CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 luglio 2009
211.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 28 luglio 2009. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Intervengono il ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli e il sottosegretario di Stato per l'interno Michelino Davico.

La seduta comincia alle 14.25.

Sull'ordine dei lavori.

Donato BRUNO, presidente, propone di invertire l'ordine dei lavori e di svolgere dapprima la seduta per l'esame dei provvedimenti in sede referente.

La Commissione concorda.

Su una richiesta del deputato Turco.

Maurizio TURCO (PD), premesso che la proposta di legge C. 2350, approvata dal Senato, recante disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento, è stata assegnata in sede referente alla Commissione affari sociali, con il parere, tra le altre, della Commissione affari costituzionali, esprime l'avviso che,

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in ragione dei numerosi riferimenti a valori costituzionali presenti nel testo, questo avrebbe dovuto essere invece assegnato in sede referente alla Commissione affari costituzionali: fa presente che, proprio in considerazione della rilevanza costituzionale del testo, al Senato in sede di esame da parte dell'Assemblea in circa sessanta occasioni la presidenza ha ritenuto fondata la richiesta di ricorso al voto segreto. Invita pertanto la presidenza della Commissione a verificare la possibilità di sollevare una questione di competenza ai sensi dell'articolo 72, comma 4, del regolamento per chiedere al Presidente della Camera di rivedere l'assegnazione del provvedimento in sede referente.

Donato BRUNO, presidente, fa presente che il deputato Turco ha posto la questione anche in una lettera a lui indirizzata del 7 luglio scorso: considerato che la decisione di sollevare una questione di competenza davanti al Presidente della Camera deve essere deliberata dalla Commissione a maggioranza, il punto è stato sottoposto all'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, il quale ha ritenuto che non sussistano, nel caso di specie, le condizioni per sollevare una questione di competenza.

Maurizio TURCO (PD) prende atto della risposta del presidente.

Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione, in materia di soppressione delle province.
C. 1694 cost. Nucara, C. 1836 cost. Scandroglio, C. 1989 cost. Casini, C. 1990 cost. Donadi, C. 2010 cost. Versace e C. 2264 cost. Pisicchio.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato da ultimo, nella seduta del 27 luglio 2009.

Giorgio Clelio STRACQUADANIO (PdL) ricorda come la provincia dal punto di vista storico sia nata come istituzione prettamente centralista, alla cui abolizione in questa fase non vedrebbe ostacoli nel momento in cui si decidesse di imprimere un carattere marcatamente federale all'articolazione istituzionale del Paese.
Rileva come nei vari passaggi la provincia abbia modificato le proprie attribuzioni, restando inaspettatamente in vita anche con la nascita di un Stato repubblicano. Ricorda, infatti, come solo all'ultimo momento l'Assemblea costituente decise di rovesciare l'impostazione fino ad allora seguita nel corso del dibattito votando a favore del mantenimento dell'ente provincia, anche a seguito delle pressioni dell'Unione province italiane, cui deve riconoscersi una indubbia efficacia. Si è proceduto, dunque, a modificarne le funzioni ed i ruoli pur mantenendone ferma l'esistenza. Lo stesso avvenne nel 1990 quando si approvò la riforma che ha portato all'elezione diretta del presidente della provincia, così come nel 2001, quando fu approvata la modifica del Titolo V della parte seconda della Costituzione, confermando la presenza della provincia nella struttura costituzione dello Stato italiano.
Evidenzia, quindi, come la sopravvivenza della provincia nella storia italiana potrebbe essere interpretata come fattore di imprescindibilità della stessa, quale elemento da porsi necessariamente a livello intermedio tra l'organizzazione dello Stato e quella amministrativa del comune, tale per cui l'organizzazione in servizi a rete dei comuni debba essere strutturata con la presenza di un organismo che abbia la sua legittimazione democratica nel voto dei cittadini.
Ricorda, peraltro, come nell'ultima fase della storia repubblicana si è assistito ad un proliferare di organismi di varia natura incaricati della gestione dei servizi a rete, con la conseguenza che ogni comune svolge i servizi attraverso la provincia così come attraverso un numero elevato di enti che in alcuni casi sfuggono completamente al voto popolare.
Richiama, in particolare, l'attività dei numerosi consorzi, ATO, bacini, le cui competenze ed attività si intrecciano vorticosamente

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dando l'impressione di una scarsa trasparenza, di sovrapposizione di funzioni, di consigli designati per via indiretta attraverso una giungla di attribuzioni e nomine. Occorre quindi,a suo avviso, un intervento di semplificazione che delinei con chiarezza le attribuzioni proprie dei diversi livelli rappresentativi.
Rileva come sotto il profilo della rappresentanza non vi è, a suo avviso, alcun rapporto tra le competenze e le attività svolte dall'amministrazione locale uscente ed i voti che poi riceve. La battaglia politica per le elezioni dei vertici della province di norma è improntata a caratteri prettamente politici, correlata soprattutto agli schieramenti in campo. Ciò è dimostrato anche dal fatto che, diversamente dalle elezioni comunali dove spesso si presentano liste civiche, tale fenomeno non avviene nelle elezioni provinciali.
Fa quindi presente che il lavoro che il Governo sta svolgendo con la definizione del codice delle autonomie va sicuramente nella direzione di rispondere con efficacia alla richiesta di semplificazione, particolarmente urgente in questo settore. Ritiene che l'abolizione delle province potrebbe contribuire in questo senso, pur ricordando che più si parla di una loro soppressione e più queste proliferano. Ricorda inoltre come in passato la provincia, associata soprattutto alla targa automobilistica, creava una forma di identità.
Considerato che nel programma del partito cui appartiene vi era una tendenza all'abolizione delle province occorrerebbe, a questo punto, procedere lungo due binari. Da una parte, riducendo drasticamente il numero degli enti che gravitano intorno alle attività delle province, anche attraverso una previsione normativa che limiti la possibilità per i comuni di costituire enti di vario tipo per la gestione dei servizi. Dall'altra parte, ripensando l'ordinamento provinciale, riqualificandone competenze e ruoli in corrispondenza con le reali esigenze che spesso travalicano i confini provinciali.
Occorre, a suo avviso, prevedere con chiarezza che i comuni abbiano un solo organismo di coordinamento di rete per i servizi che sono chiamati a svolgere e che sia prevalente il carattere di flessibilità nella riorganizzazione degli stessi. È infatti opportuno lasciare ai comuni la libertà di definire l'ambito entro cui, ad esempio, procedere agli investimenti per la creazione, il mantenimento e la gestione dell'acqua, così come per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, attualmente organizzati su base provinciale. Ricorda, ad esempio, come nel momento in cui viene istituita una nuova provincia le precedenti strutture di organizzazione vengono scisse e poi riarticolate.
Ritiene, in conclusione opportuno procedere all'approvazione delle proposte di legge in titolo, giungendo alla definizione di un sistema di rappresentanze imperniato su «Stato, regioni e comuni», e prevedendo la possibilità per i comuni di organizzarsi attraverso strutture flessibili finalizzate agli obiettivi da raggiungere, ai fabbisogni esistenti ed ai problemi da risolvere. Tale riflessione deve dunque accompagnarsi alle modifiche di carattere istituzionale, su cui si sta facendo un lavoro positivo in sede di definizione del codice delle autonomie, ma che da sole non sarebbero sufficienti.

Luciano DUSSIN (LNP), nel richiamarsi integralmente agli interventi svolti nel merito dagli altri deputati del suo gruppo, ribadisce la contrarietà della Lega Nord Padania alla soppressione delle province. Aggiunge che il suo gruppo è disponibile invece a discutere di una riforma dell'organizzazione delle autonomie locali, anche al fine di stabilire precisi meccanismi di responsabilizzazione degli amministratori locali. Ricordato quindi che la soppressione delle province è stata agitata dai partiti soprattutto nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche del 2008 - a suo parere soprattutto per ragioni propagandistiche legate alla presa che il tema della riduzione dei costi della politica ha su una parte dell'opinione pubblica - fa presente che, alla verifica dei dati, il peso delle province sul bilancio dello Stato non è poi così rilevante: delle risorse destinate ai diversi livelli di governo,

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infatti, il 60 per cento è assorbito dallo Stato, il 23 per cento dalle regioni, il 15 per cento dai comuni e soltanto il 2 per cento dalle province. La spesa per le retribuzioni del personale, poi, che rappresenta la voce più consistente della spesa delle amministrazioni pubbliche statali, pesa, quando si guarda al personale delle province, appena per l'1,7 per cento del bilancio. È quindi evidente che, se si vogliono conseguire risparmi di qualche interesse, non è sulle province che si deve intervenire, ma, semmai, sul Parlamento, attraverso una riduzione del numero dei parlamentari, e sui consigli regionali, attraverso una riduzione del numero dei consiglieri, che in alcune regioni è del tutto sproporzionato rispetto alla popolazione residente.
In conclusione, esprime apprezzamento per lo sforzo del Governo di affrontare il tema della riforma del sistema delle autonomie locali in termini costruttivi e non propagandistici.

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

Donato BRUNO, presidente, avverte che i relatori hanno chiesto di rinviare alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva il seguito dell'esame sia della proposta di legge costituzionale in materia di revisione dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione, in materia di distacco e di aggregazione di comuni e province (C. 1221), sia della proposta di legge che introduce l'articolo 114-bis nel testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di reati elettorali (C. 465): ricorda che per entrambi i provvedimenti era stato adottato un testo base e fissato il termine per la presentazione di emendamenti. Preso atto che non vi sono obiezioni, avverte che l'esame dei due provvedimenti riprenderà a settembre, in modo da consentire un adeguato approfondimento sulle proposte emendative.
Avverte inoltre che, per quanto riguarda la Relazione concernente l'impatto delle abrogazioni previste dall'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 200 del 2008, convertito dalla legge n. 9 del 2009, con riferimento ai diversi settori di competenza dei singoli Ministeri (Doc. XXVII, n. 10), la relatrice sull'atto, deputata Bernini Bovicelli, ha comunicato di non poter prendere parte alla seduta di oggi a causa di concomitanti impegni istituzionali. Avverte quindi che l'esame dell'atto inizierà nella giornata di domani.

La seduta termina alle 14.50.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 28 luglio 2009. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Intervengono il ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli e il sottosegretario di Stato per l'interno Michelino Davico.

La seduta comincia alle 14.50.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008.
C. 2632 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009.
C. 2633 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2009 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2009.
(Relazioni alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

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Donato BRUNO, presidente, ricorda che la Commissione esaminerà congiuntamente il disegno di legge recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008 e il disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009, limitatamente agli stati di previsione e alle parti di propria competenza. In particolare, per quanto riguarda il disegno di legge di assestamento per l'anno finanziario 2009, la Commissione esaminerà lo stato di previsione del Ministero dell'interno (Tabella n. 8) e, limitatamente alle parti di competenza, lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2). Per quanto attiene all'organizzazione dei lavori, ricorda infine che la Commissione dovrà concludere il proprio esame sui suddetti disegni di legge entro la giornata di oggi. Avverte quindi che il termine per la presentazione degli emendamenti è scaduto alle ore 12 di oggi e che non sono stati presentati emendamenti.

Giorgio Clelio STRACQUADANIO (PdL), relatore, premette che la relazione che si accinge a svolgere sul disegno di legge di assestamento 2009 concerne gli stanziamenti che si riferiscono ad ambiti materiali di competenza della Commissione Affari costituzionali. In particolare, farà riferimento alla Tabella n. 8, relativa allo stato di previsione della spesa del Ministero dell'interno, e alla Tabella n. 2, che reca lo stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze, limitatamente alle parti riferibili ad ambiti di competenza della Commissione.
Per quanto riguarda gli ambiti di interesse della Commissione nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze, rileva principalmente la Missione n. 1 (Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei Ministri). Nel quadro di questa missione, rileva in primo luogo la spesa per gli Organi costituzionali, oggetto del programma 1.1, che corrisponde all'unità previsionale di base 21.1.3. La previsione iniziale di competenza della legge di bilancio riferita a tale programma - pari a 1.958,14 milioni di euro - viene incrementata di 106,71 milioni di euro in seguito ad atti amministrativi già intervenuti: le nuove risorse riguardano interamente i fondi destinati al rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e referendarie (cap. 1638); pertanto le previsioni assestate per il 2009 risultano pari a 2.064,85.
Per quanto riguarda invece la spesa per il funzionamento degli Organi a rilevanza costituzionale, compresa nel programma 1.2 e riferita al funzionamento della Corte dei Conti, del Consiglio di Stato e dei T.A.R, del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Siciliana, del C.N.E.L. e del C.S.M. l'u.p.b. 21.2.3 reca un incremento delle previsioni di competenza pari a 6 milioni di euro e delle previsioni di cassa per la stessa cifra; entrambe sono disposte dal disegno di legge in esame e riguardano prevalentemente il fondo per il funzionamento della Consiglio di Stato e dei T.A.R. (cap. 2170) le cui previsioni assestate del 2009 salgono da 186,7 a 191,7 milioni. I residui, assenti nelle previsioni iniziali, sono incrementati, ad opera delle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento, di 25 milioni di euro, in parte a favore dello stesso fondo della Consiglio di Stato e T.A.R. (6,9 milioni) e in parte a favore del fondo della Corte dei conti (18 milioni).
Le previsioni relative alla Presidenza del Consiglio dei ministri sono invece oggetto del programma 1.3. Più in particolare, nell'ambito dell'unica u.p.b. espressamente riferita alla Presidenza del Consiglio (u.p.b. 21.3.3), lo stanziamento destinato al Fondo per il funzionamento della Presidenza del Consiglio dei ministri (cap. 2115) viene incrementato sia nelle previsioni di competenza, sia in quelle di cassa per 10,3 milioni di euro in dipendenza di atti amministrativi già adottati.
Le previsioni assestate dei residui, pari a zero nelle previsioni iniziali, subiscono un incremento pari a 759,6 milioni di euro ad opera del disegno di legge di assestamento.

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Nella stessa u.p.b. 21.3.3 è collocato lo stanziamento del capitolo 2185, relativo al Fondo occorrente per gli interventi del Servizio civile nazionale per il quale il disegno di legge di assestamento prevede anche in questo caso un forte incremento dei residui pari a 296 milioni di euro. Le previsioni di competenza e cassa sono invece diminuite entrambe per 0,38 milioni di euro.
Gli stanziamenti destinati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri non si limitano alle risorse accantonate nel capitolo 2115 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, ma sono ripartite tra diversi capitoli in ragione delle diverse missioni perseguite con gli stanziamenti.
Tra questi si segnalano, in particolare, gli interventi per il programma 8.5 (protezione civile), per i quali si registra un massiccio incremento dei residui di 2.138,4 milioni (2.114,1 in conto capitale, u.p.b. 6.2.8, e 24,2 milioni di parte corrente (u.p.b. 6.2.3); anche le competenze in conto capitale (u.p.b. 6.2.8) aumentano sia in dipendenza di atti amministrativi già adottati (139,5 milioni), sia su proposta del disegno di legge di assestamento (32,8 milioni).
Decrementi si riscontrano invece per il programma 15.4 (sostegno all'editoria) che vede diminuire di 536,4 sia le disponibilità di competenza, sia quelle di cassa (u.p.b. 11.2.3 parte corrente) ad opera di atti amministrativi intervenuti prima del 31 maggio. Il disegno di legge prevede anche un aumento dei residui pari a 125,6 milioni, quasi interamente ascrivibili all'u.p.b. 11.2.2 Interventi.
Altri stanziamenti di interesse della Commissione nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze sono quelli relativi ai Servizi di informazione per la sicurezza, all' Istituto nazionale di statistica e al CNIPA. Per quanto riguarda i Servizi di informazione per la sicurezza (cap. 1670), nel bilancio 2009, in attuazione della legge 124 del 2007, il relativo stanziamento è allocato in una apposita u.p.b. (5.2.2) ed è pari, nelle previsioni assestate, a 635,859 milioni di euro. Tale somma risulta da un incremento di 65 milioni in dipendenza di atti amministrativi e di 5,098 milioni disposto dal disegno di legge di assestamento, conseguente alla soppressione del cap. 1123 dello stato di previsione dell'interno e al trasferimento della dotazione allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. Per quanto riguarda l'Istituto nazionale di statistica (cap. 1680) il disegno di legge prevede una spesa di competenza assestata pari a 173,9 milioni di euro (con decremento quindi di 0,27 milioni rispetto alle previsioni iniziali). Quanto infine al Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione (cap. 1707), il relativo stanziamento in termini di competenza, pari nelle previsioni iniziali a 11 milioni, è rimasto praticamente inalterato.
Quanto invece allo stato di previsione della spesa del Ministero dell'interno, la legge di bilancio prevedeva, per esso, spese di competenza per complessivi 27.243,2 milioni di euro, di cui 24.863,7 per la parte corrente e 2.379,5 in conto capitale.
Le suddette previsioni iniziali subiscono variazioni in parte a seguito di atti amministrativi intervenuti fino al 31 maggio (tali variazioni comportano un incremento pari a 196,6 milioni di euro) ed in parte con il disegno di legge di assestamento in esame, col quale il Governo propone un ulteriore incremento (pari 1.595 milioni di euro), che forma oggetto dell'esame parlamentare. Il disegno di legge di assestamento presentato dal Governo registra dunque, rispetto ai dati iniziali, un aumento complessivo di 1.791,5 milioni di euro, quale risultante di un incremento di 1.634,3 milioni per quanto riguarda le spese correnti e di 157,2 milioni per quelle in conto capitale. Le previsioni assestate 2009 risultano pari a 29.034 milioni
Per quanto riguarda invece le previsioni di cassa e di residui passivi, lo stato di previsione del Ministero dell'interno per il 2009 recava inizialmente autorizzazioni di cassa pari a 27.064,7 milioni di euro, di cui 24.685,13 milioni di parte corrente e 2.379,57 milioni in conto capitale.

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La consistenza presunta dei residui passivi al 1o gennaio 2009 era stata valutata, nel bilancio dello Stato per il 2009, in 2.866,28 milioni di euro per le spese di parte corrente e in 1.742,88 milioni di euro per le spese in conto capitale, per un totale di 4.609,16 milioni di euro. Con il disegno di legge di assestamento è proposta una riduzione dei residui pari a 666,92 milioni di euro, risultante dalla diminuzione di 602,66 milioni di parte corrente e di 64,26 milioni in conto capitale. Le variazioni trovano motivo nella necessità di adeguare i residui presunti al 1o gennaio 2009 a quelli risultanti dal rendiconto 2008.
Le variazioni proposte alle autorizzazioni di cassa prevedono un aumento di 2.056,14 milioni, determinato pressoché totalmente da un incremento della parte corrente: tali variazioni derivano dalla necessità di adeguare le autorizzazioni stesse sia alla nuova consistenza dei residui passivi (le previsioni di cassa sono infatti determinate sulla base del volume della massa spendibile, la quale è formata dagli stanziamenti proposti per la competenza e dalla massa dei residui) sia alle variazioni proposte per la competenza, in considerazione anche delle concrete capacità operative dell'amministrazione.
In estrema sintesi, le principali variazioni disposte dal disegno di legge agli stanziamenti di competenza e di cassa hanno riguardato in primo luogo il programma 3.3 (Trasferimenti a carattere generale ad enti locali) e, al suo interno, l'u.p.b. 2.3.2 (Interventi), per la quale si prevede un incremento sia degli stanziamenti di competenza, sia di cassa in misura pari a 1.462,8 milioni di euro.
L'incremento è da ascriversi in larga parte (1.454,26 milioni per competenza e cassa) all'aumento della dotazione del Fondo per il finanziamento dei bilanci degli enti locali, previsto dal cap. 1316 di tale u.p.b. destinato a consentire il trasferimento di maggiori risorse ai bilanci degli enti locali.
Nell'ambito della missione Ordine pubblico e sicurezza le u.p.b. che hanno fatto segnare le maggiori variazioni sono: nell'ambito del programma 7.10 (Prevenzione generale e controllo del territorio), l'u.p.b. 3.3.1 (Funzionamento) per cui si prevede un incremento delle dotazioni di competenza di 20,286 milioni di euro; nell'ambito del programma 7.8 (Pianificazione e coordinamento), l'u.p.b. 3.1.1 (Investimenti), per cui si prevede un incremento delle dotazioni di competenza di 2,211 milioni di euro; e nell'ambito del programma 7.4 (Sicurezza democratica), l'u.p.b. 3.4.2 (Interventi), per cui si prevede un azzeramento delle dotazioni di competenza (5,098 milioni di euro) relative ai servizi di informazione per la sicurezza in quanto il capitolo 1123 è stato soppresso e lo stanziamento trasferito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e finanze nell'u.p.b. 5.2.2. in applicazione della legge 124 del 2007 di riforma dei servizi.
Passando al disegno di legge di rendiconto 2008, va detto che lo stato di previsione della spesa del Ministero dell'interno di cui alla legge di bilancio per l'anno finanziario 2008 (legge 24 dicembre 2007, n. 245) recava le seguenti previsioni iniziali: spese correnti, 21.145,54 milioni di euro in termini di competenza e 21.168,27 in termini di cassa; spese in conto capitale, 4.110,72 milioni di euro in termini di competenza e 4.255,44 in termini di cassa; spese finali, 25.256,26 milioni di euro in termini di competenza e 25.423,71 in termini di cassa.
Con la legge di assestamento 2008 (legge 17 ottobre 2008, n. 167) e le ulteriori variazioni per atto amministrativo intervenute nel corso dell'anno, le dotazioni iniziali di competenza e le autorizzazioni di cassa sono state aumentate rispettivamente di 4.207,01 e di 5.574,19 milioni di euro.
In conseguenza delle variazioni disposte nel corso della gestione, le previsioni definitive sono pertanto le seguenti: spese correnti, 26.778,22 milioni di euro in termini di competenza e 28.072,07 in termini di cassa; spese in conto capitale, 2.685,05 milioni di euro in termini di competenza e 2.925,83 in termini di cassa; spese finali, 29.463,27 milioni di euro in termini di competenza e 30.997,90 in termini di cassa.

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Il conto consuntivo del Ministero dell'interno per il 2008 reca quindi stanziamenti definitivi di competenza per complessivi 29.463,27 milioni, con un aumento di circa 2.770 milioni rispetto alle previsioni del precedente esercizio finanziario (26.692,66 milioni).
L'aumento ha riguardato le spese correnti, che sono aumentate passando da 23.958 milioni nel 2007 a 26.778 milioni nel 2008. Le spese in conto capitale subiscono invece una flessione, passando da 2.735 milioni a 2.685 milioni
L'incidenza percentuale delle risorse per il Ministero dell'interno sul bilancio dello Stato è pari al 5,3 per cento, superiore quindi di 0,1 punti percentuali rispetto a quella registrata nel precedente esercizio finanziario, ancorché leggermente inferiore a quella media degli ultimi otto anni.
A fronte di stanziamenti definitivi di competenza pari a 29.463,27 milioni e a residui definitivi pari a 5.303,75 milioni (e quindi ad un importo della massa spendibile - risultante dalla somma degli stanziamenti di competenza più i residui - pari a 34.767,02 milioni), il dato definitivo relativo alle autorizzazioni di cassa è di 30.997,9 milioni (con un incremento di 5.574,2 milioni rispetto alle previsioni iniziali di cassa, dei quali 6.903,8 milioni aggiunti per la parte corrente e 1.329,6 milioni sottratti in conto capitale).
Si registra un aumento della capacità di spesa del Ministero dell'interno rispetto all'anno precedente, con riflessi sulla formazione dei residui, che appare in diminuzione. I residui, che nelle previsioni al 1o gennaio 2008 erano pari a 5.303,75 milioni, al 31 dicembre 2008 ammontano a 3.942,23 milioni, di cui 2.263,61 milioni riguardanti le spese correnti e 1.678,62 milioni le spese in conto capitale. Essi sono costituiti per 2.121,7 milioni da somme rimaste da pagare sul conto della competenza (residui di nuova formazione) e per 1.820,53 milioni da somme rimaste da pagare sul conto dei residui, provenienti dagli esercizi precedenti. Con riferimento all'andamento percentuale dei pagamenti sui residui, nel 2008 si registra un aumento della capacità di smaltimento dei residui stessi rispetto all'ultimo esercizio precedente.
Con riguardo poi all'analisi della spesa per centri di responsabilità va osservato che le quote più consistenti delle risorse sono gestite dai centri Dipartimento per gli affari interni e territoriali, cui sono stati assegnati 17.655,84 milioni, e Dipartimento della pubblica sicurezza, con un importo di 8.166,26 milioni.

Donato BRUNO, presidente, constatato che non vi sono richieste di intervento, invita il relatore a formulare le sue proposte di relazione.

Giorgio Clelio STRACQUADANIO (PdL), relatore, formula una proposta di relazione favorevole su entrambi i disegni di legge (vedi allegato).

Sesa AMICI (PD) dichiara che il suo gruppo, pur prendendo atto che il disegno di legge di assestamento contiene alcune misure condivisibili - e pensa in particolar modo all'incremento dei fondi per la riassegnazione di residui passivi perenti al fine di consentire il soddisfacimento dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione - non può non ribadire nel complesso la propria contrarietà rispetto al modo in cui il Governo gestisce le politiche di bilancio: ricorda, in particolare, che il Governo con il decreto-legge n. 112 del 2008 e con altri interventi, si è riservato il potere di intervenire con una certa discrezionalità sulle decisioni di bilancio al di fuori degli ordinari procedimenti che coinvolgono il Parlamento, con la conseguenza di una sostanziale mancanza di trasparenza nella gestione del denaro pubblico. Per questa ragione, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulle proposte di relazione del relatore.
La Commissione, con distinte votazioni, approva le proposte di relazione favorevole del relatore con riferimento al disegno di legge recante il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008 e con riferimento

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al disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno 2009, relativamente alla Tabella n. 8 e, limitatamente alle parti di competenza, alla Tabella n. 2.

La seduta termina alle 15.10.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

RELAZIONI AL PARLAMENTO

Relazione concernente l'impatto delle abrogazioni previste dall'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 200 del 2008, convertito dalla legge n. 9 del 2009, con riferimento ai diversi settori di competenza dei singoli Ministeri.
Doc. XXVII, n. 10.

SEDE REFERENTE

Modifica all'articolo 132, secondo comma, della Costituzione, in materia di distacco e di aggregazione di comuni e province.
C. 1221 cost. Lanzillotta.

Introduzione dell'articolo 114-bis del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di reati elettorali.
C. 465 Anna Teresa Formisano.