CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 30 settembre 2008
65.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 30 settembre 2008. - Presidenza del vicepresidente Gaspare GIUDICE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Giuseppe Vegas.

La seduta comincia alle 14.20.

Nota di aggiornamento al documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013.
Doc. LVII, n. 1-bis Governo.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Gabriele TOCCAFONDI (PdL), relatore, nell'esporre il contenuto della nota di aggiornamento sul DPEF per gli anni 2009-2013, rileva preliminarmente che il bilancio pubblico può costituire la base per giusti interventi pubblici solo nei limiti in cui l'economia reale crea una effettiva disponibilità di risorse. In proposito, il DPEF e l'attuale suo nota di aggiornamento indicano non solo che attualmente la situazione economica non consente l'espansione degli interventi pubblici, ma che è sempre più urgente abbattere il debito pubblico, vera e propria zavorra per il paese e la sua economia. Il DPEF, prima, e il suo nota di aggiornamento adesso, rappresentano elementi di una manovra seria e rigorosa che fa i conti con una congiuntura internazionale sfavorevole, con vincoli europei, con le criticità dei conti pubblici e con la realtà economica del Paese. L'aggiornamento attuale non fa che proseguire su questa strada. Anzi questo è proprio il segno che il DPEF è finalmente uno strumento che non descrive la filosofia economica di un paese irreale, dei sogni, ma la realtà. Rileva che in questo senso il DPEF e il suo aggiornamento si muovono in una logica di rispetto dei vincoli europei ed all'interno di un quadro macroeconomico in evoluzione e caratterizzato da importanti fattori di rischio.
Ricorda che la presentazione della nota di aggiornamento al DPEF è avvenuta in un quadro di forte tensione nei mercati internazionali. La crisi finanziaria mondiale si è acuita e permangono numerose incertezze. Negli Stati Uniti, in conseguenza della crisi dei mutui subprime, l'intero panorama finanziario è stato stravolto

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nel volgere di breve tempo: Bear Sterns, sull'orlo della bancarotta, è stato oggetto di una cessione pilotata a JP Morgan; Lehman Brothers è oramai in liquidazione; Merril Lynch è stata rilevata all'ultimo momento da Bank of America; Morgan Stanley e Goldman Sachs, su pressione della Federal Reserve, hanno visto un drastico ridimensionamento del loro ruolo, diventando banche commerciali.
Questa situazione drammatica ha indotto le autorità statunitensi a varare un maxi-piano di salvataggio dell'economia e della finanza dell'ordine di 700 miliardi di dollari, che, dopo un iniziale momento di euforia, non sembra aver convinto le borse, che mostrano andamenti quanto mai altalenanti. La reiezione del piano da parte della Camera dei rappresentanti ha costituito un ulteriore colpo alla stabilità dei mercati.
Nel ricordare che l'Italia risente ovviamente di questo scenario di notevole incertezza, segnala che la Nota di aggiornamento al DPEF 2009-2013 presenta una revisione al ribasso delle stime della crescita economica pari allo 0,4 per cento per l'anno in corso e per il 2009: nel 2008, la crescita del PIL dovrebbe attestarsi allo 0,1 per cento e nel 2009 allo 0,5 per cento. L'economia italiana ha infatti mostrato nel primo semestre dell'anno segni di rallentamento dovuti al rincaro dei beni energetici e alimentari, all'apprezzamento dell'euro, che ha indebolito la domanda estera, e ad una correzione superiore alle attese nel settore delle costruzioni. Rileva che tuttavia questo andamento non incide sull'indebitamento netto dell'anno in corso, che resta fissato al 2,5 per cento.
La Nota di aggiornamento al DPEF sconta infatti una ricomposizione del conto consolidato delle pubbliche amministrazioni che lascia sostanzialmente invariato il livello del saldo in termini nominali. Si registra infatti un peggioramento di 569 milioni in valore assoluto, quale risultante di un aumento dell'avanzo primario (+762 milioni) che compensa parzialmente la crescita della spesa per interessi (+1.331 milioni).
Il miglioramento del saldo primario è determinato da un notevole contenimento della spesa sia di parte corrente che di parte capitale (-1.497 milioni), a fronte di una dinamica meno favorevole delle entrate (-735 milioni).
Le stime evidenziano una contrazione del gettito relativo alle imposte indirette (-3.594 milioni), parzialmente compensata da un aumento delle imposte dirette (+2.308 milioni) e dei contributi sociali (+497 milioni) attribuibile ad una dinamica più positiva dei redditi da lavoro dipendente in alcuni comparti del settore privato.
Nel periodo successivo la nota di aggiornamento evidenzia un aumento dell'indebitamento netto rispetto alle stime del DPEF, pari allo 0,1 per cento di PIL nel 2009, allo 0,2 nel 2010 e nel 2011, ascrivibile ad un peggioramento dell'avanzo primario e, nei primi due anni, anche ad un aumento della spesa per interessi. Nel 2012 l'aumento dovrebbe essere allo 0,1 per cento, mentre nel 2013, anno in cui verrebbe raggiunto l'obiettivo del pieno pareggio di bilancio, si registrerebbe un miglioramento dell'indebitamento netto dell'ordine dello 0,1 per cento.
Con riferimento al conto consolidato della pubbliche amministrazioni, osserva che le variazioni apportate dalla Nota di aggiornamento alle singole voci appaiono solo in parte riconducibili alle modifiche apportate nel corso dell'esame parlamentare della manovra di luglio e alle riclassificazioni delle singole poste di tale provvedimento: pur prendendo in considerazione la ricostruzione della manovra contenuta nella Relazione previsionale e programmatica (che tiene conto di entrambi i fattori indicati) non si giunge ad una spiegazione esaustiva degli andamenti risultanti dal quadro a legislazione vigente contenuto nella Nota. Chiede quindi al rappresentante del Governo di chiarire quali variazioni siano riconducibili a riclassificazioni e quali dipendano invece da una revisione dei tendenziali.
In particolare, sul versante delle spese, la Nota evidenzia, rispetto alle stime del

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DPEF, una notevole riduzione delle spese per redditi da lavoro dipendente, dell'ordine di 1,35 miliardi di euro nel 2009, di oltre 1,5 miliardi di euro nel 2010 e 2011 e di superiore ai 2 miliardi di euro nel 2012 e 2013; sulle motivazioni di una tale revisione delle stime, chiede un chiarimento al Governo. Tale riduzione delle spese è peraltro più che compensata da un aumento delle spese per consumi intermedi e per pensioni.
Per i consumi intermedi, che comunque si mantengono su tassi di crescita annui piuttosto contenuti (circa lo 0,6 per cento in medio), è previsto un aumento di 943 milioni nel 2009, di 1,65 miliardi nel 2010, di 2,7 miliardi nel 2011, di 2,2 miliardi nel 2012 e di 2,6 miliardi nel 2013; dal momento che la manovra varata nel mese di luglio, scontava una notevole riduzione delle componenti di spesa che incidono su tale voce, sia a livello di amministrazioni centrali che di amministrazioni decentrate, chiede anche in tal caso informazioni più puntuali sulle ragioni della revisione delle stime.
Allo stesso modo ritiene necessario un chiarimento sulla revisione al rialzo delle stime per la spesa pensionistica, per la quale è previsto un aumento di 445 milioni di euro nel 2009 e di 1,5 miliardi di euro negli anni successivi fino al 2013.
Le entrate continuano a mostrare, negli anni successivi al 2008, una notevole flessione, rispetto alle previsioni del DPEF, delle entrate da imposte indirette ed un consistente miglioramento delle entrate da imposte dirette e da contributi sociali.
Il debito pubblico, a fronte di una previsione migliore delle attese per l'anno in corso (103,7 per cento del PIL invece di 103,9), evidenzia un percorso di rientro più lento: viene comunque confermata la discesa al di sotto del PIL nel 2011.
Rileva che la nota di aggiornamento al DPEF 2009-2013 ridetermina infine il livello del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato per gli anni 2009-2011 rispetto a quanto indicato nel mese di giugno.
Per l'esercizio 2009, tale saldo viene fissato pari a 33,6 miliardi di euro a fronte dei 16,6 miliardi di euro indicati nel DPEF. La nota evidenzia che tale rideterminazione è disposta in base agli elementi che emergono dal bilancio a legislazione vigente per il 2009 ed è conseguenza della revisione (per circa 14 miliardi) di alcune poste relative ai trasferimenti alle Amministrazioni Pubbliche, tra i quali agli enti di previdenza e agli enti territoriali, nonché (per circa 4 miliardi) di poste correttive e compensative delle entrate.
Conclusivamente segnala che il nuovo obiettivo relativo al bilancio dello Stato non implica comunque modifiche al livello programmatico dell'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni. Infatti, per gli anni 2010 e 2011, il saldo è fissato ad un livello più elevato rispetto a quello indicato in giugno, ma mantiene un profilo discendente nell'arco temporale di riferimento. In particolare, il saldo netto da finanziare per il 2010 è pari a 16,5 miliardi (a fronte di 9,1 miliardi di giugno) e quello per il 2011 è pari a 3,1 miliardi (a fronte di un saldo netto da impiegare pari a 0,7 miliardi di euro).
In conclusione, l'aggiornamento del Documento e le contestuali azioni programmate indicano che la ricchezza prima di essere distribuita va creata, la redistribuzione di ciò che non c'è farebbe sicuramente sentire più uguali ma nel senso di più poveri, senza creare quella maggiore eguaglianza alla quale il nostro Paese aspira. Pertanto, sottolineata l'esigenza primaria di risanamento, ritiene fondamentale che il Governo confermi che non appena verranno segnali positivi in termini di crescita economica verrà un'azione congiunta per redistribuire risorse verso le famiglie e i lavoratori, categorie che oggi sono quelle maggiormente esposte agli effetti della crisi in atto.

Il sottosegretario Giuseppe VEGAS si riserva di fornire gli elementi di chiarimento richiesti in sede di replica.

Maino MARCHI (PD) rileva preliminarmente che le critiche rivolte dal suo gruppo al DPEF, da ritenersi del tutto insufficiente ad aiutare la crescita, valgono

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anche per la nota di aggiornamento, anche in considerazione del peggioramento della crisi finanziaria internazionale. In particolare durante l'esame parlamentare del DPEF era stata segnalata dall'opposizione l'assenza di interventi efficaci per salari e pensioni, che non può che essere ribadita per la nota di aggiornamento. Segnala inoltre che l'esame dei dati tendenziali contenuti nella nota di aggiornamento confermano che il decreto-legge n. 112 del 2008 ha avuto un effetto recessivo sull'economia nazionale e ricorda che la gravità della situazione è stata confermata anche da centri di ricerca indipendenti. Segnala poi che alla riduzione del tasso di crescita del PIL previsto per il 2008 dallo 0,4 allo 0,1 per cento si accompagna una crescita del PIL nominale. Sul punto chiede spiegazioni al rappresentante del Governo, in quanto tale aumento risulta singolare, se confrontato con il previsto calo del gettito IVA, gettito che infatti risulta legato all'andamento del PIL nominale. In proposito rileva che l'unica spiegazione potrebbe essere quella che il Governo dia per scontato il venir meno dei risultati positivi nella lotta all'evasione fiscale fin qui registrati. Osserva che pure deve essere spiegato perché la spesa per consumi registri una riduzione nel 2008 ed invece un aumento nel 2009, senza che siano previste politiche di sostegno ai consumi. In proposito, ritiene indispensabile che vengano assunte misure urgenti per il sostegno del potere di acquisto delle famiglie, posto che l'andamento dell'inflazione fa sì che il peso dell'imposizione reale sulle famiglie cresce mentre la loro capacità di consumo diminuisce.

Renato CAMBURSANO (IdV) condivide le richieste di chiarimento avanzate dal relatore. Rileva che il documento in esame procede all'aggiornamento del DPEF esaminato dal Parlamento nel mese di luglio. Le criticità già rilevate in quella sede risultano oggi amplificate: la manovra attuata nel mese di luglio ha oramai esplicato i suoi effetti negativi sulla crescita. Sottolinea come la non crescita debba oramai considerarsi di natura strutturale: per il secondo trimestre consecutivo si è infatti registrata una riduzione del PIL. La manovra del Governo non ha poi inciso in alcun modo sul potere di acquisto delle famiglie, che costituisce il vero motore dello sviluppo. Segnala l'assenza di qualsiasi misura volta al recupero del fiscal drag, Con riferimento alla prosecuzione della lotta all'evasione fiscale, sostenuta dal Ministro, chiede chiarimenti in ordine alla riduzione delle entrate registrata dalla nota di aggiornamento e, in particolare, sulla riduzione delle entrate indirette e sull'aumento delle entrate dirette. Rileva infine come i dati indichino una minore incisività dell'azione del Governo nel contrasto all'evasione fiscale.

Antonio MISIANI (PD) nel ricordare che l'ottimismo che ha caratterizzato le valutazioni economico-finanziarie del centro destra nella XIV legislatura, evidenzia che dalla Nota di aggiornamento in esame emerge un realismo che non nasconde i motivi di preoccupazione. Sottolinea che si è in presenza, a livello internazionale, di una situazione drammatica che può determinare pesanti ripercussioni anche sull'Italia. Ribadisce pertanto la richiesta di una tempestiva ed esauriente informazione al Parlamento da parte di tutte le autorità in possesso di informazioni rilevanti. Per quanto concerne in modo specifico gli elementi forniti nella nota di aggiornamento, osserva che l'Italia continua a registrare un tasso di crescita del PIL inferiore alla media europea. Rispetto a questo dato risulta particolarmente preoccupante il contributo negativo della domanda interna, che dimostra che le difficoltà del Paese dipendono da una grave debolezza dei consumi e degli investimenti. Osserva altresì che viene confermato il tasso di inflazione programmata, a fronte di una forte accentuazione dell'inflazione reale. La scelta di mantenere per il 2009 il tasso di inflazione programmata all'1,5 per cento non potrà che indebolire ulteriormente il potere d'acquisto di salari e pensioni, con ulteriori effetti negativi

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sui consumi. In un contesto tanto preoccupante, rileva che le misure espansive adottate dal Governo si riducono all'esenzione dall'ICI della prima casa e alla detassazione degli straordinari. Per quanto riguarda il primo intervento, osserva che l'esenzione dall'ICI, in considerazione delle disposizioni già adottate in materia dal Governo Prodi, ha rappresentato un vantaggio esclusivamente per gli immobili di valore medio alto, con un contributo assai opinabile alla crescita dell'economia e con l'effetto di creare gravi difficoltà per la finanza degli enti locali, dal momento che le risorse individuate dal Governo per rimborsare a tali enti il minor gettito dell'imposta si sono dimostrate insufficienti. Relativamente alla detassazione degli straordinari, evidenzia che essa è stata introdotta come misura sperimentale limitata al 2008, della quale il Governo non sembra intenzionato a prolungare il periodo di applicazione. Ritiene pertanto che la condotta del Governo, caratterizzata da inerzia e passività, risulti fortemente negativa per gli interessi del Paese. Nel momento in cui in altri Paesi i governi adottano rilevanti misure di sostegno all'economia, il Governo italiano si dimostra incapace di definire e attuare gli interventi volti a rilanciare i consumi e gli investimenti di cui il Paese avrebbe bisogno.

Gaspare GIUDICE, presidente, avverte che stanno per avere inizio le votazioni in Assemblea e pertanto rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani.

La seduta termina alle 15.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale per il 2008.
Atto n. 21.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI