CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 giugno 2008
22.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 26 giugno 2008. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA.

La seduta comincia alle 8.55.

Disposizioni urgenti per l'adeguamento delle strutture di Governo in applicazione dell'articolo 1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
C. 1250 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione. - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento iniziato nella seduta di martedì 24 giugno 2008.

Michele SCANDROGLIO (PdL), relatore, dopo aver ricordato che il provvedimento in esame era stato approvato all'unanimità al Senato, formula una proposta di parere favorevole.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 9.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 26 giugno 2008. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA.

La seduta comincia alle 14.30.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013.
Doc. LVII, n. 1.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Stefano SAGLIA, presidente, avverte che il parere sul Documento di programmazione

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economico-finanziaria in esame dovrà essere reso entro martedì 1o luglio.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, rileva che la Commissione è chiamata ad esprimere - alla V Commissione - ai sensi dell'articolo 118 bis del regolamento, il parere sul Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013 (di seguito: DPEF).
Tale DPEF, che si sostanzia in un piano di stabilizzazione triennale dei conti pubblici, di perequazione tributaria verso alcuni settori caratterizzati da profitti eccessivi (compagnie petrolifere, banche, assicurazioni) e altri che godono di regimi fiscali di favore (alcuni settori della cooperazione), di liberalizzazione e di sviluppo economico attraverso le riforme. Il piano mira a quattro obiettivi essenziali: ridurre il costo complessivo dello Stato, invertendo la tendenza storica all'incremento della spesa corrente; rendere più efficace l'azione della pubblica amministrazione, ridisegnandola all'interno di un nuovo piano industriale; ridurre il peso burocratico che grava sulla vita dei cittadini; spingere l'apparato economico verso lo sviluppo, rimuovendone i vincoli e promuovendo una migliore coesione sociale aperta alle istanze della sussidiarietà.
Il piano sarà varato entro l'estate e stabilizzato proiettandolo sull'arco di un triennio; ciò comporta che la prossima legge finanziaria sarà anticipata nella sua parte sostanziale a prima dell'estate da un provvedimento legislativo che affianca e dà corpo al DPEF. Inoltre, il DPEF non è basato sulla tradizionale scissione tra parte programmatica, con proiezione pluriennale, e parte attuativa (questa limitata al solo anno immediatamente successivo), ma è basato sulla integrale convergenza tra parte programmatica e parte attuativa, così da dare fin da subito piena, organica e responsabile attuazione agli impegni assunti in Europa dall'Italia, rispettando l'obiettivo del raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2011, assunto dal precedente Governo e ribadito nella riunione dell'Eurogruppo tenutasi a Berlino il 20 aprile 2007.
Nell'ambito di un quadro economico caratterizzato da difficoltà sia congiunturali che strutturali, il Governo intende quindi sviluppare la propria azione lungo tre direttrici - crescita, stabilità e coesione sociale - nel contesto di una strategia che si baserà su iniziative volte a semplificare la tassazione e gli oneri per le imprese, valorizzare il made in Italy, potenziare la dotazione infrastrutturale del paese, migliorare le regole e il funzionamento del mercato del lavoro, nonché le politiche attive e della formazione, innalzare il livello di crescita delle aree sotto-utilizzate, promuovere la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica, semplificare e modernizzare la pubblica amministrazione restituendovi efficienza e spirito di servizio, ampliare le aree di liberalizzazione e privatizzazione, anche a livello locale, allo scopo di conquistare margini effettivi di competitività.
Per quanto attiene più specificatamente agli ambiti di competenza della XI Commissione, Il DPEF richiama il piano industriale volto alla riorganizzazione della Pubblica amministrazione da attuare in nome dei criteri della meritocrazia, dell'innovazione e della trasparenza, al fine di raggiungere adeguati livelli di efficacia e di efficienza e ottenere miglioramenti quantificabili in un risparmio di circa un punto percentuale l'anno di prodotto interno lordo.
Il piano sopraccitato prevede, come primo importante elemento, una riforma organica dei sistemi di contrattazione collettiva e della disciplina dei rapporti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, al fine di definire i diritti e i doveri del dipendente pubblico, premiando il merito e sanzionando le inefficienze, nell'ottica di un significativo miglioramento della qualità dei servizi offerti. La «rivoluzione digitale» e, più in generale, l'accelerazione dei processi di innovazione dentro e fuori l'amministrazione, la mobilità nonché la trasparenza e l'accessibilità vengono poi indicati dal Documento

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come ulteriori pilastri su cui poggiare il rilancio della pubblica amministrazione.
Con particolare riferimento al contributo alla crescita delle misure di riduzione dei costi, il DPEF evidenza che stime effettuate a livello comunitario indicano in particolare che una riduzione degli oneri amministrativi del 25 per cento consentirebbe all'Italia di conseguire un aumento potenziale di 1,7 punti percentuali di PIL. Ipotizzando un profilo di riduzione degli oneri tale da realizzare al 2012 la suddetta riduzione del 25 per cento, l'impatto complessivo potenziale in termini di PIL è stimato pari a circa 75 miliardi di euro.
Il DPEF, nel descrivere il quadro economico relativo all'anno in corso, rileva che il tasso di occupazione risulterebbe più basso rispetto a quanto stimato lo scorso anno, in linea con quel rallentamento ciclico registrato negli ultimi trimestri, nei quali la crescita economica in Italia ha mostrato in tendenza un graduale affievolimento, risultando inferiore alla media dell'Unione europea. Nel documento viene inoltre rilevato un significativo ridimensionamento del tasso di sviluppo dell'economia nazionale, in atto dagli inizi degli anni duemila, che si è evidenziato con maggiore intensità dal 2002 nel Mezzogiorno, dove rimangono elevate le differenze rispetto al Centro-Nord in termini di reddito pro-capite e di tassi di occupazione.
Nel tracciare poi l'evoluzione del rapporto debito/PIL, nella parte relativa al debito pubblico, il DPEF delinea uno scenario programmatico che consente di anticipare di un anno il rientro al di sotto della soglia del 100 per cento (97,2 per cento nel 2011), estendendo l'orizzonte fino alla fine del quinquennio di riferimento, con un valore del rapporto debito/PIL che nel 2013 si attesta al 90,1 per cento. Le ragioni di questo rapido progresso, secondo quanto viene indicato nel Documento, derivano dall'entrata a regime delle misure programmatiche, che produrrà avanzi di cassa di importo crescente a partire dal 2011.
A tale riguardo, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 1, comma 5 della legge n. 335 del 1995, il DPEF illustra l'andamento di medio-lungo periodo della spesa pensionistica in rapporto al PIL, precisando che la previsione a normativa vigente sconta gli effetti della revisione dei coefficienti di trasformazione di cui all'articolo 1, comma 11, della legge n. 335 del 1995, come modificato ed integrato dall'articolo 1, commi 14 e 15 della legge n. 247 del 2007 (il che rende imprescindibile la loro coerente entrata in vigore e applicazione per non dover affrontare ulteriori e più gravi squilibri). Dopo una sostanziale parità tra il 2010 e il 2023, per effetto dei provvedimenti normativi di elevamento dei requisiti minimi previsti dalla legge n. 243/2004, come modificata dalla legge n. 247/2007, e l'introduzione pro-quota del sistema di calcolo contributivo, il rapporto spesa/PIL - secondo quanto riportato nel DPEF - riprenderà a crescere a causa del deterioramento del quadro demografico i cui effetti finanziari risultano contenuti solo in parte grazie all'innalzamento dei requisiti di accesso al pensionamento anticipato disposti dalle predette leggi nel regime misto e contributivo, oltre che in quello contributivo; la curva raggiungerà il valore massimo di circa 15,3 per cento attorno al 2038 e si attesterà al 13,9 per cento nel 2050, dopo una fase di decrescita; il miglioramento del rapporto nella parte finale del periodo di previsione è dovuto essenzialmente al passaggio dal sistema di calcolo misto a quello contributivo e alla progressiva scomparsa delle generazioni del baby boom. Si ricordano - e si riportano - a questo proposito, come indicazione per ulteriori iniziative di riforma, le parole del Governatore Mario Draghi nelle Considerazioni finali svolte il 31 maggio scorso: «Alcune caratteristiche del sistema pensionistico italiano tengono lontana dal lavoro una quota troppo ampia della popolazione. Solo il 19 per cento degli italiani tra i 60 e i 64 anni svolge un'attività lavorativa, contro il 33 percento degli spagnoli e dei tedeschi, il 45 dei britannici, il 60 degli svedesi. È ora di rimuovere i

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vincoli e i disincentivi al proseguimento dell'attività lavorativa per coloro che sono nel regime retributivo; ampliare i margini di scelta dell'età di pensionamento per coloro che sono nel regime contributivo; cancellare gli ultimi impedimenti al cumulo tra lavoro e pensione».

Cesare DAMIANO (PD) esprime perplessità circa la ristrettezza dei tempi di esame in Commissione, i quali non consentono il necessario e adeguato approfondimento che richiede un testo di particolare complessità quale il DPEF.

Stefano SAGLIA, presidente, precisa che, a norma dell'articolo 118-bis del Regolamento, i termini per l'espressione dei pareri sul DPEF da parte delle Commissioni competenti sono fissati dal Presidente della Camera.

Simone BALDELLI (PdL), dopo aver ribadito il contenuto della norma regolamentare richiamata dal presidente Saglia, fa presente che il DPEF in esame è stato assegnato nella seduta di martedì 24 giugno e che è stato iscritto all'ordine del giorno della Commissione per la giornata odierna, che rappresenta la prima data utile considerata la posizione della questione di fiducia sul decreto-legge in materia di potere di acquisto delle famiglie, che ha prodotto una sospensione per 24 ore dei lavori parlamentari comunque incidenti sul rapporto fiduciario Parlamento Governo.
Osserva che, qualora si ritenessero ristretti i tempi di esame del DPEF, nonostante le circostanze richiamate, il dibattito in Commissione potrebbe proseguire anche al termine degli odierni lavori pomeridiani dell'Assemblea.

Cesare DAMIANO (PD) dichiara di apprezzare la tempestiva iscrizione del DPEF all'ordine del giorno della Commissione, nonché di comprendere che i tempi per l'espressione del parere su tale Documento da parte delle Commissioni sono, a norma di Regolamento, fissati dal Presidente della Camera. Ritiene comunque opportuna una segnalazione, sia in tale sede sia al proprio rappresentante di gruppo in Assemblea, circa il disagio connesso alla ristrettezza dei tempi di esame in Commissione.

Stefano SAGLIA, presidente, precisa che la presidenza opererà affinché il dibattito su un Documento di particolare rilevanza quale il DPEF non subisca alcuna compressione, pur nel rispetto dei termini fissati dal Presidente della Camera.

Giulio SANTAGATA (PD) sottolinea l'ingorgo che è destinato a prodursi nell'attività delle Camere in ordine a provvedimenti collegati alla manovra di finanza pubblica, che è una manovra da 35 miliardi di euro, la quale verrà quindi esaminata dal Parlamento nel giro di qualche settimana.
Con riferimento specifico al DPEF, ravvisa in esso un uso non chiaro del tasso di inflazione. Infatti il Governo nel Documento fa riferimento ad un deflatore consumi per il 2008 pari al 3,4 per cento e contemporaneamente ad una inflazione programmata per tale anno dell'1,7 per cento. Fa inoltre presente come per i redditi da lavoro dipendente si prevede una crescita dell'1,3 per cento che è lontana dal tasso usato per deflazionare il PIL. Evidenzia poi una contraddizione tra l'obiettivo del rafforzamento del sistema competitivo attraverso le infrastrutture ed una riduzione delle spese per investimento di circa un miliardo di euro. Conclude sottolineando un aumento della pressione fiscale pari a 4 miliardi nel 2010 rispetto al 2009.

Ivano MIGLIOLI (PD), dopo aver evidenziato come non sia dato riscontrare un'analoga ristrettezza nei tempi di esame del DPEF nella precedente legislatura, si sofferma sull'ingorgo che si determinerà nelle Camere entro la pausa estiva relativamente all'esame di provvedimenti di particolare complessità, su cui vi è stato peraltro un espresso richiamo da parte del Presidente della Repubblica. Fa presente come le tematiche centrali per il Paese sono rappresentate dalla crescita, dallo

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sviluppo, dalla distribuzione sociale delle risorse. Ritiene poi che le Considerazioni Finali del Governatore della Banca d'Italia debbano essere richiamate, non solo per la parte relativa al sistema previdenziale, evidenziata dall'onorevole Cazzola, ma anche nella parte in cui affrontano il tema salariale nel nostro Paese.
Conclude sottolineando l'assenza nel DPEF di alcun riferimento ad una riduzione della pressione fiscale.

Sestino GIACOMONI (PdL) richiama l'attenzione sull'obiettivo del Governo in carica che non intende affatto aumentare il prelievo fiscale. Richiama a tale proposito la misura dell'azzeramento dell'ICI sulla prima casa, che non ha visto come contrappeso alcun aumento del prelievo fiscale. Conclude precisando che l'unico aumento del prelievo fiscale previsto dal Governo colpirà settori caratterizzati da eccessivi profitti e altri che godono di regimi fiscali di favore. Aggiunge che il DPEF in esame rappresenta un documento a cui segue un'effettiva attuazione.

Stefano SAGLIA, presidente, con riferimento alla questione sollevata in precedenza da alcuni deputati circa la ristrettezza dei tempi di esame del DPEF, comunica che in sede di Conferenza dei Presidenti di gruppo, conclusasi da poco, si è convenuto di spostare al 2 luglio il termine per l'espressione del parere da parte delle Commissioni.

Lucia CODURELLI (PD), pur prendendo atto del differimento del termine per l'espressione del parere sul DPEF, evidenzia che alla Commissione sono comunque assegnati tempi di esame del provvedimento incongrui alla luce della rilevanza del Documento medesimo. A tale proposito, richiama la lettera trasmessa dal Presidente della Repubblica ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio, nella quale si invitano i Presidenti medesimi ad una conciliazione al meglio delle esigenze dell'azione di Governo con la tutela delle prerogative del Parlamento in una fase eccezionalmente densa e impegnativa dei lavori parlamentari.
Con riferimento al merito del provvedimento in esame, ritiene che nel Documento non sia sufficientemente affrontato il tema del potere di acquisto delle famiglie. Conclude evidenziando la strumentalità del richiamo alle Considerazioni Finali del Governatore della Banca d'Italia contenute nella relazione svolta dall'onorevole Cazzola. Ritiene infatti che andrebbero richiamate anche quelle parti delle Considerazioni Finali del Governatore che recano una proposta in ordine al tema delle pensioni che, a suo avviso, richiama il Protocollo del 23 luglio 2007.

Stefano SAGLIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta di martedì 1o luglio, alle ore 10, precisando che, qualora gli interventi non si dovessero esaurire nel corso di tale seduta, potranno proseguire al termine dei lavori pomeridiani dell'Assemblea di quella giornata.

La seduta termina alle 15.20.