CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 18 novembre 2008
95.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
Pag. 67

RISOLUZIONI

Martedì 18 novembre 2008. - Presidenza del presidente Mario VALDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Nicola Cosentino.

La seduta comincia alle 11.40.

7-00033 Valducci: Nuove convenzioni tra lo Stato e le società del gruppo Tirrenia e privatizzazione delle società esercenti servizi di cabotaggio pubblico.
(Seguito della discussione e rinvio).

Mario VALDUCCI, presidente, sulla base degli elementi emersi dal dibattito svolto nella precedente seduta, propone di riformulare la risoluzione nei termini seguenti:

«La IX Commissione,
premesso che:
la Tirrenia e le società regionali da questa controllate (Caremar, Saremar, Siremar e Toremar) esercitano il servizio pubblico di cabotaggio marittimo fra la penisola e le isole maggiori e minori in base a specifiche convenzioni in scadenza alla fine del 2008;
la legge finanziaria per il 2007 (commi 998 e 999 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296) ha predisposto la stipula di nuove convenzioni tra lo Stato e le società del gruppo Tirrenia aventi scadenza non anteriore al 31 dicembre 2012 al fine di privatizzare le società esercenti servizi di cabotaggio pubblico;
il Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2009- 2013, deliberato dal Consiglio dei ministri il 18 giugno 2008, ha confermato la volontà del Governo di attuare tempestivamente, in coerenza anche con quanto previsto dalla legge finanziaria per il 2007, il processo di privatizzazione della Tirrenia;

Pag. 68

il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha attribuito alle regioni le funzioni in materia di servizio pubblico di cabotaggio marittimo che si svolgono all'interno del loro territorio, prevedendo altresì la possibilità per le regioni Campania, Sardegna, Sicilia e Toscana di richiedere, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del dereto-legge, il trasferimento a titolo gratuito della partecipazione totalitaria detenuta da Tirrenia di navigazione Spa rispettivamente nelle società Caremar, Saremar, Siremar e Toremar; nessuna delle regioni interessate ha peraltro esercitato tale facoltà entro i termini previsti;
ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 14 novembre 1995, n. 481, il Consiglio dei ministri ha deliberato, nella seduta del 6 novembre 2008, la definizione dei criteri di privatizzazione e delle modalità di dismissione della partecipazione detenuta indirettamente dal Ministro dell'economia e delle finanze nel capitale di Tirrenia di navigazione S.p.A.; il relativo schema di decreto sarà trasmesso alle Camere per l'espressione del parere da parte delle competenti Commissioni parlamentari;
dall'ampia attività conoscitiva svolta dalla Commissione mediante audizioni informali dei soggetti interessati è emerso che:
a) gran parte dell'attività di Tirrenia può essere svolta come libera attività imprenditoriale, secondo condizioni di mercato;
b) le sovvenzioni a carico del bilancio dello Stato rappresentano una quota rilevante delle entrate di Tirrenia e i costi operativi risultano mediamente più elevati rispetto a quelli delle società private del settore;
c) deve essere realizzato un significativo recupero di efficienza della gestione, in linea con gli obiettivi individuati dal piano industriale del gruppo, definito nel 2007 e non ancora approvato, e con i criteri per la determinazione degli oneri di servizio pubblico e delle dinamiche tariffarie, di cui alla delibera CIPE del 9 novembre 2007;
risulta pertanto indispensabile completare rapidamente il processo di liberalizzazione del settore del cabotaggio pubblico e privatizzare le società esercenti i servizi di collegamento marittimo che rivestono carattere di pubblica utilità;
occorre al tempo stesso garantire la continuità e la qualità del servizio anche per i collegamenti che non rivestono interesse di mercato e, in particolare, assicurare la continuità territoriale e l'erogazione dei servizi essenziali per le isole minori,

impegna il Governo:

1) a pervenire sollecitamente, se possibile entro il 30 giugno 2009, alla privatizzazione della società Tirrenia di navigazione S.p.A., da effettuarsi mediante procedura competitiva;
2) ad assumere sollecitamente le opportune iniziative finalizzate al completamento, da parte delle amministrazioni competenti, dell'iter di approvazione delle nuove convenzioni con la Tirrenia e con le società regionali, almeno per quanto concerne le tratte che non rivestono interesse di mercato, ma che risultano indispensabili per assicurare la continuità territoriale e il diritto alla mobilità dei cittadini, con particolare riferimento ai collegamenti con le isole minori;
3) a procedere tempestivamente alla notifica delle nuove convenzioni alla Commissione europea, presentandone la stipula come elemento essenziale della privatizzazione e della liberalizzazione del cabotaggio marittimo pubblico;
4) a definire la procedura di privatizzazione e le clausole di cessione del gruppo in modo tale da assicurare il mantenimento in esercizio dei collegamenti

Pag. 69

sulle tratte di cui al numero 2) anche oltre la scadenza delle nuove convenzioni;
5) a prevedere altresì, nell'ambito della privatizzazione, adeguate misure di tutela nei confronti dei dipendenti del gruppo Tirrenia».

Ritiene in ogni caso opportuno indicare espressamente il termine del 30 giugno 2009 per l'attuazione della privatizzazione, anche in considerazione del fatto che si tratta comunque di un atto di indirizzo di carattere politico, per cui tale termine non assume valenza giuridica.

Silvia VELO (PD) ringrazia il presidente per la predisposizione della nuova formulazione della risoluzione, che tiene conto in modo esaustivo della discussione svoltasi sull'argomento. Evidenzia peraltro l'opportunità di distinguere con maggiore precisione, nell'ambito del nuovo testo, quando si parla della società Tirrenia di navigazione Spa ovvero del gruppo Tirrenia, soprattutto in relazione alla possibilità di operare i collegamenti in regime di libera attività imprenditoriale, senza quindi sovvenzioni da parte dello Stato. Chiede altresì al rappresentante del Governo di precisare se il piano industriale già elaborato nel 2007 mantiene una propria validità e se pertanto le linee di indirizzo in esso contenute saranno vincolanti anche rispetto all'operazione di privatizzazione. Quanto alle convenzioni cui si fa riferimento nel punto 3) della risoluzione, ritiene necessario capire se si procederà alla proroga dell'attuale convenzione o se fin da ora il Governo è intenzionato a definire e stipulare nuove convenzioni, incentrate sulla ristrutturazione dell'azienda, l'ottimizzazione dei costi e la razionalizzazione del sistema e, al tempo stesso, sulla garanzia degli obblighi di servizio pubblico. Dovrebbe altresì essere chiarito se le nuove convenzioni saranno stipulate con l'attuale gruppo o piuttosto, successivamente alla privatizzazione, con il soggetto acquirente.

Aurelio Salvatore MISITI (IdV), pur rilevando che la stesura del documento è ad un buon punto, ritiene importante chiarire alcuni ulteriori aspetti oltre a quelli già evidenziati dalal collega Velo. In primo luogo sottolinea che la stipula delle convenzioni è un elemento prioritario rispetto all'approvazione del piano industriale, che dovrebbe essere predisposto dall'acquirente, in modo da operare una ristrutturazione del gruppo che tenga conto al tempo stesso degli obblighi definiti nella convenzione. Sottolinea l'esigenza di esplicitare nel dispositivo della risoluzione che il Governo è impegnato ad adottare tutte le misure opportune per salvaguardare i livelli occupazionali e, nella misura in cui risulti necessario, ricorrere agli ammortizzatori sociali. Condivide l'opportunità di individuare espressamente il termine del 30 giugno 2009 per la conclusione della privatizzazione e auspica che si possa addivenire all'approvazione di un atto di indirizzo ampiamente condiviso.

Settimo NIZZI (PdL) dopo aver ringraziato il presidente per la nuova formulazione della risoluzione, osserva che l'esigenza di garantire la continuità territoriale dovrebbe riferirsi non soltanto alle isole minori, ma in primo luogo alle isole maggiori. Per quanto concerne il piano industriale rileva che proprio i ritardi che si sono registrati nell'approvazione del testo già definito, inducono a ritenere opportuno che il nuovo piano industriale sia predisposto dal soggetto acquirente, sulla base degli impegni contenuti nelle convenzioni e di una attendibile valutazione della situazione di mercato. Condivide l'opportunità di precisare, nel testo del dispositivo,l'impegno relativo alla salvaguardia dei livelli occupazionali.

Silvano MOFFA (PdL), con riferimento all'attribuzione alle regioni delle competenze in materia di cabotaggio marittimo, rileva che sarebbe opportuno fare riferimento, oltre che al decreto-legge n. 112 del 2008 anche al decreto legislativo n. 422 del 1997, che ha posto le basi per tale attribuzione. Ritiene che, a differenza di quanto sostenuti in alcuni degli interventi

Pag. 70

precedenti, debba prioritariamente definita la procedura di gara, in modo da inserire tra le clausole del contratto di cessione gli impegni a cui sarà tenuto il soggetto acquirente, al quale comunque dovrebbe spettare il compito di definire il proprio industriale. In ogni caso evidenzia l'opportunità di non stravolgere la nuova formulazione proposta dal presidente.

Michele Pompeo META (PD), nel ritenere che la risoluzione possa essere ampiamente condivisa, evidenzia peraltro, in particolare nei confronti del Governo, che rimangono irrisolti alcuni punti essenziali. In primo luogo sottolinea che la decurtazione delle risorse operata dalla manovra di bilancio potrebbe ingenerare gravi sofferenze riguardo ai collegamenti marittimi, pregiudicando la possibilità di mantenere, fino alla privatizzazione, una parte rilevante dei servizi attualmente prestati. Ritiene inoltre che si debba chiarire se il piano industriale rappresenti, come a suo giudizio sembrerebbe opportuno, un documento ancora valido per la definizione delle linee guida di ristrutturazione del gruppo e pertanto contenga indicazioni vincolanti anche per il nuovo acquirente rispetto alla tutela dei lavoratori dipendenti e all'organizzazione delle società. Ricorda infine la differenziazione delle posizioni delle regioni interessate rispetto all'acquisizione delle società regionali, richiamando in particolare la posizione espressa dal presidente della regione Sardegna, che costituisce un elemento di grande novità, di cui tener conto anche alla luce del rilievo prevalente che i collegamenti con la Sardegna rivestono nell'ambito delle attività della società Tirrenia di navigazione Spa. In conclusione ritiene pertanto che l'approvazione della risoluzione debba essere preceduta da un chiarimento in ordine alle questioni da lui poste, in modo da definire un atto di indirizzo che possa essere effettivamente utile ad un positivo esito della vicenda.

Alessandro MONTAGNOLI (LNP), ribadisce la richiesta già avanzata nella seduta di giovedì 13 novembre di disporre della documentazione sulla situazione finanziaria e patrimoniale del gruppo. Nel condividere l'impegno al Governo in ordine ad una sollecita privatizzazione, osserva che l'aggiudicazione dovrà essere effettuata sulla base di criteri che tengano conto non soltanto della convenienza finanziaria, ma anche delle garanzie relative alla qualità del servizio. Ripropone infine la richiesta di chiarimenti per quanto concerne l'eventuale mantenimento da parte dello Stato di una partecipazione azionaria di minoranza e gli effetti che ciò potrebbe determinare anche per quanto riguarda la composizione degli organi sociali.

Il sottosegretario Nicola COSENTINO, con riferimento alla nuova formulazione della risoluzione proposta dal presidente, segnala in primo luogo l'opportunità, al punto 1) del dispositivo, di sostituire le parole «mediante procedura competitiva» con la formulazione adottata nello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri vale a dire «mediante ricorso a procedura competitiva aperta, trasparente, e non discriminatoria», ovvero di effettuare un richiamo al medesimo schema di decreto.
Per quanto concerne il punto 3, considerato l'approssimarsi della scadenza della attuali convenzioni, ravvisa l'opportunità di riformulare l'impegno per il Governo nei termini seguenti: «a valutare la possibilità di prorogare le convenzioni in essere con il gruppo Tirrenia qualora risulti indispensabile in vista della definizione di nuove convenzioni e dell'attuazione della privatizzazione e, in ogni caso, per il tempo strettamente necessario al conseguimento di tali obiettivi; in tale quadro potrà avviarsi la procedura di privatizzazione del comparto ed essere sviluppato l'iter per la definizione del nuovo regime convenzionale».
Riguardo al punto 4 evidenzia che l'attuale formulazione rischia di compromettere il buon esito della privatizzazione, in quanto imporrebbe agli acquirenti del Gruppo Tirrenia di svolgere i collegamenti senza convenzione e senza corrispettivi, il che comporterebbe anche criticità dal

Pag. 71

punto di vista del buon esito della privatizzazione e di conseguenza del rispetto degli impegni assunti a livello comunitario.
Fornisce quindi chiarimenti in relazione ai quesiti posti da alcuni membri della commissione nella seduta di giovedì 13 novembre scorso. Con riferimento al quesito del deputato Misiti richiama la revisione della formulazione del punto 3) del dispositivo, da lui proposta, ferma restando la scadenza delle nuove convenzioni, fissata dalla legge finanziaria per il 2007 in un termine comunque non anteriore al 2012. Segnala che tale revisione agevolerà il percorso in sede comunitaria. Anche per quanto riguarda il quesito posto dal deputato Moffa, rinvia alla proposta di modifica da lui suggerita in relazione al punto 4) del dispositivo. Rispondendo al quesito del deputato Velo, in merito alla salvaguardia dei livelli occupazionali, sottolinea che la relativa previsione risulta in linea con la prassi seguita in precedenti operazioni di privatizzazione e che in ogni caso di tale preoccupare sembra già tener conto il testo della risoluzione. Riguardo alla richiesta di disporre del rapporto dell'advisor avanzata dal deputato Montagnoli evidenzia la congruità dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con le conclusioni indicate nel rapporto medesimo. Quanto al possibile mantenimento in capo allo Stato di una quota minoritaria nel capitale di Tirrenia al termine del processo di privatizzazione, segnala che l'advisor ha evidenziato che «i soggetti industriali e finanziari contattati hanno espresso una preferenza per l'acquisizione di una quota di maggioranza della società, evidenziando tuttavia una certa disponibilità nel caso in cui il Ministero dell'economia e delle finanze tramite Fintecna sia intenzionato a mantenere una quota di minoranza». Osserva peraltro che lo schema di decreto non prevede in modo esplicito il mantenimento di una quota del capitale Tirrenia in capo allo Stato in esito al processo di privatizzazione.
Si impegna infine a tenere informata la commissione sugli sviluppi del confronto tra il Governo e la Commissione europea.

Silvia VELO (PD) ribadisce la propria richiesta di chiarimento in merito alla riduzione degli stanziamenti relativi al servizio pubblico di cabotaggio, alla quale si aggiunge la riduzione degli sgravi fiscali per le imprese del settore. Chiede pertanto che il rappresentante del Governo fornisca una quantificazione precisa delle risorse stanziate nel 2008 e di quelle che risulteranno disponibili per il 2009.

Michele Pompeo META (PD), sempre in merito alla decurtazione delle risorse per il cabotaggio, rileva che dai tagli operati dalla finanziaria consegue una riduzione dei servizi offerti. Chiede altresì al rappresentante del Governo di precisare se la definizione dei livelli essenziali dei servizi di cabotaggio marittimo debba essere effettuata - come a suo giudizio parrebbe opportuno - attraverso una pianificazione operata dallo Stato, anche tenendo conto delle valutazioni delle regioni, o se sarà invece demandata ai soggetti acquirenti. In ogni caso, in considerazione del fatto che il processo di privatizzazione presumibilmente non si concluderà prima del 2009, ritiene opportuno sapere se il Governo intendere assicurare fino a quella data il mantenimento degli attuali servizi.

Vincenzo GAROFALO (PdL) ritiene indispensabile che l'operazione di privatizzazione si accompagni ad un serio confronto con le regioni alle quali dovranno comunque essere assicurati trasferimenti idonei a consentire loro il mantenimento dei collegamenti sulle tratte non remunerative.

Mario VALDUCCI (PdL), alla luce del dibattito svoltosi, ritiene che il testo della risoluzione possa essere utilmente rivisto tenendo conto delle proposte avanzate sia da parte dei membri della Commissione sia da parte del rappresentante del Governo. In particolare ritiene che debba essere inserito nel dispositivo un ulteriore punto volto a garantire, anche attraverso lo stanziamento delle risorse necessarie, il mantenimento, per tutta la fase che precederà la privatizzazione, dei servizi attualmente

Pag. 72

prestati. Per quanto concerne le indicazioni del rappresentante del Governo, oltre ad accogliere le modifiche di carattere formale, ritiene opportuno valutare una riformulazione del punto 4) del dispositivo, che, pur continuando ad evidenziare l'esigenza di garantire nel tempo la continuità territoriale, non determini in ogni caso difficoltà o impedimenti al processo di privatizzazione. Rinvia quindi il seguito della discussione della risoluzione alla seduta che sarà prevista nella giornata di domani.

La seduta termina alle 12.15.

INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 18 novembre 2008. - Presidenza del presidente Mario VALDUCCI.

La seduta comincia alle 12.15.

Indagine conoscitiva sull'assetto e sulle prospettive delle nuove reti del sistema delle comunicazioni elettroniche.
(Esame documento conclusivo).

Mario VALDUCCI, presidente, propone, preliminarmente, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Passa quindi all'illustrazione della proposta di documento conclusivo (vedi allegato), rilevando che la Commissione Trasporti è riuscita a svolgere in tempi molto rapidi un'ampia indagine conoscitiva sul sistema delle comunicazioni elettroniche, che rappresenta non soltanto un tema di grande attualità, ma anche un fattore essenziale rispetto al quale si giocano le prospettive di sviluppo del Paese.
L'indagine è stata deliberata il 30 luglio 2008 e, nei mesi di settembre e di ottobre la Commissione ha svolto ben 42 audizioni, nelle quali sono stati sentiti i Ministri competenti, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, un gran numero di soggetti tra cui gli operatori, le società produttrici di contenuti, gli internet providers, le industrie manifatturiere, le parti sociali e le associazioni rappresentative del settore nell'ambito delle quali anche le associazioni di tutela dei consumatori.
L'attività conoscitiva si è conclusa, come previsto, il 30 ottobre 2008. Sulla base degli elementi acquisiti nel corso delle audizioni ho curato la predisposizione di una bozza di documento conclusivo, nel quale ho preferito, piuttosto che dar conto della situazione esistente e riepilogare i contenuti delle audizioni, concentrarmi sulla definizione delle iniziative che potranno essere assunte per agevolare lo sviluppo delle comunicazioni elettroniche, in primo luogo attraverso la realizzazione di un'adeguata rete infrastrutturale.
Da questa impostazione è derivata una bozza di documento conclusivo sintetica e propositiva, come ritengo opportuno che sia, anche in considerazione del fatto che la documentazione e la resocontazione integrale delle audizioni saranno raccolte e pubblicate in un apposito volume.
Nell'ambito del documento conclusivo è messo in rilievo, in primo luogo, il ruolo strategico e l'incidenza che le comunicazioni elettroniche assumono rispetto allo sviluppo a livello globale. Gli investimenti in questo settore, infatti, hanno rappresentato negli ultimi venti anni il più importante fattore di crescita, determinando fino allo 0,6 per cento dell'aumento del PIL dei Paesi più avanzati.
Proprio in rapporto all'importanza che le comunicazioni elettroniche rivestono rispetto alle prospettive di sviluppo, occorre prestare attenzione al fatto che l'Italia si trova in una condizione di ritardo sia per quanto concerne le possibilità di accesso alla banda larga, sia per quanto riguarda lo sviluppo della rete in fibra ottica. Nel nostro Paese, infatti, è ancora prevalente la tecnologia di prima generazione ADSL, che permette una connessione fino a 7 mb al secondo, mentre le reti di nuova generazione

Pag. 73

(NGN) già esistenti consentono una velocità nella connessione fino a 100 mb.
La tecnologia ADSL raggiunge attualmente, in termini di copertura, circa il 95 per cento della popolazione. Per quanto riguarda la copertura delle restanti quote di territorio potrebbero utilmente essere utilizzati nei prossimi anni i collegamenti wireless, almeno nelle zone maggiormente svantaggiate sotto il profilo geografico.
Il dato più significativo e preoccupante, tuttavia, è che il nostro Paese manifesta un sensibile ritardo, destinato ad aggravarsi in futuro, sulle reti a banda larga di seconda generazione (ADSL2) e sulla banda larghissima, rispetto alle quali si registra un rilevante digital divide. Soltanto parzialmente il divario potrà essere colmato attraverso il ricorso alla tecnologia wireless e, anche, alla tecnologia satellitare. Tali tecnologie, infatti, sembrano potere assumere una funzione complementare, piuttosto che sostitutiva della rete fissa. Un intervento sistematico di potenziamento e ammodernamento della infrastrutturazione relativa alle comunicazioni elettroniche appare pertanto ineludibile.
Oltre al digital divide infrastrutturale in Italia va inoltre considerato il digital divide sociale, ossia lo scarso interesse di una parte della popolazione all'utilizzo degli strumenti informatici e ai nuovi servizi: il nostro Paese sconta infatti un indice di alfabetizzazione informatica ancora basso.
Nell'indagine conoscitiva è stata pertanto evidenziata, in modo pressoché unanime, l'esigenza di affiancare agli interventi di sostegno all'adeguamento della rete, efficaci iniziative finalizzate ad accrescere la conoscenza e l'impiego degli strumenti informatici da parte di quella fascia di popolazione finora sostanzialmente estranea all'evoluzione tecnologica. In questo senso occorre tener presente che il codice dell'amministrazione digitale ha espressamente affidato allo Stato il compito di promuovere iniziative volte a favorire l'alfabetizzazione informatica dei cittadini. Al riguardo meritano di essere considerati con attenzione i programmi delineati dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, riguardo al potenziamento dei servizi informatici in settori chiave quali la giustizia, la sanità, la scuola e l'università. Si tratta di comparti nei quali la pubblica amministrazione è chiamata a rendere ai cittadini servizi essenziali. Ciò dimostra che le comunicazioni elettroniche non costituiscono soltanto un settore di interesse per le imprese che in esso operano, ma rappresentano altresì uno strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi di efficienza della pubblica amministrazione, che a loro volta condizionano in misura decisiva la crescita del Paese. In proposito, occorre valorizzare il ruolo di coordinamento del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione (CNIPA) in modo da pervenire ad una integrazione di tutte le banche dati tenute da strutture pubbliche.
La tendenza, che si è notevolmente sviluppata negli ultimi anni, all'informatizzazione dell'organizzazione e dell'azione amministrativa risulta infatti necessaria, da un lato, a garantire snellezza e produttività, e, dall'altro, ad assicurare trasparenza e facilitare l'attivazione di adeguati meccanismi di controllo sull'operato dei pubblici poteri.
A livello comunitario tale consapevolezza è ben presente nel piano d'azione e-government elaborato dalla Commissione europea, che prevede l'informatizzazione completa della pubblica amministrazione entro il 2010, in modo da assicurare il conseguimento di obiettivi quali la modernizzazione, l'efficienza e il miglioramento qualitativo dei servizi pubblici resi ai cittadini, assicurandone anche la continuità transfrontaliera, e la riduzione degli oneri burocratici che gravano sulle imprese.
Si stima che le iniziative incluse nel piano d'azione europeo potranno permettere il conseguimento di risparmi fino a 50 miliardi di euro annui. A tal fine un contributo essenziale potrà derivare dalla piena diffusione dell'uso della fatturazione elettronica.
In questo contesto, per quanto riguarda l'Italia, si rende necessario integrare il

Pag. 74

quadro regolatorio di sostegno all'apertura del mercato e alla concorrenza con misure idonee a favorire i nuovi investimenti, pubblici e privati, necessari per portare il nostro Paese a competere con gli altri Paesi più avanzati.
D'altra parte non si tratta semplicemente di investire di più. Occorre piuttosto, per un verso, coordinare lo sviluppo degli investimenti con quello dei contenuti. In altre parole, gli investimenti e le infrastrutture devono essere sviluppati in parallelo con la crescita del traffico dei contenuti, al fine di evitare sia uno squilibrio e un'asincronia della strategia perseguita, sia lo spreco di risorse su infrastrutture che potrebbero essere destinate ad altri settori. Uno degli elementi più significativi emersi nell'indagine conoscitiva risiede infatti nella constatazione che, proprio nell'ambito dell'informatizzazione della pubblica amministrazione, si registrano significativi fenomeni di dotazioni strumentali non utilizzate o utilizzate in misura assai limitata. È quanto accade, ad esempio, nel sistema scolastico, nel quale l'informatizzazione risulta ampiamente sovradimensionata rispetto all'effettivo utilizzo; anche il settore della giustizia risulta sovraccaricato di server solo parzialmente utilizzati; nella sanità, anche con la rete esistente, si potrebbe fare molto e di più, in particolare se si pensa che per tale settore, a fronte di una spesa su base annua pari a circa 105 miliardi di euro, sarebbe sufficiente un incremento di efficienza e una riduzione di spesa del 10 per cento per ottenere l'equivalente di circa 10 miliardi di euro a disposizione. Spesso, dunque, si sollecitano ulteriori spese per l'incremento delle dotazioni infrastrutturali e strumentali, quando non si utilizzano pienamente nemmeno quelle già disponibili.
Contestualmente, occorre concentrare le risorse finanziarie nella modernizzazione della rete e nello sviluppo della banda larga, che deve essere considerata come infrastruttura di base per la competitività, l'innovazione e la crescita del Paese. È stato ricordato, infatti, che l'attuale rete di accesso nell'ultimo miglio, totalmente in rame, non consente, ad oggi, una diffusione massiccia dei nuovi servizi. Da qui la necessità di accelerare la realizzazione della futura rete in fibra ottica, alla quale potranno concorrere sia risorse pubbliche, statali e regionali, sia finanziamenti privati.
A questo proposito la parte finale del documento è dedicata a illustrare alcune modalità alternative attraverso le quali può essere realizzata un'opera sistematica ed efficace di adeguamento e di modernizzazione della rete di comunicazione elettronica. In ogni caso, in relazione a tale obiettivo sarebbero auspicabili interventi dello Stato a sostegno alla domanda, anche mediante la concessione di agevolazioni e sussidi alle imprese, in particolare alle piccole e alle microimprese, e agli stessi consumatori.
In primo luogo si prende in considerazione il modello costituito da una separazione della gestione della rete, che rimane comunque nell'ambito della società ex monopolista. In questo senso si è mossa la riorganizzazione effettuata da Telecom Italia, attraverso la creazione di una struttura dedicata, Open Access, che risulti autonoma e separata dalle strutture che gestiscono le funzioni commerciali del gruppo. Si tratta di una soluzione che dovrebbe corrispondere alle richieste dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e che, nella sostanza, si avvicina a quella adottata da British Telecom, con la creazione di una nuova divisione, denominata Openreach. All'autonomia della struttura di gestione della rete si aggiunge l'assunzione da parte di Telecom Italia di impegni comportamentali volti a garantire la piena parità di trattamento nell'accesso alla rete tra le divisioni commerciali di Telecom Italia stessa e gli operatori concorrenti e a far conoscere in anticipo agli altri operatori i propri programmi di sviluppo e innovazione della rete fissa di accesso. Si tratta comunque di una soluzione che sollecita una riflessione sulla necessità di apportare adeguamenti al quadro dei poteri attribuiti all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, al fine di garantire una effettiva accessibilità alla

Pag. 75

rete per tutti gli operatori del mercato, anche in considerazione degli effetti positivi che potranno derivarne per gli utenti.
La seconda ipotesi prospetta, invece, la costituzione di una apposita società di gestione della rete, di cui, in una prima fase, Telecom potrebbe detenere una quota maggioritaria. Sul versante delle prospettive di innovazione, l'efficacia di questa soluzione sarebbe condizionata alla capacità della nuova società di attrarre investimenti e risorse, a sua volta connessa alle concrete aspettative di remunerazione derivanti, nel medio e lungo periodo, dalla espansione delle possibilità di accesso alle reti di nuova generazione. Va altresì registrato il forte interesse di operatori e imprese ad un impegno in questa direzione, come emerso in particolare dall'audizione di F2i (Fondi italiani per le infrastrutture), nella quale si è prospettata la possibilità di costituire un consorzio destinato a partecipare per una percentuale significativa al soggetto titolare della gestione della rete.
La società delle reti potrebbe essere partecipata da tutti gli operatori del settore. Si potrebbe anche valutare l'ipotesi di una partecipazione pubblica, sul modello di TERNA S.p.A., la società responsabile in Italia della trasmissione dell'energia elettrica sulla rete ad alta tensione. Si tratta, nel caso di TERNA, di una società quotata sul mercato, il cui azionista di maggioranza è peraltro la Cassa depositi e prestiti. Si tratta di una soluzione che non è stata finora applicata in altri Paesi; in questa materia, tuttavia, occorre avere il coraggio di adottare anche iniziative innovative. Una soluzione di questo tipo consentirebbe infatti di affidare ad un soggetto terzo la delicata gestione delle infrastrutture, nonché i compiti connessi allo sviluppo della rete e, in questo senso, potrebbe permettere di superare le perplessità espresse dai concorrenti rispetto alla soluzione prospettata da Telecom Italia.
Una terza opzione può essere rappresentata da un progetto che preveda l'unione e la condivisione delle reti esistenti, pubbliche e private, e ne affidi la gestione ad un soggetto terzo, sotto il controllo del Governo, in modo da assicurare l'accesso a tutti gli operatori a condizioni eque. Ciò garantirebbe un utilizzo razionale delle risorse infrastrutturali, e potrebbe consentire di avviare, con il concorso di tutti i soggetti interessati, la realizzazione delle reti di nuova generazione. Tale ipotesi presuppone peraltro che in tempi rapidi sia concluso il censimento generale delle reti che il Ministero dello sviluppo economico ha recentemente avviato. Evidenzia che il censimento assume particolare rilievo per un miglior utilizzo delle reti disponibili, anche in considerazione dell'ampio numero di iniziative avviate in particolare dagli enti locali in modo non coordinato.
Occorre infine tenere presente anche la possibilità che l'Unione europea e i singoli Stati membri assumano direttamente il compito di provvedere alla gestione della rete e alle opere di infrastrutturazione per le reti di nuova generazione. Tale intervento potrebbe inserirsi tra le iniziative di sostegno alla domanda concertate a livello globale e comunitario in una fase, come quella attuale, di forte rallentamento della crescita mondiale e di recessione per quanto riguarda le economie dei Paesi europei. Un soggetto non vincolato da logiche di profitto sarebbe in grado di promuovere investimenti sulle nuove tecnologie pur in carenza di garanzie sulle relative remunerazioni. D'altra parte non dovrebbero essere trascurate le ricadute positive, assai significative, che tale azione potrebbe determinare sia in termini di incremento delle potenzialità di crescita dell'economia del Paese, sia in termini di sviluppo sociale e culturale.
Il documento non prende posizione a favore di una determinata soluzione. L'adozione di un modello o dell'altro dipende infatti da valutazioni, complesse, di compatibilità con la normativa comunitaria in materia di concorrenza e di aiuti di Stato e dalla definizione attendibile di un quadro finanziario che dia conto delle risorse pubbliche e private che realisticamente possono essere attivate. Si è inteso tuttavia fornire un esame di tutte le possibili

Pag. 76

modalità di intervento e, per ciascuna di esse, indicare i vantaggi, i profili problematici e le condizioni che la rendono praticabile. Occorre infatti incamminarci su una di queste strade, o, anche, in successione, su più di una. Ciò che invece deve essere assolutamente evitato è l'inerzia rispetto allo sviluppo di un settore dal quale dipendono, in misura decisiva e sempre più rilevante, le prospettive di crescita a livello globale e la capacità dell'Italia di rimanere tra le economie più sviluppate.

Jonny CROSIO (LNP), pur riservandosi una valutazione più approfondita, ne ritiene sicuramente condivisibile la struttura. Reputa peraltro che alcune questioni dovrebbero essere evidenziate in modo più incisivo. In particolare il documento dovrebbe a suo avviso sollecitare con vigore significativi progressi nell'utilizzo delle tecnologie informatiche da parte delle amministrazioni pubbliche. A tal fine ritiene necessario un programma strutturato e organico che si concentri su alcuni strumenti decisivi, quali la posta elettronica certificata e l'autenticazione di firma. Condivide le osservazioni contenute nel documento in ordine ad infrastrutture scarsamente utilizzate. In ogni caso ritiene che le reti di nuova generazione (NGN) o ad alta performance debbano essere realizzate dove sussiste l'esigenza di trasmettere dati in quantità rilevanti, piuttosto che pensare a investimenti effettuati indiscriminatamente su tutto il territorio nazionale. Ritiene altresì che dalla Commissione dovrebbero anche provenire indicazioni destinate alle istituzioni comunitarie, ricordando al riguardo che la Commissione europea ha appena concluso la consultazione pubblica sulle nuove reti. Ribadisce infine che non servono iniziative di immagine, ma di scarsa incidenza, come la casella di posta elettronica per tutti, ma misure efficaci.

Andrea SARUBBI (PD), ringrazia il presidente per la conduzione dell'indagine conoscitiva e la predisposizione del documento finale. Rileva quindi che le questioni connesse alle comunicazioni elettroniche debbano essere affrontate in modo realistico ed efficace, osservando che parlare di casella di posta elettronica per tutti, in certi contesti economici e sociali assai svantaggiati, sia ben poco proficuo e, al tempo stesso, invitando a non sollecitare la costituzione di altri enti inutili. Nel richiamare il proprio intervento sul digital divide svolto in occasione dell'esame del disegno di legge finanziaria, che ha suscitato vivo interesse, osserva che lo stanziamento di 800 milioni di euro ivi previsto non dovrebbe essere genericamente destinato allo sviluppo delle comunicazioni elettroniche, ma specificamente al superamento del digital divide.

Mario VALDUCCI, presidente, segnala l'opportunità che i membri della Commissione predispongano proposte di integrazione del documento in forma scritta, anche al fine di pervenire all'approvazione di un testo condiviso. Rinvia quindi il seguito dell'esame del documento conclusivo ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.50.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.50 alle 13.

AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 18 novembre 2008.

Audizione del presidente e dell'amministratore delegato di ENAV sulla situazione e sulle prospettive del controllo del traffico aereo.

L'audizione informale è stata svolta dalle 13 alle 14.