CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 marzo 2009
157.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 25 marzo 2009.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.30 alle 14.35.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 25 marzo 2009. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 14.35.

Programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2009, relativo all'acquisizione del sistema d'arma Joint Strike Fighter e realizzazione dell'associata linea FACO/MRO&U (Final assembly and check out/Maintenance, repair, overhaul&upgrade) nazionale.
Atto n. 65.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

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La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Giulio MARINI (PdL), relatore, osserva che il programma pluriennale in esame è relativo alla partecipazione del nostro Paese ad un'ulteriore fase del Programma di realizzazione dell'aeromobile JSF e al relativo acquisto di 131 velivoli con i relativi equipaggiamenti e supporti; alla realizzazione, presso l'aeroporto militare di Cameri (Novara), di una linea di assemblaggio finale e di verifica (FACO) per i velivoli destinati ai Paesi europei, destinata successivamente a trasformarsi in un centro di manutenzione, revisione, riparazione e modifica. Per quanto riguarda la parte del Programma relativa all'acquisizione dei velivoli JSF, rileva che la scheda dello Stato maggiore della difesa che accompagna la richiesta di parere parlamentare evidenzia come tale operazione consente di garantire il mantenimento nel tempo delle capacità operative militari essenziali dello strumento militare, sia con riferimento alle funzioni dell'Aeronautica militare che a quelle della Marina militare, nell'ambito della difesa nazionale e nelle operazioni all'estero. Al riguardo, nella citata scheda si precisa, infatti, che le due Armi hanno necessità di sostituire la dotazione di circa 250 velivoli dell'Aeronautica, nonché i 18 Harrier AV8B-Plus a decollo verticale della Marina (15 in servizio), che le rispettive Forze armate provvederanno ad eliminare gradualmente a partire dal 2014. La scheda dello Stato maggiore prevede che i primi F-35 saranno introdotti nella flotta aerea militare a partire dal 2014. In relazione al citato programma osserva che esso fa parte del più generale programma Joint Strike Fighter al quale l'Italia ha aderito fin dal 1999 con un contributo di 10 milioni di dollari, dopo che le Commissioni difesa della Camera e del Senato avevano espresso parere favorevole, rispettivamente nelle sedute del 9 e del 15 dicembre 1998.
Il nostro Paese ha, poi, confermato la partecipazione anche alla successiva fase di produzione dei primi esemplari dopo i pareri favorevoli con osservazioni, espressi dalle Commissioni difesa del Senato e della Camera, rispettivamente nelle sedute del 14 maggio e del 4 giugno 2002. L'Italia si è impegnata in questa fase con 1.028 milioni di dollari (corrispondenti allora a 1.190 milioni di euro) in undici anni. Da ultimo, nel corso della XV legislatura l'Italia ha sottoscritto un apposito Memorandum relativo alla partecipazione del nostro Paese all'ultima fase del Programma JSF, sul quale la Commissione difesa è ora chiamata ad esprimere il proprio parere.
Per quanto riguarda, poi, la parte del Programma relativa alla realizzazione, presso l'aeroporto militare di Cameri (Novara), di una linea di assemblaggio finale e di verifica (FACO) per i velivoli destinati ai Paesi europei, la citata scheda illustrativa del Programma evidenzia che tale realizzazione oltre a consentire l'incremento per il nostro Paese, del patrimonio di conoscenze relativo alle nuove tecnologie, offrendo ulteriori possibilità di espansione all'industria nazionale della difesa, offrirà 600 posti di lavoro da impiegare all'interno della struttura industriale che dovrebbe aggiungersi a una spinta occupazionale generale del programma (in aziende locali e nazionali) quantificata, secondo una stima industriale, in circa 10.000 posti di lavoro. La scheda prevede, inoltre, che le attività svolte nel centro FACO di Cameri determineranno un incremento di 450 milioni di euro del PIL nel periodo 2009-2025.
Per quanto riguarda la durata del Programma in esame, nel suo complesso, segnala che la durata prevista del programma JSF e quella relativa alla costruzione del centro FACO di Cameri è di 18 anni (2009-2026). Per quanto riguarda, invece, i costi del Programma, secondo la scheda dello Stato maggiore il costo relativo al programma JSF, per le fasi a venire, è stimato in 16,6 miliardi di dollari, pari a 12,9 miliardi di euro. Per quanto riguarda, invece, la costruzione della struttura FACO, il costo della FACO/MRO&U è stimato in 775 milioni di dollari, pari a 605,5 milioni di euro, di cui 550 milioni di euro relativi a costi non ricorrenti (infrastrutture

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ed equipaggiamenti necessari alla realizzazione della capacità produttiva e di manutenzione).
Segnala che la scheda dello Stato maggiore della difesa non contiene indicazioni specifiche sulle modalità di finanziamento dei costi del programma, ma riferisce che il finanziamento potrà avvenire attraverso risorse contenute nello Stato di previsione del Ministero della difesa o verosimilmente attraverso fondi allocati in altre poste di bilancio esterne a quello della Difesa. La nota illustrativa allegata alla richiesta di parere evidenzia altresì che il ricorso a fondi «extrabilancio» della Difesa appare ancora più ipotizzabile a partire dal 2001. La ripartizione degli stanziamenti riportata nella scheda allegata alla richiesta di parere viene pertanto indicata come ipotesi di programmazione finanziaria da rendere compatibile con il quadro generale degli stanziamenti destinati ai programmi di ammodernamento e rinnovamento dello strumento militare. In relazione al Programma in esame fa presente che la Nota aggiuntiva allo Stato di previsione del Ministero della difesa per il 2009 prevede espressamente, nell'elenco dei programmi d'arma relativi ai mezzi aerei, il programma JSF, per il quale è programmata, per il medesimo esercizio finanziario, una spesa di 47,1 milioni di euro. Da ultimo, ricorda che la scheda allegata alla richiesta di parere reca la previsione di una partecipazione industriale italiana al programma pari a 11 miliardi di dollari nelle sole fasi di sviluppo e produzione. La partecipazione dell'industria nazionale alle fasi di supporto logistico e di sviluppo successivo non sono ancora definite, mentre le attività svolte nel centro FACO/MRO&U potranno offrire opportunità aggiuntive alla partecipazione dell'industria nazionale al programma pari a circa 1,5 miliardi di dollari.
In conclusione, nell'esprimere una valutazione positiva sul programma in esame, sia per le positive ricadute in termini occupazionali che il Programma determina, sia per la sua utilità alla difesa nazionale, si riserva di esprimere una proposta di parere favorevole al termine degli interventi.

Edmondo CIRIELLI, presidente, prospetta al sottosegretario Cossiga l'opportunità che il Governo fornisca chiarimenti su taluni aspetti del Programma in esame, che rappresenta un progetto importante per gli aspetti tecnologici, anche in connessione con la cosiddetta «invisibilità radar», per la cooperazione con gli Stati Uniti e per le ricadute che si avranno nel nostro Paese. Osserva che tale progetto si è sviluppato a partire dal governo D'Alema e che, essendo già stati spesi ad oggi un miliardo di dollari, per l'Esecutivo attuale la scelta è obbligata. Pone in risalto il fatto che il programma rappresenta un impegno assai rilevante che il Governo assume in un periodo di grave crisi economica per il Paese. Per tale ragione è necessario che si chiariscano i motivi che sono alla base della decisione di porre mano ad un gravoso programma di realizzazione di caccia di quinta generazione, non essendo ancora stato completato il programma relativo a quelli di quarta generazione, ovvero gli Eurofighter. Occorre altresì dare risposte in merito alla scelta a favore di un programma basato sul criterio della best value, a paragone del programma Eurofighter che era tutto europeo e consentiva di dare pieno risalto alle aziende nazionali. In tale contesto è necessario chiarire il ruolo delle aziende italiane e prevedere un impegno specifico per assicurare un ritorno in termini di tecnologia e di ricadute economiche. In merito alla scelta relativa alla base di Cameri, sottolinea che per la prima volta gli Stati Uniti accettano che la fase di assemblaggio avvenga al di fuori del proprio territorio nazionale. Ritiene che, nel pieno rispetto della valenza nazionale che il programma riveste, anche alla luce della recente approvazione del provvedimento sul federalismo fiscale, il Governo dovrebbe adeguatamente motivare l'opzione a favore di Cameri in luogo di altre località economicamente più svantaggiate, considerato

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il rilevante investimento che ci si accinge a fare nel territorio che sarà interessato dal programma.

Salvatore CICU (PdL), condividendo le osservazioni del presidente Cirielli, ritiene che il tema in esame riguarda la politica industriale del nostro Paese, oltre a quella militare, per la quale è mancata un'adeguata programmazione per più esercizi finanziari a cui le istituzioni e la politica avrebbero poi dovuto dare sostegno e concretezza. Sottolinea che con il programma si prospettano ritorni industriali inferiori ai 150 milioni di dollari, che non soddisfano le aspettative dell'industria italiana per la partecipazione al progetto. Occorre pertanto un supporto sul piano politico, militare e finanziario per superare le resistenze degli Stati Uniti al trasferimento delle tecnologie. Alla luce di tali considerazioni prospetta l'opportunità che il parere della Commissione sul programma in titolo esprima in termini condizionali l'esigenza che il Governo e il Parlamento operino per orientare gli investimenti nella prospettiva delle politiche industriali del nostro Paese, oltre che di quelle militari. Nel rivolgersi al rappresentante del Governo, formula l'auspicio che il Governo gestisca la questione promuovendo l'autentica partecipazione del nostro Paese al processo.

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) condivide molte delle considerazioni svolte dal presidente Cirielli e dall'onorevole Cicu. Sottolinea che, poiché il programma JSF è entrato nella fase più impegnativa sul piano economico e finanziario, occorrerebbe conoscerne l'impatto sul bilancio dello Stato e verificare in quali termini la cosiddetta «tecnica invisibile» sia condivisa con il nostro Paese. Occorre altresì individuare i benefici che deriveranno all'Italia e, in particolare, alle imprese in occasione dell'avvio della quarta e quinta fase di realizzazione, ovvero delle fasi più onerose. Per tali ragioni prospetta l'opportunità di procedere ad accurati approfondimenti istruttori che si riserva di precisare in occasione della prossima riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione.

Filippo ASCIERTO (PdL), concordando con gli interventi svolti dal presidente Cirielli e dall'onorevole Cicu, ricorda che il Parlamento ha sempre espresso posizioni condivise a favore dell'avvio e consolidamento di una politica europea di difesa. A suo avviso, anche a fronte dell'oneroso investimento richiesto dal programma in titolo, si dovrebbe proseguire nel gettare le basi per la realizzazione di un esercito europeo e di progetti tecnologici ai quali prenda parte l'Europa in quanto tale.

Augusto DI STANISLAO (IdV), nel condividere gli interventi dei colleghi di maggioranza, esprime preoccupazione per la possibile perdita di dignità che il nostro Paese potrebbe subire a causa del ruolo che esso è destinato a giocare nel partenariato connesso alla realizzazione del programma JSF. Occorre, inoltre, precisarne le ricadute economiche anche al fine di valorizzare la funzione svolta dalla Commissione, che non coincide con la mera ratifica di decisioni prese altrove. È altresì necessario far comprendere il modo in cui i benefici si potranno distribuire sul territorio nazionale e come tradurre il progetto in termini occupazionali. Per tali ragioni condivide la richiesta, avanzata dalla collega Villecco Calidari, per lo svolgimento di un ciclo di audizioni adeguate all'importanza del progetto.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA, riservandosi di fornire nel prosieguo dell'esame gli elementi di chiarimento richiesti, in vista delle audizioni che si terranno a partire dalla prossima settimana, precisa che il programma in titolo riguarda necessità delle Forze armate e questioni attinenti all'industria della difesa nel quadro della politica industriale del Paese. Sul piano tecnico-operativo, precisa che non vi è incompatibilità tra la realizzazione di mezzi di quarta e di quinta generazione: il programma Eurofighter è infatti ancora incompleto e comunque non vi sarebbero

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sovrapposizioni con il programma JSF, considerato che il primo rappresenta un tipico aereo da caccia mentre il JSF ha una maggiore articolazione di impieghi. Quanto alla scelta di una cooperazione con gli Stati Uniti in luogo di un progetto europeo, sottolinea che in ambito europeo non sono stati lanciati progetti su tecnologie di quinta generazione in quanto troppo onerosi. Il JSF rappresenta peraltro storicamente il maggior progetto e la sola dimensione europea non è in grado di garantire i migliori costi. Quanto al sostegno da parte del Governo, sottolinea che si procede nella direzione auspicata dall'industria italiana che deve cogliere l'opportunità derivante da un approccio innovativo quale è quello basato sul criterio del best value. La sinergia tra Governo e impresa è essenziale per garantire efficacia e adeguati ritorni al Paese e l'industria italiana potrà prendere parte al progetto finché sarà in grado di garantire un determinato livello tecnologico e prezzi competitivi. Nel ricordare che l'Italia ha assunto l'iniziativa nei confronti degli Stati Uniti per un ampliamento della cooperazione internazionale sul progetto JSF, rileva che la scelta a favore della base di Cameri risponde a criteri di sicurezza, che in altre aree del Paese non sembrano garantiti allo stesso modo.

Ettore ROSATO (PD), in merito a quanto riferito dal sottosegretario Cossiga, rileva la sussistenza di un gap considerevole, pari a circa il 50 per cento, tra i costi stimati e i ritorni e le quote di mercato che le imprese italiane acquisirebbero. Se questa è la realtà, occorre intervenire in quanto si sarebbe ben lontani dal raggiungimento di un obiettivo strategico, che è invece condiviso soprattutto alla luce dell'attuale crisi economica.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA precisa che il gap, cui fa riferimento l'onorevole Rosato, è ben al di sotto del 50 per cento essendo pari allo scarto tra i 13 miliardi di dollari di investimenti e gli 11 miliardi di ritorno. Ritiene che ulteriori elementi di chiarimento deriveranno dalle audizioni che si potranno svolgere a partire dalla prossima settimana.

Edmondo CIRIELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Programma pluriennale di A/R n. SMD 03/2009, relativo all'acquisizione di due velivoli con capacità SIGINT - multi sensore e multi missione JAMMS - Joint airborne multisensor multimission system.
Atto n. 66.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Franco GIDONI (LNP), relatore, osserva che il programma pluriennale in esame, sul quale la Commissione difesa è chiamata ad esprimere un parere al Governo, è relativo all'acquisizione di due velivoli con capacità SIGINT, cioè dotati di apparecchiature idonee all'intercettazione di segnali ed comunicazioni criptate. Si risponde dunque alla duplice esigenza di sostituire il velivolo ancora in servizio, ma destinato ad essere prossimamente dismesso e di supportare le operazioni delle forze nazionali e alleate impegnate in operazioni militari in Patria e fuori dai confini nazionali nel controllo e nella sorveglianza dello spazio multidimensionale del conflitto. Il perseguimento di tali finalità operative richiede l'adozione di un moderno velivolo caratterizzato da avanzate capacità e comunemente definito come JAMMS (Joint airborne multisensor multimission system). Sottolinea che nell'evoluzione della situazione internazionale e soprattutto nelle recenti situazioni di crisi è ampiamente dimostrato che «la presenza di un JAMMS è fondamentale e irrinunciabile per qualsiasi tipo di operazione», sia per le capacità proprie dell'assetto, sia, soprattutto, quale fattore abilitante e moltiplicatore di forze (key enabler) per gli assetti schierati. Infatti uno degli aspetti fondamentali di una piattaforma

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di tipo JAMMS è la sua interoperabilità con assetti sia nazionali che internazionali; tale caratteristica è assicurata attraverso la componente Communications and Relay (comunicazione e ri-trasmissione) e la presenza a bordo dei più diffusi standard NATO di comunicazione e LINK tattici, che consentono di operare nei tre domini del campo di battaglia: aereo, navale e terrestre. Inoltre vale la pena ricordare che le comunicazioni satellitari consentono un'estensione della connettività dell'assetto che va ben oltre l'orizzonte ottico. La scelta per l'acquisizione cadrà su di un «velivolo già commercialmente esistente» completo del necessario supporto logistico integrato, anche se secondo la scheda illustrativa consegnataci, il velivolo Gulfstream G550 parrebbe rappresentare «il velivolo ritenuto più idoneo al soddisfacimento del requisito operativo»; si tratta, infatti, non solo di un vettore ideale in termini di prestazioni di volo, ma anche di una piattaforma già impiegata a livello operativo nel settore SIGINT con capacità JAMMS. La scelta di tale velivolo deriva dall'applicazione di un «concetto architetturale» del tipo SOA (Service Oriented Application) che prevede l'applicazione di apparati con un livello di maturità tecnica estremamente elevato, che comportano la semplificazione dell'approntamento tecnologico e la riduzione dei rischi e dei costi. Per quanto riguarda il programma esso avrà una durata di sette anni, con avvio pianificato a partire dal 2009. Il costo stimato del programma ammonta a 280 milioni di euro a valere sul bilancio ordinario della difesa. In relazione ai costi del Programma in esame, segnala che la Nota aggiuntiva allo stato di previsione della difesa per il 2009 non indica alcuno stanziamento finalizzato al programma di acquisizione di velivoli con capacità JAMMS; infatti esso «sarà oggetto di successiva valutazione di compatibilità/percorribilità il sostegno al programma di acquisizione di velivoli JAMMS (Joint Airborne Multisensor Multimission System) con capacità di sorveglianza tattica e operativa». Nell'esprimere una prima valutazione positiva sul provvedimento in esame, si riserva di presentare una proposta di parere al termine degli interventi in Commissione e dell'audizione prevista per la prossima settimana.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA si riserva di esprimere nel prosieguo dell'esame i proprio orientamenti al riguardo.

Edmondo CIRIELLI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Programma pluriennale di A/R n. SMD 01/2009, relativo alla digitalizzazione dei principali mezzi, sistemi e componenti di una Forza NEC (Network enabled capability) articolata su una Forza media digitalizzata a connotazione terrestre e su una Forza da sbarco digitalizzata (prima fase).
Atto n. 67.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Giorgio HOLZMANN (PdL), relatore, osserva che la Commissione difesa è chiamata ad esprimere un parere al Governo in merito alla prima fase del programma pluriennale di digitalizzazione dei principali mezzi, sistemi e componenti di una Forza NEC. Al riguardo, ricorda che, in via generale, il progetto «Forza NEC» è un progetto di ammodernamento dello strumento militare inteso all'acquisizione di capacità operative e tecnologiche completamente digitalizzate e come tali in grado di sfruttare le opportunità offerte dalle moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Da un punto di vista operativo, il progetto di digitalizzazione di una «Forza Nec» consiste nel dotare tutte le unità operative schierate in campo, dai posti di comando fino al singolo soldato, di opportuni sistemi digitali di elaborazione e di comunicazione, pienamente integrati ed interoperabili tra di loro. Il progetto in esame, attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie informatiche, consente di ridurre in maniera significativa

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i tempi di comunicazione e di acquisizione delle informazioni che da sempre rappresentano una criticità nella condotta delle operazioni militari. Come precisato nella scheda illustrativa che accompagna la richiesta di parere in esame, la realizzazione dell'intero programma «con le attività approvvigionative successive alla prima fase sperimentale rappresenta di fatto un rinnovamento ed ammodernamento della componente terrestre dello strumento militare in quanto prevede nel tempo sia la sostituzione dei mezzi ed equipaggiamenti in dotazione, sia l'elaborazione della associata digitalizzazione». La prima fase del Programma pluriennale in esame, sul quale la Commissione difesa è chiamata ad esprimere un parere, attiene, in particolare, ad una serie di attività sperimentali e di collaudo che dovranno costituire la «cornice» essenziale per la successiva fase di digitalizzazione, in tempi ristretti, di una Forza media articolata su una Brigata media e di una Forza da Sbarco, individuata nel Reggimento Lagunari «Serenissima» e nel Reggimento «San Marco» della Marina militare. Tali attività preliminari consistono, in particolare, nella progettazione del programma di digitalizzazione; nel collaudo dei sistemi e delle piattaforme da digitalizzare; nella definizione dei progetti industriali; nell'approvvigionamento dei principali strumenti di digitalizzazione Come precisato nella richiamata relazione illustrativa, la successiva seconda fase del Progetto, relativa alla effettiva digitalizzazione delle prime due unità operative (Una Forza media ed una Forza anfibia) «sarà oggetto di presentazione, con specifico programma». La durata prevista del programma relativo alla prima fase di digitalizzazione di una «Forza Nec», come riferisce la scheda illustrativa, è di quattro anni con inizio dal 2009. Il costo stimato della prima fase del Programma ammonta a 650 milioni di euro. Al riguardo, la citata nota illustrativa precisa che «il sostegno finanziario potrà essere assicurato dal Ministero dello Sviluppo economico». Al riguardo, sarebbe opportuno che il Governo fornisse taluni chiarimenti in quanto la Nota aggiuntiva allo Stato di previsione del Ministero della difesa per il 2009 precisa che «il Programma è in parte sostenuto anche con risorse a valere sul Dicastero dello Sviluppo economico». Per quanto riguarda gli aspetti industriali del Programma, la scheda illustrativa esclude il ricorso ad iniziative di cooperazione internazionale. Il programma dovrebbe essere, pertanto, realizzato da industrie nazionali operative nel settore meccanico, elettronico, elettromeccanico, elettroottico e delle telecomunicazioni. Nell'esprimere una valutazione positiva sul provvedimento in esame, si riserva di presentare una proposta di parere al termine degli interventi in Commissione.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA si riserva di esprimere nel prosieguo dell'esame i proprio orientamenti al riguardo.

Edmondo CIRIELLI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.20.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 25 marzo 2009. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 15.25.

DL 11/2009: Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori.
Nuovo testo C. 2232 Governo.

(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore, osserva che per quanto concerne le

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competenze della Commissione, esse riguardano le norme contenute nei nove commi dell'articolo 6 del provvedimento, relativo al Piano straordinario di controllo del territorio. Nell'obiettivo di attuare il Piano, il comma 1, novellando l'articolo 61, comma 22, del decreto-legge n. 112 del 2008, anticipa al 31 marzo 2009, rispetto al 30 aprile dello stesso anno, il termine per l'adozione del decreto del Presidente della Repubblica. per la ripartizione tra le varie forze di polizia e i vigili del fuoco delle risorse destinate all'assunzione di personale dal medesimo provvedimento. Ricorda che la norma contenuta nel decreto legge n. 112 del 2008 ha autorizzato, per il 2009, per le esigenze di tutela dell'ordine pubblico, di prevenzione e contrasto del crimine, di repressione delle frodi e delle violazioni degli obblighi fiscali e di tutela del patrimonio agroforestale, assunzioni in deroga alla normativa vigente nella Polizia di Stato, nel Corpo dei Vigili del fuoco, nell'Arma dei carabinieri, nella Guardia di finanza, nella Polizia penitenziaria e nel Corpo forestale dello Stato, entro il limite di spesa di 100 milioni di euro annui a decorrere dal 2009, dando priorità al reclutamento del personale proveniente dalle Forze armate. Il successivo comma 2, emendato presso la commissione di merito - in attesa dell'adozione del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze attuativo delle disposizioni del decreto-legge n. 112 del 2008 che hanno istituito un Fondo in cui affluiscono le somme di denaro sequestrate e i proventi derivanti dai beni confiscati alla criminalità organizzata - dispone la riassegnazione immediata delle somme oggetto di confisca, versate all'entrata del bilancio dello Stato successivamente al 25 giugno 2008, al Ministero dell'interno, nel limite di 150 milioni di euro per il 2009, per le esigenze urgenti di tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico, e al Fondo nazionale contro la violenza sessuale, nel limite di 3 milioni euro per il 2009, da destinare al sostegno dei progetti di assistenza alle vittime di violenza sessuale e di genere. I commi da 3 a 6 dispongono che il sindaco, previa intesa con il prefetto, possa avvalersi del concorso di associazioni volontarie di cittadini non armati nel presidio del territorio - da iscrivere in un apposito elenco - con obiettivi di maggiore tutela della sicurezza della collettività. Gli ambiti operativi, i requisiti per l'iscrizione e le modalità di tenuta dell'elenco, sono rimessi ad un decreto del Ministro dell'interno. Il sindaco si avvale inoltre, in via prioritaria, di associazioni costituite tra gli appartenenti, in congedo, delle Forze di polizia, delle Forze armate e di altri corpi dello Stato. Al riguardo è da segnalare che la disposizione riprende, definendola ulteriormente, una misura contenuta nel disegno di legge in materia di sicurezza, già approvato dal Senato e all'esame presso la I Commissione della Camera (articolo 46 dell'A.S. 733-A e articolo 52 dell'A.C. 2180). In particolare il comma 3 prevede la possibilità che i sindaci possano avvalersi, previa intesa con il prefetto, della collaborazione di associazioni di cittadini non armati costituite con la finalità di segnalare alle Forze di polizia (statali o locali) situazioni di disagio sociale o eventi turbativi della sicurezza urbana. Si tratta di una forma di collaborazione Stato-enti territoriali nel campo della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica che ha dei precedenti significativi a partire dal comma 439 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007) che ha autorizzato i prefetti a stipulare convenzioni con le regioni e gli enti locali per realizzare programmi straordinari per incrementare i servizi di polizia, di soccorso tecnico urgente e per la tutela della sicurezza dei cittadini. Tra queste esperienze si deve ricordare, nel marzo del 2007, il Patto per la sicurezza tra il Ministero dell'Interno e l'ANCI e le iniziative legislative a livello regionale, in Piemonte e Sardegna dalla fine degli anni '90, in cui si evidenzia il ruolo di coordinamento delle politiche integrate per la sicurezza urbana poste in essere a livello comunale e si riconosce il ruolo svolto dalle forme di volontariato per l'educazione alla convivenza e il rispetto della legalità. Come disposto dal comma 4, le

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associazioni devono essere iscritte in un apposito elenco, la cui tenuta è a cura del prefetto. Il comma 4 dispone altresì che il prefetto, sentito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, sia responsabile della verifica del possesso dei requisiti necessari al riconoscimento dell'associazione tramite l'iscrizione nell'elenco e che tale verifica sia soggetta d un costante monitoraggio, dei cui risultati il prefetto informa il Comitato. Il comma 5 dispone che per lo svolgimento delle attività indicate al comma 3, i sindaci utilizzano in via prioritaria associazioni costituite da appartenenti, in congedo, delle Forze dell'ordine, delle Forze armate e di altri Corpi dello Stato. Associazioni diverse possono essere iscritte solo nel caso in cui non siano destinatarie, a nessun titolo, di risorse economiche a carico della finanza pubblica. Il successivo comma 6 demanda ad un decreto del Ministro dell'interno, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data entrata in vigore della legge di conversione del decreto in esame, la determinazione dei requisiti necessari per l'iscrizione nell'elenco, le relative modalità di tenuta, nonché la definizione degli ambiti operativi in cui si sostanzierà l'attività delle associazioni. Nel corso dell'esame presso la Commissione giustizia è stato opportunamente introdotto un comma 6-bis in base al quale il Governo rende comunicazione ai competenti organi parlamentari sullo schema di decreto, di cui al comma 6. Infine, i commi 7 e 8 autorizzano i comuni, ai fini della tutela della sicurezza urbana, ad impiegare sistemi di videosorveglianza nei luoghi pubblici o aperti al pubblico. I dati raccolti mediante tali sistemi possono essere conservati sino al settimo giorno successivo alla loro rilevazione, salvo particolari esigenze di ulteriore conservazione.
In generale, è da considerare favorevolmente lo stanziamento previsto dal decreto in esame, pari a 150 milioni di euro, elevato all'attuale cifra nel corso dell'esame presso la Commissione di merito. Sulla questione delle cosiddette «ronde», sottolinea la rilevanza della funzione affidata al prefetto e al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica rispetto ai controlli sulle associazione di cittadini «non armati». Ritiene altresì opportuno sottoporre alla valutazione della Commissione di merito la necessità di limitare a casi eccezionali il ricorso ad associazioni di associazioni di cittadini che non siano appartenenti alle Forze dell'ordine, alle Forze armate e ad altri Corpi dello Stato in congedo.
Sul base di queste considerazioni, si riserva di formulare una proposta di parere favorevole da parte della Commissione Difesa a conclusione del dibattito che potrà avere luogo.

Filippo ASCIERTO (PdL) ritiene che il disegno di legge in esame debba particolarmente interessare la Commissione soprattutto in relazione all'aumento, previsto per il 2009, del personale impiegato nel comparto della Difesa. Ricorda che, secondo il dettato dell'articolo 6, comma 2 del decreto-legge n. 11 del 2009, una parte dei fondi confiscati alla criminalità organizzata - 3 milioni di euro - verrà utilizzata per assistere le donne vittime della violenza; in conseguenza di ciò, anticipa la presentazione da parte del suo gruppo di un ordine del giorno, al fine di meglio individuare le associazioni che si troveranno a beneficiare di queste somme. Pur evidenziando il dettato costituzionale, secondo cui il tema della sicurezza è e rimane di specifica competenza statale, fa presente che la collaborazione, anche in questa materia, fa parte del dovere di ogni singolo cittadino; a tal fine, propone di inserire all'interno del comma 3 dell'articolo 6 del disegno di legge n. 11 del 2009 la definizione relativa allo svolgimento da parte di tali associazioni di una «collaborazione attiva con le istituzioni».

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), ricorda che il monopolio della forza è di pertinenza esclusiva dello Stato; di conseguenza nel momento in cui, letteralmente, «il popolo si fa Stato» ciò rappresenta il portato di una subcultura politica. Evidenzia come il provvedimento in esame costituisca la palese violazione dell'articolo

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18 della Costituzione e fa presente che, anche nel caso in cui non si attribuiscano funzioni alle «ronde», il disegno di legge in questione sarebbe da considerarsi assolutamente inutile. In relazione all'allungamento dei termini di detenzione nei CIE (Centri di identificazione ed espulsione immigrati), previsto dal provvedimento all'esame della Commissione, fa presente come ciò sia in contrasto con la direttiva 2008/115/CE, secondo cui il trattenimento è ammesso solo come ultima soluzione, nel caso in cui non sia possibile ricorrere ad altre misure sufficienti ma meno coercitive. Di conseguenza, ritiene che l'articolo 5 del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, - norma contenente la disposizione di cui sopra - rappresenti una sorta di custodia cautelare mascherata, provochi l'aumento della popolazione all'interno dei CIE e coinvolga in maniera preoccupante anche le Forze armate. In conclusione, non ritiene di essere d'accordo riguardo all'impostazione generale che il Governo ha ritenuto di attribuire al problema della sicurezza nel nostro Paese.

Giulio MARINI (PdL), ricorda come in un comune del centro Italia si sia dato l'avvio, da circa sei mesi, ad attività di vigilanza in maniera del tutto volontaristica e come ciò abbia portato ad una condizione di serena tranquillità. Sarebbe estremamente arduo procedere a azzerare tali iniziative alla luce del forte consenso di cui godono presso i cittadini.

Giacomo CHIAPPORI (LNP) collega la necessità di uno specifico provvedimento in materia di sicurezza all'accrescersi dei problemi che quest'ultima comporta e al periodo di profonda crisi economica che il Paese sta attraversando. Ricorda quindi l'attività svolta, a partire dai primi anni Novanta, dalla cosiddetta «guardia nazionale padana», indirizzata alla tutela della cultura del territorio. Fa presente come tale associazione di volontariato abbia permesso una diminuzione della criminalità pari al 40 per cento nelle zone in cui ha potuto operare.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore, alla luce del dibattito svoltosi presenta una proposta di parere favorevole con osservazione, che illustra (vedi allegato 1).

Riccardo MAZZONI (PdL), preannunciando il voto favorevole del uso gruppo sulla proposta di parere predisposta dal relatore, in accordo con i colleghi intervenuti si ritiene convinto di come la difesa dei cittadini debba spettare allo Stato, sottolineando come la sicurezza non debba essere considerata né di destra né di sinistra. Ritiene che nel momento in cui si parla di subcultura politica facendo riferimento al provvedimento del Governo, ciò dovrebbe riguardare anche gli avvenimenti verificatisi in città quali Genova o Bologna, governate dal centrosinistra, dove dei comuni cittadini sono stati pagati per svolgere una funzione di supporto alla legalità. Infine, fa presente come il Governo, attraverso questo provvedimento, abbia inserito la materia in oggetto nell'ambito di una precisa cornice istituzionale e previsto funzioni di supporto non di surroga da parte dei volontari.

Francesco Saverio GAROFANI (PD) sottolinea come il Governo abbia detto e fatto troppo per giustificare una realtà volontaristica che già esiste, mentre ha fatto ben poco relativamente al grave tema della sicurezza, non prevedendo all'uopo adeguate risorse economiche in occasione dell'esame della legge finanziaria o del decreto-legge n. 112 del 2008. Fa notare come la questione relativa alle ronde possa portare alla realizzazione di un fenomeno legato alla politicizzazione e privatizzazione della sicurezza. Preannunciando il voto contrario del sul gruppo sulla proposta di parere favorevole con osservazione, presentata dal relatore, presenta a nome del suo gruppo di una proposta di parere alternativo (vedi allegato 2).

Augusto DI STANISLAO (IdV), evidenzia come attraverso la trattazione della materia in oggetto si debba tendere alla

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ricomposizione dello Stato, attuata con la «messa in sicurezza» delle Forze armate, che vanno salvaguardate attraverso i necessari mezzi e le indispensabili risorse.

Franco GIDONI (LNP), ringrazia il presidente per il parere sul provvedimento in esame, che accoglie con particolare favore. Ricorda come, a differenza del governo Prodi, l'attuale Esecutivo abbia previsto un considerevole aumento dei componenti le Forze dell'ordine.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA si astiene dall'intervenire ritenendo che il dibattito abbia riguardato questioni non attinenti alle competenze del Ministero della difesa.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con un'osservazione, predisposta dal relatore, risultando pertanto preclusa la votazione sulla proposta alternativa di parere, presentata dall'onorevole Garofani.

La seduta termina alle 16.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

RISOLUZIONI

7-00129 Ascierto: Sui contributi da destinare alle Associazioni d'arma.

SEDE REFERENTE

Modifica all'articolo 6 del decreto legislativo 28 febbraio 2001, n. 82, in materia di arruolamento dei congiunti di appartenenti alle Forze armate vittime del dovere.
C. 2120, approvato dalla 4a Commissione del Senato, e C. 1896 Cirielli.

Disposizioni per l'ammissione dei soggetti fabici nelle Forze armate e di polizia.
Testo unificato C. 141 Ascierto e C. 1444 Oppi.

Incentivi per favorire, nelle regioni dell'arco alpino, il reclutamento di militari volontari nei reparti delle truppe alpine.
C. 607 Caparini e C. 1897 Cirielli.

Concessione della medaglia d'oro al valore alle Associazioni «Libero Comune di Fiume in esilio», «Libero Comune di Zara in esilio» e «Libero Comune di Pola in esilio».
C. 684 Menia, C. 685 Menia e C. 1903 Raisi.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 153 del 18 marzo 2009, a pagina 89, seconda colonna, trentatresima riga, sostituire la parola: «14.45» con la seguente: «14.50»; a pagina 89, seconda colonna, trentanovesima riga, sostituire la parola: «14.45» con la seguente: «14.50».