CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 5 febbraio 2009
133.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giunta per le autorizzazioni
COMUNICATO
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Giovedì 5 febbraio 2009. - Presidenza del presidente Pierluigi CASTAGNETTI.

La seduta comincia alle 9.20.

Esame della domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Angelucci (doc. IV, n. 4).
(Esame e rinvio).

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, ricorda che la domanda in titolo è pervenuta nella giornata di ieri e che il Presidente della Camera l'ha immediatamente assegnata alla Giunta. Da subito il materiale è stato messo a disposizione dei componenti. Ricorda altresì che per prassi costante gli allegati alla domanda non sono conoscibili se non dai soli membri della Giunta stessa, che ne prendono visione presso gli uffici, senza possibilità di estrarre copia (rammenta in tal senso quanto stabilito dalla Giunta del regolamento il 7 luglio 1992 e la prassi della Giunta per le autorizzazioni: v. sedute del 27 giugno 1996, 17 marzo 1999, 28 giugno 2001 e da ultimo 4 giugno 2008).
Avendo svolto una rapida consultazione con i rappresentanti dei gruppi, ne ha tratto l'ampio consenso sulla fissazione della seduta odierna. Con la relatrice, on. Bernini Bovicelli, ha concordato di non convocare immediatamente il deputato interessato, anche ai sensi dell'articolo 18, comma 1, ultimo periodo, del regolamento della Camera, che prescrive il suo invito «prima di deliberare» e non quindi necessariamente alla prima occasione utile. Le dà la parola, con l'intesa che un più ampio dibattito si potrà svolgere in una seduta della prossima settimana.

Anna Maria BERNINI BOVICELLI (PdL), relatrice, illustra che il punto all'ordine del giorno consiste nella richiesta di autorizzare, ai sensi dell'articolo 68, secondo comma, della Costituzione l'arresto domiciliare del deputato Antonio Angelucci, proclamato dal Presidente provvisorio della Camera il 29 aprile 2008. La misura cautelare si inserisce nel contesto di un'inchiesta condotta dalla procura della Repubblica di Velletri sulle attività della casa di cura San Raffaele sita proprio in Velletri e gestita dalla TOSINVEST, la cui interessenza maggioritaria è in capo ad Antonio Angelucci e al di lui figlio Giampaolo, già ristretto agli arresti domiciliari, i quali però non hanno formali incarichi amministrativi e operativi nel gruppo imprenditoriale. L'inchiesta prende in considerazione l'attività medica e ospedaliera della casa di cura San Raffaele convenzionata con la Regione Lazio. La gestione di tale struttura sanitaria, nell'ipotesi accusatoria, denoterebbe una pluralità di aspetti illeciti e penalmente rilevanti.
Quale struttura convenzionata con il sistema sanitario nazionale, il San Raffaele

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veliterno avrebbe conseguito illeciti profitti mediante la fatturazione di attività terapeutiche e mediche varie, tutte diverse e inferiori per qualità e quantità rispetto a quelle effettivamente rese al pubblico dei pazienti e utenti della regione Lazio. In pratica, a fronte della fatturazione di prestazioni sanitarie del valore di un dato ammontare, in termini storici e di prestazione effettivamente resa stavano servizi dal costo inferiore o addirittura, talvolta, servizi mai resi. Tale meccanismo, nella ricostruzione dell'autorità giudiziaria, avrebbe fruttato alla TOSINVEST un cospicuo arricchimento illecito. Tutto ciò sarebbe stato possibile, tra il 2004 ed il 2007, grazie a una vera e propria organizzazione criminosa, che l'autorità giudiziaria qualifica non come concorso di persone nel reato ma come vera e propria associazione per delinquere comune (articolo 416 codice penale), i cui reati-scopo sarebbero la truffa aggravata (perché in danno di ente pubblico ai sensi dell'articolo 640, capoverso, del codice penale) e il falso in atto pubblico, anche per induzione, ai sensi degli artt. 479 e 48 del codice penale. Secondo l'ipotesi accusatoria, dell'associazione per delinquere farebbero parte, in posizione apicale, il deputato Angelucci e suo figlio; con compiti organizzativi diversi, altri soggetti, tali Antonio Vallone, Mauro Casanatta, Rodolfo Conenna, Tiziana Petucci, Agnese D'Alessio, Claudio Ciccarelli e Domenico Damiano Tassone. In particolare di rilievo sarebbero i ruoli del Conenna, della Petucci e della D'Alessio i quali sono funzionari pubblici. Costoro, invece di agire per il perseguimento e a tutela degli interessi pubblici curati dal Servizio sanitario nazionale, avrebbero offerto la loro opera asservendosi al disegno criminoso dell'associazione. Tutto ciò premesso, deve avvertire che il materiale inviato a corredo della richiesta dal Gip del tribunale di Velletri è assai voluminoso e che quindi nel pomeriggio di ieri ha soltanto avuto la possibilità di consultarlo in via sommaria.
È in grado di offrire alcuni altri ragguagli ma domanda sin d'ora un rinvio della trattazione per avere il tempo di consultare più accuratamente gli allegati e soprattutto per consentire lo stesso ai colleghi della Giunta, che anzi invita caldamente a prendere contezza del materiale che fin da ieri è a loro disposizione. Al riguardo conferma quanto appena detto dal Presidente Castagnetti circa il suo accordo nel non convocare sin da oggi il collega Angelucci, il cui contributo in audizione sarà certamente più proficuo per la valutazione della Giunta una volta che i suoi componenti avranno avuto modo di conoscere gli atti e farsi un'idea più precisa della vicenda descritta e degli eventuali chiarimenti da domandargli. Procede a dare ulteriori sommari ragguagli che spera siano utili ai colleghi.
Le fonti indiziarie offerte nella documentazione a disposizione della Giunta consistono in documenti e raffronti contabili di vario tipo, sommarie informazioni testimoniali, intercettazioni telefoniche e altri documenti. Da questo insieme di elementi, che - come ripete - invita i colleghi a esaminare, si trarrebbe una fitta rete di contatti fra gli esponenti della TOSINVEST e i funzionari pubblici che fungevano da referenti dell'asserito progetto criminoso dall'interno degli uffici sanitari regionali. Questi dati, per esempio, risultano anche da verifiche documentali di vario genere dalle quali emergerebbe la carenza di personale nella clinica San Raffaele rispetto alle prestazioni asseritamente rese dalla clinica medesima. A un primo sommario esame, riferisce che di meccanismi simili sembra che si fosse accorto l'assessore regionale alla sanità, l'exdeputato Augusto Battaglia. Costui evidentemente in qualche misura aveva cercato di contrastare il fenomeno ma poi era stato rimosso dall'incarico.
Quanto alle esigenze cautelari, il Gip di Velletri ne indica due: il pericolo di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato. L'inquinamento delle prove potrebbe derivare dalla capacità di penetrazione della TOSINVEST negli uffici sanitari della regione Lazio, attestata proprio dal fatto che alcuni funzionari della regione stessa sarebbero membri dell'associazione per delinquere. Ciò comporterebbe

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il rischio della soppressione di documenti ancora non rinvenuti e l'eventuale contatto con possibili testimoni. La reiterazione del reato sarebbe possibile per il fatto stesso che la TOSINVEST è ancora accreditata presso il sistema sanitario nazionale e amministra quindi flussi quotidiani di attività analoghe a quelle oggetto delle indagini. Si riserva evidentemente di tornare su ciascuno di questi aspetti una volta che avrà letto per più tempo e in modo più completo il materiale. Ribadisce la sua richiesta di rinvio e rimette la decisione ai colleghi.

Pierluigi MANTINI (PD) concorda con la richiesta della relatrice ed espone di aver anch'egli sommariamente preso contezza degli atti ieri pomeriggio. Si tratta di documentazione voluminosa che richiede un serio esame. Gli sembra però di poter anticipare che l'analisi della Giunta si dovrà appuntare su eventuali attenzioni e attività mirate in via di fatto da parte del deputato Angelucci nei confronti dei soggetti incaricati negli uffici regionali di svolgere i controlli sulle fatture e sul generale andamento della gestione della clinica. Ciò perché, diversamente, sarebbe difficile ipotizzare una responsabilità dell'Angelucci medesimo il quale non ha ruoli formali nella struttura aziendale. Egli sembra, a prima vista, impegnato più in attività di lobbying e di relazione pubblica con personalità politiche in modo da interferire con le scelte di queste. Si riserva poi di esaminare più attentamente gli atti anche per chiarire un ulteriore aspetto, emerso dalla stampa quotidiana di oggi, per cui egli avrebbe adoperato le testate di cui è proprietario (Libero e Riformista) per premere per la rimozione di un assessore. Ribadisce di essere favorevole al rinvio.

Donatella FERRANTI (PD) si associa alla richiesta di rinvio e puntualizza che il suo gruppo non è in grado al momento di esprimere alcun orientamento.

Matteo BRIGANDÌ (LNP) si associa invece in toto alle considerazioni del collega Mantini. Se un fumus persecutionis deve essere cercato nella domanda in titolo, è negli aspetti da questi evocati.

Pierluigi CASTAGNETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame a mercoledì 11 febbraio 2009, alle ore 9,15, avvertendo che per tale occasione sarà convocato il deputato Angelucci.

La seduta termina alle 9.45.