CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 dicembre 2008
109.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 16 dicembre 2008. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 13.45.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2009).
C. 1713-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011.
C. 1714-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Stefano SAGLIA, presidente, comunica preliminarmente che, a seguito di intese intercorse tra gruppi, si è convenuto che l'esame dei provvedimenti in titolo inizi nella seduta odierna e si concluda nella giornata di domani. Fa presente, quindi,

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che la Commissione sarà nuovamente convocata, per il seguito dell'esame dei citati provvedimenti, alle ore 9 di domani, mercoledì 17 dicembre.
Avverte, inoltre, che la Commissione esaminerà congiuntamente il disegno di legge di bilancio ed il disegno di legge finanziaria, per le parti di competenza, come modificate a seguito dell'esame presso il Senato. A tal fine, ricorda che la Commissione, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, dovrà trasmettere alla V Commissione una relazione per ciascuno stato di previsione di competenza e per le connesse parti del disegno di legge finanziaria. Rammenta altresì che, ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, l'esame in Commissione riguarderà esclusivamente le modificazioni apportate dall'altro ramo del Parlamento.

Antonino FOTI (PdL), relatore, osserva che il disegno di legge finanziaria 2009 e il disegno di legge di bilancio per il triennio 2009-2011, già approvati dalla Camera, sono stati modificati dal Senato e devono ora essere nuovamente sottoposti alla Camera per la definitiva approvazione. Al riguardo, segnala anzitutto che il contenuto normativo del testo trasmesso dall'altro ramo del Parlamento mantiene un carattere estremamente snello, recando soltanto disposizioni strettamente attinenti al contenuto tipico della legge finanziaria, con l'esclusione di disposizioni di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico.
Quanto alle principali modifiche apportate dal Senato sul complesso del disegno di legge finanziaria, sottolinea che esse riguardano: i commi 45 e 46 dell'articolo 2, che intervengono in merito al Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale; il comma 47 del medesimo articolo 2, che prevede la definizione dei criteri per la distribuzione alle regioni delle risorse finanziarie stanziate (120 milioni) per la realizzazione del programma di interventi in materia di istruzione; l'articolo 2, commi 49 e 50, relativi all'assetto organizzativo della raccolta in rete fisica dei giochi e delle scommesse; il nuovo articolo 3, che innova integralmente la disciplina in tema di emissione di titoli, nonché di acquisto di strumenti finanziari derivati da parte degli enti territoriali.
Per quanto riguarda le tabelle allegate al disegno di legge finanziaria, osserva che il Senato ha modificato l'ammontare delle tabelle A e B relative ai fondi speciali, sia in quanto ha utilizzato le risorse a copertura degli oneri recati dalle nuove disposizioni introdotte nell'articolato, sia a seguito di emendamenti compensativi all'interno delle tabelle o tra le tabelle stesse recanti nuove finalizzazioni. Ricorda, inoltre, che la tabella C allegata allo stesso disegno di legge finanziaria è stata interessata da un unico emendamento che, sostanzialmente, dà attuazione all'articolo 28 del decreto-legge n. 112 del 2008, che ha istituito l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), e contestualmente soppresso l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), l'Istituto Nazionale per la fauna selvatica (INFS) e l'Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare.
Quanto alle parti di diretta competenza della XI Commissione, segnala - in primo luogo - che, rispetto al testo approvato in prima lettura dalla Camera, non hanno subito alcuna modifica di rilievo né le tabelle degli stati di previsione n. 2 e n. 4, né le tabelle allegate al disegno di legge finanziaria. Fa presente, quindi, che l'unica modifica di stretto interesse è stata apportata all'articolo 2, comma 48, del disegno di legge finanziaria, che dispone la non applicazione agli enti locali delle sanzioni previste in caso di mancato rispetto del patto di stabilità relativo agli anni 2008-2011, nel caso in cui il mancato rispetto del patto sia dovuto a spese per nuovi interventi infrastrutturali. Tale esclusione si applica agli enti: che hanno rispettato il patto di stabilità interno nel triennio 2005-2007; che hanno registrato nell'anno 2008 un ammontare di impegni per spesa corrente, al netto delle spese per

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adeguamenti contrattuali del personale dipendente, compreso il segretario comunale, non superiore a quello medio del triennio 2005-2007. Rileva che, in sostanza, la disposizione ha sicuramente una carattere favorevole per gli enti locali interessati e - nello specifico - consente ai comuni di non computare, al fine della determinazione dell'ammontare delle spese correnti, gli eventuali incrementi di spesa sostenuti per gli adeguamenti contrattuali del rispettivo personale.
In tal senso, considerato in termini positivi l'intervento testé illustrato, propone di riferire favorevolmente alla V Commissione sulla tabella n. 2, per le parti di competenza, e sulla tabella n. 4, per le parti di competenza.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI si riserva di svolgere eventuali considerazioni nel seguito dell'esame dei provvedimenti in titolo.

Stefano SAGLIA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare.
Considerato, peraltro, il limitatissimo ambito delle modificazioni apportate dal Senato, per le parti di competenza, ai documenti di bilancio, propone di fissare alle ore 16 di oggi il termine per la presentazione di eventuali emendamenti.

La Commissione concorda.

Stefano SAGLIA, presidente, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani.

Ratifica Convenzione Italia-USA per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi o le evasioni fiscali.
C. 1907 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Stefano SAGLIA, presidente e relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere alla III Commissione sulla ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati Uniti d'America per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi o le evasioni fiscali, con Protocollo e Verbale d'intesa, fatta a Washington il 25 agosto 1999, con Scambio di Note effettuato a Roma il 10 aprile 2006 e il 27 febbraio 2007. Al riguardo, ritiene che vada rilevato, in linea generale, che con tale Convenzione si pongono le basi per una più proficua collaborazione economica tra Italia e Stati Uniti, anche alla luce delle rilevanti modifiche intervenute nei rispettivi sistemi fiscali, rendendo possibile un'equa distribuzione del prelievo fiscale tra lo Stato in cui viene prodotto un reddito e lo Stato di residenza dei beneficiari dello stesso. Per quanto concerne, poi, i profili di più diretto interesse della XI Commissione, segnala gli articoli 15, 16, 18, 19, e - seppur in maniera meno immediata - gli articoli 20 e 21.
In particolare, per quanto riguarda l'imposizione sui redditi da lavoro subordinato, presi in considerazione dall'articolo 15, rileva che il criterio per l'imputazione della loro tassazione sta nella prevalente esplicazione della prestazione lavorativa in oggetto, se nello Stato di residenza o nell'altro Stato (come del resto è previsto, seppur con alcune differenze, anche nell'articolo 14 per le professioni indipendenti), salvo alcune eccezioni tassativamente indicate (per esempio, un periodo di soggiorno nello Stato non di residenza che non ecceda i 183 giorni in un anno), in presenza delle quali si applica comunque l'imposizione dello Stato di residenza. Relativamente alle partecipazioni agli utili, ai gettoni di presenza e alle altre retribuzioni analoghe, di cui all'articolo 16, corrisposte ai membri - residenti in uno Stato contraente - di consigli di amministrazione o di collegi sindacali di società, fa presente che si attribuisce rilevanza,

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ai fini dell'imputazione della tassazione, alla residenza di queste ultime nell'altro Stato contraente.
Segnala poi l'articolo 18, che prevede che le pensioni sono imponibili nello Stato di residenza del beneficiario, nonostante sia prevista la possibilità che esse siano tassate anche dallo Stato di provenienza, mentre l'articolo 19 stabilisce che le remunerazioni e le pensioni corrisposte da uno Stato contraente a fronte di servizi ad esso resi sono imponibili solo in detto Stato, mirando inoltre a risolvere le situazioni di incertezza sulla ripartizione del potere impositivo tra i due Stati contraenti derivante dall'elevato numero di unità di personale a contratto avente doppia nazionalità o la sola nazionalità italiana. In particolare, osserva che il paragrafo 2 introduce una disposizione che attribuisce, in tali casi, la potestà impositiva esclusiva allo Stato che eroga i compensi.
Infine, sottolinea che l'articolo 20 prevede, per le retribuzioni di professori e insegnanti che soggiornano in uno Stato contraente allo scopo di insegnare o effettuare ricerche in istituti d'istruzione riconosciuti o istituzioni mediche finanziate principalmente dal Governo, l'esenzione dall'imposizione in questo stesso Stato per un periodo non superiore a due anni; al contempo, una disposizione di analogo contenuto è prevista, all'articolo 21, con riferimento alle somme corrisposte per il mantenimento o per la formazione di studenti ed apprendisti che soggiornano in uno Stato contraente, a condizione che esse provengano da fonti situate fuori da tale Stato: entrambe le disposizioni richiedono che il soggetto soggiornante sia residente dell'altro Stato contraente o lo sia stato immediatamente prima di recarsi nell'altro Stato.
In conclusione, preso atto del contenuto delle norme di interesse e vista l'importanza strategica di tale ratifica, ritiene che vi siano le condizioni per un orientamento positivo della XI Commissione. Formula, pertanto, una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame.
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

DL 185/08: Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale.
C. 1972 Governo.

(Parere alle Commissioni V e VI).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 10 dicembre 2008.

Ivano MIGLIOLI (PD), preso atto della relazione svolta dal relatore nella precedente seduta, ritiene che, dinnanzi ad una crisi economica di carattere internazione di rilevante gravità, i cui effetti non accennano ad esaurirsi, il Governo abbia posto in essere una serie di interventi - tra cui in ultimo il provvedimento in esame - inadeguati a farvi fronte, soprattutto in un contesto produttivo imprenditoriale particolarmente allarmante come quello italiano, nell'ambito del quale sono a rischio i posti di lavoro di milioni di dipendenti, nei cui confronti si prevedono rilevanti interventi di cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Fa notare che, a differenza di molti altri Paesi europei - tra i quali cita Germania, Francia e Spagna - che hanno provveduto a stanziare ingenti risorse a sostegno di settori strategici per il proprio sviluppo economico ed ambientale, prevedendo degli sgravi e una riduzione della pressione fiscale a vantaggio di imprese, lavoratori e famiglie, il Governo italiano ha deciso invece di non aumentare la spesa pubblica e di articolare in quattro distinti provvedimenti una manovra finanziaria a saldo negativo, nonostante il dato non favorevole relativo alla crescita tendenziale del PIL e alla disoccupazione auspichi invece un intervento di rilancio dei consumi e, quindi, a tutela dei redditi e delle pensioni. Ritiene inoltre che la mancanza di stanziamenti per il rilancio dello sviluppo del Paese

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entri inevitabilmente in contraddizione con lo spreco di risorse operato con misure, che giudica poco utili e inopportune, adottate senza il necessario approfondimento nel primo scorcio di legislatura, come la detassazione degli straordinari (che il Governo, ammettendo il proprio errore, non ripropone nel presente provvedimento), la completa eliminazione dell'ICI sulla prima casa, gli interventi di salvataggio di Alitalia e, in ultimo, la previsione di incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate, argomento sul quale ritiene che siano emerse nella stessa maggioranza profonde divergenze.
Esprime poi molte perplessità sull'articolo 1 del provvedimento in esame, ritenendo il bonus straordinario per famiglie, lavoratori, pensionati e non autosufficienti ivi previsto una misura una tantum assolutamente insufficiente e concessa, tra l'altro, con modalità sbagliate. In proposito, fa notare che, nella prospettiva di uno sviluppo della crescita, sarebbe stato maggiormente auspicabile un intervento diretto a sostegno dei salari e delle pensioni, che avrebbe giudicato maggiormente in grado di sostenere la domanda aggregata. Quanto alle disposizioni relative agli ammortizzatori sociali contenute nel decreto-legge, a dispetto di quanto evidenziato nel dibattito svoltosi in occasione dell'esame del disegno di legge collegato alla manovra finanziaria in tema di lavoro, nell'ambito del quale era stata prospettata da più parti l'esigenza di aumentare lo stanziamento di risorse volte a finanziare strumenti di sostegno al reddito, soprattutto in vista una loro estensione a vantaggio di categorie di lavoratori più svantaggiati rispetto ad altre, rileva una totale inadeguatezza delle misure predisposte dal Governo, soprattutto in relazione ai lavoratori precari, che, oltre ad rischiare costantemente di perdere il proprio posto di lavoro, risultano essere sempre più numerosi e sottopagati. Proprio con riferimento a questi ultimi lavoratori, che considera una risorsa importante per lo sviluppo del nostro Paese, ritiene opportuno che il Governo mantenga le norme previste nelle leggi finanziarie predisposte nella scorsa legislatura al fine di stabilizzare i lavoratori atipici impiegati nella pubblica amministrazione, evitando di operare nei loro confronti una ingiusta discriminazione.
Si sofferma successivamente sull'articolo 4, comma 2, che interviene in materia di riconoscimento del periodo di servizio civile ai fini del trattamento previdenziale del settore pubblico e privato, prevedendo che i periodi corrispondenti al servizio civile su base volontaria successivi al 1o gennaio 2009 siano riscattabili a domanda dell'assicurato e senza oneri per il fondo nazionale del servizio civile. Ritiene in proposito di convenire con il relatore sull'opportunità di inserire nella proposta di parere delle osservazioni alle Commissioni di merito circa la necessità di ripristinare il sistema della contribuzione figurativa, evitando pertanto di prevedere alcun esborso a carico dell'obiettore e in tal modo incentivando lo svolgimento di un servizio che ritiene di essenziale per gli stessi enti locali. Su tale argomento auspica un'ampia convergenza delle Commissioni di merito e in Assemblea.
Ritiene poi che l'esigenza di tenere sotto osservazione il debito pubblico statale, prospettata dalla stessa maggioranza anche nell'ottica di assicurare il pagamento di titolo di Stato in scadenza, non giustifichi tale tipo di intervento finanziario previsto nel decreto-legge in esame, che giudica in controtendenza rispetto agli orientamenti emersi in sede europea e alle stesse iniziative assunte nella precedente legislatura dal Governo Prodi, che rappresentano, a suo avviso, un esempio valido in tema di rigore finanziario.
In conclusione, paventa il rischio che l'Esecutivo sia costretto nei prossimi mesi a porre in essere un ulteriore provvedimento di natura economico-finanziaria, per riparare ai ripetuti errori commessi con gli atti adottati in precedenza.

Maria Anna MADIA (PD), nel condividere le considerazioni espresse dal deputato Miglioli, fa notare che, nonostante in sede comunitaria si sia convenuto, sulla base di un preciso orientamento della

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Commissione europea, di introdurre una maggiore flessibilità nella valutazione del rispetto del patto di stabilità, proprio al fine di consentire agli Stati membri di intraprendere politiche di sostegno allo sviluppo, l'Italia ha varato invece un provvedimento anti-crisi assolutamente inadeguato, con il quale, a suo avviso, viene previsto uno stanziamento di risorse insufficiente. In proposito, fa presente che Paesi come la Germania e la Spagna e, soprattutto, la Francia, a differenza dell'Italia, hanno mirato ad investire rilevanti risorse per fronteggiare la crisi, mirando ad un aumento qualitativo della spesa pubblica e intraprendendo un percorso preciso di sviluppo economico. A tale riguardo, fa notare che tali interventi previsti nel contesto dei paesi europei per il rilancio dell'economia - che si stima possano contribuire, almeno in Francia, ad un aumento del prodotto interno lordo pari all'1 per cento - hanno riguardato settori importanti quali l'università e la ricerca, incidendo sul mondo delle imprese, del lavoro e degli enti locali, nonché su tematiche di grande rilievo sociale come quelle a carattere ambientale. Ritiene pertanto che il Ministro dell'economia e delle finanze, a dispetto delle sue iniziali dichiarazioni pubbliche con le quali aveva dimostrato di saper cogliere in anticipo il quadro complessivo di crisi globale dell'economia che si stava delineando, non abbia agito successivamente in coerenza con tali affermazioni, testimoniando la mancanza di una precisa idea di rilancio per il Paese.
Fa notare infatti che alla manovra finanziaria varata a luglio nel tentativo di mettere in salvo in anticipo i conti pubblici, siano seguiti provvedimenti che sono risultati in contrasto con l'esigenza di salvaguardare l'equilibrio di bilancio, come la completa eliminazione dell'ICI sulla prima casa e la misura della detassazione degli straordinari. Ritiene che questa ultima sia stata adottata dal Governo inopportunamente, proprio perché si registravano da tempo sia un calo produttivo sia un allargamento della platea dei lavoratori cosiddetti «precari», dati che avrebbero dovuto sconsigliare una soluzione di quel tipo.
Manifesta poi perplessità sull'articolo 1 del provvedimento, relativo al bonus straordinario per famiglie, lavoratori, pensionati e non autosufficienti, che giudica inadeguato sotto il profilo dello stanziamento delle risorse e perché non in grado di assicurare un sostegno di tipo universalistico, considerato che la fruizione di tale beneficio è subordinata al rispetto di determinati criteri e requisiti e che le stesse modalità per accedervi, che privilegiano l'ordine cronologico delle richieste inoltrate, possono escludere una vasta platea di soggetti. Ritiene inoltre grave che dai possibili beneficiari di tale bonus straordinario siano esclusi i titolari di partita IVA, indipendentemente dalla valutazione del reddito percepito e della circostanza che operino o meno in committenza, soprattutto in considerazione del fatto che essi spesso non sono altro che lavoratori dipendenti indotti al versamento di tale tipo di imposta dal proprio datore di lavoro.
Ritiene insufficienti anche i fondi stanziati per finanziare gli strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione dal lavoro o di disoccupazione previsti all'articolo 19, soprattutto in un'ottica di mancata tutela dei lavoratori più svantaggiati, i cosiddetti lavoratori atipici, per i quali, a suo avviso, sarebbe auspicabile prevedere un intervento più specifico. Sempre con riferimento ai «precari», sottolinea una inesattezza formale - suscettibile però di produrre effetti sostanzialmente distorsivi - contenuta nel testo di tale articolo, laddove si parla di collaboratori coordinati e continuativi, termine ormai divenuto improprio nel settore privato a seguito della modifiche introdotte dalla «Legge Biagi», che è intervenuta a disciplinare la fattispecie del lavoro a progetto. Soffermandosi più diffusamente su tale articolo, ritiene assolutamente inadeguata e dal carattere una tantum la liquidazione a tale categoria di lavoratori atipici di una somma pari al 10 per cento del reddito percepito l'anno precedente, stigmatizzando

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inoltre il fatto che la fruizione di tale forma di sostegno al reddito - dalla quale ritiene siano esclusi ingiustamente i titolari di partita IVA - sia riconosciuta solo a condizione che tali lavoratori svolgano nell'anno di riferimento la loro attività in zone dichiarate in stato di crisi ovvero in settori dichiarati in crisi. Al riguardo, sottolinea come tale condizione possa dar luogo a pesanti discriminazioni, in grado di escludere una parte sostanziale di lavoratori precari, dal momento che la valutazione dei settori in crisi è rimessa ad una discrezionalità troppo ampia, che può essere esercitata da soggetti non meglio identificati. Ritiene pertanto che il Governo, così come è avvenuto con il recente decreto-legge in materia di università e ricerca, abbia inteso rispondere con un intervento modesto e improvvisato al clima di protesta e di sfiducia diffusosi negli ultimi tempi nell'opinione pubblica, a seguito dei ripetuti tagli alla spesa operati con gli ultimi provvedimenti a svantaggio dei lavoratori precari.
In conclusione, nel dichiarare la sua contrarietà a disposizioni che ritiene insufficienti e inidonee a rilanciare i consumi, auspica la predisposizione di misure organiche e di sistema, che mettano in evidenza la centralità delle persone e dei diritti dei lavoratori, seguendo un percorso di continuità che sia orientato ad un progetto efficace di sviluppo economico e sociale del Paese, al fine di ridare fiducia ai cittadini.

Luigi BOBBA (PD), richiamando le considerazioni del deputato Miglioli, ritiene che l'attuale Esecutivo abbia varato un provvedimento di natura finanziaria, che non stanzia nuove risorse, ma si limita semplicemente ad attingere ai fondi già istituiti dal precedente Governo: si tratta, pertanto, di un provvedimento che, a suo giudizio, è inadeguato a far fronte alla crisi economica in atto e a rilanciare i consumi delle famiglie. Fa notare che l'articolo 1 del presente decreto-legge, prevedendo la concessione di un beneficio economico alle famiglie subordinato alla presenza di criteri e requisiti che giudica troppo stringenti e contraddittori, sia con riferimento alla misura del reddito che alla composizione del nucleo familiare, produca effetti distorsivi particolarmente gravi, soprattutto con riferimento ad alcune disposizioni contenute nel decreto-legge n. 112 del 2008 concernenti la cosiddetta social card, rispetto alle quali si pone in termini di contraddizione. Nell'esprimere perplessità in ordine alla soglia massima di reddito prevista per godere del beneficio, che ritiene troppo bassa e quasi equiparata a quella di povertà, paventa il rischio che le famiglie numerose, più bisognose e maggiormente inclini a spendere i propri risparmi, rimangano escluse dalla fruizione di tale bonus straordinario, nonostante alcuni dei loro membri magari possano beneficiare della social card, per beneficiare della quale vengono previsti invece diversi requisiti.
Esprime quindi perplessità sul comma 2 dell'articolo 4, che interviene in materia di riconoscimento del periodo di servizio civile ai fini del trattamento previdenziale del settore pubblico e privato, ritenendo di convenire con il relatore sulla necessità di conservare il sistema della contribuzione figurativa, al fine di promuovere lo svolgimento di un'attività volontaria di grande rilevanza sociale. In proposito fa notare che con tale disposizione si rischia di introdurre una disparità di trattamento previdenziale tra coloro che svolgono il servizio civile e coloro che svolgono il servizio militare.
Pur ritenendo, altresì, comprensibile la ratio dell'articolo 30 del decreto-legge, volta ad introdurre una sorta di «mappatura fiscale» degli enti associativi - per esempio, le società sportive dilettantistiche - non sottoposti attualmente ad alcuna forma di controllo da parte di albi o altri organismi, fa notare che tale disposizione rischia di produrre effetti contrari a quelli attesi, andando a colpire il mondo delle realtà associative nel suo complesso, senza operare le opportune distinzioni tra chi opera nella legalità e chi intende invece aggirare le norme. Riterrebbe piuttosto auspicabile l'istituzione di una apposita Authority, che potrebbe rifarsi al modello

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anglosassone, alla quale attribuire lo svolgimento di compiti precisi e concreti di vigilanza.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), facendo riferimento ad alcune considerazioni svolte dai deputati dei gruppi di opposizione relativamente ad un presunto ripensamento del Governo sulla misura della detassazione degli straordinari precedentemente assunta, ritiene di ravvisare nell'articolo 5 del decreto-legge in esame una semplice rimodulazione della disposizione sugli straordinari, volta a dare preferenza ai premi di produttività in un quadro di disponibilità finanziaria limitata. Nel ritenere condivisibile la decisione del Governo di eliminare l'ICI sulla prima casa al fine di aumentare la propensione al consumo di tutti i cittadini, rileva che il Governo sta agendo con grande senso di responsabilità nello svolgimento di politiche pubbliche mirate e prioritarie, che consentano di garantire contemporaneamente sviluppo socio-economico del Paese e risanamento del debito pubblico.
Nel concordare, infine, sulla necessità di prevedere un intervento di maggior favore per i lavoratori precari, che considera quelli più esposti al rischio di perdita del lavoro, dichiara sin d'ora la disponibilità del suo gruppo a collaborare per la definizione di modalità di concessione di misure di sostegno per questi lavoratori svantaggiati, che contemperino le esigenze di tutela con quelle di rispetto dei vincoli di bilancio.

Stefano SAGLIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.50.