CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 18 dicembre 2008
111.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Giovedì 18 dicembre 2008.

Audizione di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, nell'ambito dell'esame della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente l'applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera (COM (2008) 414 def.).

L'audizione informale è stata svolta dalle 14 alle 14.10.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 18 dicembre 2008. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali Eugenia Maria Roccella.

La seduta comincia alle 14.10.

DL 185/2008: Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale.
C. 1972 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 17 dicembre 2008.

Anna Margherita MIOTTO (PD) chiede al relatore se, da parte della maggioranza, vi sia la disponibilità ad accogliere i rilievi critici dell'opposizione sulle parti del provvedimento in esame di competenza della Commissione, come ricavabili dagli emendamenti presentati presso le Commissioni V e VI.

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Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, invita l'onorevole Miotto ad esplicitare tali rilievi critici, sui quali si riserva di esprimersi all'atto di formulare la sua proposta di parere.

Anna Margherita MIOTTO (PD), prima di entrare nel merito delle misure contenute nel provvedimento in esame, desidera svolgere alcune considerazioni sulla cosiddetta social card. Al riguardo, osserva che le modalità attuative di tale intervento assistenziale risultano particolarmente macchinose, implicando, tra l'altro, un coinvolgimento dei centri di assistenza fiscale, degli uffici postali, nonché la presentazione delle dichiarazioni ISE e di altra documentazione. Tali procedure, oltre che eccessivamente complesse ed onerose, appaiono lesive dell'autonomia dei comuni e della dignità dei beneficiari della misura. Sarebbe stato assai preferibile, a suo avviso, far confluire tali risorse in busta paga, attraverso il sostituto d'imposta, o affidarle alla gestione dei comuni, come proposto anche da alcuni ministri dell'attuale Governo. Passando a trattare del bonus di cui all'articolo 1, rileva che il suo ammontare effettivo, secondo le prime stime, si avvicinerà più ai 200 che non ai 1.000 euro. Osserva inoltre che sarebbe necessario compiere un passo avanti nel senso della garanzia dell'universalità del diritto, innalzando le soglie di reddito, sebbene la norma in questione abbia almeno il pregio di tener conto del numero dei componenti delle famiglie beneficiarie.

Livia TURCO (PD), nell'associarsi alle considerazioni svolte dalla collega Miotto, sottolinea come già la manovra di finanza pubblica abbia sensibilmente ridotto le risorse complessive destinate ai Fondi aventi finalità di carattere sociale. Evidenzia altresì l'esiguità delle risorse stanziate dal provvedimento in esame per il bonus di cui all'articolo 1 e per il Fondo per il credito per i nuovi nati di cui all'articolo 4. In quest'ultimo caso, in particolare, le risorse sono recuperate mediante riduzione del Fondo per le politiche della famiglia, compromettendo, tra l'altro, la realizzazione del progetto di riorganizzazione dei consultori familiari. Viene inoltre fissato un tetto di spesa pari a 25 milioni di euro, che non appare compatibile con il nuovo diritto che la norma sancisce. Sottolinea inoltre l'esigenza di potenziare il servizio civile, mentre il provvedimento in esame cancella la copertura previdenziale del periodo di servizio civile volontario a carico del Fondo nazionale per il servizio civile. Rileva che le proposte emendative presentate dal suo gruppo presso le Commissioni V e VI hanno carattere costruttivo e sono volte a correggere il provvedimento in discorso nel senso testé illustrato. Evidenzia infine come, nella legge finanziaria per l'anno 2008, approvata nella scorsa legislatura, le risorse destinate alla famiglia e, in generale, a finalità di carattere sociale fossero superiori a quelle messe a disposizione dall'attuale Governo.

Daniela SBROLLINI (PD), riconoscendosi pienamente nelle considerazioni svolte dalle colleghe Miotto e Livia Turco, esprime forte preoccupazione per le misure contenute nel provvedimento in esame, che fanno seguito ai tagli recati dalla manovra di finanza pubblica. Ritiene infatti che, mentre l'attuale situazione di crisi economica richiederebbe di concentrare nelle politiche sociali le risorse finanziarie disponibili, l'attuale Governo abbia scelto di ridurle. Questa scelta sta producendo effetti particolarmente negativi sui servizi per l'infanzia, rispetto ai quali i comuni si trovano a dover fronteggiare una sensibile riduzione delle risorse. Quanto agli interventi a favore delle famiglie con nuovi nati, ricorda che il Partito Democratico aveva proposto l'istituzione della «dote», al fine di assicurare un sostegno di carattere continuativo e non episodico. Sottolinea quindi la necessità di incrementare le risorse per il servizio civile, al fine di sostenere le nuove generazioni e l'attività dei numerosi enti che beneficiano del contributo dei volontari del servizio civile.

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Alessandra MUSSOLINI (PdL) evidenzia l'importanza di favorire, in materia di politiche sociali e, in particolare, di infanzia, la più ampia convergenza tra maggioranza e opposizione. Invita pertanto i colleghi dell'opposizione a prescindere, in questa materia, dalle logiche di schieramento e ad apprezzare il fatto che anche i gruppi di maggioranza stanno cercando di rafforzare gli interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione.

Carla CASTELLANI (PdL) desidera ringraziare i colleghi dell'opposizione per l'approccio moderato dei loro interventi. Ritiene peraltro che il provvedimento in esame costituisca l'intervento più efficace che il Governo potesse compiere nelle condizioni date e che lo stesso Governo seguirà con particolare attenzione l'evolversi della situazione economica, valutando la necessità di ulteriori interventi. Ricorda altresì come, nella precedente legislatura, pur in una situazione economico-finanziaria meno complessa, non sia stato fatto quanto era necessario per riformare il nostro sistema di welfare, eliminando le duplicazioni e gli sprechi e rendendolo più efficiente. Auspica infine che l'attuale Governo continui a operare in tal senso, favorendo così le fasce sociali più deboli.

Il sottosegretario Eugenia Maria ROCCELLA osserva, rivolta ai deputati dell'opposizione, che alcune delle carenze del provvedimento in esame, e dei tagli recati dalla manovra di finanza pubblica, sono dovuti a un'oggettiva scarsità di risorse e a una contingenza economico-finanziaria la cui drammaticità è sotto gli occhi di tutti. Ciò ha comportato la necessità di sottrarre risorse ad alcuni interventi, come quello in materia di riorganizzazione dei consultori familiari, che non recavano benefici immediati ai destinatari. Rileva inoltre che le risorse complessive nell'ambito della spesa sociale non sono state ridotte rispetto al livello dell'anno 2006.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, rinuncia a replicare alle osservazioni formulate dai colleghi dei gruppi di opposizione, sia perché si riconosce nelle considerazioni della collega Castellani e del sottosegretario Roccella, sia perché è imminente la ripresa dei lavori in Assemblea. Formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

Anna Margherita MIOTTO (PD) annuncia voto contrario sulla proposta di parere del relatore, stigmatizzando la totale indisponibilità da parte del relatore medesimo e della maggioranza nei confronti di tutte le osservazioni formulate dall'opposizione. In particolare, tale voto contrario trae origine dal fatto che le difficoltà economiche in cui versa il Paese, che non sono certo soltanto italiane, vengono affrontate in modo radicalmente diverso da quello scelto da tutti gli altri principali Paesi. Ricorda inoltre che, diversamente da quanto affermato dal sottosegretario Roccella, la spesa sociale e, in particolare, il Fondo sociale vengono fortemente ridotti sia per l'anno 2008 sia per l'anno 2009, con gravi ripercussioni sulle regioni. Ricorda altresì che le misure contenute nel provvedimento in esame sono assolutamente insufficienti a fronte della grave situazione di disagio in cui versano i loro destinatari. Rileva infine che, mentre il Governo proclama di voler aiutare le famiglie in difficoltà, riduce il Fondo per le politiche della famiglia.

Giuseppe PALUMBO, presidente, avverte che, ove le Commissioni V e VI dovessero approvare emendamenti riferiti alle parti di competenza della Commissione, questa sarà nuovamente chiamata ad esprimersi in sede consultiva sul provvedimento in esame.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 15.

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SEDE REFERENTE

Giovedì 18 dicembre 2008. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali Eugenia Maria Roccella.

La seduta comincia alle 15.

Modifica della denominazione e delle competenze della Commissione parlamentare per l'infanzia di cui all'articolo 1 della legge n. 451/1997.
C. 1800 Mussolini e C. 1914 Capitanio Santolini.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Nunzio Francesco TESTA (UdC), relatore, osserva che le proposte di legge in esame, che presentano un contenuto sostanzialmente analogo, sono dirette ad apportare alcune modifiche alla denominazione ed ai compiti della Commissione parlamentare per l'infanzia di cui all'articolo 1 della legge 23 dicembre 1997, n. 451.
In proposito, ricorda che la Commissione parlamentare per l'infanzia è disciplinata dall'articolo 1 della citata legge n. 451 del 1997, recante istituzione della Commissione parlamentare per l'infanzia e dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia.
Il predetto organo è composto da venti deputati e venti senatori nominati dai Presidenti dei rispettivi rami del Parlamento in proporzione alla consistenza numerica dei gruppi parlamentari garantendo la rappresentanza di almeno un componente per ciascun gruppo ed elegge al suo interno un presidente, due vicepresidenti e due segretari. La Commissione ha compiti di indirizzo e di controllo sull'attuazione degli accordi internazionali e della legislazione relativi ai diritti ed allo sviluppo dei soggetti in età evolutiva e acquisisce informazioni sui risultati delle attività svolte da pubbliche amministrazioni e da organismi che si occupano di questioni attinenti ai diritti o allo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. Almeno una volta all'anno riferisce alle Camere sui risultati della propria attività formulando osservazioni e proposte sulla vigente legislazione, con particolare attenzione all'adeguamento alla normativa comunitaria e internazionale.
Tra gli accordi internazionali in materia, particolare rilievo assume la Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989, ratificata dall'Italia con legge 27 maggio 1991, n. 176. Per celebrare il giorno della ricorrenza della firma della Convenzione stessa è stata istituita il 20 novembre la giornata per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Ai sensi dell'articolo 1, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, la Commissione esprime un parere sul Piano di azione per la tutela dei diritti e dello sviluppo dei soggetti in età evolutiva, predisposto dall'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e proposto dal Ministro della solidarietà sociale e dal Ministro delle politiche per la famiglia. Il predetto parere deve essere espresso entro sessanta giorni dalla presentazione. Il Piano è adottato con decreto del Presidente della Repubblica, previo parere della Conferenza unificata e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, entro i trenta giorni successivi alla scadenza del termine anzidetto.
Più in particolare, l'articolo 1 di entrambi i progetti di legge prevede, al comma 1, che la Commissione parlamentare per l'infanzia assuma la nuova denominazione di Commissione parlamentare per l'infanzia e per l'adolescenza. Infatti, come evidenziato dalle relazioni illustrative, l'articolo 1 della citata legge n. 451 del 1997, nell'enunciare i compiti della Commissione, fa riferimento ai diritti e allo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, senza specificare a che età debba porsi il limite della cosiddetta «infanzia».
Il comma 2 dell'articolo 1 di entrambe le proposte di legge interviene sulla natura del parere che la Commissione, ai sensi

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dell'articolo 1, comma 5, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 103 del 2007, esprime sul piano nazionale di azione di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva e sul termine per l'espressione del parere medesimo.
In proposito, ricorda che il citato decreto del Presidente della Repubblica n. 103 del 2007 ha disciplinato il riordino dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e del Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia - inizialmente disciplinati dagli articoli 2, 3 e 4 della legge n. 451 del 1997, conseguentemente abrogati - in forza delle disposizioni di cui all'articolo 29 del decreto-legge n. 223 del 2006. Quest'ultimo ha previsto l'emanazione di regolamenti ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400 (cosiddetti «regolamenti delegificanti») diretti a riordinare, per realizzare finalità di contenimento della spesa, gli organismi delle amministrazioni statali, previsti dalla legge o da regolamento, in conformità di alcuni principi e criteri direttivi specificamente indicati.
L'articolo 1 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 103 del 2007 dispone, al comma 2, che l'Osservatorio predisponga ogni due anni il piano nazionale di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva e prevede al comma 5 - come sopra ricordato - che la Commissione parlamentare per l'infanzia esprima un parere entro sessanta giorni dalla presentazione del Piano medesimo.
Viene sostanzialmente stabilito che il parere di cui sopra abbia natura vincolante ai fini dell'adozione del Piano nazionale di azione e che esso debba essere espresso entro trenta giorni dalla trasmissione dello schema di piano.
Su questo specifico aspetto, la proposta di legge n. 1800 differisce dalla proposta n. 1941, precisando che, decorsi inutilmente i trenta giorni, il Piano può comunque essere adottato.
L'articolo 2 di ambedue le proposte di legge, con finalità di coordinamento, sostituisce nella legge n. 451 del 1997, ovunque ricorrano, le parole «Commissione parlamentare per l'infanzia» con quelle «Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza» (comma 1).
Infine, il comma 2 dello stesso articolo rimette invece al Governo l'emanazione, entro un mese dall'entrata in vigore della legge, di un provvedimento che modifichi il citato decreto del Presidente della Repubblica n. 103 del 2007, al fine di adeguarne le disposizioni al comma 2 dell'articolo 1.

Giuseppe PALUMBO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.05.