CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 8 luglio 2008
29.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 8 luglio 2008. - Presidenza del presidente Mario VALDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Mario Mantovani.

La seduta comincia alle 13.45.

DL 112/08: Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria.
C. 1386 Governo.

(Parere alla V e VI Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Giorgio SIMEONI (PdL), relatore, ricorda che la IX Commissione è chiamata ad esprimere il proprio parere sul decreto- legge n. 112 del 2008, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanzia pubblica e la perequazione tributaria. La manovra economica e finanziaria per il 2009 si articola in una serie di quattro provvedimenti: il decreto-legge in esame ed un ulteriore disegno di legge sono volti alla realizzazione degli obiettivi indicati dal Documento di programmazione economica e finanziaria 2009-2013; a questi si aggiungeranno due disegni di legge concernenti rispettivamente l'attuazione del federalismo fiscale e norme volte alla costituzione di un codice delle autonomie nonché alla realizzazione di interventi per Roma capitale. Il decreto-legge n. 112 reca le misure necessarie ed urgenti per attuare, a decorrere dalla seconda metà dell'esercizio finanziario in corso, diverse finalità, tra le quali il raggiungimento di un obiettivo di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche pari al 2,2 per cento del PIL nel 2008, all'1,5 per cento del PIL nel 2009, allo 0,7 per cento del PIL nel 2010, fino a giungere ad un saldo positivo pari allo 0,1 per cento del PIL nel 2011. In secondo luogo, si punta ad una crescita del PIL rispetto agli andamenti tendenziali per l'esercizio in corso e per il successivo triennio, attraverso maggiori investimenti in una serie di settori (innovazione e ricerca, sviluppo dell'attività imprenditoriale, efficientamento e diversificazione delle fonti di energia e potenziamento della pubblica amministrazione), interventi

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per semplificare ed accelerare le procedure amministrative e giurisdizionali incidenti sul potere d'acquisto e sul costo della vita, interventi per la semplificazione dei rapporti di lavoro volti a promuovere la crescita economica e sociale. Le norme di specifico interesse della IX Commissione sono contenute agli articoli 2 (banda larga), 12 (Alta velocità), 57 (Tirrenia S.p.a.), 63 comma 4 (contributi a FS) e commi 12 e 13 (trasporto pubblico locale). L'articolo 2 introduce norme volte ad agevolare i lavori di infrastrutturazione nel settore delle comunicazioni elettroniche. A tal fine, si prevede che l'installazione di reti e impianti in fibra ottica sono realizzabili con la procedura della denuncia di inizio attività (DIA). L'operatore della comunicazione può utilizzare senza oneri le infrastrutture civili esistenti, ove di proprietà pubblica o in regime di concessione pubblica. Se dalla esecuzione dell'opera possano derivare pregiudizi alle infrastrutture interessate, le parti concordano un equo indennizzo, senza determinare ritardi nella prosecuzione dei lavori. L'operatore deve presentare la denuncia, almeno trenta giorni prima dell'inizio dei lavori, allo sportello unico dell'amministrazione competente per territorio, corredandola con una relazione ed elaborati che attestino la conformità del progetto alla normativa vigente. Si stabilisce inoltre il principi in base al quale i soggetti pubblici non possano opporsi alla installazione nelle loro proprietà di reti e impianti per la comunicazione elettronica in fibra ottica, a meno che si tratti di beni appartenenti al patrimonio indisponibile di Stato, province o comuni, ovvero che l'attività possa arrecare turbamento al pubblico servizio. L'articolo 12 interviene in materia di alta velocità ferroviaria, modificando la normativa recentemente adottata con l'articolo 13 del decreto-legge n. 7 del 2007, il quale ha disposto - al comma 8-quinquiesdecies - la revoca di alcune concessioni rilasciate dall'Ente ferrovie dello Stato alla società TAV S.p.a. e, in particolare, della la concessione dell'Ente Ferrovie alla TAV s.p.a. del 7 agosto 1991 limitatamente alle tratte Milano-Verona e Verona-Padova, comprese le relative interconnessioni, nonché della concessione dell'Ente Ferrovie alla TAV s.p.a. del 16 marzo 1992 relativo alla linea Milano-Genova, comprese le relative interconnessioni. Lo stesso articolo ha inoltre revocato l'autorizzazione rilasciata a Rete Ferroviaria Italiana S.p.a., nella parte in cui consente di proseguire il rapporto convenzionale con TAV S.p.a. relativamente alla progettazione e costruzione della linea Terzo Valico dei Giovi/Milano-Genova, della tratta Milano-Verona e della tratta Verona-Padova. Il comma 8-sexiedecies del medesimo articolo prevede inoltre che gli effetti di tali revoche si estendono a tutti i rapporti convenzionali derivanti o collegati, stipulati dalla società TAV S.p.a. con i «contraenti generali» in data 15 ottobre 1991 e in data 16 marzo 1992. L'articolo 12 in esame, lettera a), sostituisce tale comma 8-sexiedecies, prevedendo che, per effetto delle revoche delle concessioni stabilite dal comma 8-quinquiesdecies, i rapporti convenzionali stipulati da TAV S.p.a. in data 15 ottobre 1991 e in data 16 marzo 1992, continuano con RFI (Rete Ferroviaria Italiana) S.p.a. Gli atti integrativi di tali convenzioni individueranno la quota di lavori che i contraenti generali affideranno a terzi, mediante procedura concorsuale. La lettera b) dello stesso articolo 12 provvede ad abrogare i commi 8-septiesedecies, 8-duodevicies e 8-undevicies del medesimo articolo 13 del citato decreto-legge n. 7/2007. Tali articoli riguardavano le procedure per i rimborsi dovuti dalla Società Ferrovie dello Stato, l'indennizzo dovuto dalla pubblica amministrazione, e la relazione che Governo doveva presentare al Parlamento in merito all'attuazione delle norme relative ai progetti Alta velocità. L'articolo 57 dispone, al comma 1, che le funzioni e i compiti di programmazione e di amministrazione relative ai servizi di cabotaggio marittimo di servizio pubblico che si svolgono all'interno di una Regione siano esercitati dalla Regione interessata. Per le Regioni a statuto speciale il conferimento delle funzioni e dei compiti avviene nel rispetto degli statuti speciali. La gestione dei servizi di cabotaggio è regolata

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da contratti di servizio secondo quanto previsto dagli articoli 17 e 19 del decreto legislativo n. 422 del 1997 in quanto applicabili al settore. Il comma 2 dispone che le risorse statali destinate al finanziamento del servizio pubblico di cabotaggio marittimo siano altresì destinate ad integrare la compartecipazione dello Stato alla spesa sostenuta dalle Regioni per l'erogazione del servizio. Il comma 3 prevede che, su richiesta delle Regioni interessate, da effettuarsi entro 120 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento in oggetto, l'intera partecipazione detenuta dalla Società Tirrenia di Navigazione Spa nelle società Caremar - Campania Regionale Marittima S.p.a., Saremar - Sardegna Regionale Marittima S.p.a., Toremar - Toscana Regionale Marittima S.p.a., Siremar - Sicilia Regionale Marittima S.p.a. è trasferita, a titolo gratuito, rispettivamente alle Regioni Campania, Sardegna, Toscana, Sicilia. Entro il medesimo termine, la Regione Puglia e la Regione Lazio possono richiedere il trasferimento gratuito, a società da loro interamente partecipate, del complesso dei beni, delle attività e delle risorse umane utilizzate rispettivamente dalla Tirrenia di Navigazione S.p.a. e dalla Caremar S.p.a. per l'esercizio dei collegamenti con le Isole Tremiti e con l'arcipelago Pontino. Secondo la relazione illustrativa al disegno di legge di conversione del decreto-legge, il trasferimento delle azioni detenute dalla Tirrenia Spa nelle società svolgenti i servizi di cabotaggio di interesse regionale è diretto ad agevolare la privatizzazione della Tirrenia stessa Ricorda quindi che Tirrenia di Navigazione S.p.a. è una società soggetta alla attività di direzione e coordinamento di Fintecna S.p.a. Roma e per suo tramite del Ministero dell'economia e delle finanze, unico azionista. Il gruppo Tirrenia effettua servizi marittimi di continuità territoriale tra l'Italia continentale e le sue principali isole, nonché cabotaggio merci sulle dorsali adriatica e tirrenica. Il comma 5 dello stesso articolo 57 dispone infine la soppressione del secondo periodo del comma 192, dell'articolo 2, della legge n. 662/1996 (provvedimento collegato alla legge finanziaria per il 1997). Tale disposizione prevedeva l'obbligo del Governo di trasmettere un piano industriale relativo agli effetti della cessione di quote azionarie che comportassero la perdita della maggioranza del capitale sociale in società di trasporto aereo ovvero di servizi marittimi nazionali e internazionali, nonché in società di supporto di queste ultime, partecipate da IRI Spa e FINMARE Spa. Il comma 4 dell'articolo 63 autorizza la spesa di 300 milioni di euro per l'anno 2008 per far fronte alle esigenze del gruppo Ferrovie dello Stato Spa. La destinazione del contributo sarà definita con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e trasporti, da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge in esame (ovvero entro il 25 luglio 2008). Il comma 12 dell'articolo 63 ricostituisce la dotazione finanziaria del Fondo per la promozione e il sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico locale, soppressa dall'articolo 5 del decreto-legge n. 93 del 2008 (Disposizioni per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie), in corso di conversione. Il Fondo è stato istituito dall'articolo 1, comma 304, della legge n. 244 del 2007, nello stato di previsione del Ministero dei trasporti (ora Ministero delle infrastrutture e trasporti). Il comma 13 dell'articolo 63, infine, demanda la ripartizione delle risorse del Fondo tra le finalità cui esso è destinato a un decreto del Ministro delle infrastrutture e trasporti, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano; nella ripartizione si dovrà tenere conto dei princìpi di premialità che incentivino l'efficienza, l'efficacia e la qualità nell'erogazione dei servizi, la mobilità pubblica e la tutela ambientale. Segnala infine la disposizione di cui all'articolo 26, che dispone la soppressione degli enti pubblici non economici aventi una dotazione organica inferiore alle 50 unità. A tale proposito, si riserva di inserire nella proposta di parere una osservazione, volta a prevedere che tale disposizione non si applichi alle autorità portuali, in linea, del

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resto, con un emendamento presentato nelle Commissioni di merito e firmato dai rappresentanti di tutti i gruppi presenti nella IX Commissione.

Aurelio Salvatore MISITI (IdV) ritiene preliminarmente che la scelta compiuta dal Governo e, in particolare, dal Ministro dell'economia e delle finanze, di sottoporre contestualmente all'esame del Parlamento il DPEF per gli anni 2009-2011, il decreto-legge in titolo, che di fatto anticipa di alcuni mesi la legge finanziaria 2009, e un successivo disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica non sia stata felice, in quanto ha creato confusione circa le disposizioni presenti nei tre diversi provvedimenti, in una fase dei lavori parlamentari caratterizzata da un affollamento di progetti di legge. Passando al merito del provvedimento, evidenzia come l'articolo 2, relativo alla posa delle fibre ottiche per la diffusione della banda larga, sottintenda, erroneamente, che in tutte le parti del Paese vi sia una situazione uniforme di diffusione delle tecnologie e delle reti di comunicazione elettronica. Denuncia invece che in diverse aree meridionali non arriva ancora neppure l'ADSL e vi è spesso assenza di copertura per i telefonini portatili. La vera priorità sarebbe pertanto consistita in iniziative governative volte al superamento di questo digital divide, laddove invece la disposizione in esame consente l'effettuazione di scavi ed allacciamenti senza individuare appositi organi di controllo. Tale superficialità è frutto della decisione di introdurre tale disposizione, al pari di altre, nel contenitore rappresentato dal decreto-legge in esame, laddove sarebbe stato meglio farne oggetto di un apposito disegno di legge, del cui approfondimento si sarebbe potuta interessare la Commissione competente per materia, anche per evitare una diminutio del Parlamento. Non può peraltro non segnalare come l'eccessivo dettaglio della norma la rende assimilabile ad un regolamento più che ad un atto di natura primaria. Quanto all'articolo 12, che di fatto ripristina le concessioni alla TAV spa revocate a norma dell'articolo 13 del decreto-legge n. 7 del 2007, ritiene che entrambe le operazioni siano state effettuate con eccessiva fretta, senza tenere conto che, nell'interesse generale, si dovrebbe necessariamente procedere ad un aggiornamento degli strumenti previsti per la realizzazione delle tre tratte ferroviarie di alta velocità. Occorrerebbe fare ricorso alla legge obiettivo e, soprattutto, al project financing, che, ove ci fosse chiarezza sui tempi di esecuzione delle opere, potrebbe contribuire ad attrarre importanti investimenti privati. Auspica quindi che su tali questioni siano adottate scelte lungimiranti, volte soprattutto a favorire l'effettiva realizzazione delle infrastrutture e a ridurre i costi per chilometro che, attualmente, risultano troppo superiori rispetto a quelli riferiti ad altri paesi europei. Sull'articolo 26, non può che concordare con quanto preannunciato dal relatore in ordine alla previsione di un'osservazione volta ad escludere dall'ambito di applicazione del cosiddetto «taglia-enti» le autorità portuali, facendo più in generale presente che la disposizione in oggetto reca un parametro discutibile, atteso che, sicuramente vi saranno enti pubblici molto efficienti e dotati di un numero di addetti inferiore alle cinquanta unità, unitamente a realtà della pubblica amministrazione in cui la maggiore numerosità degli addetti non si accompagna certamente al loro efficiente operare. Con riferimento invece all'articolo 57, si chiede come possa essere portata concretamente avanti, una volta proceduto all'eventuale cessione, a titolo gratuito, delle partecipazioni nelle quattro società di cabotaggio, la prevista privatizzazione di Tirrenia. Passa quindi all'articolo 63, il cui comma 4 dispone l'erogazione a Ferrovie dello Stato di 300 milioni di euro per il 2008. In proposito, ritiene che debba essere fatta chiarezza sui rapporti tra tale azienda, che è una holding, cui fanno capo due altre società per azioni, Trenitalia e RFI, alle quali sono a loro volta collegate molte altre società minori, e lo Stato, soprattutto sotto il profilo dell'assegnazione di risorse finanziarie, atteso che, nel triennio, queste dovrebbero ammontare a ben 11 miliardi

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di euro. Il vero problema è che il soggetto destinatario di tali emolumenti può utilizzarli senza doverne rendere conto in alcun modo, e ciò favorisce il loro eventuale impiego a copertura di perdite di bilancio di Trenitalia piuttosto che in investimenti sulla rete infrastrutturale. Preannuncia in proposito la presentazione di una sua proposta di legge che è volta a delineare un nuovo e più funzionale assetto delle FS nel nostro paese.

Michele Pompeo META (PD) fa presente che la sua parte politica, come già evidenziato nel corso dell'esame del DPEF 2009-2011, ritiene il quadro di programmazione economico-finanziaria predisposto dal Governo in carica assolutamente insoddisfacente, soprattutto rispetto agli impegni assunti, a inizio legislatura, dal Ministro dell'economia e delle finanze. Le lacune sono finanziarie, in quanto per diversi degli interventi previsti non è certa la reale copertura nel triennio, ma soprattutto politico-programmatiche, atteso che non vengono per nulla affrontati i veri problemi del paese, sia sotto il profilo della perdita del potere di acquisto di salari e pensioni che sul piano del ritardo infrastrutturale. L'ingolfamento dei lavori parlamentari rende peraltro assolutamente incongrui i tempi a disposizione delle Commissioni per procedere ad un esame approfondito di documenti così importanti per il futuro del Paese. In questo quadro generale, il provvedimento in esame non produce alcun passo in avanti, perché, a prescindere da una limitata riassegnazione dei fondi recentemente ridotti dal cosiddetto «decreto ICI», non si dà neppure seguito alle promesse elettorali, con particolare riferimento al riequilibrio territoriale tra nord e sud, alla ripartizione tra le regioni dei fondi previsti per i contratti di servizio con FS, all'ecobonus e ad un vero sviluppo della logistica. È evidente che, all'atto dell'approvazione di questo come di altri provvedimenti, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non sia stato messo in condizione di svolgere un ruolo determinante, come peraltro dimostra l'affermazione del Ministro dell'economia, a detta del quale il Consiglio dei Ministri ha proceduto all'approvazione della manovra finanziaria in circa 9 minuti. Per questo la riunificazione dei due dicasteri in un'unica struttura, che appare senz'altro adeguata, risulta poi di fatto inutile se a tale iniziativa organizzativa non si accompagna la destinazione di adeguate risorse ai comparti delle infrastrutture e dei trasporti. Quanto alla retromarcia sulla revoca di talune concessioni alla TAV spa, ricorda che l'esperienza della realizzazione della tratta ad alta velocità Roma-Napoli ha fatto comprendere come la soluzione del general contractor non favorisce l'afflusso di investimenti privati e, nello stesso tempo, fa incrementare i costi per chilometro delle opere. Quanto al sistema aeroportuale, manca qualsiasi riferimento alla questione dello sviluppo di Malpensa e all'esigenza di procedere ad una riorganizzazione dell'eccessivamente frastagliato sistema aeroportuale italiano. Sul versante delle comunicazioni, pur esprimendo apprezzamento per la proposta formulata dal presidente della Commissione di avviare un'indagine conoscitiva in materia di telecomunicazioni e reti di comunicazione elettronica, pone l'accento sull'esigenza che tale attività venga svolta nella consapevolezza che si tratta di infrastrutture immateriali indispensabili per lo sviluppo del paese, sia in termini di accesso alle nuove tecnologie che sotto il profilo del diritto all'informazione. Ribadisce, infine, la contrarietà della sua parte politica al provvedimento in esame, precisando che comunque tale orientamento sarà manifestato nelle aule parlamentari e non con iniziative «di piazza», ove, naturalmente, non vengano compressi ulteriormente gli spazi di agibilità politica per l'opposizione. Da ultimo segnala il favore della sua parte politica per l'iniziativa emendativa volta ad escludere le autorità portuali dall'ambito di applicazione del cosiddetto «taglia-enti», che il relatore ha preannunciato di volere riproporre anche nell'ambito della proposta di parere che si è riservato di presentare.

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Emanuele FIANO (PD) intende in particolare soffermarsi sull'articolo 14, relativo alle iniziative per l'Expo 2015 che si terrà a Milano, argomento non approfondito dal relatore e che invece, a suo avviso, appare comunque riconducibile alle competenze della Commissione, se non altro perché nell'allegato infrastrutture sono elencati diversi interventi collegati all'evento. In proposito, si tratta di opere per le quali non sono allo stato disponibili tutte le risorse necessarie e, su tale questione, preannuncia la presentazione di un apposito ordine del giorno in Assemblea che sottoporrà alla sottoscrizione anche dei deputati della maggioranza. Nel lamentare che il comma 2 dell'articolo in esame delinea, con eccessiva vaghezza, il quadro dei soggetti istituzionali che saranno chiamati a farsi carico della preparazione e dell'organizzazione dell'Expo, invita il Presidente della Commissione a farsi carico dell'esigenza di assicurare che la IX Commissione svolga un ruolo da protagonista nel corso della fase preparatoria dell'evento, suggerendo in proposito di procedere alle audizioni del sindaco di Milano, del presidente della provincia di Milano e del presidente della regione Lombardia. Ritenendo poi insufficiente, al comma 12 dell'articolo 63, la ricostituzione della dotazione finanziaria del Fondo per la promozione e il sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico locale, soppressa dall'articolo 5 del decreto-legge n. 93 del 2008, non può non evidenziare che quest'alternanza di decisioni denota mancanza di chiarezza nella strategia e negli obiettivi perseguiti da parte del Governo. In conclusione, ravvisa una grave lacuna nel provvedimento, in quanto quest'ultimo nulla dice circa il delicato problema che sta vivendo l'aeroporto di Malpensa nell'ultimo periodo.

Mario LOVELLI (PD) ritiene che la manovra finanziaria, la cui prima parte è stata portata all'esame del Parlamento, appaia discutibile sia sotto il profilo del merito che sul piano delle procedure seguite. Evidenzia peraltro come l'attuale discussione della Commissione possa considerarsi di fatto superflua, atteso che, come riportato da organi di stampa, la maggioranza e il Governo avrebbero in animo di predisporre un maxi-emendamento volto ad introdurre nel provvedimento in esame buona parte del contenuto del disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica che è in corso di assegnazione. Un tale modo di legiferare umilia il Parlamento, e le Commissioni permanenti in particolare, proprio nella misura in cui esclude la possibilità stessa di svolgere un dibattito approfondito sulle questioni di competenza. Intende poi evidenziare un aspetto non sottolineato nella relazione introduttiva del deputato Simeoni, ovvero le riduzioni di spesa che l'articolo 60 dispone con riguardo alle missioni dei diversi dicasteri. Per quanto di competenza della Commissione è sufficiente fare riferimento all'elenco 1 per rendersi conto che, nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze, i fondi relativi alle missioni «diritto alla mobilità» e «infrastrutture pubbliche e logistica» subiscono un drastico ridimensionamento, e questo a legislazione vigente. A fronte di tali tagli, appare allora contraddittorio, ma soprattutto irrealistico, il riferimento, nell'ambito del DPEF 2009-2013, ad investimenti infrastrutturali per 46 miliardi di euro. Così si pone fine anche alla leggenda in forza della quale il Governo in carica, attraverso tali interventi, avrebbe riavviato la realizzazione delle grandi opere, bloccata per un biennio dal precedente esecutivo. La verità è che le stesse opere elencate oggi nel DPEF erano di fatto ricomprese anche negli allegati infrastrutture dei due anni scorsi, in una situazione, come quella attuale, caratterizzata dalla mancanza cronica di risorse pubbliche all'uopo utilizzabili. Peraltro, l'articolo 57, nel fare rivivere i contratti con la TAV spa non tiene conto che si fa riferimento a strumenti riferiti ad opere ormai completamente modificate rispetto agli originari progetti, dei quali non si è ancora avviata la realizzazione e per i quali non sono state ancora reperite le necessarie risorse. Rivendica in proposito la decisione del precedente Governo di

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revocare le concessioni al fine di procedere ad una loro assegnazione a seguito di una regolare gara pubblica. Fa poi riferimento al comma 5 dell'articolo 63, denunciando che, analogamente a quanto già segnalato con riferimento a Ferrovie dello Stato, anche ANAS viene a beneficiare, in forza di tale provvedimento, di ulteriori risorse pubbliche. In proposito, ritiene che, anche in accordo tra maggioranza e opposizione, dovrebbe essere superata la logica dei cosiddetti «interventi tampone» in favore di tali aziende, attraverso il recupero di un effettivo ruolo di regia infrastrutturale da parte del Ministro competente in materia. Quanto infine alla questione della non applicabilità dell'articolo 26 alle autorità portuali, ritiene che si tratti di una questione condivisibile.

Mario VALDUCCI, presidente, rispondendo ad alcune sollecitazioni emerse nel dibattito, assicura il deputato Meta che, in occasione della riunione dell'ufficio di presidenza, prevista per giovedì il 10 luglio 2008, sottoporrà una proposta di programma per l'indagine conoscitiva sull'assetto delle telecomunicazioni e sulle prospettive delle nuove reti per le comunicazioni elettroniche, auspicando che possa essere l'occasione per far assumere al Parlamento un ruolo più strategico ai fini della normazione nel settore. Quanto poi alla questione dell'Expo 2015, sollevata dal deputato Fiano, riconosce che, quanto ai temi della mobilità e del trasporto, si tratta di un evento che merita attenzione da parte della Commissione. Ritiene poi che il relatore potrà fare cenno, eventualmente nella premessa della sua proposta di parere, alle considerazioni espresse dai deputati Misiti e Lovelli circa le modalità con le quali lo Stato provvede, periodicamente, alle esigenze finanziarie di ANAS e Ferrovie dello Stato. Da ultimo propone allo stesso relatore di segnalare alle Commissioni di merito, sempre nell'ambito della preannunciata proposta di parere, l'opportunità, all'articolo 40, comma 6, di prevedere che le comunicazioni cui sono tenuti gli armatori e le società di armamento agli uffici di collocamento della gente di mare possano avere luogo via internet, con finalità di snellimento procedurale e velocizzazione delle comunicazioni.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

Mario VALDUCCI, presidente, poiché nel corso della seduta antimeridiana di domani, mercoledì 9 luglio 2008, non avranno luogo votazioni in Assemblea, propone che la Commissione sia convocata a partire dalle ore 12 invece che a partire dalle ore 14.15.

La Commissione concorda.

La seduta termina alle 15.30.