto dei residui attivi e passivi derivanti dall'esercizio 2007. L'articolo 6 reca l'approvazione dell'allegato previsto dall'articolo 9 della legge n. 468/1978, contenente l'elenco dei decreti del Ministro dell'economia e delle finanze (MEF), con i quali sono stati effettuati, nel corso dell'esercizio 2007, i prelevamenti dal «Fondo di riserva per le spese impreviste». Per ciascun decreto di prelevamento, l'allegato indica altresì le spese per le quali sono state utilizzate le somme prelevate, specificando l'amministrazione e l'UPB del prelievo.
L'articolo 8 espone la situazione, al 31 dicembre 2008, del patrimonio dello Stato (conto generale del patrimonio), da cui risultano attività per un totale di circa 0,619 miliardi di euro e passività per un totale di 2.123 miliardi, da cui deriva un'eccedenza passiva pari a 1.504 miliardi (circa il 2 per cento in più rispetto al 2007).
Gli articoli da 9 a 18 espongono i dati relativi ai conti consuntivi delle aziende e amministrazioni autonome (Istituto agronomico per l'Oltremare, Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, Archivi notarili, Fondo edifici di culto), indicando per ciascuna il totale delle entrate e il totale delle spese.
Quanto poi al disegno di legge di assestamento del bilancio per l'esercizio 2009, osserva che esso riflette la struttura del bilancio dello Stato, organizzato in missioni e programmi, adottata a partire dalla legge di bilancio per il 2008. L'articolo 1 del disegno di legge di assestamento dispone l'approvazione delle variazioni alle previsioni del bilancio dello Stato per il 2009 (approvato con la legge n. 204/2008), indicate nelle annesse tabelle. Le tabelle si riferiscono allo stato di previsione dell'entrata, agli stati di previsione della spesa dei Ministeri e ai bilanci delle Amministrazioni autonome. In allegato al disegno di legge è invece evidenziata, a fini conoscitivi, sia per lo stato di previsione dell'entrata che per gli stati di previsione della spesa, l'evoluzione, in termini di competenza e di cassa, delle singole poste di bilancio, per effetto sia delle variazioni apportate in forza di atti amministrativi fino al 31 maggio, sia delle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento medesimo. A partire dalla previsione iniziale, le eventuali variazioni intervenute per atto amministrativo o proposte con il disegno di assestamento determinano, per ciascuna U.P.B., la previsione assestata.
Osserva che la maggior parte delle variazioni apportate con atto amministrativo non ha effetto sui saldi (variazioni compensative)perché si tratta o dello spostamento di somme tra capitoli di spesa, oppure di modifiche della stessa entità ma di segno contrario dell'entrata e della spesa. Secondo quanto riportato nella relazione illustrativa, le variazioni compensative dipendono: dall'utilizzo dei fondi speciali; dai prelievi dai fondi di riserva: fondo di riserva per le spese obbligatorie e d'ordine, fondo di riserva delle spese impreviste, fondo di riserva per l'integrazione delle autorizzazioni di cassa, fondi per la reiscrizione dei residui passivi perenti; dalla riassegnazione ai capitoli di spesa di somme affluite all'entrata nei primi 5 mesi dell'anno in corso.
Tra le variazioni delle dotazioni di bilancio apportate con atti amministrativi hanno invece natura non compensativa, e incidono quindi sui saldi di bilancio: le riassegnazioni ai capitoli di spesa di somme affluite in entrata nell'ultimo bimestre dell'anno precedente; il trasporto all'esercizio in corso di titoli di spesa rimasti insoluti alla chiusura dell'esercizio precedente, con la conseguente integrazione delle autorizzazioni di cassa.
Aggiunge che l'articolo 2, lettera a), novella l'articolo 2, comma 3, della legge di bilancio per il 2009, aumentando il limite massimo di emissione di titoli pubblici, stabilito nella legge di bilancio, da 23.000 milioni a 90.100 milioni. La lettera b), novellando l'articolo 2, comma 7, della legge di bilancio per il 2009, integra le

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dotazioni finanziarie dei fondi di riserva del Ministero dell'economia e finanze. L'articolo 3 dispone l'approvazione dell'allegato 1 del disegno di legge, nel quale sono contenute le modifiche delle unità previsionale di base individuate nel bilancio di previsione.
Evidenzia che le previsioni assestate per il 2009, risultanti dalle variazioni apportate per atto amministrativo fino al 31 maggio scorso e da quelle proposte con il disegno di legge di assestamento in esame, evidenziano, rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, un aumento del saldo netto da finanziare, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, da 32.790 milioni di euro a 69.660 milioni di euro, con un peggioramento di 36.870 milioni di euro, per la gran parte imputabile alle variazioni proposte dal disegno di legge in esame. Un peggioramento si registra altresì per il risparmio pubblico, che espone un valore negativo di oltre 19,6 miliardi di euro, e per ricorso al mercato, che denota un incremento da 255,1 a 292 miliardi di euro. Analogo andamento negativo è riscontrabile per il saldo primario, che passa dai 48,5 miliardi di euro inizialmente previsti, a circa 8,5 miliardi di euro.In particolare, le minori entrate in termini di competenza sono da ricondurre interamente alla diminuzione del gettito del comparto tributario per complessivi 29.379 milioni, soltanto in piccola parte compensato dall'aumento delle entrate extratributarie (+2.952 milioni).
Mentre le variazioni conseguenti ad atti amministrativi adottati nei primi cinque mesi dell'esercizio finanziario hanno comportato un incremento delle entrate finali (+5.892 milioni di euro, derivante per 3.320 milioni al comparto tributario e per 2.572 milioni da quello extratributario), le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento determinano invece una riduzione delle previsioni di entrata, in particolare, delle entrate tributarie di 32.699 milioni. Nell'ambito delle entrate tributarie assumono un particolare rilievo le variazioni relative all'IVA (-12.394 milioni), all'IRE (-10.490 milioni) e all'IRES (-4.623 milioni).
Precisa poi che la relazione illustrativa al disegno di legge di assestamento evidenzia come le variazioni proposte per le entrate tributarie sono finalizzate ad allineare le previsioni di entrata per il 2009 all'andamento del quadro macroeconomico, come rivisto in sede di predisposizione del DPEF 2010-2013, presentato il 15 luglio 2009, il quale stima per l'anno in corso una contrazione del PIL pari al 5,2 per cento.
In conclusione, rilevato che il sistema contabile rientra nella competenza legislativa esclusiva dello stato ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione, propone di formulare su ciascuno dei disegni di legge in esame un parere favorevole (vedi allegati 2 e 3).

Il deputato Mario PEPE (PD) fa notare che il Rendiconto, con cui si adempie ad un obbligo costituzionale previsto dall'articolo 81, non è solo un documento di natura contabile, trattandosi di un provvedimento che evidenzia le politiche perseguite dal Governo. Ciò premesso, si interroga sulla coerenza del disegno di legge recante il rendiconto per l'esercizio finanziario 2008 con le politiche regionali. Preannuncia il voto contrario del suo gruppo su tale disegno di legge evidenziando come il processo federalista in atto abbia comunque influito sulla redazione del rendiconto. Con riferimento al disegno di legge recante l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009, osserva che le modifiche introdotte rischiano di determinare incertezza anche rispetto a quelle che erano le finalità delle modifiche alla struttura del bilancio pubblico. Ritiene che andrebbero evitate variazioni le quali rischiano di essere fortemente negative per le autonomie territoriali. Preannuncia quindi voto contrario del suo gruppo anche su tale disegno di legge.

Il deputato Luciano PIZZETTI (PD), dopo aver premesso che i documenti di bilancio sono a suo avviso prerogativa esclusiva di chi governa, fa presente che

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l'assestamento in esame è utilizzato in modo improprio. Con tale strumento si realizza infatti un ravvedimento tardivo sul piano della spesa. Si interviene quindi con una manovra anticiclica - che in precedenza era stata ritenuta impossibile per la misura del debito pubblico - a condizioni immutate e in assenza di una selezione degli interventi. Ritiene quindi che venga introdotta una manovra correttiva a tutti gli effetti attraverso uno strumento improprio, da cui deriva un aumento della spesa in assenza di risanamento. Conclude evidenziando come sarebbe stato sicuramente più opportuno riconoscere in anticipo l'esistenza di una crisi e l'opportunità di governarla con una manovra di tipo espansivo.

Nessun altro chiedendo di intervenire la Commissione approva i distinti pareri formulati dal relatore, rispettivamente, sul disegno di legge recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008 e il disegno di legge recante l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009.

La seduta termina alle 14.20.