CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 15 gennaio 2009
122.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 15 gennaio 2009. - Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia.

La seduta comincia alle 13.55.

Ratifica Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione Italia-Libia, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008.
C. 2041 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Maurizio PANIZ (PdL), relatore, in merito al provvedimento in esame, osserva quanto segue. Il disegno di legge in esame reca l'autorizzazione alla ratifica del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia, firmato a Bengasi il 30 agosto 2008 e si compone di cinque articoli.
I primi due articoli contengono, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione del Trattato. L'articolo 3 reca disposizioni dirette ad introdurre, fino al 2028, un'addizionale all'imposta sul reddito delle società. L'articolo 4 quantifica l'onere finanziario, disponendone la copertura mediante l'utilizzo delle maggiori entrate derivanti dall'attuazione dell'articolo 3, e dispone il monitoraggio degli oneri derivanti dall'attuazione della legge. L'articolo 5, infine, stabilisce l'entrata in vigore del provvedimento

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per il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
L'Accordo in esame regola un ampio spettro di rapporti con la Libia, ponendo fine al contenzioso derivante dall'epoca coloniale e ponendo le basi per nuove relazioni tra i due Paesi.
L'Accordo consta di un Preambolo e di 23 articoli raggruppati in tre Capi.
Il Capo I (articoli da 1 a 7) delinea i principi generali che sono alla base dell'intesa. Segnala, in particolare, l'impegno delle Parti al rispetto della legalità internazionale nel quadro della comune visione di centralità delle Nazioni Unite, nonché l'affermazione dei principi del rispetto dell'uguaglianza sovrana degli Stati, del non ricorso alla minaccia o all'impiego della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza dell'altra Parte, della non ingerenza negli affari interni della controparte, anche impegnandosi a non usare il proprio territorio in attività ostili verso l'altra parte. Viene altresì ribadito l'impegno al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché quello alla soluzioni pacifica delle eventuali controversie.
Il Capo II (articoli da 8 a 13) contiene disposizioni volte a sanare le situazioni pregresse e i contenziosi ancora in atto. In particolare, l'Italia si impegna a realizzare in Libia progetti infrastrutturali di base, nonché iniziative speciali tra le quali la costruzione di abitazioni, l'assegnazione di borse di studio universitarie e post-universitarie. Per contro, la Libia si impegna a concedere i visti di ingresso anche ai cittadini italiani espulsi in passato dal proprio territorio, che desiderino entrare nel Paese per motivi di turismo, lavoro, o per altre finalità.
Il Capo III (articoli da 14 a 23) reca la disciplina del nuovo partenariato bilaterale, che si esprimerà attraverso consultazioni politiche su temi bilaterali, regionali e internazionali di reciproco interesse.
Con particolare riferimento agli ambiti di competenza della Commissione Giustizia, segnala l'articolo 19, volto a rafforzare la collaborazione nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, come già stabilito dall'accordo del 2000, in vigore dal 22 dicembre 2002.
Per contrastare l'immigrazione clandestina, è previsto un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, che verrà effettuato dalla parte italiana. Il costo dell'operazione sarà per metà a carico dell'Italia e per l'altra metà verrà chiesto il contributo dell'Unione europea, sulla base di precedenti intese tra quest'ultima e la Libia.
Propone di esprimere parere favorevole.

Rita BERNARDINI (PD), a nome dei Radicali nel Partito democratico, esprime totale contrarietà alla ratifica del trattato in esame, ricordando che i deputati radicali hanno presentato circa seimila emendamenti presso la Commissione di merito. Rileva come il disegno di legge in esame non tenga adeguatamente in considerazione né la realtà dello Stato libico, nel quale non vi è democrazia e si assiste alla costante e grave violazione dei diritti umani, né i recenti comportamenti del medesimo che ha perfino strumentalizzato il fenomeno dell'immigrazione clandestina contro lo Stato italiano. In considerazione del numero enorme e sempre crescente di sbarchi di clandestini sulle coste italiane, il trattato in esame sembra un vero e proprio «trattato di resa», che non contiene norme idonee a garantire il rispetto dei diritti umani. Sottolinea quindi come i centri di permanenza temporanea libici siano luoghi nei quali vengono perpetrate le più orribili violazioni dei diritti umani e come, ciò nonostante, il disegno di legge in esame preveda lo stanziamento di ingenti cifre per la realizzazione di infrastrutture in Libia. Nel ribadire il voto contrario sulla proposta di parere favorevole del relatore, invita la Commissione ad una più seria ed attenta riflessione sul provvedimento in esame.

Manlio CONTENTO (PdL) rileva che le osservazioni dell'onorevole Bernardini appaiono condivisibili sotto il profilo del

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mancato rispetto dei diritti umani. Ricorda peraltro che la Libia si è più volte rifiutata di stipulare importanti accordi e convenzioni con l'Italia proprio perché il trattato in esame non era stato ancora concluso. Auspica quindi che la ratifica di tale trattato faccia venir meno questo alibi, consentendo l'adempimento di obblighi che si trascinano ormai da molti anni e che riguardano perfino la soluzione di questioni coloniali. Sulla base di queste considerazioni e, quindi, nell'ottica di un miglioramento dei rapporti tra i due Paesi anche in vista di una più efficace risposta al problema dell'immigrazione clandestina, preannuncia il proprio voto favorevole sulla proposta del relatore.

Rita BERNARDINI (PD), ad integrazione del proprio precedente intervento, sottolinea come siano state escluse dalla soluzione delle controversie pendenti imprese che hanno avuto un contenzioso con la Libia in tempi lontani, mentre risultano incluse imprese con rapporti più recenti. Anche in considerazione della illogicità di tale previsione, ribadisce la propria contrarietà al disegno di legge ed invita nuovamente la Commissione ad una più attenta riflessione.

Giulia BONGIORNO, presidente, dopo aver ricordato che il disegno di legge è inserito nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 19 gennaio prossimo e che quindi oggi la Commissione di merito ne concluderà l'esame, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di parere favorevole del relatore.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Ratifica Convenzione Italia-USA per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi o le evasioni fiscali.
C. 1907 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Roberto RAO (UdC), relatore, in merito al provvedimento in esame, osserva quanto segue. Il disegno di legge consta di quattro articoli, recanti, il primo, l'autorizzazione alla ratifica della Convenzione, il secondo l'ordine di esecuzione ed il quarto l'entrata in vigore della legge di autorizzazione alla ratifica, fissata per il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. L'articolo 3 contiene la clausola di copertura degli oneri finanziari derivanti dall'attuazione dell'Accordo. L'articolo 4 dispone in merito all'entrata in vigore.
La Convenzione in esame, firmata a Washington il 25 agosto 1999, con Scambio di Note effettuato a Roma il 10 aprile 2006 e il 27 febbraio 2007, pone le basi per una più proficua collaborazione economica tra Italia e Stati Uniti, rendendo possibile un'equa distribuzione del prelievo fiscale tra lo Stato in cui viene prodotto un reddito e lo Stato di residenza dei beneficiari dello stesso. La Convenzione in esame sostituisce la precedente Convenzione del 1984, tenendo conto delle modifiche intervenute nella disciplina fiscale dei due Paesi. Molte disposizioni, tuttavia, ritenute ancora attuali, sono rimaste immutate per accordo delle Parti.
La Convenzione, composta di 29 articoli e da un Protocollo ed un Verbale d'intesa, mantiene in linea di massima la struttura fondamentale del modello elaborato dall'OCSE, e si applica all'imposizione sui redditi.
Per quanto concerne gli ambiti di competenza della Commissione Giustizia, segnala l'articolo 25, relativo all'instaurazione della «Procedura amichevole».
La procedura amichevole si svolge in due fasi: dapprima il reclamo all'autorità competente da parte della persona che ritiene che le misure adottate da uno Stato (o da entrambi gli Stati) comportino un'imposizione non conforme alle disposizioni della Convenzione e, successivamente, l'avvio della procedura amichevole in senso stretto da parte dell'autorità dello Stato cui è stato rivolto il reclamo, qualora quest'ultima ritenga fondato il reclamo stesso. Le autorità degli Stati contraenti, tuttavia, non hanno alcun obbligo di giungere

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comunque a una decisione, ma sono soltanto tenute a «fare del loro meglio» per ottenere un esito utile alla soluzione del problema.
Il paragrafo 5 dell'articolo 25 della Convenzione prevede quindi, nei casi in cui le autorità competenti non riescano a pervenire a un accordo attraverso la procedura amichevole, la possibilità di sottoporre la questione ad arbitrato, previo accordo delle autorità competenti e del contribuente e a condizione che quest'ultimo si impegni per iscritto a ottemperare alle decisioni della commissione arbitrale. Il parere della commissione arbitrale è vincolante per il contribuente e per entrambi gli Stati, limitatamente alla questione esaminata.
Propone di esprimere parere favorevole.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 14.10.

ATTI COMUNITARI

Giovedì 15 gennaio 2009. - Presidenza del presidente della II Commissione Giulia BONGIORNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 14.10.

Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 e programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese.
COM(2008)712 def. - 11249/08.

(Esame, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 2, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Mariarosaria ROSSI (PdL), relatore, osserva che la Commissione europea ha presentato il 5 novembre 2008 il programma legislativo e di lavoro per il 2009 (COM(2008)712), anno caratterizzato dalle elezioni del Parlamento europeo e dalla nomina della nuova Commissione europea.
Il programma - elaborato sulla base della strategia politica annuale presentata dalla Commissione il 13 febbraio 2008, su cui il Parlamento europeo si è espresso con risoluzione del 24 aprile 2008 - individua per il 2009 le priorità politiche, gli obiettivi e le principali iniziative della Commissione.
Al documento sono allegati tre elenchi che comprendono: 1) le iniziative strategiche (ritenute di particolare rilevanza politica da realizzare nel corso dell'anno) e le iniziative prioritarie (che dovrebbero essere presentate nei prossimi 12-18 mesi); 2) le proposte di semplificazione legislativa; 3) le proposte pendenti che verranno ritirate.
Il Consiglio ha definito il 30 giugno 2008 il programma delle sue attività per il periodo 1o luglio 2008-31 dicembre 2009, presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese; le priorità dell'attuale Presidenza ceca sono state indicate il 7 gennaio 2009.
Illustra quindi gli aspetti salienti del Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009, nonché del Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea, con particolare riferimento alle parti rientranti negli ambiti di competenza della Commissione Giustizia.
Il programma legislativo e di lavoro predisposto dalla Commissione con riferimento al 2009 evidenzia significativi elementi di discontinuità.
Il dato più rilevante che lo differenzia dai precedenti è costituito dal rilievo attribuito al contesto generale che fa da sfondo al programma e che risulta contrassegnato dalla crisi economica e finanziaria.
Con la consapevolezza degli ostacoli posti dalla crisi economica, la Commissione non rinuncia a programmare per il prossimo anno una serie di iniziative riguardanti, tra l'altro, per quanto concerne

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gli ambiti di competenza di questa Commissione, il completamento delle iniziative dirette a fare dell'Unione un autentico spazio di libertà sicurezza e giustizia, con particolare riguardo alla definizione di una politica comune in materia di immigrazione, di gestione integrata delle frontiere (sottolineando in particolare il contributo che potrà essere assicurato da Frontex), di lotta al terrorismo e alla criminalità, in relazione alla quale si preannuncia l'intenzione di proposte per combattere più efficacemente la tratta di minori, i delitti informatici e il rischio di attentati terroristici con armi chimiche, biologiche, nucleari e radiologiche.
Nell'ambito delle iniziative prioritarie evidenzia l'adozione di un «pacchetto criminalità organizzata» diretto, tra le altre cose, a rafforzare il contrasto allo sfruttamento sessuale dei bambini, alla repressione della tratta di esseri umani; all'assistenza delle vittime di reati oltre che alla lotta alla criminalità informatica. A ciò si aggiunge un «pacchetto antiterrorismo», costituito da iniziative di carattere non legislativo.
Il Programma della Commissione prevede la presentazione di una comunicazione relativa ad un nuovo programma quinquennale (2010-2014) per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia (Area of freedom, security and justice - AFSJ), a conclusione del programma dell'Aia.
Il nuovo programma, che dovrebbe prendere il nome di programma di Stoccolma, presenterà le priorità comuni e gli obiettivi per il futuro sviluppo dello spazio AFSJ, al fine di permettere l'individuazione di strumenti e piani di azione idonei. La Commissione sottolinea peraltro che il programma si baserà su documenti chiave quali, il Patto europeo sull'immigrazione e l'asilo, le comunicazioni della Commissioni del 17 giugno 2008 sull'immigrazione e l'asilo, la comunicazione sulla giustizia elettronica (e-justice) e il piano d'azione per la lotta alla droga.
Con riferimento alla Cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale, il Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2009 prevede iniziative intese a migliorare il reciproco riconoscimento in materia penale e civile in ambiti concreti (sentenze, diritti procedurali, successioni e testamenti).
In particolare, tra le iniziative prioritarie, la Commissione europea prevede la presentazione di una comunicazione sul riconoscimento reciproco in materia penale e civile, nonché di una proposta di decisione quadro sui diritti procedurali nei procedimenti penali.
Per quanto riguarda il rafforzamento della sicurezza all'interno dell'Unione europea, la Commissione presenterà inoltre una serie di proposte relative a forme nuove e specifiche di criminalità e alla lotta contro il rischio di attentati terroristici.
Si tratta, in particolare, del pacchetto di proposte legislative «Criminalità organizzata: aiuto alle vittime», comprendente: una proposta di decisione quadro relativa alla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile; una proposta di decisione quadro sulla prevenzione e sulla repressione della tratta degli esseri umani e sulla protezione delle vittime; una proposta di decisione quadro sull'assistenza alle vittime di reati nell'UE; una proposta di direttiva che modifica la direttiva sul risarcimento alle vittime di reati; una proposta di decisione quadro relativa a misure per la lotta alla criminalità informatica.
Per quanto riguarda la lotta al terrorismo, la Commissione prevede le seguenti iniziative prioritarie: una comunicazione sulla minaccia di attacchi chimici , biologici, nucleari e radiologici; una comunicazione sulla preparazione contro gli attacchi biologici; un piano d'azione sulla riduzione dei rischi radiologici/nucleari nell'Unione europea; una comunicazione relativa a buone pratiche di prevenzione e reazione agli attacchi chimici, biologici, nucleari e radiologici, compresa l'individuazione dei rischi.
Il Programma delle tre Presidenze - francese, ceca, svedese - attribuisce un'importanza prioritaria alla lotta al terrorismo

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e prevede, tra le altre cose, un impegno particolare nella lotta contro la tratta degli esseri umani.
In merito alla cooperazione di polizia, il programma della Presidenza ceca per il periodo 1o gennaio-30 giugno 2009 prevede un impegno particolare nell'approfondimento della cooperazione internazionale in materia di formazione e di addestramento, soprattutto attraverso il completamento dei programmi comuni di formazione in seno all'Accademia europea di polizia (CEPOL). Relativamente alla cooperazione giudiziaria in materia penale, la Presidenza ceca intende presentare una iniziativa volta a regolare i conflitti di competenza tra Stati membri nel quadro dei procedimenti penali nonché svolgere l'esame di una relazione conclusiva di prossima presentazione sulle valutazione reciproche condotte dagli Stati membri in materia di attuazione pratica del mandato di arresto europeo. Segnala inoltre che il programma della presidenza ceca prevede, tra le attività prioritarie, l'avvio del Piano d'azione di lotta alla droga 2009-2012, presentato dalla Commissione nel settembre 2008 e adottato dal Consiglio lo scorso 8 dicembre.
Con riferimento alla Cooperazione giudiziaria civile, il Programma della Commissione prevede, tra le iniziative prioritarie, la presentazione di una proposta di regolamento volta a modificare il regolamento (CE) n. 44/2001 concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale (Bruxelles I).
L'esame della proposta di regolamento in questione costituisce una priorità per il Programma delle tre Presidenze - francese, ceca e svedese - per il periodo luglio 2008-dicembre 2009. Le tre Presidenze si impegneranno inoltre a continuare i lavori sulla proposta di modifica della decisione che istituisce una rete giudiziaria europea in materia civile e commerciale e provvederanno a dare un seguito al progetto di istituire un quadro comune di riferimento nel settore della legge contrattuale europea. Le Presidenze intendono infine avviare i lavori sulle successioni e i testamenti, sulla base della proposta che la Commissione dovrebbe presentare in materia nel mese di marzo 2009 e che è peraltro già stata annunciata nel Programma legislativo e di lavoro per il 2008.
Per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria in materia civile con Paesi terzi, le Presidenze ritengono prioritario trovare una soluzione appropriata per consentire agli Stati membri di negoziare o modificare strumenti giuridici esistenti, nei casi in cui la Comunità non intenda esercitare le sue competenze.
Ricorda infine che il programma della Presidenza ceca per il periodo 1o gennaio-30 giugno 2009, prevede l'inizio dei lavori su un progetto di regolamento in materia di eredità e successioni. Il progetto, annunciato tra le iniziative prioritarie nel programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per l'anno 2008, dovrebbe essere presentato dalla Commissione nel corso del mese di marzo 2009. Al tema sarà peraltro dedicata, nel mese di aprile, una conferenza internazionale, organizzata dalla Presidenza ceca in cooperazione con l'Accademia del diritto europeo (ERA).
Per quanto concerne il Diritto societario, il Programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2009 preannuncia la presentazione di una proposta di semplificazione delle direttive sul diritto societario al fine di tenere conto degli interessi delle piccole imprese, autorizzando gli Stati membri ad esentarle dagli obblighi in materia di contabilità e favorendo una riduzione degli oneri amministrativi di oltre 5 miliardi di euro.
Nel programma dei 18 mesi delle Presidenze francese, ceca e svedese, figura l'impegno ad avviare l'esame della proposta legislativa relativa ad uno statuto di società privata europea non appena verrà presentata dalla Commissione. Le tre Presidenze considerano il diritto societario e la contabilità settori prioritari al fine di ridurre gli oneri amministrativi gravanti sulle imprese dell'UE. A tal fine esse intendono porre l'accento sulla semplificazione e la modernizzazione del contesto in cui operano le imprese, tenendo conto

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dei princìpi del miglioramento della regolamentazione. Tale priorità figura è stata riconfermata nel programma di lavoro della Presidenza ceca.
Con riferimento alla Tutela dei consumatori, nel programma legislativo e di lavoro per il 2009 la Commissione annuncia una serie di iniziative per difendere i consumatori e migliorare le possibilità di ricorso.
Tra le misure prioritarie sia la Commissione sia la Presidenza ceca annoverano le iniziative che diano seguito al Libro bianco sulle azioni per risarcimento in caso di violazione delle norme comunitarie in materia di concorrenza.
Il Libro bianco, presentato dalla Commissione il 2 aprile 2008, ha avviato un'ampia consultazione pubblica, che si è conclusa il 15 luglio 2008. Sulla base degli orientamenti espressi dalle parti interessate, la Commissione è ora chiamata a valutare quali iniziative concrete adottare in materia.
Tra le misure proposte dalla Commissione nel Libro bianco figurano: la possibilità di richiedere un risarcimento per il danno subito, qualora vi sia di un nesso di causalità fra tale danno e la violazione delle norme di concorrenza; le vittime di una violazione delle norme di concorrenza possono avvalersi di meccanismi d'azione collettiva; l'introduzione del diritto ad un risarcimento completo del danno subito, ivi compreso l'indennizzo delle perdite effettive, del mancato utile e degli interessi; l'applicazione in tutti gli Stati membri di norme che impediscano ai giudici nazionali di prendere decisioni in contrasto con una decisione definitiva adottata da un'autorità nazionale di concorrenza - appartenente alla rete europea della concorrenza (ECN) - che abbia constatato una violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza (articolo 81 e 82 TCE). Tali decisioni definitive adottate dall'autorità nazionale, pertanto, assumerebbero valore di prova vincolante in qualsiasi procedimento civile per danni derivanti da violazioni delle norme comunitarie sulla concorrenza;

Giulia BONGIORNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.30

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Disposizioni in materia di azione risarcitoria collettiva.
C. 410 Contento, C. 1845 Di Pietro e C. 1824 Mantini.

Disposizioni in materia di violenza sessuale.
C. 611 Caparini, C. 666 Lussana, C. 817 Angela Napoli, C. 924 Pollastrini, C. 688 Prestigiacomo, C. 574 De Corato, C. 952 Pelino e C. 1424 Governo.

Disposizioni in materia di reati commessi per finalità di discriminazione o di odio fondati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere.
C. 1658 Concia e C. 1882 Di Pietro.