CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 14 ottobre 2008
75.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (IX e X)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 14 ottobre 2008. - Presidenza del presidente della X Commissione, Andrea GIBELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Ugo MARTINAT.

La seduta comincia alle 13.10.

D.L. 134/08: Disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi.
C. 1742 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento rinviato nella seduta dell'8 ottobre.

Andrea GIBELLI, presidente, ricorda che nella precedente seduta è stata svolta la relazione introduttiva sul provvedimento in titolo.

Laura FRONER (PD) sottolinea che il provvedimento in titolo interviene in una fase straordinaria della congiuntura economica e finanziaria internazionale, che pone le economie mondiali di fronte a interrogativi profondi circa l'assetto e la tenuta di ogni Paese, i rischi per migliaia di lavoratori e famiglie e le paure per il futuro. Rileva che il carattere straordinario del provvedimento è testimoniato dal ricorso allo strumento del decreto-legge che, ancora una volta, delegittima il Parlamento quale luogo naturale per un dibattito politico serio. Sottolinea che nella vicenda Alitalia il gruppo del Partito Democratico si è sempre mosso nell'interesse del bene del Paese e non con slogan propagandistici, legati alla gestione del potere, alla creazione di consenso, come invece ha dimostrato in molte occasioni lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri.
Rileva che la soluzione della CAI permette oggi di uscire dall'emergenza immediata, di mantenere una compagnia di bandiera, mentre rimane sullo sfondo il problema delle regole, delle scelte strategiche prese a monte, dal prestito ponte al trasferimento degli asset dalla vecchia alla nuova compagnia, ai problemi con la Commissione europea. Ricorda a tal proposito che si è ancora in attesa della valutazione degli asset di Alitalia da parte del soggetto incaricato dal Ministro dello sviluppo economico, la Banca Leonardo, valutazione al di sotto della quale il commissario Fantozzi non potrà vendere a

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CAI. Ricorda anche che l'assemblea dei soci della CAI è stata rinviata dal 14 al 28 ottobre in relazione alla valutazione degli asset di Alitalia e AirOne, che è assai complicata e richiede più tempo del previsto. Oltre a ciò, sembra che il piano industriale sarà rivisto in considerazione della riduzione del prezzo del petrolio, del rapporto di cambio tra euro e dollaro e dell'incipiente clima di recessione.
Sottolinea che la soluzione della CAI offre uno spaccato tipicamente italiano con le deroghe alle regole in materia di antitrust, le norme a favore dei manager di grandi aziende responsabili sul piano penale e amministrativo e la turbativa di mercato, denunciata dalla stessa CONSOB. Osserva che la CAI rappresenta una tipica privatizzazione all'italiana, in cui i possibili futuri vantaggi sono privati, mentre i sicuri presenti debiti sono pubblici.
Rileva inoltre che il provvedimento reca misure lesive degli interessi dei contribuenti, delle imprese e dei consumatori italiani. Per quanto concerne i contribuenti, essi saranno chiamati per anni a sostenere un onere per il bilancio pubblico, di cui non è ancora nota l'entità. Segnala che tali misure vanno a danno delle piccole e medie imprese, chiamate a sostenere un intervento di cui non potrebbero usufruire se mai versassero in gravi difficoltà. Peraltro, data la presenza di alcuni concessionari nella cordata di Alitalia, i cittadini saranno chiamati a pagare il rinnovo automatico delle concessioni autostradali, che saranno pagati per anni dai cittadini e dalle imprese italiane con prezzi più alti e servizi di dubbia qualità. Sottolinea quindi che tali iniziative danneggiano i consumatori perché la sospensione delle norme antitrust fa del trasporto aereo italiano un mercato dove potrebbero praticarsi per anni prezzi più alti per servizi peggiori.
Alla luce di tale scenario, è evidente il messaggio che il Governo manda al Paese in termini di politica industriale, produttività economica, crescita e coesione sociale: mentre a livello internazionale, nell'ambito del trasporto aereo, i governi nazionali - e l'esempio vincente di Air France ce lo dimostra - si orientano ad essere comproprietari di un grande player del trasporto aereo mondiale, l'Italia si vanta di essere detentore del totale controllo di un piccolo soggetto che si preoccupa innanzitutto di collegare Roma e Milano. Occorre chiedere quale ruolo è possibile ritagliare per l'Italia in questo settore e quale contributo si dà con il provvedimento in titolo alla crescita del PIL, che secondo le previsioni di Confindustria nel prossimo anno calerà dello 0,5%. Nell'incertezza del futuro tenore di vita degli italiani, ritiene che, piuttosto che sventolare meriti inappropriati per aver salvato Alitalia dall'ingresso di investitori esteri, dettati dal puro tornaconto personale e dalla volontà di anestetizzare gli italiani con l'immagine di una maggioranza solida e competente, questo Governo dovrebbe davvero cominciare a farsi carico di progettare politiche lungimiranti e rispettose tanto degli interessi reali di tutto il Paese quanto delle regole di convivenza delle istituzioni italiane ed europee, oltre che dei mercati internazionali.

Aurelio Salvatore MISITI (IdV) preannuncia che la sua parte politica, così come già fatto al Senato, intende opporsi fortemente al provvedimento in titolo che costituisce, in molti punti, una prevaricazione della normativa vigente, non soltanto con riferimento alla cosiddetta «legge Marzano». Alla base di tale ultimo sviluppo vi è evidentemente una scelta politica, caratterizzata dal rifiuto, da parte del Governo in carica, di procedere ad un'alienazione della compagnia di bandiera attraverso procedure di evidenza pubblica. Un eventuale acquirente straniero avrebbe potuto accollarsi anche i debiti dell'azienda, come peraltro si era impegnata a fare Air France, sgravando così i contribuenti di un pesante fardello. La ragione addotta per frenare tale positivo sviluppo non sta in piedi, in quanto la cosiddetta «italianità» non sembra guidare i comportamenti del Governo in tanti altri settori industriali. Deve poi essere stigmatizzata la previsione della deroga alla normativa antitrust, ma soprattutto le

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norme salva-amministratori, che risultano ancora più incomprensibili in presenza di prefigurati interventi pubblici sul capitale di talune banche che potrebbero essere accompagnati da iniziative nei confronti dei manager incapaci. Tutta l'operazione appare viziata, sol che si pensi che, al contrario di quanto sarebbe dovuto avvenire, prima si è proceduto alla scelta dell'acquirente e poi alla pubblicazione del relativo bando, relativo peraltro, ed è un'ulteriore anomalia, solo a taluni asset dell'azienda. Non può essere in questa sede sottaciuto il ruolo giocato dalla stessa Presidenza del Consiglio nell'operazione, che si è caratterizzato alla stregua di una vera interferenza rispetto alla libera partecipazione al bando di gara, dal momento che sono stati senza dubbio scoraggiati a farsi avanti tutti i potenziali acquirenti stranieri. Ricorda che queste ed altre motivazioni di contrarietà formano anche oggetto della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata dal suo gruppo, che sarà discussa in Assemblea nell'odierna seduta pomeridiana. Nel ribadire quindi la forte contrarietà della sua parte politica al provvedimento in esame, preannuncia la presentazione di numerose proposte emendative.

Mario LOVELLI (PD), nel fare proprie le considerazioni svolte dal deputato Froner, intende ripercorrere l'intero sviluppo della vicenda, per ricordare che la questione Alitalia è stata scientemente utilizzata dalle forze politiche che attualmente guidano il paese a fini di propaganda elettorale. Ciò ha condotto al fallimento della trattativa, ormai praticamente definita, con Air France e, conseguentemente, all'imposizione sui contribuenti dei debiti della compagnia di bandiera. È infatti soprattutto questo elemento, unitamente alla previsione di minori tagli occupazionali, a rendere comunque preferibile l'ipotesi Air France rispeto a quella della società CAI. Annuncia che il suo gruppo ha presentato, tra gli altri, un emendamento volto a sopprimere il comma 13-bis dell'articolo 1, introdotto al Senato e relativo alle condizioni di applicazione di alcune disposizioni penali recate dalla legge fallimentare. Si augura in proposito che il Governo sia coerente con le recenti dichiarazioni del Ministro dell'economia e delle finanze e voglia favorire l'eliminazione dal provvedimento di tale assurda norma.

David FAVIA (IdV) richiama anch'egli i contenuti della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata dal suo gruppo, facendo peraltro presente che nulla avrebbe impedito al Governo di varare, contestualmente, un provvedimento di urgenza limitato alla vicenda Alitalia, e un disegno di legge ordinario concernente le modificazioni alla legge sull'amministrazione delle grandi imprese in crisi, che il parlamento avrebbe potuto esaminare in tempi più congrui. Esprime quindi il profondo dissenso rispetto alle disposizioni cosiddette «salva-manager» recate dal decreto-legge, con riferimento alle quali la sua parte politica ha presentato apposite proposte emendative soppressive. Ritiene comunque errata la strada perseguita dal Governo nella gestione dell'intera vicenda, sia perché è stata fatta cadere una proposta concreta, che avrebbe avuto anche il pregio di non fare gravare sulla fiscalità generale i debiti della compagnia di bandiera, e sia perché si sarebbe, da un alto, potuto dare maggiore spazio a eventuali iniziative dei dipendenti ai fini dell'acquisizione di parte del capitale di Alitalia e, dall'altro, si sarebbe potuto certamente ottenere un prezzo di cessione più elevato procedendo ad un'asta o al collocamento dei titoli azionari sul mercato da parte del sistema bancario. In concreto, fa presente che la cosiddetta «legge Marzano-bis» esclude dal suo ambito di applicazione le società operanti nell'indotto di Alitalia, a dispetto peraltro del fatto che l'articolo 2359 del codice civile estende il concetto di controllo anche in presenza di rapporti di lavoro vincolanti tra imprese. In secondo luogo non si comprende perché la nuova disciplina debba essere applicabile alle sole imprese esercenti servizi pubblici essenziali e non possa essere invece riferibile all'intero mondo imprenditoriale. È poi a

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suo avviso sorprendente che, a fronte della norma che proroga per sei mesi la validità delle licenze e delle concessioni di Alitalia, il presidente dell'ENAC abbia più volte adombrato l'ipotesi di una revoca della licenza all'azienda.

Sandro BIASOTTI (PdL) a differenza di quanto sostenuto dai rappresentanti dei gruppi di opposizione, il provvedimento in esame si è rivelato necessario proprio per l'incapacità del precedente Governo di risolvere adeguatamente la questione Alitalia, in particolare limitando la trattativa solo ad Air France. In presenza di salvare l'azienda dalla rovina, il nuovo Governo ha avuto invece il merito di creare la cornice giuridica e finanziaria che ha favorito l'emergere di una cordata, nella quale sono presenti anche alcuni imprenditori che non possono essere definiti lontani dal centro-sinistra. Questo testimonia che, al di là delle sterili accuse, si tratta di una scelta motivata da ragioni economiche e che ha condotto al salvataggio di un asset importante per l'economia nazionale. Non è poi vero che la trattativa con Air France sia stata fatta fallire dal presidente Berlusconi, atteso che è mancato l'accordo con i sindacati e non si erano fornite garanzie circa la remissione della causa intentata dalla SEA per l'aeroporto di Malpensa. Peraltro, dopo l'iniziale ritiro dell'offerta della CAI, nessuno dei fantomatici investitori stranieri si è fatto concretamente avanti, e ciò dovrebbe far riflettere circa la parzialità di alcune analisi. Nell'esprimere un avviso favorevole sulla presentazione da parte del Governo dell'emendamento soppressivo del comma 13-bis dell'articolo 1, dichiara di condividere pienamente il contenuto del provvedimento.

Raffaello VIGNALI (PdL) sottolinea che il salvataggio di Alitalia, divenuto ormai un imperativo per il Paese a causa delle enormi perdite determinato dal ritardato intervento, costituisce un fatto incontrovertibile. Sottolinea che tale salvataggio rappresenta un fatto fondamentale in particolare per il versante delle esportazioni. Nel rilevare le anomalie dell'operazione sul versante procedurale, anomalie che hanno del resto accomunato il Governo di centrodestra a quello di centrosinistra, segnala come dato positivo la fine del dominio di logiche politico-sindacali nella gestione dell'azienda a vantaggio di logiche squisitamente imprenditoriali. Ritiene che l'aver favorito in passato l'aeroporto di Fiumicino a svantaggio di Malpensa sia stato sconsiderato sul piano industriale, valutata la necessità di dare priorità al traffico aereo commerciale rispetto a quello turistico. Con riferimento al passato esprime un giudizio negativo sulla scelta di sopprimere il volo per Shangai a favore della tratta verso Los Angeles. Per quanto concerne il ruolo di Air France, osserva che difficilmente il Governo francese avrebbe sostenuto un'iniziativa analoga a quella che tale azienda voleva assumere nei confronti di Alitalia. Infine, rileva l'opportunità di un superamento dei pregiudizi retorici in materia di aiuti di Stato, considerato che si tratta di una materia in cui in Europa si è soliti applicare due pesi e due misure. In conclusione invita i rappresentanti dei gruppi di opposizione ad un esercizio di responsabilità nell'interesse generale del Paese.

Angelo COMPAGNON (UdC) ritiene che tutti i decreti-legge che si sono da ultimo susseguiti sulla vicenda Alitalia avrebbero perlomeno meritato un maggiore approfondimento. Ricorda in proposito che la sua parte politica, all'opposizione anche nella precedente legislatura, si era dichiarata contraria anche alla concessone del prestito di 300 milioni di euro all'azienda, in quanto la reputava una mossa prettamente elettorale, ma soprattutto non utile a risollevare le sorti della compagnia di bandiera. Contrarietà che poi aveva investito anche il successivo provvedimento d'urgenza del governo Berlusconi volto alla trasformazione del prestito citato in capitale. E questo anche per le modalità di reperimento delle risorse, che hanno di fatto intaccato i fondi in favore delle imprese e per talune rilevanti spese sociali. Il provvedimento in esame non si dimostra

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migliore dei precedenti, anzi ne è la logica conseguenza. Si dichiara infine favorevole alla soppressione del comma 13-bis dell'articolo 1.

Alessandro MONTAGNOLI (LNP) esprime la soddisfazione della sua parte politica per la felice conclusione della vicenda Alitalia, che dimostra, ancora una volta, la capacità operativa che caratterizza l'impegno del Governo in carica. Nel fare presente che il suo gruppo ha presentato taluni emendamenti migliorativi, ritiene importante sottolineare che, dopo i danni deliberatamente provocati dal governo Prodi all'aeroporto di Malpensa, la soluzione della vicenda Alitalia possa favorire un effettivo sviluppo dell'hub lombardo. Occorre comunque evitare che, come già accaduto in occasione della privatizzazione della Telecom, vi sia un'attività esclusivamente speculativa da parte degli investitori, stabilendo un vincolo di detenzione dei titoli pari ad almeno un quinquennio. Ritiene poi fondamentale che gli amministratori che hanno condotto alla rovina l'azienda ne rispondano nelle sedi opportune.

Gabriele CIMADORO (IdV) rileva che il Governo di centrodestra non ha compiuto alcun miracolo e richiama le ben note posizioni del suo gruppo sulla questione Alitalia. Ritiene che l'appello alla responsabilità, rivolto dal collega Vignali all'opposizione, non sia credibile, considerato il reiterato ricorso da parte della maggioranza di governo a strumenti come i decreti-legge e il voto di fiducia. Per quanto riguarda la soluzione adottata nei confronti della compagnia di bandiera, sottolinea che i risultati conseguiti appaiono modesti e che le prime difficoltà non tarderanno a emergere. Ritiene che il peggior errore mai commesso nei confronti dell'azienda siano stati gli interventi di ricapitalizzazione in luogo del ricorso invece di ricorrere alla procedura di fallimento e al più trasparente metodo dell'asta pubblica.

Andrea GIBELLI (LNP), presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la discussione di carattere generale e rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.