CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 14 luglio 2009
201.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 14 luglio 2009. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

La seduta comincia alle 12.50.

DL 78/09 Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali.
C. 2561 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato l'8 luglio 2009.

Agostino GHIGLIA (PdL), relatore, illustra la proposta di parere formulata (vedi allegato).

Sergio Michele PIFFARI (IdV) nel prendere atto delle misure contenute nel provvedimento in esame volte ad accelerare la realizzazione di nuove infrastrutture per la produzione e la distribuzione dell'energia, ritiene che le competenze dei previsti commissari straordinari dovrebbero estendersi anche allo smantellamento delle vecchie e non più utilizzate reti esistenti sul territorio. Al riguardo cita l'esempio dei vecchi elettrodotti «ad alta tensione», di proprietà di alcune fra le maggiori aziende del settore, che insistono su vaste aree della regione Lombardia. Tali elettrodotti da anni non sono più utilizzati ma, non essendo stati smantellati, continuano a produrre onerosi vincoli e inutili costi aggiuntivi ogni volta che la realizzazione di un'opera pubblica «incrocia» i loro tracciati.

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta di domani, mercoledì 15 luglio.

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Disposizioni in materia di sicurezza stradale.
Testo unificato C. 44 e abb.

(Parere alla IX Commissione).
(Esame emendamenti e rinvio).

La Commissione inizia l'esame degli emendamenti.

Roberto TORTOLI, presidente relatore, ricorda, preliminarmente, che la Commissione si è già occupata del provvedimento in esame, essendo stata chiamata ad esprimersi, lo scorso mese di maggio, sul testo elaborato in sede referente dalla IX Commissione. In quella circostanza, la Commissione si era espressa favorevolmente con una osservazione, avendo, in particolare, approfondito le disposizioni contenute negli articoli 23 e 29 relative, rispettivamente, alla destinazione dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie e agli obblighi degli enti proprietari e dei concessionari delle strade e delle autostrade.
Ricorda, inoltre, che nel corso del dibattito, così come nel testo dell'articolato parere approvato nella seduta del 6 maggio 2009, la Commissione aveva richiamato positivamente l'attenzione sul fatto che le disposizioni in questione traducevano, sul piano legislativo, gli indirizzi da essa precedentemente formulati in materia di lotta agli incidenti stradali e di messa in sicurezza della rete stradale nazionale. Come è noto, infatti, la risoluzione n. 8-00037, approvata dalla Commissione il 19 marzo 2009, aveva impegnato il Governo ad assumere le opportune iniziative affinché, da un lato, gli enti proprietari delle strade, ai quali la legge assimila i soggetti privati concessionari, «assicurino la messa a norma e la manutenzione programmata delle dotazioni di sicurezza della rete stradale»; dall'altro, «si addivenga alla costituzione di appositi fondi, destinati - nel rispetto dell'autonomia di bilancio delle regioni, delle province e dei comuni, nonché delle disposizioni in materia di assegnazione dei proventi delle multe per violazioni del codice della strada -, a realizzare le citate azioni per la messa a norma e la manutenzione programmata della rete stradale del Paese.
Osserva, quindi, che, successivamente all'espressione dei prescritti pareri da parte delle Commissioni competenti, la IX Commissione ha approvato, nelle sedute del 19 e del 20 maggio 2009, alcuni emendamenti volti a recepire talune delle condizioni e delle osservazioni formulate, fra le quali anche l'osservazione contenuta nel parere approvato dalla nostra Commissione.
Osserva, altresì, che sul nuovo testo unificato, come risultante dagli emendamenti approvati, è stato richiesto il trasferimento in sede legislativa.
La IX Commissione ha, quindi, proseguito l'esame del nuovo testo unificato in sede legislativa, approvando, fra l'altro, in linea di principio, le due proposte emendative ora sottoposte al parere della Commissione.
Sotto questo profilo, nel chiarire che la Commissione è chiamata unicamente ad esprimersi su queste due proposte emendative, osserva, con riferimento al loro contenuto, che la prima di esse è volta ad inasprire le sanzioni per chi circoli in violazione delle norme di limitazione connesse a prevenzione dell'inquinamento. In particolare, modificando l'articolo 7 del Codice della strada, l'emendamento 1.2 dispone una sanzione pecuniaria da 155 a 624 euro, in luogo dell'attuale sanzione da 78 a 311 euro; è previsto, inoltre, in caso di reiterazione della violazione nel biennio, l'ulteriore e più grave sanzione della sospensione della patente.
Quanto all'emendamento 2.5, osserva che esso introduce una disciplina delle pertinenze di servizio autostradali finalizzata ad assicurare che l'installazione sia conforme con i progetti dell'ente proprietario e dell'ente concessionario.
Ritiene che entrambi gli emendamenti siano ragionevoli nel contenuto e contribuiscano, ciascuno nel proprio ambito, a ridurre i livelli di incidentalità e ad aumentare complessivamente la sicurezza delle nostre reti stradali e autostradali.

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Conclude, quindi, ribadendo il suo orientamento favorevole sulle proposte emendative approvate in linea di principio dalla IX Commissione ed auspicando che, su questo giudizio favorevole, possa registrarsi nel corso del dibattito il più ampio consenso da parte dei gruppi parlamentari. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta che sarà convocata per domani, 15 luglio, alle ore 14,30.

Legge comunitaria 2009.
C. 2449 Governo.

(Relazione alla XIV Commissione).
(Esame degli emendamenti, ai sensi dell'articolo 126-ter, del Regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame degli emendamenti.

Roberto TORTOLI, presidente, avverte che la XIV Commissione ha trasmesso, per l'espressione del prescritto parere, tredici emendamenti e tre articoli aggiuntivi presentati direttamente presso tale Commissione, che investono gli ambiti di competenza della VIII Commissione.
In proposito, ricorda che al parere della Commissione è riconosciuta, in questa fase, una particolare efficacia vincolante. Nello specifico, segnala che qualora la Commissione esprima parere favorevole su un emendamento, la XIV Commissione è tenuta ad adeguarsi al parere e potrà respingerlo solo per motivi attinenti alla compatibilità con la normativa comunitaria o per esigenze di coordinamento generale; qualora, invece, la Commissione esprima parere contrario, la XIV Commissione non potrà procedere oltre nell'esame dell'emendamento medesimo.

Giuseppe SCALERA (PdL), relatore, afferma, come peraltro già ricordato dal presidente, che la Commissione è chiamata ad esprimere il prescritto parere alla XIV Commissione su tredici emendamenti e tre articoli aggiuntivi, il cui contenuto investe le competenze della Commissione.
Più in particolare, rileva che l'emendamento Gozi 1.10 prevede lo spostamento dall'Allegato A all'Allegato B della direttiva 2008/112/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008, relativa alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele, affinché lo schema di decreto legislativo possa essere sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari competenti prima dell'emanazione definitiva. La direttiva in esame, composta di nove articoli, modifica diverse norme europee allo scopo di adeguarle al regolamento n. 1272 del 2008 relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele pericolose. Alla luce della rilevanza della direttiva in esame, esprime, quindi, parere favorevole sull'emendamento in esame.
Rileva, quindi, che l'emendamento 1.11. Mariani aggiunge alcune direttive all'elenco di cui all'Allegato B. Si tratta, in particolare, delle direttive 2008/101/CE - che include le attività di trasporto aereo nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissioni dei gas a effetto serra - 2009/28/CE - riguardante la promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili - 2009/29/CE - in materia di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra - 2009/30/CE - riguardante le specifiche relative a benzina, combustibile diesel e gasolio nonché l'introduzione di un meccanismo inteso a controllare e ridurre le emissioni di gas a effetto serra - 2009/31/CE - relativa allo stoccaggio geologico di biossido di carbonio e 2009/33/CE - relativa alla promozione di veicoli puliti e a basso consumo energetico nel trasporto su strada. Ricorda, in proposito, che la Commissione, nella relazione approvata il 24 giugno, ha chiesto l'inserimento delle medesime direttive nell'Allegato B della comunitaria; pertanto, confermando il giudizio positivo in merito all'inclusione di tali provvedimenti, esprime parere favorevole sull'emendamento in esame.
Gli identici emendamenti Piffari 1.5 e Mariani 1.13, Piffari 1.6 e Mariani 1.12, Piffari 1.7 e Mariani 1.14, Piffari 1.8 e

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Mariani 1.15, Piffari 1.9 e Mariani 1.17, nonché Mariani 1.16 prevedono, distintamente, l'inserimento di una o più delle direttive prima citate nell'Allegato B. Per le medesime ragioni prima esposte, ritiene, quindi, di poter esprimere parere favorevole su tali emendamenti.
Quanto all'articolo aggiuntivo Togni 7.03, ricorda che esso interviene in materia di apparecchiature elettriche ed elettroniche, apportando alcune modifiche al decreto legislativo n. 151 del 2005, che ha attuato nell'ordinamento comunitario le direttive 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE. Più in particolare, le modifiche sono volte a permettere ai distributori di ritirare e di gestire i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche dei consumatori grazie ad adempimenti semplificati in materia di gestione dei rifiuti e in conformità a quanto previsto dall'ordinamento comunitario. In tal senso la norma in oggetto mira a dare piena attuazione alla direttiva comunitaria 2002/96/CE individuando le opportune semplificazioni normative per permettere un'efficace raccolta dei RAEE da parte dei distributori, ed abrogando l'articolo che differiva l'applicazione dell'obbligo di ritiro delle apparecchiature usate presso i punti vendita, al momento dell'acquisto di apparecchiature nuove. La disposizione premetterebbe, inoltre, di evitare eventuali azioni da parte della Comunità Europea con riferimento alla mancata attuazione dell'obbligo previsto dall'articolo 5 della direttiva 2002/96/CE. Nel formulare un giudizio positivo sull'articolo aggiuntivo in questione, ricorda, peraltro, che proprio in questi giorni la Commissione sta esaminando la risoluzione 7-00181, a prima firma del presidente Alessandri, volta ad impegnare il Governo alla sollecita emanazione degli atti normativi attuativi del sistema legislativo del decreto legislativo n. 151 del 2005. Sotto questo profilo, l'approvazione dell'articolo aggiuntivo proposto dall'onorevole Togni e l'attuazione della risoluzione Alessandri darebbero senz'altro un impulso decisivo all'ammodernamento del quadro normativo nazionale e allo sviluppo di una filiera produttiva importante dal punto di vista ambientale ed economico. Ritiene, pertanto, di esprimere parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Togni 7.03.
Riferisce, inoltre, che l'articolo aggiuntivo Cosenza 7.04 interviene in materia di delega al Governo per l'attuazione della direttiva 2008/98/CE in materia di rifiuti, prevedendone la soppressione dalla legge comunitaria 2008, l'inserimento nel disegno di legge in esame nonché la previsione del principio direttivo secondo il quale occorre incentivare un maggior ricorso ad imballaggi uniformi costituiti da un solo elemento e ad imballaggi di bioplastica, in modo da ridurre i motivi di difficoltà nella raccolta differenziata dei rifiuti. Ritiene, in proposito, che non sia particolarmente opportuno intervenire sull'attuazione di una direttiva già contenuta nella legge comunitaria 2008, da poco approvata dal Parlamento ed in corso di promulgazione e che, semmai, eventuali indirizzi al Governo possano essere espressi attraverso la presentazione di un apposito ordine del giorno. Invita, pertanto, il presentatore dell'articolo aggiuntivo al ritiro, altrimenti esprime parere contrario.
Rileva, infine, che l'emendamento aggiuntivo 7.017 Pini reca modifiche alla disciplina recata dall'articolo 11 della legge comunitaria 2008, in materia di inquinamento acustico. Tale articolo ha previsto una delega al Governo per la riforma in materia ed ha disposto che, in attesa della stessa, la disciplina relativa ai requisiti acustici passivi degli edifici non trovi applicazione nei rapporti tra privati ed, in particolare, nei rapporti tra costruttori-venditori ed acquirenti di alloggi costruiti successivamente all'entrata in vigore della legge. L'emendamento in esame prevede che tale normativa non trovi applicazione anche ai rapporti sorti nel periodo intercorrente tra la data di entrata in vigore della legge n. 447/1995 e la data di entrata in vigore dei decreti legislativi di riforma. Trattandosi di una norma che incide in maniera retroattiva su rapporti pregressi, ritiene di dover esprimere su tale articolo aggiuntivo parere contrario.

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Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani, mercoledì 15 luglio.

La seduta termina alle 13.10.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Martedì 14 luglio 2009. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il viceministro per le infrastrutture e i trasporti, Roberto Castelli.

La seduta comincia alle 13.10.

Presentazione del quarto Rapporto sul monitoraggio delle grandi opere.

Angelo ALESSANDRI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori della Commissione sia assicurata anche mediante la trasmissione audiovisiva a circuito chiuso.

Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito.

Angelo ALESSANDRI, presidente, rileva che il rapporto sul monitoraggio delle grandi opere analizza l'andamento del programma delle infrastrutture strategiche e la sua rispondenza rispetto agli obiettivi e agli impegni finanziari, dando conto con apposite schede, per ciascuna delle 160 opere deliberate dal CIPE, dell'iter procedurale e dello stato di realizzazione aggiornato al 30 aprile 2009. Ricorda che il rapporto è oramai alla sua quarta edizione ed ha finora costituito un'importante occasione di confronto tra Parlamento e Governo, soprattutto in relazione alla discussione sull'Allegato infrastrutture al DPEF, che sarà presentato alle Camere fra pochi giorni. Con la risoluzione di approvazione del DPEF dello scorso anno, il Parlamento ha sollecitato il Governo a dare nuovo impulso alla realizzazione delle infrastrutture strategiche anche energetiche al fine di recuperare rapidamente il gap infrastrutturale che penalizza il nostro Paese nei confronti degli altri Paesi dell'Unione europea. In particolare, sono state, in tale occasione, evidenziate le seguenti priorità: la realizzazione della TAV Torino-Lione e tutto il Corridoio 5, con le relative interferenze, le pedemontane lombarda e veneta, nonché il ponte sullo Stretto di Messina nell'ambito del Corridoio 1.
L'analisi elaborata dalla Camera in collaborazione con gli enti di ricerca Cresme e Nova consente al Parlamento, ma anche a tutti i cittadini, dato che essa è pubblicata sul sito della Camera, di verificare - da un punto di osservazione diverso da quello fornito dal Governo - quanto è avvenuto in termini di infrastrutturazione del Paese, fornendo dati puntuali e sottolineando una chiave di lettura generale delle tendenze in atto.
Senza entrare nel dettaglio dei numeri e delle tabelle, sottolinea due aspetti, uno metodologico e uno quantitativo. Innanzitutto, rispetto al metodo seguito per questa edizione del rapporto, la novità è rappresentata dalla stretta collaborazione messa in campo con il Ministero delle Infrastrutture per confrontare i dati raccolti nel corso della ricerca: ciò ha consentito di chiarire gli ambiti di riferimento del rapporto e di elaborare una nuova tabella di raffronto fra le delibere CIPE e le opere monitorate dalla ricerca, mettendo fine una volta per tutte alle polemiche che hanno accompagnato le precedenti edizioni del rapporto.
Inoltre, sotto il profilo quantitativo, il rapporto mette in evidenza come, rispetto al programma iniziale del dicembre 2001, sono state realizzate 51 opere per un valore di oltre 28 miliardi di euro, pari al 16 per cento delle opere deliberate dal CIPE e al 10 per cento di tutto il programma; ad aprile 2007, solo due anni fa, le opere erano 12 con un valore di 6,7 miliardi. In un Paese come il nostro pieno di vincoli e di difficoltà nella realizzazione di infrastrutture - e in questa legislatura la Commissione è più volte intervenuta per risolvere alcuni di essi sia sotto il profilo legislativo che con un'azione di monitoraggio

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e impulso delle competenze di altri soggetti - Ministeri, concessionarie, enti locali - e ritiene che questo risultato sembra un buon punto di partenza per concentrare tutti gli sforzi verso una più celere realizzazione della restante parte del programma.
Tra le opere ultimate ricorda l'alta velocità Torino-Milano, il Passante di Mestre, il potenziamento di due tratti dell'autostrada A4 Torino-Novara Est e Milano-Bergamo-Brescia nel Nord; l'alta velocità Milano-Bologna, cui seguirà la Bologna-Firenze a dicembre prossimo, la quarta corsia Modena-Bologna, nonché il grande raccordo anulare di Roma al Centro.
Per quanto riguarda il Sud ricorda, infine, il completamento di importanti tratte delle autostrade siciliane e della Salerno-Reggio Calabria, la riqualificazione del porto di Olbia, numerosi sistemi idrici nonché alcuni elettrodotti.
Se si analizzano, invece, le sole opere approvate dal CIPE, delle 160 opere deliberate, 17 opere risultano ancora in fase di gara, 18 hanno completato l'iter di affidamento e si è in attesa di avviare i lavori, 24 risultano ultimate e 31 sono, invece, in fase di realizzazione. Ad aprile 2007, le opere ultimate erano soltanto 5 e 25 quelle in corso: ciò significa che 19 sono arrivate a completamento. Ritiene al riguardo, che tale dato costituisce il principale indicatore che il programma nell'ultimo biennio è entrato in una fase nuova, quella in cui le opere iniziano ad essere utilizzate dai cittadini producendo il loro effetto positivo.
Il rapporto segnala, infine, un dato di contesto più generale rispetto agli effetti della legge obiettivo sull'andamento dell'economia: il mercato dei lavori pubblici nel 2008 ha segnato una inversione del trend negativo degli anni precedenti, con una ripresa pari al 12 per cento rispetto all'anno precedente. Tale nuovo ciclo positivo è ulteriormente confermato dai dati relativi al primo quadrimestre del 2009, dove la crescita della spesa, rispetto allo stesso periodo del 2008, risulta intorno al 38 per cento.
Ritiene importante al momento mettere a frutto il contributo di tali informazioni ritenendo che, in base ad esse, il Parlamento deve elaborare una politica complessiva delle infrastrutture in grado di coniugare gli obiettivi esplicitati nella risoluzione sullo scorso DPEF, quali la sostenibilità ambientale, l'intermodalità, la riduzione del trasporto su gomma e l'incentivazione di quello su rotaia, con le esigenze di sviluppo e crescita del Paese.
Ritiene, quindi, che il passo successivo sarà quello di cominciare a valutare l'impatto economico della progressiva attuazione del programma, stimando l'occupazione, il valore della produzione ed il valore aggiunto sui prodotti sia in modo diretto che indotto, nell'ottica di una politica nazionale per il territorio finalizzata, oltre che alla costruzione di infrastrutture, alla riduzione del costo generalizzato del trasporto, alla rimodulazione della mobilità delle persone e delle merci, allo sviluppo delle aree interessate dalle nuove opere, nonché agli effetti di stimolo che derivano dall'incremento della competizione fra le diverse aree del Paese.
In questo senso ritiene che un'evoluzione del rapporto potrebbe essere quella di avviare fin da subito - e in via sperimentale - una valutazione economica della messa in esercizio di un piccolo numero di opere ultimate e delle relative ricadute sul territorio, in diverse aree del Paese, per contribuire a fare luce sui risultati effettivi delle politiche pubbliche nel settore delle infrastrutture.

Il viceministro Roberto CASTELLI esprime anzitutto un ringraziamento agli uffici della Camera che hanno predisposto il «corposo» rapporto che oggi viene presentato.
Si tratta di uno strumento importante che - ed è questo il suo primo merito - permette di avere una visione d'insieme, coerente e aggiornata, sullo stato di attuazione della legge obiettivo e sulla realizzazione del piano delle infrastrutture strategiche che la accompagna, consentendo, al tempo stesso, di conoscere l'esatta situazione

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relativa allo stato di avanzamento dei lavori di esecuzione di ciascuna singola opera.
Il rapporto contribuisce, inoltre, in misura significativa a sgombrare il campo da polemiche tanto ricorrenti quanto strumentali su quali opere siano ricomprese nel citato programma e su quante siano le risorse finanziarie effettivamente messe a disposizione per il completamento di tali opere.
Sotto questo profilo, egli ritiene che il dato politico fondamentale, rafforzato anche dalla lettura del rapporto, sia rappresentato dal fatto che il programma delle infrastrutture strategiche si sta progressivamente realizzando e che il Governo sta progressivamente aumentando gli stanziamenti indispensabili per l'ammodernamento infrastrutturale del Paese.
I dati contenuti nel rapporto aiutano inoltre a smentire un luogo comune, un difetto tutto italiano, che tende a enfatizzare i difetti e le lacune del Paese e a sminuire i risultati positivi che pure ci sono, anche in rapporto alla situazione degli altri Paesi europei. In tal senso, ricorda che nessuno si è mai scandalizzato per il fatto che in Francia, prima di avviare la realizzazione dell'alta velocità ferroviaria (TGV) sono stati «spesi» tre anni per informare le popolazioni e per discutere con i rappresentanti degli enti locali: il punto vero è che dopo questa fase si è passati senza indugio alla realizzazione delle opere. Allo stesso modo, non ci si è scandalizzati in Svizzera per il fatto che sono stati previsti sedici anni per il completamento del tunnel del San Gottardo. All'opposto, nessuno in Italia ha rivendicato lo straordinario risultato conseguito con la realizzazione di una tratta ferroviaria come quella dell'alta velocità fra Bologna e Firenze, che su 79 chilometri di percorso ha 77 chilometri di gallerie.
Se tutto questo è vero, se oggi è possibile guardare in modo diverso e positivo alla realizzazione delle infrastrutture indispensabili per lo sviluppo e la qualità della vita dei cittadini e delle imprese italiane, il merito fondamentale è della legge obiettivo, della capacità di questa legge di invertire una pericolosa tendenza che aveva portato nel passato addirittura a leggi che - come è il caso di una legge del 1975 - impedivano pro futuro la costruzione di nuove autostrade.
A questo merito fondamentale, si aggiunge oggi l'azione coerente di un Governo che ha messo le infrastrutture al centro della propria azione, come testimonia il fatto che il CIPE ha stanziato in questa legislatura per le opere pubbliche una quantità complessiva di risorse, pari all'1 per cento del PIL, superiore a quelle messe a disposizione in tutti gli altri settori.
Senza alcuno spirito polemico, intende ribadire in questa sede che un'inversione di tendenza positiva è in atto grazie alla lungimiranza della legge obiettivo, così come è in atto un deciso cambio di passo nell'azione di governo, che si è estrinsecato - per rimanere ai provvedimenti più importanti - nel ripristino delle concessioni precedentemente revocate; nelle misure per accelerare e scoraggiare il ricorso al contenzioso amministrativo; nell'istituzione dei commissari straordinari per la realizzazione delle infrastrutture strategiche. Su quest'ultimo punto, riferisce peraltro che la figura del commissario straordinario non è e non deve essere considerata come uno strumento per esautorare i rappresentanti delle comunità territoriali e per alterare l'equilibrio dei rapporti e delle competenze fra i diversi livelli di governo, ma come un'arma di riserva che il Governo si riserva di mettere all'opera soltanto nei casi di grave ritardo nell'avanzamento dei lavori di completamento delle infrastrutture.
Conclude, quindi, sottolineando ancora il positivo cambio di clima culturale e politico sulla necessità di superare il gap infrastrutturale fra l'Italia e i suoi partner europei, e ribadendo l'importanza dell'altrettanto positivo cambio di priorità che si registra, rispetto al recente passato, nell'azione del Governo nazionale. Al tempo stesso, auspica che ci possa essere a breve un ulteriore cambio di passo circa le risorse disponibili e confida, pur non potendo fare anticipazioni sul suo contenuto,

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che la discussione e l'approvazione del DPEF potrebbe essere nelle prossime settimane la sede più autorevole per compiere insieme, Governo e Parlamento, questo ulteriore passo positivo.

Salvatore MARGIOTTA (PD) dichiara di condividere alcune delle valutazioni del viceministro Castelli, a partire da quelle sul ruolo che la legge obiettivo ha avuto per il cambiamento dell'approccio alle questioni relative alla realizzazione delle opere pubbliche nel Paese. Tuttavia, anche per rispetto del pragmatismo con il quale il viceministro Castelli ha voluto affrontare le questioni infrastrutturali, ritiene di dover sottolineare una contraddizione nel suo discorso, laddove il viceministro ha sottolineato il dato positivo del cambiamento di passo culturale e politico, al tempo stesso riconoscendo l'insufficienza delle risorse finanziarie disponibili per l'ammodernamento infrastrutturale del Paese. In tal senso, chiede al viceministro se e quale sia la strategia del Governo per colmare il gap esistente fra il programma delle opere da realizzare e le risorse disponibili, anche al fine di scongiurare il rischio che - pur in un nuovo e più efficace quadro normativo e procedurale - il completamento delle infrastrutture di cui il Paese ha bisogno finisca per spostarsi sempre più avanti nel tempo, come è del resto accertato dallo stesso rapportoche oggi viene presentato.
Quanto, poi, alla distribuzione per macroaree territoriali delle opere comprese nel programma di infrastrutture strategiche, rileva che, come risulta dal rapporto, mentre il numero delle opere localizzate nel Mezzogiorno appare congruo rispetto al resto del Paese, il loro valore complessivo è ben al di sotto degli impegni assunti dal Governo e delle stesse prescrizioni normative dettate dalla legge obiettivo. Al riguardo, chiede al viceministro se e quale sia la strategia del Governo in ordine alla possibilità di invertire questa pericolosa china che penalizza il Mezzogiorno rispetto al resto del Paese.

Daniele MARANTELLI (PD) ringrazia anzitutto il viceministro Castelli per il taglio e per il tono del suo intervento. Nell'esprimere la sua condivisione relativamente al fatto che ci si sta muovendo positivamente rispetto al passato, ritiene tuttavia che in alcuni casi specifici ma importanti questo non stia avvenendo. Al riguardo cita, anzitutto, la vicenda dell'aeroporto di Malpensa e del mancato rispetto da parte del Governo degli impegni assunti - sia sul versante della revisione degli accordi bilaterali che su quello della liberalizzazione degli slot - per il rilancio di questa fondamentale infrastruttura aeroportuale. Allo stesso modo, ritiene ingiustificabile il ritardo di un anno fin qui accumulato sulla vicenda «EXPO 2015» e richiama il Governo alla necessità di far sì che il Presidente Stanca si dedichi, finalmente, a tempo pieno alla realizzazione delle opere indispensabili per il successo di questa fondamentale iniziativa. Su un piano diverso, inoltre, pur riconoscendo il carattere innovativo e positivo della legge obiettivo e degli strumenti da essa promossi, stigmatizza la perdurante insufficienza delle risorse finanziarie disponibili per il completamento della Pedemontana lombarda paventando il rischio grave che questo possa tradursi in un ingiustificato aumento dei pedaggi che finirebbe per scaricare sui cittadini e sugli utenti il costo della realizzazione dell'opera. Infine, invita il Governo a vigilare con più attenzione e assiduità sulla gestione di alcuni concessionari autostradali, come ad esempio quelli relativi alle autostrade dei laghi e alle tratte da Milano a Brescia e a Bergamo, e sull'effettivo svolgimento da parte di questi degli interventi e dei compiti ad essi assegnati, anche in termini di investimenti e opere da realizzare. Conclude, quindi, chiedendo che il viceministro Castelli di esprimersi sulla proposta avanzata dall'opposizione e condivisa anche da vasti settori della maggioranza di allentare il Patto di stabilità interno, per consentire ai soli comuni virtuosi di utilizzare le risorse già disponibili per la realizzazione di quelle piccole opere, la cui realizzazione sarebbe il più efficace volano anticiclico in questa fase di crisi economica, oltre che uno strumento indispensabile

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per migliorare la qualità della vita quotidiana dei cittadini e delle imprese.

Sergio Michele PIFFARI (IdV) ritiene che in un momento di scarsità delle risorse sia particolarmente opportuno definire le priorità relative alle opere da realizzare, stando attenti, però, a contemperare le esigenze connesse ad una pronta realizzazione delle infrastrutture con il rispetto di tutte le procedure e le garanzie connesse all'affidamento delle opere in questione. Ritiene, pertanto, particolarmente utile il lavoro svolto con la presentazione del rapporto, che permette un attento monitoraggio delle politiche, sia in termini di spesa effettuata che di avanzamento dei lavori. Sottolinea, inoltre, come occorra fornire una risposta all'esigenza di realizzare anche opere infrastrutturali di piccole e medie dimensioni, ripensando, semmai, ai vincoli di spesa che gravano sui comuni e che sono connessi al rispetto del patto di stabilità. Ritiene, infine, che il Governo dovrebbe fornire una risposta a quelle imprese che hanno già iniziato i lavori e che attendono il pagamento di quanto realizzato.

Il viceministro Roberto CASTELLI ritiene che non si possa certamente addebitare all'attuale Governo l'incapacità di colmare il divario fra il costo complessivo del programma delle infrastrutture strategiche, pari a circa 174 miliardi di euro, e l'ammontare delle risorse effettivamente disponibili che ad oggi ammontano a 55 miliardi. Aggiunge anzi che anche sotto questo aspetto vi è stato un significativo cambio di passo rispetto al precedente Governo. Al riguardo ricorda che mentre fra il 2006 ed il 2008 sono state approvate opere per un totale di 1,6 miliardi di euro, in questa legislatura sono stati stanziati con delibere CIPE ben 17,8 miliardi.
In merito a quanto rilevato dal deputato Margiotta, ritiene che se è pur vero che dal grafico riportato nel rapporto risulta un divario tra il Nord ed il Sud in termini di opere da realizzare, è pur vero che il settentrione registra numerosi progetti finanziati esclusivamente con capitale privato. Se si ha riguardo alle sole risorse pubbliche, il Mezzogiorno supera il settentrione, con l'85 per cento dei fondi Fas, pari a circa 7,5 miliardi, destinati a tale area, ai quali sono da aggiungersi 2,5 miliardi di risorse destinate dalla legge obiettivo, con una complessiva ripartizione dei fondi pubblici per due terzi al Meridione e per un terzo al settentrione.
Per quanto riguarda la realizzazione di opere di piccole e medie dimensioni, ricorda che il CIPE ha destinato a tal fine 825 milioni di euro, che interesseranno prevalentemente il Mezzogiorno del Paese.
Quanto alle osservazioni formulate dal deputato Marantelli, ricorda che l'hub aeroportuale di Malpensa è destinato ad avere un nuovo sviluppo economico una volta che sarà inaugurato il nuovo collegamento ferroviario Arcisate-Stabio che consentirà a tutta la Svizzera meridionale di accedere con facilità a tale aeroporto. Ricorda, comunque, che l'aeroporto di Malpensa, se si raffrontano i dati maggio 2008-maggio 2009, è l'unico aeroporto italiano ad aver registrato un incremento del numero dei passeggeri.
In merito all'entità dei finanziamenti, ribadisce che se è pur vero che la destinazione di un punto percentuale del PIL per la realizzazione di opere è uno sforzo non ancora sufficiente, si tratta, comunque, di un passo in avanti importante.
Per quanto riguarda, infine, quanto osservato dal deputato Piffari, rileva che il Governo ha ben chiaro il programma che intende attuare e che lo stesso è desumibile dal programma sulle infrastrutture, dall'allegato al DPEF e dalle intese quadro che sono state siglate con alcune regioni, che permetteranno di rendere immediatamente spendibili le risorse destinate ai progetti selezionati. Preannuncia che a luglio si terrà una nuova riunione del CIPE che provvederà ad approvare ulteriori progetti.

Agostino GHIGLIA (PdL) rileva che dal rapporto sulle infrastrutture testé presentato si evince un cambiamento importante rispetto al precedente Governo nelle politiche che presiedono all'approvazione e

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realizzazione delle infrastrutture nel Paese. Infatti, non solo vi è una condivisione generale sull'importanza di tali opere ai fini dell'ammodernamento del Paese ed anche ai fini di una ripresa dell'attività economica del sistema produttivo italiano, ma sono stati apprestati significativi stanziamenti che rendono realizzabile quanto condiviso. Altro elemento interessante che emerge dal rapporto è l'aumento, in termini percentuali, del numero delle opere che, dopo aver superato la fase progettuale, si trovano in fase di realizzazione, a dimostrazione che sta per avere inizio una nuova fase, quella operativa, capace di determinare gli effetti positivi sul sistema economico ed occupazionale auspicati.

Raffaella MARIANI (PD) ringrazia, anzitutto, il presidente della Commissione per avere promosso la predisposizione del rapporto e l'Amministrazione della Camera che lo ha realizzato poiché ritiene che il rapporto sia uno strumento indispensabile per dare impulso all'attività della Commissione e per porre il Parlamento nelle condizioni di esercitare al meglio le proprie prerogative nel dialogo e nel confronto con il Governo. Pur essendoci, sotto questo profilo, alcune cose che meriterebbero di essere puntualizzate, come ad esempio il fatto che il Governo ha dato seguito soltanto nel marzo scorso - con l'approvazione della delibera CIPE n. 6/2009 - agli atti di indirizzo sul DPEF approvati in sede parlamentare nel luglio 2008, ritiene che in questa sede si debba rifuggire da ogni polemica politica pretestuosa. Al contrario, reputa necessario affrontare, ciascuno nel proprio ruolo, anche sulla base dei dati e degli elementi di conoscenza forniti dal rapporto, il tema complessivo di quali siano o possano essere le proposte e le risposte necessarie a migliorare sia sul piano del completamento e del rafforzamento del quadro normativo che vede al centro la legge obiettivo che sul piano del reperimento e dell'equa allocazione delle risorse finanziarie necessarie alla realizzazione del piano delle infrastrutture strategiche. In questo modo, a suo avviso, sarà possibile, concentrare gli sforzi non sulla polemica strumentale ma sui nodi irrisolti: del varo di un piano di piccole opere da realizzare da parte dei comuni virtuosi allentando le maglie del Patto di stabilità interno; della definizione di priorità nella realizzazione delle infrastrutture che tengano conto davvero delle effettive risorse disponibili; della necessità di operare affinché il completamento del piano delle infrastrutture strategiche non continui ad essere differito indefinitamente; della definizione di un punto di equilibrio positivo fra le giuste esigenze di accelerare la realizzazione delle opere attraverso l'azione dei commissari straordinari e la necessità di informare con completezza i cittadini e di coinvolgere le istituzioni territoriali nella loro realizzazione.

Elisabetta ZAMPARUTTI (PD) chiede chiarimenti al rappresentante del Governo se non ritiene che l'attuale sistema di aggiudicazione delle gare basate sul meccanismo del massimo ribasso debba essere rivisto, anche in ragione della dilatazione dei costi e dei tempi che esso comporta ai fini della pronta realizzazione delle opere infrastrutturali.

Il viceministro Roberto CASTELLI, ritornando sulla questione riguardante la possibilità per i piccoli comuni di finanziare opere di piccole e medie dimensioni in deroga al patto di stabilità interno, pur essendo una problematica che compete più specificamente alle competenze del dicastero dell'economia, ritiene che, visti i risultati in termini di tenuta finanziaria ed economica del sistema paese in un momento di grave crisi economica, ben abbia fatto il Governo a non allentare i vincoli attualmente esistenti. Per quanto riguarda un rilievo formulato dal deputato Mariani, ricorda che al momento dell'insediamento del Governo, centosessanta procedure relative alla VIA erano ancora in fase di definizione; esprime , comunque, soddisfazione nel riscontrare un clima di assoluta

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condivisione all'interno della Commissione sulla necessità che si realizzi un importante programma di infrastrutture per il Paese. Ricorda che le priorità sono state individuate attraverso l'approvazione di intese-quadro con alcune regioni ed auspica che tale procedura possa presto interessare ulteriori regioni.
In merito, infine, all'opportunità di modificare la normativa relativa all'aggiudicazione delle gare prospettata dal deputato Zamparutti annuncia che il Governo si riserva di presentare un emendamento in materia.

Angelo ALESSANDRI, presidente, nel ringraziare il viceministro Castelli per la partecipazione dichiara conclusa la seduta.

La seduta termina alle 14.25.