CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 8 ottobre 2008
71.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 8 ottobre 2008. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia, e per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino.

La seduta comincia alle 8.50.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria per l'anno 2009).
C. 1713 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011.
C. 1714 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2009 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 9: Stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2009.
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2009 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto.

Angelo ALESSANDRI, presidente, avverte che la Commissione è chiamata ad esaminare, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il disegno di legge n. 1713 (legge finanziaria 2009) ed il disegno di legge n. 1714 (Bilancio dello Stato per il 2009 e Bilancio triennale 2009-2011), per le parti di competenza; l'esame si concluderà con la trasmissione alla V Commissione di una relazione e con la nomina di un relatore, il quale potrà partecipare alle sedute di quella Commissione.
Ricorda che la Commissione, oltre ad essere chiamata a trasmettere una relazione alla V Commissione su ciascuno stato di previsione, esaminerà anche gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza del disegno di legge di bilancio. A tale proposito ricorda che, ai sensi dell'articolo 121, comma 1, del Regolamento, gli emendamenti proponenti variazioni compensative all'interno dei singoli stati di previsione devono essere presentati presso le Commissioni in sede consultiva. Gli emendamenti approvati saranno inseriti nella relazione approvata dalla Commissione, mentre gli emendamenti respinti potranno essere successivamente ripresentati, ai sensi dell'articolo 121, comma 4, del Regolamento, nel corso dell'esame in Assemblea. Potranno inoltre essere presentati e votati in Commissione anche emendamenti concernenti variazioni non compensative ovvero variazioni compensate non all'interno del medesimo stato di previsione. Anche tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione. Nel caso in cui tali ultimi emendamenti fossero respinti, è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla Commissione bilancio, anche al solo fine di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea.
Segnala che analoghe regole di esame si applicano anche agli eventuali emendamenti riferiti alle parti di competenza della Commissione del disegno di legge finanziaria per l'anno 2009. Nelle Commissioni in sede consultiva potranno comunque essere presentati e votati emendamenti per le parti del disegno di legge finanziaria di rispettiva competenza. Tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione; ove respinti, è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla Commissione bilancio. Peraltro, anche in questo caso, è comunque ammissibile la presentazione

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degli emendamenti all'articolato della finanziaria direttamente in Commissione bilancio.
Per quanto concerne la formulazione e l'ammissibilità degli emendamenti al disegno di legge di bilancio, rappresenta che, analogamente al bilancio per il 2008, anche il bilancio per il 2009 presenta una struttura articolata per missioni e programmi. È altresì intervenuto il disposto dell'articolo 60, comma 3, del decreto-legge n. 112 del 2008 ai sensi del quale, in via sperimentale, limitatamente all'anno 2009, nel rispetto dell'invarianza degli effetti sui saldi di finanza pubblica, è stata introdotta la possibilità, nell'ambito della legge di bilancio, di rimodulare le dotazioni finanziarie tra i programmi di ciascuna missione di spesa, fatta eccezione per le spese di natura obbligatoria per le spese in annualità e a pagamento differito. Per effetto di tale disposizione, a differenza di quanto si è verificato finora, possono essere rimodulati, nell'ambito del disegno di legge di bilancio, anche stanziamenti determinati da disposizioni legislative sostanziali. Gli stanziamenti rimodulabili sono individuati nell'allegato tecnico per capitoli contenuto nelle tabelle relative a ciascun stato di previsione della spesa, mediante l'apposizione della lettera (R) sotto la denominazione dei capitoli interessati.
Fa presente che le previsioni in ordine alla rimodulabilità degli stanziamenti all'interno del disegno di legge di bilancio comportano inevitabili conseguenze per quanto concerne l'individuazione dei limiti di emendabilità degli stanziamenti di spesa. In particolare, devono ritenersi ammissibili:
gli emendamenti che rechino variazioni in aumento, a condizione che siano riferite ad u.p.b. all'interno delle quali sono presenti capitoli che possono essere oggetto di rimodulazione ai sensi del citato articolo 60, comma 3, del decreto-legge n. 112 del 2008. Tali emendamenti dovranno in ogni caso essere compensati attraverso una riduzione di pari importo di altra u.p.b. incluse in programmi relativi alla medesima missione, all'interno della quale sono presenti capitoli suscettibili di rimodulazione. Resta fermo che emendamenti che comportino rimodulazioni tra u.p.b. appartenenti a missioni diverse devono ritenersi ammissibili soltanto qualora incidano esclusivamente su spese di carattere discrezionale per la parte non vincolata (come desumibile dalle schede di analisi incluse nelle tabelle di ciascun stato di previsione della spesa);
gli emendamenti che rechino variazioni in riduzione riferite alle u.p.b. di cui al punto 1, a condizione che la diminuzione proposta non ecceda l'importo corrispondente, per ciascuna u.p.b. oggetto di variazione, alla somma degli stanziamenti dei capitoli rimodulabili.

Rileva inoltre che occorre tener presente che, in conformità con le limitazioni previste dal comma 3 dell'articolo 60 del decreto-legge n. 112 del 2008, nel caso di emendamenti che propongano la riduzione dello stanziamento di u.p.b. per interventi e il contestuale aumento dello stanziamento di u.p.b. per funzionamento, la riduzione non può essere superiore al 10 per cento dello stanziamento relativo a interventi.
Per quanto concerne gli emendamenti al disegno di legge finanziaria, segnala che essi sono soggetti alle specifiche regole di ammissibilità di cui al comma 5 dell'articolo 121 del Regolamento, con riferimento ai limiti di contenuto proprio e di compensatività degli effetti finanziari. Il contenuto proprio del disegno di legge finanziaria è definito dall'articolo 11 della legge n. 468 del 1978, e successive modificazioni. Per quanto riguarda la legge finanziaria per il 2009, in via sperimentale, il comma 1-bis dell'articolo 1 del decreto-legge n. 112 del 2008, ha previsto che essa rechi soltanto disposizioni riconducibili al suo contenuto tipico, con l'esclusione di disposizioni finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia nonché di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico. Il disegno di legge trasmesso dal Governo risulta conforme a tali previsioni.

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Fa presente che, come evidenziato nel parere espresso dalla V Commissione nella seduta del 2 ottobre 2008 ai fini della dello stralcio delle disposizioni estranee, di cui all'articolo 120, comma 3, del Regolamento, «la definizione del limite di contenuto del disegno di legge finanziaria deve ovviamente riferirsi anche alle eventuali modifiche che potranno essere apportate al testo del disegno di legge governativo nel corso dell'esame parlamentare, per cui dovranno considerarsi inammissibili per estraneità di materia le proposte emendative che non rispondano alle previsioni del citato comma 1-bis dell'articolo 1 del citato decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112.». Devono ritenersi pertanto inammissibili, in quanto estranei al contenuto proprio della legge finanziaria:
a) gli emendamenti volti ad introdurre nel testo deleghe legislative;
b) gli emendamenti che rechino norme di carattere ordinamentale o organizzatorio che siano prive di effetti finanziari (o i cui effetti finanziari risultino trascurabili rispetto alla portata dell'emendamento);
c) gli emendamenti recanti norme che comportino aumenti di spesa, anche se finalizzate direttamente al sostegno o al rilancio dell'economia;
d) gli emendamenti recanti norme che comportino aumenti di spesa o riduzioni di entrata che abbiano carattere localistico o microsettoriale.

Con riferimento al vincolo di compensatività, ricorda che le modalità di copertura della legge finanziaria sono indicate ai commi 5 e 6 dell'articolo 11 della legge n. 468 del 1978 e successive modificazioni. In particolare, il comma 5, con riferimento alle sole spese correnti, prescrive il divieto per la legge finanziaria di peggiorare il risultato corrente dell'anno precedente, mentre il comma 6 vincola la legge finanziaria al rispetto dei saldi di finanza pubblica indicati, per il periodo di riferimento, nelle risoluzioni con le quali le Camere hanno approvato il DPEF e la successiva Nota di aggiornamento.
Avverte, quindi, che, alla luce di tali criteri, saranno ammessi solo emendamenti compensativi, che cioè garantiscano effetti finanziari equivalenti a quelli del testo che si intende modificare. La presidenza, nel valutare la compensatività degli emendamenti che tendano a sostituire misure di contenimento previste nel testo, si limiterà a considerare inammissibili solo gli emendamenti evidentemente privi di compensazione o con compensazioni manifestamente inidonee, ivi compresi gli emendamenti che determinino oneri di durata non coincidente con quella della relativa compensazione. La valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati nell'ambito dell'esame in sede consultiva sarà effettuata dai presidenti delle Commissioni di settore prima che gli stessi vengano esaminati e votati. Peraltro, in considerazione della necessità di valutare l'ammissibilità degli emendamenti sulla base di criteri omogenei, la valutazione puntuale di ammissibilità sarà comunque compiuta nel corso dell'esame presso la V Commissione. Per questi motivi, sottolinea come il giudizio circa l'ammissibilità di un emendamento pronunciato nel corso dell'esame in sede consultiva non pregiudichi in alcun modo la successiva valutazione di ammissibilità.
Con riferimento alla presentazione degli ordini del giorno, ricorda poi che presso le Commissioni di settore devono essere presentati tutti gli ordini del giorno riferiti alle parti di rispettiva competenza del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge finanziaria. Gli ordini del giorno concernenti l'indirizzo globale della politica economica devono invece essere presentati direttamente in Assemblea; gli ordini del giorno respinti dalle Commissioni di settore o non accolti dal Governo possono essere ripresentati in Assemblea. In ordine ai criteri di ammissibilità, segnala altresì che non sono ammissibili gli ordini del giorno volti ad impegnare il Governo ad utilizzare accantonamenti dei Fondi speciali di parte corrente e di conto capitale per determinate finalità.

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Da ultimo, per quanto attiene all'organizzazione dei lavori, ricorda che, secondo quanto stabilito dalla Conferenza dei Presidenti di Gruppo, la Commissione dovrà concludere il proprio esame dei documenti di bilancio entro la giornata di giovedì 16 ottobre 2008, mentre il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione sarà fissato dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione odierna.

Agostino GHIGLIA (PdL), relatore, rileva preliminarmente che svolgerà una relazione congiunta sui provvedimenti in titolo, distinguendo il complesso delle misure nelle quali si estrinseca la manovra di bilancio nei tre grandi settori (infrastrutture, ambiente e protezione civile) di competenza della VIII Commissione. Tuttavia, prima di passare all'esame delle relative tabelle, ritiene opportuno svolgere alcune brevi osservazioni di carattere politico, indispensabili - a suo avviso - per apprezzare la portata e le novità della manovra finanziaria per il 2009, nonché gli effetti che da tale manovra discendono anche per i settori di competenza della Commissione.
Sotto questo profilo, osserva anzitutto che per effetto delle scelte di politica di bilancio adottate dal Governo fin dal momento della sua costituzione - si riferisce, in particolare, all'anticipo dei contenuti sostanziali della manovra prima dell'estate, con l'approvazione del decreto-legge n. 112 del 2008 e alla contestuale stabilizzazione triennale dei conti pubblici - la discussione dei disegni di legge in titolo può svolgersi sostanzialmente «al riparo» degli effetti negativi derivanti dalla crisi economica mondiale e dalla preoccupanti turbolenze in atto in tutti i mercati finanziari. In questo senso, la strategia di contenimento della spesa consente inoltre di confermare gli impegni presi con l'Unione europea, a partire dal raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2011, nonché di perseguire efficacemente gli obiettivi programmatici della maggioranza di governo.
Fa presente che le indicate scelte politiche del Governo hanno comportato rilevanti novità e miglioramenti anche sotto il profilo della struttura e del contenuto dei provvedimenti in discussione. In primo luogo, vi è la conferma della decisione assunta lo scorso anno di impostare il bilancio dello Stato, secondo una nuova struttura contabile «per missioni e programmi». Questa nuova struttura del bilancio, insieme alla riorganizzazione degli assetti organizzativi dei ministeri attuata con il decreto-legge n. 85 del 2008 e alla richiamata introduzione del principio di triennalità della manovra di finanza pubblica, conferisce maggiore efficacia alla pianificazione delle risorse e alla programmazione delle attività di ciascuna amministrazione, evidenziando allo stesso tempo in ogni settore di intervento dello Stato gli obiettivi strategici e istituzionali perseguiti con la spesa pubblica. Si tratta, a suo avviso, di obiettivi rafforzati dall'introduzione di un'altra novità strutturale degli strumenti contabili, vale a dire la possibilità per le singole amministrazioni statali di procedere alla rimodulazione delle dotazioni finanziarie tra i programmi di ciascuna missione di spesa (compensazione fra capitoli di spesa nell'ambito del medesimo stato di previsione e delle medesime missioni), sia pure entro il limite del dieci per cento delle risorse stanziate.
In sostanza, ritiene che la discussione che la Commissione si appresta a svolgere sui settori di competenza non possa non tener conto del quadro complessivo della finanza pubblica e della congiuntura economica e finanziaria interna e internazionale; confida altresì che, se la questione è inquadrata in questo più ampio contesto, sia possibile - ciascuno nel proprio ruolo e con le proprie posizioni - individuare comuni elementi e proposte migliorative dei provvedimenti in discussione e, più in generale, di una manovra finanziaria, certamente improntata alle esigenze di contenimento e razionalizzazione della spesa, attraverso la previsione di una riduzione delle dotazioni di spesa di ciascun Ministero, ma altrettanto sicuramente capace di dotare le singole amministrazioni, e lo

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Stato nel suo complesso, di efficaci strumenti di riqualificazione della spesa stessa e di conferimento di maggiore efficienza ed elasticità all'allocazione delle risorse pubbliche.
Con specifico riferimento al contenuto del disegno di legge finanziaria, osserva, inoltre, che in ragione del richiamato anticipo della manovra di finanza pubblica a prima della pausa estiva (completata, poi, con l'insieme dei cosiddetti «collegati» alla manovra di bilancio, indicati nella nota di aggiornamento al DPEF e attualmente all'esame del Parlamento), il provvedimento presenta oggi un contenuto profondamente innovativo rispetto al passato: un contenuto snello e sostanzialmente confermativo della legislazione vigente, con esclusione di tutte le disposizioni di carattere ordinamentale, microsettoriale e localistico. Rileva, peraltro, che anche il disegno di legge di bilancio presenta analoghe caratteristiche di semplificazione e snellezza.
Passando alla parte relativa alle infrastrutture, nel rilevare che il disegno di legge finanziaria non contiene articoli di stretta competenza della Commissione, segnala positivamente l'articolo 2, comma 15, che proroga di un anno le agevolazioni tributarie in materia di recupero edilizio (detrazioni IRPEF pari al 36 per cento delle spese sostenute per le ristrutturazioni edilizie).
Quanto, invece, agli stanziamenti contenuti nelle tabelle allegate al disegno di legge per il settore delle infrastrutture, segnala che nella Tabella C sono recati stanziamenti complessivi, per la parte di competenza della Commissione (missione 19, Casa e assetto urbanistico), pari a 169,4 milioni di euro per il 2009, 151,9 milioni di euro per il 2010 e 114,8 milioni di euro per il 2011. Nella Tabella F, per effetto delle rimodulazioni operate dal Governo al duplice scopo di ridurre l'incidenza delle spese nel primo esercizio finanziario del triennio di riferimento e di «ricalibrare» le risorse stanziate sulla base delle effettive capacità di spesa per gli interventi previsti dalle singole leggi, segnala gli stanziamenti relativi: alla legge n. 166 del 2002, cosiddetta «legge obiettivo», per un importo complessivo di 395,3 milioni di euro per il 2009, 417,7 milioni di euro per il 2010 e 463,4 milioni di euro per il 2011; alla erogazione di contribuiti in conto impianti da corrispondere all'Anas Spa per lo sviluppo e ammodernamento della dotazione infrastrutturale, con 1.205,1 milioni di euro per il 2009; ad altri interventi per il potenziamento del sistema infrastrutturale.
Osserva che dall'analisi dello stato di previsione del Ministero (Tabella 10 del disegno di legge di bilancio) emerge, anzitutto, il dato sicuramente positivo dall'accorpamento in un unico Ministero degli ex ministeri delle infrastrutture e dei trasporti, nell'ambito della complessiva riduzione del numero dei ministeri attuata con il decreto-legge n. 85 del 2008. Precisa, peraltro, che la sua relazione si riferisce alle sole missioni di competenza esclusiva del preesistente Ministero delle infrastrutture. In particolare, si tratta delle missioni 14 (Infrastrutture pubbliche e logistica) e 19 (Casa e assetto urbanistico), le quali recano stanziamenti complessivi pari a 3.303,5 milioni di euro, con un consistente decremento, rispetto alle previsioni assestate 2008: in particolare, per la missione 14 sono stanziati 2.494,4 milioni di euro, con una riduzione di circa 1.875 milioni di euro, mentre per la missione 19 sono stanziati 809,1 milioni di euro, con una riduzione di 223,1 milioni di euro.
Ad evitare, peraltro, errori di valutazione e improprie interpretazioni politiche, ricorda che le citate riduzioni di stanziamenti discendono non già da un ridimensionamento delle politiche infrastrutturali, di cui il Paese ha assoluto bisogno e di cui il Governo è pienamente convinto, ma, più semplicemente, sul piano contabile, dalla decisione adottata dal Governo Berlusconi di utilizzare le risorse risultanti dall'operazione finanziaria relativa al Ponte sullo Stretto di Messina, a suo tempo messa in atto dal Governo Prodi, per mantenere l'impegno elettorale di procedere alla abolizione dell'ICI sulla prima casa. Per completezza, ricorda, inoltre, che ulteriori riduzioni di

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spesa (cosiddetti «tagli lineari») derivano dalla legge finanziaria per il 2007 (90 milioni di euro) e dal decreto legge n. 112 del 2008 (519,6 milioni di euro) e che ulteriori riduzioni sono previste per gli anni 2010 e 2011.
Scorrendo, quindi, nel dettaglio i dati contenuti nello stato di previsione, sottolinea anzitutto che, nell'ambito della missione 14, quasi dell'80 per cento delle risorse è concentrato nel programma 14.3 (opere strategiche) con 1.339,5 milioni di euro e nel programma 14.10 (edilizia statale e interventi speciali) con 502,2 milioni di euro. Sottolinea, peraltro, che il programma opere strategiche registra un incremento di risorse rispetto ai dati assestati 2008 (+136,7 milioni di euro). Si tratta, a suo giudizio, di un dato estremamente significativo, che testimonia - sia pure in un quadro complessivo di contenimento e di razionalizzazione della spesa - la coerente volontà del Governo di perseguire l'obiettivo strategico dell'ammodernamento e del potenziamento del sistema infrastrutturale del Paese.
Passando rapidamente alle altre voci dello stato di previsione, segnala che, con riferimento al programma 19.2 (politiche abitative), gli stanziamenti riguardano, per 161,8 milioni di euro, il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e per 204,7 milioni di euro i contributi in conto interessi a favore di istituti, cooperative e comuni. Ulteriori risorse sono destinate ai Programmi di edilizia sperimentale agevolata in locazione a canone concertato e al Piano straordinario di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, per rispettivi 41,3 e 24,4 milioni di euro. Con riguardo a tale ultimo finanziamento, segnala che sul relativo capitolo insistono residui pari a 544,5 milioni di euro (presumibilmente riferibili al programma straordinario di edilizia residenziale pubblica approvato dal precedente Governo) riattribuiti dal decreto-legge n. 112 del 2008 al finanziamento previsto per il Piano nazionale di edilizia abitativa (cosiddetto «Piano casa»), avviato prima dell'estate dal Governo Berlusconi. Sottolinea che si tratta di un programma ambizioso, frutto di un preciso impegno assunto dal Governo davanti agli elettori, finalmente capace di avviare un'efficace azione di contrasto dell'emergenza abitativa in cui si è progressivamente venuta a trovare un'ampia fascia della popolazione, al di là delle tradizionali categorie cosiddette «svantaggiate». Naturalmente, ritiene che la realizzazione del Piano casa sarà avviata, previa intesa in sede di Conferenza unificata, nel contesto di complessivi interventi di riqualificazione urbana, da realizzarsi, in modo significativo, con il coinvolgimento, accanto ai soggetti e alle risorse pubbliche, soprattutto dei soggetti e dei capitali privati (project financing e housing sociale).
Per quanto riguarda le risorse pubbliche relative al finanziamento del «Piano casa», ricorda che esso è finanziato attraverso la costituzione di un Fondo alimentato con le risorse derivanti da alcuni provvedimenti adottati nella precedente legislatura. Soprattutto con riferimento a questo ultimo punto - oggetto di un serrato confronto politico, prima in sede parlamentare e poi nell'ambito dei rapporti fra Governo, regioni ed enti locali - coglie l'occasione per segnalare il dato politico molto positivo dell'avvenuta sigla, la scorsa settimana scorsa, di un'importante intesa tra Governo e regioni, che scioglie positivamente tutte le questioni pendenti, a partire da quella relativa all'utilizzo da parte delle regioni e degli enti locali dei fondi stanziati dal precedente Governo.
Venendo al secondo settore di competenza della Commissione, vale a dire quello dell'ambiente, rileva preliminarmente che anche in questo caso - per le ragioni di ordine tecnico e politico sopra evidenziate - il disegno di legge finanziaria non contiene disposizioni normative di specifico interesse della Commissione. Per quanto riguarda, invece, gli stanziamenti recati nelle tabelle allegate al provvedimento, osserva che nella Tabella C gli stanziamenti complessivi relativi al Ministero dell'ambiente sono pari a 190,7 milioni di euro per il 2009, 176,4 milioni di

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euro per il 2010 e 163,1 milioni di euro per il 2011. Tali stanziamenti sono pressoché equamente ripartiti tra la missione 17 (Ricerca e innovazione), cui vengono assegnati circa 80 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio, concentrati per gli interventi e gli investimenti dell'APAT (ora ISPRA), e la missione 18 (Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente), con 110,3 milioni di euro nel 2009, 99,4 milioni di euro nel 2010 e 88,4 milioni di euro nel 2011, quasi interamente attribuiti alla difesa del mare e all'erogazione di contributi a enti (in buona sostanza, ai parchi nazionali), con 79,7 milioni di euro per il 2009 (+ 25,1 per cento rispetto a quanto effettivamente erogato nel 2008), 67,2 milioni di euro per il 2010 e 63,8 milioni di euro per il 2011. Nella Tabella F, invece, per effetto delle rimodulazioni operate dal Governo, segnala gli stanziamenti relativi alla missione 18 (Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente), ove la maggior parte delle risorse, pari a 11,6 milioni di euro per il 2009, sono destinate al Fondo per l'efficienza energetica di cui all'articolo 1, comma 352, della legge n. 26 del 2006.
Passando quindi allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente, osserva preliminarmente che esso risente di un processo di profonda riorganizzazione delle strutture amministrative, avviato nella passata legislatura, con la modifica della denominazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, cui è stata aggiunta anche la tutela del mare (al fine di sottolineare l'importanza dei compiti relativi alla tutela dell'ambiente marino). Tale processo è quindi proseguito in questa legislatura con l'approvazione del decreto-legge n. 90 del 2008, che ha introdotto il modello organizzativo incentrato sulla figura del Segretario generale con funzioni di coordinamento delle direzioni generali e, secondo quanto emerge dalla nota preliminare, con la predisposizione - in via di perfezionamento - di un decreto di riorganizzazione complessiva. Inoltre, lo stesso decreto-legge n. 90 del 2008 ha previsto la riforma della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale (VIA), mentre il successivo decreto-legge n. 112 del 2008 ha previsto l'istituzione dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), cui sono trasferite le funzioni e le risorse dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS) e dell'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (ICRAM). Infine, è stata modificata la composizione sia della Commissione istruttoria per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC), sia della Commissione di valutazione degli investimenti e di supporto alla programmazione e gestione degli interventi ambientali (COVIS).
Osserva che in questa situazione di profonda riforma delle strutture e - come evidenziato nella citata nota preliminare - in un quadro di grave carenza di personale, lo stato di previsione del Ministero, contenuto nella Tabella n. 9, reca spese per complessivi 1.263,2 milioni di euro, con una riduzione, rispetto alle previsioni assestate 2008, di 569,7 milioni di euro, concentrata prevalentemente nelle spese di conto capitale. I principali settori di intervento ricadono nella missione 18 (Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente), con 1.110,6 milioni di euro - di cui 269 milioni di euro per la «conservazione dell'assetto idrogeologico», vale a dire tutte le azioni dirette alla difesa del suolo, 198 milioni di euro destinati al «potenziamento delle politiche nazionali di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra» e 48 milioni di euro all'attuazione del protocollo di Kyoto - nonché nella missione 17 (Ricerca e innovazione), con 104,1 milioni di euro, di cui 23 milioni di euro per «azioni e interventi per un uso durevole delle risorse naturali e per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra».
Con riguardo ai dati relativi alla Protezione civile, segnala che nella tabella C del disegno di legge finanziaria compaiono stanziamenti per complessivi circa 656,1 milioni di euro per il 2009, che scendono a 648,2 e 588 milioni di euro nei due anni

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successivi. In tabella F, le principali rimodulazioni di stanziamenti relativi alle calamità e alla protezione civile assommano a complessivi 201,3 milioni di euro per il 2009, 201,2 milioni di euro per il 2010 e 196,1 milioni di euro per il 2011. Rispetto al 2008 (171,9 milioni di euro) si registra un incremento di 29,4 milioni di euro (+ 17,1 per cento). Con riguardo alle previsioni di spesa, fa presente, infine, che lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2) reca, nell'ambito della missione 8 (Soccorso civile), due soli programmi di interesse della Commissione Ambiente: si tratta degli interventi per pubbliche calamità, con 118,8 milioni di euro, e della Protezione civile, per la quale è prevista una dotazione a 1.508,3 milioni di euro.

Il sottosegretario Roberto MENIA fa presente che il Governo si riserva di svolgere proprie considerazioni al termine del dibattito di carattere generale in Commissione.

Raffaella MARIANI (PD), nel riservarsi di intervenire più approfonditamente nel prosieguo del dibattito, osserva tuttavia che anche dalla relazione testé svolta emerge un dato preliminare di assoluto rilievo: i provvedimenti in esame, infatti, recano tagli pesanti e inaccettabili a tutte le missioni e a tutti i programmi di riferimento della VIII Commissione. Preannuncia, pertanto, che il giudizio del suo gruppo sulla manovra finanziaria non potrà prescindere da tali dati di bilancio, che giudica allarmanti.

Gianpiero BOCCI (PD), nel riservarsi di effettuare ulteriori approfondimenti sul merito del provvedimento, intende svolgere due considerazioni di carattere metodologico, che prendono spunto dalla oggettiva difficoltà con cui il relatore si è sforzato - a suo avviso - di giustificare le misure contenute nei disegni di legge in esame in materia di infrastrutture, che sono state pubblicamente criticate dallo stesso Presidente di Confindustria e che risultano apertamente in contraddizione con le politiche annunciate dal Ministro Matteoli. La prima considerazione riguarda la citazione, che il relatore ha fatto, del provvedimento di abolizione dell'ICI sulla prima casa per cercare di trovare una giustificazione politicamente accettabile al pesante taglio delle risorse disponibili. La seconda considerazione, invece, si riferisce alla palese contraddizione politica nella quale cade, a suo giudizio, il relatore, quando da un lato afferma che la manovra di finanza pubblica mette al riparo il Paese dalla grave crisi economica e finanziaria internazionale e interna e, dall'altro, sostiene - in linea con le affermazioni degli esponenti di Governo - che molto dipende dal coinvolgimento e dalle risorse dei soggetti privati per la realizzazione del cosiddetto «Piano casa» o del Piano delle infrastrutture strategiche. Dire, infatti, che il Paese è «al riparo» dalle turbolenze dei mercati finanziari, quando - per la realizzazione delle infrastrutture - si intende far leva principalmente sul capitale privato, risulta - a suo avviso - un'affermazione politicamente pericolosa, che rischia di essere smentita in tempi brevissimi e di mettere in crisi la strategia di fondo del Governo, che ha puntato tutto proprio sul coinvolgimento del capitale privato.

Guido DUSSIN (LNP) annuncia che si riserva di intervenire più approfonditamente sul merito dei provvedimenti nel prosieguo del dibattito e che, in questa sede, intende esprimersi solo su alcune questioni di carattere preliminare, precisando l'impostazione politica generale che il suo gruppo intende portare nella discussione della manovra finanziaria. Al riguardo osserva che, se la strategia del Governo è quella di liberare le potenzialità che pure esistono nella società e nelle pubbliche amministrazioni per lo sviluppo del Paese, allora tale strategia dovrebbe fondarsi, più che sul reperimento e sulla richiesta di ingenti risorse pubbliche e private, su una rinnovata capacità di dare fiducia ai soggetti privati, oltre che ai soggetti pubblici. Ricorda, pertanto, che il suo gruppo ha puntualmente indicato e

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sostenuto questa strategia, ad esempio quando ha sottolineato il valore fondamentale della semplificazione delle norme e delle procedure amministrative, quando ha ritenuto importante intervenire sui meccanismi e sulle regole che sovrintendono alla definizione del Patto di stabilità interno, ovvero quando, con riferimento all'emergenza abitativa, ha proposto di intervenire sulle agevolazioni fiscali e sull'abbattimento del tasso d'interesse dei mutui per le categorie sociali interessate - a partire dalle giovani coppie - piuttosto che sul reperimento di grandi risorse pubbliche e private per l'attuazione del cosiddetto «Piano casa».

Alessandro BRATTI (PD) sottolinea con preoccupazione sia la gravità dei tagli generalizzati alle risorse dedicate al settore ambientale sia il fatto che tali tagli intervengono senza che siano state minimamente delineate le politiche del Governo in questo settore fondamentale per il futuro del Paese. Stigmatizza il fatto che anche sul versante della riorganizzazione delle strutture amministrative, che viene evidenziato nei provvedimenti in esame e che era stato oggetto di un preciso impegno del Ministro nei confronti della Commissione, lo stesso Ministro abbia disatteso tale impegno, lasciando inevasa la richiesta della Commissione di un confronto approfondito sul percorso di riforma delle strutture ministeriali e su quelle del sistema delle agenzie per la protezione dell'ambiente. Al riguardo, sottolinea peraltro che l'inerzia del Governo si è tradotta anche in un aggravamento inaccettabile della situazione dei lavoratori precari che prestano servizio nelle indicate strutture e che rappresentano un fattore fondamentale sia in termini quantitativi - circa il trenta per cento del personale - che in termini di competenze e di professionalità accumulate e affinate in anni di lavoro e di impegno.
Osserva, inoltre, che la situazione e la strategia del Governo appaiono ancor più confuse, con riferimento alla questione della prevista istituzione di un'Agenzia per la sicurezza nucleare, mediante il cosiddetto «collegato energia», attualmente all'esame della Camera. A suo avviso, infatti, se era di per sé sbagliato procedere, come il Governo ha fatto nei mesi scorsi, all'accorpamento nel nuovo Istituto di ricerca e protezione ambientale (ISPRA) di preesistenti organismi fra loro diversi per missione e compiti, ancor più sbagliato appare oggi procedere all'inserimento all'interno dell'ISPRA dell'istituenda Agenzia per la sicurezza nucleare, che in tutti i Paesi europei è posta in posizione di assoluta indipendenza rispetto al Governo.
In conclusione, ritiene che - al di là degli annunci fatti dal Ministro al momento dell'illustrazione delle linee programmatiche dell'azione del suo dicastero - si è ancora in attesa di valutare proposte e iniziative concrete, mentre i tagli pesanti alle risorse per l'ambiente, contenuti nella manovra finanziaria, rivelano oggi una grave mancanza di strategie del Governo di fronte alle scelte epocali che l'Italia, al pari degli altri Paesi europei, ha di fronte.

Agostino GHIGLIA (PdL), relatore, preso atto delle questioni preliminari poste dai deputati intervenuti, si riserva di svolgere le proprie considerazioni di merito al termine del complessivo dibattito in Commissione.

Angelo ALESSANDRI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.35.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 8 ottobre 2008. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 14.25.

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5-00146 Tommaso Foti: Lotta all'inquinamento acustico su alcuni tratti dell'autostrada TO-PC.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo, testé sottoscritta dal deputato Ghiglia, nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Agostino GHIGLIA (PdL), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, prende atto della risposta ampia e dettagliata, ringraziando il rappresentante del Governo.

5-00200 Vico: Dragaggio e bonifica dei SIN di Taranto e Brindisi.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Ludovico VICO (PD), nell'esprimere apprezzamento per la risposta del Governo, ribadisce l'urgenza di provvedimenti capaci di risolvere la situazione oggetto della propria interrogazione, che non riguarda solo il sito di Taranto, ma una pluralità di aree su tutto il territorio. Preannuncia, inoltre, che il suo gruppo manterrà un forte impegno per sollecitare il Governo a dare seguito agli indirizzi illustrati, adottando in tempi brevi le opportune misure.

La seduta termina alle 14.40.

RISOLUZIONI

Mercoledì 8 ottobre 2008. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 14.40.

7-00024 Togni: Interventi per il SIN del Polo chimico-industriale di Mantova.
(Discussione e approvazione).

La Commissione inizia la discussione.

Giovanni FAVA (LNP), cofirmatario della risoluzione in titolo, ne illustra sinteticamente il contenuto, segnalando l'esigenza di risolvere rapidamente la questione della bonifica del sito industriale di Mantova, con particolare riferimento alla rimozione degli ostacoli che si frappongono all'emanazione degli atti amministrativi necessari per realizzare il progetto di ampliamento e riqualificazione dell'area, predisposto dalla società Polimeri Europa. Dopo avere ricostruito l'intera vicenda relativa alle problematiche interessate dall'atto di indirizzo in discussione, peraltro sottoscritto anche da un rappresentante dei gruppi di opposizione, sollecita il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ad adottare ogni iniziativa per l'approvazione di un immediato provvedimento che sia in grado di dare finalmente avvio concreto ad un progetto industriale capace di dare sbocco occupazionale e opportunità di impiego a ricercatori e personale altamente specializzato, nonché di fornire risposte positive e fortemente attese anche dagli enti territoriali coinvolti.

Il sottosegretario Roberto MENIA ricorda preliminarmente che, con la risoluzione in titolo, si chiede l'impegno del Governo ad adottare le opportune iniziative per approvare un immediato provvedimento attuativo che sblocchi le risorse stanziate per il sito di bonifica di interesse nazionale in questione nonché per permettere l'esercizio di attività edilizia, industriali e di ricerca da parte delle ditte private in aree i cui strati superficiali del suolo non risultano contaminati. Ricorda, altresì, che i presentatori della risoluzione richiedono al Governo, segnatamente, di far sì che sia permessa la realizzazione del nuovo Centro Ricerche di Polimeri Europa.
In merito a tali questioni, fa presente anzitutto che il decreto interministeriale del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell'ambiente, che prevede l'utilizzo delle risorse, la cui spesa è autorizzata ai sensi della legge finanziaria n. 296 del 2006 (8 milioni di euro per sito

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di Laghi di Mantova e Polo Chimico), è stato approvato in data 3 aprile 2007 e registrato alla Corte dei Conti il 26 giugno 2007. Rispetto all'ammontare stanziato ad oggi è già stata trasferita alla Regione Lombardia la somma di 4 milioni di euro.
Osserva, inoltre, che l'intero ammontare sopra richiamato è stato oggetto di un pertinente accordo di programma, sottoscritto il 31 maggio 2007, tra il Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, la Regione Lombardia, la Provincia di Mantova ed i comuni inclusi nel SIN, «Per la definizione degli interventi di messa in sicurezza d'emergenza e successiva bonifica nel sito di interesse nazionale». Lo stanziamento complessivo assicurato a valere sul citato Accordo ammonta a circa 15 milioni di euro.
Rileva, quindi, che lo strumento programmatico attivato sul territorio ha permesso l'avvio delle attività di riqualificazione ambientale necessarie sul SIN a partire dalla messa in sicurezza e bonifica della falda. Elemento innovativo dell'accordo citato è la previsione della compartecipazione del soggetto privato alle attività di bonifica della falda, prevedendo - attraverso la sottoscrizione di uno specifico Atto transattivo - modalità di accelerazione per il riutilizzo delle aree ai fini produttivi, ivi incluso l'esercizio di attività edilizie, industriali e di ricerca, come ad esempio la realizzazione del nuovo Centro Ricerche di Polimeri Europa. Osserva, altresì, che attualmente tale meccanismo ha consentito di porre in atto trattative per la sottoscrizione di un accordo transattivo con la Società IES e che, diversamente, in assenza dei presupposti previsti dall'Accordo, le su indicate attività possono, a norma di legge, essere realizzate qualora nelle aree interessate non sia presente contaminazione nelle matrici ambientali indagate (suolo e acque di falda). Nel caso di specie, la realizzazione del nuovo Centro Ricerche interessa un'area che, seppure non inquinata negli strati superficiali del suolo, risulta, a profondità maggiori, contaminata da composti organici aromatici ed idrocarburi. Ricorda, inoltre, che rispetto all'approccio di compartecipazione promosso dall'accordo sottoscritto nel 2007, il Ministero ha avviato la definizione di un Atto integrativo, già sottoposto al vaglio del territorio, nel quale sono stati introdotti ulteriori elementi volti alla massima accelerazione delle procedure di riutilizzo delle aree inquinate da parte dei soggetti privati, sempre attraverso lo strumento dell'Atto transattivo con, in aggiunta all'accordo originario, specifici meccanismi di conguaglio volti a favorire da parte del soggetto interessato il sostegno degli oneri a suo carico sia in termini di compartecipazione alle attività di bonifica che di risarcimento del danno ambientale.
Aggiunge che, nello specifico, viene riconosciuta ai soggetti privati la possibilità di conguagliare, in parte o interamente, quanto dovuto a titolo di danno ambientale e a titolo di partecipazione agli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda, con il costo di investimenti, anche migliorativi delle performance ambientali, che intendono realizzare sull'area in questione, in conformità con le disposizioni comunitarie in materia di aiuti di Stato a finalità ambientale. Specifica, quindi, che fra tali fattispecie è possibile ricomprendere anche la realizzazione del Nuovo Centro Ricerche di Polimeri Europa.
Infine, osserva che, nello spirito del processo definito nell'ambito dell'articolo 252-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, il citato atto integrativo dell'accordo in esame prevede il coinvolgimento del Ministero dello sviluppo economico, che, attraverso la messa a disposizione delle risorse finanziarie a valere sul «Programma Straordinario Nazionale per il recupero economico-produttivo di siti industriali inquinati» (risorse FAS 2007/2013), può sostenere le strategie di rilancio e reindustrializzare delle aree inquinate interessate da progetti di sviluppo economico, a partire dal sostegno dei necessari interventi di bonifica.
In conclusione, ritiene che il quadro programmatico ed attuativo sopra illustrato consenta di dimostrare che il Ministero ha posto in essere tutti gli strumenti e le iniziative ad essi connesse per favorire e promuovere un processo di

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riqualificazione ambientale, funzionale alle esigenze di sviluppo economico e produttivo del territorio.

Giovanni FAVA (LNP), preso atto che la gran parte delle considerazioni svolte dal rappresentante del Governo appare in linea con lo spirito della risoluzione in discussione e che lo stesso Ministero ritiene di avere posto in essere tutte le iniziative necessarie, prospetta l'opportunità di procedere all'approvazione dell'atto di indirizzo sin dalla seduta odierna.

Il sottosegretario Roberto MENIA fa presente che, nel rispetto delle ricostruzioni appena svolte e degli elementi forniti, il Governo ritiene di poter assumere un orientamento favorevole nei confronti della risoluzione in titolo.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la risoluzione in discussione.

La seduta termina alle 14.55.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 8 ottobre 2008. - Presidenza del presidente Angelo ALESSANDRI indi del vicepresidente Salvatore MARGIOTTA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 14.55.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria per l'anno 2009).
C. 1713 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011.
C. 1714 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2009 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 9: Stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2009.
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2009 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto, rinviato nell'odierna seduta antimeridiana.

Francesco NUCARA (Misto-Liberal Democratici-Repubblicani) osserva preliminarmente che il suo essere parte della maggioranza che sostiene l'attuale Governo non lo esime dal dover fare alcune brevi considerazioni sul contenuto dei provvedimenti in esame. In questo senso, evidenzia anzitutto che la Calabria e la Sicilia hanno dato un contributo determinante al contenimento delle spese per infrastrutture, attraverso l'utilizzazione di risorse già destinate ad opere infrastrutturali in queste due regioni a copertura del provvedimento di abolizione dell'ICI sulla prima casa. Né appare meno importante, a suo avviso, il fatto che gli effetti positivi di tale misura siano andati a vantaggio di tutto il Paese, mentre il suo prezzo sia stato pagato esclusivamente dalla Calabria e dalla Sicilia.
In questo contesto, osserva che, mentre le risorse sottratte al Mezzogiorno ammontano complessivamente a 2.414,5 milioni di euro per il 2009, i tagli complessivi al settore delle infrastrutture - escludendo quelli relativi alla Tabella del Ministero dell'economia e delle finanze - ammontano a 2.098,1 milioni di euro: ne consegue che il Mezzogiorno non solo ha dovuto finanziare interamente la riduzione del budget del Ministero delle infrastrutture,

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ma anche contribuire - per la parte di risorse residue - alla manovra complessiva.
Anche per queste ragioni, ritiene indispensabile che le procedure per l'avvio dei lavori di costruzione del Ponte sullo Stretto non lo facciano rimanere una «cattedrale nel deserto», essendo necessario, al contrario, che la sua realizzazione si traduca in una complessiva azione di riqualificazione viaria, stradale, urbanistica e sociale delle zone che saranno interessate ai lavori. Per fare un esempio di come l'intera area debba essere oggetto di seria attenzione, cita il caso di alcuni edifici risalenti alle opere di emergenza realizzate dopo il terremoto del 1908, nei quali tuttora abitano circa 3.000 famiglie, in condizioni di evidente disagio. Osserva, quindi, che per risolvere i problemi e ottenere i risultati sperati è indispensabile un coordinamento puntuale delle diverse iniziative e che, sotto questo profilo, sarebbe sicuramente opportuno giungere alla costituzione di una specifica agenzia, capace di realizzare le necessarie sinergie fra tutti i soggetti interessati e di porsi come interlocutore unico della Società per lo Stretto di Messina.
Richiamate, quindi, con preoccupazione anche le consistenti riduzioni delle risorse messe a disposizione dell'ANAS, esprime la ferma convinzione che il Governo sia chiamato a dimostrare verso il Mezzogiorno quantomeno la stessa buona volontà che dimostra per altri territori, se è vero che con i provvedimenti in discussione a Venezia sono stati garantiti stanziamenti per 132,3 milioni di euro, a Milano per 30 milioni e a Roma per ben 167,7 milioni. Né tali risorse, a suo avviso, sono bilanciate dalle limitate risorse stanziate per il Belice: al contrario, ritiene che lo sforzo maggiore e indispensabile per l'ammodernamento della dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno debba essere fatto nell'ambito dell'attuazione del Programma delle infrastrutture strategiche, il cui fabbisogno complessivo ammonta a 81 miliardi di euro, di cui 69,4 dovranno essere reperiti nel triennio 2009-2011. A suo giudizio, infatti, al Sud non serve mera assistenza, ma un impegno coerente per assicurare - attraverso il potenziamento delle infrastrutture - le condizioni per promuovere la sua crescita economica e il suo sviluppo.
Conclude rammaricandosi, in generale, per il fatto che anche con questa manovra finanziaria il settore ambientale è stato particolarmente penalizzato (come accade ormai sistematicamente da anni, a prescindere dalle maggioranze al Governo) e, in particolare, per il fatto che sono state pesantemente ridotte le risorse a disposizione del Ministero per interventi in favore della difesa del suolo. Sotto questo profilo, giudica quanto mai opportuno che la Commissione abbia deliberato una specifica indagine conoscitiva in materia e auspica che la Commissione faccia ogni sforzo per cercare, fra le pieghe della legge finanziaria, risorse aggiuntive per questo settore.

Tino IANNUZZI (PD) ritiene che il giudizio sui provvedimenti in esame non possa che essere fortemente negativo. Riconosciuta al relatore una significativa onestà intellettuale, oltre che una certa «sobrietà» espositiva, nella loro illustrazione, richiama l'attenzione della Commissione sulla cruda realtà delle cifre contenute in tali provvedimenti. Auspicando, incidentalmente, che anche nella discussione sul federalismo fiscale il Parlamento sia al più presto messo in condizione di ragionare sui numeri oltre che sui principi, rileva che i pesanti tagli al settore delle infrastrutture - come pure al settore ambientale - accentuano il rischio di un fallimento, da parte del Governo, dell'obiettivo strategico dell'ammodernamento della dotazione infrastrutturale del Paese. Rileva che questo obiettivo è anche un obiettivo del Partito Democratico, il quale ha posto tra gli elementi politici di più forte novità e caratterizzazione proprio l'affermazione chiara della necessità storica del Paese di dotarsi di un sistema infrastrutturale moderno e di superare, sul piano nazionale e su quello locale, le tante opposizioni e ambiguità presenti in ambedue gli schieramenti politici.

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Rileva, altresì, che proprio mentre il Partito Democratico riafferma la necessità di far convergere verso il perseguimento di questo obiettivo strategico le migliori energie della maggioranza e dell'opposizione, tale percorso rischia di essere vanificato e smentito dalle cifre della manovra finanziaria che si riferiscono ai tagli alle risorse per le infrastrutture. A suo giudizio, infatti, dopo una prima fase caratterizzata da una preoccupante timidezza del Ministro Matteoli nei confronti del Ministro dell'economia e delle finanze, timidezza che è costata cara alle regioni meridionali, alle quali sono state sottratte tutte le risorse che il Governo Prodi aveva ad esse destinato con il definanziamento del Ponte sullo Stretto, oggi - alla prova della manovra finanziaria - quella timidezza diventa debolezza totale, con un comparto infrastrutturale che registra una riduzione delle risorse pari a circa 1.900 milioni di euro e un «comparto casa» che marca anch'esso un segno negativo per circa 200 milioni di euro. Inoltre, la ulteriore contrazione delle risorse destinate all'ANAS aggrava il giudizio negativo del suo gruppo sul merito dei provvedimenti in esame, giacché aggiunge al rischio di appesantimento del gap infrastrutturale del Paese, quello della contrazione delle politiche per la manutenzione e la messa in sicurezza della rete stradale e autostradale. Dopo aver sottolineato la gravità e la inaccettabilità dei tagli alle opere infrastrutturali nelle regioni meridionali, che non recuperano neppure le risorse loro sottratte dal provvedimento con il quale è stata indiscriminatamente abolita l'ICI, preannuncia che il suo gruppo farà ogni sforzo per far sì che, in sede di predisposizione e di valutazione degli emendamenti, sia possibile operare, insieme agli esponenti e alle forze migliori della maggioranza, per invertire la pericolosa rotta tracciata dal Governo e per convergere in uno sforzo comune per la realizzazione delle infrastrutture indispensabili per il futuro del Paese.
Rileva, infine, che la mancata indicazione da parte del Governo delle priorità infrastrutturali rischia di tradursi oggi in un momento di tagli pesanti e indiscriminati al bilancio del Ministero, in un ulteriore e grave elemento di confusione e in una pesante battuta d'arresto delle politiche infrastrutturali. In conclusione, esprime la necessità che l'unico dato positivo della manovra, ossia quello della proroga di un anno delle agevolazioni tributarie per le spese di recupero edilizio, possa quantomeno essere rafforzato con il ripristino dei parametri originariamente fissati dal Governo Prodi e, dunque, con il passaggio dal 36 al 41 per cento per quanto riguarda la misura percentuale delle spese detraibili e con l'aumento da 48 mila a 75 mila dell'importo massimo di tali spese.

Alessandro BRATTI (PD), proseguendo la riflessione avviata nell'odierna seduta antimeridiana, fa presente di avere provato a confrontare i documenti di bilancio all'esame della Commissione con i contenuti dell'audizione svolta dal Ministro Prestigiacomo nel luglio scorso. Al riguardo, osserva che - pur a fronte dei proclami ministeriali sulla sostenibilità ambientale e sulla centralità del cosiddetto «ambientalismo del fare» - ancora una volta l'ambiente viene relegato ai margini delle politiche economiche e finanziarie. Al contempo, rileva una assoluta inconsistenza delle misure finanziarie in campo energetico, settore nel quale, peraltro, non sono chiari i rapporti tra Ministero dell'ambiente e Ministero dello sviluppo economico. Sottolinea che tali dati, uniti alle incertezze sulla riforma del sistema agenziale, contribuiscono a porre lo stesso Ministero dell'ambiente in un ruolo marginale, del tutto incoerente con le prospettive di indirizzo definite dal Ministro Prestigiacomo all'inizio della corrente legislatura.
Esprime, inoltre, perplessità sulla mancanza di misure relative ai cambiamenti climatici, laddove - al di là di generiche voci di bilancio dedicate al Protocollo di Kyoto - nulla viene prospettato in merito alle politiche di adattamento da perseguire a livello nazionale. Ritiene, altresì, insufficiente la ricostruzione che il relatore ha

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voluto effettuare sulle politiche per il mare, nelle quali non si tiene conto che l'unico ente preposto a tale settore, ossia l'ICRAM, è stato inglobato in un nuovo organismo di ricerca e protezione ambientale.
Quanto al problema del ritorno all'energia nucleare, si riserva di svolgere le proprie considerazioni nel corso dell'esame in sede consultiva del cosiddetto «collegato energia» da parte della VIII Commissione, preannunciando tuttavia che l'intervento emendativo da ultimo presentato dal Governo, comunque migliorativo rispetto alla proposta originaria, non deve a suo avviso prescindere dalla necessità di mantenere un forte collegamento delle nuove strutture agenziali per la sicurezza nucleare con il Ministero dell'ambiente. Segnala, inoltre, la preoccupante assenza dalla manovra di bilancio di qualsiasi misura di fiscalità ambientale, nonché il drastico taglio ai fondi per la difesa del suolo e l'assetto idrogeologico, che prospetta un investimento assolutamente inadeguato a risolvere i seri problemi esistenti sul territorio nazionale.
Dopo avere rimarcato che il Governo non fornisce alcuna chiara indicazione nella materia delle bonifiche dei siti inquinati, fa presente che si riscontrano dati molto pesanti anche nel settore delle politiche per la qualità dell'aria, materia che richiederebbe un serio investimento a livello nazionale, non potendo essere demandata soltanto alle iniziative di regioni ed enti locali. Rileva come, nel contempo, la manovra finanziaria abbia completamente perso di vista il lavoro svolto dal precedente Governo in occasione dell'organizzazione della Conferenza nazionale sul clima, con ciò disperdendo un patrimonio istruttorio di grande importanza.
Si sofferma, poi, sul problema dei fondi destinati all'ISPRA, pari a circa 80 milnioni di euro, chiedendo al relatore e al rappresentante del Governo di chiarire se il finanziamento previsto a bilancio sia aggiuntivo, rispetto alle risorse già destinate ai tre enti soppressi, ovvero se debba intendersi finalizzato al funzionamento del nuovo organismo, nel qual caso si sarebbe di fronte ad un netto taglio delle risorse disponibili per un ente al quale, avendo accorpato i tre pre-esistenti, dovrebbero spettare - a legislazione vigente - oltre 100 milioni di euro.
Infine, esprime preoccupazione per la scarsità dei fondi contenuti nel capitolo dedicato alla vigilanza ambientale, presumibilmente destinati al solo Comando dei Carabinieri per l'ambiente, che aprono il fronte preoccupante di un abbassamento dei controlli per il rispetto della legalità. Allo stesso tempo, auspica che l'aumento delle risorse in favore dei parchi nazionali, che si prevede per il solo anno prossimo, non sia un segnale di pura e semplice risposta all'emergenza, ma si trasformi in una vera consapevolezza, da parte del Ministro competente, delle potenzialità connesse al sistema delle aree protette.

Daniele MARANTELLI (PD) ringrazia il relatore per lo sforzo compiuto nella sua relazione introduttiva, necessariamente condizionato da esigenze di sintesi, dichiarando anzitutto l'intenzione di approfondire una parte dei documenti della manovra finanziaria che riguardano l'Expo 2015 di Milano. Fa presente che non ci sono ancora notizie chiare sul decreto che dovrebbe decidere l'assetto organizzativo dell'ente organizzatore e che preoccupanti sono le ragioni di tale ritardo, a suo giudizio imputabile alle indecisioni del Presidente del Consiglio; auspica, a tal fine, che nel prossimo Consiglio dei ministri si possa giungere ad una soluzione definitiva della questione. Rileva, infatti, che esistono due visioni (da un lato quella del Presidente della Regione, dall'altra quella del sindaco di Milano, nonché del gruppo della Lega Nord con il suo peso politico) che rischiano di creare un serio blocco al percorso di preparazione all'evento e di realizzazione delle necessarie infrastrutture. Giudica, quindi, indispensabile chiedere al Governo alcuni chiarimenti in proposito, visti i tempi prospettati, che possono sembrare lunghi, ma che, in realtà, sono ormai ravvicinati: parte da questo evento, infatti, il rilancio dello

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sviluppo economico della Lombardia e, dunque, di tutto il Paese.
Rileva, poi, che risultano indispensabili anche le infrastrutture, segnalando l'esigenza di affrontare tre versanti: aeroportuale (non essendo chiara la strategia del Governo sul sistema aeroportuale della Lombardia), ferroviaro ed autostradale. Sotto il profilo dei trasporti su rotaia, peraltro, esprime forti preoccupazioni per il mancato finanziamento del collegamento Rho-Gallarate-Malpensa; al contempo, sotto il profilo dei collegamenti viari, segnala la questione della Pedemontana Lombarda, ribadendo che le infrastrutture programmate devono assolutamente realizzarsi, tanto che nella scorsa legislatura sono state approvate alcune convenzioni, nonostante le riserve espresse dalla componente più radicale della precedente coalizione. In proposito, auspica che il Governo non voglia «mandare in fumo» il forte impegno, anche di natura economica, profuso per la realizzazione della Pedemontana, sbloccando rapidamente i lavori di completamento del II lotto, salvo che - in realtà - non si debba ipotizzare che vi siano problemi di natura più generale, quale la volontà di tutelare taluni assetti proprietari coinvolti nella recente operazione per il salvataggio della compagnia aerea di bandiera da parte di una «cordata» di investitori italiani.
In conclusione, fa presente di avere illustrato le predette questioni nel pieno rispetto della cultura del controllo parlamentare, secondo cui compete al Governo fornire i necessari chiarimenti e le opportune rassicurazioni alle Camere, quando queste ritengano di dover acquisire informazioni, anche di elevata valenza politica, su questioni di grande interesse strategico.

Carlo MONAI (IdV), nel riservarsi di intervenire più approfonditamente nel prosieguo del dibattito, sottolinea negativamente il fatto che, dopo gli annunci del Governo circa l'intenzione di operare per lo sviluppo del sistema infrastrutturale del Paese, che appare nettamente deficitario rispetto agli altri Paesi europei, la realtà oggi trascritta nei provvedimenti di bilancio appare ben diversa, tanto che stanno emergendo posizioni critiche e sentimenti di profondo disagio nella stessa maggioranza parlamentare, da ultimo espressi con chiarezza dal deputato Nucara, di fronte al dato inaccettabile di una finanziaria che sottrae definitivamente le risorse per le infrastrutture nel Mezzogiorno, risorse a suo tempo utilizzate a copertura di un'indistinta abolizione dell'ICI che non ha tenuto conto della diversa capacità contributiva dei cittadini. Sotto questo aspetto, giudica particolarmente grave il mancato rispetto dell'impegno allora preso dal Governo di reinserire nella finanziaria quelle risorse.
Al contempo, nell'esprimere un giudizio fortemente negativo sulla riduzione delle risorse anche nel settore delle politiche abitative, si chiede come sia possibile che, a fronte di un aumento delle entrate tributarie dello Stato, pari a 8.500 milioni di euro, si sia in presenza di tagli al settore delle infrastrutture, pari a circa il 28 per cento delle risorse rispetto allo scorso anno. Osserva, quindi, che la contrarietà e la forte preoccupazione del suo gruppo non sarà affidata alla presentazione rituale di ordini del giorno, ma ad uno sforzo e ad un impegno politico per realizzare una convergenza anche con gli esponenti più attenti della maggioranza, affinché sia possibile contrastare una politica che penalizza il futuro del Paese e sia possibile tornare a quella politica che nella passata legislatura - anche grazie all'azione del Ministro Di Pietro - aveva posto le basi per l'ammodernamento del sistema infrastutturale.

Salvatore MARGIOTTA, presidente, considerato che è imminente la ripresa dei lavori dell'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 8 ottobre 2008.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.