CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 14 luglio 2009
201.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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ATTI COMUNITARI

Martedì 14 luglio 2009. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI, indi del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 13.30.

Sui lavori della Commissione.

Franco NARDUCCI, presidente, propone che la Commissione proceda dapprima all'esame della Relazione annuale dell'UE sui diritti umani per il 2008, previsto all'ordine del giorno nell'ambito degli atti comunitari.

La Commissione concorda.

Relazione annuale dell'UE sui diritti umani per il 2008.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 127, commi 1 e 2, del regolamento, e conclusione - Approvazione di un documento finale).

La Commissione prosegue l'esame dell'atto in titolo, rinviato nella seduta del 23 giugno 2009.

Franco NARDUCCI, presidente, ricorda che l'istruttoria relativa all'atto in titolo si è svolta presso il Comitato permanente sui diritti umani nelle sedute dell'11 febbraio e del 25 marzo scorsi e che il relatore, onorevole Mecacci, ha presentato nella seduta del 23 giugno una proposta di documento finale.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI, richiamando le perplessità già manifestate

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nella precedente seduta sui riferimenti contenuti nella proposta di documento finale sulla situazione in Iran, esprime il consenso del Governo sui contenuti complessivi del testo ribadendo tuttavia l'improprio inserimento del riferimento alla situazione dei diritti umani in Iran, che non costituisce oggetto di considerazione da parte della Relazione annuale dell'Unione europea sui diritti umani del 2008. Ritenendo che la grave situazione interna all'Iran meriti una valutazione specifica da parte della Commissione, invita il relatore a riformulare il testo del documento finale proposto sopprimendo l'ultima parte del dispositivo.

Matteo MECACCI (PD), relatore, accoglie l'invito alla riformulazione del documento finale nel senso indicato dal sottosegretario Scotti, anche in considerazione della disponibilità del Governo rispetto al merito complessivo del testo. Nell'auspicare analoga valutazione da parte della maggioranza parlamentare, ricorda che la preoccupante situazione dei diritti umani in Iran dopo le recenti consultazioni presidenziali ha costituito oggetto di attenzione da parte dell'Unione europea anche in relazione alla concomitante recrudescenza delle esecuzioni capitali, eseguite dalle autorità di Teheran. Auspica quindi l'approvazione da parte della Commissione di un atto di indirizzo sulla questione iraniana alla luce della mancata partecipazione di tale Paese al vertice G8, svoltosi a Trieste alla fine di giugno, delle drammatiche notizie che giungono dall'Afghanistan e, in generale, della rilevanza che le relazioni bilaterali con tale Paese tradizionalmente rivestono per l'Italia.

Margherita BONIVER (PdL) esprime compiacimento per l'approccio realistico insito nella proposta di documento finale: la questione iraniana riveste tale importanza per il Paese da richiedere piena coesione di visione da parte di maggioranza e opposizione. Al riguardo richiama la disdicevole situazione interna a quel Paese, in cui sembra avere avuto luogo un vero e proprio colpo di Stato con riposizionamento dell'establishment politico intorno alla figura della Guida Suprema. Considerata la lunga tradizione di rapporti bilaterali tra Italia e Iran, anche sul piano economico, appare opportuno operare per il pieno coinvolgimento di quel regime rispetto alla soluzione della crisi in Afghanistan, che proprio oggi ha imposto al nostro Paese il pagamento di un nuovo tragico contributo di sangue. Ricorda inoltre il dialogo tra l'Unione europea e l'Iran sul terreno dei diritti umani che, a suo avviso, deve essere rilanciato in omaggio al diritto del popolo iraniano al pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali: in Iran è in atto ormai da tempo una repressione sistematica del dissenso che ha causato vittime ed un numero imprecisato di persone scomparse. A suo avviso, su tutto questo il nostro Paese deve operare in modo fattivo.

Marco ZACCHERA (PdL), nel condividere le posizioni espresse dai colleghi, rileva che la Realpolitik si deve fermare alla luce della mancanza di ogni considerazione da parte di Teheran per le reazioni della comunità internazionale sui fatti seguiti alle elezioni del 12 giugno. Sottolinea che l'attenzione da parte dei mezzi di informazione appare in calo e che è del tutto sconosciuta la situazione al di fuori della capitale iraniana. Occorre a suo avviso avviare un dibattito in Commissione anche al fine di raccogliere dati sul numero di vittime, di detenuti e, in generale, sulla dimensione reale della protesta.

Paolo CORSINI (PD) condivide l'opportunità di pervenire ad un separato atto di indirizzo della Commissione sulla situazione in Iran. In merito al documento finale proposto, suggerisce la riformulazione del quarto capoverso al fine di prevedere la sostituzione delle parole «per la lieve riduzione della pena di morte» con le seguenti: «per la riduzione, per quanto ancora lieve, della pena di morte».

Matteo MECACCI (PD), relatore, accoglie la proposta di riformulazione avanzata dal collega Corsini.

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Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva il documento finale, come riformulato dal relatore (vedi allegato 1).

Stefano STEFANI, presidente, informa che se non vi sono obiezioni, il documento approvato sarà trasmesso, oltre che al Governo, anche al Parlamento europeo e alla Commissione europea.

La seduta termina alle 13.40.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 14 luglio 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 13.40.

DL 78/09: Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali.
C. 2561 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, prima di illustrare il disegno di legge in esame, esprime, a nome della Commissione, il cordoglio per l'odierno attentato al contingente italiano in Afghanistan, che ha provocato la morte di un soldato ed il ferimento di altri tre militari. È un'ulteriore conferma della gravità della situazione sul terreno in Afghanistan e del peso della responsabilità che il nostro Paese si è assunto insieme alla Comunità internazionale in quel contesto, ed è anche un ulteriore motivo perché il Parlamento dedichi la massima attenzione alla materia che è oggi al nostro esame.
Passando all'esame del decreto-legge in titolo, segnala che esso reca all'articolo 24 le disposizioni relative alla proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali. Tale inclusione, che contrasta profondamente con l'ormai consolidata prassi di un'autorizzazione legislativa ad hoc, è stata motivata dal Governo sulla base della necessità di procedere contestualmente alla copertura finanziaria. A tale proposito, ritiene doveroso ricordare che, in qualità di relatore per la III Commissione in occasione della precedente proroga al 30 giugno del corrente anno, aveva fatto rilevare l'evidente scostamento che si stava producendo rispetto alle previsioni di spesa della legge di bilancio.
Nonostante una simile motivazione, appare evidente come la procedura seguita sia andata a detrimento dell'esercizio del controllo parlamentare su una così delicata materia ed in particolare abbia sottovalutato ingiustificatamente il ruolo delle Commissioni esteri e difesa dei due rami del Parlamento. Sottolinea che l'audizione della scorsa settimana a Commissioni riunite della Camera e del Senato ministro La Russa e del sottosegretario Scotti sia stata l'occasione per manifestare il conseguente disagio dei competenti organi parlamentari.
Considera particolarmente positivo il fatto che tutti i gruppi parlamentari abbiano condiviso l'opportunità di porre rimedio alla situazione creatasi, al fine di non far mancare l'espressione dell'unanime sostegno del Parlamento alle nostre Forze armate impegnate nelle missioni internazionali. Dà altresì atto al Governo di aver aderito a tale prospettiva che quindi condurrà all'abrogazione dei commi da 1 a 72 dell'articolo 24 del decreto-legge, fatto salvo il comma 76 relativo alla copertura finanziaria pari a 510 milioni di euro. Sulla base dell'intesa intercorsa, segnala di avere provveduto, unitamente al collega presidente della IV Commissione, onorevole Cirielli, alla presentazione di una proposta di legge che reca il titolo «Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali», in cui i predetti commi sono rifusi ed integrati

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con le relative indicazioni di spesa disposte dal decreto del ministro della difesa del 3 luglio scorso. Tale proposta di legge, annunciata nella seduta di ieri, dovrebbe essere assegnata oggi direttamente in sede legislativa alle Commissioni riunite affari esteri e difesa, che potrebbero quindi iniziarne l'esame nella giornata di domani. Naturalmente, nell'espressione del parere che si accinge a proporre, sarà posta una condizione volta a sopprimere dal decreto-legge le disposizioni in materia di missioni internazionali.
Ne consegue che l'odierna seduta in sede consultiva, su tale materia, potrà limitarsi a considerazioni generali per poi rinviare l'esame dettagliato del contenuto delle disposizioni alla sede legislativa. Anche alla luce della missione appena svolta in Libano, ribadisce il pieno apprezzamento che viene riscontrato a proposito della partecipazione italiana a missioni internazionali in ogni contesto. In particolare, sottolinea l'importanza che l'Italia continui ad essere leading nation della missione UNIFIL al fine di assicurare le garanzie necessarie alla stabilizzazione politica del Libano; che sia accresciuto l'impegno italiano in Afghanistan, con particolare riferimento all'imminente scadenza delle elezioni presidenziali; che il ruolo dell'Italia nei Balcani occidentali assuma un peso maggiore in seno all'Unione europea, anche ai fini dell'accelerazione dell'integrazione nel contesto comunitario dei paesi dell'area.
Richiama quindi gli altri profili di competenza della Commissione con riferimento alla deroga di cui all'articolo 17, comma 7, in materia di nuove assunzioni di personale a tempo determinato ed indeterminato, che viene prevista per talune categorie (corpi di polizia, forze armate, Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, delle università, degli enti di ricerca, del personale di magistratura e del comparto scuola). A tale riguardo, ritiene opportuno estendere la deroga in parola anche al personale diplomatico che si trova sotto organico e nell'impossibilità di procedere a bandire il consueto concorso annuale, con evidenti ripercussioni negative sulla funzionalità della politica estera del Paese. Menziona infine le disposizioni di cui all'articolo 8 per l'attivazione della Cassa depositi e prestiti per sostenere l'internazionalizzazione delle imprese, nonché le disposizioni di cui all'articolo 12 in materia di contrasto ai paradisi fiscali al fine di dare attuazione alle intese raggiunte tra gli Stati aderenti all'OCSE ed infine l'autorizzazione alla spesa indifferibile per la XV ricostituzione presso la Banca mondiale del capitale del fondo IDA (International Development Association) per il periodo 2009-2011. Preannuncia quindi una proposta di parere favorevole con condizioni, che definirà anche sulla base del dibattito che potrà avere luogo nella seduta odierna.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI, in merito ai singoli teatri di crisi in cui operano i militari italiani all'estero, richiama quanto già illustrato alle Commissioni riunite esteri e difesa di Camera e Senato in occasione dell'audizione svolta la scorsa settimana. Condividendo la prospettiva di un esame in sede legislativa presso le Commissioni esteri e difesa delle disposizioni in tema di proroga del finanziamento delle missioni internazionali, secondo le modalità procedurali illustrate dal relatore, presidente Stefani, ritiene assai opportuna la menzione della deroga di cui all'articolo 17, comma 7, del decreto-legge in titolo. In considerazione delle specificità della carriera diplomatica e dei criteri per la progressione di tale carriera, sottolinea che il mancato bando di concorso per l'assunzione di diplomatici rischia di determinare disfunzioni e carenze nella copertura delle sedi all'estero.

Franco NARDUCCI (PD), intervenendo a nome del Partito Democratico, esprime soddisfazione per l'iniziativa della maggioranza che, in accoglimento dei rilievi mossi dal suo gruppo, ha consentito di scorporare dal testo del decreto-legge le norme in tema di missioni internazionali. Diversamente, si sarebbe prodotta una violazione dello spirito bipartisan che ha sempre contraddistinto l'esame dei provvedimenti

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di proroga delle missioni internazionali, considerata la difficoltà di pervenire ad un voto favorevole sul decreto-legge anticrisi. L'annunciata presentazione di una proposta di legge, la contestuale soppressione delle disposizioni dell'articolo 24 in tema di missioni internazionali e, soprattutto, la «rilegificazione» delle singole autorizzazioni di spesa rappresentano una soluzione che evita la lesione delle prerogative del Parlamento e un indebolimento dell'architettura democratica del nostro Paese. Nel dare atto della disponibilità mostrata da gran parte della maggioranza parlamentare e della sensibilità manifestata dalla Presidenza della Camera, ritiene di dovere esprimere preoccupazione per il continuo scivolamento nella pratica quotidiana dell'esercizio della legislazione verso forme poco rispettose del ruolo del Parlamento. Un'ulteriore considerazione deve essere rivolta alla copertura complessiva di 510 milioni di euro per i soli prossimi quattro mesi: si tratta di una copertura incerta ed eventuale in quanto basata sulle maggiori entrate e minori spese previste per effetto del provvedimento anticrisi.
Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere preannunciata dal relatore, auspicando l'inserimento di un'osservazione sul ridotto arco di tempo considerato dal provvedimento e sull'incertezza delle risorse finanziarie necessarie a coprire le spese per personale, logistica e sicurezza dei nostri soldati. Osserva infine che il ricorso ad un decreto-legge, finanziato sulla base di introiti previsti ma non accertati, non appare congeniale ad assicurare stabilità e credibilità del nostro impegno in merito alle missioni internazionali.

Enrico PIANETTA (PdL) esprime soddisfazione per la presentazione di una proposta di legge per l'esame in sede legislativa delle norme in tema di missioni internazionali, così da consentire un esame più organico e al contempo spedito. Condivide i richiami alla questione della deroga per le assunzioni, di cui all'articolo 17, comma 7, del decreto-legge in titolo, come pure all'articolo 8, finalizzato ad accrescere davvero la competitività delle imprese italiane nel confronto con i mercati internazionali.

Fabio EVANGELISTI (IdV), riservandosi di intervenire nel merito delle questioni in materia di missioni internazionali non appena sarà stato avviato l'esame in sede legislativa della menzionata proposta di legge, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore in ragione della contrarietà sul merito complessivo del provvedimento, della necessità di affrontare una riflessione accurata sulla presenza dei militari italiani in Afghanistan, considerati i recenti tragici accadimenti, nonché di conoscere il quadro che si presenterà allo scadere del termine di proroga fissato al 31 ottobre 2009.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI, in merito a quanto osservato dall'onorevole Evangelisti, rileva di avere già fornito i richiesti chiarimenti in occasione della citata audizione presso il Senato.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, sulla base degli elementi emersi dal dibattito, sottolineando di condividere le perplessità dei gruppi di opposizione sulla inopportunità di prevedere una proroga dei finanziamenti delle missioni internazionali per un tempo di soli quattro mesi, presenta una proposta di parere favorevole con condizioni che procede ad illustrare (vedi allegato 2).

Enrico PIANETTA (PdL) e Paolo CORSINI (PD) preannunciano, a nome dei rispettivi gruppi, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata dal relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizioni formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.

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ATTI COMUNITARI

Martedì 14 luglio 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dell'8 dicembre 2008 - Partenariato orientale.
COM (2008) 823.

(Esame, ai sensi dell'articolo 127, commi 1 e 2, del regolamento, e conclusione - Approvazione di un documento finale).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che nelle sedute del 19 e del 26 marzo si è svolto presso il Comitato permanente sulla politica estera dell'Unione europea l'esame istruttorio della Comunicazione, che si è concluso nella seduta del 20 maggio scorso, e che il 29 aprile la Commissione politiche dell'Unione europea ha espresso parere favorevole con osservazioni sulla comunicazione in oggetto.

Mario BARBI (PD), relatore, riferisce che il Comitato permanente sulla politica estera dell'Unione europea ha svolto una istruttoria approfondita sul Partenariato orientale, iniziata nel marzo scorso e conclusa con una proposta di documento finale da sottoporre all'esame della Commissione che passa sommariamente ad illustrare. Il Partenariato orientale è frutto di una iniziativa avviata nell'estate del 2008 all'interno della politica europea di vicinato con lo scopo di rilanciare una collaborazione più stretta con sei Paesi che facevano parte della ex Unione Sovietica (Ucraina, Bielorussia, Moldova, Georgia, Armenia ed Azerbaigian) ispirandosi all'Unione per il Mediterraneo. Il processo ha subito un'accelerazione a causa della crisi tra Georgia e Russia dell'agosto 2008. Scopo del Partenariato è il rafforzamento del dialogo politico ed economico tra l'Unione europea e i Paesi interessati e il consolidamento della loro economia, in special modo per quanto riguarda il settore energetico. Una grande attenzione è anche riservata al tema della mobilità. Ricorda che il Partenariato è stato avviato ufficialmente con il vertice di Praga del 7 maggio 2008, vertice che probabilmente non è stato alla altezza delle aspettative e delle intenzioni della presidenza ceca dell'Unione, anche a causa di alcune importanti defezioni, tra le quali quella dei capi di Stato di Bielorussia e Moldova. Segnala infine che nel corso dell'istruttoria sono stati individuati tre elementi critici, evidenziati nella parte dispositiva del documento finale: la necessità che il Partenariato non sia percepito come ostile da parte della Federazione Russa; l'attenzione sul fatto che non venga alterata la ripartizione di risorse, individuata in un rapporto di due terzi e un terzo, tra l'Unione per il Mediterraneo e il Partenariato orientale; che sia assicurato un maggiore ruolo dei parlamenti nazionali dello sviluppo del Partenariato stesso.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI rileva che anche il Governo italiano ha condiviso talune delle preoccupazioni rappresentate dall'onorevole Barbi, sulle quali ha ricevuto rassicurazioni in sede europea: in primo luogo, il Partenariato orientale non costituisce in alcun modo una sorta di procedura di adesione de facto. Sono inoltre confermate le risorse a disposizione dell'Unione per il Mediterraneo che non subiranno decurtazioni per effetto della costituzione del Partenariato orientale. È stato ribadito un cauto riferimento alla liberalizzazione dei visti per i cittadini dei sei Paesi terzi interessati ed è stata affermata la necessità di coinvolgere i Parlamenti nazionali nella istituzioni dell'Assemblea parlamentare del Partenariato orientale. Infine, è stato sottolineato il necessario coinvolgimento della Russia mentre per quanto riguarda la partecipazione della Bielorussia, si è posta la condizione del rispetto dei diritti umani. Infine, la linea di fondo che resta confermata

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individua nel Partenariato uno strumento di avvicinamento dei sei Paesi coinvolti all'Unione europea e in nessun modo una nuova linea divisoria nel cuore dell'Europa. Propone infine di inserire tra i presupposti per il sostegno da parte del Governo all'evoluzione del Partenariato orientale il contrasto ad ogni eventuale riconoscimento di natura istituzionale ove non sia assicurata la condizione del coinvolgimento dei Parlamenti nazionali degli Stati membri dell'Unione europea nell'Assemblea parlamentare del Partenariato orientale.

Marco ZACCHERA (PdL) propone di prevedere un riferimento al trasporto energetico in relazione all'importanza strategica di tali Paesi. Ritiene inoltre opportuno prevedere un riferimento a quanto più volte riaffermato dal Consiglio d'Europa laddove si auspica la garanzia della libertà di riunione e di espressione, nonché il rafforzamento dell'imparzialità e dell'indipendenza del potere giudiziario, menzionando in particolare il caso della Bielorussia.

Mario BARBI (PD) relatore, accoglie la proposta di riformulazione avanzata dal sottosegretario Scotti. Per quanto proposto dal collega Zacchera, ritiene di potere parimenti accogliere le proposte con l'eccezione del riferimento esplicito alla Bielorussia per l'inopportunità di citare nel documento finale un singolo Paese, anche al fine di mantenere un'omogeneità di stile con il parere approvato dalla XIV Commissione, che non reca riferimenti a singoli Stati.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di documento finale come riformulata dal relatore (vedi allegato 3).

Stefano STEFANI, presidente, informa che se non vi sono obiezioni, il documento approvato, unitamente al parere espresso dalla Commissione politiche dell'Unione europea, sarà trasmesso, oltre che al Governo, anche al Parlamento europeo e alla Commissione europea.
Coglie l'occasione per congratularsi, a nome della Commissione, con l'onorevole Mecacci per la recente nomina a relatore presso la Commissione Democrazia, Diritti umani e Questioni umanitarie dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE, ritenendo che si tratti di un prestigioso riconoscimento all'impegno del collega e dell'intera Commissione.

Matteo MECACCI (PD) ringrazia il presidente Stefani e in particolare i colleghi, tra cui gli onorevoli Picchi e D'Amico, che hanno sostenuto la sua candidatura unitamente a tutta la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE.

La seduta termina alle 14.20.