CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 gennaio 2009
123.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 22 GENNAIO 2009

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SEDE CONSULTIVA

Martedì 20 gennaio 2009. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 12.

Ratifica Convenzione Italia-USA per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi o le evasioni fiscali.
C. 1907 Governo.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione - Nulla osta).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Claudio D'AMICO (LNP), relatore, rileva che il provvedimento recante la ratifica della Convenzione Italia-USA per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi o evasioni fiscali, è già stato esaminato dalla Commissione bilancio nella seduta del 18 dicembre 2008. In quella occasione la Commissione ha espresso parere di nulla osta. La Commissione di merito, in data, 15 gennaio 2009, ha concluso l'esame del provvedimento senza apportare modifiche

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al testo. Nel rilevare che, conseguentemente, il testo all'esame dell'Assemblea non sembra presentare profili problematici e nel segnalare che sullo stesso non sono state presentate proposte emendative, propone di esprimere un parere di nulla osta sul provvedimento.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI concorda con la proposta di parere del relatore.

La Commissione approva la proposta di parere.

Ratifica Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione Italia-Libia, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008.
C. 2041-A Governo.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione - Parere favorevole - Parere su emendamenti).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Claudio D'AMICO (LNP). Ricorda che il provvedimento recante la ratifica del Trattato di amicizia tra Italia e Libia, è già stato esaminato dalla Commissione bilancio nella seduta del 15 gennaio 2009. In quella occasione la Commissione ha espresso un parere favorevole, formulando alcune condizioni ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione volte a modificare la copertura finanziaria e la relativa clausola di salvaguardia. La Commissione di merito, nella medesima data, ha concluso l'esame del provvedimento recependo le condizioni formulate dalla Commissione bilancio.
Ritiene, pertanto, che il testo all'esame dell'Assemblea non presenti profili problematici dal punto di vista finanziario. Al riguardo, valuta peraltro opportuno acquisire una conferma da parte del Governo.
Con riferimento alle proposte emendative contenute nel fascicolo n. 1 trasmesso dall'Assemblea fa presente che talune proposte appaiono determinare nuovi o maggiori oneri la cui quantificazione o copertura appare carente o inidonea.
Un primo gruppo di proposte emendative, rendendo più stringenti i criteri per la definizione dei destinatari dell'addizionale IRES prevista dall'articolo 3 del disegno di legge di ratifica, potrebbe restringerne la platea in modo da non garantire la realizzazione delle maggiori entrate utilizzate a copertura. In particolare, si tratta degli emendamenti Mecacci da 3.33 a 3.98, che modificano in aumento, dal 34 al 99 per cento, la percentuale del valore di libro delle immobilizzazioni materiali e immateriali nette degli enti commerciali che operano nel settore della ricerca e della coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi nei confronti dei quali si applica l'addizionale IRES di cui all'articolo 3, nonché degli emendamenti Mecacci da 3.123 a 3.297, che modificano in aumento, da 26 a 200 miliardi di euro, il valore della capitalizzazione degli enti commerciali che operano nel settore della ricerca e della coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi nei confronti dei quali si applica l'addizionale IRES di cui all'articolo 3.
Segnala, inoltre, che altre proposte emendative appaiono suscettibili di determinare la riduzione delle maggiori entrate previste dal provvedimento e utilizzate a copertura. Si tratta in particolare degli emendamenti Mecacci da 3.298 a 3.300, che modificano in riduzione, dal 3 all'1 per cento, la misura della percentuale dell'utile da versare a titolo di addizionale ai sensi dell'articolo 3; degli emendamenti Mecacci da 3.347 a 3.428, che modificano in riduzione, dallo 0,1 per mille all'8,2 per mille, le percentuali dell'importo del patrimonio netto da versare a titolo di addizionale di cui all'articolo 3; degli emendamenti Mecacci da 3.1434 a 3.1490, che modificano in riduzione, dallo 0,1 per mille al 5,7 per mille, le percentuali, dell'esercizio successivo all'anno 2011 e fino all'esercizio in corso al 31 dicembre 2015, dell'importo del patrimonio netto da versare a titolo di addizionale di cui all'articolo 3; gli emendamenti Mecacci da 3.2516 a 3.2574, che modificano in riduzione, dallo 0,1 per mille al 5,9 per mille, le percentuali, dell'esercizio successivo all'anno 2015 e fino all'esercizio in corso al

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31 dicembre 2019, dell'importo del patrimonio netto da versare a titolo di addizionale di cui all'articolo 3; degli emendamenti Mecacci da 3.3595 a 3.3640, che modificano in riduzione, dallo 0,1 per mille al 4,6 per mille, le percentuali, dell'esercizio successivo all'anno 2019 e fino all'esercizio in corso al 31 dicembre 2023, dell'importo del patrimonio netto da versare a titolo di addizionale di cui all'articolo 3; degli emendamenti Mecacci da 3.4670 a 3.4710, che modificano in riduzione, dallo 0,1 per mille al 4,1 per mille, le percentuali, dell'esercizio successivo all'anno 2023 e fino all'esercizio in corso al 31 dicembre 2028, dell'importo del patrimonio netto da versare a titolo di addizionale di cui all'articolo 3; degli emendamenti Mecacci da 3.6013 a 3.6237, che modificano in aumento, dal 27,6 al 50 per cento, la misura entro la quale rilevano gli effetti della svalutazione della partecipazione nelle società di cui all'articolo 3.
Segnala, altresì, l'emendamento Mecacci 3.1345, che riduce, dal 31 dicembre 2011 al 31 dicembre 2010, la durata temporale dell'applicazione della percentuale dell'8,3 per mille dell'importo del patrimonio netto da versare a titolo di addizionale di cui all'articolo 3. Al riguardo, osserva che la riduzione della durata temporale dell'applicazione della suddetta percentuale determina il venir meno delle risorse utilizzate a copertura per l'anno 2011.
Osserva, infine, che l'articolo aggiuntivo Mecacci 3.02, prevede il riconoscimento di un ulteriore indennizzo ai soggetti titolari di beni, diritti ed interessi sottoposti in Libia a misure limitative. Al relativo onere, pari a 50 milioni di euro annui fino all'anno 2015, si provvede, per gli anni 2009 e 2010, mediante riduzione dell'accantonamento del fondo speciale di conto capitale relativo al Ministero dell'economia, che tuttavia non reca le necessarie disponibilità, e per gli anni dal 2011 al 2015 mediante rinvio alla legge finanziaria, con un modalità, quindi, non conforme alla disciplina contabile vigente.
Con riferimento agli effetti finanziari di ulteriori proposte emendative, ritiene invece opportuno acquisire l'avviso del Governo. A tal fine, segnala in primo luogo, l'emendamento Maran 2.01, che prevede l'istituzione di una Commissione di monitoraggio dell'attuazione del Trattato, disponendo che la partecipazione alla Commissione sia a titolo gratuito. Al riguardo, ritiene opportuno che il Governo chiarisca se la sola previsione della gratuità della partecipazione possa garantire che dall'attuazione della proposta emendativa non derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Segnala, inoltre, che gli emendamenti Mecacci da 3.118 a 3.122 modificano in aumento, da 21 a 25 miliardi di euro, il valore della capitalizzazione degli enti commerciali che operano nel settore della ricerca e della coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi nei confronti dei quali si applica l'addizionale IRES di cui all'articolo 3. Al riguardo, osservato che l'aumento del suddetto valore nei termini previsti dalle proposte emendative non sembra restringere la platea dei destinatari della norma, valuta comunque opportuno acquisire una conferma da parte del Governo.
Osserva, poi, che gli identici articoli aggiuntivi Marsilio 3.01 e Mecacci 3.011 prevedono il riconoscimento di un ulteriore indennizzo ai soggetti titolari di beni, diritti ed interessi sottoposti in Libia a misure limitative. A tal fine, è prevista l'istituzione, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, di uno specifico fondo con una dotazione di 50 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. Al relativo onere, si provvede mediante riduzione lineare degli stanziamenti di parte corrente della tabella C allegata alla legge finanziaria per il 2009. Al riguardo, ritiene opportuno che il Governo chiarisca se l'utilizzo degli stanziamenti previsti dalla tabella C non pregiudichi la realizzazione degli interventi già previsti a legislazione vigente.
Con riferimento all'articolo aggiuntivo Mecacci 3.03, il quale dispone che la Commissione paritetica di cui all'articolo 9 del Trattato sia composta, per la parte di competenza italiana, da almeno un esperto

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del settore della tutela ambientale e da almeno un esperto nella tutela dei beni culturali, ritiene sia opportuno che il Governo chiarisca se la previsione di espliciti requisiti per i componenti della parte italiana della suddetta Commissione possa determinare nuovi o maggiori oneri ai quali non possa provvedersi, come previsto dal testo del provvedimento, con gli ordinari stanziamenti di bilancio.
Fa, inoltre, presente che l'articolo aggiuntivo Casini 3.010 prevede il riconoscimento di un ulteriore indennizzo ai soggetti titolari di beni, diritti ed interessi sottoposti in Libia a misure limitative. Al relativo onere, pari a 50 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009, si provvede mediante riduzione lineare degli stanziamenti di parte corrente della tabella C allegata alla legge finanziaria per il 2009. Al riguardo, ritiene necessario che il Governo chiarisca l'idoneità della quantificazione dell'onere e se l'utilizzo degli stanziamenti previsti dalla tabella C non pregiudichi la realizzazione degli interventi già previsti a legislazione vigente.
Con riferimento alle proposte emendative Mecacci da 3.6238 a 3.6308, segnala che le stesse, pur non determinando effetti finanziari negativi, sembrano non avere una vera e propria portata normativa, dal momento che si limitano a modificare il comma 6 dell'articolo 3, che indica gli esercizi finanziari per i quali è prevista l'applicazione dell'addizionale IRES di cui al comma 2 - limitandola non più fino all'esercizio in corso al 31 dicembre 2028, ma fino all'esercizio in corso ad una data variabile compresa tra il 31 dicembre 2029 e il 31 dicembre 2099 - senza, tuttavia, prevedere la conseguente modifica dell'importo della quota del patrimonio netto da versare a titolo di addizionale previsto dal comma 2 per i nuovi esercizi finanziari ai quali viene estesa la suddetta misura. La disposizione di cui all'articolo 3, alla luce delle modifiche prospettate dagli emendamenti in commento non risulta, quindi, attuabile per gli esercizi finanziari successivi al 2028.
Osserva, infine, che le restanti proposte emendative non sembrano presentare profili problematici dal punto di vista finanziario.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI conferma che gli emendamenti da 3.33 a 3.98, da 3.123 a 3.300, da 3.347 a 3.428, 3.1345, da 3.1434 a 3.1490, da 3.2516 a 3.2574, da 3.3595 a 3.3640, da 3.4670 a 3.4710 e da 3.6013 a 3.6237, nonché l'articolo aggiuntivo 3.02 sono suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura. Esprime, inoltre, l'avviso contrario del Governo sugli articoli aggiuntivi 3.01, 3.010 e 3.011, mentre ritiene che gli emendamenti Mecacci da 3.6238 a 3.6308 e gli articoli aggiuntivi 2.01 e 3.03 non determinino effetti negativi per la finanza pubblica.

Claudio D'AMICO (LNP), relatore, preso atto dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione,
esaminato il disegno di legge di Ratifica Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione Italia-Libia, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008 (C. 2041-A);
esprime
sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione di merito:

PARERE FAVOREVOLE

sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

PARERE CONTRARIO

sugli emendamenti da 3.33 a 3.98, da 3.123 a 3.300, da 3.347 a 3.428, 3.1345, da 3.1434 a 3.1490, da 3.2516 a 3.2574, da 3.3595 a 3.3640, da 3.4670 a 3.4710, da 3.6013 a 3.6237 e sugli articoli aggiuntivi 3.01, 3.02, 3.010 e 3.011, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori

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oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

sui restanti emendamenti».

La Commissione approva la proposta di parere.

DL 209/08: Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali.
C. 2047 Governo.

(Parere alle Commissioni III e IV).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Gioacchino ALFANO (PdL), relatore, illustra il contenuto del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 209 del 2008, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali. Con riferimento ai profili di interesse della Commissione, segnala che l'articolo 3 autorizza, fino al 30 giugno 2009, per la proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali, le spese di euro 242.368.418 per la missione ISAF ed EUPOL in Afghanistan (comma 1); di euro 192.102.649 per la missione UNIFIL in Libano e per l'impiego del gruppo navale European marittime force (EUROMARFOR) (comma 2); di euro 7.849.728 per la missione Active Endeavour nel Mediterraneo (comma 3); di euro 97.540.539 per le missioni Multinational Specialized Unit (MSU), Criminal Intelligence Unit (CIU), EULEX e Security Force Training Plan in Kosovo; Joint Enterprise nell'area balcanica e Albania 2 in Albania (comma 4); di euro 17.918.470 per la missione ALTHEA dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina (comma 5); di euro 590.816 per la missione denominata Temporary International Presence in Hebron (TIPH 2) (comma 6); di euro 241.177 per la missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah (comma 7); di euro 5.573.720 per la missione delle Nazioni unite denominata United Nations/African Union Mission in Darfur (UNAMID) (comma 8); di euro 9.905.126 per la missione dell'Unione europea nella Repubblica del Chad e nella Repubblica Centrafricana denominata EURFOR TCHAD/RCA (comma 9); di euro 254.448 per le missioni dell'Unione europea nella Repubblica democratica del Congo denominate EUPOL RD Congo e EUSEC RD Congo (comma 10); di euro 135.913 per la missione delle Nazioni Unite denominata UNFICYP a Cipro (comma 11); di euro 732.720 per l'assistenza alle Forze armate albanesi (comma 12); di euro 1.223.397 per la missione di vigilanza dell'Unione europea in Georgia, denominata EUMM Georgia (comma 13); di euro 8.736.930, per l'operazione militare dell'Unione europea, denominata Atalanta, volta a contribuire alla dissuasione, alla prevenzione e alla repressione degli atti di pirateria e delle rapine a mano armata al largo della Somalia (comma 14); di euro 3.445.285 per i programmi di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica (comma 20); di euro 703.580 ed euro 343.760 rispettivamente per la partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione EULEX Kosovo e per la proroga della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione UNMIK in Kosovo (comma 21); di euro 32.430 per la partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione EUPOL COPPS nei territori palestinesi (comma 23); di euro 703.856 per la partecipazione di personale dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato alla missione EUPM in Bosnia-Erzegovina (comma 24); di euro 4.822.102 per la partecipazione di personale del Corpo della guardia di finanza alla missione in Libia in esecuzione dell'accordo di cooperazione tra i Governi italiano e libico per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina (comma 25); di euro

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1.536.862 e euro 533.218 per la partecipazione di personale del Corpo della guardia di finanza alle missioni ISAF ed EUPOL in Afghanistan (comma 26); di euro 815.386 per la partecipazione di personale del Corpo della guardia di finanza alle missioni EULEX e UNMIK, in Kosovo (comma 27); di euro 185.146 per la partecipazione di personale del Corpo della guardia di finanza alla missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah (comma 28); di euro 429.655 per la partecipazione di personale del Corpo della guardia di finanza alla missione delle Nazioni unite in Haiti denominata MINUSTAH (comma 29); di euro 257.419 per la partecipazione di cinque magistrati, di personale della Polizia penitenziaria e di personale amministrativo del Ministero della giustizia alla missione EULEX Kosovo (comma 31); di euro 367.307 per la partecipazione di personale della Croce rossa italiana ausiliario delle Forze armate alla missione internazionale in Afghanistan (comma 32); di euro 200.000 per lo svolgimento di corsi di introduzione alla lingua e alla cultura dei Paesi in cui si svolgono le missioni internazionali a favore del personale impiegato nelle medesime missioni (comma 33). L'articolo 3 prevede, inoltre, che il Ministero della difesa sia autorizzato a decorrere dal 1o gennaio e fino al 30 giugno 2009 a cedere, a titolo gratuito alle Forze armate libanesi materiali di ricambio per elicotteri AB 205, escluso il materiale d'armamento, entro il limite di spesa di 1.200.000 euro (comma 17); alle Forze armate della Repubblica dell'Uzbekistan materiali di attendamento entro il limite di spesa di 100.000 euro (comma18). È disposta, altresì, fino al 30 giugno 2009, l'autorizzazione delle spese di euro 16.369.062, per l'impiego di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrein e a Tampa per esigenze connesse con le missioni in Afghanistan e in Iraq (comma 15); di euro 216.500, per la partecipazione di personale del Corpo della guardia di finanza alle unità di coordinamento interforze denominate Joint Multimodal Operational Units (JMOUs) costituite in Afghanistan e negli Emirati Arabi Uniti (comma 30). Vengono infine autorizzate alcune spese riferite ad un periodo diverso dal primo semestre del 2009, arco temporale che invece interessa tutte le missioni indicate dall'articolo. Ricorda la spesa, per il 2009, di euro 77.839.084 per la stipulazione dei contratti di assicurazione e di trasporto di durata annuale e di euro 32.738.183 per la realizzazione di infrastrutture: tutti interventi riferiti alle missioni di cui al presente decreto (comma 16), nonché, per il mese di gennaio 2009, euro 4.550 per la partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione dell'Unione europea di assistenza doganale in Moldova e Ucraina (comma 22). Rilevato che la disposizione non presenta profili problematici di carattere finanziario, trattandosi di oneri limitati di entità delle rispettive autorizzazioni di spesa. Va peraltro considerato che il complesso degli oneri sopraindicati ammonta a circa 728 milioni di euro, cui vanno ad aggiungersi gli oneri di cui agli articoli 1, 2 e 4, per un totale di circa 763 milioni di euro. Detto stanziamento, previsto a fronte di una proroga di 6 mesi delle missioni indicate, comporta che residuerebbe sul fondo per il finanziamento delle missioni di pace, per l'anno in corso, l'importo di circa 240 milioni di euro. Ritiene pertanto opportuno che il Governo chiarisca quali finanziamenti previsti nel presente provvedimento abbiano una valenza annuale e quali necessitano di un rifinanziamento, qualora si dovesse procedere ad una proroga delle missioni per il secondo semestre del 2009. Per quanto concerne l'articolo 4, chiede di confermare, in ordine al comma 7, che nel caso di richiamo in servizio di ufficiali di grado superiore rispetto a quelli presi a riferimento per la quantificazione, i maggiori oneri sarebbero compensati con una riduzione del numero delle unità da richiamare in servizio, secondo quanto affermato in occasione dell'esame dell'analoga norma recata dalla legge n. 39 del 2005. Ricorda infine che l'articolo 7 dispone

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che agli oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni del presente decreto, pari complessivamente a euro 763.135.522 per l'anno 2009, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge n. 296 del 2006. Il citato comma 1240 ha autorizzato la spesa di 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, per il finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace, istituendo a tal fine un apposito fondo nell'ambito dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze. Al riguardo, rileva che - come da interrogazione effettuata alla banca dati della Ragioneria generale dello Stato - le risorse di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge n. 296 del 2006, appostate nel capitolo 3004 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009 - Fondo di riserva per le spese derivanti dalla proroga delle missioni internazionali di pace - risultano disponibili e appositamente accantonate. Osserva inoltre che con il presente decreto il Fondo stesso viene utilizzato per un importo pari al 70 per cento delle sue disponibilità e sembrerebbe pertanto da verificare la congruità delle risorse residue del predetto Fondo a far fronte ad una eventuale proroga della partecipazione italiana alle missioni per il secondo semestre dell'anno in corso. Ritiene inoltre necessario chiarire quali stanziamenti abbiano valenza annuale anziché semestrale.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, con riferimento alle richieste di chiarimento avanzate dal relatore, precisa che, nell'ambito dei finanziamenti ivi previsti, hanno valenza annuale quelli di cui all'articolo 3, comma 16, e all'articolo 4, comma 11. In relazione alla previsione di cui all'articolo 4, comma 7, conferma che i richiami in servizio degli ufficiali di complemento sono effettuabili entro il limite determinato dagli stanziamenti previsti dalla legge di bilancio per gli ufficiali delle forze di complemento, in quanto la consistenza numerica ivi stabilita, essendo riferita al numero degli ufficiali da mantenere in servizio nell'anno come forza media, deve essere intesa quale limite di spesa relativo alla categoria. Rileva poi che ad un'eventuale proroga delle missioni si farà fronte disponendo con apposito provvedimento, nel momento in cui tale esigenza si manifesterà, idonee risorse per la copertura.

Maino MARCHI (PD) sottolinea che, come evidenziato anche dal relatore, il provvedimento in esame, pur finanziando il proseguimento delle missioni per soli sei mesi, utilizza circa il 76 per cento delle risorse stanziate per l'anno 2009 nell'ambito dell'apposito Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. Ritiene, pertanto, del tutto evidente che nel corso dell'esercizio si porrà l'esigenza di provvedere ad una nuova dotazione del Fondo per far fronte agli oneri derivanti dalla proroga delle missioni anche nel secondo semestre del 2009, la quale presumibilmente interesserà quasi tutte le missioni considerate nel provvedimento. Con riferimento a specifici aspetti del decreto, segnala che l'articolo 3, comma 25, prevede lo stanziamento di 4,8 milioni di euro per la proroga della missione in Libia di personale della Guardia di finanza in attuazione dell'accordo di cooperazione tra Italia e Libia volto a fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, osservando che i continui sbarchi degli ultimi mesi dimostrano come tale presenza non abbia finora prodotto risultati significativi. Segnala, infine, talune incongruenze contenute nella relazione tecnica allegata al provvedimento con riferimento al numero dei militari presenti in Albania, nell'ambito della missione di cui all'articolo 3, comma 12, del decreto, nonché con riferimento all'indicazione delle modalità di copertura utilizzate per far fronte agli oneri derivanti dal provvedimento.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che le Commissioni riunite III e IV,

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competenti in sede referente, hanno approvato un emendamento e stanno pertanto per trasmettere un nuovo testo alle Commissioni competenti in sede consultiva. Sospende quindi la seduta che riprenderà alle 13.30 con l'esame del nuovo testo trasmesso dalle Commissioni.

La seduta, sospesa alle 12.50, è ripresa alle 13.35.

Gioacchino ALFANO (PdL), relatore, fa presente che le Commissioni riunite III e IV hanno trasmesso il nuovo testo del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 209 del 2008, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali, segnalando, con riferimento ai profili di competenza della Commissione bilancio, che le Commissioni di merito hanno inserito nel testo del provvedimento l'articolo 01, recante interventi di cooperazione a favore dello sviluppo. In particolare, il comma 1 del predetto articolo 01 autorizza la spesa di 45 milioni di euro, fino al 30 giugno 2009, per la realizzazione di attività ed iniziative di cooperazione in Afghanistan, Iraq, Libano, Sudan e Somalia, ad integrazione degli stanziamenti previsti nella Tabella C della legge finanziaria per il 2009 per il finanziamento della legge n. 49 del 1987 in materia di aiuto pubblico a favore dei paesi in via di sviluppo. Si autorizza, inoltre, al comma 4, la spesa di 250 mila euro annui a decorrere dall'anno 2009 per il potenziamento delle attività di analisi e documentazione in materia di politica internazionale, con particolare riferimento alla partecipazione italiana alle missioni internazionali, nell'ambito delle procedure di collegamento tra Governo e Parlamento. Il comma 5 prevede che, nell'ambito degli stanziamenti di cui al comma 1, al personale inviato in breve missione per la realizzazione delle attività e delle iniziative di cui al medesimo comma 1 è corrisposta l'indennità di missione di cui al regio decreto n. 941 del 1926 nella misura intera incrementata del 30 per cento, calcolata sulla diaria prevista per Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Oman. Il comma 7 prevede - nell'ambito di quanto previsto dall'articolo 01 - la convalida degli atti adottati, delle attività svolte e delle prestazioni effettuate dal 1o gennaio 2009 fino alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Conseguentemente, la clausola di copertura viene modificata sostituendo all'articolo 7, comma 1, la somma di euro 763.135.522 per l'anno 2009, con quella di 808.135.522 di euro per l'anno 2009 a valere sulla autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge n. 296 del 2006 e di 250 mila euro a decorrere dall'anno 2010, mediante corrispondente riduzione dell'accantonamento del fondo speciale di parte corrente 2009-2011, relativo al Ministero degli affari esteri. Al riguardo rileva, in primo luogo, che l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge n. 296 del 2006 reca le necessarie disponibilità, così come l'accantonamento del fondo speciale di parte corrente di competenza del Ministero degli affari esteri. Ritiene, peraltro, opportuno acquisire l'avviso del Governo in merito alla necessità di fare riferimento, al comma 3 dell'articolo aggiuntivo, ai limiti delle risorse di cui al comma 1. Con riferimento al comma 5, ritiene che il Governo dovrebbe provvedere a quantificare gli oneri relativi all'indennità di missione ivi prevista, mentre, con riferimento al comma 7, valuta opportuno fare riferimento ai limiti delle risorse di cui al predetto comma 1.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI con riferimento alle modifiche introdotte dalla Commissione di merito, conferma che l'autorizzazione di spesa relativa al Fondo di riserva per le spese derivanti dalla proroga delle missioni internazionali di pace e l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri nell'ambito del fondo speciale di parte corrente presentano le necessarie disponibilità finanziarie, ribadendo che, qualora nel corso dell'esercizio si renderanno necessarie maggiori risorse per il proseguimento delle missioni, si provvederà ad integrare le dotazioni del Fondo con appositi provvedimenti. Fa,

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inoltre, presente che gli oneri relativi all'indennità di missione prevista dal comma 5 sono quantificabili in 96.073 euro fino al 30 giugno 2009.
Con riferimento alle richieste di chiarimento del deputato Marchi, fa presente che nella relazione tecnica sono presenti alcuni errori materiali, precisando in particolare che i militari impegnati nel teatro operativo dell'Albania, ai sensi dell'articolo 3, comma 12, sono ventitré.

Gioacchino ALFANO (PdL), relatore, formula la seguente proposta di parere:

«La V Commissione,
esaminato il nuovo testo del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 209 del 2008, recante Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali (C. 2047);
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
all'articolo 01, al comma 3, dopo le parole: «Il Ministero degli affari esteri» aggiungere le parole: «, nei limiti delle risorse di cui al comma 1,»;
all'articolo 01, al comma 5, sopprimere le parole: «nell'ambito degli stanziamenti di cui al comma 1».
conseguentemente, aggiungere in fine il seguente periodo: «Nell'ambito delle risorse di cui al comma 1, per l'attuazione del presente comma è autorizzata la spesa di euro 96.073 fino al 30 giugno 2009,»;
all'articolo 01, al comma 7, dopo le parole: «del presente articolo», aggiungere le parole: «, nei limiti delle risorse di cui al comma 1,».

La Commissione approva la proposta di parere.

La seduta termina alle 13.45.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Martedì 20 gennaio 2009. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 12.50.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2006/87/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, che fissa i requisiti tecnici per le navi della navigazione interna e che abroga la direttiva 82/714/CEE del Consiglio.
Atto n. 54.

(Rilievi alla IX Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, in sostituzione del relatore, rileva che lo schema di decreto legislativo in esame recepisce la direttiva 2006/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006, che concerne la fissazione dei requisiti tecnici per le navi della navigazione interna. Lo schema di decreto, composto di 21 articoli e di 9 allegati, è adottato in attuazione dell'articolo 1, commi 1 e 3 della legge 34/2008 (legge comunitaria 2007) e non risulta corredato di relazione tecnica. Con riferimento ai profili di competenza della Commissione bilancio, fa presente che per quanto concerne le modalità di copertura degli oneri relativi alla certificazione, l'istituzione del registro dei certificati, l'esecuzione delle visite tecniche, gli accertamenti e le ispezioni - che dovranno essere poste a totale carico del proprietario, dell'armatore o del loro rappresentante tramite la fissazione di tariffe basate sul costo effettivo del servizio - andrebbe confermato che tali modalità tariffarie possano permettere una adeguata

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copertura dei costi, anche sotto il profilo temporale, considerato che i costi di implementazione del registro saranno anticipati rispetto alle tariffe per il rilascio dei certificati e che le ispezioni tecniche potranno essere effettuate non solo su richiesta dei soggetti ai fini della certificazione, ma anche nell'ambito di una attività di vigilanza. Rileva che andrebbe, inoltre, confermato che il criterio della copertura del costo effettivo del servizio resti applicabile anche per la determinazione delle tariffe per l'autorizzazione degli organismi di classificazione e per la vigilanza sugli stessi. Quanto alle ulteriori attività, previste dal provvedimento in esame e non poste espressamente a carico delle tariffe, tenuto conto della clausola di invarianza di cui all'articolo 21, andrebbe confermata l'effettiva possibilità per le amministrazioni competenti di far fronte a tali compiti con le risorse disponibili a legislazione vigente. Con specifico riferimento all'istituzione delle Commissioni di ispezione, previste dall'articolo 2.01 dell'allegato II e composte da un presidente e da esperti, rileva che dal tenore delle norme non si desume né l'entità numerica delle Commissioni che verranno istituite sul territorio nazionale, né l'esatta composizione delle Commissioni, per le quali è prevista sia la presenza di «almeno» tre specifiche figure professionali in qualità di esperti che la possibilità di farsi assistere da esperti specializzati. Sul punto chiede di acquisire chiarimenti, anche al fine di escludere l'insorgenza di nuovi oneri per gettoni di presenza, emolumenti e rimborsi spese da corrispondere ai membri della Commissione o agli esperti specializzati. Per quanto riguarda, infine, l'attribuzione anche al Corpo delle Capitanerie di porto di competenze in materia di accertamento dei reati e degli illeciti amministrativi nelle acque interne (comma 5, articolo 19), rileva che le norme sembrano poter estendere la competenza delle Capitanerie di porto, attualmente limitata all'attività di guardia costiera. Al riguardo chiede di chiarire se tali ulteriori compiti possano essere esercitati nell'ambito delle risorse finanziarie, umane e strumentali disponibili a legislazione vigente, al fine di escludere l'insorgenza di nuovi oneri. Rileva infine che l'articolo 21, concernente la clausola di invarianza finanziaria, prevede che dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato e che le amministrazioni interessate provvedono all'esecuzione dei compiti loro affidati con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Al riguardo, rileva che potrebbe risultare opportuno riferire la clausola di invarianza finanziaria all'aggregato della finanza pubblica, anziché a quello del bilancio dello Stato, al fine di escludere oneri per le autonomie locali nel caso in cui queste siano coinvolte nell'attuazione del provvedimento. Sul punto occorre chiede di acquisire l'avviso del Governo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI chiede un rinvio dell'esame al fine di predisporre i necessari elementi di risposta alle richieste di chiarimento avanzate.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, segnala che il termine per l'espressione di eventuali rilievi da parte della Commissione bilancio scade nella giornata odierna. Risulta pertanto necessario che il Governo si impegni a non procedere all'adozione definitiva del decreto legislativo prima che la Commissione bilancio esprima il proprio avviso al riguardo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI conferma che il Governo non procederà all'adozione del decreto legislativo prima che la Commissione bilancio concluda l'esame.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, alla luce delle dichiarazioni del rappresentante del Governo, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.

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ATTI COMUNITARI

Martedì 20 gennaio 2009. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 13.45.

Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese.
COM(2008)712 definitivo - 11249/08.

(Relazione alla XIV Commissione).
(Seguito esame e conclusione - Relazione favorevole con osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 15 gennaio 2009.

Lino DUILIO (PD) rileva preliminarmente che, anche alla luce dell'intervento del relatore svolto nella precedente seduta, l'esame del programma legislativo della Commissione e degli altri strumenti di programmazione politica e legislativa dell'UE può costituire per il Parlamento un'occasione importante. In particolare, tale occasione dovrebbe essere adeguatamente utilizzata per definire indirizzi generali per l'attività del Governo a livello europeo nel 2009 e segnalare direttamente alla Commissione europea, nell'ambito del «dialogo politico» avviato nel 2006, priorità, lacune e ulteriori iniziative da intraprendere. In quest'ottica, osserva che il nocciolo del programma è costituito dalla previsione di interventi intesi a fronteggiare la crisi finanziaria ed economica internazionale, tradottasi già a fine novembre con l'adozione del piano europeo per la ripresa economica. Rileva altresì che un primo elemento di debolezza del programma è costituito dal fatto che il piano di ripresa economica evidenzia il disallineamento tra il ruolo che l'UE potrebbe giocare per sostenere la crescita e l'occupazione, a fronte di dinamiche globali, e l'assenza di adeguate risorse finanziarie e strumenti giuridici. Per un verso, l'UE tenta di assicurare un coordinamento e uno stimolo degli interventi europei e nazionali in materia; ma il coordinamento si esercita essenzialmente attraverso i consueti strumenti «deboli» e privi di carattere giuridicamente vincolante. Per altro verso, il contributo finanziario diretto del bilancio UE è modesto, per un importo pari a 30 miliardi di euro, circa lo 0,3 per cento del PIL dell'Unione ed inadeguato rispetto alle ambizioni dell'Unione. Si tratta peraltro, come rilevato dal relatore onorevole Moroni, non di risorse aggiuntive ma soltanto di anticipazioni al 2009-2010 di stanziamento già previsti per gli anni successivi dalle prospettive finanziarie. L'Europa si trova quindi di fronte ad un paradosso: da un lato, è chiamata a fronteggiare nuovi problemi ed emergenze che richiedono, in ragione delle loro dimensioni e rilevanza globali, un intervento a livello europeo; dall'altro, non dispone delle risorse finanziarie che sarebbero necessarie, almeno per la parte che può attribuirsi alla competenza sovranazionale, ad adottare misure adeguate all'assolvimento di questi compiti. Osserva che per reperire le risorse necessarie si possono percorrere due strade, una a breve termine e l'altra a lungo termine. A breve termine, si possono stanziare risorse aggiuntive nel bilancio UE, utilizzando il margine esistente tra il massimale delle prospettive finanziarie e quello delle risorse proprie. Ricorda che il massimale delle spese previsto dal quadro finanziario in stanziamenti di impegno è pari allo 0,97 nel 2009 e all'1 per cento del reddito nazionale lordo nel 2010, a fronte di un tetto massimo delle risorse proprie pari all'1,24 per cento del reddito nazionale lordo (sempre in stanziamenti di pagamento); pertanto il margine massimo disponibile per un'eventuale revisione del quadro finanziario è pari allo 0,27 per cento nel 2009 e allo 0,24 per cento nel 2010. A medio e lungo termine concorda poi con il relatore sulla necessità di valutare il ricorso a titoli di debito europei

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per finanziare progetti ad alto valore aggiunto. In quest'ottica formula alcune considerazioni su un secondo aspetto del programma della Commissione e di quello delle tre presidenze che ritiene rivesta un grosso interesse per la Commissione. Il programma della Commissione europea preannuncia la presentazione di proposte sul versante sia delle entrate che delle spese del bilancio dell'UE, proposte che appaiono necessarie per migliorare il contributo dell'Europa alla soluzione dei principali problemi che si porranno nel prossimo decennio. Ricorda che nella scorsa legislatura la Commissione si è occupata in più occasioni di questi profili sia nel corso dei lavori parlamentari sia in numerose riunioni interparlamentari. Ci sono questioni decisive da definire, in relazione all'entità del bilancio dell'UE, alle priorità di spesa ai mezzi di finanziamento. Ritiene necessario a suo avviso cogliere l'occasione della relazione da presentare alla XIV Commissione per riavviare un dibattito parlamentare su questi temi ed impegnare il Governo a seguirne le risultanze in vista del negoziato a livello europeo. Chiede inoltre di riflettere sull'opportunità di ridefinire con chiarezza e trasparenza il legame tra priorità politiche e spesa dell'UE e, per altro verso, di ribadire il principio di solidarietà e pari dignità tra gli Stati membri. In quest'ottica, va affermato il principio per cui la spesa pubblica dell'UE deve concentrarsi su obiettivi ad alto valore aggiunto europeo, che non si sarebbero potuti ottenere a livello nazionale: la competitività, l'innovazione, la conoscenza, la solidarietà e soprattutto, la regolazione dei flussi migratori e alla gestione del fenomeno dell'immigrazione clandestina. Osserva che non basta, tuttavia, ridefinire le priorità su cui concentrare il bilancio dell'Unione europea, per uscire dalla fase critica attuale e rileva la necessità che l'intervento dell'UE sia efficace e riconoscibile per i cittadini, facendo sì che l'Europa cominci ad essere vissuta nella sua possibile «declinazione» a valle, attraverso l'apprezzamento concreto di iniziative e risultati concretamente visibili. Questo obiettivo potrebbe essere conseguito privilegiando l'attribuzione di risorse significative a progetti e «prodotti» europei ad altissimo valore aggiunto; come a centri di eccellenza nel campo della sanità, della ricerca o a progetti nel settore delle infrastrutture - in grado di dimostrare concretamente i vantaggi della spesa europea. Osserva peraltro che gli stanziamenti del bilancio UE dovrebbero produrre un «effetto leva» per incrementare il volume delle risorse complessivamente a disposizione mediante l'utilizzo di altri strumenti già a disposizione ovvero attivabili con uno sforzo di innovazione, quali gli interventi a carico della Banca europea per gli investimenti così come gli aiuti nazionali. Nella stessa logica si muove la proposta, a suo tempo avanzata dal Governo italiano, di estendere lo strumento del cofinanziamento anche a settori cui attualmente esso non si applica. Si riferisce in particolare all'agricoltura, che di fatto risulta essere l'unica tra le grandi componenti della spesa europea ad esserne esclusa. Il cofinanziamento può produrre, infatti, un effetto virtuoso in termini di responsabilizzazione degli Stati membri e di più efficiente utilizzo delle risorse a disposizione. Per quanto attiene alla revisione delle risorse proprie, ritiene, in linea di massima, di poter condividere il percorso prospettato dalla risoluzione approvata dal Parlamento europeo nello scorso marzo. La via più semplice per la semplificazione e razionalizzazione a medio termine del sistema di finanziamento è sicuramente quello di imperniarlo sulla risorsa RNL. Risulta infatti evidente che quanto più cresce il peso di tale risorsa tanto più si accresce il carattere solidaristico e perequativo delle fonti di finanziamento dell'UE che responsabilizza in primo luogo i Paesi di maggiori dimensioni. Ritiene tuttavia che il passaggio ad un sistema siffatto dovrebbe essere graduale in modo da evitare, mediante opportune misure transitorie, un incremento non sostenibile del contributo di specifici Stati membri al bilancio dell'UE. Ritiene certamente suggestiva, in questo senso, l'ipotesi di passare, in una fase successiva, ad un sistema basato su un tributo proprio

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che consentirebbe di creare un legame più diretto tra l'azione dell'UE e il cittadino contribuente. Si tratta certamente di un percorso molto difficile, anche alla luce delle rilevanti differenze dal punto di vista degli ordinamenti fiscali vigenti nei diversi Paesi membri. In ogni caso, ribadisce che l'istituzione di un tributo europeo dovrebbe rispondere a due fondamentali principi, vale a dire la neutralità fiscale, evitando qualsiasi aggravio complessivo della tassazione e della spesa pubblica nazionale; ovvero il collegamento chiaro tra tributo e priorità di spesa cui il relativo gettito sarebbe destinato.

Chiara MORONI (PdL), relatore, tenendo conto delle considerazioni svolte dai deputati intervenuti nella discussione, formula la seguente proposta di relazione:

«La Commissione Bilancio, tesoro e programmazione;
esaminato il Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e il Programma di «diciotto mesi» del Consiglio dell'Unione europea;
valutato positivamente come il Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea, il documento di prioritario interesse per la Commissione, si concentri su un numero limitato di iniziative, evitando un'elencazione lunga e generica di obiettivi e di misure eterogenee, come è invece sovente avvenuto negli anni trascorsi;
rilevato come il documento, tenendo conto del prossimo rinnovo del Parlamento europeo al quale seguirà quello della Commissione, assuma un arco temporale circoscritto e persegua l'obiettivo di fornire risposte tempestive dirette ad affrontare la crisi economica e finanziaria internazionale in atto;
rilevato altresì come il Piano, anche in accoglimento di proposte formulate dal Governo italiano, riservi una particolare attenzione agli interventi a favore delle piccole e medie imprese, prospettando il ricorso ad una pluralità di strumenti al fine di rafforzare un settore determinante al fine del rilancio della competitività e della crescita economica dell'Unione europea;
considerato, tuttavia, come la dichiarata volontà dell'Unione europea di promuovere il coordinamento delle iniziative assunte dai diversi Stati membri abbia a tutt'oggi trovato un debole riscontro nelle azioni promosse dalla stessa Unione, che continua ad avvalersi dei consueti strumenti «deboli» privi di carattere giuridicamente vincolante;
considerato altresì come, nell'ambito del Piano di ripresa economica, il contributo finanziario diretto del bilancio dell'Unione europea risulti modesto, essendo pari a circa lo 0,3 per cento del PIL dell'Unione europea, mentre appare più significativo il ruolo assunto dalla Banca europea per gli investimenti (BEI)

delibera di riferire favorevolmente

con le seguenti osservazioni:
è necessario che l'Italia si impegni sia sul versante europeo sia su quello nazionale affinché il sistema produttivo si avvalga pienamente delle opportunità offerte dal Piano, con particolare riferimento alle misure relative alle piccole e medie imprese, che andrebbero ulteriormente rafforzate;
nelle competenti sedi dell'Unione europea occorrerebbe valutare la possibilità di incrementare le risorse del bilancio già destinate al Piano di ripresa economica, utilizzando il margine esistente tra il massimale delle prospettive finanziarie e quello delle risorse proprie;
il Governo dovrà impegnarsi affinché il sistema produttivo nazionale benefici di una congrua percentuale dei prestiti erogati dalla BEI che risulti almeno pari alla quota del capitale BEI sottoscritta dal nostro Paese: tali risorse dovranno sommarsi agli stanziamenti di bilancio dell'Unione europea ed agli aiuti nazionali;

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il Governo ribadisca nelle opportune sedi europee la proposta di emettere titoli di debito europei per il finanziamento di progetti qualificanti ad alto valore aggiunto in alcuni settori strategici, anche in considerazione del rafforzamento dell'euro nel sistema valutario internazionale;
va affermato con chiarezza il principio per cui la spesa pubblica dell'Unione europea deve concentrarsi su obiettivi ad alto valore aggiunto europeo non perseguibili a livello esclusivamente nazionale: competitività, innovazione, conoscenza, solidarietà e, in particolare, regolazione dei flussi migratori e gestione del fenomeno dell'immigrazione clandestina;
per rendere visibile il contributo dell'Unione europea alla qualità della vita dei cittadini europei, occorre che l'Unione attribuisca risorse significative a progetti europei ad altissimo valore aggiunto quali i centri di eccellenza nel campo della sanità e della ricerca e i progetti nel settore delle infrastrutture;
il Governo dovrà sottolineare nelle sedi europee il contributo decisivo che i fondi strutturali possono fornire all'attuazione del Piano per la ripresa dell'economia europea, nonché la necessità di sviluppare la dimensione territoriale della coesione e di pervenire ad una riforma delle politiche di coesione nell'ambito della riforma del bilancio della UE che assicuri risorse finanziarie adeguate per il nostro Paese, in particolare per le regioni dell'attuale obiettivo convergenza;
l'Italia dovrà, in particolare, promuovere nelle competenti sedi europee e a livello nazionale il più ampio ricorso ai fondi strutturali previsti dal Piano di ripresa economica, concentrandoli su un numero limitato di interventi strategici e finalizzandoli al sostegno delle piccole e medie imprese e dell'occupazione».

Maino MARCHI (PD), intervenendo per dichiarazione di voto sulla proposta di relazione, rileva che sarebbe necessaria una maggiore coerenza tra le indicazioni in sede comunitaria e la politica economica nazionale. Nel rilevare che la proposta di relazione prospetta la necessità di un maggiore coordinamento delle politiche economiche, che ha già prodotto il Piano europeo di ripresa economica. In proposito rileva che le disposizioni del disegno di legge C. 1972 hanno contraddetto quanto previsto nel Piano sull'importanza della ricerca e dell'efficienza energetica, mettendo in discussione gli incentivi esistenti. Osserva che se l'esame parlamentare ha corretto il secondo punto, per quanto riguarda la ricerca il testo non è mutato. Si sofferma poi sulla questione del credito per le piccole e medie imprese. In proposito, in sede comunitaria, si sollecitano agevolazioni, ma a livello nazionale non si registrano cambiamenti. Rileva che le indicazioni presenti nella proposta di relazione sono condivisibili, tuttavia ritiene difficile che l'Unione europea possa cambiare la sua natura da un giorno all'altro, dopo anni in cui molte forze (e tra queste anche quella dell'attuale maggioranza) hanno frenato i tentativi di una maggiore integrazione. Sul punto, invita a fare un ragionamento di prospettiva a medio-lungo termine, per attrezzare l'Europa come soggetto unico in competizione con i grandi blocchi degli USA, della Russia, dell'India e della Cina, quando arriverà la ripresa. Ritiene pertanto che il Governo si dovrebbe impegnare su questi aspetti. Alla luce di tali considerazioni, annuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di relazione.

La Commissione approva la proposta di relazione.

La seduta termina alle 14.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 20 gennaio 2009. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 18.10.

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Ratifica Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione Italia-Libia, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008.
C. 2041-A Governo.

(Parere all'Assemblea).
(Parere su emendamenti).

La Commissione inizia l'esame delle proposte emendative.

Claudio D'AMICO (LNP), relatore, avverte che l'Assemblea ha trasmesso l'emendamento del Governo 3.7000, il quale intende consentire l'erogazione di un indennizzo ai cittadini e alle imprese espulsi dalla Libia a seguito della presa di potere da parte di Gheddafi nel 1969, nei limiti di un fondo di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2009 al 2011. Al relativo onere si provvede attraverso un incremento della percentuale di cui al numero 1 della lettera b) del comma 2 dell'articolo 3, che individua uno dei parametri per la determinazione dell'addizionale IRES a carico delle società che operano nel settore energetico aventi determinate caratteristiche. In particolare, tale percentuale è incrementata dall'8,3 per mille al 10,3 per mille. Al riguardo, osserva che, in base ai dati della relazione tecnica allegata al disegno di legge di ratifica, tale incremento dovrebbe esser sufficiente per far fronte all'onere. Sul punto ritiene, tuttavia, opportuno acquisire una conferma da parte del Governo.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA conferma che, sulla base delle stime contenute nella relazione tecnica, l'incremento dell'importo dell'addizionale IRES per gli esercizi fino al 2011 assicura una copertura adeguata agli oneri derivanti dall'istituzione del fondo per gli indennizzi ai nostri concittadini espulsi dalla Libia. Rileva, peraltro, che le risorse stanziate con la proposta emendativa governativa non consentono un pieno ristoro dei danni subiti dai cittadini e dalle imprese italiane espulsi dalla Libia, sottolineando come, rispetto alle proposte emendative di iniziativa parlamentare di analogo contenuto, si sia provveduto ad un contenimento degli oneri nell'ambito di un limite massimo di spesa per il prossimo triennio.

Massimo VANNUCCI (PD), nel condividere il contenuto della proposta emendativa, ribadisce le perplessità sulla copertura finanziaria. Chiede quindi se sia possibile prevedere il parere parlamentare sul decreto di cui al comma 5 dell'articolo 3-bis dell'emendamento.

Gian Luca GALLETTI (UdC) nel rilevare che la proposta emendativa del Governo recepisce solo in parte le istanze sollevate dalle proposte emendative di iniziativa parlamentare, in quanto provvede solo ad un parziale indennizzo delle perdite sofferte dai nostri concittadini in Libia, chiede al rappresentante del Governo di fornire più precise indicazioni circa l'ammontare dei risarcimenti che devono ancora essere corrisposti agli esuli dalla Libia. In ogni caso, pur condividendo il merito della proposta emendativa, ribadisce le perplessità già espresse sulle modalità di copertura finanziaria prevista dall'articolo 3 del disegno di legge, che introduce un aggravio delle imposte che finirà per essere pagato da tutti cittadini italiani, tenuto altresì conto dei minori dividendi che saranno incassati dagli azionisti pubblici dell'Eni.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA fa presente che, sulla base delle stime formulate dai cittadini esuli dalla Libia, l'integrale risarcimento dei danni subiti a seguito dei provvedimenti adottati dal Governo libico richiederebbe lo stanziamento di circa 700 milioni di euro.

Renato CAMBURSANO (IdV), nel condividere il merito dell'emendamento, esprime dubbi sulla copertura, evidenziando in particolare il rischio di un aumento dei costi per i cittadini in conseguenza dell'incremento dell'addizionale IRES.

Marino ZORZATO (PdL) osserva che, al fine di evitare irragionevoli disparità tra i

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nostri concittadini destinatari di provvedimenti di espulsione e di esproprio, sarebbe necessario prevedere analoghe forme di indennizzo anche per gli esuli giuliano-dalmati, a fronte dell'insufficienza delle risorse attualmente stanziate. L'incremento degli stanziamenti per il risarcimento dei danni subiti dagli esuli giuliano-dalmati a valere sulle maggiori entrate di cui all'articolo 3 del disegno di legge di ratifica sarebbe, peraltro, assolutamente ragionevole, tenuto conto del fatto che l'Eni sta svolgendo attività estrattive in Croazia.

Marco MARSILIO (PdL) esprime soddisfazione per la sensibilità manifestata nei confronti del problema, dopo anni di indifferenza. Ricorda comunque che la soluzione del problema è parziale e, con riferimento alle considerazioni del collega Zorzato, auspica una rapida calendarizzazione in Assemblea delle proposte di legge volte a disciplinare in via generale la questione del risarcimento di tutti i profughi italiani espulsi da diversi territori nei decenni passati.

Gaspare GIUDICE (PdL), pur giudicando politicamente opportuno la proposta emendativa del Governo, che interviene su una situazione particolarmente dolorosa, ritiene che, per i profili di competenza della Commissione bilancio, l'articolo aggiuntivo presenti elementi di problematicità, in quanto prevede l'introduzione di un limite massimo di spesa per i risarcimenti, che potrebbero avere natura di diritto soggettivo.

Claudio D'AMICO (LNP), relatore, nell'auspicare che si possa trovare rapidamente una soluzione anche al problema degli indennizzi per gli esuli giuliano-dalmati, formula la seguente proposta di parere:

«La V Commissione,
esaminato l'emendamento in oggetto,
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
nella parte consequenziale, all'articolo 3-bis, comma 3, sostituire le parole: «dalla Commissione interministeriale amministrativa di cui all'articolo 4 della legge 6 dicembre 1971, n. 1066,» con le seguenti: «con carattere di priorità dalla Commissione interministeriale di cui all'articolo 2, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 114,»;
nella parte consequenziale, all'articolo 3-bis, comma 5, dopo le parole: «con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze» aggiungere le seguenti: «da emanarsi previo parere delle Commissioni parlamentari permanenti competenti per materia e per i profili finanziari».

Il sottosegretario Alfredo MANTICA dichiara di condividere la proposta di parere.

La Commissione approva la proposta di parere.

La seduta termina alle 18.40.