CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 8 luglio 2008
29.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 8 luglio 2008.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.10 alle 13.15.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 8 luglio 2008. - Presidenza del presidente Edmondo CIRIELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Guido Corsetto.

La seduta comincia alle 13.15.

DL 112/2008: Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria.
C. 1386 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 2 luglio 2008.

Riccardo MAZZONI (PdL) ritiene che, per dare un giudizio sulla manovra di finanza pubblica, non si possa non tener conto dell'eredità lasciata dal Governo Prodi e, soprattutto, della scelta di destinare le maggiori entrate fiscali realizzate nel 2007 (oltre 10 miliardi di euro) ad obiettivi diversi da quelli del risanamento, previsti peraltro dall'articolo 1, comma 4, della finanziaria 2007.
Bisogna dunque tenere conto del fatto che il dato tendenziale sul rapporto deficit-PIL è stato corretto al rialzo e che per restituire slancio al processo di risanamento della finanza pubblica non si può, né si deve operare di nuovo, sulla leva fiscale - leva di cui il precedente Governo ha abusato - e quindi l'azione correttiva deve concentrarsi esclusivamente sulla spesa pubblica in ragione del 3 per cento del totale, così da assicurare 35 miliardi di euro da destinare alla riduzione del deficit e dello stock di debito pubblico.

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Fatta questa indispensabile premessa, non si può però che concordare con le preoccupate valutazioni del relatore quando sostiene che una parte delle misure adottate da questo provvedimento si pongono in controtendenza rispetto al principio guida secondo cui uno degli impegni prioritari assunti dal Governo è quello di garantire la sicurezza dei cittadini. Voglio ricordare che il 30 agosto 2007, meno di un anno fa, il COCER dell'Esercito espresse tutta la sua preoccupazione per i drastici tagli al bilancio della Difesa attuati dal Governo Prodi, tagli che portarono quel bilancio al di sotto della soglia minima di sopravvivenza.
Undici mesi dopo quel grido d'allarme, il COCER è stato costretto a diramare un comunicato dello stesso tenore, avvertendo in modo molto chiaro che con i tagli annunciati sono a rischio non solo le missioni all'estero, ma anche lo stesso sistema Difesa-Sicurezza, compreso il progetto di pattugliare le città anche con l'ausilio delle Forze armate.
Le misure assunte, inoltre, impediranno l'entrata in servizio permanente effettivo di circa cinquemila volontari, e tra cui ci sono anche i ragazzi oggi al lavoro per l'emergenza rifiuti in Campania, che rischiano dunque un'autentica beffa. Il Ministro della difesa, La Russa, ha manifestato l'intenzione di incrementare il bilancio della Difesa fino a raggiungere l'1,25 per cento del PIL. Ma ora, purtroppo, le rappresentanze militari paventano il rischio di un «collasso funzionale» che i tagli previsti produrrebbero ai diversi sistemi operativi delle Forze di polizia e delle Forze armate.
Auspica quindi che l'incontro previsto questa settimana fra Governo, Organizzazioni sindacali e rappresentanze militari del comparto Difesa e Sicurezza porti a significativi cambiamenti della manovra economica nel settore della Difesa, come è accaduto ieri per il settore cinema.

Filippo ASCIERTO (PdL), pur condividendo l'impostazione generale della manovra finanziaria che provvede al riequilibrio dei conti pubblici attraverso interventi di contenimento della spesa senza mettere le mani «nelle tasche dei cittadini», osserva come tali interventi non possano essere realizzati a scapito del personale delle Forze armate e di polizia. In proposito, esorta quindi il Governo a non commettere gli errori compiuti dai Governi precedenti, penalizzando il comparto Difesa e Sicurezza, con misure particolarmente inique, soprattutto per il personale, quali ad esempio il rallentamento delle progressioni economiche e la soppressione dei trattamenti di pensione privilegiata corrisposti per malattie o per invalidità contratte in servizio. A suo avviso, infatti, l'emergenza sicurezza che sta vivendo il Paese non può essere affrontata attraverso i tagli di bilancio al comparto Difesa e Sicurezza o mediante il blocco del turn over del personale delle Forze di polizia, ma deve essere fronteggiata attraverso un incremento delle risorse destinate al comparto stesso, reperibili da altri settori di spesa ovvero mediante un apposito programma di dismissioni immobiliari. In conclusione, pur condividendo il profilo generale della manovra, ritiene che su di essa si proietti un'ombra molto pesante, riguardante appunto il comparto Difesa e Sicurezza, che deve essere dipanata.

Antonio RUGGHIA (PD) ricorda di aver svolto nella passata legislatura il ruolo di relatore in Commissione Difesa sui principali provvedimenti di finanza pubblica adottati dal Governo Prodi e di essersi trovato a dover fare i conti con le obiezioni dell'attuale maggioranza che lamentava la scarsità di risorse destinate al comparto Difesa e Sicurezza. Si sarebbe quindi aspettato che, con l'avvio della legislatura, la nuova maggioranza avesse adottato interventi in controtendenza rispetto a quelli del precedente Governo, anche in considerazione delle numerose dichiarazioni rese dalla maggioranza stessa, nel corso della campagna elettorale e, prima ancora, nelle sedi istituzionali, in favore del comparto. Manifesta quindi sorpresa per il fatto che l'attuale provvedimento abbia previsto interventi peggiorativi nei confronti del comparto rispetto

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alle misure disposte nella precedente legislatura. In particolare, ricorda i pesantissimi tagli, adottati dall'articolo 60 del presente provvedimento, agli stanziamenti del Ministero della difesa, che ammontano complessivamente a circa un miliardo e settecento milioni di euro per il triennio 2009-2011, nonché le misure limitative del turn over nelle Forze di polizia, che toglieranno la possibilità di un lavoro a tempo determinato a tanti ragazzi e ragazze che, dopo un lungo periodo di precariato come volontari nelle Forze armate, non troveranno uno sbocco nelle Forze di polizia. Ritiene inoltre che un passo indietro rispetto ai risultati conseguiti dal Governo Prodi sia stato compiuto anche in relazione al tema della specificità del comparto Difesa e Sicurezza, non solo a causa delle misure estremamente penalizzanti relative al trattamento retributivo del personale, ma anche in considerazione del fatto che nella scorsa legislatura, quanto meno in sede negoziale, questa specificità era stata riconosciuta, mentre nel provvedimento in esame non ve ne è alcuna traccia. Nell'auspicare pertanto che su questo punto la Commissione, analogamente a quanto avvenne nella scorsa legislatura, assuma un orientamento unanime, preannuncia la presentazione da parte del suo gruppo di appositi emendamenti presso le Commissioni di merito.

Marco BELTRANDI (PD) ricorda che, in una delle ultime sedute la Commissione Difesa ha approvato un parere favorevole in ordine al DPEF 2009-2013, nel quale con una apposita osservazione, si chiedeva alla Commissione di merito di inserire nel citato documento una prescrizione tendente a portare il rapporto Difesa/PIL al di sopra dell'1 per cento e di salvaguardare gli stanziamenti del comparto Difesa e Sicurezza già a partire dall'esercizio 2009. Tali indicazioni, tuttavia, sono state clamorosamente smentite dal presente provvedimento che, non solo prevede l'applicazione di ingenti tagli lineari agli stanziamenti del comparto, ma, come ha evidenziato lo stesso relatore nella sua relazione introduttiva, non indica neppure attraverso quale processo di riorganizzazione interna possano essere realizzati i notevoli risparmi di spesa previsti. Ritiene pertanto che la Commissione, nell'esprimere il proprio parere, debba segnalare con forza che l'applicazione dei citati tagli potrebbe implicare una revisione del modello di difesa e un conseguente ridimensionamento dell'impegno internazionale del nostro Paese.
In conclusione, sottolinea che qualora il Governo ritenesse comunque necessario applicare i tagli alla Difesa, al tempo stesso dovrebbe indicare con precisione un conseguente piano di riordino nelle Forze armate.

Ettore ROSATO (PD) si dichiara stupito per le misure adottate dal presente provvedimento nei riguardi del comparto Difesa e Sicurezza, in considerazione della grande attenzione che l'attuale maggioranza aveva mostrato nei confronti del comparto stesso nel corso della scorsa legislatura. Ritiene che, di fronte ai tagli indiscriminati adottati, abbiano poco senso le valutazioni in ordine alla situazione dei conti pubblici lasciata in eredità dal precedente Governo, posto che tali valutazioni si ripropongano puntualmente all'inizio di ogni legislatura. La vera questione è che il Governo, nella sua collegialità, con il presente provvedimento, di fatto, non attribuisce alcuna priorità alla sicurezza e alla difesa del Paese, nonostante gli impegni assunti nel corso della campagna elettorale. I tagli infatti avranno conseguenze sulla organizzazione delle Forze armate ed imporranno la soppressione di organismi e di programmi di armamento, senza che di ciò si faccia menzione né nel provvedimento, né nei documenti che lo corredano. Esprime quindi l'auspicio che la Commissione possa far valere le sue indicazioni su alcuni punti specifici particolarmente penalizzanti per il personale delle Forze armate e di polizia, come ad esempio sulle disposizioni che disciplinano il regime delle assenze per malattia, che incide sensibilmente sul trattamento economico, ovvero sulle limitazioni al turn over che,

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risultando molto più stringenti rispetto a quelle vigenti, dovrebbero essere valutate molto attentamente per coglierne tutti i possibili effetti. Infine, replicando all'intervento del deputato Mazzoni, sottolinea come le misure adottate per il riequilibrio dei conti non possano portare l'amministrazione fino al punto di non ritorno, incidendo peraltro sulle legittime aspettative di coloro che, avendo prestato servizio come volontari nelle Forze armate, aspiravano a transitare nelle Forze di polizia.

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), ribadendo le perplessità già espresse in sede di esame del DPEF 2009-2013, sottolinea come il Governo, anteponendo l'adozione del decreto-legge sulla manovra di finanza pubblica all'approvazione parlamentare del citato documento, abbia adottato una procedura di dubbia costituzionalità, rispetto alla quale ogni parlamentare dovrebbe manifestare assoluta contrarietà, a prescindere dallo schieramento politico di appartenenza, a tutela delle prerogative parlamentari. Ciò premesso, evidenzia come il presente provvedimento inverta il trend di crescita delle risorse destinate al comparto Difesa e Sicurezza che si era manifestato nel corso del Governo Prodi, riportando la situazione del comparto a quella gravissima che si era registrata nel corso della XIV legislatura sotto il precedente Governo Berlusconi.
Ricorda, in particolare, come durante il Governo Prodi, ferme restando le spese di esercizio, furono privilegiate le spese di investimento a causa dei pesanti tagli che queste ultime avevano subito nella precedente legislatura, che avevano determinato gravi ritardi nei pagamenti relativi a programmi di investimento effettuati in collaborazione con altri paesi, con il rischio dell'applicazione di pesanti penali.
Nel concordare con le osservazioni del deputato Ascierto in merito alla specificità del comparto Difesa e Sicurezza, rileva come proprio sulla base di questa specificità il citato comparto dovrebbe essere escluso dalle misure restrittive adottate dal presente provvedimento.
Infine, per quanto riguarda il taglio ai reclutamenti e le limitazioni al turn over osserva come i maggiori problemi si produrranno soprattutto nelle regioni del Sud, condizionando la vita di numerosi giovani che aspiravano ad un impiego nelle Forze armate e di polizia.
Ribadisce pertanto la sua valutazione negativa sul provvedimento in oggetto.

Americo PORFIDIA (IdV) nel complimentarsi con il deputato Paglia per la sua relazione, obiettiva e sincera, rileva come anche negli ambienti governativi ci siano state posizioni critiche rispetto alle misure adottate nei confronti del comparto Difesa e Sicurezza, anche in considerazione dei maggiori compiti assegnati alle Forze armate. Ricorda come tra le misure più penalizzanti adottate nei riguardi della Difesa vi sia la riduzione delle risorse destinate ai reclutamenti che, nell'anno 2010, sarà pari addirittura al 40 per cento delle risorse stanziate a legislazione vigente, con l'ulteriore prescrizione di conseguire comunque i risparmi di spesa, intervenendo eventualmente anche su altri settori di spesa del Ministero della difesa. Auspica, in conclusione, che la Commissione possa esprimere un parere unanime che rappresenti una sorta di appello politico a porre rimedio alle misure più penalizzanti adottate nei confronti del comparto Difesa e Sicurezza.

Federica MOGHERINI REBESANI (PD) sottolinea come il relatore abbia evidenziato due punti cruciali del provvedimento: il fatto che i tagli siano stati disposti in modo casuale, mettendo a rischio la funzionalità delle Forze armate, e la contraddizione tra mezzi ed obiettivi che emerge dal raffronto tra i contenuti della manovra di finanza pubblica e la necessaria tutela dell'ordine e della sicurezza, enfatizzata nelle premesse del DPEF. Sulla base di queste considerazioni ritiene quindi evidente che le soluzioni che si pongono dinnanzi alla Commissione a conclusione dell'esame in sede consultiva consistano nell'esprimere un parere contrario sul testo del provvedimento ovvero

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nel fornire alle Commissioni di merito delle indicazioni per apportare le opportune modifiche al testo stesso. Infine, ritiene altresì necessario che il Governo chiarisca se le dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, divulgate da alcune agenzie di stampa nei giorni scorsi, secondo cui i contenuti del DPEF sono stati condivisi da tutti i ministri, quindi anche dal Ministro della Difesa, corrispondano al vero.

Il sottosegretario Guido CROSETTO sottolinea preliminarmente come il presente provvedimento si inserisca in un quadro di compatibilità finanziarie concordate in sede Europea che condizionano qualsiasi Governo a prescindere dalle Forze politiche di cui sia espressione. Ritiene che il Governo avrebbe potuto disporre di un maggiore spazio di manovra ove nella scorsa legislatura si fosse deciso di impiegare il cosiddetto tesoretto, non per sostenere maggiori spese, ma per precostituire spazi di copertura finanziaria per i periodi di minore crescita come quello attuale.
Ciò premesso sottolinea che nel Ministero della difesa, come in ogni altro dicastero, vi sia un eccesso di spesa che bisognerebbe eliminare con interventi mirati. Purtroppo a causa della rigidità della spesa si finisce invece per adottare la tecnica più semplice, ossia quella dei tagli orizzontali che colpiscono alcune tipologie di spesa, come i consumi intermedi, che spesse volte rappresentano la parte più produttiva del bilancio. Peraltro, poiché tutte queste preoccupazioni sono state espresse dal dicastero della difesa all'interno dell'esecutivo, ritiene che vi sia la possibilità, nel corso dell'esame parlamentare, di apportare adeguate correzioni al provvedimento, salva restando l'esigenza di prevedere le opportune compensazioni a salvaguardia dei saldi di finanza pubblica.
Per quanto riguarda, infine, le richieste di chiarimento formulate dal relatore osserva che:
all'articolo 60, comma 1, il Servizio bilancio della Camera ha richiesto al Ministero dell'economia e delle finanze, in occasione della verifica e del provvedimento, di indicare l'elenco delle leggi interessate dal taglio lineare sugli stati di previsione dei singoli ministeri e di precisare per ciascuna legge gli stanziamenti previsti a legislazione vigente. Ciò premesso, fa presente che, allo stato, non essendo ancora pervenuto dal Ministero dell'economia e delle finanze l'elenco dettagliato delle risorse disponibili sullo stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno 2009, non risulta ancora possibile determinare quali siano i capitoli oggetto del citato taglio e l'entità dello stesso;
all'articolo 60, comma 12, il definanziamento di 183 milioni di euro per l'anno 2009 del Fondo per la realizzazione di programmi di investimento pluriennale, incide per il 4,11 per cento sugli stanziamenti complessivi apprestati per il triennio 2007-2009 e che esso risulta compatibile con il concreto stato di realizzazione dei programmi di investimento. In questo senso, il taglio di 183 milioni di euro può essere considerato una rimodulazione delle risorse da recuperare in sede di rifinanziamento del fondo in questione a decorrere dall'anno 2010;
all'articolo 63, comma 1, l'incremento di 90 milioni di euro per l'anno 2008 dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge n. 296 del 2006, è destinato a finanziare le missioni prorogate fino al 30 settembre dal decreto legge n. 8 del 2008, per consentirne la prosecuzione nell'ultimo trimestre. Al riguardo, precisa che la citata somma aggiuntiva non è necessariamente destinata alle sole missioni delle Forze armate, ma presumibilmente anche ad esigenze di altri dicasteri coinvolti nelle missioni internazionali;
all'articolo 66, le disposizioni in materia di turn over limitano ulteriormente le assunzioni nel pubblico impiego che non potranno superare il 10 per cento degli esodi dell'anno precedente nel 2009, il 20 per cento nel 2010-2011 ed il 50 per cento nel 2012. La possibilità di ripristinare il

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turn over è rinviata dal 2011 al 2013. Si tratta, quindi, di una norma che incide fortemente sul già ridotto regime delle assunzioni dell'Arma dei carabinieri. Al riguardo, occorre premettere che l'Arma, oggi, è carente di bene 7.371 unità, rispetto alla dotazione organica, per effetto degli interventi di limitazione delle assunzioni contenuti nelle precedenti leggi finanziarie. Il provvedimento, in tale contesto, è destinato ad aggravare ulteriormente il deficit di forza, che arriverebbe a superare le 11.000 unità nel 2012, pregiudicando l'effettiva operatività dell'Arma, ferma restando la contestuale forte penalizzazione dell'arruolamento dei volontari delle Forze armate, i quali vedrebbero limitate in modo significativo le possibilità di accesso nelle carriere dei ruoli iniziali delle Forze di polizia.
È quindi indispensabile l'esclusione delle Forze di polizia da tali nuove limitazioni (commi 1-3, 6-12), al fine di mantenere l'applicazione delle disposizioni previdenti. Occorrerà, inoltre, quanto prima, prevedere uno stanziamento per reclutamenti straordinari nelle Forze di polizia, in analogia a quanto già previsto dalla legge finanziaria del 2008, allo scopo di ripianare integralmente gli esodi e avviare il parziale ripianamento delle gravi carenze sinora accumulate;
all'articolo 72, comma 11, la quantificazione del personale militare che può risultare destinatario della norma relativa alla possibilità di risoluzione del rapporto di lavoro su iniziativa dell'Amministrazione del personale dipendente che abbia raggiunto l'anzianità contributiva massima di 40 anni, può essere effettuata solamente in via di larga approssimazione, in base all'età anagrafica posseduta. Ciò in ragione del fatto che il personale con maggiore anzianità di servizio è stato interessato soltanto in parte dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 165 che ha posto il limite massimo dei cinque anni complessivi degli aumenti del periodo di servizio computabili ai fini pensionistici, per specifici servizi operativi prestati, talché questo può aver maturato un periodo contributivo «figurativo» maggiore (8-9 anni) rispetto al citato tetto massimo di cinque anni. Ciò premesso, ritiene che il personale destinatario della norma possa oscillare tra le 10.000 e le 15.000 unità complessive (Ufficiali e Marescialli).

In conclusione, nel ritenere che non ci si debba soltanto difendere l'esistente, ma si debbano sfruttare le ampie possibilità di razionalizzazione che la situazione attuale consente, consegna una documentazione ad integrazione del suo intervento (vedi allegato 1).

Edmondo CIRIELLI, presidente, dichiara di aver consegnato presso le Commissioni di merito alcuni emendamenti, firmati da lui stesso e dal relatore, che tendono ad apportare al testo del provvedimento in esame quelle modificazioni che consentirebbero di superare i profili problematici nel corso della discussione.

Roberto SPECIALE (PdL), ritiene opportuno chiarire che le pensioni privilegiate dei militari sono cosa diversa dai trattamenti economici aggiuntivi per infermità dipendente da causa di servizio.

Gianfranco PAGLIA (PdL), relatore, sulla base degli elementi emersi nel corso della discussione e dei chiarimenti forniti dal rappresentante del Governo, formula una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 2).

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD), manifesta rammarico per il fatto che, nonostante i rilievi unanimemente formulati dai componenti della Commissione nel corso del dibattito, il relatore abbia presentato una proposta di parere favorevole, ancorché corredata da numerose condizioni, anziché una proposta di parere contrario. Pertanto, nel preannunciare, anche a nome del suo gruppo, voto contrario sulla proposta di parere del relatore, presenta una proposta alternativa di parere (vedi allegato 3).

Americo PORFIDIA (IdV), pur riconoscendo i notevoli sforzi fatti dal relatore

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nella sua proposta di parere per tener conto di tutti gli elementi emersi nel corso della discussione, preannuncia il suo voto contrario, in quanto ritiene che i medesimi sforzi non siano stati compiuti dal Governo.

Ettore ROSATO (PD), nel ringraziare il relatore per la grande attenzione dimostrata su tutti i profili problematici emersi nel corso del dibattito, evidenzia come non possano non esservi conseguenze politiche in seguito all'approvazione di un parere corredato da così tante condizioni come quello proposto dal relatore. Auspica, quindi, che vi sia una forte iniziativa da parte della maggioranza per tradurre le indicazioni che emergono dal parere in modifiche al testo del provvedimento.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

Edmondo CIRIELLI, presidente, in conseguenza dell'approvazione della proposta di parere presentata dal relatore, dichiara preclusa la proposta alternativa di parere della deputata Villecco Calipari.

La seduta termina alle 14.45.