CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 29 luglio 2008
44.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 29 luglio 2008. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA.

La seduta comincia alle 14.15.

Sui lavori della Commissione.

Luigi BOBBA (PD), intervenendo sui lavori della Commissione, a nome del gruppo del Partito Democratico esprime perplessità in ordine al metodo seguito nell'organizzazione dei lavori della Commissione. In considerazione della particolare importanza del disegno di legge di ratifica del Trattato di Lisbona, il cui esame ritiene non possa essere derubricato a mero adempimento formale, richiama la necessità di prevedere tempi congrui di discussione, al fine di esprimere un parere ponderato al termine di un approfondito dibattito. A tale proposito, nel ricordare che nell'ultimo ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti di gruppo svoltosi nella scorsa settimana è mancata una specifica indicazione della seduta da dedicare alla votazione del parere sul disegno di legge relativo alla ratifica del Trattato di Lisbona, fa notare l'esigenza di precisare in modo più puntuale in tale sede il calendario dei lavori della Commissione, al fine di evitare esami sommari che spesso conducono a decisioni poco ponderate, come quelle prese in occasione dell'esame del decreto legge n. 112 del 2008.

Simone BALDELLI (PdL), dopo aver dichiarato di ritenere non particolarmente convincente il riferimento operato dal collega Bobba al decreto legge n. 112 del 2008, indicato come uno degli esempi di non corretta organizzazione dei lavori parlamentari, fa presente l'opportunità che la Commissione esprima il parere sul disegno di legge di ratifica del Trattato di Lisbona in tempi ravvicinati, comunque nella giornata odierna, anche in considerazione del percorso lineare che il provvedimento ha avuto al Senato. Alla luce delle legittime considerazioni svolte dal collega Bobba, sottolinea comunque l'opportunità che la Presidenza verifichi i termini entro i quali il parere della XI Commissione dovrà pervenire alla Commissione

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competente in sede referente, tenendo conto della prevista calendarizzazione del provvedimento in Assemblea. Fa notare che la mancata posizione della fiducia da parte del Governo sul decreto-legge n.97, in corso di esame in Assemblea alla Camera dei deputati, consentirà un adeguato spazio all'esame in Commissione del disegno di legge di ratifica del Trattato di Lisbona, il quale ritiene potrebbe eventualmente essere ripreso, ai fini della votazione del parere, al termine dei lavori pomeridiani dell'Aula, consentendo così i necessari approfondimenti. Infine, in risposta alle osservazioni del deputato Bobba, ricorda che la Presidenza può legittimamente riservarsi di modificare o integrare l'ordine del giorno della Commissione, stabilito in sede di ufficio di Presidenza, alla luce di nuovi orientamenti emersi nell'ambito della Conferenza dei presidenti di gruppo.

Ratifica ed esecuzione del Trattato di Lisbona che modifica il Trattato sull'Unione europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea e alcuni atti connessi, con atto finale, protocolli e dichiarazioni, fatto a Lisbona il 13 dicembre 2007.
C. 1519 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Stefano SAGLIA, presidente e relatore, dopo aver ricordato che rientra tra le prerogative della Presidenza la facoltà di modificare o integrare l'ordine del giorno della Commissione sulla base della calendarizzazione dei provvedimenti in Assemblea, si riserva di acquisire le necessarie informazioni relative alla tempistica dell'esame presso la Commissione di merito del disegno di legge di ratifica del Trattato di Lisbona e di modificare eventualmente l'organizzazione dei lavori della Commissione. Passando comunque ad illustrare il disegno di legge in esame di cui è relatore, ricorda, circa le origini del Trattato, che da ormai venti anni si pone la questione di un rafforzamento delle istituzioni europee e della loro democraticità.
A seguito del Consiglio europeo di Strasburgo del dicembre 1989, è stato avviato un processo che ha condotto al Trattato di Maastricht, nel quale ha trovato soluzione la questione dell'unione monetaria. Le questioni dell'unione politica irrisolte a Maastricht, dalla limitazione della regola dell'unanimità ai meccanismi di voto riduttivi della minoranza di blocco, ma anche ai rapporti tra l'Unione europea e gli Stati membri, non sono stati sciolti né ad Amsterdam, né a Nizza. Si fece allora ricorso alla nuova formula di una Conferenza intergovernativa preceduta da una Convenzione, aperta alla rappresentanza parlamentare secondo la Dichiarazione di Laeken. Da ciò nacque il Trattato siglato a Roma nell'ottobre 2004, che adottò una Costituzione per l'Europa, rigettato dai referendum francese ed olandese nel 2005.
Il Trattato di Lisbona, concordato dopo la pausa di riflessione prevista dal Consiglio europeo di Berlino nel giugno 2007, adotta il metodo dell'emendamento dei trattati vigenti, razionalizzandoli. In tal modo, mentre il Trattato sull'Unione europea (TUE), come emendato, si concentra sui principi fondamentali, i diritti dei cittadini e le istituzioni assumendo sostanzialmente i caratteri dell'auspicata costituzione europea, tutta la materia delle politiche comunitarie è riassunta nel Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in cui confluiscono i trattati istitutivi delle Comunità. In dettaglio, l'articolo 1 del Trattato di Lisbona riscrive il TUE in 55 articoli e l'articolo 2 riassume il TFUE in 358 articoli; gli articoli da 3 a 7 contemplano norme transitorie ed applicative.
Rileva che, rispetto al Trattato costituzionale, sono venuti meno: la parola «costituzione», l'inno, la bandiera, l'esplicitazione della supremazia del diritto comunitario (sostanzialmente però già vigente sulla base della giurisprudenza, secondo l'interpretazione affermatasi anche per il particolare impulso del giurista italiano Federico Mancini), la nuova terminologia

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degli atti legislativi, la Carta dei diritti fondamentali (di cui resta però un richiamo per relationem). Tra gli elementi invece mantenuti, figura l'affermazione dei principi fondamentali del federalismo: attribuzione, sussidiarietà, proporzionalità.
Con riferimento alle parti di competenza della XI Commissione, il Trattato di Lisbona riprende la ripartizione delle competenze già prevista dal Trattato costituzionale, la quale affida alla competenza concorrente la politica sociale per gli aspetti definiti nel TFUE. Al di fuori della nuova ripartizione delle competenze (esclusiva, concorrente, di sostegno), il Trattato conferma la competenza dell'Unione per la promozione delle politiche economiche e dell'occupazione degli Stati membri e il relativo coordinamento, che continuerà ad essere esercitata mediante l'adozione degli orientamenti per l'occupazione, strumento non giuridicamente vincolante che, a partire dal 2005, rientra tra le linee direttrici integrate triennali per la Strategia di Lisbona.
Conclude evidenziando l'introduzione nei Trattati di un articolo (articolo 136 bis del Trattato di Lisbona, articolo 152 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea) nel quale si riconosce e si promuove il ruolo delle parti sociali ed il loro dialogo e viene riconosciuto il contributo del vertice sociale trilaterale al dialogo sociale.
Riservandosi di formulare la proposta di parere al termine del dibattito, preannuncia una proposta di parere favorevole.

Elisabetta RAMPI (PD) osserva che il Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007, nato come soluzione di compromesso dopo la bocciatura del referendum costituzionale da parte di Francia e Olanda, racchiude in sé e consacra tutti i principi e le funzioni dell'Unione europea. Esso rappresenta un ulteriore passo avanti nel processo di costruzione di un'Unione europea più forte e più democratica Rispetto al Trattato costituzionale, evidenzia come non sia riproposto nel Trattato di Lisbona il primato del diritto dell'Unione su quello nazionale e nel contempo sia rafforzata la capacità d'azione dell'Europa su aree delicate e strategiche. Ritiene che ciò rappresenti un punto d'equilibrio importante che rafforza ruoli e responsabilità e conferisce all'Unione un più chiaro e visibile ruolo sulla scena internazionale.
Rileva che il Trattato di Lisbona rafforza il senso di stabilità con la previsione di una presidenza stabile del Consiglio e con l'istituzione di un unico rappresentante per gli affari esteri. Aggiunge che allo stato, accanto alle grandi ragioni e ai nobili ideali che portarono uomini del calibro di Altiero Spinelli a credere e lavorare per la costruzione di un'Europa unita, ci sono anche ragioni nuove ed oggettive imposte dalla globalizzazione. Ritiene che l'Europa rappresenti la condizione del nostro benessere futuro: constata comunque la presenza di sentimenti antieuropei alimentati da paure, ansie e insicurezze e da politiche nazionali tendenti a scaricare le responsabilità dei Governi nazionali su una dimensione sovranazionale. Ritiene infine e comunque non vadano sottovalutate le posizioni prese da alcuni Paesi anche recentemente (come ad esempio l'Irlanda).
Fa presente che alle incertezze per il futuro che possono influenzare negativamente il senso d'appartenenza e di cittadinanza europee occorre rispondere con grande senso di responsabilità nella consapevolezza che oggi l'Europa è condizione del benessere futuro. La posta in gioco è alta ed è la costruzione di un vero e proprio Stato europeo. Occorre lavorare tutti insieme per l'estensione dei diritti, per un'integrazione che non lasci indietro nessuno, ma che consenta a tutti i cittadini europei l'esercizio pieno del diritto di cittadinanza.
Dal punto di vista sociale ritiene che occorra riconquistare il consenso popolare al progetto europeo, perché una cittadinanza europea attiva si conquista con la piena condivisione e la partecipazione al progetto cui richiama il Trattato di Lisbona, fondato su valori di patrimonio comune come il rispetto della dignità

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umana, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza, lo stato di diritto, i diritti umani, i diritti delle minoranze.
Ritiene che occorre evitare una recessione in tema di diritti, con particolare riguardo al mondo del lavoro: diritti vecchi e diritti nuovi devono coniugarsi in base alle nuove esigenze dello scenario europeo, in un'ottica comunque di ampliamento e non di riduzione dei medesimi.
Nell'ambito del mondo del lavoro, reputa particolarmente importanti a livello europeo i temi dell'orario di lavoro, del lavoro sommerso, dei differenziali retributivi di genere, delle sanzioni per i datori di lavoro che occupano clandestini, dei distacchi transfrontalieri.
Reputa necessario in Commissione riflettere sulle criticità del Trattato di Lisbona relativamente agli aspetti sociali. Al riguardo registra una tendenza opposta a quella della costruzione di un'Europa sociale attenta ai bisogni delle persone. Conclude precisando che il suo gruppo si impegnerà, innanzitutto, per non indebolire la tutela collettiva e per ribadire l'importanza della parità di trattamento e la necessità di intensificare le politiche di prevenzione per ciò che riguarda sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento agli orari, ai tempi, all'alterazione dei ritmi veglia-sonno, all'ambiente.

Ivano MIGLIOLI (PD) richiama l'attenzione sull'importanza di un adeguato e approfondito esame dei provvedimenti all'esame del Parlamento, al fine di evitare spiacevoli inconvenienti come quelli intervenuti nel corso dell'esame del decreto legge n. 112 del 2008. In tale ottica ritiene che andrebbe dedicato un congruo tempo all'esame del disegno di legge di ratifica del Trattato di Lisbona.
Relativamente a quest'ultimo, sottolinea l'importanza del processo di unificazione europea, che consentirebbe all'Europa una piena affermazione nel contesto internazionale. Fa peraltro presente come spesso l'Europa sia avvertita come una struttura burocratica e come in tale ottica debbano essere lette alcune pronunce di cittadini europei sul processo di unificazione europea.
Ritiene degno di attenzione il ruolo riconosciuto alla politica estera europea, segno di uno sviluppo nel processo di costruzione di un'Europa politica, che ritiene comunque ancora lontano dal traguardo.
Dopo aver espresso soddisfazione per il ruolo riconosciuto ai Parlamenti nazionali dal Trattato di Lisbona, conclude precisando che l'unanimità che si registra sulla ratifica del citato Trattato non deve comunque consentire di nascondere una diversità di vedute tra le forze politiche su specifici aspetti del processo di unificazione europea.

Alessia Maria MOSCA (PD), pur ravvisando un segnale politico importante nell'inserimento all'ordine del giorno della seduta odierna dell'esame del disegno di legge di ratifica del Trattato di Lisbona, dichiara che riterrebbe grave una eventuale strozzatura del dibattito, soprattutto in un momento storico delicato come quello attuale, segnato dalle recenti decisioni assunte in senso contrario al processo di unificazione europea in alcuni Stati membri. Ritiene che il Governo in carica, alla luce dei provvedimenti adottati in questa legislatura e nelle precedenti legislatura, abbia rivelato un'assenza di spirito europeista, a differenza del precedente Esecutivo di centrosinistra, che, a suo avviso, ha condotto battaglie molto importanti in tale direzione. Ritiene pertanto opportuno dare il giusto spazio ad una discussione importante e lanciare un messaggio forte a favore dell'Europa, anche in considerazione dei sempre più diffusi sentimenti di distacco nutriti da gran parte delle cittadinanze europee, che ritiene siano stati alimentati da politiche nazionali sbagliate. Evidenzia la necessità di cogliere le grandi opportunità derivanti dalla globalizzazione e di affrontare le importanti questioni sorte con essa in un'ottica europeista, evitando di cavalcare l'onda emotiva dell'opinione pubblica e di scaricare

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sull'Europa precise responsabilità di Governo che permangono invece, a suo avviso, a livello nazionale. Fa notare che l'integrazione europea rappresenta una grande opportunità di sviluppo economico e sociale e non una minaccia, come invece ritiene in gran parte l'attuale maggioranza di Governo, che, a suo avviso, avrebbe individuato nell'Unione europea un capro espiatorio dinanzi alle crescenti crisi che caratterizzano il sistema economico internazionale. Pur riconoscendo che alcune delle cause delle difficoltà economiche e sociali attuali siano di origine esogena, ritiene che i problemi legati all'occupazione, allo sviluppo e alla crescita vadano affrontati in un quadro comunitario, favorendo una partecipazione sempre più forte degli Stati membri.
Entrando nel merito del provvedimento all'esame della Commissione, pur rilevando che si sarebbe potuto osare maggiormente nella costruzione dell'impianto complessivo del Trattato, accoglie con favore l'obiettivo della piena occupazione e del progresso sociale in esso previsto, che considera un passo avanti rispetto alla formulazione della norma contenuta nel progetto di Trattato costituzionale poi rigettato dai referendum di alcuni Stati membri. Sottolinea positivamente le disposizioni relative alla parità di trattamento tra uomini e donne nonché quelle volte a promuovere il dialogo tra le parti sociali attraverso il riconoscimento del contributo del vertice sociale trilaterale, rilevando con soddisfazione anche la previsione di norme tendenti a conferire maggiore dignità al Parlamento europeo e ai Parlamenti nazionali nel processo di partecipazione alla formazione degli atti comunitari. Quanto alle norme sulla competenza dell'Unione europea per la promozione delle politiche economiche e dell'occupazione degli Stati membri e sul coordinamento in materia di politiche sociali, fa notare che sarebbe stato preferibile introdurre procedure più stringenti e vincolanti, che, soprattutto per un Paese come il nostro, non sempre solerte nel dare attuazione alla normativa comunitaria, avrebbero garantito un rispetto più rigoroso delle politiche delineate in ambito europeo. Pur sottolineando l'importanza di un provvedimento di ratifica di un trattato internazionale, non inferiore a quella di un referendum, fa presente che un referendum su scala europea avrebbe conferito maggiore legittimazione al quadro normativo delineato dal Trattato di Lisbona. Nel preannunciare il voto favorevole sulla proposta di parere formulata dal relatore, auspica una sempre maggiore attenzione sulle tematiche europee nonché un miglioramento delle procedure comunitarie.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) prende atto del fatto che l'Europa, anche in virtù dell'allargamento intervenuto, che, a suo avviso, non è stato ben ponderato, necessita di precise regole di governo. Ritiene però che, al di là di tale aspetto, non sia possibile trovare ulteriori elementi positivi nel Trattato di Lisbona.
Fa presente come il suo gruppo sia sempre stato favorevole ad un'Europa che non si risolvesse in una sovrastruttura burocratica, ritenendo centrale il ruolo dei cittadini europei. Dopo avere osservato che probabilmente un eventuale referendum in Italia sui Trattati europei avrebbe condotto agli stessi risultati registrati in Paesi come l'Olanda, la Francia e l'Irlanda, sottolinea l'opportunità di garantire un maggiore avvicinamento dei cittadini all'Europa. Manifesta quindi la sua contrarietà ad ogni decisione sul processo di costruzione europea presa senza il coinvolgimento dei cittadini interessati.
Dopo avere sottolineato che la Turchia non può considerarsi parte integrante dell'Europa, essendo la cultura turca assai lontana dalla sensibilità del resto dei Paesi europei, conclude ritenendo fondamentale recuperare nel Trattato di Lisbona il riferimento alle radici cristiane dell'Europa, di cui sembra non esservi più traccia. Dichiara infine che la Lega si troverà comunque nelle condizioni di dover esprimere voto favorevole sulla preannunciata proposta di parere favorevole del relatore.

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Stefano SAGLIA, presidente, in considerazione dell'importanza dell'imminente informativa urgente del Governo in Assemblea sulla dichiarazione dello stato di emergenza a causa dell'eccezionale afflusso di extracomunitari, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di domani, 30 luglio, alle ore 8,30, precisando che la Commissione dovrà comunque rendere il prescritto parere alla Commissione competente in sede referente entro le ore 9.

La seduta termina alle 15.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO RISTRETTO

Norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili.
C. 82 Stucchi, C. 322 Barbieri, C. 331 Schirru, C. 380 Volontè, C. 527 O. Napoli, C. 870 Ciocchetti, C. 916 Marinello, C. 1279 Grimoldi.