CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 giugno 2008
22.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 26 giugno 2008. - Presidenza del vicepresidente Gianluca PINI.

La seduta comincia alle 13.35.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013.
Doc. LVII, n. 1.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Gianluca PINI, presidente e relatore, ricorda che la Commissione avvia oggi l'esame del Documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013, ai fini del parere da rendere alla V Commissione Bilancio. Avverte altresì che la Presidenza della Camera ha fissato a martedì 1o luglio il termine per l'espressione del parere da parte delle Commissioni competenti in sede consultiva. Comprende che potrebbero essere avanzati rilievi, che personalmente condivide, in ordine ai tempi ristretti a disposizione della Commissione per l'esame del provvedimento. Si tratta tuttavia di una decisione cui la Commissione è tenuta ad adeguarsi; la presidenza non può che limitarsi a segnalare l'opportunità di un esame approfondito del provvedimento.

Sandro GOZI (PD) esprime apprezzamento per quanto premesso dal vicepresidente Pini, ricordando che anche il Capo dello Stato è intervenuto, con una lettera indirizzata ai Presidenti delle Camere, in ordine ai metodi e ai tempi di esame dei provvedimenti all'esame del Parlamento. Sottolinea con preoccupazione la compressione dell'iter del DPEF, che giudica

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eccessiva anche alla luce delle prerogative del Parlamento. Benché il Documento non abbia infatti rilievo legislativo, si tratta di un atto che riveste un valore politico e programmatico assai rilevante, sul quale il Parlamento deve potersi esprimere con adeguato approfondimento.

Giacomo STUCCHI (LNP) esprime rammarico per l'accelerazione dei tempi di esame del DPEF, che potrà implicare un approfondimento limitato del provvedimento, anche se occorre ricordare che gli aspetti di competenza della XIV Commissione non appaiano preponderanti. Premettendo la disponibilità del suo gruppo a lavorare anche nella prima e nell'ultima settimana di agosto, auspica comunque che vi possa essere piena cognizione, da parte della Commissione, dei testi sui quali si è chiamati a formulare un parere.

Gianluca PINI, presidente e relatore, ricorda che il DPEF è stato introdotto dalla legge n. 362 del 1988, ed è finalizzato ad anteporre la decisione sull'equilibrio finanziario rispetto all'approvazione della legge di bilancio e della legge finanziaria e definisce i caratteri della manovra di finanza pubblica per il periodo compreso nel bilancio pluriennale. Esso si articola in due parti: una prima, di carattere descrittivo-previsionale, ove si esaminano e si valutano gli andamenti reali e gli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi fissati nei precedenti documenti di programmazione economico-finanziario ed una seconda, di natura prescrittivo-programmatica, in cui si fissano gli obiettivi macroeconomici (reddito, occupazione ecc.) e i saldi di finanza pubblica in termini di competenza e di cassa, individuando le linee guida per la definizione dei bilanci pubblici e della legge finanziaria, nonché dei provvedimenti collegati alla manovra di bilancio. I regolamenti parlamentari (articolo 18-bis Reg. Camera) prevedono una speciale procedura per l'esame del DPEF che si conclude con l'approvazione da parte delle Assemblee di una risoluzione predisposta dalle Commissioni bilancio acquisiti i pareri delle altre Commissioni.
Il DPEF 2009-2013 è stato approvato dal Consiglio dei ministri contestualmente al decreto-legge 25 giugno 2008, 112, volto a dare attuazione, insieme ad altri provvedimenti, allo stesso DPEF e che, in particolare, fissa, all'articolo 1, il livello di indebitamento netto ed il rapporto tra debito pubblico e PIL (coincidenti con quelli stabiliti nel DPEF) da conseguire nel triennio e prevede risparmi di spesa e incrementi di entrata particolarmente significativi.
In tal modo, il Governo intende dare seguito agli impegni già assunti in Europa. Nel DPEF il Governo infatti più volte sottolinea il suo intendimento di dare piena ed immediata attuazione agli impegni assunti in sede europea, che sono stati da ultimo ribaditi nella riunione informale dell'Eurogruppo tenutasi a Berlino il 20 aprile 2007, durante la quale i Ministri delle finanze dell'area dell'euro hanno raggiunto un accordo sulle linee guida per le politiche di bilancio, e l'Italia ha confermato il proprio obiettivo-vincolo del raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2011. In linea con tale impegno, il Governo ritiene di dover adottare una strategia economica innovativa sia nei contenuti sia nei tempi: per la prima volta, la manovra finanziaria viene anticipata nelle sue linee essenziali già prima dell'estate e prenderà la forma organica di un piano triennale di stabilizzazione della finanza pubblica, in linea con gli standard di bilancio propri degli altri paesi europei. Contestualmente al DPEF, il Governo quindi adotta un pacchetto di provvedimenti legislativi che sarà basato sulla integrale convergenza tra parte programmatica e parte attuativa.
Nel complesso la politica di bilancio dovrà recuperare risorse per circa 35 miliardi, un importo lievemente superiore a quanto indicato nella Relazione Unificata sull'Economia e la Finanza pubblica (RUEF), presentata in Parlamento il 18 marzo 2008 dal precedente Governo (il recupero di risorse era allora stimato tra i 20 ed i 30 miliardi nel triennio 2009-2011). Tale correzione, per effetto del maggior deficit emerso dall'aggiornamento delle condizioni dei conti pubblici, appare

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necessaria per assicurare una riduzione di almeno lo 0,5 per cento annuo del saldo strutturale in rapporto al PIL a partire dal 2009. L'azione correttiva del Governo si concentrerà principalmente sulla spesa pubblica, senza intaccare la quota di garanzia sociale.
L'azione correttiva si concentrerà principalmente sulla riduzione della spesa pubblica Non saranno invece varate nuove imposte, con l'eccezione di alcune misure di perequazione tributaria, mentre viene confermato l'obiettivo del contrasto all'evasione fiscale, da perseguire anche attraverso il federalismo fiscale. In particolare, il contenimento della spesa dovrebbe essere realizzato attraverso l'applicazione di un limite preventivo alla crescita della spesa di bilancio relativa a missioni, programmi e ai costi di gestione. Tale strumento, previsto in generale per l'intera spesa pubblica, si integra con gli ulteriori meccanismi di flessibilità di bilancio, già introdotti, diretti ad attivare gradualmente il processo di revisione sistematica della spesa (spending review), attraverso la possibilità di rimodulazione delle dotazioni finanziarie relative ai programmi ricompresi all'interno di ciascuna missione di spesa. Secondo le indicazioni fornite nel DPEF, l'intervento potrà assicurare nel triennio cospicui risparmi di spesa per le Amministrazioni Centrali per un ammontare pari a circa 14,5 miliardi, di cui circa 5 miliardi nel 2009. Misure specifiche, con un effetto di recupero pari nel triennio a circa 20 miliardi, si concentreranno in particolare nei settori del Pubblico impiego, della Finanza decentrata, della Sanità e della Previdenza.
In particolare, considerata la già elevata pressione fiscale, gli obiettivi saranno raggiunti senza varare nuove imposte, fatte salve alcune misure di perequazione tributaria, di imposizione sui profitti di regime, di destinazione etica di una parte dei relativi gettiti. Viene confermato l'obiettivo del contrasto all'evasione fiscale, che potrà essere ancor più efficacemente raggiunto mediante il federalismo fiscale.
La manovra finanziaria netta si sviluppa secondo un profilo triennale, che per il 2009 ammonta a circa lo 0,6 per cento del PIL, per poi incrementarsi nel 2010 a circa l'1,1 per cento e raggiungere nel 2011 circa l'1,9 per cento del PIL.
Gli obiettivi finanziari, previsti in precedenza, vengono sostanzialmente confermati: l'indebitamento netto viene fissato al 2,5 per cento del PIL nel 2008 e, successivamente, al 2,0 per cento nel 2009, all'1,0 per cento nel 2010 fino a giungere al sostanziale pareggio del saldo nel 2011; l'avanzo primario aumenta progressivamente collocandosi al 5 per cento nel 2013; il debito pubblico è previsto scendere sotto il 100 per cento del PIL nel 2011, per attestarsi al 90,1 per cento del PIL nel 2013. Nel DPEF vengono inoltre sinteticamente esposti i contenuti delle politiche in materia di: perequazione tributaria, piano industriale per la pubblica amministrazione, semplificazione normativa e amministrativa, interventi per lo sviluppo, federalismo fiscale e privatizzazioni.
Tra le politiche di settore indicate nel DPEF 2009-2013, di particolare interesse per la XIV Commissione risulta essere quella relativa alla semplificazione normativa. La semplificazione normativa è considerata dal Governo come una delle condizioni per il recupero di competitività e sviluppo nel nostro paese. In particolare nel DPEF si sottolinea come l'obiettivo della semplificazione - sia normativa che amministrativa - che impegna le istituzioni comunitarie, nazionali e locali da più di un decennio, sia quello di produrre effetti positivi per cittadini, famiglie ed imprese, innanzitutto sotto il profilo economico. Ai benefici economici si aggiunge poi un ulteriore valore aggiunto, che dovrebbe costituire una caratteristica di ogni ordinamento democratico: la certezza del diritto.
Il pacchetto delle misure che accompagnano la manovra del Governo prevede una serie di interventi importanti sul piano della semplificazione: si va dal «taglia-leggi» (abrogazione di leggi obsolete o dagli effetti esauriti) al «taglia-tempi» (certezza dei tempi di conclusione del procedimento amministrativo), dalla misurazione

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e riduzione degli oneri amministrativi alla soppressione o riordino di enti pubblici, dalla semplificazione dei controlli amministrativi a carico delle imprese (cosiddetto progetto di un'impresa in un giorno) alla eliminazione degli sprechi relativi al mantenimento di documenti in cartaceo. In questo quadro si inseriscono anche gli interventi di semplificazione in materia di lavoro, salute, fisco.
Peraltro l'azione del Governo nell'ambito della semplificazione normativa è in linea con le indicazioni della Commissione europea che, nel gennaio 2008, ha presentato e trasmesso al Consiglio europeo del 13-14 marzo 2008 il Secondo esame strategico del programma per legiferare meglio nell'Unione europea nel quale, oltre a riferire in merito ai risultati già acquisiti nel campo della semplificazione legislativa ed all'operato del Comitato per la valutazione d'impatto, individua e propone gli ulteriori miglioramenti da apportare. Nelle Conclusioni approvate dalla presidenza del Consiglio europeo è stato evidenziato come il miglioramento della regolamentazione debba essere considerato altamente prioritario da ogni formazione del Consiglio nelle proprie attività normative. Pertanto il Consiglio ha concordato sulle seguenti iniziative: una intensificazione degli sforzi volti a ridurre del 25 per cento, entro il 2012, gli oneri amministrativi derivanti dalla normativa europea; una rapida adozione delle proposte legislative ancora pendenti; il proseguimento dell'attuazione del programma in materia di semplificazione; un maggiore sviluppo della capacità delle istituzioni UE in materia di valutazione di impatto normativo.

Giacomo STUCCHI (LNP) osserva come la relazione svolta dal vicepresidente Pini abbia messo in luce, per quanto riguarda i profili di competenza della Commissione, gli obiettivi del Governo in materia di finanza pubblica, che il gruppo della Lega Nord ritiene possano essere raggiunti. Annuncia quindi il sostegno del suo gruppo alle iniziative legislative che daranno attuazione a tali indicazioni, anche tenuto conto del fatto che le istituzioni europee tengono sotto osservazione la politica economica italiana, con specifico riferimento alla questione del rapporto tra deficit e PIL. Rileva infatti che il suo gruppo - che intende definire «eurorealista», piuttosto che, come si usa dire, «euroscettico» - condivide in questo caso gli indirizzi europei relativi all'opportuno pareggio di bilancio che dovrà essere conseguito entro il 2011.

Sandro GOZI (PD) rileva come le misure «taglia-tempi» preannunciate nel DPEF sembrino trovare applicazione già a partire dall'esame del DPEF medesimo - visti i tempi a disposizione della Commissione - e osserva con soddisfazione come i colleghi della Lega Nord siano divenuti eurorealisti: essi avevano infatti contrastato qualsiasi atto e impegno del Governo Prodi in ambito europeo, denunciando una posizione supina dell'Esecutivo di fronte alle richieste comunitarie di pareggio del bilancio, mentre adesso sembrano, sul punto, sposare pienamente la causa europea. Auspica che in futuro possa registrarsi un atteggiamento privo di demagogia quando si affrontano questioni così serie come quelle riguardanti il rispetto degli impegni economici assunti in ambito comunitario.
Con riferimento quindi agli obiettivi di semplificazione normativa indicati dal DPEF, ritiene opportuno valutare se questi siano coerenti con quanto previsto dal piano di semplificazione europeo anche rispetto all'individuazione di target quantitativi e temporali e se si intenda procedere, come richiesto in ambito comunitario, anche ad una valutazione di impatto normativo. Chiede inoltre chiarimenti circa la coerenza del DPEF con il ciclo di governance economica europea per gli anni 2009-2010 e con gli obiettivi in materia di crescita e di occupazione previsti dalla strategia di Lisbona, questioni sulle quali il Documento non fornisce indicazioni.

Gianluca PINI, presidente e relatore, giudica meritevoli di approfondimento le questioni sollevate dal collega Gozi, che

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potranno essere valutate in sede di definizione della proposta di parere; ciò al fine di giungere ad una posizione condivisa della Commissione, anche tenuto conto della coerenza del DPEF con gli impegni assunti dal precedente Governo in tema di pareggio di bilancio.

Roberto GIACHETTI (PD) invita il vicepresidente a valutare l'opportunità di inserire nella proposta di parere - nelle forme e nei modi che riterrà opportuni - una segnalazione riguardante la ristrettezza dei tempi concessi alla Commissione per l'esame del Documento. Ritiene che si tratti di una sottolineatura opportuna, a fronte di una difficoltà e di una sofferenza oggettive del lavoro parlamentare.

Gianluca PINI, presidente e relatore, ritiene che l'osservazione dell'onorevole Giachetti sia senz'altro meritevole di approfondimento e che potranno essere valutate le modalità di evidenziazione del problema sollevato.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.

ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 26 giugno 2008. - Presidenza del vicepresidente Gianluca PINI.

La seduta comincia alle 14.

Schema di decreto legislativo recante ulteriori modifiche e integrazioni al decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, di attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.
Atto n. 5.

(Esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno.

Sandro GOZI (PD) osserva preliminarmente, tenuto conto del rilievo del provvedimento in esame, l'opportunità della presenza del Governo alle sedute della Commissione.

Gianluca PINI, presidente e relatore, segnala che la presidenza della Commissione si è attivata in tal senso e che il Governo ha già manifestato la propria disponibilità a partecipare alle sedute che si svolgeranno la prossima settimana.

Giacomo STUCCHI (LNP) chiede chiarimenti in ordine ai tempi di esame del provvedimento ed al metodo di lavoro adottato, osservando che potrebbe essere opportuna la partecipazione alle sedute della Commissione, oltre che del sottosegretario Mantovano, anche dello stesso Ministro Maroni e del Ministro Ronchi; ritiene infatti che lo svolgimento di audizioni potrebbe fornire elementi di approfondimento e di analisi particolarmente utili in sede di esame di un atto così delicato.

Gianluca PINI, presidente e relatore, ricorda che la Commissione è tenuta ad esprimere il proprio parere al Governo entro il prossimo 20 luglio e che la possibilità di partecipazione dei Ministri al dibattito presso la Commissione, che personalmente considera opportuna, potrà essere valutata in sede di ufficio di presidenza della Commissione.

Sandro GOZI (PD) riterrebbe discutibile procedere all'audizione del Ministro dell'interno prima che si sia svolta quella del Ministro delle politiche europee, che non ha ancora dato la propria disponibilità ad un incontro con la Commissione; si creerebbe in tal modo un precedente mai verificatosi in Commissione, ossia che il Ministro ad essere ascoltato per primo all'inizio della legislatura non sia quello di riferimento della Commissione.

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Gianluca PINI, presidente e relatore, precisa di non aver fatto specifico riferimento ad audizioni, bensì alla partecipazione dei Ministri alle sedute della Commissione; si tratta comunque di una questione che, come detto, sarà valutata dall'ufficio di presidenza della Commissione.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.15 alle 14.35.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2006/121/CE che modifica la direttiva 67/548/CEE per adattarla al regolamento (CE) n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) e che istituisce un'Agenzia europea per le sostanze chimiche.
Atto n. 2.

Schema di decreto legislativo concernente modifiche e integrazioni al decreto legislativo 8 gennaio 2007, n. 5, recante disposizioni di attuazione della direttiva 2003/86/CE, relativa al diritto al ricongiungimento familiare.
Atto n. 3.

Schema di decreto legislativo concernente modifiche e integrazioni al decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, recante attuazione della direttiva 2005/85/CE, relativa alle norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato.
Atto n. 4.