CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 giugno 2009
187.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Giovedì 11 giugno 2009.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.25 alle 9.45.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Giovedì 11 giugno 2009. - Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 14.15.

Giuliano CAZZOLA, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.

5-01051 Damiano: Dati ufficiali sulla copertura degli ammortizzatori sociali per i lavoratori che perdono il posto di lavoro.

Teresa BELLANOVA (PD), cofirmataria dell'interrogazione in titolo, ne illustra il contenuto, ricordando che il Presidente del Consiglio, in più occasioni, ha pubblicamente dichiarato che delle forme di sostegno al reddito previste dal Governo - Cassa integrazione guadagni inclusa - può beneficiare qualunque lavoratore (compresi, quindi, tutti i lavoratori precari), smentendo in tal modo il Governatore della Banca d'Italia, secondo il quale, invece, 1,6 milioni di lavoratori dipendenti e parasubordinati non hanno diritto ad alcun sostegno in caso di licenziamento. Nel far notare che le frasi del Presidente del Consiglio, a suo avviso, non corrispondono al vero, rileva che 800 mila lavoratori autonomi parasubordinati, 400 mila collaboratori e quasi 700 mila lavoratori a tempo determinato e interinali rimarrebbero, invece, senza alcun tipo di tutela. Osserva, inoltre, che le forme di intervento previste effettivamente dal Governo a favore di alcune tipologie di lavoratori precari non incidono sulla Cassa integrazione guadagni, né ordinaria, né in deroga, consistendo, invece, in misure una tantum di sostegno dall'importo assai contenuto.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI, nel rispondere all'interrogazione in titolo,

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ritiene che, per comprendere in pieno le affermazioni rese sull'argomento in discussione dal Governatore della Banca d'Italia e dal Presidente del Consiglio, occorra fare riferimento alle differenze relative alla cosiddetta «soglia di accesso» a tali strumenti di sostegno al reddito. Fa quindi notare che il Governo, per far fronte ad una crisi economica di vaste proporzioni, d'intesa con le regioni e con tutti gli attori sociali, ha intrapreso iniziative di assoluto rilievo per salvaguardare la base produttiva e occupazionale: l'obiettivo primario dell'accordo intervenuto tra Stato e regioni è stato, infatti, proprio quello di salvaguardare il capitale umano, in vista di una successiva ripresa delle attività produttive. Ricorda che a tal fine sono state concentrate risorse ordinarie e straordinarie - per un ammontare di 32 miliardi di euro nel biennio (ben 9 aggiuntivi rispetto a quelli comunque previsti ordinariamente) - volte a finanziare contratti di solidarietà e interventi di Cassa integrazione guadagni, attingendo dal Fondo per le aree sottoutilizzate e da risorse disponibili a livello regionale derivanti dal Fondo sociale europeo.
Ricorda poi che nelle sue diverse forme - Cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga - con le innovazioni legislative e amministrative introdotte nei mesi passati, la Cassa integrazione garantisce oggi l'80 per cento dell'ultima retribuzione a tutti i lavoratori subordinati (assunti a tempo indeterminato o a termine, o ancora con contratti di apprendistato o con contratto di lavoro interinale) dipendenti da ogni tipologia e dimensione di impresa di ogni settore o comparto produttivo. Ricorda altresì che, per i lavoratori comunque licenziati, è prevista l'indennità di disoccupazione, pari per diversi mesi al 60 per cento dell'ultima retribuzione. Fa altresì presente che per la prima volta il Governo ha introdotto una specifica indennità di reinserimento del 20 per cento (che varia da 700 a 1500 euro) anche per i cosiddetti lavoratori a progetto con un solo committente, anche se si tratta di lavoratori dipendenti non subordinati.
Osserva, pertanto, che la strategia posta in essere dal Governo è stata valutata idonea a mantenere i livelli occupazionali da eminenti personalità del mondo politico, economico ed istituzionale, sia a livello europeo sia a livello nazionale, sottolineando che lo stesso Governatore della Banca d'Italia ha riconosciuto ampiamente i meriti dell'Esecutivo derivanti dallo svolgimento di una attività rivolta a garantire la protezione del reddito anche per i lavoratori non coperti ordinariamente. Osserva, peraltro, che la stima della Banca d'Italia di 1,6 milioni di lavoratori non coperti da sussidio in caso di licenziamento corrisponde ad un dato basato su fattispecie residue, visto che il sistema è tutto incentrato ad evitare licenziamenti con le sospensioni e gli altri strumenti. Fa notare, inoltre, che tale stima si riferisce a lavoratori dipendenti privi dei requisiti di anzianità aziendale o contributiva, nonché a dirigenti e lavoratori parasubordinati per i quali non è prevista l'indennità, dal momento che per accedere ai benefici previsti dal sistema di welfare occorre aver lavorato un numero minimo di settimane.
In conclusione, assicura che il Governo, nella sua risposta, ritiene di avere riportato correttamente i dati che risultano dalle considerazioni del Governatore della Banca d'Italia e del Presidente del Consiglio dei ministri.

Teresa BELLANOVA (PD) nel replicare, ritiene di dover preliminarmente osservare che nelle stime del Governatore della Banca d'Italia - la cui serietà e professionalità non può essere messa in discussione - non rientrano in alcun modo i lavoratori precari della pubblica amministrazione, considerando i quali la platea dei lavoratori privi di tutele aumenterebbe considerevolmente. Osserva inoltre che, a fronte di una crisi economico-finanziaria che ha inciso in modo grave sugli assetti produttivi e sui livelli occupazionali del «sistema-Paese», l'Esecutivo - invece di mettere in campo interventi tempestivi e concreti di reale efficacia - intraprende politiche propagandistiche e di impatto

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puramente mediatico. A tale riguardo, pur comprendendo che in periodi di campagna elettorale, in vista dell'acquisizione di un facile consenso, alcuni esponenti di partito possano essere indotti ad intraprendere un certo tipo di linea politica - comunque da stigmatizzare - fondata su promesse concretamente poco attuabili, ritiene che il Presidente del Consiglio nel caso di specie sia andato ben oltre, poiché - a suo giudizio - ha piegato gli strumenti di informazione a propri fini, ingannando i cittadini-elettori, e ha dichiarato dati falsi su una questione molto delicata e complessa, come quella delle forme di sostegno al reddito a favore delle categorie di lavoratori più svantaggiate.
Intende poi precisare che, con la presentazione dell'interrogazione odierna, il suo gruppo non aveva intenzione di negare gli interventi predisposti dal Governo in materia di ammortizzatori sociali, ma si proponeva di far notare che essi sono ben lontani dall'offrire una piena copertura di tutte le categorie professionali coinvolte, tra le quali torna a citare gli 800 mila lavoratori autonomi parasubordinati e i numerosi collaboratori e lavoratori a tempo determinato e interinali. Ribadisce, inoltre, che a favore di alcune tipologie di lavoratori - tra i quali cita, in particolare, gli apprendisti e i lavoratori a progetto - non viene affatto previsto un intervento di Cassa integrazione, ma semplicemente una limitata forma di sostegno al reddito. Ritiene, inoltre, che non corrisponda al vero l'affermazione del rappresentante del Governo, secondo cui la Cassa integrazione garantirebbe oggi l'80 per cento dell'ultima retribuzione a tutti lavoratori subordinati, dal momento che per l'anno 2009 è stato previsto un tetto massimo relativo all'importo mensile dell'intervento di integrazione salariale, che renderà impossibile che i trattamenti dei lavoratori coinvolti raggiungano quella percentuale.
In conclusione, si dichiara assolutamente insoddisfatta delle risposta del rappresentante del Governo, stigmatizzando un tipo di informazione dell'Esecutivo che tende a distorcere la realtà e ad illudere i cittadini, facendogli credere che siano concretamente esigibili dei diritti fondamentali che, invece, allo stato rimangono largamente insoddisfatti.

Giuliano CAZZOLA, presidente, dichiara conclusa la seduta dedicata allo svolgimento dell'interrogazione all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.25.