CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 14 ottobre 2008
75.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 14 ottobre 2008. - Presidenza del vicepresidente Fiamma NIRENSTEIN. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 12.05.

Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia.
C. 1441-ter Governo.

(Parere alla X Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Manuela REPETTI, relatore, illustra il provvedimento in titolo segnalando che la Commissione è chiamata ad esprimere il proprio parere sulle parti di competenza contenute nel disegno di legge in titolo, recante Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia, assegnato alla X Commissione in sede referente a seguito dello stralcio degli articoli 3, da 5 a 13, da 15 a 18, 22, 31 e 70 del disegno di legge n. 1441 in materia di sviluppo economico, semplificazione, competitività, stabilizzazione della finanza pubblica, deliberato dall'Assemblea nella seduta del 5 agosto 2008. Si avverte che il testo all'esame della Commissione è quello risultante dall'esame degli emendamenti e articoli aggiuntivi approvati presso la Commissione attività produttive.
Prima di entrare nel merito delle disposizioni di interesse per la III Commissione, ritiene opportuno sottolineare che il provvedimento appare prioritario nel quadro del complessivo progetto di politica economica del nostro Paese, quale delineato a partire dall'ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria e dal decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria.
In particolare, sottolinea che il disegno di legge in esame si caratterizza per una serie di interventi assai significativi sul terreno della internazionalizzazione delle imprese, con norme volte al riordino della normativa di settore, alla razionalizzazione

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dei diversi soggetti chiamati a svolgere un ruolo chiave, alla istituzione di strumenti operativi di sostegno alla internazionalizzazione del tessuto produttivo italiano, basato su una fitta rete di piccole e medie imprese, e alla destinazione di risorse, già previste dalla legge finanziaria per il 2008, per obiettivi di particolare rilievo strategico, come il rilancio della rete estera dell'Istituto per il Commercio Estero (ICE).
A tal proposito, e come chiave di lettura del provvedimento ai fini delle competenze della III Commissione, segnala che, come correttamente inquadrato nell'articolato, gli interventi di riordino del settore non possono prescindere dalle esigenze imposte dall'attuale quadro economico-finanziario, nonché dagli obiettivi di coerenza della politica economica e commerciale all'estero con le funzioni svolte dall'amministrazione centrale degli affari esteri, dalle rappresentanze diplomatiche e dagli uffici consolari in materia di rappresentanza, di coordinamento e di tutela degli interessi italiani in sede internazionale.
Ciò premesso, rileva che il provvedimento reca numerose norme di competenza della Commissione affari esteri, molte delle quali inserite nel corso dell'esame presso la Commissione Attività produttive. A tal fine si segnala il disposto degli articoli 3-bis, 5, comma 10, 6, 7, 8, 9, 13, commi 4-bis e 5, nonché degli articoli 16-ter, 70 e 70-bis.
In particolare, l'articolo 3-bis, in tema di distretti produttivi e reti di imprese, inserito nel corso dell'esame in sede referente, novella l'articolo 6-bis del già citato decreto-legge n. 112 del 2008, disponendo una delega al governo in materia di configurazione giuridica delle reti di impresa, da esercitare sentito il parere delle competenti Commissioni parlamentari e in base a taluni principi e criteri direttivi, tra i quali figurano la definizione di modalità per il riconoscimento internazionale delle reti di imprese e per l'utilizzo, da parte delle medesime, degli strumenti di promozione e di tutela internazionale dei prodotti italiani, nonché la previsione, con riferimento alle reti che comprendono imprese aventi sede legale in Paesi diversi, di una disciplina delle reti transnazionali, eventualmente distinguendo tra reti europee e reti internazionali.
Appare di notevole rilievo la norma recata dal nuovo comma 10 dell'articolo 5, che dispone che le risorse, di cui all'articolo 2, comma 554, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria per il 2008), siano prioritariamente destinate agli interventi individuati dal Ministro dello sviluppo economico in relazione, tra l'altro, all'internazionalizzazione - con particolare riguardo all'operatività degli Sportelli Italia ed all'attivazione di misure per lo sviluppo del «Made in Italy», per il rafforzamento del piano promozionale dell'ICE e per il sostegno alle esportazioni da parte di enti, consorzi e camere di commercio all'estero (lettera a) - e agli interventi nel settore delle comunicazioni, con particolare riferimento a esigenze connesse con lo svolgimento dell'evento G8 da tenersi in Italia nel 2009 (lettera d).
Per quanto concerne l'articolo 6, esso reca una modifica alla legge n. 56 del 2005, al fine di semplificare le procedure nell'ambito dell'Accordo-quadro con le università e degli accordi di settore nel campo della internazionalizzazione per rafforzare le sinergie tra il mondo imprenditoriale e quello universitario.
L'articolo 7 reca due deleghe al Governo volte, la prima, a prefigurare un generale riordino normativo, la seconda, a riordinare gli enti operanti nel settore dell'internazionalizzazione. L'articolo 8 novella il comma 6-bis, articolo 1, del decreto-legge n. 35 del 2005, concernente la gestione, da parte della Società italiana per le imprese all'estero (SIMEST), di fondi regionali con finalità di capitale di rischio per l'acquisizione da parte della stessa società di quote aggiuntive di partecipazione, entro il limite massimo del 49 per cento del capitale o del fondo sociale, in società o imprese partecipate operanti nel loro territorio. La modifica normativa è volta a rendere la norma maggiormente flessibile ed efficace, in modo da consentire alle regioni interessate una gestione

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autonoma dei fondi, procedendo in sinergia con il fondo unico, e offrire il massimo supporto all'internazionalizzazione delle PMI del Mezzogiorno attraverso l'estensione delle quote detenute dalla SIMEST Spa per i fondi delle regioni meridionali. L'articolo 9 istituisce presso la Tesoreria dello Stato, con apposita contabilità speciale, un Fondo rotativo destinato a favorire la fase di avvio di progetti di internazionalizzazione delle imprese, assegnandone la gestione alla SIMEST Spa, e al quale affluiscano le disponibilità finanziarie derivanti da utili di competenza del Ministero dello sviluppo economico quale socio della SIMEST Spa e già destinati allo sviluppo delle esportazioni. Segnala altresì il nuovo comma 4-bis dell'articolo 13, che istituisce il Consiglio Nazionale Anticontraffazione con funzioni di coordinamento delle azioni intraprese da ogni amministrazione, al fine di migliorare l'insieme dell'azione di contrasto a livello nazionale. La norma prevede la composizione del Consiglio includa un rappresentante del Ministero degli affari esteri considerato il compito di facilitare la conoscenza della regolamentazione dei paesi esteri con una informativa continua e di favorire azioni di coordinamento con altre strutture omologhe in paesi esteri. È altresì da segnalare la disposizione di cui al successivo comma 5, che prevede il previo parere delle Commissioni parlamentari competenti e il criterio della armonizzazione della normativa italiana alla disciplina comunitaria e internazionale in materia di protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche nell'esercizio della delega legislativa, conferita al Governo, per la correzione o integrazione del cosiddetto «codice della proprietà industriale», di cui al decreto legislativo n. 30 del 2005.
Sottolinea che il tema della internazionalizzazione delle imprese è ripreso dall'ultimo articolo del provvedimento, l'articolo 70, che reca una delega al governo per l'adozione di uno o più decreti legislativi, sentito il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia, destinati ad incidere sull'attività svolta dall'Istituto per i servizi assicurativi del commercio estero (SACE) a favore del comparto dell'internazionalizzazione e della competitività dell'economia italiana, allo scopo di ottimizzarne l'efficienza rispetto ad altri organismi operanti sui mercati internazionali con le stesse finalità. Infine, ai sensi del nuovo articolo 70-bis, in materia di internazionalizzazione delle imprese e sostegno della rete estera dell'ICE, inserito nel corso dell'esame presso la Commissione di merito, le risorse di cui all'articolo 2, comma 554, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria per il 2008), sono prioritariamente destinate agli interventi individuati dal Ministro dello sviluppo economico per garantire il mantenimento dell'operatività della rete estera degli uffici dell'ICE. La disposizione in oggetto appare di notevole rilievo alla luce del dibattito, svolto in diverse occasioni presso la Commissione Affari esteri, sulla necessità di garantire l'operatività e l'efficienza delle strutture istituzionali a supporto delle imprese italiane, nella piena valorizzazione delle competenze e dell'expertise maturata sul territorio dalla rete diplomatico-consolare e dall'ICE.
Per la rilevanza del tema trattato, ritiene opportuno segnalare gli articoli da 15 a 18 in materia di produzione di energia nucleare. In particolare, l'articolo 16-ter istituisce e disciplina l'Agenzia per la sicurezza nucleare e stabilisce, al comma 4, che essa mantiene e sviluppa relazioni con le analoghe agenzie di altri paesi e con le organizzazioni europee ed internazionali di interesse per lo svolgimento dei compiti e delle funzioni assegnate, anche concludendo accordi di collaborazione. Sottolinea quindi che l'articolo 17, nel prevedere la predisposizione, da parte del CIPE, di un Piano operativo per la promozione dell'innovazione nel settore energetico, considera la partecipazione a vari programmi internazionali sull'energia nucleare («Generation IV International Forum» (GIF), «Global Nuclear Energy Partnership» (GNEP), «International Project on Innovative Nuclear Reactors and Fuel Cycles» (INPRO), «Accordo bilaterale Italia-USA di cooperazione energetica» e «International Thermonuclear Experimental

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Reactor» (ITER) accordi bilaterali internazionali di cooperazione energetica e nucleare. Lo stesso articolo dispone che il Piano persegue altresì come finalità la partecipazione ai progetti per la promozione delle tecnologie «a basso contenuto di carbonio» secondo quanto previsto dall'Accordo di collaborazione Italia-USA sui cambiamenti climatici del luglio 2001 e dalla Dichiarazione congiunta sulla cooperazione per la protezione dell'ambiente tra l'Agenzia per la protezione dell'ambiente degli Stati Uniti d'America e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
In conclusione, in considerazione della rilevanza dei temi trattati dal disegno di legge in titolo auspica un ampio e sereno confronto al fine di fare emergere il più possibile una visione condivisa circa gli interessi strategici del nostro Paese nell'economia internazionale. Preannuncia quindi la presentazione di una proposta di parere, da formulare sulla base degli spunti che emergeranno nel corso del dibattito.

Stefania Gabriella Anastasia CRAXI ricorda l'azione che il Ministero degli affari esteri svolge da sempre con profonda convinzione per la competitività e la promozione dell'Italia nel mondo, nella piena valorizzazione di tutte le componenti presenti nel Paese che contribuiscano al raggiungimento di tali obiettivi, anche al di là delle questioni oggetto di disciplina del provvedimento in esame. In particolare, richiama l'iniziativa della cosiddetta «cabina di regia per l'Italia internazionale», struttura agile e flessibile che coinvolge i massimi livelli amministrativi del Ministero degli affari esteri, dello sviluppo economico insieme all'Istituto per il Commercio Estero (ICE), a Confindustria, alle regioni, alle grandi aziende, all'Associazione Bancaria Italiana (ABI), all'ENIT - Agenzia nazionale del turismo e alle camere di commercio. Si tratta di un soggetto finalizzato all'espansione delle imprese italiane all'estero e ad attirare investimenti nel nostro Paese. Sottolinea che si tratta di una struttura che la Presidenza del Consiglio dei ministri sostiene con convinzione e che ha già compiuto significativi passi per la razionalizzazione delle diverse iniziative.

Franco NARDUCCI (PD) sottolinea che il suo gruppo collabora in linea di principio per il raggiungimento dell'obiettivo della ottimizzazione della competitività italiana e, in generale, in tema di internazionalizzazione del sistema produttivo nazionale. Sottolinea, tuttavia, che tale linea collaborativa non è facilitata dalla eccessiva compressione dei tempi di esame di un provvedimento, come quello in titolo, che non indica strumenti idonei ad attirare ricercatori nel nostro Paese, ad impedire la cosiddetta «fuga dei cervelli» e per la semplificazione del sistema per le imprese. Rileva che la promozione del nostro sistema produttivo significherebbe porre in essere uno sforzo ben più convinto di quello realizzato dall'attuale Governo per il coordinamento delle numerose camere di commercio e dell'ICE. Per quanto riguarda il ruolo della rete diplomatico-consolare, sottolinea come gli uffici consolari siano nel tempo divenuti soggetti essenziali per la promozione delle imprese italiane all'estero. Rileva quindi la contraddizione tra gli obiettivi dichiarati dal disegno di legge in titolo e i drastici interventi di decurtazione delle risorse operati con altri recenti interventi in materia di sviluppo economico.

Fiamma NIRENSTEIN, presidente, condivide le perplessità sollevate dal collega Narducci per l'esiguità dei tempi a disposizione per l'esame in sede consultiva: si tratta di una circostanza che accomuna tutte le Commissioni competenti per l'espressione dei pareri e da porre in relazione con la dilatazione dei tempi di esame del provvedimento in sede referente presso la Commissione attività produttive e con l'inserimento del disegno di legge nel calendario dei lavori dell'Assemblea di questa settimana. Sottolinea tuttavia l'opportunità che la Commissione proceda nell'esame del disegno di legge ai fini dell'espressione del parere in ragione delle

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numerose disposizioni contenute nel testo e attinenti alle materie di competenza della III Commissione.

Fabio EVANGELISTI (IdV) sottolinea la complessità dei temi affrontati dal disegno di legge in titolo e rileva il graduale spostamento di asse delle questioni attinenti all'internazionalizzazione delle imprese dall'area della politica estera a quella dello sviluppo economico, testimoniata dall'autonomia dell'Istituto per il Commercio Estero rispetto all'Amministrazione degli affari esteri. Nell'esprimere apprezzamento al relatore per l'approfondita illustrazione del provvedimento, segnala la opportunità di dedicare una parte della riflessione odierna al tema della grave crisi finanziaria in atto a livello internazionale e che ha fatto registrare in pochi giorni fluttuazioni delle principali borse di quasi venti punti percentuale. Ritiene che il fenomeno in atto dia risalto alla crisi di credibilità dei meccanismi finanziari che non hanno ancora sortito effetti sull'economia reale ma che sono destinati a produrre una stretta creditizia a danno delle imprese. Nel preannunciare il proprio voto contrario sulla proposta di parere che sarà presentata dal relatore, anche in ragione degli inadeguati tempi a disposizione per l'esame di un provvedimento così rilevante come quello in titolo, rileva che il fenomeno della globalizzazione, pur esasperando la concorrenza internazionale, ha saputo comunque offrire all'economia italiana e a quella dell'area europea la possibilità di avviare un importante processo di internazionalizzazione delle imprese. Si tratta di un processo che può concretamente rappresentare un fattore importante per lo sviluppo economico del Paese ma che necessita, da un lato, di un complesso e strutturato apparato di strumenti a tutela e a salvaguardia delle imprese operanti all'estero e delle realtà esportatrici, dall'altro, di una sostanziale ed imprescindibile crescita negli investimenti diretti all'innovazione e al settore «Ricerca & Sviluppo». Sottolinea che in questa logica, pur ritenendo apprezzabile la semplificazione delle procedure nell'ambito dell'Accordo-Quadro volte a promuovere l'internazionalizzazione, ai sensi dell'articolo 6, che ha interessato i Ministeri per gli italiani nel mondo, delle politiche agricole e per gli affari regionali, non si può non ritenere inopportuno che persino il MIUR e la Conferenza dei rettori delle Università italiane siano stati estromessi da questo processo decisionale. Proprio per il ruolo strategico che l'università italiana riveste nell'ambito dell'innovazione e dell'acquisizione del know-how, nonché negli investimenti transfrontalieri di tipo squisitamente «intellettuale» e creativo, una simile azione appare evidentemente grossolana e controproducente e dettata dallo spirito estremamente decisionista che caratterizza l'attuale Governo. Ritiene altresì opportuno sottolineare la necessità che, oltre a tutelare l'università in quanto fucina di innovazione e luogo di scambio transfrontaliero di conoscenze e competenze, siano le piccole e medie imprese a beneficiare in maniera particolare del processo di internazionalizzazione. Come detto in altre occasioni, in vista della delicata situazione finanziaria che nel resto del mondo ha allarmato molti governi ed esperti di notevole importanza, osserva che l'investimento sulle piccole e medie imprese può rappresentare un valido ammortizzatore, almeno in termini economici e di sviluppo, della crisi che in un modo o nell'altro potrà investire anche l'Europa e l'Italia. In questo senso, ritiene opportuno prendere in considerazione anche il comma 6-bis dell'articolo 8. Infatti, l'incremento delle quote di partecipazione, che la SIMEST Spa può acquisire dai fondi rotativi delle regioni del Mezzogiorno (dal 49 per cento al 70 per cento) per operazioni con capitale di rischio, ovvero venture capital, anche se potrebbe apparire come un valido strumento per il rilancio delle PMI nell'Italia meridionale, appare effettivamente eccessivo e, al contempo, può esporre la SIMEST e le regioni interessate ad un rischio davvero rilevante. Infine, in vista degli step conclusivi inerenti il processo

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di privatizzazione della SACE Spa, anche come previsto da precedenti decisioni dell'Unione europea, ritiene che, al fine di garantire la massima trasparenza ed evitare operazioni che siano non solo legalmente, ma anche eticamente accettabili, sia necessario prevedere la realizzazione di strumenti efficaci volti al controllo e al monitoraggio costante delle attività dei due organismi a cui si fa riferimento nel disegno di legge in esame. È questo un obiettivo di notevole importanza non solo perché mette al riparo in termini economici, finanziari e legali i due organismi derivanti dalla SACE Spa, ed in maniera particolare quello che beneficia della garanzia da parte dello Stato, ma soprattutto perché ci impegna contro quelle pratiche commerciali che, al di là delle leggi, possono rappresentare un'onta in termini etico-morali.

Manuela REPETTI (PdL), relatore, alla luce del dibattito testé svolto, presenta una proposta di parere favorevole con osservazione, di cui dà lettura (vedi allegato).

Fiamma NIRENSTEIN, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, dato conto delle sostituzioni, pone in votazione la proposta di parere testé formulata dal relatore.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con osservazione, predisposta dal relatore.

La seduta termina alle 12.40.