CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 aprile 2009
169.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 28 aprile 2009.

Audizioni nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 344 Bellotti, recante «Disciplina della attività subacquee e iperbariche».
Audizioni di rappresentanti della Confederazione italiana delle attività subacquee (CIAS), di rappresentanti dell'Associazione didattiche subacquee (ADISUB), di rappresentanti dell'Associazione dei produttori della subacquea (ASSOSUB) e di rappresentanti della Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee (FIPSAS).

Le audizioni informali sono state svolte dalle 10 alle 10.55.

AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 28 aprile 2009.

Audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali territoriali sulle problematiche concernenti il trattamento pensionistico in favore dei dipendenti dell'Autorità portuale di Genova.

L'audizione informale è stata svolta dalle 11.35 alle 12.30.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 28 aprile 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA.

La seduta comincia alle 12.30.

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Disposizioni in materia di sicurezza pubblica.
C. 2180 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite I e II).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 22 aprile 2009.

Stefano SAGLIA, presidente, segnala che presso le Commissioni di merito è in corso l'esame degli emendamenti riferiti al disegno di legge in titolo, che si concluderà entro la giornata di oggi. Per tali ragioni, avverte che nell'odierna seduta della Commissione proseguirà il dibattito di carattere generale sul provvedimento, mentre la deliberazione di competenza - secondo quanto già previsto - sarà rinviata a domani, in attesa di verificare l'eventuale approvazione, da parte delle stesse Commissioni di merito, di proposte emendative di specifico interesse.

Marialuisa GNECCHI (PD) esprime forti perplessità, in primo luogo, sull'articolo 52 del provvedimento in esame, che reca norme in materia di concorso delle associazioni volontarie al presidio del territorio, facendo notare che esso riprende disposizioni già espunte - a seguito di un lungo ed approfondito iter parlamentare - da un precedente decreto-legge, adottato dal Governo sulla stessa materia. A tale riguardo, giudica quantomeno singolare il modo di legiferare della maggioranza parlamentare, che - se con il cosiddetto «collegato» sulla competitività ha quasi provveduto a mettere in discussione il principio del «bicameralismo perfetto», apportando al Senato numerose modifiche che ne hanno stravolto l'impostazione originaria - con il provvedimento in esame intende ora riproporre, a distanza di poche settimane, disposizioni sulle quali la Camera si era già espressa in modo chiaro ed equilibrato. Osserva che si tratta di un metodo di lavoro già utilizzato, per esempio, in occasione dell'esame del provvedimento in materia di contrasto alla violenza contro le donne, facendo notare come, anche in quel caso, norme poco chiare, introdotte con una presunta funzione «anti-stalking», che sembrava fossero state accantonate, furono recuperate nell'ambito del successivo decreto-legge. Rivolgendosi poi ai deputati del gruppo della Lega Nord Padania, dichiara di rilevare una contraddizione profonda tra l'articolo in questione e l'indirizzo politico attuato dal Governo in materia di federalismo fiscale, così fortemente sostenuto da quel gruppo parlamentare: fa infatti notare che, nel caso di specie, si interviene con una norma statale per disciplinare una materia che potrebbe essere agevolmente rimessa alla competenza legislativa delle regioni, le quali, infatti, hanno già provveduto in questa direzione e possono continuare a farlo.
Pur condividendo, inoltre, lo spirito di alcune disposizioni contenute nel provvedimento, improntate al ripristino delle regole della convivenza civile e al contrasto di fenomeni malavitosi di particolare gravità (che ritiene, peraltro, in alcuni casi di difficile applicazione, atteso il rilevante taglio di risorse alle forze dell'ordine operato dall'attuale Esecutivo), giudica demagogica ed inefficace la parte del disegno di legge concernente l'immigrazione, che ritiene eccessivamente penalizzante nei confronti dei lavoratori stranieri. Fa infatti notare che, nonostante la manodopera straniera rappresenti una risorsa indispensabile e richiesta con forza da molti imprenditori italiani (soprattutto nel campo delle attività stagionali), il Governo sta seguendo un indirizzo politico che tende a circoscriverne e limitarne l'ingresso nel territorio, introducendo norme che aumentano il costo del permesso di soggiorno o prevedono il possesso di requisiti sempre più stringenti per l'instaurazione dei rapporti di lavoro.
Esprime, quindi, il proprio disappunto in ordine al contenuto dell'articolo 45, comma 1, lettera t), laddove si abroga la disposizione secondo la quale l'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero irregolare non può comportare, per i medici, la sua automatica segnalazione alle

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autorità competenti. Al riguardo, auspica che le notizie di stampa recenti che attribuiscono alla maggioranza la volontà di espungere dal testo tale norma corrispondano al vero, poiché, in caso contrario, non potrebbe che ribadire la propria assoluta contrarietà ad una disposizione che si pone in contrasto con i più elementari diritti di cittadinanza, mettendo a repentaglio la salute dei singoli e della collettività. Pur comprendendo la ratio di alcune altre disposizioni, che vengono introdotte a salvaguardia del decoro urbano ed a tutela della sicurezza - come quelle che intervengono per modificare il Codice della strada - ritiene che esse debbano essere inquadrate in una visione politica di più ampio respiro, che richiederebbe di investire maggiormente sull'istruzione e sull'educazione, nel segno di una responsabilizzazione dei comportamenti, piuttosto che di una loro successiva repressione.
In conclusione, ritiene che dal contenuto del provvedimento emerga una concezione della sicurezza pubblica meramente propagandistica, che invece di far leva sul senso civico dei cittadini e sul rispetto della cultura dello straniero, mira ad inasprire le sanzioni e a prevedere vincoli eccessivi nei confronti dei lavoratori, con particolare riferimento a quelli extracomunitari.

Maria Grazia GATTI (PD) manifesta la sua totale contrarietà rispetto alla disposizione di cui al comma 1, lettera f), dell'articolo 45, che modifica l'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo n. 286 del 1998, il quale prevede che, fatta eccezione per i provvedimenti riguardanti attività sportive e ricreative a carattere temporaneo e per quelli inerenti agli atti di stato civile o all'accesso a pubblici servizi, la carta ed il permesso di soggiorno devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati. Fa notare che la lettera in esame elimina dalle eccezioni all'obbligo di esibizione gli atti di stato civile o relativi all' accesso a pubblici servizi, pregiudicando in modo grave diritti inviolabili dell'immigrato, atteso che, in applicazione di tale disposizione, in tutti gli atti di stato civile verrebbe disconosciuta la sua dignità giuridica e personale. Osserva, al riguardo, che - in applicazione di tale modifica legislativa, che giudica aberrante - una donna straniera che partorisse presso un istituto ospedaliero pubblico rischierebbe addirittura di non veder riconosciuto il proprio figlio, con la conseguenza che esso potrebbe essere affidato, decorso il termine di dieci giorni, in adozione ad altre coppie. Ritiene, inoltre, che la disposizione in esame possa favorire il proliferare di forme clandestine di assistenza sanitaria, dando luogo a gravi violazioni dei diritti umani, di fronte alle quali si dovrebbe levare alto il grido di protesta di tutti i parlamentari, anche dei gruppi di maggioranza. Rileva pertanto che il Governo, a dispetto di dichiarazioni pubbliche nelle quali manifesta la sua intenzione di sviluppare politiche a favore delle donne e dell'infanzia, continua ad adottare provvedimenti che, in realtà, mettono in discussione le regole stesse della convivenza civile e che non meriterebbero neanche di essere discussi in una sede parlamentare.
Si sofferma, infine, sull'articolo 42 del provvedimento, che modifica la legge n. 1228 del 1954, in materia di iscrizione anagrafica ed abitabilità degli immobili. Al riguardo, fa presente che tale articolo non colpirà solo le famiglie che vivono in abitazioni mobili, ma anche tutte quelle famiglie che vivono in edifici ed appartamenti, i quali, per i motivi più vari, non sono al momento dotati di un certificato di abitabilità o non rispondono in maniera completa, anche solo per taluni dettagli, alla vigente normativa sulle condizioni igienico-sanitarie. Per tali ragioni, fa notare che - se non sarà modificato l'articolo richiamato - vi è il concreto rischio che possano perdere l'iscrizione anagrafica nel luogo di residenza tutte le famiglie che vivono in un immobile non pienamente rispondente alla predetta normativa sull'abitabilità.

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Giuliano CAZZOLA (PdL) ritiene che l'immigrazione sia un processo di dimensione epocale derivante dal divario demografico che contraddistingue i due emisferi del Pianeta, ma anche un'importante risorsa, che può e deve essere valorizzata. Osserva infatti che - se tale fenomeno dovesse improvvisamente venir meno - nei Paesi dell'Unione europea più sviluppati si determinerebbe una sensibile diminuzione della popolazione e un suo sostanziale invecchiamento: l'immigrazione, pertanto, intesa come l'altra faccia della globalizzazione, sarebbe in grado di offrire lavoro e migliori condizioni di vita a milioni persone, che nel loro Paese non hanno valide prospettive. Citando, in particolare, significativi studi sulla materia, prodotti di recente da importanti istituti scientifici, fa notare che l'apporto lavorativo degli immigrati stranieri in Italia nell'anno 2006 è stato pari al 9,2 per cento del PIL nazionale, fornendo un contributo di rilievo nel campo dei servizi alla persona e nell'industria, specie nel settore edilizio, agricolo e turistico.
Dopo aver rilevato, inoltre, che l'immigrazione porta indiscutibili vantaggi ai paesi che forniscono accoglienza, anche in termini di maggiori contributi previdenziali e di miglior gettito fiscale, ritiene che il Governo di centrodestra abbia saputo intraprendere correttamente una politica pragmatica, che ha inteso cogliere gli aspetti positivi di tale fenomeno, sanzionandone, al contempo, le degenerazioni connesse a comportamenti che si pongono in contrasto con l'ordinamento dello Stato ospitante e rifuggendo da qualsiasi tentazione autoritaria dal contenuto discriminatorio, atteso anche che - in molte occasioni - i comportamenti illegali di cittadini extracomunitari sono inseriti nel contesto di un più complesso sistema di illeciti gestiti dalla criminalità interna. Per tali ragioni, richiamando anche talune esperienze concrete che ha avuto modo di conoscere a livello personale, invita tutti i gruppi a valutare con attenzione le dimensioni della questione, in modo da individuare soluzioni equilibrate e suscettibili di produrre risultati positivi per il Paese.

Luigi BOBBA (PD), nell'associarsi alle considerazioni espresse dai deputati del suo gruppo, ritiene che sussistano argomentazioni di natura demografica, economica e fiscale che dovrebbero spingere verso una moderna politica dell'immigrazione, fondata più sull'inclusione sociale che sulla criminalizzazione dello straniero. Proprio in questa direzione, ricorda che il gruppo del Partito Democratico ha provveduto a presentare presso le Commissioni di merito proposte emendative sull'argomento, tese in particolare ad introdurre una nuova fattispecie di permesso di soggiorno per la ricerca di lavoro, finalizzata a favorire l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro, che deve avvenire secondo regole chiare e trasparenti. Ritiene che tali emendamenti - che riprendono sostanzialmente il contenuto di proposte di legge già presentate dai gruppi del centrosinistra - possano migliorare sensibilmente il testo in esame, favorendo il contrasto al fenomeno dell'ingresso clandestino degli stranieri nel territorio italiano e andando incontro anche alle esigenze delle tante imprese che sono in attesa di assumere manodopera straniera. In proposito, fa notare che spesso la situazione di clandestinità in cui si trovano gli immigrati è la diretta conseguenza di un meccanismo degenerativo innescato dalle disposizioni legislative introdotte in materia dalla maggioranza di centrodestra, nel corso della XIV legislatura: infatti, a causa delle procedure farraginose e complicate previste da tali norme, le quote di ingressi per motivi di lavoro risultano ben inferiori rispetto alle esigenze di manodopera degli imprenditori, che spesso sono costretti ad assumere «in nero» i lavoratori immigrati. Nel ricordare di aver già presentato un atto di sindacato ispettivo in materia, osserva che l'applicazione di tali rigide normative può determinare conseguenze paradossali ed inutili sprechi di denaro, atteso che il lavoratore immigrato, per la cui formazione professionale magari sono state stanziate rilevanti risorse delle regioni, al termine di tale percorso formativo svolto nel Paese di origine, potrebbe non trovare alcuna collocazione

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lavorativa. Auspica, dunque, che la maggioranza, invece di introdurre «norme-manifesto» di stampo xenofobo, recepisca la proposta dell'opposizione, in nome di un modello di integrazione fondato sul rispetto dei diritti fondamentali dell'individuo e non sulla sua esclusione dalla società.

Stefano SAGLIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.10.

AUDIZIONI

Martedì 28 aprile 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA. - Interviene il ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta.

La seduta comincia alle 13.10.

Audizione del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, sugli esiti della recente rilevazione dei contratti di lavoro flessibile nella pubblica amministrazione.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, e conclusione).

Stefano SAGLIA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche mediante la trasmissione diretta sul sito Internet della Camera dei deputati e la trasmissione televisiva differita sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, l'audizione.

Il Ministro Renato BRUNETTA svolge una relazione sull'argomento oggetto dell'audizione.

Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Giovanni PALADINI (IdV), Ivano MIGLIOLI (PD), Giuliano CAZZOLA (PdL), Teresio DELFINO (UdC), Massimiliano FEDRIGA (LNP) e Cesare DAMIANO (PD).

Il Ministro Renato BRUNETTA fornisce ulteriori precisazioni in ordine ai quesiti posti.

Stefano SAGLIA, presidente, ringrazia il Ministro per il contributo fornito e - preso atto della disponibilità ad individuare, nel corso delle prossime settimane, una nuova data per lo svolgimento di un'ulteriore audizione sulle tematiche affrontate nella seduta odierna - dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14.20.

N.B.: Il resoconto stenografico dell'audizione è pubblicato in un fascicolo a parte.