CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 marzo 2009
156.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 75

INTERROGAZIONI

Martedì 24 marzo 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 13.45.

5-00723 Caparini: Sul mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro della sanità privata.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Massimiliano FEDRIGA (LNP), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, nel replicare, ringrazia il rappresentante del Governo per la risposta fornita e per la disponibilità annunciata ad incontrare le parti sociali, nel caso in cui emergessero elementi nella direzione del rinnovo del contratto collettivo nazionale. Dopo avere fatto notare che nel Paese la sanità privata ha assunto una funzione insostituibile, contribuendo a snellire le lunghe liste d'attesa delle strutture pubbliche ed erogando servizi di una qualità spesso superiore rispetto a queste, evidenzia la necessità di addivenire in tempi certi ad una soluzione del problema.
Nel fare presente che il ritardo nel rinnovo del contratto dipende anche dal mancato adeguamento da parte delle regioni delle tariffe delle prestazioni erogate in regime di convenzione, rileva conclusivamente la necessità di intraprendere sollecite

Pag. 76

iniziative che favoriscano anche il completo soddisfacimento del credito che le strutture private vantano nei confronti degli enti locali, pena il rischio della perdita di un servizio sanitario fondamentale per i cittadini.

5-01119 Damiano: Situazione occupazionale dello stabilimento INDESIT di None.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), ribadendo la piena disponibilità del suo dicastero ad attivare un tavolo di concertazione e confronto con le parti sociali.

Cesare DAMIANO (PD), nel replicare, fa notare che la difficile situazione dello stabilimento INDESIT di None ha generato, in questi ultimi giorni, un forte clima di tensione sociale e ha portato, la scorsa settimana, ad una mobilitazione generale dei lavoratori sul territorio. Fa presente, peraltro, che la complessa situazione di tale stabilimento si innesta in un contesto, come quello piemontese, già pesantemente investito dalla crisi, destando significative preoccupazioni in sede locale e nazionale, sia sul versante occupazionale (attesa anche l'esplosione dell'utilizzo della CIG, che è un chiaro indicatore dell'elevato stato di malessere del mercato del lavoro), sia su quello del mantenimento dei livelli produttivi. Fa, infatti, presente che - nel caso di specie - l'azienda ha giudicato insufficiente il livello di competitività di prodotti ad alto valore aggiunto, come le lavastoviglie, per la cui produzione, peraltro, si affrontano costi complessivamente inferiori rispetto a quelli sostenuti per la realizzazione di altri beni industriali.
Auspica dunque che - anche senza attendere l'apertura formale di apposite procedure da parte dell'azienda - l'annunciata disponibilità del Governo ad avviare un tavolo di confronto con le parti sociali si traduca in atti concreti, che prevedano in particolare un'iniziativa rapida da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero dello sviluppo economico - nella prospettiva di individuare adeguate soluzioni industriali alternative - e, solo in ultima istanza, l'attivazione del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Esprime, inoltre, preoccupazione circa la mancanza di regole di reciprocità tra Paesi membri dell'Unione europea in materia di occupazione, atteso che - da notizie di stampa - si apprende che la volontà del gruppo dirigente aziendale di chiudere lo stabilimento di None e di mantenere lo stabilimento polacco di Radomsko sarebbe anche legata alla possibilità di ricevere risorse statali in Polonia, subordinate ad un aumento della crescita occupazionale in quel Paese: ne deriverebbe, pertanto, che la chiusura e il licenziamento di circa 600 lavoratori italiani corrisponderebbe ad un aumento delle assunzioni nello stabilimento in Polonia, con un vero e proprio dumping sociale a scapito dei lavoratori italiani.

Stefano SAGLIA, presidente, prendendo spunto dalla risposta del rappresentante del Governo per svolgere una precisazione, intende sottolineare la necessità di intraprendere iniziative volte ad affrontare la situazione di crisi di un comparto strategico dell'industria italiana che rappresenta il secondo del Paese in termini quantitativi, rimarcando l'impatto negativo sul sistema occupazionale di una politica di delocalizzazione produttiva di tipo sostitutivo e non estensivo.
Dichiara, quindi, concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Martedì 24 marzo 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 14.

Pag. 77

Stefano SAGLIA, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.

5-01181 Delfino: Sul decreto sui flussi dei lavoratori stagionali.

Teresio DELFINO (UdC), illustrando l'interrogazione in titolo, intende sollecitare il Governo ad accelerare l'adozione del decreto sui flussi dei lavoratori stagionali, che risulta in fase di definitiva emanazione, in vista dell'inizio delle attività di raccolta nel settore agricolo, nonché a fornire indicazioni operative agli uffici provinciali, al fine di rendere più rapide e snelle le procedure necessarie per fornire alle aziende interessate la manodopera stagionale richiesta. Nel chiedere al rappresentante del Governo le modalità con cui intenda venire incontro a tali esigenze, auspica che sull'argomento si possa avviare un confronto anche con le organizzazioni rappresentanti delle categorie professionali interessate.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Teresio DELFINO (UdC), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo e si dichiara sufficientemente soddisfatto della risposta, in particolare nella parte in cui essa ha fatto riferimento a forme di semplificazione procedurale volte ad accelerare i tempi necessari all'assunzione di lavoratori stagionali. Si domanda, inoltre, se la quota massima di 80.000 ingressi nel territorio nazionale, già prevista nel decreto per l'anno 2008 e confermata - per l'anno in corso - dal decreto attualmente in fase di registrazione, sia stata concordata con le associazioni di rappresentanza delle imprese operanti nel settore, dal momento che nell'anno precedente tale limite venne da esse giudicato inadeguato. Si augura, infine, che possa essere al più presto adottata qualsiasi utile iniziativa volta a porre le aziende nelle condizioni di affrontare adeguatamente il periodo più intenso dei lavori in agricoltura.

5-01182 Gnecchi: Innalzamento dell'età per il pensionamento delle donne nel pubblico impiego.

Marialuisa GNECCHI (PD), nell'illustrare l'interrogazione in titolo, ritiene che il Governo sia ancora in tempo per rimediare alla recente sentenza della Corte di giustizia europea, che ha rilevato un presunto contrasto con i principi comunitari di quella parte dell'ordinamento italiano che obbligherebbe le donne del settore pubblico ad andare in pensione a sessanta anni, sollecitando conseguentemente l'equiparazione all'età pensionistica degli uomini. Fa notare, infatti, che il Governo non si è attivato adeguatamente per dimostrare, in sede europea, che il regime pensionistico INPDAP non è un regime equiparabile a quello di un «fondo professionale», ma è un vero e proprio pilastro autonomo previdenziale sostitutivo, al pari dell'INPS: in quanto tale, dunque, questo regime sarebbe suscettibile di riconoscere, in coerenza con la direttiva comunitaria in materia, la facoltà di fissare in piena autonomia l'età per il pensionamento di vecchiaia di uomini e donne. Fa peraltro presente che, a giustificazione di tale impostazione, la stessa sentenza evoca - a suo giudizio non appropriatamente - il ruolo svolto nei confronti dei dipendenti statali, prima della creazione dell'INPDAP, dall'allora Ministero del tesoro, che si trasformava da «soggetto pagatore» della retribuzione a «soggetto erogatore» della pensione.
Nel rilevare, inoltre, che soltanto tredici Stati membri dell'UE prevedono un'età anagrafica uguale tra donne e uomini per accedere al trattamento pensionistico, chiede al rappresentante del Governo di valutare la possibilità di presentare un'apposita istanza di revoca della sentenza citata, nei tempi e nei modi prescritti dal

Pag. 78

Regolamento di procedura della Corte di giustizia europea e dallo Statuto della stessa.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4), precisando altresì che il Governo si sta muovendo con grande prudenza e moderazione sull'argomento, anche sul terreno del confronto con gli organismi comunitari, in modo da non determinare, in ogni caso, una mera presa d'atto automatica della sentenza comunitaria. Nell'impegnarsi a comunicare alla Commissione gli esiti di tale confronto, sottolinea inoltre che alla base di qualsiasi determinazione del Governo in ordine alle scelte da assumere saranno posti sia il coinvolgimento delle parti sociali sia il rispetto dei «criteri cardine» della gradualità e della volontarietà.

Marialuisa GNECCHI (PD) dichiara di non comprendere la ragioni per le quali il Governo dovrebbe procedere sulla strada della volontarietà, dal momento che, secondo l'ordinamento italiano, le donne non vengono collocate obbligatoriamente in pensione a sessanta anni, ma viene loro riconosciuto il diritto di proseguire il lavoro fino al sessantacinquesimo anno di età.
Nel ribadire che soltanto tredici Paesi dell'Unione europea attualmente prevedono l'equiparazione tra uomini e donne, torna a segnalare che, al pari dell'INPS (che dalla stessa sentenza viene considerato «ente legale»), anche l'INPDAP dovrebbe vedersi riconosciuto il medesimo profilo giuridico, in luogo di quello di «fondo professionale», in modo da poter applicare l'articolo 7 della direttiva n. 79/7/CE, relativo alla facoltà di fissazione del limite di età per la concessione della pensione di vecchiaia.

Stefano SAGLIA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.15.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 24 marzo 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 14.15.

DL 5/09: Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi.
C. 2187 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite VI e X).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 19 marzo 2009.

Stefano SAGLIA, presidente, segnala che le Commissioni di merito non hanno ancora concluso l'esame degli emendamenti riferiti al disegno di legge in titolo. Per tali ragioni, avverte che nella seduta odierna si concluderà il dibattito di carattere generale sul provvedimento, mentre la presentazione della proposta di parere da parte del relatore e la relativa deliberazione della Commissione avranno luogo nella giornata di domani, in attesa di verificare l'eventuale approvazione, da parte delle Commissioni di merito, di proposte emendative di specifico interesse nelle materie di competenza. A tale proposito, peraltro, invita lo stesso relatore a valutare con attenzione - in vista della predisposizione della sua proposta di parere - il contenuto dell'emendamento che i relatori hanno presentato presso le Commissioni di merito in tema di sostegno all'occupazione, considerato che esso potrebbe presentare aspetti problematici, laddove le risorse da destinare agli ammortizzatori sociali in deroga dovessero essere utilizzate per la cassa integrazione ordinaria.

Pag. 79

Marialuisa GNECCHI (PD), con riferimento alla questione testé richiamata dal presidente, si domanda se il rappresentante del Governo sia in grado di quantificare con esattezza le risorse destinate agli ammortizzatori sociali in deroga.

Maria Grazia GATTI (PD), intervenendo per una precisazione, ritiene che l'attuale stesura dell'emendamento dei relatori in materia di sostegno all'occupazione, presentato presso le Commissioni di merito, renda molto difficile definire come «strumenti in deroga» gli interventi ivi previsti.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI ricorda che, a seguito dell'accordo concluso di recente tra Governo e regioni, le disponibilità finanziarie per gli ammortizzatori sociali sono pari a circa 8 miliardi di euro; a tale cifra, peraltro, vanno aggiunti gli ulteriori stanziamenti - per un totale di quasi un miliardo di euro - derivanti dagli ultimi provvedimenti in materia finanziaria approvati da Governo e Parlamento, a partire dalla metà dell'anno 2008, diretti ad integrare le risorse del Fondo per l'occupazione.

Maria Grazia GATTI (PD), preso atto dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, invita comunque il relatore a prestare la massima attenzione alla proposta emendativa presentata dai relatori presso le Commissioni di merito, atteso che - qualora essa fosse finalizzata ad una copertura «di sistema» sostanzialmente generalizzata - potrebbe creare problemi non banali per la definizione degli strumenti, quali gli ammortizzatori sociali in deroga, messi in campo per fronteggiare l'attuale crisi occupazionale, posto anche che alcune regioni non hanno ancora concluso gli accordi di competenza.

Ivano MIGLIOLI (PD) chiede chiarimenti sui tempi a disposizione della Commissione per l'esame in sede consultiva del testo che risulterà dagli emendamenti approvati dalle Commissioni di merito.

Stefano SAGLIA, presidente, assicura che saranno garantiti tempi adeguati per l'esame in sede consultiva, in armonia con quanto previsto dal calendario dei lavori dell'Assemblea.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.25.